Dopo Canaday, anche Chorier passa ad Hoka

Fuoriuscite pesanti per Scott e Salomon

Il mercato invernale del trail incomincia a offrire i primi colpi di scena. In questo caso, ne sono protagonisti due degli atleti di livello internazionale più rappresentativi nelle lunghe distanze.
Dopo Dave Mackey, Christophe Le Saux, Ludovic Pommeret, Maud Combarieu, Emma Roca e Karl Meltzer, anche il francese Julien Chorier (ex Salomon) e l’americano Sage Canaday (ex Scott) entrano ufficilamente nel Team Hoka Pro. Si tratta di due rinforzi strategici perché coprono nel migliore dei modi le distanze fino ai 100 km (Canaday) e quelle più lunghe, in modo particolare le 100 miglia (Chorier). 

JULIEN - Julien Chorier, classe 1980, insieme al suo ex compagno di team Francois D’Haene e a Seb Chaigneau, può essere considerato uno dei migliori interpreti francesi delle lunghe distanze. Al suo attivo, vanta vittorie e piazzamenti di prestigio in molte delle gare più prestigiose al mondo; 1° CCC (2007), 3° UTMB (2008), 1° Grand Raid Réunion (2009), 1° Ultra Mitic (2010), 1° Hardrock (2011), 1° La Diagonale des Fous (2011), 1° Ultra Trail Mt. Fuji (2012), 2° Ultra Trail Mt. Fuji (2013) e 1° Ronda dels Cims (2013). Nei suoi programmi per il 2014, sembra dato per certo il suo ritorno in America alla Hardrock. 

SAGE - E’ una delle rivelazioni stagionali nelle ultra distanze americane. Tolta la UROC di fine settembre dove è arrivato sesto, nel corso del 2013 ha disputato altre sei gare e di queste ne ha vinte cinque (Bandera 100 km, Tarawera 100 km, Lake sonoma 50 mile, Cayuga Trails 50 e SpeedGoat 50 km), di cui tre stabilendo il nuovo record del percorso. Al momento, Canaday non ha ancora rivelato i suoi programmi per il 2014. Vanta inoltre un terzo posto alla Transvulcania Ultramartahon in Spagna.


UTMB 2014, sono 2390 le richieste francesi

Da soli, i transalpini potrebbero riempire la gara

Gli organizzatori dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc hanno comunicato i dati relativi alle pre iscrizione dell’edizione 2014. Su un totale di 14.113 richieste pervenute, tra le 5 gare in programma, l’UTMB, quella più lunga, da sola ha superato le 5.000 richieste. 

NUMERI RECORD - A livello di nazioni, con 2.390 richieste d’iscrizione, la Francia la fa da padrone come ogni anno. Con un tetto massimo di 2.300 partenti imposto dal regolamento per la sola gara più lunga, ovvero l'UTMB, anche per i soli atleti transalpini, quindi, si renderebbe necessario il sorteggio. Sono numeri a dir poco impressionanti se paragonati a quanto avviene in altre nazioni. Ad esclusione della Réunion, che è pur sempre un’isola francese, a livello internazionale nessun’altra gara di 100 miglia può contare numeri di questo tipo. Considerata la portata dell’evento, 168 km con 9.600 metri di dislivello positivo da compiere in un tempo massimo di 46 ore, i dati assumono un valore ancora maggiore.

L'
ALTA SAVOIA - Il dipartimento dell’Alta Savoia, il numero 74, da solo conta 253 richieste d’iscrizione. Una sola regione, quindi, in altri paesi come l’Italia, potrebbe da sola legittimare l’organizzazione di una gara di 100 miglia. Segue il dipartimento del Rodano, il numero 69, con 133 richieste. 

UN ESPOIR E QUATTRO VETERANI 4 - Con 1.092 atleti (1.036 uomini e 56 donne), pari al 46% delle richieste francesi complessive, la categoria Veterani 1, dai 40 ai 49 anni, è quella più presente. Segue la categoria Senior, dai 23 ai 39 anni, con 724 atleti (690 uomini e 34 donne), pari al 32% delle richieste. Agli estremi delle categorie, tra le 2.390 richieste, ne compare solo una della categoria Espoir, dai 20 ai 22 anni, ma sono ben 4 quelle della categoria Veterani 4, oltre i 70 anni. Nel totale dei pre iscritti francesi, il 93% sono uomini e il 7% donne. 

