Kilian: salita e discesa record sulle cime piu' famose

Anticipiamo il progetto che Jornet svelera' oggi alle 18 in streaming

Kilian sposta l'asticella in alto. Dal 2012 al 2015 il forte scialpinista e skyrunner spagnolo ha un progetto ambizioso: 'Summits of my life'. Scalare e scendere alcune delle montagne simbolo della Terra nel minor tempo possibile. Inoltre fare alcune traversate dei massicci simbolo con discese da sogno sugli sci. Sarà lo stesso Kilian Jornet Burgada a spiegare il progetto in diretta streaming oggi alle 18 su www.summitsofmylife.com ma la rivista spagnola 'Outdoor' ha anticipato i punti più importanti. Nel 2012 Kilian farà due traversate del massiccio del Monte Bianco in compagnia di Stephane Brosse e Mathéo Jacquemoud (già compagni di avventura nella traversata degli Aravis, come documentato da skialper.it). La prima sarà un viaggio con gli sci da Champex a Les Contamines mentre la seconda prevede la salita da Courmayeur e la discesa sul versante nord. Nel 2013 l'obiettivo è di salire e scendere tre cime europee nel minor tempo possibile: Elbrus, Cervino e Chamonix-Monte Bianco-Chamonix. Il record del Cervino è detenuto da Bruno Brunod con 3h 14', mentre quello del Monte Bianco, di P.A. Gobet, dura dal 1990. Nel 2014 sarà la volta dei giganti del continente americano: Aconcagua e Mc.Kinley. Il 2015 riserverà l'impresa più impegnativa, la salita e discesa nel minor tempo possibile dell'Everest, 8.488 metri. Kilian non sarà solo nel progetto e di volta in volta verrà accompagnato, oltre che dai già citati Brosse e Jacquemoud, da JeanSé Knozer, Vivian Bruchez, Alessandro Stella o dalla sorella. Tutta l'operazione ha uno sfondo ambientalista: «Voglio dimostrare che siamo parte del mondo, una parte, non più o meno importante, come gli animali o le pietre, che ogni parte è importante, come dice un proverbio indiano, 'la terra non è un'eredità dei nostri genitori ma un testamento da lasciare ai nostri figli».


Jacquemoud, 33 minuti e 24 secondi sul Grand-Serre

Grande prestazione del giovane francese nel chilometro verticale

Continua a stupire il giovane transalpino Mathéo Jacquemoud: dopo il finale di stagione 'scoppiettante' nello ski-alp, inizia a distinguersi anche nelle gare di vertical. Sabato scorso 26 maggio, infatti, ha vinto nettamente la terza edizione de La Verticale du Grand-Serre (una gara di chilometro verticale a percorso libero nei pressi di Cholonge a cui hanno preso parte 105 concorrenti) 'demolendo' il precedente record che apparteneva al connazionale Serge Garnier di ben 1.38", concludendo in 33 min e 24 secondi. Proprio l'ex-recordman è giunto in seconda posizione, staccato di 3.50", subito davanti a Sebastien Louvet. In campo femminile vittoria per Corinne Favre (diciannovesima assoluta), con ben 4'.45" di vantaggio su Céline Combaz. Anche per lei il nuovo record, migliorando di 4.22" la precedente salita più veloce siglata da Valentine Favre nella prima edizione del 2010. Il tempo siglato da Mathéo Jacquemoud fa di questa prova una delle più veloci in assoluto nel panorama del Km verticale: battuto il tempo dell'elvetico Emmanuel Vaudan di 34 minuti e 1 secondo siglato nel KMV de Nantaux.


Brosse, Kilian e Jacquemoud attraversano l'Aravis

Storia di un'impresa particolare nelle Prealpi francesi

La catena degli Aravis è un massiccio prealpino ideale per lo scialpinismo, con diversi itinerari. La traversata di questa 'Cordilgiera' dell'Alta Savoia francese è un viaggio magnifico tra creste, piccoli couloir e belle discese. Martedì 8 maggio Kilian Jornet Burgada, Mathéo Jacquemoud e l'ex agonista Stéphane Brosse hanno scelto di attraversare il massiccio da sud a nord (dal Charvin alla Pointe Percée) seguendo un itinerario tecnico che raggiunge la maggior parte delle cime e dei couloir.
Sono 6.500 metri di dislivello (16 salite e discese consecutive) e 35 km che i tre hanno percorso in 10 ore e 30 minuti. Partiti alle 5 e 15 dal ristorante delle Fontanettes (comune di Bouchet Mont Charvin), i tre sono arrivati alle 15 e 45 a Troncs (comune di Grand Bornard). Ecco il resoconto di questa giornata particolare che ci ha inviato lo stesso Stéphane Brosse.

