4 Passi in Casa Nostra, Campionato Italiano Fidal
Domenica si assegnano i tricolori sulla Lunga Distanza
Si svolgerà domenica alle ore 9:30 con partenza da Sondalo (SO) la settima edizione della 4 Passi in Casa Nostra, gara di 23 km e 1.450 m di dislivello positivo, con quota massima ai 1.700 m del Monte Mottino. La gara, organizzata dall’Atletica Valtellina, è valida come prova unica del Campionato Italiano di Corsa in Montagna Lunga Distanza targato FIDAL.
I TEMPI - Il cancello orario è fissato in 3h35’ al 18° km e sono previsti 8 ristori lungo il percorso. Come riferimento cronometrico, i record appartengono a Tadei Pivik (2h04’09’’ nel 2010) e a Emanuela Brizio (2h29’23’’ nel 2009). Lo scorso anno vinse tra gli uomini Gil Pintarelli in 2h10'48'', davanti a Emanuele Manzi in 2h11'48'' e a Erik Gianola in 2h12'58''. Tra le donne, invece, la vittoria andò a Paola Romanin in 2h42'04'' davanti a Laura Besseghini in 2h51'03'' e a Ester Scotti in 2h51'16''.
IL CAMPIONATO ITALIANO – Lo scorso anno a Carovilli (IS) si laurearono campioni italiani, tra gli uomini, Gabriele Abate (G.S. Orecchiella Garfagnana) davanti a Emanuele Manzi (G.S. Forestale) e Andrea Regazzoni (Atl. Valli Bergamasche) e, tra le donne, Mariagrazia Roberti (G.S. Forestale) davanti a Francesca Iachemet (Atletica Trento) e Ilaria Bianchi (Atl. Vallecamonica).
I NOMI DI SPICCO - Ad iscrizioni ancora aperte, tra gli uomini figurano figurano Emanuele Manzi (G.S. Forestale), Nicola Golinelli (Ger Rancio), Tadei Pivk (Aldo Moro Paluzza), Andrea Regazzoni (X-Bionic Running Team, Rolando Piana (G.S. Genzianella)e tra le donne Paola Romanin (Aldo Moro Paluzza), Raffaella Rossi (Rupe Magna) e Arianna Regis (Unione Giovane Biella). Al momento assenti quindi i due campioni italiani in carica.
Per gli atleti impegnati una prova che potrebbe anche valere una qualificazione per il 10° WMRA Long Distance Mountain Running Challenge che si svolgerà a Szklarska Poręba, in Polonia, il 3 agosto.
In edicola l'ultimo numero stagionale di Ski-alper
Ecco i principali contenuti del numero in distribuzione nei prossimi giorni
In montagna fa freddo, in certi posti nevica addirittura. E siamo a metà maggio. La stagione invernale non poteva andarsene senza l'ultimo numero di Ski-alper, che finalmente è in distribuzione. Certo, il meteo ci ha messo del suo, con il rinvio del Mezzalama, un appuntamento che proprio era impossibile non aspettare prima di entrare in stamperia… E così tra domani e mercoledì prossimo, a seconda della velocità dei distributori locali a smistare le varie copie nelle edicole, Ski-alper numero 89 sarà finalmente disponibile, con l'immancabile allegato Up&Down, il magazine di riferimento del settore agonistico.
≥ 50° - Quella che si sta pian piano esaurendo è stata un po' la primavera del ripido, con un crescente 'revival' di interesse per canalini e pareti 'in piedi'. Il tema è stato affrontato da Guido Valota nella rubrica 'Ripidamente'. In copertina, non a caso, c'è un'immagine in presa diretta di Davide Terraneo in azione durante la ripetizione della discesa con gli sci della Nord del Disgrazia, realizzata insieme a Mattia Varchetti e al nostro nuovo collaboratore Matteo Tagliabue, che ha anche raccontato i dettagli dell'impresa. Suo anche il servizio sulla linea ripida giù dalla Forcola di Sciora, ma soprattutto la monografia 'Sci & Piccozze' sul massiccio della Presanella, con ben 11 proposte - tra il classico e l'alternativo - sul confine tra scialpinismo e alpinismo. Da non perdere anche 'Gran Sasso steep & deep', servizio di Luca e Roberto Parisse sulle affascinanti possibilità di discesa dal versante sud del Corno Grande del massiccio abruzzese.
VIAGGI E PROPOSTE - Continua a crescere l'interesse per il grande Nord, per la Scandinavia, dove sci e barca a vela si uniscono magicamente in un'unica irripetibile avventura. Questa volta il nostro Umberto Isman ha visitato le Sunmørsalpane, tra le cime più innevate di Norvegia, salpando a bordo di Explore North dal porto di Ålesund. Un mix tra ski-alp classico, freeride in territori tutti da scoprire. Rimanendo molto più vicino, invece, 'Zorro' Zarattini, insieme alla guida alpina Francesco Tremolada, ci suggerisce dove andare a sciare sul firn primaverile in mezzo all'incatevole scenario del gruppo Puez-Odel in Alta Badia.
INTERVISTE A TU PER TU - Abbiamo incontrato ad Alagna il grande 'Gnaro' Mondinelli, per una chiacchierata a 360° su alpinismo, ski-alp, Himalaya, Alpi e… Kilian! Ma siamo anche andati a Premana, presso la sede di Camp, per incontrare Andrea Codega e farci raccontare la sua folgorazione per lo scialpinismo, anche in chiave agonistica.
