Presentato un nuovo libro sul Tor des Geants

Venerdì 27 dicembre si è tenuta a Courmayeur, presso il Jardin de l’Ange, la presentazione del libro Magical Mistery Tor, scritto da Giorgio Macchiavello, giornalista de La Stampa di Aosta, ed edito da Musumeci Editore. Si tratta di un piacevole libro di 96 pagine dove non compaiono racconti autocelebrativi, ma semplici aneddoti di esperienze vissute durante sei lunghi giorni di corsa. 

DALL’ARRANCABIRRA AL TOR – Giorgio Macchiavello ha partecipato a due edizioni del Tor des Géants, la gara a piedi di 330 km che percorre interamente le Alte Vie numero 1 e 2 della Valle d’Aosta. Nel 2012 è stato costretto a fermarsi al col del Malatrà quando la gara è stata interrotta dagli organizzatori per le avverse condizioni meteo. E’ tornato nel 2013 e ha portato a termine quello che solo fino a qualche anno prima era un sogno quasi impossibile anche solo da immaginare. Ha iniziato a correre quasi per caso all’Arrancabirra e dopo altre esperienze, passando dal Gran Trail Valdigne, si è ritrovato finisher di una delle gare più impegnative al mondo.

TWITTER E BLOG IN DIRETTA – Durante la sua avventura, Macchiavello ha curato un blog e ha postato in diretta, su twitter, quanto di bello stava vivendo. “Ho cercato di fare una cosa completamente diversa. Una parte dei tweet che ho scritto in gara, li ho riportati sul libro accompagnati da una fotografia. Penso che sia una delle prime volte che accada una cosa del genere, che quando riportato sul web venga poi trasferito in un libro”. 

REALTA’ PARALLELA – Affascinante la sua testimonianza diretta dei momenti vissuti in Valpelline, quando si è accorto di aver camminato un lungo tratto sognando “di essere in un bosco che avevo già visto. Le cime degli alberi disegnavano qualcosa simile a cupole gotiche. Quando ho realizzato che ero troppo in alto e che in realtà non vi erano alberi, mi sono seduto per riprendermi. Mi sono reso conto di aver vissuto una realtà parallela”.

VOLONTARI E PUBBLICO – Sebbene non si tratti di se stesso, in realtà Macchiavello qualcuno celebra nel suo libro. Si tratta dei volontari e delle tante persone incontrate lungo il percorso “I valdostani riescono a esprimere umanità, vicinanza e allegria. E’ una componente eccezionale. A me piace andare in montagna da solo, e il Tor l’ho fatto da solo. Penso però che il Tor sia una grande gita collettiva perché c’è sempre qualcuno che s’incontra lungo il percorso”. 

LA NON GESTIONE DEL SONNO – Tra le domande del pubblico, anche una sulla gestione del sonno: “non posso dire nulla perché per me non è stata programmabile. Non ho mai camminato una notte intera e fondamentalmente mi sono fermato ogni volta avessi sonno”.

OBIETTIVO FINISHER –
Giorgio Macchiavello è partito da Courmayeur domenica mattina e vi ha fatto ritorno il sabato dopo. Non ha camminato sulle alte vie della Valle d’Aosta con un obiettivo cronometrico ma solo con la volontà di diventare finisher e di vivere una grande avventura personale. "Durante la gara non ho mai pensato di ritirarmi. Anzi, a un certo punto ho pensato che per fermarmi avrebbero dovuto abbattermi con l’artiglieria pesante".

In definitiva, per Giorgio Macchiavello, il Tor è qualcosa di magico e misterioso, esattamente come riporta il titolo del suo libro. “Secondo me il Tor è un’esperienza molto forte che ti rimane tutta la vita”.