Correre a 50 anni il Vertical kilometer dei record
Il racconto della gara del 'nostro' avvocato
Il peccato di 'ubris' è il leitmotiv di molte tragedie greche: è il peccato di tracotanza dell’uomo che vuole oltrepassare i propri limiti e proprio per questo viene punito severamente dagli dei per la superbia ostentata.
E io, come Icaro con il suo folle volo o Ulisse con Poseidone, devo aver mancato di rispetto a qualche divinità della Dolomites Skyrace avendo osato presentarmi alla partenza del Vertical Kilometer valido per il Campionato europeo di Skyrunnig; magari alle rinomate fate della Val di Fassa o a re Killian che - giustamente - forse non desidera che 'tapascioni' come me si mettano tra i piedi quando decide di scendere in campo. Così ora ne pago le conseguenze: ho qui davanti a me un vero e proprio muro verde. Un muro verde su cui è tracciato il 'sentiero del fulmine', un prato 'infiocchettato' di abeti che partendo da quota 1465 metri di Alba di Canazei conduce alla cima della Crepa Neigra, mille metri più in su, a quota, dunque, 2465. Il tutto in meno di due chilometri e mezzo. Due chilometri e mezzo di pura adrenalina, distillata da un sentiero scavato non dalla saggezza del passato, ma dalla splendida temerarietà degli organizzatori capitanati da Diego Salvador; una goccia d’acqua che scende direttamente dalla Crepa Neigra fino a valle. Insieme a me un centinaio di supereroi, di 'formule uno dell’alta quota' che si daranno battaglia per la corona continentale tra cui riconosco Killian Burgada, Urban Zemmer, Marco Moletto, Nejc Kuhar, Saul Padua, Nicola Golinelli e tanti altri 'corridori del cielo' che hanno fatto, e faranno anche oggi, la storia di questa disciplina.
Invecchiando si dovrebbe privilegiare il lungo lento, il trail, io invece vado controcorrente: dopo anni di skyrace, mi sono dato al breve e veloce: se si sopravvive ci si usura meno. Sono al punto di non ritorno: start. Insieme ad altri 19 concorrenti scatto, o mi illudo di farlo. Scatto alla rincorsa di me stesso e dei fantasmi del mio essere che mi costringono a cinquant’anni ad impegnarmi in queste lucide follie. Il cuore è a mille, spero che gli ultimi test d’idoneità fisica superati siano stati davvero approfonditi. Bando alle ciance, a manetta. Avanti tutta, e solo in su. La pendenza, dopo un breve avvio di circa 100 metri lineari, è subito da picca e ramponi (ci fosse la neve). I bastoni in carbonio sono altre due gambe, mi trasformano in un 4x4. Trovo il mio ritmo. Il bosco s’impenna sempre di più. E’ dura tenere il busto in avanti per non 'capottarsi' indietro in un improvvido 'back flip' ed al tempo stesso respirare al meglio, il diaframma è costretto ed inevitabilmente ne risente. Riesco comunque a 'mangiare' tutto l’ossigeno che mi serve. Le ripetute in forte salita che mi ha consigliato l’amico Marco Facchinelli mi hanno fatto bene, ma un mulo non diventa un cavallo nemmeno se si abitua a nitrire.
Salgo, anche se il collo non ha abbastanza escursione per consentirmi di vedere verso dove sto salendo, tanto è ripido il pendio ora divenuto un prato orrendamente inclinato. Le 'La Sportiva Q lite' che indosso mi danno un grip eccellente, ma sono i polpacci ad implorare pietà: chiedono requiem, ma non mi commuovono. Sono sordo al loro grido d’aiuto.
Ora siamo nel tratto più duro, la pendenza qui sarebbe da piolet traction, se vi fosse la neve; magari d’inverno ci si allena Tone Valeruz che abita qui sotto, penso. Il cuore ormai non si smuove dal massimo range di utilizzo. Funziona e questo per ora mi basta ed avanza. I tricipiti delle braccia sono esausti, impegnati nella strenua ed impari lotta contro la forza di gravità. L’impugnatura dei bastoni arriva quasi alle orecchie: è l’effetto dell’estrema pendenza su cui procedo. Il tifo degli spettatori si fa assordante. E’ una tempesta di emozioni che mi inebria e mi rinvigorisce. Un trip di fatica.