JEZ BRAGG IN ESCLUSIVA - Il forte runner inglese ha scritto in esclusiva per Ski-alper il racconto della sua straordinaria impresa lungo il sentiero di Te Araroa, che congiunge i due capi estremi dell'Isola Nord e Sud della Nuova Zelanda: 53 giorni, 3.053 chilometri, documentati dalle straordinarie immagini di Damiano Levati.
A TUTTO RUNNING - Con l'avvicinarsi della bella stagione non potevamo non 'strizzare' l'occhio all'outdoor running, la faccia estiva di Ski-alper e dei suoi lettori. E allora, oltre al servizio da sogno sul Te Araroa, anche l'intervista a Gregoire Millet, il professore dell'Università di Losanna secondo classificato all'ultima edizione del Tor des Géants. E poi l'approfondimento tecnico sull'overtraining a cura dell'equipe del CERISM di Rovereto, l'intervista a Fabio Meraldi sulla tematica della sicurezza in allenamento e in gara, la rubrica di Flavio Saltarelli sulle responsabilità degli organizzatori di gare di trail in fatto di equipaggiamento.
UP&DOWN, DI TUTTO E DI PIU' - Il supplemento di Ski-alper dedicato alle gare è giunto alla terza uscita. Pochi mesi di vita gli sono bastati per diventare punto di riferimento incontrastato per gli atleti e il mondo racing dello ski-alp. L'apertura è dedicata alle nominations della stagione, con il francese William Bon Mardion 'man of the year' (con tanto di poster esclusivo!), anche se in copertina 'svetta' l'urlo di Matteo Eydallin e Damiano Lenzi sul traguardo del Mezzalama a Gressoney. Proprio le mitiche gare de La Grande Course' la fanno da padrone su questo numero, con gli approfondimenti tecnici del nostro inviato Guido Valota su Mezzalama, Adamello Ski Raid e Pierra Menta, illustrati dalle magnifiche foto di David Boudin, Ralf Brunel e Nacho Grez. E poi la Coppa Italia, con il report di tutte le gare che non sono entrate nello scorso numero (Lagorai Cima d'Asta, Tre Rifugi, Val Martello, Parravicini) e poi il Dolomiti del Brenta, la Pizolada delle Dolomiti, la Marmoleda Full Gas, il Trofeo Rollandoz. E le finali di Coppa del Mondo, con la graduatoria generale che ha premiato Laetitia Roux e lo stesso Bon Mardion. Naturalmente nelle sezioni locali tutte le classifiche e i commenti delle gare di circuito: Ski-alp sotto le stelle e il sole, Piemonte ski-alp, Dolomiti sotto le stelle, Trofeo dell'Appennino Centrale, Coppa dell'Appennino, Vinschgau Cup.
TADEI PIVK È THE KING OF THE NIGHT - Interviste a tutto campo, per conoscere i protagonisti delle gare di tutta Italia. Su questo numero i fratelli Fulvio e Alberto Fazio, Carolina Tiraboschi, Lukas Arquin, Carlo Colaianni. Per la sezione club ecco l'Alta Valtellina e il Peves Gherdeina. E poi, naturalmente, 'the king of the night', un riconoscimento che su questo numero è toccato al migliore guerriero della notte della stagione 2013, Tadei Pivk.
TRAIL RUNNING - I risultati delle prime gare di stagione e tutte le classifiche delle gare disputate fino ai primi di maggio. Il reportage di Paolo Secco della Marathon des Sables, l'intervista parallela curata da Fabio Menino ai presidenti di Fidal, Fisky, Iuta e Uisp. E poi la presentazione di tutti i team commerciali della stagione 2013: Crazy Idea, Tecnica, Lafuma Italia, Salomon Agisko, Kutt, Vibram, Valetudo Skyrunning Italia, La Sportiva. Infine news e curiosità dal mondo delle gare outdoor running.
Gran Trail Courmayeur nuova ultra sotto il Monte Bianco
Il 13 luglio in programma la 80 e 50 km
Si disputerà sabato 13 luglio il nuovo Gran Trail Courmayeur. Dopo i successi dei sei Gran Trail Valdigne, i VDA Trailers creano quindi una nuova gara che da maggiore visibilità al comprensorio di Courmayeur. Due percorsi in programma di 80 km e 4.500 m D+ e 50 km e 2.800 m D+ con vista pressoché permanente sul Monte Bianco, prima dalla Val Veny e poi dalla Val Ferret.
La prima parte del percorso, comune a tutte e due le gare, parte da Courmayeur affrontando da subito la lunga salita verso il Col d’Arp (2.570 m). Da qui inizia un lungo traverso che porta prima al Colle di Youlaz (2.695 m) e poi al Col des Chavanne (2.592 m), transitando dal Mont Fortin (2.758 m). Raggiunge quindi il Col de la Seigne per poi arrivare al Rifugio Elisabetta con la variante del Colle delle Pyramides Calcaires (2.600 m). Dal Lago Combal riprende il sentiero del TMB, transitando sull’Arete du Mont Favre per poi arrivare sotto la cima del Mont Chetif dal Pré de Pascal. La 50 km terminerà a Courmayeur scendendo a Dolonne sui sentieri del comprensorio sciistico mentre la 80 km risalirà la Val Ferret sulla balconata balconata tra il rifugio Bertone ed il rifugio Bonatti. Toccherà quindi il Malatrà, per poi scendere a La Suche dal versante della Val Sapin, prima di tornare definitivamente a Courmayeur.
