Corso allenatori, il modulo teorico al giro di boa

Marco Mosso: 'Ci aspettiamo la nascita di gruppi di lavoro tra allenatori'

Il modulo teorico del primo corso per allenatori e assistenti tecnici di scialpinismo ha doppiato il terzo dei cinque giorni previsti in via Piranesi a Milano.
Alla fase introduttiva ha partecipato anche il colonnello Marco Mosso, comandante del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur, che in Federazione presiede la Commissione tecnica scialpinismo.  

«Ho partecipato alla parte introduttiva perché era giusto seguire da vicino questo corso, in cui per la prima volta al mondo si va a costruire la figura tecnica dell'allenatore di scialpinismo agonistico. Il primo giorno gli argomenti riguardavano proprio l'organizzazione federale, i regolamenti tecnici e le normative e la mia funzione è stata simile a quella di un 'moderatore-coordinatore' dei lavori. Nel secondo si sono affrontati aspetti normativi e legali, trattati rispettivamente dal rappresentante del Corpo Forestale dello Stato e dall'avvocato».  

Proprio sulla base di selezione e sull'inquadramento di una figura così nuova si discuteva molto ancora prima dell'inizio del corso. Qual'è stato l'andamento di questa fase?

«Infatti c'è stato un confronto acceso. Rispetto al criterio di impostato della STF sono state proposte anche molte obiezioni, e il dibattito che ne è scaturito è stato senz'altro positivo perché è risultato chiarificatore. Partendo da zero, senza precedenti specifici, era inevitabile e necessario».  

Qual è il criterio adottato dalla STF per l'ammissione a questo corso e per l'inquadramento dei tecnici che ne nasceranno?

«Sono stati ammessi al corso allenatori per lo scialpinismo le figure professionali della montagna inquadrate nelle due leggi quadro nazionali: i Maestri di sci e le Guide alpine. Inoltre si sono raccolte le segnalazioni dei Comitati regionali riguardanti tecnici 'di fatto' già operanti nei club, e quelle figure che per risultati agonistici e meriti sportivi avrebbero portato un patrimonio di conoscenze tecniche e passione, che tra l'altro, in un 'corso zero', vanno condivise tra partecipanti e personale tecnico formatore.  Le due figure professionali, già titolate nei rispettivi ambiti, si qualificheranno come Allenatori di scialpinismo, mentre i non professionisti come Assistenti tecnici federali. Potranno operare solo nella struttura federale, cioè fino ai Comitati».  

Come rispondete a chi è stato escluso da questo primo corso, pur possedendo i requisiti di ammissione richiesti?

«Dovevamo stabilire un criterio, e quando si stabilisce un criterio qualcuno ne risulta soddisfatto ed altri scontenti. In questo specifico caso è stata utilizzata la famosa lista di coloro che due anni fa avevano fatto richiesta di ammissione sul vecchio 'bando' per un corso che poi non aveva avuto seguito. Più le segnalazioni dei Comitati regionali e gli atleti di Coppa del mondo per almeno tre anni. Certamente non sono state fatte scelte 'ad personam'».  

A quando il prossimo corso, quindi?

«E' prevedibile un prossimo corso, possibilmente già nel prossimo autunno, in cui i docenti saranno proprio gli Allenatori titolati nati con questo. Ci aspettiamo la nascita di gruppi di lavoro formati dai futuri docenti, che definiscano i contenuti tecnici e didattici per i prossimi corsi. Se questo processo proseguisse come nei progetti, l'Italia confermerebbe il proprio tradizionale ruolo-guida in questa disciplina e alla fine ne trarrebbe vantaggio tutto il movimento, dalla competizione al touring».      