I BIG FRANCESI  -
Tra i pre iscritti francesi che nel 2013 hanno ottenuto buoni risultati  all’UTMB, al momento compare Bertrand Collomb-Patton, ottavo anno in 23h14’, Arnaud Lejeune, nono in 23h18’ e Alexandre Mayer, sedicesimo in 24h05’. A questri si aggiungono Clément PetitJean, quarto lo scorso anno alla CCC e Damien Trivel, sesto sempre lo scorso anno alla TDS ed emmanuel Gault, vincitore della CCC nel 2011. Tra le donne, invece, compare Caroline Chaverot, vincitrice lo scorso anno della CCC.

LE ALTRE NAZIONI -
Come ogni anno, dopo la Francia, con 647 pre iscritti è la Spagna la nazione che registra l’interesse più alto per la gara francese. Segue l’Italia con 507 atleti, Giappone con 425, Germania con 221, gli Stati Uniti con 197, la Svizzera con 158. Significativo anche il numero delle richieste provenienti dalla Cina con 105 atleti.   


Niente edizione 2014 per la Valmalenco-Valposchiavo

Anno sabbatico per la Sky sugli antichi sentieri dei contrabbandieri

Il prossimo giugno non si correrà la prestigiosa kermesse italo-svizzera disegnata sui sentieri percorsi un tempo dai contrabbandieri.
Dopo alcune edizioni su percorso alternativo, causa condizioni meteo sfavorevoli, e vista una crisi finanziaria prolungata che di riflesso si fa sentire anche sul ‘mondo  gare’, il comitato organizzatore, orfano del presidente Moreno Raselli, ha preferito prendersi un anno sabbatico per decidere il futuro della gara: «Gli impegni professionali mi impediscono di garantire il contributo necessario in termini di tempo affinché la gara possa essere organizzata mantenendo lo standard che l'ha resa famosa a livello internazionale – ha dichiarato quest’ultimo -. Sulla mia decisione ha pure pesato la delusione per il gravoso taglio del sostegno finanziario da parte del Cantone dei Grigioni. Cosa che, a medio termine, rappresenterà una vera e propria spada di Damocle. Per un evento che nel corso degli anni è divenuto un vero e proprio simbolo sia per la Valposchiavo che per la vicina Valmalenco».    

PAUSA DI RIFLESSIONE -
Di qui la decisone sofferta, ma unanime,  di prendersi una piccola pausa di riflessione: «La SkyRace si fermerà per un anno  per motivi di natura organizzativa e finanziaria – ha continuato Raselli -.

I comitati dei due versanti, svizzero e italiano, hanno però già individuato possibili soluzioni che renderanno la Valmalenco - Valposchiavo ancora più bella e spettacolare. Ciò a condizione di riuscire a risolvere il serio problema di budget insorto a causa del decurtamento del fondamentale contributo fin qui garantito da Graubünden Sport».  

IL FUTURO -
Al fianco di un gruppo che nel corso dell’ultimo decennio ha portato questa gara ad essere una delle più belle e blasonate del Vecchio Continente vi sono istituzioni locali e sponsor privati che hanno da subito hanno colto le potenzialità turistico – sportive dell’evento: «Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare pubblicamente le istituzioni locali e main sponsor come Repower e Banche Raiffeisen. Grazie a loro ha potuto crescere ed affermarsi sino a diventare una delle tappe obbligate per grandi campioni e semplici amatori.
Un grazie va anche a La Sportiva e a Gore-Tex con l'augurio che il circuito da loro ideato, pur se orfano per un anno della nostra competizione, possa crescere ulteriormente».     

Raselli ha voluto riservare una menzione ai volontari, da sempre cuore pulsante di questa kermesse transfrontaliera: «Un grande grazie va ai volontari che con impegno, passione  e dedizione si sono dati da fare sia sul fronte italiano, sia su quello svizzero.  Il comitato organizzatore farà tutto il possibile affinché il loro grande impegno venga onorato anche in futuro».   


Giorgio Macchiavello, Magical Mistery Tor

Presentato un nuovo libro sul Tor des Geants

Venerdì 27 dicembre si è tenuta a Courmayeur, presso il Jardin de l'Ange, la presentazione del libro Magical Mistery Tor, scritto da Giorgio Macchiavello, giornalista de La Stampa di Aosta, ed edito da Musumeci Editore. Si tratta di un piacevole libro di 96 pagine dove non compaiono racconti autocelebrativi, ma semplici aneddoti di esperienze vissute durante sei lunghi giorni di corsa. 

