Trail running, è il momento dei super-materiali
Schiume supercritiche, TPEE e PU sono ormai presenti sulla maggioranza delle scarpe, da allenamento o da gara, come dimostrano i test della nostra Outdoor Guide.
Intersuole con materiali sempre più avanzati. Per tutti. È questo il principale trend che emerge dai test delle scarpe per la corsa in natura della nostra Outdoor Guide, in edicola a partire da fine mese. L’utilizzo di schiume supercritiche è in netta crescita: su 47 prodotti testati, ben 41 montano materiali avanzati nelle zeppe (tra supercritical foaming, TPEE e PU). Solo tre anni fa, prodotti con queste caratteristiche rappresentavano circa il 30% dell’offerta. Questo dato mostra come certe tecnologie siano oggi ampiamente accessibili ai principali attori dello sviluppo. La vera sfida, ora, non è più trovare il materiale più futuristico, ma saperlo integrare in modo coerente con la filosofia del marchio, l’identità dell’utilizzatore e la destinazione d’uso prevista del prodotto. Elemento comune è la costruzione delle zeppe, sempre più simile nei vari modelli per quanto riguarda la disposizione dei sidewall — le sporgenze laterali che fungono da culla per il piede — e l’inserimento (o meno) di elementi stabilizzanti o reattivi. Ed è proprio in quest’ambito si sono registrate le maggiori novità: se fino a poco tempo fa una struttura rigida nella suola era la norma (soprattutto con il boom delle piastre in carbonio), oggi queste tecnologie si concentrano quasi esclusivamente nella categoria performance.
Come di consueto abbiamo suddiviso le scarpe per la corsa in natura in due categorie: Trail e Speed Race. La prima ha una connotazione più universale, potremmo definirla anche la scarpa da allenamento. La seconda più competitiva. Se volessimo identificare le componenti principali delle categorie Trail e Speed Race, potremmo dire che la prima è definita da ammortizzazione, stabilità e protezione; la seconda, invece, da leggerezza, precisione e reattività.
Le geometrie che accolgono i materiali delle calzature si differenziano per gli angoli di ingresso e uscita che definiscono il dinamismo della rullata: più accentuati nei modelli da gara, più dolci e naturali nei prodotti da allenamento. Il trend suggerisce che, per un’esperienza più fluida nelle corse a bassa intensità, si prediligano materiali ammortizzanti e compatti combinati con geometrie morbide e accessibili. Al contrario, un modello da gara presenta un'impostazione più aggressiva e reattiva, spesso supportata da inserti nell’avampiede per migliorare il ritorno elastico.
Le scarpe da allenamento rappresentano il cuore dell’offerta: prodotti versatili e resistenti, pensati per gestire ogni tipo di sessione, dai lavori quotidiani ai lunghi pre-gara.
Gli stack height medi si attestano attorno ai 33 mm sul tallone e 27 mm sull’avampiede, in crescita costante negli ultimi anni.
Nel segmento più orientato alla performance, il 100% dei modelli monta zeppe in materiali avanzati. Lo stack height medio è di 30 mm al tallone e 25 mm all’avampiede.
Su venti scarpe testate, sei includono una piastra — in carbonio o Pebax — pensata rispettivamente per aumentare il rimbalzo o modulare l’elasticità.
Queste scarpe sono ideali per corse ad alta intensità, ma il vero elemento discriminante non è l’intensità d’uso, quanto il tipo di terreno.
Le geometrie e i battistrada specializzati definiscono una destinazione d’uso ben precisa: nascono così super-shoe perfette per terreni veloci e corribili, oppure modelli più versatili per condizioni tecniche moderate.
Nelle 304 pagine della Outdoor Guide non ci sono solo i test di 47 scarpe per la corsa in natura, ma anche di 200 altri prodotti tra scarpe da hiking, approach, alpinismo, scarpette da arrampicata, imbraghi, caschi, zaini, lampade frontali, sportwatch, bastoni, piccozze e ramponi.