Valeruz colpito da ictus

Ora sta meglio, ad aprile aveva sciato sulla nord del Gran Vernel

Lo scorso 21 maggio Tone Valeruz, guida alpina e sciatore estremo originario della Val di Fassa, 62 anni lo scorso gennaio, è stato colpito da un malore. Trasportato in ospedale, sembra per fortuna che si tratti di un lieve ictus e che stia bene. In questo inverno senza fine, con le pareti più verticali impastate di neve, Valeruz si era reso protagonista di un'altra ripetizione illustre. Lo scorso 15 aprile ha infatti sciato lungo la parete nord del Gran Vernel.

L'IMPRESA - La parete, con pendenze fino al 60% (da quota 3210), nel gruppo della Marmolada, era stata sciata da Valeruz il 23 marzo 1973. Lo scorso aprile Tone ci ha messo circa due ore.  «In condizioni difficili, con neve molto dura… si conferma tra le pareti più difficili di tutto l'arco alpino, più impegnativa di Cervino, Lyskamm e altre» ha spiegato al quotidiano L'Adige la guida alpina originaria di Alba di Canazei (Tn). Nel video caricato da Valeruz su Youtube alcuni momenti della ripetizione.


Stava Sky Race e Vertical per il tricolore

Le due gare saranno valide per il campionato italiano

Ancora una promozione per la Stava Sky Race, classico appuntamento di fine giugno riservato ai corridori del cielo che ha come teatro la montagna di Tesero, in Val di Fiemme, la conosciuta area turistica che pochi mesi fa ha ospitato i campionati mondiali di sci nordico. La Federazione Italiana Skyrunning ha infatti deciso di premiare gli organizzatori dell'Unione sportiva Cornacci assegnando la validità come duplice prova di campionato italiano sia alla skyrace, sia alla prova vertical kilometer che si disputa sempre nella stessa giornata, domenica 30 giugno. Ma non è tutto, visto che la competizione fiemmese ha pure validità come terza tappa della La Sportiva Gore-Tex Mountain Running Cup. Tre eventi in un'unica giornata dunque per la Stava Sky Race. A partire dal Verticale del Cornon, valida come seconda prova tricolore della specialità, quindi l'ottava edizione della nota gara della Cornacci sulla distanza dei 24,59 km che sarà la prova d'apertura del campionato italiano skyrace e pure terza tappa del circuito La Sportiva.

I BIG - Pur mancando ancora una mese allo start si sono registrate già le prime importanti adesioni, a partire da quella del campione italiano lunghe distanze FIDAL e fresco terzo a Zegama Tadei Pivk, così come quella del trentino Daniele Cappelletti, dato in grande forma e uno fra i protagonisti della settima edizione della gara fiemmese dello scorso anno. Non è ancora certa la presenza del dominatore di dodici mesi fa, il rumeno con passaporto spagnolo Ionut Alin Zinca. In campo femminile si attende l'adesione della vincitrice dello scorso anno Emanuela Brizio. Di alto profilo anche la starting list del Verticale del Cornon 'tricolore', visto che ci sarà il Team La Sportiva al gran completo. A partire dal recordman Urban Zemmer, quindi Marco Facchinelli, Marco Moletto, lo sloveno Nejc Kuhar e il giovane forte scialpinista Campione del Mondo Nadir Maguet.

PERCORSO - Per quanto riguarda il percorso di gara è riconfermata la scelta dello scorso anno, che aveva previsto l'unificazione della partenza e dell'arrivo presso il piazzale delle scuole di Tesero con un leggero allungamento dello sviluppo totale. La lunghezza del tracciato di gara sarà dunque di 24.930 metri con un dislivello in salita di 2125 metri (altrettanti in discesa), un percorso che nella parte iniziale vede la salita sulle pendici del Monte Cornon, per poi seguire la dorsale della costa Garbioie fino a giungere al Monte ai 2358 metri del Monte Agnello (il punto più alto della competizione), quindi la discesa lungo un pendio erboso per risalire leggermente in località Bassa e quindi al Dos dei Branchi. Da questo punto inizia la discesa che riporta i concorrenti a Tesero. La partenza è prevista per le ore 9.
Confermato anche il tracciato del Vertical del Cornon che ripercorre la parte iniziale della skyrace, riproponendo i soliti 5,5 km con un dislivello di 1080 metri e partenza alle ore 8.
Sempre nella mattinata (il via alle ore 10) si disputerà poi la Mini Stava Sky Race, riservata agli under 17 divisi in due categorie, che prevede pure una combinata con la Mini Dolomites Skyrace del 20 luglio a Canazei, con un premio speciale rappresentato da un zainetto La Sportiva per coloro che prenderanno parte ad entrambe le manifestazioni.
 