DALL’ARRANCABIRRA AL TOR - Giorgio Macchiavello ha partecipato a due edizioni del Tor des Géants, la gara a piedi di 330 km che percorre interamente le Alte Vie numero 1 e 2 della Valle d’Aosta. Nel 2012 è stato costretto a fermarsi al col del Malatrà quando la gara è stata interrotta dagli organizzatori per le avverse condizioni meteo. E’ tornato nel 2013 e ha portato a termine quello che solo fino a qualche anno prima era un sogno quasi impossibile anche solo da immaginare. Ha iniziato a correre quasi per caso all’Arrancabirra e dopo altre esperienze, passando dal Gran Trail Valdigne, si è ritrovato finisher di una delle gare più impegnative al mondo.

TWITTER E BLOG IN DIRETTA - Durante la sua avventura, Macchiavello ha curato un blog e ha postato in diretta, su twitter, quanto di bello stava vivendo. “Ho cercato di fare una cosa completamente diversa. Una parte dei tweet che ho scritto in gara, li ho riportati sul libro accompagnati da una fotografia. Penso che sia una delle prime volte che accada una cosa del genere, che quando riportato sul web venga poi trasferito in un libro”. 

REALTA’ PARALLELA - Affascinante la sua testimonianza diretta dei momenti vissuti in Valpelline, quando si è accorto di aver camminato un lungo tratto sognando “di essere in un bosco che avevo già visto. Le cime degli alberi disegnavano qualcosa simile a cupole gotiche. Quando ho realizzato che ero troppo in alto e che in realtà non vi erano alberi, mi sono seduto per riprendermi. Mi sono reso conto di aver vissuto una realtà parallela”.

VOLONTARI E PUBBLICO - Sebbene non si tratti di se stesso, in realtà Macchiavello qualcuno celebra nel suo libro. Si tratta dei volontari e delle tante persone incontrate lungo il percorso “I valdostani riescono a esprimere umanità, vicinanza e allegria. E’ una componente eccezionale. A me piace andare in montagna da solo, e il Tor l’ho fatto da solo. Penso però che il Tor sia una grande gita collettiva perché c’è sempre qualcuno che s’incontra lungo il percorso”. 

LA NON GESTIONE DEL SONNO - Tra le domande del pubblico, anche una sulla gestione del sonno: “non posso dire nulla perché per me non è stata programmabile. Non ho mai camminato una notte intera e fondamentalmente mi sono fermato ogni volta avessi sonno”.

OBIETTIVO FINISHER -
Giorgio Macchiavello è partito da Courmayeur domenica mattina e vi ha fatto ritorno il sabato dopo. Non ha camminato sulle alte vie della Valle d'Aosta con un obiettivo cronometrico ma solo con la volontà di diventare finisher e di vivere una grande avventura personale. "Durante la gara non ho mai pensato di ritirarmi. Anzi, a un certo punto ho pensato che per fermarmi avrebbero dovuto abbattermi con l'artiglieria pesante".

In definitiva, per Giorgio Macchiavello, il Tor è qualcosa di magico e misterioso, esattamente come riporta il titolo del suo libro. “Secondo me il Tor è un’esperienza molto forte che ti rimane tutta la vita”. 


Brutta tegola per Urban Zemmer

Rottura dei legamenti della spalla per il campione altoatesino

Urban Zemmer chiude amaramente il suo 2013, proprio mentre stava entrando in grande forma per i Vertical di Kitzbuhel e del Mountain Attack a Saalbach.   

Venerdì è caduto sciando, procurandosi la rottura dei legamenti della spalla. Domenica si è sottoposto all'operazione chirurgica, e ora è a casa. La stagione delle pelli di Urban è quindi finita prima di cominciare. Ma una cosa è certa: si riprenderà più forte di prima. Lo ha già dimostrato, lui è un esempio di volontà per tutti e questa è una delle qualità che lo rendono così amato e popolare.  

I nostri migliori auguri al fenomenale Urban per una veloce guarigione. Anzi: a tempo di record!


Bettelmatt Sky Race: appuntamento il 20 luglio

Percorsi immutati, iscrizioni dal primo febbraio

Mentre a Riale Formazza lo sport del momento è ovviamente lo sci di fondo, lo staff di Formazza Event sta già lavorando alla settima edizione dell'International Bettelmatt Sky Race che nel 2014 si terrà il prossimo 20 luglio. I percorsi, uno da 33 km e uno da 22 km, resteranno immutati rispetto all'edizione 2013. La speranza è che nel 2014 la neve, che quest'anno ha reso durissimo il percorso della gara lunga, sia presente solo come elemento del paesaggio sulle alte vette che fanno da sfondo al tracciato della Bettelmatt Sky Race. Lo scorso anno i vincitori furono: nella gara lunga Maurizio Mora ed Ester Scotti; nella gara corta Ennio Frassetti ed Arianna Matli; gli ultimi tre atleti menzionati si erano imposti anche nel 2012. Confermata anche la corsa non competitiva di circa 8 km 'Dalla Formazza alle Ande' che nel 2013 ha toccato il proprio record di iscritti con ben 120 atleti: come sempre, parte della quota d'iscrizione di questa gara sarà devoluta all'Operazione Mato Grosso, il movimento che si propone l'educazione dei giovani attraverso il lavoro gratuito per i più poveri in alcuni paesi dell'America Latina. Le iscrizioni dell'International Bettelmatt Sky Race apriranno il primo febbraio. Il primo appuntamento con Formazza Event sarà però il 16 marzo con la classica ciaspolata Meitzä Lauf, giunta all'ottava edizione. A breve saranno disponibili tutte le informazioni sul sito www.formazzaevent.com


