Steck,16 ore per Eiger, Monch e Jungfrau

Nuovo record in stile Swiss Machine

Dopo la salita ultra-veloce dell’Innominata, sul Monte Bianco, dopo avere preso parte alla gara di corsa OCC, nell’ambito dell’UTMB, ecco che a qualche giorno di distanza Ueli Steck si regala un’altra impresa: 16 ore da valle a valle per percorrere le creste di Eiger, Mönch e Jungfrau. Tutto nello scorso fine settimana, secondo quanto ha scritto sui suoi account social. Nel 2012 un’impresa simile, ma scendendo in parapendio dalle vette in 15 ore e percorrendo l’itinerario in senso inverso. Dove vuole arrivare Ueli Steck?


Giir di Mont, non la solita skyrace

Su Skialper di agosto-settembre un ampio servizio fotografico

«Ma quest'anno non c'è Kilian Burgada?». Al bar sport della Valsassina, lungo la strada per Premana, mentre mangi brioche e cappuccio le domande sono queste. Non si parla del Pipita o di Icardi. Poi quando arrivi in paese un fiume di auto viene convogliato nel fondovalle, tra le fabbriche di forbici e coltelli, da dove un altro fiume di navette ti porta in paese, nella piazza della chiesa gremita di gente. Il Giir di Mont è questo e solo chi l'ha vissuto sa che cosa vuol dire. Adrenalina a mille, atleti che scalpitano come i cavalli prima del palio, un paese intero che vive un anno per una gara. Alpeggi dove i malgari fanno a turno per offrire ristoro a big e pancia del gruppo e dove il pubblico si assiepa per dare un cinque al beniamino di casa Mattia Gianola o a madame Brizio ma anche all'ultimo concorrente.

IMMAGINI UNICHE - Su Skialper di agosto-settembre vi facciamo rivivere l’atmosfera di questa gara unica con un servizio fotografico di Federico Ravassard. per non perdere neanche una delle tante emozioni vissute lo scorso fine luglio, dalla presentazione in piazza al tifo sugli alpeggi, ma anche in tanti retroscena che permettono l’organizzazione del Giir.

DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di agosto-settembre è disponibile nelle migliori edicole da questa settimana e già scaricabile su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!

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Joe Grant polverizza il record dei 4000 del Colorado

In 31 giorni spostandosi solo in bici e a piedi

Si chiama ‘giro dei 14ers’. Si tratta delle montagne superiori ai 14.000 piedi (per la precisione poco più di 4.200 metri) del Colorado. Che sono ben 57… Negli States va di moda farlo by fai means, vale a dire spostandosi tra uno e l’altro in bici, per centinaia di miglia, e poi salendo e scendendo a piedi. Il record precedente era di 34 giorni e mezzo, realizzato da Justin Simoni due anni fa. Proprio in questi giorni si è saputo che Joe Grant lo ha polverizzato, chiudendo il tour in 31 giorni, 8 ore e 33 minuti. Nel 2007 Chris Davenport aveva sciato tutti i 14.000 piedi del Colorado, in un anno.


Il 2016 dello sci ripido

Su Skialper di agosto-settembre il diario della stagione

Sembrava non arrivare mai. Le immagini dei mesi di novembre, dicembre e gennaio parevano scattate nel deserto di Atacama invece che sulle Alpi. Poi a gennaio, un po’ per volta, le perturbazioni hanno cominciato a fare il loro dovere. Monte Bianco prima e più di tutti. Infine la neve ha iniziato a coprire l'estremo est, quindi le Alpi Occidentali, gli Écrins e le Graie. Il 2016 a prima vista non parrebbe un anno entusiasmante per lo sci ripido. Eppure se vogliamo è stata una stagione fantastica!

ALL’ANTICA - Un'annata vecchia maniera, dove le uscite che contano sono state in primavera, inizio estate. Chi ha saputo attendere è stato premiato con condizioni primaverili a tratti meravigliose. Alla fine la neve è arrivata e, grazie a un mix di fattori, specie a ovest, si è appiccicata per bene su pareti e pendii anche di difficile innevamento. Una stagione che per lo sci di pente raide non ha nulla a che invidiare al mitico 2013. Ecco quindi come consuetudine estiva che su Skialper di agosto-settembre Andrea Bormida ha riassunto quello che è successo sui pendii alpini. Qualcosa sarà sfuggito, come sempre non è una classifica o una vetrina, solo del gran bello skialp, dalla via Major sciatta da Rolli e Civra Dano 37 anni dopo De Benedetti al Linceul sulla nord delle Grandes Jorasses, ripetuto dopo 26 anni.