IL PROGRAMMA
- La traversata è stata fatta con il giusto spirito scialpinistico, senza la ricerca del record e senza nessuna assistenza. Si è pensato prima di tutto a un grande momento di condivisione tra due generazioni di scialpinisti e amanti della montagna. Secondo l'opinione di Stéphane Brosse, che conosce molto bene gli Aravis, questo itinerario è il più logico ed estetico, con dei passaggi in cresta (Etale) dei couloir (Charvin, Combaz), delle belle discese (Charvet) e una cima 'alpina' per finire (Pointe Percée). Può essere percorso anche dai comuni scialpinisti, magari diviso in due o tre tappe…

ALBA SUL CHARVIN - Con Kilian volevamo conoscerci meglio e vivere un'esperienza in montagna. Visto che i nostri progetti sul massiccio del Monte Bianco si scontravano con una meteo capricciosa, gli ho proposto di ripiegare su un itinerario di media montagna che attraversa integralmente la catena degli Aravis, dal Charvin alla Pointe Percée, un itinerario che tocca i più bei couloir, le migliori discese e le principali cime. Malgrado il tempo instabile mi sembrava possibile fare questo 'raid', un mio vecchio pallino, già tentato l'anno scorso in solitaria. Lunedì pomeriggio Kilian e Mathéo si sono ritrovati da me, al Col du Plan Bois nel massiccio degli Aravis. Abbiamo preparato rapidamente il nostro materiale, molto limitato (sci, bastoni, scarponi, pelli, Arva, pala, sonda, un ricambio, acqua e qualche barretta di cereali) e abbiamo approfittato del tardo  pomeriggio per fare un po' di slake line e della serata per discutere. Sveglia alle quattro del mattino, prima colazione silenziosa e partenza per Bouchet-Mt Charvin. Dopo cinque minuti a piedi abbiamo raggiunto le prime chiazze di neve dure per il gelo notturno e abbiamo potuto mettere gli sci. Abbiamo salito il Charvin dal versante ovest e raggiunto la vetta proprio al sorgere del sole: attimi magnifici di un'avventura che sta cominciando! Dall'altra parte della catena, molto lontana, vediamo l'obiettivo della nostra traversata: la Pointe Percée. Sembra lontana ma non impossibile!

KILIAN E MATHEO, MONTANARI VERI - Ecco la prima difficoltà tecnica della giornata, la discesa della faccia nord-est del Charvin su una neve dura ma con un buon grip. I miei due compagni sono degli ottimi sciatori: nessuna preoccupazione. Poi piccola salita alla Goenne per una simpatica discesa lungo il piccolo couloir a nord. Risaliamo la Tête de l'Aulp lungo la cresta erbosa e scendiamo il versante nord tra le slavine dei giorni precedenti. Risalita alla Mandallaz per un altro piccolo couloir nord ed ecco che arriva la bella e lunga cresta dell'Etale con un raggio di sole che illumina la nostra performance e ci dona un momento di felicità. Mi rendo conto che Kilian e Mathéo non sono solo dei grandi sportivi di alto livello ma anche dei veri montanari con grandi capacità tecniche. Riescono a correre su questa cresta che in alcuni punti è molto affilata. La discesa nel couloir della Combaz è su neve dura e il passaggio centrale richiede una manovra tecnica in un tratto esposto. Ognuno prende le sue precauzioni e ancora una volta mi rendo conto che i miei due compagni sono a loro agio anche nei momenti più impegnativi.

SLALOM TRA I CAMOSCI - Dopo avere raggiunto la combe di Marion, ci lasciamo scivolare a valle fino al Col des Aravis. Da qui inizia una lunga salita verso la Porte des Aravis tra i camosci. Ci fermiamo un attimo per guardarli scendere a una velocità vertiginosa. Ora il cielo si è coperto ma non è un male perché così fa meno caldo e la neve rimane in buone condizioni. Arriviamo alla Combe de la Creuse e a quella della Balme, dove incrociamo diverse comitive di scialpinisti. Le combe degli Aravis si susseguono facili fino all'Ambrevettaz e al suo couloir sud sbarrato da una grande cornice: non tentiamo il salto perché la neve è dura e non è il caso di rompere l'attrezzatura. Proseguiamo la discesa lungo la Combe de la Grande Forclaz prima di risalire il corridoio sud-ovest della Mamulle. La discesa del couloir nord è eccellente ma ora dobbiamo salire la cima del Charvet e inizia a tirare troppo per me. Dalla cima però possiamo finalmente vedere la nostra ultima meta, la Pointe Percée. Dal cielo comincia a cadere qualche fiocco e cala la nebbia, per questo decidiamo di no fare i 'sentieri di Sallanches' ma di fare la salita e la discesa per la via normale. Sono veramente stanco per questa ultima salita con gli sci fino al rifugio e verso la cima, ma i miei due compagni sono poco davanti e mi incoraggiano. L'ultimo tratto è a piedi e Kilian disegna una buona traccia che mi fa recuperare un po'. Ecco, la cima è poco oltre, fa freddo, nevica, c'è vento, ma siamo felici. Le condizioni meteo non ci permettono di aspettare e quindi ci lanciamo nell'ultima discesa nella Vallée du Bouchet, tecnica nella parte alta e facile in basso. Dieci ore e mezza circa per realizzare questa stupenda traversata, ma l'obiettivo non era un record, semplicemente condividere un momento di montagna tra amici. È stata una giornata 'fluida', nella quale tutto è andato per il verso giusto e per tutti, con un unico obiettivo: riuscire insieme. Ho capito anche perché non ero riuscito a portare a termine questa traversata prima. Questo tipo di progetti non funziona se non è condiviso.

