Suunto Run, la prova

È la new entry tra gli orologi sportivi Suunto e si propone, già dal nome, come strumento pensato per chi fa della corsa, in tutte le sue declinazioni, anche il trail running, il proprio mantra. In realtà, oltre il nome e il look fresco e sportivo (belle le versioni lime e coral orange, ma ci sono anche le più discrete all black e frost gray), è un prodotto già abbastanza completo per sportivi e amanti dell’outdoor, che punta sul rapporto qualità/prezzo (249 euro).

Unbox

In confezione ci sono due cinturini in nylon di diversa lunghezza da montare, le istruzioni “get started” per iniziare (il manuale completo è online) e il cavetto USB-C, senza presa. Ci sono anche le istruzioni per montare il cinturino, operazione non così immediata per via della barretta in acciaio sottile che può sfuggire di mano. Il cinturino a strap è comodo e non dà fastidio durante le attività sportive intense. La cassa è in poliammide rinforzata con fibra di vetro, la ghiera in acciaio inossidabile e il cristallo è Gorilla Glass.

User experience

Il diametro è di 46 mm, non troppo piccolo da affaticare la vista, né grande da dare fastidio. Sta bene anche su polsi minuti e pesa solo 36 grammi. Spicca il bel display AMOLED, regolabile su tre diversi livelli di luminosità: si vede bene sempre, anche sotto il sole. L'impostazione di fabbrica prevede l'accensione del display al sollevamento del polso. Lo schermo è touch, l’esperienza è positiva, ma c’è anche la pratica ghiera che spesso risulta più comoda da usare: dipende dalle abitudini. Premendo la ghiera si passa direttamente ai 34 profili sportivi previsti, il tasto inferiore è l’undo, per tornare indietro, quello superiore porta direttamente all’ultima attività sportiva scelta. Suunto Run va abbinato allo smartphone tramite l’apposita app, operazione veloce e semplice. Anche gli aggiornamenti avvengono via app.

Rilevamenti

Suunto Run dispone di cardiofrequenzimetro ottico, pulsiossimetro, altimetro barometrico, bussola digitale. Il cardiofrequenzimetro è molto preciso se utilizzato correttamente. Il cinturino va stretto bene, senza che la cassa possa muoversi, un paio di dita sopra il polso. Durante il test ha avuto qualche incertezza correndo con le braccia basse e senza troppa oscillazione. Lo abbiamo riprovato con il classico movimento delle braccia durante la fase di corsa, ad altezza media e ben mobili, e nel confronto con la fascia cardio i valori sono stati identici, con scarti di massimo un battito al minuto. L’altimetro si è rivelato generalmente affidabile, la quota può essere regolata manualmente (in una situazione tendeva a ritornare quella precedente all’impostazione) o incrociando i dati con quelli del GPS, operazione che può richiedere qualche minuto e spazi aperti.

Sport

Tra i profili sportivi ci sono diverse varianti della corsa (corsa, corsa su pista, trail running, maratona, tapis roulant), non mancano il triathlon, l’escursionismo, il trekking, il ciclismo e la mountain bike. Le attività invernali prevedono sci alpino, sci di fondo e snowboard, ma per il momento non lo scialpinismo. L’orologio fornisce metriche personalizzate in base allo sport scelto. I profili corsa e trail running sono completi e dopo la sessione, aprendo l’app sullo smartphone, si ottengono analisi ancora più dettagliate. Nella sezione allenamento si ritrovano le diverse attività svolte, con itinerario tracciato sulla mappa, possibilità di aggiungere foto o di vedere il video del percorso in 3D. Vengono mostrati 51 parametri. Non mancano FC minima, massima e media, la potenza, le calorie, i carboidrati e i grassi consumati, la cadenza, l’oscillazione verticale, la lunghezza del passo, il tempo di contatto con il terreno, l’andatura media, quella di picco in diversi intervalli temporali, la velocità di ascesa e discesa, il VO2 max stimato. C’è poi la ripartizione della sessione in zone FC, immediatamente visualizzabile anche durante l’attività sul quadrante dell’orologio, grazie a una corona che si colora in base alla zona di andatura. La sezione Suunto Coach dell’app è ben studiata e piena di informazioni e, tramite l’app, si possono impostare allenamenti a intervalli da sincronizzare con l’orologio. Tra le informazioni che Suunto Run e l’app forniscono ci sono anche quelle relative allo stato di recupero, che incrocia i dati della HRV (heart rate variability) e della rilevazione del sonno. Nei dati sul sonno vengono indicati il sonno profondo, il sonno leggero, la fase REM, la concentrazione di ossigeno nel sangue, la HRV media e la frequenza cardiaca minima e media. Nella versione in lingua italiana le due fasi di sonno pesante e leggero (in inglese deep e core) vengono erroneamente tradotte entrambe come “pesante” (immaginiamo che verrà corretta la voce al prossimo aggiornamento del software), mentre sulla app l’indicazione è corretta e c’è anche un testo che analizza la qualità del sonno e una percentuale (più alta è, migliore è stato il sonno). C’è anche un grafico che posiziona le varie fasi nelle fasce orarie della notte. Nella sezione “progresso”, invece, vengono utilizzati il CTL (chronic training load) e il volume dell’allenamento TSS (Training Stress Score), che incrociano diversi parametri trasformandoli in numeri. Nella sezione dedicata al CTL sull’orologio è anche possibile calcolare la propria andatura e i tempi su diverse distanze, fino alla maratona, e la stima dell’andatura e della frequenza cardiaca di soglia anaerobica, oltre all’età sportiva.