UTMB, quote maggiorate del 30 %

A pochi giorni dalle iscrizioni, spiacevole sorpresa in vista

L’organizzazione dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc, a pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni per il 2014, ha annunciato alcune novità importanti in merito alle sue gare.

AUMENTA IL BUSINESS - La prima, forse quella di maggior rilievo, riguarda le quote d’iscrizione che rispetto alle passate edizioni vedono registrare un incremento abbastanza consistente, nell’ordine del 30%. La quota dell’UTMB® passa da 155 a 207 euro (+33,5%), quella della CCC da 106 a 128 euro (+20,7%) e quella della TDS da 106 a 142 (+33,9%). Escludendo la nuova gara di 50 km in programma e la PTL che si svolge in squadre di tre componenti, per le sole UTMB, CCC e TDS sono 5.800 i posti disponibili. Se anche per il 2014 gli organizzatori registreranno il tutto esaurito, cosa molto provabile visto l’interesse per la manifestazione, gli introiti complessivi per le sole quote d’iscrizione saliranno a 946.500 euro, ovvero 219.000 euro in più (+30%) rispetto allo scorso anno.

UN MILIONE DI EURO - Una cifra complessiva che, inserendo anche le altre due gare in programma, porterà l'UTMB a superare la fatidica soglia del milione di euro solo per le iscrizioni. A questi vanno poi aggiunti tutti gli altri introiti, dal merchandising ai servizi accessori agli atleti.

LE MOTIVAZIONI - La stessa organizzazione motiva l’aumento delle quote d’iscrizione con una mail indirizzati ai potenziali interessati e la rende quindi pubblica sul suo sito internet: “Quest'anno, dobbiamo, nostro malgrado, aumentare le quote d'iscrizione. Lo sviluppo delle nostre gare ed il numero di concorrenti che accogliamo - circa 7000 corridori attesi nel 2014 - generano un aumento significativo delle spese organizzative nell'ambito della sicurezza, dell'accoglienza, della logistica e dei trasporti. Per continuare a garantire la migliore qualità organizzativa agli atleti, ai loro cari ed agli spettatori, dobbiamo rinforzare i nostri dispositivi di sicurezza e d'accoglienza e professionalizzare alcune prestazioni. Queste decisioni, più l'evoluzione delle norme fiscali alle quali siamo sottoposti, comportano un aumento del nostro budget. Nonostante questo aumento, i prezzi che pratichiamo ed in particolare il prezzo per kilometro di gara, sono tra i più bassi rispetto a quelli dei grandi eventi internazionali di gare podistiche”.  

PROFESSIONALIZZARE ALCUNE PRESTAZIONI - E' questa la voce che desta particolare interesse nell'ambiente. In attesa di riscontri precisi, potrebbe essere l'indicazione che darà il via all'abbattimento del tabù dei premi in denaro anche per la corsa regina del trail running, la stessa che li ha sempre considerati contro l'etica del suo regolamento.


Trail di Portofino, la brutta questione dei bicchieri

Seguendo le polemiche dopo la classicissima ligure

Forza del web, i commenti sul Trail di Portofino non sono di certo mancati in rete. Sul gruppo aperto di Facebook inerente alla manifestazione, si contano infatti centinaia di interventi degli utenti in merito alla manifestazione disputatasi domenica scorsa. Tra elogi pressoché unanimi alla bellezza del territorio attraversato, non sono però mancate alcune perplessità sulla gestione della manifestazione. Il Trail di Portofino può quindi essere preso come pretesto per analizzare il movimento della corsa outdoor più in generale.

