Video intervista a Glen Plake

Che cos'è il freeski?

Un personaggio simbolo dello sci alternativo, quello fuori dalle piste, nei canali ripidi, nelle acrobazie. La sua collaborazione con molte ditte del settore per lo sviluppo di nuove attrezzature lo pone al centro dell'attenzione e perfettamente in sintonia con la nuova moda del momento: il freeski. Fate partire il video per sentire lui cosa ne pensa.
Sul numero 76 di Ski-alper l'intervista completa e la biografia di Glen.


Ecco Ski-alper 75!

144 pagine, un nuovo formato, tutto da leggere

Qual è il miglior sci grantour fra quelli che il mercato offre? Il più leggero? Il miglior compromesso fra prestazioni e prezzo?
A queste domande abbastanza ricorrenti abbiamo provato a rispondere con un test ancora più approfondito. 32 modelli fra race e grantour sottoposti a un durissimo test sulla neve e in laboratorio.
In novembre e dicembre meglio non muoversi sugli itinerari classici e allora ecco 5 itinerari easy adatti per imparare e per proteggersi dai pericoli delle valanghe.
Lo sci ripido tratta invece le discese estreme dell'Aiguille Blanche de Peuterey e della Nord del Lyskamm. Tardivel insegna come effettuare le soste e mettere e togliere gli sci a 50°.
Fra i personaggi spicca la figura di Paolo De Chiesa ex slalomista della valanga azzurra che ormai predilige le pelli. Paolo e Sonja sono gli sciesloratori.
Un'intervista a Toni Valeruz uno dei personaggi più rappresentativi del ripido degli anni '80.
Le prove materiali iniziano con una bella infornata di scarponi provati venti giorni fa sulle nevi di Tignes, e poi attacchi e attacchini.
La parte scientifica che in questo numero comporta valanghe e psicologia: Dennis Brunod al microscopio e l'incredibile storia del cane Zacho e del ritrovamento della turista dopo 44 ore sotto la neve.
In conclusione un'ampia trattazione delle più belle gare di skyrunning dell'estate.
Ci siamo forse Ski-alper è già nella vostra edicola, forse ci arriverà certamente domani. Se non riuscite a trovarlo segnalatelo alla redazione con questa mail: skialper@mulatero.it


Francesco Civra ci racconta la sua avventura

Everest Hornbein Couloir, alla prossima

Quarantun giorni di spedizione: sul volto di Francesco Civra Dano si legge ancora oggi la fatica e lo stress di questa grande avventura. L'Hornbein Couloir non è arrivato in compenso sono state effettuate due bellissime discese su pendii incontaminati di cime mai salite dall'uomo. La prima è stata chiamata La Vallèe in onore della petite patrie, la seconda non è stata violata dal momento che Civra non è arrivato in vetta ma si è fermato sotto la meringa della vetta per poter sfruttare il pendio a 50° per un dislivello di 600 metri.
Il momento più difficile è stato il malore che ha colpito l'amico Marra: «Fortunatamente siamo riusciti a scendere piano piano a spazzaneve, se avessimo dovuto caricarlo a spalle sarebbe stato un dramma…» Per fortuna tutto sta andando per il meglio e le analisi scongiurano un danno permanente alla forte guida valdostana.
Attesa snervante di Civra e Joyeusaz per una finestra di bel tempo che non vuole arrivare. Poi la rinuncia definitiva.
Abbiamo incontrato Francesco a Morgex per un'intervista alla quale si presta molto volentieri: «Mangerei in continuazione: è l'effetto della spedizione e della quota. In ogni caso dopo una permanenza in quota così lunga sto continuando una cura preventiva a base di Cardioaspirina.»
Non ci sembra affatto scoraggiato il nostro sciatore che già pensa ad una prossima spedizione anche se ci confessa che sul Bianco qualche discesa c'è ancora, non è stato tutto fatto…»
Ne siamo certi, ma proprio perché molto è già stato fatto crediamo che quanto rimane sia davvero di estrema difficoltà.
Ecco l'intervista e alcuni filmati live girati a se stesso da Francesco durante la discesa nel gruppo dello Chantze.


Meraldi torna a Ski-alper

Da quest'anno riprende la collaborazione con l'ex atleta

Dopo qualche anno di pausa Fabio Meraldi ritorna a collaborare con la rivista Ski-alper. Grazie alla sua collaborazione e ai suoi consigli tecnici, decisamente all'avanguardia per l'epoca, Fondo e telemark da rivista per fondisti, telemarkers e scialpinisti a raspa è diventata Fondo ski-alp. Per un paio di stagioni Meraldi è stato prodigo di consigli e di chicche che a sua volta aveva imparato sul campo di gara delle più importanti competizioni internazionali. Questo, unito alla professione di guida, ha prodotto un manuale di grande successo - Ski-alp con Fabio Meraldi - che ancora oggi in Italia e Francia è considerato al top.
Gli argomenti trattati nella rubrica a lui riservata saranno di carattere tecnico, tutti di prima mano, e rivolti agli ski-alper della domenica. Ancora una volta Fabio metterà a disposizione la sua grande esperienza per facilitare l'apprendimento della tecnica migliore.
Il primo degli articoli tecnici verrà allestito per il secondo numero della stagione: dicembre 2010.
Arrivederci in edicola.