Altre feature e navigazione

Tra le altre informazioni disponibili, gli orari di alba e tramonto e le fasi lunari, le condizioni meteo, il lettore multimediale abbinabile alle cuffie, la torcia, la sveglia, il timer. C’è, naturalmente, anche la navigazione, pur in assenza di mappe. In pratica si possono caricare itinerari creati sull’app (operazione semplice grazie al tracciamento automatico e sincronizzazione altrettanto) e poi farsi guidare. La navigazione, grazie anche all’opzione turn by turn, è abbastanza pratica. Nella pianificazione dell’itinerario si possono sfruttare le mappe di calore che rilevano gli itinerari più popolari della zona. Suunto Run riceve i messaggi dello smartphone e ne permette la lettura.

Batteria

I dati dichiarati sono di 12 giorni in modalità smartwatch e di 20 ore con tutti i sistemi attivati e multibanda. I test sul campo sono abbastanza in linea, come sempre con valori un po’ più bassi. Alcune attività, come per esempio l’autoregolazione della quota incrociando i dati con quelli del GPS, tendono a essere energivore in spazi poco aperti che rendono più lunga la ricerca del segnale GPS.

In conclusione

Prodotto dal look piacevole e dalla valida qualità costruttiva, si dimostra completo per chi cerca un orologio affidabile per allenamenti e attività outdoor, pur non avendo le mappe, e ideale da usare nella vita di tutti i giorni. A un prezzo concorrenziale, dettaglio non di poco conto.

suunto.com


Trail running, le migliori scarpe del 2025

Anche quest’anno nella Outdoor Guide 2025 abbiamo messo alla prova decine di modelli per offrire una guida completa, imparziale e approfondita alle migliori scarpe da trail running sul mercato. Grazie a un team di tester esperti e a un protocollo di valutazione affinato nel tempo, abbiamo analizzato ogni dettaglio: grip, comfort, stabilità, reattività e durata, sia sui sentieri più tecnici che nelle uscite di allenamento quotidiane. L'obiettivo? Aiutare ogni runner, dal neofita all'ultra trailer, a trovare la calzatura perfetta per il proprio stile e terreno di corsa ed eleggere i modelli che più interessanti dell'anno.

 

Scarpe Trail, non solo comfort e stabilità

Se in una fase iniziale l’introduzione di schiume più morbide e reattive aveva appiattito le differenze tra scarpe da allenamento e da gara, oggi la distinzione è nuovamente chiara: ciascuna categoria offre prodotti con feedback ben differenziati. Le scarpe da allenamento rappresentano il cuore dell’offerta: prodotti versatili e resistenti, pensati per gestire ogni tipo di sessione, dai lavori quotidiani ai lunghi pre-gara. Gli stack height medi si attestano attorno ai 33 mm sul tallone e 27 mm sull’avampiede, in crescita costante negli ultimi anni. Se comfort e stabilità rimangono le priorità di questa categoria, l’arrivo dei materiali nobili ha reso molti modelli idonei anche al giorno gara. Dove non competono alla pari con i prodotti performance della categorie Speed Race? Non tanto nella possibilità di essere utilizzati in gara, ma nel come si comportano: si tratta spesso di scarpe più ingombranti, meno reattive e meno adatte ad accogliere componenti tecnologiche avanzate. Fanno eccezione le cosiddette super-trainer, che colmano il divario tra le due categorie. Quest’anno le più apprezzate in questo segmento sono state la Norda 005 e la Merrell MTL Adapt.

Asics Gel-Trabuco 13: se è vero che squadra che vince non si cambia, c’è però da dire che si può sempre migliorare lavorando sulle lacune, anche di prodotti premiatissimi come sono state le passate iterazioni di Trabuco. E così questa tredicesima edizione torna con qualche novità, ma radici salde. l’onda del successo guadagnato con le precedenti versioni e continua a farsi apprezzare, grazie a un’intersuola stabile e un grip versatile; è la scarpa da allenamento (ed eventualmente gara) affidabile e funzionale al lavoro duro. Vera workhorse della categoria, anche se per la densità della nuova intersuola forse questa versione si presterà meno per ultra distanze.

 

 

 

 

Scarpe Speed Race, la discriminante è il terreno di utilizzo

Nel segmento più orientato alla performance, il 100% dei modelli monta zeppe in materiali avanzati. Lo stack height medio è di 30 mm al tallone e 25 mm all’avampiede. Su venti scarpe testate, sei includono una piastra, in carbonio o Pebax, pensata rispettivamente per aumentare il rimbalzo o modulare l’elasticità. Queste scarpe sono ideali per corse ad alta intensità, ma il vero elemento discriminante non è l’intensità d’uso, quanto il tipo di terreno. Le geometrie e i battistrada specializzati definiscono una destinazione d’uso ben precisa: nascono così super-shoe perfette per terreni veloci e corribili, oppure modelli più versatili per condizioni tecniche moderate. Importante ricordare che, pur essendo pensate per la competizione, queste scarpe sono strumenti performance adatti anche a chi cerca una calzatura reattiva e divertente per allenamenti intensi, non solo per il giorno gara.

La Sportiva Prodigio Pro: evoluzione della piattaforma Prodigio, questa Pro si presenta come una super shoe priva di inserti rigidi in carbonio o affini: un prodotto performance nato in montagna ma in grado di adattarsi a una grande varietà di terreni più o meno corribili. Versatilità al primo posto. Se la gioca sul filo di lana con la Speed Ultra di casa Adidas. Anche se le mancano un paio di feature a posizionarla sull’olimpo delle tecnologie applicate alla competizione, vince per l’adattabilità a tanti terreni diversi: si muove disinvolta dal corribile alla montagna e non solo per i top runner. Prodotto davvero trasversale a tanti utilizzatori, ben tornata La Sportiva.