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Ueli piu' veloce di Kilian?

In un tratto della salita all’Innominata Steck sarebbe andato più forte

Le premesse sono d’obbligo, la salita di Ueli Steck dei giorni scorsi sul Monte Bianco dall’Innominata (leggi qui l’articolo) e quella del settembre 2012 di Kilian non sono perfettamente confrontabili, anche perché Kilian partì da Courmayeur e Steck dalla Val Veny. Però il sito spagnolo Desnivel ha provato a confrontare alcuni parziali. In particolare quello che sembra sovrapponibile, dall’Eccles alla cima, il tratto più tecnico. Secondo quando scritto da Steck sul suo account Facebook il tempo impiegato è stato di 2 ore e 25 minuti, mentre Kilian impiegò 2 ore e 47 minuti. Kilian impiegò 6 ore e 17 minuti da Coumayeur alla vetta e 2 e 19 per scendere a Chamonix, mentre Steck è salito in 5 ore e 30 (dalla Val Veny) e sceso al punto di partenza in 3 ore e 55 minuti. Steck, che ieri ha partecipato alla gara di trail OCC nell'ambito della settimana dell'UTMB, con arrivo a Chamonix, ha ammesso di essere stanco a causa dell'impresa sul Monte Bianco e perché «Non spingi mai così forte come in una gara perché c'è sempre qualcuno dietro o davanti a te».


E se incontrassimo un orso?

Ne parliamo su Skialper di agosto-settembre

Incontrare un orso sul sentiero, magari quando si cammina o si corre nel silenzio? In Italia è un’esperienza remota ma non impossibile. E l’orso che frequenta le Alpi non è certo un Grizzly… Però è sempre meglio conoscere le abitudini chi si potrebbe incontrare nel bosco. Ecco perché su Skialper 107 Ruggero Bontempi ha affrontato l’argomento.

QUASI ESTINTO - Fino al XVII secolo tutte le zone di montagna e di pianura caratterizzate da un’estesa copertura boschiva, nel Nord Italia e su tutto l’arco alpino, ospitavano una consistente popolazione di orsi bruni. L’habitat di questa specie (Ursus arctos) ha subito successivamente tra il XVIII e il XIX secolo una drastica riduzione. Le cause principali vanno ricondotte al disboscamento, finalizzato a ottenere una maggiore estensione delle aree a disposizione per le attività agricole e dei pascoli per il bestiame e alla sempre più diffusa presenza dell’uomo sulle montagne. A partire dalla metà del XIX secolo si è aggiunto un altro fattore decisivo: la persecuzione diretta, così alla fine del XX la specie era quasi scomparsa. Per scongiurare questo evento è stato avviato nel 1996 un ambizioso progetto da parte del Parco Naturale Adamello Brenta e oggi gli esemplari sull’arco alpino vanno da un minimo certo di 48 fino circa a 54.

GRANDE CAMMINATORE - L’animale ha un’indole solitaria: incontrarlo rappresenta un’esperienza statisticamente remota ma possibile anche per i runner. È un grande camminatore e frequenta ambienti forestali diversificati distribuiti tra i 300 e i 1.400 metri di quota, ma può spingersi anche all’interno di aree fortemente caratterizzate dalla presenza dell’uomo.

INCONTRI CON I RUNNER - Nel 2015 in provincia di Trento sono state registrate due aggressioni da parte di orsi a persone che stavano correndo in montagna. Ma l’orso non è pericoloso e basta seguire delle semplicissime regole per ridurre quasi del tutto la possibilità di incontrarlo. Quali regole? Basta comprare Skialper 107 per leggere i consigli degli esperti.

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Scarpa da strada o da trail?

Ne parliamo con Bernard e Martin Dematteis su Skialper di agosto

Sfogliando l’album dei ricordi dello skyrunning non sarà sfuggito agli occhi più attenti che atleti del calibro di Fabio Meraldi e Adriano Greco correvano con scarpe da… strada. Agli albori dell’era verticale era una scelta obbligata perché non esistevano scarpe da skyrunning o trail, ma oggi, come ben sa chi ha sfogliato la nostra Buyer’s Guide Summer, il segmento A5, quello delle scarpe da trail, che comprendono anche skyrunning e vertical, è particolarmente affollato e anche i marchi ‘generalisti’ propongono modelli adatti alla corsa off-road. Per molti, soprattutto chi arriva dalla strada, rimane però il bivio: perché comprare un modello da trail? Servirà veramente? Alzi la mano chi, ai primi approcci con sterrati e prati, non se l’è posta. La questione, dibattuta da anni, è ancora di attualità, a giudicare dai messaggi arrivati in redazione negli ultimi mesi. Per capire pro e contro di una o dell’altra scelta, siamo andati a correre con Martin e Bernard Dematteis, rispettivamente campione europeo e vice-campione di corsa in montagna. La risposta… su Skialper 107 di agosto.