Foto © Riccardo De Conti
The players: Bruchez, Heitz, Sierro, Arnold & co protagonisti della stagione del ripido sul Monte Bianco
Cinque sciatori, tre discese. La stagione dello sci ripido nel massiccio del Monte Bianco entra nel vivo. Tra fine aprile e inizio maggio, con il minimo comune denominatore della presenza in entrambe le cordate di Vivian Bruchez, sono state aperte tre nuove linee. Una in particolare spicca per la creatività, tanto che lo stesso Bruchez l'ha definita «un itinerario alpinistico sci ai piedi». Si tratta della prima discesa (450 m) del versante Ovest dell'Aiguille de Leschaux, sciata il 29 aprile in compagnia di... Jérémie Heitz e gradata 5.3 E4. Un vero e proprio dream team che ha risalito la storica via aperta nel 1927 da R. Ogier Ward e Joseph Georges. Poi la discesa più diretta possibile, con l'aiuto di di tre doppie da 60 metri, una nella parte alta e una per superare la parete rocciosa nella parte bassa. Guardando la foto della linea tracciata sulla parete rocciosa non si può che essere d'accordo con l'affermazione di Vivian.

Il 2 maggio Bruchez con Gilles Sierro, Mike Arnold e Pierre-Idris Mehdi ha aperto due nuove linee di 450 metri, gradate 5.2 E3 sul versante Ovest del Mont Maudit. Si tratta di due couloir rinominati Dérobés, sciati in giornata dall'Aiguille du Midi, con discese fino al Tunnel del Monte Bianco sul versante francese. Nessuna doppia su canali «non troppo ripidi ed esposti» come ha scritto Vivian su Instagram. «Non hai bisogno di un biglietto aereo o di un lungo viaggio, solo di un po' di curiosità e la predisposizione a guardare paesaggi famigliari con occhi diversi» ha aggiunto Mike Arnold.
Nuova linea sul Becco della Pazienza per Fay Manners e Marco Malcangi
Una parete non sempre in condizione che, dopo le nevicate monstre delle scorse settimane, si trasforma in uno scivolo quasi perfetto e ricco di spine. Ecco perché Fay Manners e Marco Malcangi hanno battezzato la linea aperta con gli sci sul versante Nord del Becco della Pazienza (3.606 m) lo scorso 26 aprile Navigando fra le spine. La discesa scende al centro dell'imponente parete sopra la Valnontey, nella zona del Gran Paradiso. La nuova linea, con uno sviluppo di circa 450 metri, è stata gradata 5.3 E4. Navigando fra le spine scende sulla parete centrale, una cinquantina di metri a destra della linea aperta nel maggio del 2016 da Andrea Bormida, Cristian Botta, Mattia Varchetti e Stefano Ambrosio salendo dal versante piemontese, probabile prima discesa del pendio sul quale aveva messo gli occhi già Federico Negri alla fine del secolo scorso. La linea del 2016 si sovrappone a quella di Manners e Malcangi nel traverso centrale per poi piegare a sinistra nella parte bassa perché nel 2016 sia il canale centrale che la parte bassa presentavano tratti rocciosi a spezzare la linea.
L'occasione giusta è arrivata a fine aprile quando proprio quel versante è stato al centro della potente tempesta che ha scaricato metri di neve tra Piemonte e Valle d'Aosta. «Quando siamo arrivati al bivacco Borghi abbiamo fatto fatica a trovarlo perché era sommerso da due metri di neve» ricorda Fay. Dopo una notte al bivacco e aver scrutato bene le pareti circostanti, decidono di provare la linea sul Becco della Pazienza. «Da sotto la neve sembrava abbastanza rovinata dal vento e, nella parte alta, ghiacciata, ma quelle spine erano un'attrazione e abbiamo deciso di provare a risalire il pendio e rientrare se la neve fosse stata insciabile o pericolosa». Invece trovano il pendio in ottime condizioni, con neve invernale stabile e in due ore sono in vetta. «Dopo la prima parte c'è un lungo traverso a destra molto esposto dove abbiamo trovato una placca a vento per fortuna stabile» aggiunge Marco. I tratti più impegnativi? L'attacco e la spina nella parte finale, tra i due traversi. «Le prime curve sembrano sospese su un precipizio così alto ed esposto, costellato di spuntoni di roccia» dice Fay. «La spina tra i due traversi tra le rocce, nella parte bassa, è particolarmente ripida a impegnativa» ricorda Marco. «Avevamo piccozze e corda, ma non sono state necessarie calate, abbiamo sciato tutta la parete» dice Fay. Fay ha usato sci Black Crows Camox con scarpone La Sportiva light, mentre Marco aveva un set più largo e pesante, con sci Black Crows Atris e scarpone quattro ganci Tecnica.