Everest Hornbein Couloir

Civra e Joyeusaz prossimi al rientro

Da fonti che riteniamo attendibili abbiamo saputo che già da domani le due guide di Courmayeur dovrebbero rientrare a Katmandu. Da ciò riteniamo che il progetto Hornbein sia per ora accantonato a causa delle condizioni meteo avverse. Saggia decisione dal momento che attaccare una nord di tremila metri di dislivello sotto l'insidia delle valanghe non sarebbe stato saggio.
Dal sito che ha accompagnato l'impresa leggiamo oggi che un'altra prima è stata effettuata a margine dell'obiettivo principale: qualche giorno fa era stata salita una cima inviolata nella zona dell'Everest alla quale è stato messo il nome di Vallée e ieri Civra Dano da solo - Joyeusaz era fermo per mal di schiena - ha risalito e disceso con gli sci (50°) una cima inviolata di 6900 metri del gruppo degli Changtse. Questa impresa è stata definita una delle più lunghe e difficili discese con gli sci per queste zone.


L'incredibile tentativo di uno ski-alper canadese

1700 metri al giorno per 365 giorni

Tra le nevi del Sud America abbiamo trovato Greg Hill, una guida alpina canadese di trentacinque anni con un sogno alquanto particolare: compiere 2 milioni di piedi (oltre 600 chilometri) di dislivello in un anno con gli sci da scialpinismo. Un ragazzo semplice con due occhi che brillano come due stelle quando inizia a parlare del suo progetto. Un vero vagabondo delle montagne che si divide tra le nevi canadesi e quelle dei vulcani cileni. Greg ora ha un unico lavoro a tempo determinato, salire ogni giorno circa 1700 metri di dislivello per 365 giorni. Proprio così, per realizzare il suo sogno deve tenere una media di 1700 metri al giorno, questo dislivello, per la gente normale, vuol dire una gita domenicale piuttosto lunga e impegnativa. La cosa che lascia senza parole è che Greg contando i giorni di viaggio o i giorni di brutto tempo alcune volte deve salire e scendere le montagne almeno un paio di volte. In questi giorni sul suo sito www.greghill.ca, i “piedi” percorsi sono 1.480.826, e secondo la sua tabella ascensionale è in ritardo di un giorno. Il suo progetto si concluderà l’ultimo giorno dell’anno a Revelstoke sulle nevi canadesi di casa sua in compagnia di tutti i suoi amici, della moglie, delle due figlie e della sorella che molte volte lo ha accompagnato in questa lunga avventura. Que te vaya bien Greg!


Kilian: record al Kilimanjaro

L'atleta catalano non finisce di stupire

Ha coperto i 4242 metri di dislivello positivo che separano Umbwe Gate (1651 m) dalla vetta della montagna (5893 m) in 5 ore 23 minuti e 50 secondi. Partito alle 7.15 è infatti arrivato in vetta alle 12.38.50.
Ma non si è accontentato di questa grande performance, infatti è subito ripartito per affrontare la discesa giungendo a Mweka Gate alle ore 14.29 per un totale di 7 ore e 14 minuti sommando salita e discesa.
Kilian ha così messo tutti d'accordo frantumando i precedenti record ufficializzati e non: 5.38 di Bruno Brunod nel 2001, 5 ore e 28 dello statunitense Sean Burch, 5 ore e 36 dell'austriaco Stangl.
L'altro tempo di riferimento per la salita e discesa era quello di un certo Mtuy con 8 ore e 27 minuti.
Per arrivare in vetta Kilian ha seguito la via più diretta e pericolosa chiamata via Umbwe di 37 km di sviluppo. Gli altri record erano stati segnati attraverso la via Marangu meno ripida e tecnica.
Bravo Kilian! Ma ce la farai a riposarti prima delle gare di ski-alp?