Il gonfiabile d’arrivo appare quasi all’improvviso. E’ quasi sopra la mia testa, dopo lo strappo finale. Tento un’ultima progressione per dignità ed approdo sulla cima. Ho espiato: gli dei della Dolomites hanno avuto soddisfazione.
Lo spettacolo del Vertical Crepa Neigra
Un'altra gara memorabile ad Alba di Canazei
A Canazei si sta catalizzando un'atmosfera da evento assoluto. Il Vertical della Crepa Neigra, con il suo percorso bellissimo, diretto, spettacolare ed unico nel suo genere non è è più una gara di contorno rispetto alla main race della domenica, come poteva esserlo fino a qualche anno fa, ma attira sempre più attenzione da parte del pubblico e degli atleti.
E infatti l'attesa che si è creata in queste ultime settimane non è andata delusa, e subito nel vertical di oggi ben tre atleti sono rimasti sotto il tempo di Urban Zemmer che resisteva dal 2010: lo stesso Zemmer, che a 43 anni si è migliorato ancora ed è giunto secondo dopo una battaglia all'ultimo respiro; Philip Götsch, terzo, che non smette di stupire ad ogni gara e in ogni specialità; e soprattutto Kilian Jornet, che nelle ultime due settimane ha gareggiato coprendo più chiometri di un aereo di linea, abbassando record su record.
RECORD! - Compreso questo del Vertical della Crepa Neigra: 32' 43" il nuovo tempo, 33 lunghissimi secondi sotto i 33' 16" del 2010. In 33 secondi questi uomini salgono alla velocità di una moto distanze che li portano dall'essere ancora dei puntini difficilmente riconoscibili, fino ad arrivare addosso allo spettatore molto, molto prima che se lo aspetti.
Nella particolare classificazione Skyrunning questo tempo è anche il nuovo record mondiale nella fascia di quota con arrivo tra i 2000 e i 3000 metri.
LA GARA - Urban Zemmer, Kilian Jornet e Philip Götsch hanno fatto il vuoto e sono saliti alternandosi a tirare. Al rilevamento dei 550 metri erano incollati con Götsch davanti. Fuori dal bosco sempre attaccati, a tutta, e nessuno mollava un millimetro. Alla forcella tirava Zemmer in forcing, e nessuno cedeva niente. Poi la pendenza si abbassava leggermente, per il breve traverso che porta agli infernali 50 metri positivi sotto il traguardo: e qui Kilian ha fatto quella differenza che ha conservato sul muro di gradini erbosi. Sette secondi a Zemmer (32' 50"), e 11 a Götsch (32' 54"). Nejc Kuhar, vincitore 2012 , ha impiegato 34' 25" e si è piazzato al quarto posto, con oltre 1' 30" di ritardo dal gruppo di testa e a 1' 42" da Kilian.
IL VERTICAL DELLE DONNE - Antonella Confortola continua a confermarsi il riferimento del popolo del vertical femminile. 41' 02" il tempo che le consentito di distanziare di quasi 2' Emelie Forsberg, regina appena riconfermata delle distanze lunghe. Dopo soli 8" è giunta terza la ceka Iva Milesova, e dopo soli altri 9" Silvia Serafini, che non correva certo sul suo terreno preferito.
KILIAN - Kilian ha vinto un vertical di mezz'ora cui erano presenti tutti gli uomini più in forma del momento su questo terreno particolare. Praticamente uno sprint in apnea, se confrontato alle distanze su cui ha corso nelle ultime gare… e va assolutamente ricordato anche il nuovo record di 4h 57' per andata e ritorno Chamonix-Monte Bianco di 10 giorni fa.