 

 

 

 

© foto di Riccardo De Conti

 

 

 


Anna Ferrino nominata Cavaliere del Lavoro

Riconoscimento importante per la Direttrice Generale di Ferrino & C. S.p.A. che il prossimo 11 di giugno verrà nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme ad altre 24 persone, Cavaliere del Lavoro. L’onorificenza è riservata agli imprenditori che si distinguono  per meriti eccezionali nel loro settore. «Questo riconoscimento rappresenta un traguardo personale e, al tempo stesso, un tributo al lungo percorso imprenditoriale della mia famiglia, dei soci Rabajoli e di tutta la squadra Ferrino, che ogni giorno contribuisce con passione e competenza al successo della nostra azienda - ha dichiarato Anna Ferrino - La nomina sottolinea l’importanza strategica del settore tessile in Piemonte e il contributo significativo di Ferrino all’economia locale e nazionale. È uno stimolo ulteriore a continuare a lavorare per valorizzare il tessile e il design italiano nel settore outdoor, offrendo prodotti funzionali, innovativi e sostenibili a chi vive la montagna».

Anna Ferrino è Direttore Generale di Ferrino & C. S.p.A e siede nel CdA della Fondazione La Stampa - Specchio dei Tempi. Nel passato è stata Presidente di Assosport, Vicepresidente di Unione Industriali Torino e del Teatro Stabile Torino, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Vicepresidente Fondazione CRT, consigliere OGR-CRT e Vicepresidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della CCIAA. È stata Country Manager Italia per Columbia Sportswear Company (1995–2004) e per Gailliard s.a. France (1986–1994).

Fondata a Torino nel 1870, Ferrino è un’azienda italiana a conduzione familiare, pioniera nella produzione di attrezzatura tecnica per la montagna e il tempo libero. Con una forte vocazione all’innovazione e alla ricerca, Ferrino ha sviluppato nel tempo prodotti diventati punto di riferimento per professionisti, esploratori e appassionati dell’outdoor. Le sue tende sono utilizzate nelle spedizioni più estreme, dai ghiacci artici alle vette himalayane, grazie a una costante collaborazione con alpinisti e team scientifici. 


Rimbalzo e smorzamento delle piastre in polimeri rinforzati nelle scarpe da trail

Nel mondo della corsa in natura si parla sempre più spesso di piastre o plate annegati nell’intersuola. Per la verità è diminuita l’attenzione sulle piastre in carbonio, massima solo un paio di stagioni fa e diffusa sulle scarpe top performance nella maratona e nell’atletica, ma l’utilizzo di un inserto rigido all’interno dei prodotti da trail running è stato ampiamente sdoganato. E, a differenza dei primi esperimenti che prevedevano prodotti realizzati con base termoindurente (il cosiddetto carbonio), sono sempre di più le piastre (nel caso del trail running si tratta spesso di prodotti a forma di forchetta) a base termo- plastica. Nella pratica sono polimeri rinforzati, cioè caricati con fibre, prevalentemente con la fibra di carbonio. Prodotti che, al netto della performance, offrono vantaggi significati-vi in termini di lavorazione e riciclabilità rispetto ai compositi a base di termoindurenti. Per citare alcuni esempi di questa guida, Adidas Terrex Agravic Speed Ultra adotta un inserto in Pebax, mentre Rossignol Vezor una forchetta Diapazon composta di Nylon e fibra di vetro. Atri modelli, come ASICS Metafuji Trail, Hoka Tecton X 3, Speedland GL:SVT e XBionic Terraskin X00/C sfruttano le proprietà di un plate in carbonio.
Poter contare su una piastra annegata nell’intersuola permette di intervenire sulla rigidità e stabilità, ma soprattutto sulla propulsione e il ritorno di energia. Tutti fattori importanti per la prestazione che dipendono dal materiale utilizzato, dalla forma, dall’interazione con le schiume dell’intersuola. Per aiutare i principali marchi a selezionare i migliori materiali per leoro applicazioni specifiche, Xenia, azienda vicentina leader nella produzione di polimeri rinforzati, ha realizzato un interessante studio in collaborazione con lo Sport Technology Lab dell’Università di Bologna.
Ci si è concentrati soprattutto su un innovativo test per analizzare e ottimizzare le proprietà di rimbalzo e smorzamento dei materiali rinforzati con fibra di carbonio e la variazione della rigidità in funzione della temperatura. Aspetti importanti perché il rimbalzo influisce sulla prestazione della corsa e lo smorzamento delle vibrazioni sul controllo, senza considerare che in montagna si può correre a temperature prossime ai 30 °C nei fondovalle, fino a zero o meno gradi in quota. In particolare il nuovo studio ha dimostrato che è possibile scegliere materiali compositi termoplastici su misura per applicazioni specifiche, con le desiderate caratteristiche di rimbalzo e smorzamento, selezionando la giusta combinazione di fibre (quantità e tipo) e di matrice polimerica.

Per questo scopo è stato sviluppato e realizzato un nuovo metodo per misurare le caratteristiche di rimbalzo e smorzamento dei materiali compositi. Il sistema blocca una parte del campione alla base, mentre la parte superiore è piegata con un cavo collegato a una macchina di prova di trazione capace di misurare lo spostamento e la forza applicata. Una volta ottenuta una certa deflessione, il campione viene rilasciato e la