 


Beccari: Chamonix-Monte Bianco 4h 58'

L'impresa dello ski-alper italiano al seguito di Jacquemoud

Il record di Mathéo Jacquemoud sul Monte Bianco (salita e discesa in 5h6'), come già anticipato da skialper.it, ha visto la partecipazione anche di Filippo Beccari. 'Pippo', infatti, era sulla piazza della chiesa di Chamonix insieme a Jacquemoud, Bastien Fleurie e Nicholas Estudier. Beccari però non ha solo accompagnato Mathéo nel tratto a piedi, ma è anche salito sulle vetta del Bianco. 4h e 58' il suo tempo di salita: si è perso un poco nel bosco, prima di calzare gli sci a 2000 metri di quota. Sulla Cresta del Bosson il vento è stato fortissimo e la neve molto difficile. Grande impresa, dunque anche per lui! 


Jacquemoud: 'Venite ad allenarvi con me e capirete'

Il transalpino torna sul record del Bianco svelando particolari inediti

Mathéo Jacquemoud e il record del Monte Bianco. Ricordate… lo scorso 14 maggio ha coperto il percorso Chamonix (chiesa)-Monte Bianco-Chamonix in 5h06', battendo il record che era detenuto da Stephane Brosse e Pierre Gignoux. Un record che Mathéo avrebbe voluto fare con Kilian Jornet ma che ha preferito anticipare per sfruttare una finestra di buon tempo non potendo aspettare Kilian che si trovava lontano da Chamonix. 

C'ERA ANCHE BECCARI - A qualche giorno dall'impresa Jacquemoud ricorda quel giorno sul suo blog. «Per me il record Chamonix-Monte Bianco con gli sci è ben più di un semplice tempo. È un'avventura favolosa ed è soprattutto il record di due immensi campioni: Stéphane Brosse e Pierre Gignoux, i miei idoli di gioventù, quelli che mi hanno fatto sognare, che mi hanno dato voglia di fare lo scialpinismo e le gare». Mathéo ha anche raccontato di essere stato accompagnato nella parte a piedi da Thierry Galindo e da Filippo Beccari. «Il mio obiettivo non era quello di mediatizzare il record  perché non l'avevo comunicato ufficialmente a nessun media. Per me era veramente un crono personale, una ricerca di emozioni profonde che è difficile spiegare». E poi ancora: «Stèphane (Brosse, ndr) me ne aveva parlato più volte e aveva veramente a cuore che fossimo io o Kilian a battere il record». 

LA RISPOSTA AI SOSPETTI - In conclusione delle parole che sono come pietre sulle illazioni che hanno seguito le super-prestazioni di Mathèo, Kilian & co: «Accetto e comprendo tutti i sospetti, i dubbi e non ho che una sola risposta: venite a passare una giornata con Kilian e me e capirete cosa vuol dire essere appassionati come noi ma anche allenarsi e semplicemente divertirsi». Dopo questa sentenza…  Mathéo è partito per qualche giorni di vacanza e relax al mare. Anche i super-eroi, ogni tanto, staccano la spina. 


La Cara Amon dice Zemmer

L'altoatesino vince la seconda prova delle World Series

Non è stato un vertical come gli altri quello disputato oggi in Spagna e valido come seconda prova del circuito Vertical delle Skyrunner World Series. Le avverse condizioni meteo, infatti, hanno costretto ad accorciare il percorso. Con 30 cm di neve in quota, il tracciato originale con 1.400 m è saltato e gli atleti hanno quindi corso su un percorso nervoso da 900 metri di dislivello. Un vertical solo sulla carta, quindi, molto corribile con anche due brevi tratti in discesa.