COMUNICATO STAMPA
Courmayeur, 15 maggio 2013_ C’è tutto lo spirito di Courmayeur nella nuova gara organizzata daVDA Trailers: l’amore per i grandi spazi aperti, la passione per le sfide in alta montagna, il rispetto per la tenacia di chi, passo dopo passo, dimentica per un momento la fatica del percorso, alza lo sguardo e si gode un panorama che non ha eguali. Il Grand Trail Courmayeur è il nuovo straordinario capitolo di un romanzo lungo e avvincente, che racconta il legame profondo tra questo singolare “paese di montagna” e il gigante d’Europa, il Monte Bianco. Ed è una storia che “scrivono” da anni i trailer di tutto il mondo, non in punta di penna, ma in punta di piedi.
Particolarità della gara è proprio il percorso, che valorizza appieno il territorio. Per tutti, partenza ed arrivo saranno a Courmayeur. Sarà possibile disputare la corsa nella versione lunga, 80 km da coprire in massimo 22 ore, e nella versione breve, 50 km da percorrere entro 13 ore. I concorrenti della 80 km attraverseranno Courmayeur ben due volte, raccogliendo i saluti e gli incoraggiamenti dei tifosi e degli appassionati assiepati lungo le strade del borgo. I partecipanti correranno lungo le balconate naturali poste di fronte al massiccio del Monte Bianco, nelle due vallate laterali che si dipartono da Courmayeur, la Val Veny e la Val Ferret, ammirando così uno dei massimo capolavori naturali delle Alpi, e abbracciando con lo sguardo Courmayeur, la piccola capitale di questo regno incantato.
La gara si svolgerà il 13 e il 14 luglio 2013, anticipando i trail più rinomati a livello internazionale, che, coinvolgendo Courmayeur, la incoronano regina di questa specialità. Da una parte il North Face® Ultra-Trail du Mont-Blanc®, storico giro del Monte Bianco che quest’anno si svolgerà dal 25 al 31 agosto, dall’altra il Tor des Géants®, l’endurance trail più duro al mondo che, con partenza e arrivo a Courmayeur, compie tutto il giro della Valle d’Aosta lungo le due Alte Vie. Senza dimenticarel’Arrancabirra®, appuntamento sportivo e goliardico che chiude a passo di corsa l’estate, accompagnato dalla sua versione junior, l’Arranchina®, dedicata ai bambini dai 7 ai 13 anni.
Tragedia sull'Everest, muore Bolotov
L'incidente del compagno di Urubko a quota 5.600
Alexey Bolotov, compagno di spedizione di Denis Urubko sull'Everest, è morto a quota 5.600 metri in un incidente alpinistico questa mattina. Al momento non ci sono molti dettagli ma sembra che si possa trattare della rottura di una corda che ha proiettato il corpo del russo in una caduta di 300 metri oppure di una scarica di sassi. La morte sarebbe stata istantanea. Urubka e Bolotov stavano tentando di aprire una nuova via in stile alpino sul versante sud-ovest della montagna.
Pinsach-Sola', dal mare in vetta in sette ore
L'impresa dei due catalani sabato: 146,5 km in bici, corsa e sci
Chi non ha mai sognato di fare il bagno il mattino e sciare il pomeriggio o, magari, il contrario? Un sogno che per Marc Pinsach e Marc Solà, i due i catalani, è diventato realtà. Sabato scorso hanno percorso 146,5 km da Sant Feliu de Guìxols alla Cima del Bastiments, dalla spiaggia alla vetta. Partenza alle 8 in punto, poi 130 km in bici, 13 km di corsa e 3,5 km con gli sci e le pelli, per un totale di 3.500 metri di dislivello positivo e 7h45'. «L'idea ci ha sempre sedotto: unire il mare e la montagna, acqua e neve e i tre sport che pratichiamo di più: bici, corsa e sci - ha scritto Marc Pinsach su carreraspormontana.com -. … Ci sono posti con montagne più alte, tanta neve, paesaggi molto belli, ma passare in poche ore dal mare alla montagna, dalla spiaggia allo sci è qualcosa che puoi fare soltanto sui Pirenei». L'articolo completo, in spagnolo, si trova a questo link carreraspormontana.com/esqui-de-montana/marc-pinsach-y-marc-sola-del-mar-a-la-montana-en-el-dia
Lesotho Ultra Trail, prima Ultra Skymarathon in Africa
Con la gara di novembre, anche l’Africa entra nello Skyrunning
Il 30 novembre si svolgerà nello stato di Lesotho, con partenza alle ore 5:00 da Maliba Lodge, nel Tsehlanyane National Park, il Lesotho Ultra Trail, gara di 55 km e 3.173 m D+. Il percorso si snoda lungo le Maloti Mountains e raggiunge una quota massima di 3.157 m del Hlomo Pass, con tre ascese principali, rispettivamente di 720, 320 e 1.140 metri di dislivello positivo. Il tempo massimo per completare la prova è stato fissato in 12h30’. Il Regno di Lesotho è uno stato dell’Africa del Sud. È una enclave all'interno del territorio della Repubblica del Sudafrica ed è pertanto uno stato senza sbocco al mare.