Mezzalama confermato: condizioni top e tempi di gara più veloci
Ormai mancano poche ore al via. La XXIV edizione del Trofeo Mezzalama è confermata: partenza alle 5:30 scatterà da Breuil-Cervinia. Pochi attimi prima del via, nel rispetto del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, verrà osservato un minuto di silenzio.
A sfidarsi lungo il tracciato ci saranno 320 squadre in rappresentanza di 18 nazioni, ciascuna composta per la prima volta da due atleti, pronti ad affrontare i 45 chilometri del percorso con 3.272 metri di dislivello positivo. Una novità che renderà più veloce la gara. Nelle stime ufficiali sui primi arrivi si prevede in transito sotto lo striscione dei primi intorno alle 9,45, vale a dire circa 40 minuti in meno rispetto all'ultima edizione. I rumour sono comunque per un Mezzalama di circa 30 minuti più veloce. Questa edizione non sarà solo una delle tappe del prestigioso circuito internazionale La Grande Course, ma varrà anche come Campionato Mondiale ISMF Long Distance: in palio, dunque, c'è un titolo mondiale.
I favoriti
Tra le squadre che si contenderanno il titolo iridato i favoriti sono i francesi, neo campioni del mondo a squadre, Xavier Gachet e William Bon Mardion. Sono in crescita le quotazioni di Davide Magnini e Matteo Eydallin, e, a lottare per le prime posizioni ci saranno anche Michele Boscacci e Robert Antonioli, Alex Oberbacher e William Boffelli, i francesi Samuel Equy e Matheo Jacquemoud, e la coppia Nadir Maguet – Anselme Damevin. In campo femminile le favorite sono le francesi Axelle Mollaret e Emily Harrop, seguite dalle azzurre Alba De Silvestro e Giulia Compagnoni. Un occhio di riguardo anche per Ilaria Veronese e Lisa Moreschini.
Condizioni ok
Se tutto andrà come previsto, quella di sabato sarà una delle migliori edizioni della storia recente della gara, con tanta neve lungo il percorso. Adriano Favre, direttore tecnico della Fondazione Trofeo Mezzalama, ha concluso in questi giorni la preparazione del percorso: «Abbiamo finito di mettere in sicurezza e tracciare tutto l’itinerario. Le condizioni del ghiacciaio sono ottime: le ultime nevicate hanno regalato finalmente un aspetto invernale a tutto il massiccio del Monte Rosa. I tratti verticali del Castore e del Naso del Lyskamm richiederanno i ramponi, ma saranno meno estremi rispetto alle passate edizioni. Anche nella parte bassa del tracciato, in direzione Gabiet e poi Gressoney-La-Trinité, l’innevamento è buono: gli atleti arriveranno con gli sci ai piedi quasi fino al traguardo. Ora non ci resta che monitorare il meteo: dopo una breve fase di variabilità, sabato mattina è prevista una finestra di tempo stabile che ci permetterà di svolgere la gara in piena sicurezza».
Mezzalama Jeunes
Anche i futuri campioni dello scialpinismo avranno il loro spazio. Sempre sabato 26 aprile, con partenza alle 8 dalla zona del Gabiet, andrà in scena il Mezzalama Jeunes, gara riservata alle categorie giovanili U12, U14, U16, U18 e U20.
Il percorso, si snoderà verso il Rifugio Orestes Hütte, passando per il Colle della Salza e il suggestivo Canalino dell’Aquila. L’arrivo è previsto proprio sotto lo striscione del Trofeo Mezzalama, a Gressoney-La-Trinité.
Come seguire il Trofeo Mezzalama dal vivo
Per chi desidera assistere dal vivo alla gara, sarà possibile raggiungere diversi punti panoramici lungo il tracciato grazie agli impianti di risalita, attivi con tariffe speciali:
- Breuil-Cervinia – Plateau Rosà: biglietto andata e ritorno € 10.
Salita dalle 5 alle 8, rientro possibile per tutta la giornata. - Breuil-Cervinia – Piccolo Cervino: biglietto A/R € 20.