curva di smorzamento (posizione vs tempo) viene misurata utilizzando un rilevatore laser che registra a 1 kHz. La velocità di ritorno elastico (rimbalzo) è stata valutata sulla base della frequenza naturale misurata durante il test ed è stata osservata una correlazione lineare tra rigidità e velocità di rimbalzo, che non dipende dalla matrice polimerica del composito. Questo per- mette di affermare che la velocità di rimbalzo desiderata può essere ottenuta modulando la rigidità, che può essere raggiunta variando la quantità e il tipo di fibre nel composito.
Per quanto riguarda lo smorzamento delle vibrazioni è risultato che dipende dal tipo di matrice e non è influenzato dalla rigidità del materiale per tutti i tipi di matrici analizzate. Sono state osservate differenze significative cambiando la matrice, con caratteristiche di smorzamento che possono variare tra quelle di un TPU standard (con elevato smorzamento delle vibrazioni) e quelle di un laminato di fibre continue (con basso smorzamento delle vibrazioni). Gli sport all’aperto vengono praticati a temperature molto diverse. Tutti i materiali diventano progressivamente più rigidi a mano a mano che la temperatura diminuisce, ma con ampiezze diverse. Per valutare la rigidità in funzione della temperatura, sono state eseguite analisi DMTA in un intervallo che va da -40°C a 80°C. Il risultato? Il comportamento rigidità vs temperatura dipende quasi
completamente dal tipo di matrice polimerica utilizzata e solo in misura molto minore dal tipo e dalla quantità di fibra utilizzata. I dati ottenuti dimostrano chiaramente che è possibile progettare materiali per applicazioni specifiche, con le caratteristiche di rimbalzo e smorzamento desiderate, scegliendo il tipo e la quantità corretti di fibre combinati con la matrice adeguata. Questo perché il rimbalzo è regolato dalla rigidità del materiale composito, mentre lo smorzamento è determinato dal tipo di matrice polimerica utilizzata.

Ulteriori analisi realizzate sempre dallo Sport Technology Lab ma direttamente sulle intersuole con plate hanno confermato i risultati, mostrando che un materiale con un modulo elastico più elevato (rigidità maggiore) ha una velocità di rebound maggiore. Per esempio, utilizzare un plate con una matrice in PA6 e 30% di fibre in carbonio porta a un aumento della velocità di ritorno del 46% rispetto a una suola senza plate. Il punto di posizionamento del plate (vicino alla parte superiore dell’intersuola o nel centro dell’intersuola) non porta a differenze sul rebound. Le analisi effettuate hanno inoltre mostrato una quantità di energia rilasciata del 50% superiore nel caso dell’intersuola con plate in PA6 e 30% di fibre di carbonio rispetto a quella rilasciata per la suola senza plate a parità di angolo di flessione della suola. Risultati intermedi si ottengono con un plate in TPU caricato con il 30% di fibre di carbonio. Va però evidenziato che una suola con plate in PA richiede il 50% di energia in più di quella senza plate per essere flessa allo stesso angolo.
Questo significa che una suola con plate necessita di più energia per essere flessa ma la cede in modo più veloce e con maggiore energia una volta rilasciata la forza. L’analisi di Digital Image Correlation sulla suola ha inoltre mostrato come la plate distribuisca la pressione su un’area maggiore creando meno stress localizzati rispetto alla suola senza plate.

xeniamaterials.com

 

Foto © Riccardo De Conti e Xenia Materials


Un'estate a misura di bici a Livigno

Non sono pochi gli scialpinisti che si tengono in forma con la bici, che sia strada, gravel o mountain bike. Quale migliore occasione di farlo in quota, a Livigno, dove spesso si sono sfidati i campioni del Giro d'Italia? Dal 20 al 22 giugno ci sarà la prima edizione di ABOVE | The Bike Experience, un evento che inaugura la stagione estiva ciclistica. Organizzato da Movestro, il cuore creativo dell'Italian Bike Festival, questo appuntamento offre tre giorni dedicati al mondo della bicicletta in tutte le sue forme: strada, MTB, urban, trekking e cargo bike. 

Il programma prevede test rides con i modelli più innovativi, clinic con atleti esperti, social ride guidate, talk, podcast live e musica dal vivo. Un'occasione unica per vivere la bici a 360 gradi, immersi nella natura mozzafiato di Livigno. 

Per saperne di più: https://www.livigno.eu/en/events/above-the-bike-experience 

Per chi invece volesse partecipare a una granfondo,

Il 28 giugno torna la Granfondo Livigno Alé, giunta alla sua 2ª edizione. Due percorsi spettacolari attendono i partecipanti: 

  • Granfondo: 166,8 km con 4.300 m di dislivello, attraversando sei passi alpini oltre i 2000 metri, tra cui l'Umbrail Pass e il Passo Foscagno, con arrivo al Mottolino, salita iconica del Giro d'Italia 2024. 
  • Mediofondo: 106,8 km con 2.050 m di dislivello, passando per il Passo Forcola e il Passo Bernina, con tratti in Svizzera e arrivo sempre al Mottolino. 

Per iscriversi: granfondolivigno.eu


Florea e Kiriago vincono il Golfo dell'Isola Trail, terza tappa delle Golden Trail World Series

Sono trascorsi due anni ma, nonostante il parterre delle sfidanti sia sempre più competitivo, è lei a confermarsi regina indiscussa del Golfo dell’Isola Trail, organizzato sabato scorso da Golfo dell’Isola e TriO Events, terza tappa della Golden Trail World Series 2025 by Salomon. Dalla Romania Madalina Florea (Scott Running), trionfatrice nel 2023 della finalissima savonese, torna a imporsi sul percorso a ‘fiore’ di 26 km con 1.400m D+, confermando una gestione impeccabile del proprio ritmo e una grande forza in salita. Dal quindicesimo chilometro ha acquisito il comando della gara fino a tagliare il traguardo in 2h22'29", più emozionata che mai, precedendo di 27 secondi la keniota Philaries Jeruto Kisang (Run2gether On Trail), tra le più regolari del circuito sui tracciati veloci e specialista nelle salite.