Nonostante le caratteristiche diverse, non proprio da vertical perfetto, la vittoria è andata comunque a Urban Zemmer, seguito dallo spagnolo Agustì Roc Amador e dall'altro azzurro Marco Facchinelli, reduce dalla vittoria nella prima prova sull'Elbrus. Al quarto posto il francese Didier Zago e al quinto Marco Moletto, in forse fino all'ultimo per un fastidioso virus intestinale. Il suo quinto posto, dunque, vale molto di più. Zemmer ha fermato il cronometro a 39'26'', Roc Amador a 39'34'' e Facchinelli a 39'40''. Tra le donne successo di Laura Orgué Villa davanti a Tessa Hill e Alba Xandri Suets.

TOP 5 UOMINI

1. Urban ZEMMER (ITA- La Sportiva) 39.26.22
2. Augusti roc Amador (ESP - Like Sport) 39.34.97
3. Marco Facchinelli (ITA - La Sportiva) 39.40.96
4. Didier Zago (FRA - Arc'teryx) 40.35.78
5. Marco Moletto (ITA - La Sportiva) 41.30.72

TOP 3 DONNE
 
1. Laura Orgue (ESP - Salomon Santiveri) 47.23.74
2. Tessa Hill (GBR - Arc'teryx) 49.59.42
3. Alba Xandri (ESP - FEEC) 51.51.29


Il concatenamento delle vette simbolo del Trentino

L'ultima impresa di Omar Oprandi, Franco Nicolini e Mirko Mezzanotte

Un grande concatenamento delle maggiori cime e dei ghiacciai del Trentino Occidentale con gli sci da alpinismo. Ecco cosa abbiamo fatto lo scorso 13 maggio percorrendo un itinerario che tocca i più grandi ghiacciai e 'scavalcando' alcune tra le cime più importanti della nostra bellissima regione: la Presanella (3558 m), l'Adamello (3539 m), il Corno di Cavento (3402 m) e infine il Carè Alto (3462 m). Oggi non è la conquista della cima quello che conta, ma soprattutto il piacere e la grande soddisfazione di farlo a modo nostro. Un piacere che amiamo, molte volte mettendo in gioco anche qualche rischio, a tal punto da essere considerati come 'i soliti' conquistatori dell'inutile. Ma è forse proprio questo 'inutile' che dà la determinazione e l’energia per raggiungere certi obiettivi. 

SESSANTA KM -
Il nostro obbiettivo è stato un percorso di circa 60 km di sviluppo con più di 5.000 metri di dislivello. Una traversata, per noi logica, ma molto particolare: partire dalla cima più alta del Trentino (la Presanella) per arrivare alla 'cima simbolo' dell’intera zona, l’Adamello, attraversando tutte le vallate che si trovano fra le due vette. La cosa più bella è che siamo arrivati sulla cima dell’Adamello ancora in buon orario e soprattutto con le forze necessarie per decidere di continuare. Allora perché no: il sogno di arrivare al Carè Alto era proprio davanti ai nostri occhi… anche se, in mezzo, c’erano ben tre grandi vallate che ci dividevano dal nostro nuovo e lontano obiettivo. 