Salita tra le 5,30 e le 8,30, discesa tra le 8:,0 e le 10,30. - Gabiet – Passo dei Salati – Punta Indren: apertura impianti ore 6, 30, biglietto A/R € 10.
- Alagna – Punta Indren: apertura impianti ore 6,30, biglietto A/R € 10.
- Chiusura telecabina Alagna–Pianalunga: ore 16,45
- Chiusura Funifor Pianalunga–Passo dei Salati: ore 16,15
Dynafit x Vibram test tour
Dynafit lancia un tour di eventi per chiunque si approcci o sia già affine al mondo del trail running. In collaborazione con Vibram, l’estate e la primavera di Dynafit saranno teatro di una serie di appuntamenti presso gli store di dieci dealer sparsi lungo il territorio italiano, dedicati alla novità Trail dell’omonima collezione Door-to-trail e all’ormai conosciuto modello Ultra Pro.
Pensato per fornire risposte a chi si sta approcciando a questa disciplina e rivolto anche agli esperti che vogliono informarsi sulle specifiche tecniche di modelli e suole differenti, il tour vuole essere, oltre che un momento di formazione, anche un’occasione per riunire persone con una passione in comune. E perché no: magari dare la possibilità ai partecipanti e ai dealer di creare running community.
In abbinamento a questa iniziativa, Dynafit ha anche creato delle connessioni con ospiti speciali e i Trail Hero per permettere ai partecipanti di essere affiancati da esperti e atleti che possano condividere consigli ed esperienze. In aggiunta, in ogni singolo evento ci sarà la possibilità di fare un test gratuito dell’attrezzatura (scarpa e/o zaino), da provare su un percorso studiato appositamente dal team Dynafit.
Ecco il programma:
- 29.04.2025 Mountain Shop Cles, Cles (TN)
- 30.04.2025 Die Laufboutique, Merano (BZ)
- 13.05.2025 Runners High, Bressanone (BZ)
- 20.05.2025 X-Zone Bike, Tavagnacco (UD)
- 22.05.2025 Valli Sport, Schio (VI)
- 27.05.2025 Kappaemme Sport, Selva di Parre (BG)
- 28.05.2025 DF Sport Specialist, Sirtori (LC)
- 04.06.2025 Tecnosport, Aosta (AO)
- 06.06.2025 Cuore da sportivo, Torino (TO)
- 11.06.2025 Mountain Shop Finale Ligure, Finale Ligure (SV)
I Vibram test tour iniziano sempre alle ore 17:30; a seguire una corsa di circa 10 km in compagnia e per terminare un aperitivo a base di energy drink e musica.
Già da ora è possibile pre-iscriversi all’evento al seguente link: Dynafit Vibram Tour 2025
Il trail running internazionale torna al Golfo dell'Isola e non è l'unica novità
Il trail running mondiale fa tappa in Italia. Sono diversi gli appuntamenti in programma nei due principali circuiti, Golden Trail World Series by Salomon e UTMB World Series. Manca poco meno di un mese per il Golfo dell’Isola Trail Race di Noli, in Liguria, parte della Golden Trail World Series 2025 by Salomon. Sul tracciato dove si sono corse le finali del 2023, sabato 18 maggio si sfideranno i 30 migliori atleti e le 30 migliori atlete del ranking GTWS 2024, insieme a corridori élite invitati tramite wild-card. Il percorso si snoda tra i sentieri di montagna della riviera ligure, con viste sul mare e passaggi nei territori di Bergeggi, Spotorno e Vezzi Portio.
Tra i favoriti: il marocchino Elhousine Elazzaoui (Nnormal), lo svizzero Roberto Delorenzi (Brooks) e gli italiani Maestri, Vender, Tanara e Filosi. Tra le donne spiccano la keniota Joyce Njeru, vincitrice GTWS 2024, e la romena Madalina Florea, regina dell’edizione 2023. In gara anche Gaggi, Bonzi, Stenta e Minetti.
Il percorso a ‘fiore’ è lungo 26 km con 1.400 m D+. Dopo la partenza da Corso Italia, gli atleti toccheranno Capo Noli, l’Isola di Bergeggi e il Castello di Monte Ursino, con cinque passaggi nella Fan Zone di Piazzetta Chiappella.