Il Lesotho Ultra Trail viene definita come la prima Ultra Skymarathon® in Africa ed è un evento patrocinato dalla South African Skyrunning Accociation (SASA). Fondata nel 2011, la SASA è membro della International Skyrunning Federation (ISF) e con il Lesotho Ultra Trail entra ufficialmente nel circuito internazionale dello Skyrunning con l’obbiettivo di sviluppare la disciplina in Sudafrica.
8 giugno, tempo di Dachstein Triple
Alpine biking, running e ski touring. Al via anche Mireia Miro'
Sabato 8 giugno prenderà il via la terza edizione del Dachstein Triple, un triathlon che prevede la sequenza di tre discipline: Alpine Biking, Alpine Running e Ski Touring.
LA GARA - Il tracciato si sviluppa su 27 chilometri di lunghezza complessiva. La prima frazione si percorre con la mountain bike da Planet Planai a Schladming fino alla stazione di partenza delle funivia del Dachstein: sono 20 chilometri ma con 1320 metri di dislivello da superare. Al termine della frazione in mtb i partecipanti entreranno in 'zona cambio' per infilarsi le scarpe da corsa e salire a Edelgries: un percorso di 3 chilometri con una pendenza media superiore al 10% che metterà a dura prova le gambe degli atleti. Infine, la terza e ultima frazione, quella di scialpinismo con il traguardo a quota 2.687 metri per incoronare tutti coloro che riusciranno a portare a termine una gara massacrante come il Dachstein Triple.
NOVITÀ - La novità di questa edizione 2013 è la possibilità di partecipare al Dachstein Triple sia in staffetta di tre componenti che di gareggiare in prova singola. Molti gli italiani che hanno dimostrato interesse verso la competizione ed è certa la partecipazione di un team di giornalisti italiani che gareggeranno nella prova a staffetta e di un giornalista che si misurerà nella prova singola.
Le particolari condizioni del terreno sul Dachstein lo rendono il palcoscenico ideale per la formula 'alpina' del triathlon, che dopo l'Oetzi Alpin Marathon svoltosi in val Senales lo scorso 21 aprile, sta riscuotendo un grande consenso tra gli amanti delle prove multiple in alta montagna.
BIG - Come gli anni scorsi si attendono al Dachstein Triple atleti di spicco quali la campionessa spagnola di scialpinismo e trail running Mireia Mirò e il ventitreenne Marc Pinsach che l'anno scorso ha tagliato il traguardo in 2:30'36": il tempo da battere quest’anno. Il detentore del record sarà presente con il pettorale n. 1 di colui che deve difendere il titolo. La responsabilità della gara è affidata a Karl Posch, esperto organizzatore di manifestazioni come il circuito Austria Skitour Cup e anche per l'evento del prossimo 8 giugno numerose sono le aziende partner tra cui ThermoCool e la birra analcolica Erdinger: al termine della gara tutti potranno partecipare al pasta party in quota e indossare la maglia Dachstein Triple 2013 della nuova collezione Dynafit. www.dynafit.com/it/iniziative-eventi/dachstein-triple/dynafit-thermocool-dachstein-triple-2013-the-race.html
Nuovo record sul Monte Bianco per Jacquemoud
Dalla chiesa di Chamonix e ritorno fin sulla vetta in 5 ore e 5 minuti
La stagione 'monstre' di Matheo Jacquemoud sembra non finire più. Il giovane atleta transalpino ha infatti abbassato di 9 minuti il record di salita sulla vetta del Monte Bianco partendo e ritornando nella piazza della chiesa di Chamonix, tragitto percorso in 5 ore e 5 minuti. L'impresa era stata preparata insieme a Kilian Jornet, ma viste le previsioni meteo per i prossimi 15 giorni, Matheo ha deciso di anticipare il tentativo in solitaria (Kilian era impegnato alla Transvulcania, dove ha conquistato una straordinaria vittoria). Il precednte record apparteneva al compianto Stephane Brosse e a Pierre Gignoux ed era stato realizzato nel mese di maggio 2003. Sull'account facebook di Crazy Idea, uno dei suoi sponsor tecnici, la descrizione dell'impresa nel dettaglio: «Il tempo impiegato dall'atleta francese del Team Crazy è starto di circa 1 ora e 5 minuti per coprire il tratto che separava la cittadina dell'Alta Savoia dalla prima neve, dopodichè, calzati gli sci è partito seguendo la traccia dei numerosi scialpinisti che frequentano il Monte Bianco in questa stagione. Giunto in vetta, per circa 1.000 metri di dislivello il manto nevoso era facile e trasformato, dopodichè la neve si è fatta difficile, crostosa e molto irregolare, rallentando così la marcia dell'atleta. Anche le condizioni meteo non erano eccezionali, con un vento freddo e temperature fino a -20° che hanno accompagnato in quota Matheo. Nonostante tutto questo è riuscito comunque a completare questa sua nuova esperienza».
La Pitturina unica tappa italiana di Coppa del Mondo
New-entry per Verbier e Courchevel, confermate le finali a Tromso
Il calendario 2014 della Coppa del Mondo di scialpinismo prevede una sola tappa in Italia, ma si tratta di una new-entry carica di entusiasmo: La Pitturina Ski Race. L'appuntamento è fissato per il 31 gennaio con la sprint in notturna, mentre il 2 febbraio si correrà la prova individuale.