Il 'Sentiero del fulmine' non perdona: non ha mai un cedimento in cui si possa alzare la testa e tirare un respiro in più. Bisogna essere freschi e in condizioni perfette, altrimenti gli altri se ne vanno. Sono pendenze mai scorrevoli, su cui sarà difficilissimo stabilire record assoluti sui 1000m+. Il pendìo è così ripido che butta indietro se ci si sbilancia, e si sente la gravità spingere contro. Un terreno da gara sull'uomo, più che da tempo.
Ha vinto quello che doveva essere il più stanco di tutti. Ma dopo la gara, parlando di gare e di Monte Bianco, ci ha detto il semplicissimo perché: «Quest'anno sto proprio bene».
Il Vertical Kilometer apre i Campionati Europei
Ad Alba di Canazei la prima gara delle Dolomites SkyRace
Venerdì in Val di Fassa si apre l’edizione 2013 dell’European Skyrunning Championships, assegnato quest'anno all’organizzazione della Dolomites SkyRace. Due i titoli in palio, quello del Vertical Kilometer, che si svolgerà appunto venerdì con partenza alle ore 10 da Alba di Canazei e quello della skyrace di domenica. Nella starting list del Vertical i due detentori del record, l’altoatesino Urban Zemmer del team La Sportiva, che nel 2010 fissò il cronometro sul tempo di 33’16” stabilendo pure il miglior tempo al mondo e la fiemmese Antonella Confortola del team Salomon che nel 2008 impiegò 39’13”. Sulla carta sono loro gli atleti da battere, ma gli avversari non mancano. Il team La Sportiva schiera Nejc Kuhar, i forti italiani Marco Facchinelli, Marco Moletto, Filippo Beccari e Nadia Scola, nonché il giovane valdostano Nadir Maguet, mentre il team Crazy Idea si presenta con l’atleta italiano più in forma del momento Tadei Pivk, che ha deciso di partecipare ad entrambe le gare, e con il forte francese Matheo Jaquemoud. Per quanto riguarda il Team Salomon schiererà al Vertical i due vincitori della gara lunga 2012, ovvero il fuoriclasse Kilian Jornet Burgada ed Emelie Forsberg, quindi la russa Hanna Vokueva e la spagnola Laura Orgue, il team Scott invece sarà rappresentato da Celine Lafaye. È da tenere d’occhio anche la francese Corinne Favre, lo spagnolo Augusti Roc e il valtellinese Lorenzo Holzknecht, mentre il lecchese Nicola Golinelli ha deciso di prendere parte alla gara lunga. L’importante novità dell’edizione 2013 del Dolomites Vertikal Kilometer riguarda le partenze scaglionate per rendere più entusiasmante la gara, al quale sono iscritti oltre 200 atleti. Alle 10 in località Ciasates ad Alba di Canazei apriranno le danze i corridori del primo gruppo, con start ogni 10 minuti, fino a giungere alle 11.30, quando toccherà ai big animare i 2400 metri di gara che prevedono 1000 metri di dislivello con arrivo in località Crepa Neigra, sulla montagna del Ciampac. Conclusa la gara, le premiazioni sono previste per le 14.30 nei pressi della Scuola Sci di Canazei, mentre in serata presso il Cinema teatro Marmolada di Canazei incontro con Marco Olmo che racconterà, con filmati e fotografie, le sue numerose esperienze in competizioni ultra trail e in particolare nei vari deserti del mondo.