Le partenze: donne ore 11.40, uomini ore 11.50, amatori a seguire. La gara sarà trasmessa in diretta su Eurosport (12:00–14:00) e online. Il giorno prima, mini trail per bambini e ragazzi.
Il circuito Golden Trail World Series 2025 prevede otto tappe. Prima in Giappone con il Kobe Trail (19 aprile), poi in Cina con il Jinshanling Great Wall Trail (26 aprile) sulla Grande Muraglia. Dopo Noli, sarà la volta della storica Zegama-Aizkorri in Spagna (25 maggio), per continuare con l’iconica Broken Arrow Skyrace negli Stati Uniti (22 giugno) e il Tepec Trail in Messico (29 giugno). Ultimi appuntamenti in Austria, con il Salomon Pitz Alpine Glacier Trail (2 agosto), e in Svizzera, con la Sierre-Zinal (9 agosto). I tre migliori risultati di ogni atleta saranno conteggiati per la classifica generale, con punti raddoppiati nella finale, la cui location sarà annunciata successivamente (9-12 ottobre).
Le UTMB World Series hanno già celebrato la prima gara italiana, Chianti Ultra Trail, in programma dal 20 al 23 marzo e il prossimo step sarà quello della tradizionale Lavaredo Ultra Trail, (25-29 giugno). La novità è la Monte Rosa Walserwaeg del 18-20 luglio che prevede anche una gara di 120 km con 8.300 m di dislivello, da Aosta alla Valle di Gressoney.
Con le finali di Tromsø si conclude la stagione agonistica dello scialpinismo. Aspettando il Mezzalama
Con il vertical di ieri si sono aperte le finali di Coppa del Mondo di scialpinismo a Tromsø, ultimo atto della stagione agonistica ISMF, mentre nel calendario La Grande Course si è celebrato sabato scorso l’Adamello Ski Raid e si guarda già al Mezzalama. Sabato è in programma la sprint e domenica l’Individual, ma la Coppa ha già scritto alcuni verdetti. Nella staffetta mista, che ha visto l’ultima gara lo scorso fine settimana a Villars-sur-Ollon, successo nel ranking per la Spagna davanti a Svizzera e Francia. Quinta l’Italia. Anche nell’ultimo appuntamento la vittoria è andata agli spagnoli Ana Alonso Rodriguez e Oriol Cardona Coll, davanti alla Svizzera e agli azzurri Alba De Silvestro e Michele Boscacci.

Nella overall generale tra gli uomini comanda il francese Thibaut Anselmet con 924 punti davanti al begla Maximilien Drion du Chapois (764) e allo svizzero Remi Bonnet (700). Trentaquattresimo il primo azzurro, Michele Boscacci. L’individual vede al primo posto Bonnet (300) su Thibault Anselmet (219) e il connazionale Samuel Equy (174), unidcesimo Davide Magnini. Nel Vertical Bonnet (400) è davanti a Drion (318) e Gay Aurelien (265) con Matteo Sostizzo primo italiano al dodicesimo posto. Infine nella sprint dominio di Cardona Coll (502) su Anselmet (452) e lo svizzero Jon Kistler (437) con primo italiano Rocco Baldini, ventiquattresimo.
Giochi fatti tra le donne con la francese Emily Harrop a quota 1.221 nella overall, davanti alla connazionale Celia Perillat-Pessey a 711 e alla spagnola Ana Alonso Rodriguez a 676. La prima azzurra è Alba De Silvestro, sesta. Nell’individual comada la francese Axelle Gachet-Mollaret con 300 punti sulla Harrop (270) e la connazionale Lorna Bonnel (174), De Silvestro quinta. Nel vertical posizioni invertite con Harrop (351) su Gachet-Mollaret (300) e Alba De Silvestro (235). Infine nella sprint Harrop a quota 600 davanti alla svizzera Marianne Fatton (481) e ad Alonso Rodriguez (380) con Giulia Murada in settimana posizione.