RISTORI –
Come già successo in passato per altre manifestazioni, anche domenica molti atleti impegnati in gara hanno lamentato la carenza di rifornimenti nei punti di ristoro, facendo intuire che si sia trattato di una gestione poco accurata delle scorte da parte degli organizzatori o dell’abuso di quanto messo a disposizione da parte di alcuni atleti. Il risultato finale, almeno in base alle testimonianze, è quello che ancora una volta sono stati svantaggiati gli ultimi in classifica che hanno trovato i tanto sospirati banchetti pressoché sguarniti. L’organizzazione della manifestazione, l’Atletica Due Perle, si è scusata pubblicamente per l’accaduto intervenendo sulla stessa pagina Facebook: “Ragazzi, vi chiedo umilmente scusa, è la prima volta che succede, non tutte le ciambelle vengono con il buco”.

BICCHIERI E GEL –
Su quanto emerso in merito all’abbandono di bicchieri di plastica e gel lungo il percorso, la questione è invece leggermente più delicata e merita una riflessione che riguarda in particolare modo la direzione che sta prendendo una disciplina in forte espansione come quella della corsa outdoor in generale. Stupisce infatti che i praticanti di una disciplina in natura che ne ammirano in particolare il contesto naturale in cui questa si svolge, non dimostrino poi nei fatti quanto di più bello si può leggere nei loro racconti di gara, ovvero l’amore e il rispetto per la natura. Una responsabilità che in prima battuta può essere fatta ricadere sugli atleti ma che ha invece anche riflessi sull’organizzazione stessa della gara.

ATLETI –
La questione dei bicchieri per terra è il motivo principale per cui, dopo tre edizioni disputate, non sono più tornato a correre il Trail di Portofino. Presumo quindi che quel “è la prima volta che succede” dichiarato dagli organizzatori, si riferisca alla sola questione dei ristori e non a quella più seria del rispetto dell’ambiente. Dal lato degli atleti penso che ci sia poco da aggiungere in quanto la cultura del rispetto per l’ambiente è qualcosa di particolarmente soggettivo e che spesso e volentieri ha origini lontane. Può derivare da attitudini personali ma anche dal tipo di educazione ricevuto in infanzia. Difficile, ma non impossibile, che determinati meccanismi subentrino in tarda età. Quasi impossibile che gli stessi subentrino in alcuni amatori della domenica in cerca di gloria o di auto leggitimazione sociale in una gara locale quando il cronometro scorre veloce e che per questo non consente di fermarsi per riporre un bicchiere dentro un sacco della spazzatura.  Mi piace essere consapevole che per la maggior parte degli appassionati questo non avvenga ma purtroppo, spesso e volentieri, i danni maggiori li può anche fare la minoranza. Mi piace anche ricordare un episodio che ho spesso ripetuto per il forte impatto che ha poi avuto sul mio modo di intendere la corsa in natura. Chamonix, anno 2012, Mont-Blanc Marathon, più di 2.000 concorrenti in gara. Al ristoro di Argentiere, dopo 10 km di gara, il tavolo del rifornimento è allestito con file di bicchieri di carta riempiti di acqua e pronti all'uso. Nelle vicinanze non ci sono sacchi della spazzatura o contenitori che fungono allo stesso scopo. Arriva il gruppo dei primi, a una velocità tale da far presupporre che anche pochi secondi persi siano poi difficili da recuperare. Kilian Jornet beve da un bicchiere, lo tiene in mano, si osserva intorno a rientra di qualche metro al bordo della strada per buttarlo in un bidone pubblico della spazzatura. Transitato il gruppo dei primi 40-50 atleti, non ho visto nessun bicchiere per terra. Si trattava di una strada asfaltata, non di un sentiero in uno dei più bei parchi italiani come nel caso di Portofino. Segno della trasversalità dell'atteggiamento che può coinvolgere a prescindere dalla posizione in classifica. Ogni anno ritorno molto volentieri a Chamonix come ogni anno ritorno molto volentieri nel parco di Portofino, ma solo con mia moglie e non in gara.

ORGANIZZATORI – Qui la questione è più complessa perché oltre a un discorso di rispetto per l’ambiente se ne aggiunge un altro, quello del rispetto del regolamento di gara. Alla luce delle testimonianze riportate sull’uso indiscriminato di bicchieri di plastica ai punti di rifornimento, quanto espressamente riportato nel regolamento di gara non lascia molte interpretazioni al dubbio: “è obbligatorio l'uso di borraccia o bicchiere personale in quanto nei punti di ristoro non verrà consegnato il bicchiere di plastica”. Ma lo stesso regolamento va ben oltre ponendo inquietanti dubbi sulla regolarità della stessa prova di molti atleti: “Chiunque sarà sorpreso ad abbandonare rifiuti lungo il percorso sarà squalificato dalla gara e incorrerà nelle eventuali sanzioni previste dai regolamenti comunali”. Confidando che dalle testimonianze dirette gran parte dei bicchieri siano stati abbandonati sul percorso in prossimità dei ristori, e che quindi i trasgressori siano stati facilmente identificati dai responsabili dell’organizzazione, non resta altro da fare che aspettare l’ufficialità della classica per capire quante persone hanno violato il regolamento e quante sono quindi state squalificate. Mai come in questo caso un regolamento di gara si è dimostrato essere sensibile all’ambiente e mai come in questo caso gli organizzatori sono stati agevolati nelle dovute verifiche.  