Erwin Striker, morte di un grande dello sci

Faceva parte della Valanga Azzurra di Thoeni e Gros

«Un grande estro, coraggio, sregolatezza. Un guascone dello sci. Se non eri troppo coraggioso e avevi lui al fianco ti infondeva una grande sicurezza. Sciava sempre al di sopra dei propri limiti. A volte si è mangiato delle medaglie per dei colpi di testa come ai Mondiali di Saint Moritz del 1974 quando aveva già l'oro della combinata in tasca e per un diverbio con Piero Gros ah voluto dimostrargli di andare più forte di lui in slalom e dopo dieci porte è saltato… Sapeva fare spettacolo: memorabili i suoi numeri in auto e in moto. A volte si faceva male per le cadute rovinose che poi riusciva ad enfatizzare nei suoi racconti. Era un buono, quando lo incontravo ancora ultimamente c'era una grande dimostrazione di amicizia e di affetto vero nel suo abbraccio. Simpatico, infondeva sicurezza e determinazione al gruppo: pur non possedendo i requisiti tecnici e fisici di atleti come Thoeni o Gros riusciva comunque ad ottenere grandi risultati grazie alla sua grande volontà e grinta…»
Questo il commento di Paolo De Chiesa mentre è in auto sta viaggiando verso Merano con Piero Gros ad incontrare la moglie di Erwin.

Geniale e intelligente anche negli ultimi anni in veste di imprenditore dello sci e della neve. Ha avuto intuizioni che hanno rivoluzionato il mercato come quella legata ai noleggi che in questi anni sono fioriti a dismisura. Determinante la sua presenza nella nascita della stazione di sci di Val Senales.
Proprio durante un nostro soggiorno a Maso Corto abbiamo avuto modo di passare qualche ora con lui ed è proprio in quell'occasione che assistetti ad una vicenda che non potrò più dimenticare: giunto a monte della funivia vestito con una tuta completa da turista tedesco che non nascondeva la pancia e i chili di troppo, ha avvicinato il gruppo della nazionale di sci alpino che si accingeva a scendere in campo per l'allenamento di gigante. Le sue considerazioni hanno suscitato l'ilarità generale ma quando ha spiegato che le gare si vincono con la testa soprattutto e che tutto il resto non conta ha colto le perplessità di un altro grande combinatista come lui: Gianfranco Martin. Ebbene l'incontro si è concluso con una sfida sul campo: «Io sono sicuro che tu non mi dai più di 8 decimi sul gigante che stanno tracciando per l'allenamento…»
Tutti, intorno, hanno creduto che Striker stesse presupponendo troppo e che la differenza di peso e di allenamento facessero pendere nettamente la bilancia in favore del Martin. Ma fra lo stupore generale, con una prova strepitosa Erwin Striker è riuscito a fermare i cronometri a soli 7 decimi dall'allora nazionale e medagliato olimpico. Grandi pacche sulla schiena e cena vinta da Erwin Striker.

Personalmente poi l'ho sempre sentito molto vicino come scelte di vita: a 19 anni ha fatto il cameriere allo Stelvio per potersi allenare. A 20 ho lavorato anch'io da Pirovano allo Stelvio per potermi preparare per gli esami da maestro e in quell'estate ho sentito parlare spesso di questo ragazzo altoatesino che lavorava duro per potersi allenare. Beh, sostanzialmente non sono state fatiche sprecate: lui è entrato in squadra e io sono diventato maestro di sci. Qualcosa in comune l'abbiamo avuto: il cameriere…


Everest Couloir Hornbein

Gianluca Marra rinuncia: edema cerebrale

I tre stanno portando avanti la fase di acclimatazione con spostamenti dal Campo Base al Base avanzato e qualche salita più in alto: purtroppo ieri il Marra ha accusato evidenti sintomi di edema cerebrale e dopo le prime cure al rientro al Campo Base ha dovuto passare la notte con l'ossigeno. Oggi è ripartito per Rongbuk da dove proseguirà per Katmandù.
Rimangono così in due: Joyeusaz e Civra Dano, ad attendere che le condizioni del tempo concedano una finestra per iniziare a pensare all'attacco vero e proprio che prevede la salita in vetta lungo l'Hornbein e la successiva discesa con gli sci lungo la stessa via..


Kilian tenta il Kilimanjaro

Obiettivo il record del tanzaniano Simon M’Tuy

Otto ore e 27 minuti questo il tempo da battere per Kilian Jornet che ormai ci ha abituato a queste grandi performance anche sulle lunghissime distanze. Dopo le 32 ore nel GR20 in Corsica, dopo la traversata dei Pirenei, dopo la splendida vittoria al Kima, eccolo ora impegnato in un nuovo tentativo. Da Machame Gate alla vetta (5895 metri) e ritorno via Mueka Camp - probabilmente - è un itinerario che di solito i buoni escursionisti/alpinisti portano a termine in 6 giorni. Stiamo a vedere che cosa combina il nostro Kilian che sta ultimando la fase di acclimatazione.