ORGANIZZATORI GIA' AL LAVORO - Entusiasmo alle stelle in Val Comelico, dove già da tempo si pensa alla prossima edizione della gara. «Per noi è un sogno che si realizza - ha commentato Michele Festini, presidente del comitato organizzatore - dato che già da qualche stagione ci eravamo prefissati l'obiettivo di portare in valle un appuntamento di valenza internazionale, per dimostrare che anche le nostre montagne sono all'altezza di grandi eventi e in grado di offrire scenari paesaggistici suggestivi». Come detto, c'è già fermento a Sega Digon. «Il Comitato Organizzatore si è allargato e ci siamo già incontrati due volte per valutare progetti e iniziative. È ancora presto, per certi aspetti, ma la macchina organizzativa è già a pieno regime». C'è da attendersi dunque il solito grande coinvolgimento popolare per la Coppa del Mondo, quello che è un po' il marchio di fabbrica della Pitturina. «Effettivamente la comunità locale ha questa caratteristica e tutti si fanno in quattro per rendere più piacevole possibile la permanenza di atleti e addetti ai lavori durante i giorni della gara. A breve non mancheranno le sorprese!».
TUTTO IN UN MESE - La Pitturina è inserita in un 'filotto' di tre week-end consecutivi di gare: l'apertura è prevista il 18 e 19 gennaio a Verbier in Svizzera con un vertical e una prova individuale, quindi il 25 e 26 gennaio a Courchevel in Francia (vertical e prova individuale), quindi l'appuntamento con La Pitturina. Dal 14 febbraio i Campionati Europei ad Andorra. Tutto in un mese, verrebbe da dire, forse per soddisfare le esigenze delle federazioni che vengono da fuori delle regioni alpine che in questo modo possono concentrare la maggior parte di appuntamenti in un'unica trasferta. Chiusura della stagione con la tappa elvetica di Les Diableretes (vertical + individuale), prima delle finali del 12 e 13 aprile che per la terza volta saranno ospitate dalla località norvegese di Tromso. La nostra attenzione, naturalmente, sarà concentrata sulla tappa italiana che si preannuncia davvero scoppiettante!
Transvulcania, l' ultra e' quasi cool
Il movimento ultra in Italia tra luci e ombre
La Transvulcania ha visto la partecipazione di alcuni atleti italiani di alto livello nazionale. Lo scorso anno eravamo stati protagonisti nella top 10 maschile con uno splendido 9° posto di Giuliano Cavallo che aveva corso in 8h03’37’’. Quest’anno purtroppo non siamo riusciti ad entrare nei primi 20. Merito di chi ci ha provato, di chi ha osato metterci la faccia andando a correre in una gara di livello assoluto e di chi ci ha comunque fatto emozionare per quella giusta dose di spirito campanilistico che nello sport non fa mai male. Del resto la Transvulcania era una prova di Coppa del Mondo, le Skyrunner® World Series. I nostri atleti nazionali sono stati Christian Insamm, 22° in 8h27’02’’, Nicola Bassi, 34° in 9h01’04’’, Stefano Ruzza, 43° in 9h12’52’’, Marco Zanchi, 45° in 9h17’47’’ e Giuseppe Marazzi, 56° in 9h46’07’’.
UN APPROCCIO CULTURALE - Nelle ultra distanze in unica tappa, l’ultimo risultato di rilievo in ambito internazionale è stato il 10° posto di Fulvio Dapit ai Templiers di 71 km lo scorso ottobre. Al netto delle ormai consuete e scontate illazioni di doping su Kilian Jornet che compaiono in piena libertà su alcuni siti e forum italiani, proviamo a fare alcune considerazioni in merito all’ora e mezza che separa il vincitore della Transvulcania dal primo atleta italiano in classifica. Una tesi accreditata porta a pensare che il livello italiano attuale nelle ultra distanze derivi da un approccio di tipo storico e culturale che ha caratterizzato la disciplina fin dalle sue origini in Italia. Del resto, non potrebbe essere diversamente. Infatti, l’associazione di una mera prestazione atletica alla genetica non troverebbe conferma nel fatto che nelle distanze più brevi, e in particolare nelle SkyRace e nella Corsa in Montagna, gli atleti italiani si sono da sempre ritagliati spazi di assoluto rilievo. Stesso dicasi per lo sci alpinismo che sotto alcuni aspetti può essere accostato alla corsa outdoor in montagna. Non troverebbe conferma anche per il fatto che non più tardi di 6 anni fa eravamo sul tetto del mondo nelle ultra con le due vittorie di Marco Olmo all’UTMB, In Italia, come in Francia e poi in Spagna, il trail è nato e cresciuto sotto l’ideale dello esprit trail. Agonismo quel giusto che basta per non disturbare, premi in denaro banditi, sponsor e team visti con sospetto. Negli altri paesi tale spirito è rimasto intatto amalgamandosi però perfettamente con quello agonistico. Sempre di più fino al punto di stimolare i giovani che incominciano a vedere anche le ultra dopo le Sky come qualcosa di cool. Noi siamo rimasti al palo, come smarriti e confusi sulla giusta strada da intraprendere.