Ultra, sorteggi americani e scenari futuri

Le partecipazioni nei 15 giorni più affollati della stagione

Come ogni anno, il periodo che va dall’ultima settimana di giugno alla seconda di luglio sarà quello più affolllato di tutta la stagione in termini di gare di outdoor running di livello internazionale. Nell’arco di 15 giorni il calendario conta infatti, tra le altre, 6 gare di primaria importanza.

SCELTA DIFFICILE - Si parte il fine settimana del 27-30 giugno con la 80 km di Chamonix (Skyrunner World Champs), la Lavaredo Ultra Trail (Ultra-Trail World Tour), la Western States Endurance Run (Ultra-Trail World Tour) e la Marathon du Mont-Blanc (Skyrunner World Champs). Dopo un fine settimana di tregua, dall’11 al 13 luglio sarà poi la volta dell’Hardrock 100 Endurance Run e della Ice Trail Tarentaise (Skyrunner World Series). A seguire, ma con riflessi in funzione delle partecipazioni precedenti, il 20 luglio sarà poi la volta della Dolomites SkyRace (Skyrunner World Series).

ESTRAZIONI AMERICANE - Dopo gli esiti delle lotterie americane inerenti alla Western States e alla Hardrock, è già tempo di una prima analisi che delinea i possibili scenari futuri in termini di presenze di atleti elite. La partecipazione a una delle due gare americane, entrambe di 100 miglia, esclude infatti a livello teorico la partecipazione alle altre gare in calendario, perlomeno a quelle di lunga distanza.

HARDROCK - L’estrazione della prestigiosa gara americana come ogni anno ha regalato gioie e dolori agli appassionati che speravano nell’estrazione, elite compresi. Se il francese Seb Chaigneau, vincitore di quest’anno, aveva il posto riservato e se lo spagnolo Kilian Jornet, rifiutato nelle due passate edizioni, aveva già in partenza molte probabilità di essere sorteggiato per il meccanismo dei tickets, la fortuna è invece stata dalla parte di Julien Chorier, Dakota Jones e Timothy Olson. Non è invece andata bene, tra gli altri, a Iker Karerra, Anton Krupicka, Cameron Clayton, Mike Foote, Ian Sharman, Mike Wolfe e Nick Clark. Salvo ripensamenti o colpi di scena, Jornet, Chaigneau e Olson non parteciperanno quindi alla 80 km di Chamonix, alla Lavaredo Ultra Trail e alla Ice Trail di Val d’Isere.  A questo punto per Kilian Jornet è ipotizzabile una partecipazione alla Mont-Blanc Marathon ma sulla carta è compromessa la partecipazione alla Dolomites SkyRace. Pensare di presentarsi nell’arena di Canazei una sola settimana dopo l’Hardrock è infatti un’ipotesi perlomeno azzardata.

Tra i 140 fortunati estratti dell’Hardrock non compare nessun italiano.

WESTERN STATES - A fronte di 2.705 richieste, tra i 365 atleti estratti figurano anche Rob Krar, Miguel Heras, Ian Sharman, Nick Clark, Karl Meltzer, Jez Bragg tra gli uomini e Stephanie Howe, Pam Smith, Nikki Kimball, Amy Sproston, Meghan Arbogast, tra le donne. Tra gli esclusi figurano invece Joe Grant, Darcy Africa, Helen Cospolich.  

Tra gli iscritti alla Western States figura anche, come unico italiano, Alberto Lazzerini, già finisher della Western States quest’anno.

GLI SCENARI FUTURI - In attesa di poter leggere la lista definitiva degli iscritti alle gare di Chamonix, Lavaredo e Ice Trail, si delineano però dei possibili scenari futuri per gli atleti interessati a competere nello Skyrunner World Champs, nell’Ultra-Trail World Tour e nelle Skyrunner World Series. Almeno Kilian Jornet, Seb Chaigneau, Julien Chorier, Dakota Jones, Timothy Olson, Rob Krar e Miguel Heras non saranno infatti presenti a una delle prove in programma lasciando di fatto il campo aperto agli esclusi dai sorteggi americani. Non resta quindi di aspettare prossime mosse dei vari Krupicka, Hernando, Canaday, D’Haene e Thevenard, tra gli uomini e Bosio, Canepa e Forsberg tra le donne, solo per citare alcuni dei possibili protagonisti della prossima stagione.  