Stéphane Brosse

L'itinerario (S-salita D-discesa)

S Mt Charvin
D couloir nord
S La Goenne
D face nord poi piccolo couloir nord

S La Tête de l’Aulp

D face nord-est
S la Mandallaz

D face nord
S l’Etale versante sud – traversata delle creste fino alla cima nord (principale)
D couloir Combaz

S Col de la Combe a Marion

D Combe a Marion - Col des Aravis

S Porte des Aravis

D Combe de la Creuse

M anticima di Parrossaz

D combe de Balme

S Col de la Rouale

D Combe de Bellacha

S Tête Pelouse

D Combe de Grand Cret
S Trou de la Mouche

D combe de Paccaly
S antécime tête de Paccaly

D Combe de Tardevant

S Ambrevettaz

D couloir sud poi Fenetre des Aravis e Combe de la Grande Forclaz

S couloir sud ouest de la Mamule



Scontro tra Titani: non perdete Ski-alper numero 84

Il nuovo numero della rivista disponibile da domani nelle migliori edicole

È arrivato l'ultimo numero stagionale di Ski-alper (numero 84, maggio 2012, 144 pagine). Qualche giorno dopo la data prevista, ma finalmente c'è. Da giovedì 10 maggio sarà disponibile nelle migliori edicole in tutta Italia e in consegna per gli abbonati. Il motivo del ritardo? Abbiamo deciso di aspettare la Patrouille des Glaciers, ci sembrava giusto farlo in un numero come questo che titola 'Scontro tra Titani' in copertina, per riecheggiare le mitiche performance degli atleti più forti nelle classicissime del calendario internazionale.
Potrete infatti leggere e gustare sotto il profilo fotografico i magnifici reportage 'live' dalla Pierra Menta, dal Tour du Rutor e dalla Patrouille des Glaciers. Il punto di vista dei nostri inviati Carlo Ceola e Riccardo Selvatico, i contributi 'live' con il pettorale sullo zaino di Tommylive e Micol Murachelli, le foto esclusive scattate nei punti chiave della gara, dove nessuno ha osato spingersi, le emozioni dei protagonisti, le analisi tecniche e i risultati.
Ma non ci sono solamente le tappe de La Grande Course: imperdibile il servizio sulle finali di Coppa del Mondo di Tromso, in Norvegia, così come quello sul Tour du Grand Paradis.
Abbiamo poi pubblicato risultati e classifica finale della Coppa delle Dolomiti (dominata da 'Super-Pippo' Beccari) e del circuito Ski-alp sotto le stelle e il sole.
Per la sezione personaggi, rimanendo nel mondo racing, ecco un'intervista a cuore aperto con Laetitia Roux, che ci svela il suo modo di essere atleta e la sua preparazione, tra pregi e difetti. Abbiamo incontrato anche un campione in difficoltà come Didier Blanc, per scoprire il lato oscuro di una stagione senza risultati. Per la sezione 'i guerrieri della notte' intervista a 'Mr.MTB', il campionissimo delle due ruote off-road Marzio Deho, mentre tra i giovani emergenti abbiamo scelto Stefano Stradelli.