Al maschile va in scena la rivincita del keniota Philemon Ombogo Kiriago (Run2gether On Trail) che, memore del secondo posto del 2023, riesce questa volta a farsi valere in 2h01'47" sul marocchino Elhousine Elazzaoui (Nnormal, 2h02'06"). La coppia si è staccata dal gruppo di testa al km 14,5 e ha dato vita a un duello al cardiopalma nella discesa dal Castello di Monte Ursino. Grazie alla performance ligure e a un solido inizio di stagione, i due vincitori balzano così in testa al ranking GTWS 2025.

«Stavo controllando la gara, ma è successo qualcosa – ha dichiarato Florea - A volte abbiamo giornate buone, altre meno. Sentivo di avere energie, ma qualcosa mi disturbava, ho avuto qualche problema allo stomaco, ma sono riuscita a gestirlo fino alla fine. Da quando ho chiuso la finale 2023 aspettavo questo momento per vincere un’altra gara della GTWS». 

«È stata una gara davvero bella – ha dichiarato Kiriago – ero intenzionatissimo a migliorare la mia prestazione di due anni fa. Ho corso con il mio amico Elhousine, purtroppo per lui sono riuscito a batterlo. Sono molto felice!».

I PODI 

Tra le donne, bronzo alla keniota Valentine Jepkoech Rutto (Atletica Saluzzo), seguita dalla spagnola Rosa Lara Feliu (Compressport), autrice di una grande rimonta. A completare la top 5 femminile la giovane italiana Vivien Bonzi (Brooks Trailrunners), una delle più promettenti dell’attuale panorama. Sesta in classifica, Alice Gaggi (Brooks Trailrunners), dopo aver firmato i suoi migliori tempi stagionali sui 10 km e sulla mezza maratona.  

Tra gli uomini, chiude il podio il keniota Paul Machoka (Atletica Saluzzo), mentre il primo italiano è Cesare Maestri (Nike Trail) che ottiene il quarto posto sfruttando la sua costanza e l’abilità nel mantenere ritmi elevati su tracciati scorrevoli, al termine di un testa a testa col keniota Michael Selelo Saoli (Run2gether On Trail). Delusione per lo svizzero Rémi Bonnet che, nonostante la buona partenza nel suo primo appuntamento del circuito, perde terreno nella seconda metà del percorso chiudendo fuori dalla top 10.

LA CLASSIFICA

DONNE

  1. Madalina Florea (Romania – Scott Running) – 2:22:29 
  2. Philaries Jeruto Kisang (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:22:56 
  3. Valentine Jepkoech Rutto (Kenya – Atletica Saluzzo) – 2:25:33 
  4. Rosa Lara Feliu (Spagna – Compressport) – 2:27:48 
  5. Vivien Bonzi (Italia – Brooks Trailrunners) – 2:31:25 
  6. Alice Gaggi (Italia – Brooks Trailrunners) – 2:32:17 
  7. Marie Nivet (Francia – Nike Trail) – 2:33:14 
  8. Miriam Chepkirui (Kenya) – 2:35:36
  9. Silvia Schwaiger (Slovacchia – Salomon Running Team) – 2:36:47 
  10. Céline Aebi (Svizzera – LV Langenthal) – 2:37:24 

UOMINI

  1. Philemon Kiriago (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:01:47 
  2. Elhousine Elazzaoui (Marocco – NNormal) – 2:02:06 
  3. Paul Machoka (Kenya – Atletica Saluzzo) – 2:02:44 
  4. Cesare Maestri (Italia – Nike Trail) – 2:03:10 
  5. Michael Selelo Saoli (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:03:11 
  6. Richard Omaya (Kenya – Run2gether On Trail) – 2:03:16 
  7. Rolli Dominik (Svizzera) – 2:03:40
  8. Roberto Delorenzi (Svizzera – Brooks Trailrunners) – 2:06:52 
  9. Jan Torella Oller (Spagna – Salomon Future International Team) – 2:07:13 
  10. Pierre Galbourdin (Francia – Brooks Trailrunners) – 2:08:31 


Trail running, è il momento dei super-materiali

Schiume supercritiche, TPEE e PU sono ormai presenti sulla maggioranza delle scarpe, da allenamento o da gara, come dimostrano i test della nostra Outdoor Guide.

Intersuole con materiali sempre più avanzati. Per tutti. È questo il principale trend che emerge dai test delle scarpe per la corsa in natura della nostra Outdoor Guide, in edicola a partire da fine mese. L’utilizzo di schiume supercritiche è in netta crescita: su 47 prodotti testati, ben 41 montano materiali avanzati nelle zeppe (tra supercritical foaming, TPEE e PU). Solo tre anni fa, prodotti con queste caratteristiche rappresentavano circa il 30% dell’offerta. Questo dato mostra come certe tecnologie siano oggi ampiamente accessibili ai principali attori dello sviluppo. La vera sfida, ora, non è più trovare il materiale più futuristico, ma saperlo integrare in modo coerente con la filosofia del marchio, l’identità dell’utilizzatore e la destinazione d’uso prevista del prodotto. Elemento comune è la costruzione delle zeppe, sempre più simile nei vari modelli per quanto riguarda la disposizione dei sidewall — le sporgenze laterali che fungono da culla per il piede — e l’inserimento (o meno) di elementi stabilizzanti o reattivi. Ed è proprio in quest’ambito si sono registrate le maggiori novità: se fino a poco tempo fa una struttura rigida nella suola era la norma (soprattutto con il boom delle piastre in carbonio), oggi queste tecnologie si concentrano quasi esclusivamente nella categoria performance.