VERSO CARÈ ALTO -
Dopo l'Adamello eccoci alla Vedretta Mandrone (Pian di Neve Occidentale), alla vetta Cresta Croce (famosa per la croce dedicata a Papa Giovanni), alla discesa sulla Vedretta della Lobbia (Pian di Neve Orientale), alla difficile salita al Passo di Cavento, dove non abbiamo resistito all’unica vera pausa dell’intero percorso. Infatti il Bivacco Lang era proprio sulla nostra 'linea ideale'. Solo dopo il meritato riposo e solo dopo aver recuperato le forze necessarie per continuare, ci è tornata la voglia di affrontare la salita alla Cima del Cavento e la lunghissima traversata verso la Cima del Carè Alto… la sesta vetta importante della nostra avventura. La discesa in Val di Borzago è stata solo una festa per la bella giornata passata assieme, la conclusione di un sogno vissuto in prima persona durato poco meno di sedici ore. Il tutto in un ambiente che ha presentato molte difficoltà: la notte, il ghiaccio, il freddo, il pericolo di valanghe… Sei cime importanti e significative, conosciute da tutti gli scialpinisti d’Europa, collegate in un'unica giornata, attraverso una linea ideale come il nome del nostro team: Franco Nicolini, Omar Oprandi e Mirko Mezzanotte. 

È possibile organizzare una serata sul concatenamento inviando un'email a guida.omar@alice.it  


In edicola l'ultimo numero stagionale di Ski-alper

Ecco i principali contenuti del numero in distribuzione nei prossimi giorni

In montagna fa freddo, in certi posti nevica addirittura. E siamo a metà maggio. La stagione invernale non poteva andarsene senza l'ultimo numero di Ski-alper, che finalmente è in distribuzione. Certo, il meteo ci ha messo del suo, con il rinvio del Mezzalama, un appuntamento che proprio era impossibile non aspettare prima di entrare in stamperia… E così tra domani e mercoledì prossimo, a seconda della velocità dei distributori locali a smistare le varie copie nelle edicole, Ski-alper numero 89 sarà finalmente disponibile, con l'immancabile allegato Up&Down, il magazine di riferimento del settore agonistico.

≥ 50° -
Quella che si sta pian piano esaurendo è stata un po' la primavera del ripido, con un crescente 'revival' di interesse per canalini e pareti 'in piedi'. Il tema è stato affrontato da Guido Valota nella rubrica 'Ripidamente'. In copertina, non a caso, c'è un'immagine in presa diretta di Davide Terraneo in azione durante la ripetizione della discesa con gli sci della Nord del Disgrazia, realizzata insieme a Mattia Varchetti e al nostro nuovo collaboratore Matteo Tagliabue, che ha anche raccontato i dettagli dell'impresa. Suo anche il servizio sulla linea ripida giù dalla Forcola di Sciora, ma soprattutto la monografia 'Sci & Piccozze' sul massiccio della Presanella, con ben 11 proposte - tra il classico e l'alternativo - sul confine tra scialpinismo e alpinismo. Da non perdere anche 'Gran Sasso steep & deep', servizio di Luca e Roberto Parisse sulle affascinanti possibilità di discesa dal versante sud del Corno Grande del massiccio abruzzese.

VIAGGI E PROPOSTE -
Continua a crescere l'interesse per il grande Nord, per la Scandinavia, dove sci e barca a vela si uniscono magicamente in un'unica irripetibile avventura. Questa volta il nostro Umberto Isman ha visitato le Sunmørsalpane, tra le cime più innevate di Norvegia, salpando a bordo di Explore North dal porto di Ålesund. Un mix tra ski-alp classico, freeride in territori tutti da scoprire. Rimanendo molto più vicino, invece, 'Zorro' Zarattini, insieme alla guida alpina Francesco Tremolada, ci suggerisce dove andare a sciare sul firn primaverile in mezzo all'incatevole scenario del gruppo Puez-Odel in Alta Badia.

INTERVISTE A TU PER TU -
Abbiamo incontrato ad Alagna il grande 'Gnaro' Mondinelli, per una chiacchierata a 360° su alpinismo, ski-alp, Himalaya, Alpi e… Kilian! Ma siamo anche andati a Premana, presso la sede di Camp, per incontrare Andrea Codega e farci raccontare la sua folgorazione per lo scialpinismo, anche in chiave agonistica.