Francesca Canepa all'Eiger nonostante il psoas
La valdostana ha un'infiammazione muscolare
Terzo posto alla Ice Trail Tarentaise, vittoria alla Ronda dels Cims e... prossima tappa Eiger Ultra Trail, versione 101 km. Francesca Canepa continua a stupire. La valdostana, infatti, non è al top, nonostante i risultati top. «Ho un'infiammazione al muscolo psoas: riesco ad andare bene in salita e in discesa, ma nei tratti più veloci faccio fatica, dipende dalla giornata» ci ha detto Francesca in occasione della serata sul trail organizzata da Montura all'Alpstation di Schio. Nonostante questo conta di essere in gara questo fine settimana in Svizzera, mentre non sarà agli Europei, alla Trans d'Havet, che ha vinto l'anno scorso, ma alla Speedgoat, negli Stati Uniti. Poi naturalmente l'obiettivo principale, l'UTMB e il Tor des Geants. Una stagione partita con un po' di problemi al ginocchio, ma entrata nei giusti binari. «Siamo soddisfatti della Ice Trail - ha detto l'allenatore Renato Jorioz - nei parziali in salita e in discesa era sui tempi della Forsberg, ha perso solo nel tratto veloce». Francesca non si ferma mai...
Simone Cappelletti vince la Sky Race Valdinferno
Sonia Balbis prima nella gara 'rosa'
L'organizzazione è dello sci club Garessio, dove presidente è Fulvio Fazio, volto 'noto' nel mondo dello sci alpinismo: domenica è andata in scena la Sky Race Valdinferno, prova di 10 chilometri, con partenza ed arrivo ad Valdinferno, in Alta Val Tanaro, e passaggio in quota alla punta Antoroto. Vittoria di Simone Cappelletti del Team Valtellina in 1h 33' 20", davanti ai due atleti di casa, Fulvio Fazio in 1h 34' 37" e Alberto Fazio 1h 37' 04"; ai piedi del podio il saluzzese Valter Martinet (1h 40' 17") e l'albese Francesco Scrimadore (1h 41' 57"). Sonia Balbis della Pam Mondovì chiude al primo posto la gara femminile in 1h 54' 17", precedendo l'albese Morena Almonti (1h 54' 59") e la garessina Elena Tornatore (1h 59' 30"); quarta Maria Orlando (2h 08' 23"), quinta Elisa Colmo (2h 12' 06"), entrambre della Pam.
Percorso modificato al Trail del Bangher
Domenica 21 luglio nel Biellese
Domenica 21 luglio appuntamento con il Trail del Bangher, gara che si snoda sui sentieri che furono territorio incontrastato di Pietro (Peter) Bangher, il brigante che scorrazzava tra Biellese e Valsesia a cavallo tra '800 e ’900. Cambia, però, parte del tracciato: la tanta neve ancora sul percorso ha costretto il comitato organizzatore a ridurre il trail a 33 km e 3.100 metri di dislivello, anziché 43 km, evitando il territorio valsesiano. Il nuovo tracciato della gara, organizzata da La Büfarôla e valida per il Challenge Montagne Biellesi 2013, prevede la partenza da Piedicavallo (alle ore 7) verso il lago ed il colle della Vecchia, per poi addentrarsi in territorio valdostano, fino a Niel, punto di ristoro e controllo grazie al ristorante La Gruba. Ripartenza per il colle della Mologna Grande, rifugio il Rivetti (punto di ristoro, grazie a Sandro Zoia, gestore del rifugio) e quindi giù di corsa fino a Montesinaro. Ultima fatica la risalita da Rosazza alle Selle, con ultimo ristoro al rifugio Madonna della Neve, scendendo poi per i boschi fino al ponte in pietra che segna l'arrivo a Piedicavallo. Al trail quest’anno si affianca anche lo Speedbangher, gara competitiva di circa 14 km e 900 metri dislivello, oltre alla gara non competitiva di 10 km e 600 metri di dislivello. Informazioni e iscrizioni: www.traildelbangher.it.
Come non detto, a Canazei corre anche Marco
La presenza del bormino a Canazei modifica i pronostici
Come da notizia pubblicata questa mattina su corsainmontagna.it, Marco De Gasperi ha deciso di correre la Dolomites Skyrace di domenica prossima. Una prima assoluta per l’atleta bormino che, inevitabilmente, modifica i pronostici della vigilia e disegna nuove possibili strategie di gara.