© Maurizio Torri / Giacomo Meneghello
All’Adamello Ski Raid di sabato 5 aprile successo della coppia francese Xavier Gachet-William Bon Mardion in 4h07’57’’ su William Boffelli e Alex Oberbacher (4h12’30’’) e i francesi Samuel Equy-Anselme Damevin (4h20’37’’). Quarti Matteo Eydallin e Robert Antonioli. Tra le donne vittoria di Giulia Compagnoni e Lisa Moreschini in 4h04’07’’ sulle francesi Lorna Bonnel e Perrine Gindre (4h30’37’’) e sulla ceca Marcela Visinova in team con l’austriaca Bianca Somavilla (4h44’08’’). I due francesi guidano anche la classifica generale LGC maschile con 600 punti, mentre quella femminile vede al comando Lorna Bonnel con 585 punti.
Il compagno di gita lo si trova con l'app
Che le app per appuntamenti siano sempre più utilizzate non è una novità. Che un’app potesse fungere da punto d’incontro – matching – per trovare nuovi compagni e compagne di gita era meno scontato.
Sarà capitato a tutti: giornata bella, neve top, ma non c’è nessuno che può accompagnarci per una pellata. Oppure: località nuova, tanti pendii da esplorare, ma non si conosce nessun local. E allora come fare? Dall’unione di due progetti startup, fjello e Climby, è da poco nata Niva, un’app sviluppata nell’ambiente dell’arrampicata e ora anche in versione skialp. Un’app pensata da due appassionati frequentatori della montagna, che sia con la magnesite o con gli sci ai piedi, Maria Vittoria Ceschi e Nicola Maffeis. Il gioco è semplice: ci si registra e si cercano compagni per andare ad arrampicare o sciare. La geolocalizzazione permette di trovare quelli più vicini e di sceglierli in base al livello di esperienza su roccia o con gli sci.
Poi ci sono gli eventi e i festival, filtrati per attività sportiva, ai quali ci si può registrare e, last but not least, si può anche creare il proprio evento, che sia una gita in giornata o un fine settimana. Gli eventi posso essere cercati all’apposita voce oppure sulla mappa. «A oggi contiamo una community di più di 10.000 appassionati in app, di cui circa 1.700 dichiarano di praticare lo skialp – dice Maria Vittoria Ceschi – L’utenza è distribuita prevalentemente nel nord Italia, ma l’ambizione per il 2026-27 è quella di diventare l’app di riferimento a livello internazionale per organizzarsi in compagnia su tutto il territorio delle Alpi». Niva è scaricabile e utilizzabile gratuitamente dagli store iOS e Google.
Route 67, la traversata del Gran Sasso di Hervé Barmasse
Sessantasette chilometri con ramponi e sci. Lontano dal ‘suo’ Cervino. Ecco l’ultima avventura di Hervé Barmasse sul Gran Sasso. L’alpinista valdostano, primo a riuscirci, ha realizzato – in solitaria e in inverno – il concatenamento e la traversata integrale di tutte le vette principali, affrontando un dislivello complessivo di 7.200 metri tra pareti e creste.
Partito dal passo delle Capannelle il 6 marzo, ha salito e sceso Monte Franco, Monte Jenca, Pizzo Camarda, Malecoste, Monte Corvo, Pizzo Intermesoli, Giovanni Paolo II, Pizzo Cefalone, Portella e Corno Grande. Quest’ultimo, che rappresenta la cima più alta, è stato salito e sceso con gli sci in notturna. «Concludere in questo modo la prima giornata è stato stupendo, lassù, il vento sbatteva la mia giacca, guardavo a 360 gradi le luci delle case sino al mare Adriatico, ed ero felice» ha detto Barmasse.
Il secondo giorno l’avventura è proseguita verso est. Tra le cime salite, il Monte Aquila, Brancastello, Torri di Casanova, Monte Infornace, Monte Prena, Monte Camicia e Tremoggia.
«Me lo aspettavo meno faticoso, ma con la neve abbondante, tra torri di roccia e canali, spesso sprofondavo sino alla vita. Però è così che mi ero immaginato questo viaggio. La dimensione avventura nasce dall’intuito e dalla creatività dell’alpinista e anche dalla sua onestà. L’anno passato, ad esempio, non c’era neve e se avessi provato, le cose sarebbero state più facili, ma avrei potuto parlare di ascensione invernale? Il calendario oggi non fa più la differenza. La nostra etica e i nostri ideali si».