L’ALIBI DEL PROFESSIONISMO - Si ma quelli sono professionisti, sempre con una qual certa connotazione negativa e raramente come ammirazione per chi eventualmente è riuscito a vivere di sport. Qualcuno definisce i top come semi professionisti, in base ai presunti guadagni limitati. Anche in questo caso, fuori dai tempi, come se l’ipotetico tenore di vita legittimasse una professione. L’alibi del professionismo si collega ad un altro alibi molto in voga, ovvero quello del “fanno solo quello”. Dall’America è partito un movimento di giovani che hanno fatto delle ultra la loro ragione di vita e questo sembra destinato a crescere nel tempo perché correre in natura per loro è cool. Ragazzi che vivono di premi e dei pochi ingaggi, che però girano il mondo con trasferte alle volte pagate dagli sponsor e per molti di loro questa diventa un’esperienza formativa alternativa all’università. Verrebbe da aggiungere che è una grande esperienza formativa.
I GIOVANI SENZA ALIBI - Ci siamo quasi, presto ci saranno anche in Italia i giovani delle ultra distanze. Non sono ancora arrivati perché non essendo una disciplina riconosciuta da una Federazione, i corpi militari se ne tengono bene alla larga. Assodato questo, arriveranno i primi diciottenni che per festeggiare la maturità gireranno in qualche paradiso naturale con tanto di tenda e assaporando il piacere di correre in libertà. A dire il vero ne basterebbe uno solo per dare inizio al nuovo corso, così come è avvenuto in molti altri paesi. Terminata l’epoca dell’illusione del posto fisso garantito a vita, ci sarà più spazio per la fantasia e anche l’ultra diventerà cool. Non può essere diversamente. Tutto questo, nel rispetto e nell’ammirazione dei moltissimi italiani che hanno dato vita a un vero e proprio movimento spirituale e culturale, macinando chilometri, vincendo gare e dando tutto se stessi per questa bellissima passione.
Est dell'Aiguille Blanche: il video
Le spettacolari immagini della discesa estrema del 14 aprile sul Bianco
14 di aprile 2013: Davide Capozzi, Julien Herry, Francesco Civra e Luca Rolli hanno ripetuto la discesa della parete est dell'Aiguille Blanche de Peuterey… 29 anni dopo la prima. Una parete estrema unica al mondo. Da vedere nelle immagini del filmato di Epic Tv.
Presente e futuro dello scialpinismo
Tra sicurezza, sponsor e sogno olimpico
Sono stati resi disponibili gli atti del convegno-tavola rotonda tenutosi il 18 aprile scorso a Bolzano, come evento collaterale a Prowinter 2013. 'Sci alpinismo quo vadis? Sponsor, brand, Olimpiadi, allenamenti… - Esaltazione o distruzione dei valori dello sci alpinismo?”
È emerso un quadro dinamico, con aspetti in divenire che riguardano le regole necessarie per muoversi con consapevolezza anche nell'ambito dei comprensori sciistici i quali, a loro volta, dimostrano maggior sensibilità alle esigenze di questa particolare nicchia di utenti.
La disciplina sta crescendo anche nella prospettiva di diventare sport olimpico, il che comporta una definizione ufficiale delle varie specialità. Mentre, a gratificare anche la professionalità degli organizzatori, cresce l’interesse sul fronte degli sponsor.
IL CONVEGNO - A riunirsi attorno a un unico tavolo a Prowinter 2013 sono stati Armando Mariotta e Rebecca Vernon (rispettivamente Presidente e Vice presidente della ISMF), Helmut Sartori (direttore Funivie Val Senales), Matteo Eydallin (atleta della Nazionale Italiana di sci alpinismo FISI), Maurizio Dalla Libera (presidente della CNSASA - Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo Scialpinismo e Arrampicata), Oscar Angeloni (tecnico della Nazionale Italiana di sci alpinismo FISI). In rappresentanza degli organizzatori sportivi: Marco Camandona (Tour du Rutor e rappresentante della Grande Course) e Alessandro Mottinelli (Adamello Ski Raid e Grande Course).
Obiettivo: definire le basi per uno sviluppo futuro di una disciplina in forte espansione, praticata da un numero sempre maggiore di sportivi e seguita da un pubblico crescente di appassionati, chiamando in causa tematiche quali la sicurezza e le regole delle aree sciabili, le sponsorizzazioni, la candidatura olimpica e le grandi classiche.
“Ringrazio Fiera Bolzano che ci ha ospitati nella splendida cornice di Prowinter per parlare del futuro dello sci alpinismo e discutere assieme sullo sviluppo della disciplina - ha esordito Armando Mariotta, presidente ISMF -. In chiusura di stagione è importare tracciare il punto della situazione, per trovare una convergenza di pensiero riguardo le principali tematiche e pianificare efficacemente le azioni future”.
SCIALPINISMO E SICUREZZA: L'UTILIZZO DELLE PISTE - Le nuove generazioni di scialpinisti non si limitano a percorrere la montagna libera, ma ormai frequentano anche i comprensori sciistici, di cui utilizzano i servizi: risalite per portarsi in quota, piste per completare la discesa a valle e comunque per godere di una sciata più rilassata, rifugi... luoghi facilmente accessibili da condividere anche con la famiglia.
“Il target dell'appassionato di questa disciplina è ormai in gran parte dei casi quello di uno sportivo amante degli sport della fatica, che cerca nuovi orizzonti per misurarsi con la propria efficienza fisica e i propri limiti. In un ambiente capace di regalare emozioni genuine e intense, in una natura incontaminata. Molti sono valligiani, con la tessera stagionale”.