Vista la stagione, il numero 84 ha un forte 'imprinting' agonistico, ma non mancano i servizi di approfondimento. Per la sezione ski-touring, Umberto Isman è andato a intervistare Giovanni Anderis e Antonio Curtabbi, per farsi raccontare il fantastico viaggio che in quasi quindici anni di attività scialpinistica li ha portati a salire sci ai piedi i principali vulcani sulla rotta del Ring of Fire, la linea geografica a ferro di cavallo che contorna l'Oceano Pacifico e collega le aree terrestri a più alta attività sismica e vulcanica. Il viaggio di una vita, il viaggio della vita.
Abbiamo poi pubblicato i lavori dei vincitori nelle diverse categorie del concorso letterario, giornalistico e fotografico 'Dynafit Ski Touring Storyboard': la salita alla Becca di Gay di Guido Valota, l'itinerario sul massiccio dell'Otis in Bosnia-Erzegovina di Massimo Moratti e il racconto 'Il segreto della vita, della morte e della rinascita' di Matteo Zeni. Per la sezione personaggi, siamo saliti al Col Serena in compagnia del torinese Luca Cerruti, global sales leader di Gore, per scoprire la particolare struttura dell'azienda americana. Interessanti gli spunti - nelle diverse rubriche tematiche - di Giorgio Daidola a proposito della 'contaminazione' tra telemark e scialpinismo, del capitano Cresta sull'effetto del vento nella formazione di cumuli nevosi, dell'avvocato Saltarelli sulle responsabilità nell'incidente scialpinistico, oltre naturalmente ai commenti di Leonardo Bizzaro e alla controcopertina di Umberto Isman.

Ricchissima e degna di nota, infine, la parte della rivista dedicata alle prove sul campo dei materiali. Sempre più rigorose, sempre più approfondite. Lo staff di testatori, composto da Alain Seletto, Guido Salvetti, Niccolò Zarattini, coordinati da Sebastiano Salvetti, hanno portato sulla neve e messo a dura prova una serie di prodotti delle collezioni 2012/2013. Il GPS Magellan Explorist 610, i nuovi attacchi Salomon Guardian 16, gli scarponi racing Merelli M3D (con anteprima degli sci Race 160), i richiestissimi sci Dynafit Baltoro, i nuovi caschi della collezione Ski Trab (modelli Race e Sintesi). Ma non finisce qui: ancora per gli sci abbiamo identificato un modello particolarmente interessante nel rapporto qualità/prezzo, gli Hagan X-Carbon, poi abbiamo provato in anteprima il nuovissimo scarpone Garmont Cosmos, tra i più attesi dagli appassionati, e abbiamo 'sminuzzato' in tutti i dettagli gli attacchi RT di ATK Race. Basta così? Nemmeno per sogno. La new-entry nello staff tecnico, il runner Adriano Salvadori, con un grande passato anche da ski-alper (due podi alla Pierra Menta in curriculum) ha messo a confronto per noi tre modelli di scarpe da sky-running: Inov-8 Mudclaw 272, La Sportiva C-Lite 2.0 e Salomon S-Lab Fellcross. Chi l'avrà spuntata?

Non perdete Ski-alper numero 84 ( disponibile anche su iPad ). Cercatelo da domani nelle migliori edicole di tutta Italia. Ci fosse qualche problema nel trovare la vostra copia, non esitate a segnalarci le edicole che risultassero sguarnite!


Tutto pronto per il Giro della Valle del Giongo

Appuntamento il 13 maggio a Villa d'Almé in provincia di Bergamo

Grande entusiasmo e tutto pronto per la seconda edizione del 'Giro della Valle del Giongo' che con i suoi 19,5 km circa e dislivello +/- di 1200 metri, è già considerato da moltissimi atleti un ottimo test per valutare la propria condizione in vista di una lunghissima stagione. Pur restando a quote relativamente basse ('cima Coppi' di giornata a quota 1146 metri sulla cima del Canto Alto), il percorso nervoso ed in alcuni punti tecnico, è di quelli che possono far male con i suoi continui tratti di piano alternati a veri e propri muri, via via più impegnativi e di maggior durata. Una volta scollinato, una discesa prima corribile cederà il passo a discesa ripida che ci proietterà su un lungo saliscendi finale dove chi avrà ancora energie potrà fare la differenza.   
Se in queste ore le iscrizioni arrivano numerose, è già confermata la presenza del vincitore dello scorso anno, Michele Semperboni, e dei suoi compagni di club (GS Altitude) Fabio Bonfanti, Paolo Gotti, tutti reduci da buone prestazioni in questo avvio di stagione. Al femminile, assente Lisa Buzzoni, vincitrice in casa nel 2011, campo libero ad atlete sempre a podio nelle Sky di questo inizio stagione, come Ester Scotti e Rossana Morè, senza dimenticare la polivalente Cinzia Bertasa e la rientrante Chiara Gianola.
Organizzazione in collaborazione fra Unione dei Comuni di Villa d’Almè ed Almè e GS Altitude si pone come obiettivo di riuscire a soddisfare le aspettative di tutti: dal primo all’ultimo atleta, ai collaboratori volontari, ai tifosi, ai cittadini senza dimenticare gli sponsor ed i supporter.
Disegnato all’interno del famoso Parco dei Colli di Bergamo, anche l’ambiente naturale attraversato, con gli scenari che si potranno ammirare (sperando nel bel tempo!) contribuiranno a rendere ancora più piacevole  ed apprezzato il percorso.
Appuntamento in prima battuta sabato pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18 presso il Comune di Villa d’Almè per il ritiro pettorali/pacco gara e quindi a domenica 13 maggio con il seguente programma:
07.00-08.30    Ritiro pettorali presso campo sportivo comunale, zona ritrovo
08.45 Briefing
09.00 Partenza competizione presso municipio di Villa d’Almè
10.30 Arrivo previsto del primo atleta
12.30 Tempo massimo per rientrare in classifica
12.45 Cerimonia di premiazione presso il municipio (zona partenza ed arrivo)