 

Come di consueto abbiamo suddiviso le scarpe per la corsa in natura in due categorie: Trail e Speed Race. La prima ha una connotazione più universale, potremmo definirla anche la scarpa da allenamento. La seconda più competitiva. Se volessimo identificare le componenti principali delle categorie Trail e Speed Race, potremmo dire che la prima è definita da ammortizzazione, stabilità e protezione; la seconda, invece, da leggerezza, precisione e reattività.
Le geometrie che accolgono i materiali delle calzature si differenziano per gli angoli di ingresso e uscita che definiscono il dinamismo della rullata: più accentuati nei modelli da gara, più dolci e naturali nei prodotti da allenamento. Il trend suggerisce che, per un’esperienza più fluida nelle corse a bassa intensità, si prediligano materiali ammortizzanti e compatti combinati con geometrie morbide e accessibili. Al contrario, un modello da gara presenta un'impostazione più aggressiva e reattiva, spesso supportata da inserti nell’avampiede per migliorare il ritorno elastico.
Le scarpe da allenamento rappresentano il cuore dell’offerta: prodotti versatili e resistenti, pensati per gestire ogni tipo di sessione, dai lavori quotidiani ai lunghi pre-gara.
Gli stack height medi si attestano attorno ai 33 mm sul tallone e 27 mm sull’avampiede, in crescita costante negli ultimi anni.
Nel segmento più orientato alla performance, il 100% dei modelli monta zeppe in materiali avanzati. Lo stack height medio è di 30 mm al tallone e 25 mm all’avampiede.
Su venti scarpe testate, sei includono una piastra — in carbonio o Pebax — pensata rispettivamente per aumentare il rimbalzo o modulare l’elasticità.
Queste scarpe sono ideali per corse ad alta intensità, ma il vero elemento discriminante non è l’intensità d’uso, quanto il tipo di terreno.
Le geometrie e i battistrada specializzati definiscono una destinazione d’uso ben precisa: nascono così super-shoe perfette per terreni veloci e corribili, oppure modelli più versatili per condizioni tecniche moderate.
Nelle 304 pagine della Outdoor Guide non ci sono solo i test di 47 scarpe per la corsa in natura, ma anche di 200 altri prodotti tra scarpe da hiking, approach, alpinismo, scarpette da arrampicata, imbraghi, caschi, zaini, lampade frontali, sportwatch, bastoni, piccozze e ramponi.

 

Foto © Riccardo De Conti


Nuova linea sul Becco della Pazienza per Fay Manners e Marco Malcangi

Una parete non sempre in condizione che, dopo le nevicate monstre delle scorse settimane, si trasforma in uno scivolo quasi perfetto e ricco di spine. Ecco perché Fay Manners e Marco Malcangi hanno battezzato la linea aperta con gli sci sul versante Nord del Becco della Pazienza (3.606 m) lo scorso 26 aprile Navigando fra le spine. La discesa scende al centro dell'imponente parete sopra la Valnontey, nella zona del Gran Paradiso. La nuova linea, con uno sviluppo di circa 450 metri, è stata gradata 5.3 E4. Navigando fra le spine scende sulla parete centrale, una cinquantina di metri a destra della linea aperta nel maggio del 2016 da Andrea Bormida, Cristian Botta, Mattia Varchetti e Stefano Ambrosio salendo dal versante piemontese, probabile prima discesa del pendio sul quale aveva messo gli occhi già Federico Negri alla fine del secolo scorso. La linea del 2016 si sovrappone a quella di Manners e Malcangi nel traverso centrale per poi piegare a sinistra nella parte bassa perché nel 2016 sia il canale centrale che la parte bassa presentavano tratti rocciosi a spezzare la linea.

 

L'occasione giusta è arrivata a fine aprile quando proprio quel versante è stato al centro della potente tempesta che ha scaricato metri di neve tra Piemonte e Valle d'Aosta. «Quando siamo arrivati al bivacco Borghi abbiamo fatto fatica a trovarlo perché era sommerso da due metri di neve» ricorda Fay. Dopo una notte al bivacco e aver scrutato bene le pareti circostanti, decidono di provare la linea sul Becco della Pazienza. «Da sotto la neve sembrava abbastanza rovinata dal vento e, nella parte alta, ghiacciata, ma quelle spine erano un'attrazione e abbiamo deciso di provare a risalire il pendio e rientrare se la neve fosse stata insciabile o pericolosa». Invece trovano il pendio in ottime condizioni, con neve invernale stabile e in due ore sono in vetta. «Dopo la prima parte c'è un lungo traverso a destra molto esposto dove abbiamo trovato una placca a vento per fortuna stabile» aggiunge Marco. I tratti più impegnativi? L'attacco e la spina nella parte finale, tra i due traversi. «Le prime curve sembrano sospese su un precipizio così alto ed esposto, costellato di spuntoni di roccia» dice Fay. «La spina tra i due traversi tra le rocce, nella parte bassa, è particolarmente ripida a impegnativa» ricorda Marco. «Avevamo piccozze e corda, ma non sono state necessarie calate, abbiamo sciato tutta la parete» dice Fay. Fay ha usato sci Black Crows Camox con scarpone La Sportiva light, mentre Marco aveva un set più largo e pesante, con sci Black Crows Atris e scarpone quattro ganci Tecnica. 


Mezzalama confermato: condizioni top e tempi di gara più veloci

Ormai mancano poche ore al via. La XXIV edizione del Trofeo Mezzalama è confermata: partenza alle 5:30 scatterà da Breuil-Cervinia. Pochi attimi prima del via, nel rispetto del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, verrà osservato un minuto di silenzio.
A sfidarsi lungo il tracciato ci saranno 320 squadre in rappresentanza di 18 nazioni, ciascuna composta per la prima volta da due atleti, pronti ad affrontare i 45 chilometri del percorso con 3.272 metri di dislivello positivo. Una novità che renderà più veloce la gara. Nelle stime ufficiali sui primi arrivi si prevede in transito sotto lo striscione dei primi intorno alle 9,45, vale a dire circa 40 minuti in meno rispetto all'ultima edizione. I rumour sono comunque per un Mezzalama di circa 30 minuti più veloce. Questa edizione non sarà solo una delle tappe del prestigioso circuito internazionale La Grande Course, ma varrà anche come Campionato Mondiale ISMF Long Distance: in palio, dunque, c'è un titolo mondiale.