Portofino, Martin Dematteis detta legge

Grande prova del piemontese in Liguria

Consueta grande partecipazione di atleti al Trail di Portofino, uno degli ultimi appuntamenti annuali che lascia il posto alla stagione dei winter trail. Sono stati infatti 754 gli atleti che hanno portato a termine la prova su un percorso inedito rispetto alle passate edizioni.

MARTIN DEMATTEIS - Rispetto alla tradizionale Corsa in Montagna si possono allungare le distanze ma se in gara c’è un talento come Martin Dematteis allora il risultato può essere scontato anche nel più classico dei trail. E’ quello che è avvenuto ieri a Santa Margherita Ligure lungo i 21 km e 1.580 metri di dislivello positivo del Trail di Portofino.  Non potendosi giocare in questo finale di stagione le vittorie finali con il fratello Bernard, a riposo per problemi fisici, ieri Martin ha vinto con il tempo di 2h03’04’’ e un vantaggio di 6’ su Manuel Solavaggione e di oltre 7’ su Carlo Ratti. Il piemontese Paolo Bert, già protagonista della gara ligure nelle passate edizioni, si deve accontentare della quarta piazza con più di 8’ di ritardo.

MARCELLA BELLETTI - Tra le donne, dominio assoluto di Marcella Belletti in 2h36’43’’ che termina la sua prova con un vantaggio di 8’ su Elena Bagnus e addirittura di 18’ su Cecilia Mora. Per la Belletti grande finale di stagione dopo la vittoria al Trail delle Terre Rosse e i due secondi posti al Trail del Monte Casto e alla Biella Nonte Camino.

TOP UOMINI

1. De Matteis Martin 02:03:04 
2. Solavaggione Manuel 02:09:58 
3. Ratti Carlo 02:10:32 
4. Bert Paolo 02:11:35
5. Cavalletti Davide 02:11:55
6. Carrara Luca 02:16:45
7. Maiello Giovanni  02:17:36 
8. Miotti Emanuele 02:18:48
9. Ghisellini Alberto 02:19:32
10. Toniolo Mauro 02:21:44 

TOP DONNE

1. Belletti Marcella 02:36:43
2. Bagnus Elena 02:44:33
3. Mora Cecilia 02:48:11
4. Pezzarossa Maria 02:52:17
5. Boi Gabriella 02:52:39 


San Francisco, Krar non concede sconti a nessuno

Finale di stagione da protagonista per l’americano

Metteteci un parterre di grande livello, una location suggestiva come quella della baia di San Francisco, un montempremi di tutto rispetto e non puotrà che venirne fuori una grande gara. Se il fato poi ci avesse aggiunto del suo con qualche decina di spettatori sulla linea d’arrivo, allora l’evento sarebbe addirittura potuto trasformarsi tra quelli più prestigiosi dell’intera stagione. Sul fato però non sempre si può fare affidamento ma questi 80 km della The North Face Endurance Cahallenge San Francisco corsi sabato, gli ultimi della stagione, hanno comunque offerto agli appassionati un grande spettacolo agonistico.

ROB KRAR - Se la prima parte di stagione delle ultra distanze americane ha portato il nome di Rob Krar, la seconda parte porta invece quello di Rob Krar. Aveva già fatto vedere il suo talento alla Western States di fine giugno con il secondo posto dietro  a Timothy Olson ma i 38’ minuti di distacco non avevano convinto del tutto. Erano però bastati a convincere The North Face per arruolaro nel suo super team delle ultra distanze. Questo avveniva alla vigilia dell UROC, a fine settembre. In quell’occasione Krar non deluse le aspettative mostrando a tutti che quando si tratta di correre veloci neanche le quote elevate lo possono fermare. Vinse con 3’ su Dakota Jones, 37’ su Cameron Clayton e 50’ su Kilian Jornet. Dal Colorado alla California,  dai 3.000 metri del Vail Pass alla baia di San Francisco, il risultato non è cambiato. Nella prima parte di gara sembrava che lo spagnolo Miguel Heras fosse seriamente intenzionato ad andare a cogliere la sua terza vittoria californiana ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca in segno di resa come già successo recentemente ai Templiers. Tra malattie di stagione e infortuni vari, Krar ha lavorato ai fianchi tutti i suoi avversari ed è andato a imporsi con 10’ di vantaggio su Cameron Clayton e 12’ su Chris Vargo. Lo fa in 6h21’ che potrebbe essere il nuovo record del percorso originario. In una giornata che ha visto il dominio assoluto degli atleti a stelle e strisce, l’unico a riuscire ad entrare nella top 10 è il sudafricano Ryan Sundes, nono con 24’ di ritardo da Krar.