 


Speed-Flying sull'Etna

Pelli, neve, cenere e parapendio per il Mammut Peak Project Tour

A febbraio l’Etna non è stato solamente sede della Coppa del Mondo di ski-alp, bensì anche teatro del Mammut Peak Project Tour. Dopo la risalita con le pelli sino a 3.323 metri, gli speed-flyer Jody Barratin e Felice Boccanegra hanno estratto i parapendio e affrontato la discesa. Sci ai piedi, ovviamente… anche se a dire il vero le solette non hanno avuto molte occasioni di contatto con la neve. Non paghi dell’esperienza, i ‘Mammut guys’ hanno tentato la stessa impresa sfidando lo Stromboli. Con l’obiettivo, questa volta, di sciare sulla cenere vulcanica. Ascensione e discesa sono però avvenute a piedi, causa le avverse condizioni meteo.


Beo, pensare ripido

Dalla Via Lattea alla Dea del Turchese. La spedizione al Cho Oyu

 A completamento dell'intervista sulla neve a Fabio Beozzi, pubblicata sul n° 82 di Ski-alper, ecco  il video-racconto della spedizione al Cho Oyu, conclusasi con la cima mancata per un soffio, ma con la probabile prima discesa con gli sci della via Messner.


Michel Parmentier, lo sciatore errante

Su Ski-alper numero 83 approfondimento sul grande scialpinista francese

Inizia la collaborazione di Giorgio Daidola con Ski-alper con una retrospettiva su Michel Parmentier. Il francese, scomparso a soli 37 anni agli inizi degli anni '80 durante un tentativo di ascesa all'Everest, è l'autore di due libri che sono autentiche pietre miliari dello scialpinismo di ricerca e di avventura: Les Grand Raids a ski. Due volumi, il primo, datato 1981 e scritto insieme a Michel Berruex titola 'De la Vanoise au Spitzberg', il secondo, datato 1984, 'Montagnes de la Méditerranée'. Daidola ripercorre l'avventurosa esistenza di questo reporter di guerra 'stregato' dalla montagna e dallo scialpinismo. Bellissime immagini tratte dai due volumi e dall'archivio del grande fotografo francese Pascal Tournaire.