LA DECISIONE - A bocce ferme, comodamente seduti ad una scrivania, una speranza o forse meglio una certezza la possiamo già avere. Se Marco ha deciso di presentarsi a Canazei, in un simile palcoscenico, è perché da Chamonix ne è uscito con ottime sensazioni e forse anche con qualche piccolo rammarico di troppo per il secondo posto alle spalle di Kilian. Considerando che la sana competizione, quella vera, fa parte da sempre del suo DNA, questa decisione implica necessariamente che nella sua testa si sia radicata la consapevolezza che potrà veramente giocarsela. Non fosse così, non staremmo parlando di Marco De Gasperi. Non servirebbe a nulla chiedergli una conferma perché, vuoi per l’umiltà che lo contraddistingue, vuoi per una sana e giusta pretattica, risponderebbe che Kilian è un gradino sopra di lui.
AUMENTA L’INTERESSE - A questo punto, cresce inevitabilmente l’interesse e la curiosità per quanto accadrà domenica. Essendo anche un campionato europeo, a maggior ragione si ragiona con estremo interesse sul potenziale degi azzurri. Di Tadei Pivk abbiamo già detto tutto o quasi, e con Marco aumenta sicuramente la possibilità di ben figurare anche a livello nazionale.
IPOTESI DI TATTICA - Mai come in questo caso è facile ipotizzare cosa accadrà domenica. In una gara come la Dolomites, 22 km con salita e discesa, ci sarà poco da calcolare. Il ritmo sarà devastante fin dall’inizio e con molta probabilità non diminuirà mai d’intensita. Dopo quanto visto quest’anno sulla salita del Posettes a Chamonix, potrebbe essere lecito ipotizzare che Marco riesca a transitare sul Piz Boè per primo. Potrebbe essere l’unica strategia possibile cercando di sfruttare al meglio i 65 km che Kilian ha nelle gambe dopo la massacrante Ice Trail di domenica scorsa, ammesso e concesso che li abbia ancora. E’ però importante che riesca a farlo con un buon margine di tenuta perché, nell’eventualità, dietro di lui ci potrebbe essere il calcolatore spagnolo come già avvenuto a Premana e al Kinabalu nel 2011.
Diversamente Marco potrebbe anche pensare di arrivare in gruppo al termine della salita per poi giocarsi tutto in discesa. In questo caso, però, sarebbe d’obbigo un consiglio a tutti gli appassionati e turisti che saranno lungo il percorso: prestare la massima attenzione, bolidi in corsa a velocità non controllabile.
Paolo Bert, profeta in patria
Vince ancora la Tre Rifugi Val Pellice
«E' la mia gara: quando ero bambino venivo a vederla e sognavo di poterla fare. E poi ci sono tanti amici che la organizzano». Paolo Bert ha vinto per l'ennesima volta la Tre Rifugi Val Pellice. «Ma tutti dicono undici successi su dodici partecipazioni, in realtà sono tredici perché ho gareggiato una volta quando si disputava in coppia. In ogni caso mi piace questo record: è la gara di 'casa', sul percorso dove abitualmente mi alleno. E come lunghezza e dislivello è il 'massimo' a cui posso arrivare: non ho la gamba per le gare oltre le sei ore. Anche perché non posso vivere solo con la corsa in montagna e dunque devo conciliare gli allenamenti con gli impegni di lavoro: quattro o cinque uscite la settimana e qualche lungo riesco a farli, di più è molto impegnativo». Prossimi impegni? «Adesso mi fermo un po', anche perché negli ultimi due mesi ero in gara tutte le domeniche. Poi sarò al via del Giir di Mont e cercherò di essere presente anche alla Red Rock, visto che sono ben messo, forse addirittura primo, nella generale del circuito La Sportiva».
Transcivetta Karpos, gia' 730 le coppie iscritte
Domenica 21 luglio la gara nelle Dolomiti agordine
Una Transcivetta Karpos da record. A meno di cinque giorni dal via erano ben 730 le coppie iscritte alla trentatreesima edizione della gara a coppie di corsa in montagna in programma domenica 21 luglio lungo i 23 chilometri (e 1950 metri di dislivello) che si snodano da Listolade ai Piani di Pezzè, nello scenario delle Dolomiti agordine. Mai, nella sua storia, la Transcivetta aveva raggiunto un numero così elevato di partecipanti, numero che comunque è destinato a crescere perché le iscrizioni saranno aperte fino a sabato 20.