FATTORI - Se sul mercato esistono centinaia di prodotti di svariati marchi un motivo ci sarà… però. Però, esistono delle eccezioni da valutare attentamente che in alcune situazioni potrebbero portare alcuni a preferire una stradista, magari una A2 o A3, non proprio una minimalista destrutturata al massimo. O quantomeno a rendere affrontabili certi terreni e condizioni anche con una stradista. Dipende da… ‘manico’ dell’atleta, terreno, distanza affrontata, protezione. Insomma, se volete saperne di più meglio leggere attentamente Skialper di agosto.

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Ueli Steck in 5 ore e 30 minuti in cima al Bianco

Partendo da Courmayeur sulla via dell’Innominata

Nuova prestazione da record per Ueli Steck: l’alpinista svizzero è salito in vetta al Monte Bianco partendo da Courmayeur in cinque ore e trenta minuti attraverso la via dell’Innominata. Partito dal camping La Sorgente alle 5.03 del 18 agosto è arrivato al rifugio Monzino (dove si è fermato una ventina minuti per colazione e un 'buon caffè'), da lì ci ha impegato un’ora e 45 minuti per arrivare a Pic Eccles e quindi in cima. Poi è sceso al rifugio Torino, per proseguire sino a Courmayeur per un totale di 9 ore e 25 minuti. 

 


Abbuffata di Appennino

Su Skialper di agosto un reportage sulla Grande Escursione Appenninica

C’è un sentiero che sfiora i 400 chilometri e che può mettere a dura prova il più allenato backpacker a causa delle difficoltà di orientamento, delle condizioni meteo mutevoli e della wilderness incredibile che si può incontrare in centinaia di ettari di fitti boschi a due passi dalla civiltà. Sono le gioie e i dolori dell’Appennino, da tanti snobbato ma mai banale. La GEA, Grande Escursione Appenninica, della quale parliamo in un ampio reportage su Skialper 107 di agosto-settembre, parte poco sopra l’Adriatico e arriva a breve distanza dal Tirreno, attraversando tutto l’arco appenninico a cavallo tra Emilia Romagna e Toscana. Un itinerario diviso in 20 o 28 tappe che il nostro Gianluca Gaggioli ha voluto provare a percorrere in versione fast & light, riducendolo a sole 9 tappe. Ma… vi consigliamo di ridurlo a 6 tappe, tagliando la noiosa parte iniziale…

MONTAGNA VERA - La GEA affronta diversi tratti di media e bassa montagna, inesorabilmente simili. Il bello viene soprattutto nella sezione centrale, dal Passo del Malandrino o a ridosso dei tanti Laghi Santi che si incontrano. In ogni caso una grande route che può mettere in difficoltà anche un fastpacker esperto. «Sembrerebbe una scampagnata, ma non lo è stata -scrive Gianluca Gaggioli -. Ho anche vissuto situazioni un po’ difficili, dove il mio passo non mi ha permesso di seguire il programma, facendomi perdere nel bosco nelle ore buie della notte, testardo nel continuare per raggiungere la meta, nella nebbia e con la pioggia, a guadare ruscelli che non avrei dovuto incontrare. Perché avevo solo le mappe, non avevo portato il GPS né attivato app specifiche sullo smarthphone (tanto non prende…). O con il rifugio che non si vedeva nella nebbia e che era solo a una decina di metri dal sentiero. Un’ora persa per trovarlo. E tutti i pensieri che mi sono passati per la mente, le canzoni cantate e ricantate…».

L’ITINERARIO - Se si volesse seguire l’intero percorso bisogna mettere in conto di andare da Bocca Trabaria al Passo dei Due Santi, dai rigori appenninici mitigati dal vicino Adriatico, fino ai panorami sul Tirreno…

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Sara' una estate 2017 fast and light

Su Skialper di agosto tutte le anteprime presentate alla fiera Outdoor

Aspettatevi una estate 2017 fast & light. È questo il trend più evidente che emerge dalle proposte spring summer presentate dai principali marchi alla fiera Outdoor di Friedrichshafen, in Germania, dal 13 al 16 luglio scorsi. Fast & Light può voler dire tutto e niente, come il titolo di un articolo, che condensa bene lo spirito outdoor per la prossima - ma ci sentiremmo di declinare al plurale l’aggettivo - stagione estiva.