Ieri sera, ad Arvier, la serata sull'alimentazione

Medici e nutrizionisti spiegano come preparare un grande evento sportivo

Una platea numerosa, interessata ed attenta, quella che ieri sera ha affollato la sala polifunzionale di Arvier (Aosta) per un incontro con specialisti dell’alimentazione sportiva promosso dagli organizzatori del Millet Tour du Rutor Extrême. Un incontro non solo per gli scialpinisti agonisti, ma utile a tutti gli sportivi che frequentano la montagna; “Scialpinismo, alimentazione ed integrazione”  erano le tematiche della serata.
Uno dei qualificati partner dell’evento valdostano, in programma dal 30 marzo al 1° aprile a Valgrisenche e Planaval (Arvier), è Enervit, che ha portato ieri sera ad Arvier il dott. Luca Mondazzi, medico chirurgo specialista in scienza dell’alimentazione e gastroenterologia, responsabile del servizio nutrizionale per il wellness di Mapei Sport Service di Castellana. Il dott. Mondazzi ha spiegato l’importanza di un giusto ed equilibrato supporto energetico per una buona prestazione fisica, fondamentale anche in questa unica tappa italiana 2012 de La Grande Course.
C’era anche il dott. Danilo Riva responsabile informazione tecnico scientifica Enervit spa, che in sintesi ha affermato che non ci sono alimenti in grado di migliorare o peggiorare le condizioni atletiche, ma solo buone o cattive alimentazioni. La nostra società tra il resto è abituata ad un abuso calorico, ed ecco perché molti appassionati di sport e di montagna (scialpinismo, sci di fondo, skyrunning, ecc.) ieri hanno ascoltato con grande attenzione le “istruzioni” dei tecnici.
A  dimostrazione di come la Regione autonoma Valle d’Aosta sia attenta allo sport, e soprattutto a quello di montagna, è intervenuto il dott. Guido Giardini, responsabile dell’ambulatorio medicina di montagna USL della Valle d’Aosta e presidente della Società italiana medicina di montagna, spiegando i gravi problemi che si possono riscontrare in questi sport se gli sportivi non sono ben preparati fisicamente, e per esserlo è fondamentale una buona alimentazione.
Diversi i temi sviscerati, ed alcuni hanno anche ribaltato gli atteggiamenti tenuti dagli sportivi, come la strategia di integrazione alimentare prima, durante e dopo ogni sforzo. C’è stato modo di seguire i consigli sulle modalità e i tempi di assunzione dei prodotti, su come bere a basse temperature, il recupero e la corretta alimentazione.
Importante anche il tema riguardante gli integratori, con un accenno agli integratori alimentari nella vita quotidiana, ovvero quei prodotti specifici che favoriscono l'assunzione di sostanze quali macronutrienti (carboidrati e proteine) e micronutrienti (sali minerali o vitamine). Nello specifico per lo scialpinismo gli integratori sportivi di maggior utilizzo sono a base di carboidrati in polvere, solidi o liquidi. Servono a rifornire l’organismo di energia  prima dello sforzo,  aumentando (o facendo risparmiare) le riserve di carboidrati che sono nell’organismo (glicogeno muscolare), durante lo sforzo per prevenire l’esaurimento del glicogeno contenuto nel muscolo e nel fegato, e dopo lo sforzo per ricostruire le riserve di energia (glicogeno muscolare) intaccate o esaurite durante l’attività. Nello scialpinismo vengono anche utilizzate le bevande saline che servono a prevenire la disidratazione e gli squilibri elettrolitici, fornendo all’organismo sali minerali.
Enervit, al link http://www.enervitsport.com/_vti_g3_Rutor1_aspx_rpstry_9_.sphtml# ha pubblicato specificatamente per i partecipanti (ma le indicazioni sono utili a tutti gli sportivi) una serie di suggerimenti ed indicazioni per affrontare al meglio il Millet Tour du Rutor Extrême.
Ieri sera c’era anche Albert Lanièce, assessore alla sanità, salute e politiche sociali della Regione Valle d’Aosta, il quale ha sottolineato l’importanza della relazione tra buona alimentazione, sport e stile di vita, soffermandosi su come la sanità valdostana sia particolarmente attenta allo sport di montagna e quindi a manifestazioni di levatura come il Millet Tour du Rutor Extrême. Anche l’assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Aurelio Marguerettaz, ha sottolineato l’importanza di una buona alimentazione, fil rouge tra montagna e sport. Infatti la montagna è un ambiente impegnativo dove bisogna arrivare preparati, ma allo stesso tempo è un luogo dalle grandi emozioni. Lo sport quindi, secondo l’assessore al turismo, non è solo per i “super atleti” ma è per tutti, basta essere preparati seguendo anche una buona alimentazione.
La serata è stata animata anche da un applaudito video girato durante l’edizione 2009 del Tour du Rutor, ed è stata ravvivata dalla presenza di atleti importanti come il vincitore della recente Pierra Menta,  Manfred Reichegger.
In chiusura Marco Camandona, uno dei coordinatori del comitato organizzatore, ha ringraziato Enervit per la preziosa collaborazione e ha dato un caloroso arrivederci alla manifestazione, che sarà completata da diverse iniziative collaterali, non ultimo il Mountain Village Tour.
Sul percorso le guide stanno lavorando per verificare la sicurezza dei versanti, la segreteria invece è subissata dalle richieste di partecipazione, quella del 2012 è un’edizione di successo che conferma l’attenzione per La Grande Course e per il Millet Tour du Rutor Extrême. Gli organizzatori potrebbero chiudere anzitempo le iscrizioni per troppo “affollamento”.


E' uscito il nuovo numero di Ski-alper!