JEZ BRAGG IN ESCLUSIVA - Il forte runner inglese ha scritto in esclusiva per Ski-alper il racconto della sua straordinaria impresa lungo il sentiero di Te Araroa, che congiunge i due capi estremi dell'Isola Nord e Sud della Nuova Zelanda: 53 giorni, 3.053 chilometri, documentati dalle straordinarie immagini di Damiano Levati.

A TUTTO RUNNING -
Con l'avvicinarsi della bella stagione non potevamo non 'strizzare' l'occhio all'outdoor running, la faccia estiva di Ski-alper e dei suoi lettori. E allora, oltre al servizio da sogno sul Te Araroa, anche l'intervista a Gregoire Millet, il professore dell'Università di Losanna secondo classificato all'ultima edizione del Tor des Géants. E poi l'approfondimento tecnico sull'overtraining a cura dell'equipe del CERISM di Rovereto, l'intervista a Fabio Meraldi sulla tematica della sicurezza in allenamento e in gara, la rubrica di Flavio Saltarelli sulle responsabilità degli organizzatori di gare di trail in fatto di equipaggiamento.

UP&DOWN, DI TUTTO E DI PIU' -
Il supplemento di Ski-alper dedicato alle gare è giunto alla terza uscita. Pochi mesi di vita gli sono bastati per diventare punto di riferimento incontrastato per gli atleti e il mondo racing dello ski-alp. L'apertura è dedicata alle nominations della stagione, con il francese William Bon Mardion 'man of the year' (con tanto di poster esclusivo!), anche se in copertina 'svetta' l'urlo di Matteo Eydallin e Damiano Lenzi sul traguardo del Mezzalama a Gressoney. Proprio le mitiche gare de La Grande Course' la fanno da padrone su questo numero, con gli approfondimenti tecnici del nostro inviato Guido Valota su Mezzalama, Adamello Ski Raid e Pierra Menta, illustrati dalle magnifiche foto di David Boudin, Ralf Brunel e Nacho Grez. E poi la Coppa Italia, con il report di tutte le gare che non sono entrate nello scorso numero (Lagorai Cima d'Asta, Tre Rifugi, Val Martello, Parravicini) e poi il Dolomiti del Brenta, la Pizolada delle Dolomiti, la Marmoleda Full Gas, il Trofeo Rollandoz. E le finali di Coppa del Mondo, con la graduatoria generale che ha premiato Laetitia Roux e lo stesso Bon Mardion. Naturalmente nelle sezioni locali tutte le classifiche e i commenti delle gare di circuito: Ski-alp sotto le stelle e il sole, Piemonte ski-alp, Dolomiti sotto le stelle, Trofeo dell'Appennino Centrale, Coppa dell'Appennino, Vinschgau Cup.  

TADEI PIVK È THE KING OF THE NIGHT -
Interviste a tutto campo, per conoscere i protagonisti delle gare di tutta Italia. Su questo numero i fratelli Fulvio e Alberto Fazio, Carolina Tiraboschi, Lukas Arquin, Carlo Colaianni. Per la sezione club ecco l'Alta Valtellina e il Peves Gherdeina. E poi, naturalmente, 'the king of the night', un riconoscimento che su questo numero è toccato al migliore guerriero della notte della stagione 2013, Tadei Pivk.

TRAIL RUNNING -
I risultati delle prime gare di stagione e tutte le classifiche delle gare disputate fino ai primi di maggio. Il reportage di Paolo Secco della Marathon des Sables, l'intervista parallela curata da Fabio Menino ai presidenti di Fidal, Fisky, Iuta e Uisp. E poi la presentazione di tutti i team commerciali della stagione 2013: Crazy Idea, Tecnica, Lafuma Italia, Salomon Agisko, Kutt, Vibram, Valetudo Skyrunning Italia, La Sportiva. Infine news e curiosità dal mondo delle gare outdoor running. 