Questo è il quadro tracciato puntualmente da Alessandro Mottinelli, poliedrico operatore del comparto montano del Passo Tonale, a premessa del primo punto affrontato dalla tavola rotonda. In questo quadro, si delinea anche la volontà di trovare nuove soluzioni per consentire agli scialpinisti la risalita in sicurezza ai bordi delle piste (come già normato per ora solo in Trentino e in alcune località del Veneto), rispettando le disposizioni di legge che, nell'ambito delle responsabilità dei gestori funiviari, regolamentano anche il comportamento dei frequentatori delle skiarea, nonché l'impiego dei mezzi meccanici impegnati nella battitura serale e notturna dei tracciati.
Molti scialpinisti dediti all'attività agonistica, ma anche normali appassionati, possono dedicarsi agli allenamenti solo dopo il tramonto. E, dati i tempi a disposizione, scelgono zone sciistiche, di facile accesso. “L’attuale normativa, pur con lievi differenze a livello locale, vieta la risalita delle piste – dichiara Alessandro Mottinelli –; nessun gestore funiviario può dunque autorizzare questa pratica. Serve buonsenso da parte degli sportivi, nella scelta degli itinerari di salita all'interno di un comprensorio sciistico, per scongiurare situazioni di pericolo implicite anche nella gestione quotidiana delle piste. È essenziale divulgare a tutti questo messaggio”.
“La battitura delle piste nelle prime ore della notte è infatti una pratica difficile da rimandare - conferma Helmut Sartori, Direttore delle Funivie Val Senales -. Ritardare questo intervento, soprattutto quando le temperature non sono particolarmente rigide, rappresenta un problema. Potremmo magari discutere sull’opportunità di riservare alcuni tratti o tracciati, rinunciando all'intervento regolare dei gatti, ma attualmente la legge vieta la risalita delle piste da sci, di giorno come di notte, anche lungo i bordi. Mentre la discesa è consentita solo negli orari di esercizio degli impianti a fune. Il tutto è dettato da criteri di sicurezza e tutela degli utenti”.
“Il quadro normativo attualmente in vigore in Italia è molto chiaro, e stabilisce precise responsabilità in capo a chi viola le disposizioni di legge - aggiunge il Colonnello Marco Mosso, comandante del Centro sportivo Esercito che vanta una squadra di scialpinisti di prestigio internazionale -. Una possibilità potrebbe essere quella di riunire tutti gli enti che svolgono sci alpinismo agonistico a vario titolo, per cercare di trovare una collaborazione con il mondo dei gestori funiviari, nell'ambito delle normative”.
IL CONTRIBUTO DEL CAI - Educazione alla sicurezza è anche il leitmotiv dell’attività svolta dalla Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo, Sci alpinismo e Arrampicata libera del CAI: “Lo sci alpinismo è un’attività che presenta rischi e chi lo pratica se ne assume la responsabilità – afferma il presidente Maurizio Dalla Libera –; oltre i confini di competenza delle aree sciistiche, la montagna deve restare un luogo di frequentazione in libertà, senza norme di legge che regolano i comportamenti. La CNSASA ha lo scopo di promuovere e favorire lo sviluppo dell’alpinismo, con particolare attenzione ai problemi della prevenzione degli infortuni. Come responsabili del CAI siamo chiamati ad esercitare una grande vigilanza e ad intervenire presso le autorità competenti, al fine di evitare ogni intervento limitativo nell'uso degli spazi di montagna”.
UN CONTRIBUTO DAL PUBBLICO PRESENTE IN SALA - Una possibile soluzione per estendere la fruizione dei comprensori sciistici anche alle esigenze di allenamento dei praticanti dello sci alpinismo competitivo viene suggerita da Omar Oprandi: “Bisogna comunicare agli scialpinisti che non si può salire lungo le piste e che qualsiasi cosa succeda, la colpa è loro. È inoltre auspicabile che i gestori degli impianti prendano l'iniziativa d'individuare e creare specifici corridoi per gli sci alpinisti, con piste o strade forestali dedicate: percorsi segnalati, con mappe che indicano la traccia di salita e un’apposita segnaletica possono rappresentare una valida soluzione, come già hanno iniziato a fare nel comprensorio della Paganella”.
SCIALPINISMO E SOGNO OLIMPICO... - Il processo di candidatura dell’ISMF a Federazione olimpica è presentato con entusiasmo dal Presidente federale Armando Mariotta: “La marcia verso le Olimpiadi è iniziata. Ci siamo impegnati molto e abbiamo preparato un dossier di candidatura con interessanti dati e informazioni riguardanti la nostra disciplina. A fine maggio, a San Pietroburgo, sapremo se la nostra diventerà una Federazione olimpica”. Soddisfazione per il percorso intrapreso dalla Federazione è stata espressa da tutti i relatori intervenuti, pur nella convinzione che un’eventuale investitura dello sci alpinismo a disciplina olimpica - che potrebbe scattare con il 2022 - non debba prescindere dall’importanza delle grandi classiche, grazie alle quali il movimento è sino ad oggi cresciuto nella sua componente agonistica.