Tra domani e mercoledi' in tutte le edicole e in consegna per gli abbonati

Il quarto numero stagionale di Ski-alper (marzo 2012, numero 83) è in distribuzione: tra domani e mercoledì sarà in tutte le migliori edicole e inizieranno le consegne agli abbonati. Copertina coraggiosa, dedicata alle pelli di foca, inseparabili compagne di avventura di ogni scialpinista, sia che si tratti di un atleta, che di un viaggiatore o di un freerider. Uno scatto d'autore di Umberto Isman, tratto dal servizio portante di questo numero nella sezione dei viaggi: quattro giorni in rifugio sui ghiacciai dello Jungfrau-Aletsch. La sezione monografica è invece dedicata alla regina delle Dolomiti, la Marmolada, con quattro gite 'classicissime': Punta Rocca, Monte La Banca, Passo Ombretta e Punta Penia.
Da non perdere la grande retrospettiva a firma di Giorgio Daidola (benvenuto tra i collaboratori di Ski-alper) sul mitico Michel Parmentier, lo sciatore errante. Il francese, scomparso a soli 37 anni sull'Everest, ha incarnato forse più di chiunque altro la vera essenza dello skialper viaggiatore.
Ma le interviste 'di peso' non finiscono qui: il nostro Isman è salito in Val Viola con Adriano e Daniele Trabucchi, i 'Trab brothers', per scoprire storia e filosofia dell'ultima azienda di sci completamente made in Italy. Nel settore del 'ripido' abbiamo poi incontrato Mirco De Col, autore di alcune 'prime' in solitaria sulle Dolomiti bellunesi.

Venendo alle rubriche, oltre ai contributi del nostro opinionista Leonardo Bizzaro, ecco gli approfondimenti di Renato Cresta sulla compilazione dei bolettini nivologici e le variabili da tenere in considerazione per determinare il reale grado di pericolo, l'analisi delle responsabilità della guida alpina a cura dell'avvocato Flavio Saltarelli e il dibattito sull'utilità o meno dei coltelli nella tecnica di salita a cura di Enrico Marta.

La sezione materiali si apre con il massiccio Speciale ISPO 2012: 70 novità scelte e spiegate accuratamente da Sebastiano Salvetti durante la fiera di riferimento del settore che si è svolta lo scorso febbraio a Monaco di Baviera. Per la sezione 'prove sul campo', interessante e approfondita analisi comparativa tra 8 modelli di lampade frontali: impossibile non identificare quella più adatta alle vostre esigenze! Poi il test sulla neve delle nuove pelli da gara PDG di Colltex e dei modelli di sci da freeride mountaineering Wayback e Backup di K2.

Infine la ricchissima sezione dedicata all'agonismo: magnifici reportage 'live' del Sellaronda, della tappa di Coppa del Mondo dell'Etna, degli Europei di Pelvoux. L'intervista del mese è dedicata al valtellinese Lorenzo Holzknecht, l'atleta del momento con le vittorie in tutte le gare più importanti del calendario tra gennaio e febbraio. Per i 'guerrieri della notte' abbiamo scelto Tadei Pivk, tra i giovani la promettente Alba De Silvestro. Infine il simpatico reportage della trasferta in Colorado della squadra nazionale azzurra invitata ai Campionati Nordamericani.

Questi sono solo i contenuti principali in 144 pagine da non perdere! Per i più 'tecnologici' da oggi questo numero è disponibile anche su iPad. È sufficiente acquistare la copia singola alla
pagina abbonamenti sul sito skialper.it
per poterla leggere nell'applicazione ufficiale della rivista.


La Montagna del dio cannibale

Conferenza spettacolo di Duccio Canestrini

Giovedì 15 marzo, alle ore 20.30, presso la sala video del Centro S. Chiara, in corso 3 Novembre a Trento, si terrà la conferenza di apertura del corso 'Pianificazione e Gestione delle Aree Montane - l'Eredità culturale, il Patrimonio territoriale' organizzato dall'Accademia della Montagna del Trentino e progettato dalla dalla Commissione Tutela Ambiente Montano della SAT.

Di seguito il comunicato ufficiale relativo alla manifestazione.

La montagna messa in scena dall’antropologo Duccio Canestrini è una montagna meravigliosa, dove la vita però è sempre stata dura. Silenzi mistici e tanta fatica.
Una montagna equivoca, insomma, nel senso che ha sempre avuto diversi immaginari e diversi significati: Eden, rifugio, miniera, colonia, campo da gioco. Di dei cannibali ne ha conosciuti alcuni: un tempo il dio cannibale era concepito come un demone della natura che puniva gli arditi, travolgendo montanari e mercanti, e attirando gli alpinisti verso il pericolo.
Oggi, in epoca di decrescita felice (non verso un meno generico, ma verso 'il meno quando è meglio') il dio cannibale è forse un vecchio ed errato modello di sviluppo, quello che promuove una crescita del prodotto che però comporta un calo di cura: per le persone e per l’ambiente. In sostanza, più cose e meno rapporti, più abbondanza materiale e meno felicità. Conviene difendersi!
Dal titolo di un filmaccio horror degli anni Settanta, esce inaspettatamente una riflessione del tutto positiva sul possibile sviluppo armonico delle comunità montane. Vale a dire la retta, per quanto erta, via.
Immagini storiche, vignette, musiche, letture e videoclip, per una antropologia 'pop' del vivere in montagna. Un mix tra ragionamento e divertimento.