Tragedia sull'Everest, muore Bolotov

L'incidente del compagno di Urubko a quota 5.600

Alexey Bolotov, compagno di spedizione di Denis Urubko sull'Everest, è morto a quota 5.600 metri in un incidente alpinistico questa mattina. Al momento non ci sono molti dettagli ma sembra che si possa trattare della rottura di una corda che ha proiettato il corpo del russo in una caduta di 300 metri oppure di una scarica di sassi. La morte sarebbe stata istantanea. Urubka e Bolotov stavano tentando di aprire una nuova via in stile alpino sul versante sud-ovest della montagna.  


Pinsach-Sola', dal mare in vetta in sette ore

L'impresa dei due catalani sabato: 146,5 km in bici, corsa e sci

Chi non ha mai sognato di fare il bagno il mattino e sciare il pomeriggio o, magari, il contrario? Un sogno che per Marc Pinsach e Marc Solà, i due i catalani, è diventato realtà. Sabato scorso hanno percorso 146,5 km da Sant Feliu de Guìxols alla Cima del Bastiments, dalla spiaggia alla vetta. Partenza alle 8 in punto, poi 130 km in bici, 13 km di corsa e 3,5 km con gli sci e le pelli, per un totale di 3.500 metri di dislivello positivo e 7h45'. «L'idea ci ha sempre sedotto: unire il mare e la montagna, acqua e neve e i tre sport che pratichiamo di più: bici, corsa e sci - ha scritto Marc Pinsach su carreraspormontana.com -. … Ci sono posti con montagne più alte, tanta neve, paesaggi molto belli, ma passare in poche ore dal mare alla montagna, dalla spiaggia allo sci è qualcosa che puoi fare soltanto sui Pirenei». L'articolo completo, in spagnolo, si trova a questo link carreraspormontana.com/esqui-de-montana/marc-pinsach-y-marc-sola-del-mar-a-la-montana-en-el-dia  
 


Nuovo record sul Monte Bianco per Jacquemoud

Dalla chiesa di Chamonix e ritorno fin sulla vetta in 5 ore e 5 minuti

La stagione 'monstre' di Matheo Jacquemoud sembra non finire più. Il giovane atleta transalpino ha infatti abbassato di 9 minuti il record di salita sulla vetta del Monte Bianco partendo e ritornando nella piazza della chiesa di Chamonix, tragitto percorso in 5 ore e 5 minuti. L'impresa era stata preparata insieme a Kilian Jornet, ma viste le previsioni meteo per i prossimi 15 giorni, Matheo ha deciso di anticipare il tentativo in solitaria (Kilian era impegnato alla Transvulcania, dove ha conquistato una straordinaria vittoria). Il precednte record apparteneva al compianto Stephane Brosse e a Pierre Gignoux ed era stato realizzato nel mese di maggio 2003. Sull'account facebook di Crazy Idea, uno dei suoi sponsor tecnici, la descrizione dell'impresa nel dettaglio: «Il tempo impiegato dall'atleta francese del Team Crazy è starto di circa 1 ora e 5 minuti per coprire il tratto che separava la cittadina dell'Alta Savoia dalla prima neve, dopodichè, calzati gli sci è partito seguendo la traccia dei numerosi scialpinisti che frequentano il Monte Bianco in questa stagione. Giunto in vetta, per circa 1.000 metri di dislivello il manto nevoso era facile e trasformato, dopodichè la neve si è fatta difficile, crostosa e molto irregolare, rallentando così la marcia dell'atleta. Anche le condizioni meteo non erano eccezionali, con un vento freddo e temperature fino a -20° che hanno accompagnato in quota Matheo. Nonostante tutto questo è riuscito comunque a completare questa sua nuova esperienza».


Est dell'Aiguille Blanche: il video

Le spettacolari immagini della discesa estrema del 14 aprile sul Bianco

14 di aprile 2013: Davide Capozzi, Julien Herry, Francesco Civra e Luca Rolli hanno ripetuto la discesa della parete est dell'Aiguille Blanche de Peuterey… 29 anni dopo la prima. Una parete estrema unica al mondo. Da vedere nelle immagini del filmato di Epic Tv.