I favoriti

Tra le squadre che si contenderanno il titolo iridato i favoriti sono i francesi, neo campioni del mondo a squadre, Xavier Gachet e William Bon Mardion. Sono in crescita le quotazioni di Davide Magnini e Matteo Eydallin, e, a lottare per le prime posizioni ci saranno anche Michele Boscacci e Robert Antonioli, Alex Oberbacher e William Boffelli, i francesi Samuel Equy e Matheo Jacquemoud, e la coppia Nadir Maguet – Anselme Damevin. In campo femminile le favorite sono le francesi Axelle Mollaret e Emily Harrop, seguite dalle azzurre Alba De Silvestro e Giulia Compagnoni. Un occhio di riguardo anche per Ilaria Veronese e Lisa Moreschini. 

Condizioni ok

Se tutto andrà come previsto, quella di sabato sarà una delle migliori edizioni della storia recente della gara, con tanta neve lungo il percorso. Adriano Favre, direttore tecnico della Fondazione Trofeo Mezzalama, ha concluso in questi giorni la preparazione del percorso: «Abbiamo finito di mettere in sicurezza e tracciare tutto l’itinerario. Le condizioni del ghiacciaio sono ottime: le ultime nevicate hanno regalato finalmente un aspetto invernale a tutto il massiccio del Monte Rosa. I tratti verticali del Castore e del Naso del Lyskamm richiederanno i ramponi, ma saranno meno estremi rispetto alle passate edizioni. Anche nella parte bassa del tracciato, in direzione Gabiet e poi Gressoney-La-Trinité, l’innevamento è buono: gli atleti arriveranno con gli sci ai piedi quasi fino al traguardo. Ora non ci resta che monitorare il meteo: dopo una breve fase di variabilità, sabato mattina è prevista una finestra di tempo stabile che ci permetterà di svolgere la gara in piena sicurezza».

Mezzalama Jeunes

Anche i futuri campioni dello scialpinismo avranno il loro spazio. Sempre sabato 26 aprile, con partenza alle 8 dalla zona del Gabiet, andrà in scena il Mezzalama Jeunes, gara riservata alle categorie giovanili U12, U14, U16, U18 e U20.
Il percorso, si snoderà verso il Rifugio Orestes Hütte, passando per il Colle della Salza e il suggestivo Canalino dell’Aquila. L’arrivo è previsto proprio sotto lo striscione del Trofeo Mezzalama, a Gressoney-La-Trinité.

Come seguire il Trofeo Mezzalama dal vivo

Per chi desidera assistere dal vivo alla gara, sarà possibile raggiungere diversi punti panoramici lungo il tracciato grazie agli impianti di risalita, attivi con tariffe speciali:

  • Breuil-Cervinia – Plateau Rosà: biglietto andata e ritorno € 10.
    Salita dalle 5 alle 8, rientro possibile per tutta la giornata.
  • Breuil-Cervinia – Piccolo Cervino: biglietto A/R € 20.
    Salita tra le 5,30 e le 8,30, discesa tra le 8:,0 e le 10,30.
  • Gabiet – Passo dei Salati – Punta Indren: apertura impianti ore 6, 30, biglietto A/R € 10.
  • Alagna – Punta Indren: apertura impianti ore 6,30, biglietto A/R € 10.
    • Chiusura telecabina Alagna–Pianalunga: ore 16,45
    • Chiusura Funifor Pianalunga–Passo dei Salati: ore 16,15


Dynafit x Vibram test tour

Dynafit lancia un tour di eventi per chiunque si approcci o sia già affine al mondo del trail running. In collaborazione con Vibram, l’estate e la primavera di Dynafit saranno teatro di una serie di appuntamenti presso gli store di dieci dealer sparsi lungo il territorio italiano, dedicati alla novità Trail dell’omonima collezione Door-to-trail e  all’ormai conosciuto modello Ultra Pro.

Pensato per fornire risposte a chi si sta approcciando a questa disciplina e rivolto anche agli esperti che vogliono informarsi sulle specifiche tecniche di modelli e suole differenti, il tour vuole essere, oltre che un momento di formazione, anche un’occasione per riunire persone con una passione in comune. E perché no: magari dare la possibilità ai partecipanti e ai dealer di creare running community.

In abbinamento a questa iniziativa, Dynafit ha anche creato delle connessioni con ospiti speciali e i Trail Hero per permettere ai partecipanti di essere affiancati da esperti e atleti che possano condividere consigli ed esperienze. In aggiunta, in ogni singolo evento ci sarà la possibilità di fare un test gratuito dell’attrezzatura (scarpa e/o zaino), da provare su un percorso studiato appositamente dal team Dynafit.

Ecco il programma:

- 29.04.2025 Mountain Shop Cles, Cles (TN)

- 30.04.2025 Die Laufboutique, Merano (BZ)

- 13.05.2025 Runners High, Bressanone (BZ)

- 20.05.2025 X-Zone Bike, Tavagnacco (UD)

- 22.05.2025 Valli Sport, Schio (VI)

- 27.05.2025 Kappaemme Sport, Selva di Parre (BG)

- 28.05.2025 DF Sport Specialist, Sirtori (LC)

- 04.06.2025 Tecnosport, Aosta (AO) 

- 06.06.2025 Cuore da sportivo, Torino (TO)

- 11.06.2025 Mountain Shop Finale Ligure, Finale Ligure (SV)

I Vibram test tour iniziano sempre alle ore 17:30; a seguire una corsa di circa 10 km in compagnia e per terminare un aperitivo a base di energy drink e musica.