DUE TREND - Però all’interno della moda ‘leggeri e veloci’ si delineano in particolare due trend più profondi, sui quali riflettere. Volendo riassumerli con due parole anglofone, potremmo dire alpine e cross. La prima tendenza indica la nascita di un segmento che si posiziona sopra lo speed hiking o il trail e sotto l’alpinismo, almeno quello più complesso. Insomma uno sport che prevede un po’ di corsa, passo veloce, qualche passaggio su roccia. Un’impresa per piccoli Kilian. È l’andare per montagne per farsi del bene, per sfidare se stessi più che gli altri. Il secondo filone è quello della trasversalità. Il consumatore vuole sempre più prodotti validi per diverse attività.

44 NOVITÀ - Scarpe da trail e hiking (tante), zaini, giacche, pantaloni, bastoni, lampade frontali… i nostri inviati hanno girato veloci e (meno) leggeri, visto il carico di materiale raccolto, tra i padiglioni per anticiparvi gli articoli sportivi più interessanti che indosserei fra un anno.

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Medaglie gemelle

Su Skialper di agosto tutto su Martin e Bernard Dematteis

Arco di Trento, 2 luglio 2016. Campionati Europei di Corsa in Montagna. Bernard Dematteis è davanti, dietro il fratello gemello Martin. Poco prima del rettilineo il primo si ferma, aspetta l’altro con il tricolore in mano e lascia a lui la vittoria, primo oro all’Europeo, che Martin dedicherà al piccolo Matteo, prematuramente scomparso. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo, ripresa da telegiornali e media nazionali. Noi però, su Skialper di agosto, siamo andati a vedere il prima e il dopo di quell’attimo fuggente passando da casa Dematteis.

FOTO ESCLUSIVE - Le immagini del servizio sono state realizzate da Federico Ravassard nella casa dove Bernard e Martin vivono con mamma Anna e papà Francesco insieme alla sorella Margherita. Si tratta di un bel rustico, sapientemente ristrutturato da Francesco, nel borgo di Rore, in Val Varaita (CN). Un rustico che si affaccia su una panoramica piazzetta e il grande orto di famiglia. La famiglia di Bernard e Martin ha anche una casa in quota, dove pascolano liberi i cavalli di razza Merens che i gemelli, di tanto in tanto, per allenarsi, vanno a controllare.


SOGNO O DESIDERIO? - «Mio fratello non sapeva niente. La notte prima di una gara sono agitato come quando ero Cadetto. La scena me la sono immaginata in un sogno, o forse era un desiderio» ha detto Bernard Dematteis.

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Valchiusella outdoor destination

Su Skialper di agosto un ampio reportage per scoprire la valle piemontese

Gli estremi si attraggono. Con un minimo comune denominatore: essere santuari outdoor. Cosa ci può essere in comune tra Finale Ligure e la Valchiusella se non la possibilità di praticare arrampicata, correre o pedalare in salita? È l’unica identità tra queste due outdoor destination che abbiamo deciso di trattare su due numeri consecutivi di Skialper. Realtà completamente diverse. Famosa in tutto il mondo la prima, sconosciuta ai più la seconda. Da una parte si è creduto anni fa nello sviluppo e nella promozione del turismo sportivo all’aria aperta, dall’altra c’è una miniera di possibilità (a due passi da Torino) per chi ama fare fatica nella natura, un piccolo paradiso non ancora scoperto e valorizzato come potrebbe. Almeno dagli italiani. Anche questa è una outdoor destination… E per questo è stata oggetto di un ampio reportage su Skialper di agosto.

CLIMB & RUN - Le vie di arrampicata in falesia di Traversella sono famose anche all’estero e tra un tiro e l’altro potrebbe anche capitarvi di incontrare Caio, il vignettista che i lettori di Skialper conoscono bene. Però… però la Valchiusella offre molto altro. Per esempio percorsi di running off-road di diverse distanze, affrontabili anche pi lentamente, ma comunque su sentieri selvaggi. Il local Roberto Giacchetto consiglia il Sentiero delle Anime, dove si possono anche veder numerose incisioni rupestri sui massi. Se cercate qualcosa di più lungo, ecco venirvi in soccorso Paolo Rossi, con una proposta oltre i 40 chilometri.

BICI E NON SOLO - La salite ad Alice Superiore è un classico per chi vuole testare la propria condizione sulle due ruote della bici da strada. Oppure si può decollare da Cima Cavalleria con il parapendio, oppure semplicemente gustare una deliziosa zuppa alle ajucche. Insomma, la Valchiusella potrebbe essere il vostri ben ritiro per una vacanza last minute se siete ancora indecisi…

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