“Lo sci alpinismo ha tutte le carte in regola per entrare a far parte delle Olimpiadi, perché rappresenta appieno tutti i valori che sono alla base dei Giochi - afferma il Colonnello Marco Mosso –. Certo, bisognerà adattare i modelli di gara alle esigenze di un grande evento mondiale, mantenendo in primo piano le grandi competizioni classiche che rappresentano la storia dello sci alpinismo”.
…E LA VISIONE DE 'LA GRANDE COURSE' - Definire con precisione i contenuti della disciplina è un must per Alessandro Mottinelli: “Occorre prestare molta attenzione a non snaturare ciò che rappresenta lo sci alpinismo. Dobbiamo essere d’accordo: lo scialpinismo è la sprint, formula olimpica, o sono le grandi classiche come la Grande Course? Gare come le nostre non potranno mai essere olimpiche, quindi è essenziale definire bene quale formula rappresenta meglio la disciplina”.
Dello stesso parere anche Marco Camandona (Tour du Rutor e rappresentante della Grand Course): “La Grande Course in questo momento rappresenta un evento di grande importanza e di riferimento per gli appassionati della disciplina; dobbiamo decidere quale forma di sci alpinismo agonistico vogliamo portare avanti”.
L'INTERVENTO DEL D.T. ANGELONI - “Qualcosa andrà inevitabilmente rivisto, ma l’Olimpiade sarebbe un momento importante sia per gli atleti sia per i Centri sportivi militari – aggiunge Oscar Angeloni, tecnico della Nazionale Italiana di sci alpinismo FISI -. Naturalmente ci devono essere anche le grandi classiche, emblema dello sci alpinismo vero, ma ritengo che Olimpiade e grandi classiche possano coesistere senza alcun problema, come avviene, ad esempio, nello sci di fondo”.
SCIALPINISMO E AZIENDE - La crescita esponenziale dello sci alpinismo ha catalizzato l’attenzione di aziende interessate ad investire su atleti e squadre, per associare la propria immagine e il proprio brand ai valori della disciplina.
“Oggi lo sci alpinismo è diventato più appetibile per gli sponsor, anche se parliamo di cifre non paragonabili rispetto ad altri sport – esordisce Matteo Eydallin, atleta della Nazionale Italiana di sci alpinismo FISI -. Ci sono segnali di interesse da parte di vari marchi nei confronti di gare e circuiti, che fanno ben sperare per la crescita dell’intero movimento”.
Impressioni confermate anche da Oscar Angeloni: “A differenza di qualche anno fa, oggi vi sono diversi sponsor che bussano alla porta di un movimento che sta crescendo sempre di più”. Oltre all’attività di ricerca di sponsor, oggi risulta fondamentale gestire in maniera professionale le sponsorizzazioni, per garantire alle aziende un ritorno di visibilità: occorre far sì che questi investimenti vengano ricompensati da una corretta esposizione dei marchi, anche con l’ideazione e l’organizzazione di attività ed eventi dedicati.
“Per finanziare la crescita di eventi e progetti servono soldi, ma anche e soprattutto grande professionalità – ribadisce Alessandro Mottinelli –”.
“È vero che il nostro è uno sport in forte espansione, ma gestire e gratificare gli sponsor è un duro lavoro per gli organizzatori – aggiunge Marco Camandona -. Dobbiamo comunque cercare partner anche al di fuori del nostro mondo, per espandere la comunicazione del nostro sport”. L’ISMF tiene costantemente monitorata l’evoluzione e l’appeal della disciplina sportiva nei confronti di potenziali aziende sponsor.
A fornire una lettura della situazione è Riccardo Selvatico, responsabile marketing e comunicazione della Federazione: “Nell’ambiente dello sci alpinismo, in Coppa del Mondo e nei grandi circuiti, si sta lavorando per arrivare a uno standard di gestione delle sponsorizzazioni, sul modello di quanto attuato in altri sport. Ci sono molte aziende che credono nel cammino intrapreso dallo sci alpinismo, e confermo i segnali di interesse a investire da parte di grandi marchi. La nostra disciplina è stata per anni un prodotto di nicchia; ma oggi, con una gestione strutturata, possiamo ambire ad avere più aziende interessate e un finanziamento più importante delle attività”.
“Occorre trovare aziende che desiderano associare il proprio marchio al messaggio dello sci alpinismo – conclude il Presidente Mariotta –. Dobbiamo perciò diffondere tutti insieme questo messaggio. Oggi lo sci alpinismo è un fenomeno con un suo pubblico e con appassionati che sono conquistati dall'appeal di testimonianze fotografiche e video emozionanti. Per sviluppare progetti credibili e pensare di arrivare un giorno all’ambizioso traguardo delle Olimpiadi, abbiamo bisogno anche degli sponsor”.
PROWINTER E LO SCIALPINISMO - Da due anni la promozione dello sci alpinismo quale disciplina sportiva invernale emergente passa anche attraverso Prowinter, l’unica fiera b2b in Europa dedicata al noleggio e ai servizi per gli sport invernali: “Prowinter ha intercettato il trend positivo di praticanti e appassionati dello sci alpinismo, dedicando a questo sport la piattaforma Skitouring – afferma Reinhold Marsoner, Direttore di Fiera Bolzano SpA –; siamo fiduciosi che in futuro la nostra fiera possa diventare sempre più un chiaro punto di riferimento, di incontro e di confronto per tutti coloro che amano lo sci alpinismo e ne intendono promuovere la crescita”.