MICHELE YATES - In campo femminile, s’impone Michele Yates in 7h21’51’’e si concede il lusso di rifilare quasi 10’ a Magdalena Boulet e addirittura 25’ a Emelie Forsberg. Nel suo primo anno nelle ultra distanze, la Yates si va quindi a prendere la rivincita sulla stessa Forsberg dopo il terzo posto e i 40’ di distacco alla UROC e dopo la vittoria di metà settembre alla Run Rabbit va a cogliere il secondo successo di prestigio in carriera.

DUE STECCHE A TESTA - Il finale di stagione sembra essere stato caratterizzato dalle doppe debacle di molti dei protagonisti stagionali nelle loro ultime partecipazioni nelle ultra distanze. La lista parte con Kilian Jornet e i quei 50’ della UROC e le 7h30’ alla Réunion,  continua con Sage Canaday, con 1h30’ sempre alla UROC e la sparizione a San Francisco, con Miguel Heras, sparito ai Templiers e sempre a San Francisco e termina con Emelie Forsberg e le 2h45’ della Réunion e i 25’ a San Francisco. Vedremo cosa accadrà nel corso della ultima stagione, potrebbe addirittura essere che il crescente livello in termini di performance costringa gli atleti a dare il giusto peso alla programmazione. 

TOP UOMINI 

1. Robert Krar 06:21:10
2. Cameron Clayton 06:31:17
3. Chris Vargo 06:33:33
4. Daniel Kraft 06:35:56
5. Dylan Bowman 06:37:14
6. Mike Wolfe 06:38:19 
7. Jorge Maravilla 06:43:14
8. Dave Mackey 06:44:20
9. Ryan Sandes 06:45:01
10. Ryan Ghelfi 06:51:57

TOP DONNE

1. Michele Yates 07:21:51 08:51
2. Magdalena Boulet 07:31:12
3. Emelie Forsberg 07:46:24
4. Aliza Lapierre 07:46:58 09:21
5. Cassandra Scallon 07:50:42  


San Francisco, ultima sfida tra America ed Europa

Al via della 50 miglia anche l’alpinista Simone Moro

A leggere la lista “elite wawe” della The North Face Endurancee Challenge Championship, il rischio è quello di perdersi tra i tanti nomi riportati. Quella di San Francisco, una gara di 50 miglia in programma sabato 6 dicembre, come ogni hanno riesce infatti ad attirare atleti da ogni parte del mondo. La prima notizia di rilievo è che saranno presenti ben 8 dei primi 10 atleti maschili dello scorso anno. Segno che la gara piace agli atleti e che vi ritornano con piacere. 

L’AMERICA ATTACCA - Sul fronte americano saranno presente praticamente tutti gli specialisti dell’ultra distanza, a partire da Rob Krar, Dakota Jones, Cameron Clayton, Ryan Ghelfi, Sage Canaday  e Jason Wolfe che se le sono già date di santa ragione nell’ultima apparizione comune alla UROC. Ma la lista è molto lunga e comprende anche Timothy Olson, reduce da una stagione straordinaria, Alex Nichols, rivelazione stagionale nello skyrunning, Mike Foote, quest’anno quinto all’UTMB, Matt Flaherty, secondo alla JFK due settimane fa, Rickey Gates, all’esordio sulla distanza ma dato in ottima condizione, l’ex campione del mondo di corsa in montagna Max King e poi alcune autentiche leggende delle 100 miglia come Karl Meltzer e Hal Koerner . La lista degli atleti americani elite però contiene più di trenta nominativi e molti di questi sono praticamente semi sconosciuti nella corsa outdoor ma hanno già ottenuto tempi velocissimi nella maratona o su distanze superiori ma sempre su strada.

L’EUROPA RISPONDE – Sul fronte europeo, gli atleti non sono sicuramente da sottovalutare. A partire dallo spagnolo Miguel Heras che a San Francisco ha già vinto due volte, una lo scorso anno con il tempo di 5h33’13’’ e una nel 2010. Sempre dal fronte europeo sarà poi al via anche il francese Francois D’Haene che lo scorso anno arrivò secondo a 13’ dallo stesso Heras. L’Europa chiede con il francese Martin Gaffuri che quest’anno vanta un ottavo posto alla UROC e un settimo alla Ice Trail Tarentaise. Tra i partenti ci sarà anche l’alpinista italiano Simone Moro che però non è al suo esordio in questo tipo di manifestazioni.   


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