Addio skipass, Monterosa Ski lancia la tecnologia Bluetooth Low Energy
Si chiama BLE ed è la tecnologia Bluetooth Low Energy, ora anche nel mondo dello sci. A partire da questo mese è possibile dire addio ai tradizionali skipass cartacei: sarà lo smartphone, tenuto acceso nella tasca sinistra, lo skipass per accedere alle piste di Monterosa Ski e Monterosa Freeride Paradise. Tra i vantaggi, la possibilità di annullare del tutto il tempo trascorso in coda in biglietteria (sia per l’acquisto del titolo che per il ritiro di un pass acquistato online), la sicurezza e la praticità di non dover utilizzare ticket cartacei: è tutto all’interno dello smartphone, che basterà tenere nella tasca sinistra. L’acquisto e l’utilizzo dello skipass digitale Monterosa Ski avviene attraverso l’app key2ski, disponibile sia su App Store che Google Play. Basterà scaricare l’app, registrarsi sul portale monterosa.skiperformance.com per il settore valdostano del comprensorio e selezionare il tipo di skipass che si desidera acquistare, tra giornalieri, mattutini e pomeridiani per le tipologie Monterosa Ski o Monterosa Freeride Paradise. Cliccando sul QR code che sarà generato nella ricevuta d’acquisto, e attivando il comando ‘Inizia a usare’ nell’app key2ski, il pass digitale Monterosa Ski sarà automaticamente valido. La stessa procedura può essere applicata partendo dal webshop di Alagna Valsesia monterosa2000.skiperformance.com.
Più di un milione di metri di dislivello con gli sci in un anno
I record sono fatti per essere battuti. È quello che avrà pensato Aaron Rice quando Noah Dines ha battuto il suo record di dislivello con gli sci ai piedi in un anno. Tre milioni e mezzo di piedi senza prendere un impianto nel 2024, per la precisione 3.590.097 cioè 1.094.261,566 metri. Rice si era fermato a due milioni e mezzo nel 2016, vale a dire 762.000 metri. Prima di Lui, Greg Hill aveva fatto due milioni, poco più di 600.000 metri, nel 2020. Noah ha sciato per 2.268 ore usando 3 paia di scarponi, 12 di pelli e 5 set di sci. La media giornaliera è stata di 2.998 metri in 6 ore e 13 minuti. Il giorno record ha fatto registrare 5.284 metri e, naturalmente, Noah ha dovuto dormire circa due mesi in van. Chi vuole provare a battere Noah?
© Noah Dines
Da Chamonix al Lago di Ginevra, l’ultima invenzione di Vivian Bruchez
Che Vivian Bruchez, oltre che uno dei migliori sciatori di montagna, sia anche uno dei più creatvi, non è una novità. E la creatività è anche al centro del suo ultimo progetto: una traversata da Chamonix al Lago di Ginevra. Tra i tanti viaggi che ha fatto nel mese di febbraio (è stato avvistato anche nelle Alpi Giulie e sulle Dolomiti, dove ha sciato il Canalone del Sassongher con Aurélien Lardy, Jérémie Heitz, Tom Lafaille e Mathieu Navillod), questo è il più divertente. Quattro tappe, spostandosi solo con gli sci, impianti di risalita o mezzi pubblici e rientrando in treno da Saint-GIngolph. L’idea originale era di partire dal comprensorio del Brevent, proprio sopra Cham, ma le condizioni meteo avverse lo hanno costretto a iniziare in treno fino a Cluses, poi proseguire in pullman e con gli impianti del Grand Massif. Prima notte al Refuge de la Golèse. Seconda tappa fino a Champéry, in Svizzera e terza fino a Chapelle-d’Abondance. Vivian ha particolarmente apprezzato la zona del Mont de Grange. Infine, ultimo strappo fino a Thollon-les-Mémises, nel cuore del Chablais. Risultato finale: 108 chilometri, D+ 11.353 m (ma un massimo di 1.700 m by fair means al giorno), D- 12.050 m. Come ha scritto lo stesso Vivian, citando Alexandre Poussin: «Viaggiare è dare un senso alla vita; viaggiare è dare vita ai sensi». La traccia della traversata è sull’account Whympr di Vivian Bruchez.