FAVORITI - Gli agordini Daniele De Colò e Alessandro Follador sono la coppia da battere: lo scorso anno il vigile del fuoco di Taibon e lo ski-alper falcadino vinsero in 2h 09' 00" e quest’anno vogliono confermare il 'titolo'. La concorrenza comunque non mancherà. Così come agguerrita si annuncia la prova femminile dove si daranno battaglia Chiara Ladini e Angela De Poi (vincitrici 2012), Jennifer Senik e Martina Valmassoi, le sorelle Martina e Alba De Silvestro. Per quanto riguarda le coppie miste, occhi puntati a quella con il numero 264 composta da Daniele De Martin e dall’azzurra dello sci di fondo Virginia De Martin.
PROGRAMMA - Novità per quanto riguarda la logistica. Oltre al servizio navetta gratuito da Alleghe a Listolade e da Agordo a Listolade prima della partenza e, al termine della gara, da Alleghe a Listolade, grazie all’accordo tra l’organizzazione, Veneto Strade e le amministrazioni comunali interessate, sarà possibile parcheggiare sulla strada regionale tra Listolade e Cencenighe parallela alla galleria. Inoltre, sarà possibile parcheggiare anche in centro a Taibon, con servizio bus navetta per Listolade. Per le iscririzoni sarà necessario recarsi all’ufficio gare di piazzale N’Zunaia, nei pressi del palaghiaccio ad Alleghe, che osserverà i seguenti orari: dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Nello stesso arco di tempo e negli stessi orari, all’ufficio gare sarà possibile anche il ritiro di pettorali e pacchi gara. Per eventuali informazioni si può contattare il 348.3611244. Domenica mattina, 21 luglio, il ritiro dei pettorali avverrà, dalle 6 alle 8.15, presso la Biblioteca Comunale di Agordo, in via XXVII aprile (fronte ex caserme).
MONTEPREMI - Sempre di rilievo il montepremi: oltre alla maglietta tecnica Karpos, Transcivetta Karpos premierà le migliori coppie classificate, i gruppi sportivi che avranno totalizzato i migliori tre tempi (Trofeo Alleghe Funivie), il concorrente più giovane (Trofeo Lorenzini), la trentottesima coppia transitata al rifugio Tissi (Trofeo Tomè), la prima coppia femminile transitata al rifugio Tissi (Trofeo De Toni), la prima coppia mista transitata al rifugio Coldai (Trofeo De Zordo). Infine, spazio al premio 'tempo ideale', alle coppie (maschile, femminile e mista) che si avvicineranno al 'tempo medio segreto', definito in precedenza dall’organizzazione. Quest’anno, poi, spazio anche al 'Trofeo Famiglia', iniziativa che premia i nuclei familiari e che è promossa dall’organizzazione di Transcivetta Karpos in sinergia con Radio Più, l’emittente agordina che in questo 2013 festeggia i 30 anni dalla fondazione.
Tadei vs Kilian, azzardo o realta'?
Grande interesse per la sfida di domenica a Canazei
Sul sito skialper.it, il sondaggio sul pronostico tra lo spagnolo Kilian Jornet e l’italiano Tadei Pivk alla Dolomites Skyrace di domenica prossima, valida come Campionato Europeo di disciplina, sta suscitando molto interesse da parte dei lettori.
Cerchiamo di analizzare la questione oltre le pur piacevoli logiche campanilistiche. Si parte da una certezza, ovvero che si tratta di una possibile sfida tra due atleti di grandissimo valore assoluto. Da una parte Kilian Jornet, nato il 27 ottobre 1987 e domiciliato a Les Houches, a pochi chilometri da Chamonix e dall’altra Tadei Pivk, nato il 20 luglio 1981 e residente a Camporosso Valcanale, in Friuli-Venezia Giulia. Ovviamente, oltre a loro due, moltissimi altri atleti tra i possibili protagonisti della gara.