Grantour della Corsica: si può fare…

Tre giorni nel cuore del GR20 per trovare la chiave dei passaggi invernali

La Corsica è stata per noi una piacevolissima sorpresa: abituati ai paesaggi alpini stentavamo a credere ai nostri occhi davanti alle foreste di pini e alle pareti vertiginose.
Eh sì che i siti erano già stati abbastanza eloquenti sull'aspetto orografico dell'isola, ma venirci di persona è un'altra cosa.
Scopo della visita è stato salire in quota e vedere i passaggi chiave di questa alta via invernale, valutare l'esposizione e le pendenze, constatare la percorribilità con gli sci del famosissimo GR20 che attraversa in diagonale tutta la Corsica in nove tappe.
A parlarci di questo grantour sciistico è stato per primo l'amico Maestrini che qualche hanno fa si è già cimentato con l'impresa e di cui ci ha rilasciato un'ampia documentazione purtroppo condizionata dalle avverse condizioni meteo incontrate dalla spedizione bergamasca.
Ma il motivo delle perlustrazioni è stato anche un altro: possono due best ager - certamente avrete già compreso di chi si tratta - immergersi per 5 giorni nella solitudine e nella bellezza di questi luoghi per mettere a punto una relazione completa di filmati e fotografie ben più esauriente di quella stringata e scarna, seppur affidabile, della descrizione che si fa dell'alta via in sci su «Corsica Bianca».
La perlustrazione è iniziata dal Colle Vergio che può rappresentare una delle prime tappe del grantour se si parte da settentrione, o una delle ultime se si parte dal basso, dal Colle di Vizzavona.
L'ipotesi del superamento del Monte Cinto, la più alta montagna della Corsica con i suoi 2800 metri circa, è per il momento accantonata: troppo impegnativi e pericolosi i pendii, soprattutto per dei best ager.
L'ipotesi è quella di partire dal Colle di Vizzavona, quindi rifugio Onda, poi Pietra Piana, Manganu, Colle Vergio, Ciottulu Mori e ritorno su Calacuccia.
In questi giorni abbiamo percorso uno dei tratti più impegnativi del GR20, quello fra il Col Rinoso e la Bocchetta Capitellu dove abbiamo incontrato alcuni passaggi attrezzati con corde e catene. Nulla di difficile in estate ma con la neve potrebbero nascondere qualche insidia. Saranno le condizioni del manto nevoso a consigliare altri pendii spostandoci da quelli attraversati dal GR20.
C' è tutta la volontà da parte nostra di cimentarci in questa grande avventura, per noi, lontano dalle tracce battute delle Alpi e dai rifugi sovraffollati: in Corsica troveremo a malapena i rifugi se non saranno troppo sommersi dalla neve e comunque mai dei gestori e probabilmente nessun altro scialpinista con cui condividere il percorso.
Se si deciderà di portare avanti questa iniziativa anche alla luce delle condizioni di innevamento e meteo dell'inverno prossimo ne nascerà un'ulteriore attenta ricerca di materiali espressamente scelti per questo tipo di trial.


Everest, Couloir Hornbein

Tre guide di Courmayeur ci provano

Ieri sera nella piazzetta del paese è stato presentato l'ardito progetto di tre guide della famosa località ai piedi del Monte Bianco. Joyeusaz, Civra Dano e Marra hanno parlato della loro impresa: salita e discesa con gli sci in prima assoluta del Couloir Hornbein in stile alpino.
L'Hornbein è il canale che solca l'immensa parete nord dell'Everest sul versante tibetano. Qualche anno fa durante un tentativo con lo snowboard perse la vita Marco Siffredi. 3000 metri di parete che in autunno potrebbe essere in condizione per essere superata sci ai piedi.
Davanti a un pubblico attento e appassionato il capospedizione Edmond Joyeusaz ha esposto il progetto con il contributo di filmati e immagini.
Due giovani con lui: Marra e Civra Dano, entrambi esperti di sci ripido, quest'anno hanno portato a termine alcune discese estreme sul Monte Bianco come il Canale Anderson e la Blanche de Peuterey. Abitudine a muoversi su pendenze estreme ma anche tanto entusiasmo e forza, anche se alla prima esperienza in alta quota.
La partenza è prevista per fine mese, ci sarà poi una fase di acclimatamento con un lungo avvicinamento alla montagna da Lhasa, poi il campo base fino alla fase finale con la salita vera e propria in stile rigorosamente alpino: niente ossigeno e materiale tutto al seguito.
L'occasione è stata anche quella di presentare gli sponsor: per quanto riguarda l'attrezzatura i tre indosseranno capi Eider, sci e scarponi Salomon, tende Ferrino e sacchi e attrezzature Camp, scarpe da alpinismo Kayland.
L'impresa verrà seguita anche da questo sito che cercherà di dare notizie aggiornate sull'evolversi degli avvenimenti.