Già da ora è possibile pre-iscriversi all’evento al seguente link: Dynafit Vibram Tour 2025


Ecco il team trail Topo Athletic

La costante crescita nel comparto trail di Topo Athletic passa nel 2025 attraverso un’importante novità, un rinnovato team di atleti élite, allenato da Fulvio Vable, che si appresta a scendere in campo nelle sfide stagionali con i performanti modelli off-road del marchio fondato da Tony Post.

A trainare la compagine Andrea Elia, di Pasturo in provincia di Lecco: salendo sul gradino più alto del podio nel KV Chiavenna Lagunc lo scorso ottobre, il campione Italiano Vertical 2023 ha bissato il titolo strappando al fenomeno Kipngeno la vittoria della tappa di Coppa del Mondo WMRA. Un anno fantastico, che lo ha visto imporsi anche al Melavertical, a pochi secondi dal recordman Dematteis, e confermare la maglia azzurra agli Europei di Annecy, dopo i Mondiali di Corsa in Montagna 2023 a Innsbruck. 

Punta di diamente al femminile, Martina Chialvo, di Envie nel Cuneese, è detentrice del titolo tricolore 2024 nella specialità Long Trail (73K) in occasione di UTLO, oltre all’ottima prestazione agli Europei di Annecy con il 15esimo posto individuale (56K) e al bronzo con il team femminile. Rilevanti i podi 2023 al Trail del Monte Casto (44K) e al Trail del Mottarone (50K), insieme alla presenza in Nazionale ai Mondiali austriaci (45K).

Reduce dalla vittoria a gennaio del Winter Trail Monte Prealba (70K), Valentina Michielli, di Cibiana di Cadore nel Bellunese, ha trionfato nel 2024 alla The Abbots Way (123K), al Gran Raid Prealpi Trevigiane (73K), con un secondo posto al Dolomiti Extreme Trail (103K). Tra le migliori performance della più giovane della formazione, la 27enne Beatrice Bianchi di Solto Collina in provincia di Bergamo, il 23esimo piazzamento agli Europei Off-Road di Annecy e il bronzo all’International Snowdon Race in Galles. 

A completare la compagine al maschile, Manuel Bonardi, di Carlazzo in provincia di Como, forte del quarto posto ai Campionati Italiani Long Trail 2023 e 2024 e della partecipazione ai Mondiali di Long Trail 2023. Specializzato sulle brevi distanze Mattia Barlocco, dalla torinese Locana, con una incetta di primi posti nel 2024 al Trail delle Streghe (15K), al Trail delle Colline, alla UTLO (21K) e al Vertical Andrate Pinalba.

Da Varese, Andrea Macchi ha vestito la maglia azzurra in due diverse discipline: ai Mondiali 2005 nel canottaggio, con un bronzo under 23 in 4 senza pesi leggeri, e ai Mondiali Trail 2018, dove è giunto 24esimo con la migliore prestazione nazionale. Samuele Raffaelli di Vallefoglia (PU) vanta nel suo palmares le vittorie del Trail del Cinghiale (60K) e del Crash Trail, che si aggiungono agli argenti al Trail del Monte Catria, al Bettona Crossing e alla 12esima posizione al Dolomiti Extreme (103K). Infine, Francesco Nicola di Biella, quarto alla Maremontana 2024 (55K) e 25esimo agli Europei.


Test event ok, Italia meno

Tempo di test event olimpico a Bormio ieri e oggi con la sprint e la staffetta mista valide per la Coppa del Mondo. L'appuntamento nell'area di arrivo della pista Stelvio, per una volta non in versione sci alpino, ha permesso di mettere alla prova percorsi e logistica a un anno dai Giochi a cinque cerchi, con la regia di Fondazione Bormio, Società Multiservizi Alta Valle, ISMF, sci club locale e Fondazione Milano Cortina. Percorsi apprezzati per caratteristiche e tracciatura, buona presenza di pubblico e qualche dettaglio da mettere ancora a punto («nessuna diretta Eurosport, zona riscaldamento inesistente, nessuno spazio per i tifosi lungo il percorso» scrive Alba De Silvestro su Instagram, che rimarca anche che «il percorso era ottimo, tracciato perfettamente»). La strada sembra ben tracciata e i test event servono proprio per mettere a punto i dettagli che fanno la differenza.

Meno positive le note sugli azzurri che si fermano al sesto posto di Alba De Silvestro nella sprint, ottenuto dopo un lungo stop causa influenza. Nona Katia Mascherona e tredicesima Giulia Muarada, reduce da una brutta caduta. La vittoria è andata alla francese Emily Harrop sulla svizzera Marianne Fatton e la connazionale Caroline Ulrich. Tra gli uomini successo dello spagnolo Oriol Cardona Coll sugli svizzeri Jon Kistler e Arno Lietha. Primo azzurro Rocco Baldini in diciassettesima posizione, poi Marco Salvadori ventiquattresimo, Giovanni Rossi ventiseiesimo e Nicolò Canclini trentesimo. Nella staffetta mista di oggi vittoria degli spagnoli Oriol Cardona Coll e Ana Alonso Rodriguez sui francesi Thibault Anselmet ed Emily Harrop e gli svizzeri Robin Bussard e Marianne Fatton. Ottavo Nicolò Canclini e Giulia Muarada, terzi nella finale B Michele Boscacci e Alba De Silvestro.