IL PRECEDENTE - I lettori più attenti ricorderanno sicuramente che la sfida di domenica prossima non è un inedito. Nell’ormai lontano 2008, infatti, i due si sono già confrontati sullo stesso percorso in occasione degli Sky Games. Vinse Kilian in 2h06’06’’, ma Tadei ci andò molto vicino arrvando terzo a soli 58’’ dal vincitore e a 15’’ da Tofol Castanyer, secondo classificato.
ZEGAMA - A fine maggio abbiamo avuto il piacere di ammirare Kilian e Tadei nella prestigiosa Zegama-Aizkorri in Spagna. Sui 42 km della prova, vinse Kilian in 3h54’28’’ e Tadei arrivò terzo con un distacco di 4’29’’. In cima all’Aizkorri, a circa metà gara e quindi su una distanza simile a quella di domenica, accusò un distacco di 2’07’’, a Urbia, quasi alla conclusione della prova, addirittura di 1’18’’. Poi quei 3’ persi nel finale di gara, complice anche il forcing di Kilian su Luis Hernando. Fu proprio da questa piacevole conferma in ambito internazionale che abbiamo incominciato a guardare Tadei non solo più come a uno dei massimi interpreti della disciplina a livello nazionale ma addirittura a livello mondiale.
TADEI - Oltre alla già citata Zegama-Aizkorri, Tadei arriva all’appuntamento di domenica con dei risultati stagionali a dir poco entusiasmanti. L’ultimo, la performance stellare al Sentiero 4 luglio, primo classificato con record migliorato di oltre 11’ e un vantaggio di 13’42’’ su Matteo Piller Hoffer, secondo classificato. Tra le altre vittorie, anche il titolo italiano Fidal di lunghe distanze alla 4 Passi in Casa Nostra, la International SkyRace Carnia, anche in quest’occasione con il nuovo record del percorso e la Stava Skyrace. Già detentore lo scorso anno del titolo di Campione Italiano Skyrunning, anche quest’anno, salvo sorprese, dovrebbe riconfermarsi.
KILIAN - Anche lui arriva a Canazei con una serie di risultati che lasciano quasi senza parole. Da maggio, nell’ordine, ha vinto, Transvulcania con record, Zegama, Marathon du Mont-Blanc con record, Kilian's Classik e Ice Trail Tarentaise sempre con record. L’unica volta che non ha tagliato il traguardo per primo è stato nel Vertical di Chamonix dove i 19’’ di distacco dal colombiano Saul Padua gli valsero il secondo posto. A margine di tutto questo, ha portato a termine un’altra tappa del suo progetto Summits of my life stabilendo il nuovo record da Chamonix alla vetta del Monte Bianco e ritorno, il tutto in 4h57’’.
CONFRONTO POSSIBILE? - Difficile dire se in condizioni ottimali, sia fisiche che mentali, Tadei sia in grado di battere Kilian. Fino a questo momento i semplici numeri sembrano non contemplare questa ipotesi. Domenica oltretutto si corre su un percorso e in un luogo che lo spagnolo apprezza molto. Lo scorso anno vinse con un tempo incredibile di 2h01’52’’ e non concesse nessuna possibilità agli avversari; Ionut Zinca, secondo classificato, accusò infatti un ritardo di 4’39’’. Gli stessi semplici numeri rappresentano però il passato e domenica potrebbe invece essere scritta una nuova pagina di questo sport. Lo splendido esordio internazionale a Zegama e i grandissimi risultati a livello nazionale, sono la base che portano legittimamente a ipotizzare che quest’anno Tadei abbia fatto un ulteriore salto di qualità. Viste le premesse, arriva a Canazei con una condizione mentale a dir poco ottimale. Sicuramente la convinzione nei propri mezzi ricoprirà un ruolo importante, forse fondamentale. Da un’altra angolazione, invece, diverso è il discorso se fosse lo stesso Kilian a non essere in condizione di correre al suo massimo potenziale. Un’ipotesi da scongiurare ma ipotizzabile dopo la doppia sfida Monte Bianco e Ice trail della scorsa settimana. Di fronte a qualsiasi altro atleta saremmo qui a parlare di un semplice azzardo insensato a una settimana di distanza da un Campionato Europeo o, meglio ancora, non ne parleremmo proprio. Di Kilian, invece, molto probabilmente nessuno ha ancora capito quali siano i suoi limiti e, a giudicare da cosa sta facendo, forse non l’ha ancora capito neanche lui.