Duccio Canestrini (Rovereto, 1956) insegna Antropologia al Campus universitario di Lucca. Autore di libri e documentari a tema la cultura del territorio, da anni esplora nuove forme di comunicazione mescolando l'alto e il basso con sapiente ironia.


Monte Cristallo e Formazza: incidenti annunciati

L'analisi del nostro esperto di nivologia, Renato Cresta

Tra sabato 18 e domenica 20 si sono verificati due incidenti per valanga e, purtroppo, in uno di questi sono deceduti i due sciatori coinvolti. L’umana comprensione del dolore che ha colpito le famiglie delle vittime non deve far dimenticare che solo la ricerca delle cause degli incidenti può accrescere la nostra esperienza e aiutarci ad evitare che si ripetano casi simili.
Il primo incidente, quello mortale, è avvenuto verso le 11.30 - 12.00 di sabato 18 sul versante sud-est del Monte Cristallo, quello che si può osservare dal Passo Tre Croci (vedi foto panoramica).
Il sovraccarico costituito dai due sciatori ha staccato un lastrone di neve accumulata dal vento il cui fronte si è esteso per circa 150 metri. Il bollettino emesso il 16 febbraio segnalava un grado di pericolo 2 (moderato) generalizzato per i pendii oltre il limite del bosco, ma precisava, a mio parere con grande chiarezza: “Le situazioni più critiche, per distacchi provocati di lastroni soffici da vento, sono ubicate oltre il limite del bosco e nelle ampie radure sottovento, dove è presente della vecchia neve invernale. I lastroni da vento sono poco consolidati con la vecchia neve; il pericolo è ben localizzato per la poca neve presente, specie nelle Prealpi”.
Il profilo stratigrafico della neve rilevato in Faloria qualche giorno prima indicava la presenza di una serie di strati, per uno spessore di 40 cm, di brina profondità a debole coesione, alla quale erano sovrapposti circa 20 cm di neve più recente, in parta trasformata, ma anch’essa a debolissima coesione. In totale 61 cm di neve di pessima qualità sulla quale si è depositata le neve portata dal vento.
In altre parole: basta osservare la panoramica della zona per capire che le rare zone innevate erano quelle in cui il freddo aveva conservato la poca neve delle precipitazioni nevose ed il vento vi aveva depositato quella che era riuscito a strappare via dalle zone più esposte.
La foto della zona di distacco mostra invece che i due sono entrati in sincrono e si sono disposti in sovrapposizione; forse volevano compiere due serpentine incrociate. Ciò che mi lascia molto perplesso è che non si siano accorti (o che non abbiano preso in considerazione) la cornice che, sebbene di modeste dimensioni, era il segnale evidente del pericolo che si celava pochi metri più avanti.

Il secondo caso si è verificato in Val Formazza, sul versante meridionale del Corno di Mud, non lontano dalla rotabile dell’ENEL che da Riale sale al Rifugio Maria Luisa ed alla diga del Bacino del Toggia. Anche in questo caso due sciatori, uno dotato del previsto (e prescritto) equipaggiamento e l’altro del tutto sprovvisto (no comment), sono stati travolti da una valanga a lastroni che aveva un fronte di distacco di circa 100 metri ed uno spessore di circa 50 cm. Per loro fortuna sono rimasti a galla e, rapidamente recuperati dalla squadra locale del CNSAS, se la sono cavata con qualche ammaccatura, spavento a parte. Le cause? Per capirle, anche in questo caso ci basta leggere il Bollettino, emesso venerdì 17 febbraio, che segnalava pericolo di grado 3 solo nel settore in cui è avvenuto il distacco e precisava:
SITUAZIONE: “Durante il corso della settimana venti da forti a molto forti hanno interessato gran parte dell’arco alpino piemontese, a partire dalla Val Formazza fino alle Alpi Marittime … Il manto nevoso ha subito un evidente rimaneggiamento. Sono nuovamente presenti ampie zone erose e grandi accumuli in tutte le esposizioni e a tutte le quote … I recenti lastroni sono localizzati prevalentemente sui pendii esposti a sud e ad est”.
 PERICOLO VALANGHE: “… Nei settori alpini di confine settentrionali e occidentali la possibilità di provocare il distacco di valanghe a lastroni, localmente anche di medie dimensioni è legata al debole sovraccarico su molti pendii ripidi … durante le ore più calde non si esclude la possibilità di provocare il distacco di valanghe a lastroni già al passaggio del singolo sciatore”.

Non sembra necessario aggiungere altre parole a commento, ma penso che, ai miei tempi ai ragazzi disubbidienti veniva somministrata una solenne sculacciata.