Di sicuro domenica, sulla salita che porta ai 3.152 m del Piz Boè, la parola d’ordine sarà crederci fino in fondo e sulla successiva discesa che riporta a Canazei la parola d'ordina sarà crederci ancora di più. Poi conteranno anche le gambe e il fiato.
Anche Bazzana alla Blumon Marathon
Il bergamasco tornera' in gara domenica nella piana del Gaver
Avevamo lasciato Fabio Bazzana alla Maratona del Cielo, dove si era procurato due storte. «Ora va meglio, sto correndo, anche se non in discesa, ma direi che la condizione, piano piano, sta tornando» ci ha detto al telefono. Fabio Bazzana ha deciso di non partecipare alla Dolomites SkyRace a causa dell'infortunio ma di ritornare in gara domenica alla Blumon Marathon, terza gara del Trittico di Corse in Montagna organizzato dalla Polisportiva Valli Bresciane. Fabio infatti aveva preso parte al Trofeo Nasego e al Gir de le Malghe, le altre due 'tappe' e ora si trova secondo nella classifica generale a circa quattro minuti da Alessandro Rambaldini. L'appuntamento per cercare di risalire la classifica, dunque, è domenica prossima nella piana del Gaver (Bs), su 23 km e 2400 m di dislivello complessivo.
Bettelmatt Sky Race sul percorso originale
La gara in programma domenica 21 liuglio
Ancora un po' di neve in quota, ma domenica 21 luglio la sesta edizione dell'International Bettelmatt Sky Race si correrà sul percorso originale. Da Riale Formazza, a quota 1.731 metri, gli atleti si dirigeranno quindi, affrontando subito una ripida salita, verso il Lago Toggia, a quasi 2200 metri; ci sarà poi una fase in quota, che attraverso diversi saliscendi porterà gli atleti al Passo San Giacomo (2.308 m), e poi, dopo lo sconfinamento in Svizzera, al Passo Gries (2.479 m), dove inizierà la discesa verso l'Alpe Bettelmatt. Gli atleti della gara lunga, si dirigeranno verso il Ghiacciaio del Siedel, per poi arrivare al punto più alto della gara, il Rifugio 3A, a 3.000 metri di altezza. Dal Rifugio inizierà la lunga discesa, che costeggiando prima il Lago Sabbione e poi il Lago di Morasco tornerà ai 1.731 di Riale Formazza. La 'corta', invece dall'Alpe Bettelmatt, proseguirà direttemente verso l'arrivo. Il costo di iscrizione per entrambe le distanze sarà di 30 euro fino alle 12 di sabato 20 luglio, ma c'è la possibilità di iscriversi anche il mattino della gara, dalle 7.30 alle 8.00, ma al costo di 40 euro. Accanto alle due gare principali in programma anche la corsa 'Da Formazza alle Ande', di soli 6 km: parte dell'incasso delle iscrizioni (5 euro), sarà devoluto all'Operazione Mato Grosso, il movimento che si propone l'educazione dei giovani attraverso il lavoro gratuito per i più poveri in alcuni paesi dell'America Latina. Tra i tanti premi, anche un riconoscimento speciale per il gruppo più numeroso, intitolato a Walter Sormani, noto imprenditore locale e figura di grande importanza nello sviluppo turistico della Valle Formazza, scomparso recentemente, oltre all'estrazione di una forma di Bettelmatt.