Il quartier generale Salewa certificato Work&Life
Il 6 ottobre l'inaugurazione ufficiale del nuovo edificio
Il nuovo edificio del gruppo bolzanino rappresenta un concentrato di soluzioni costruttive che mirano al massimo risparmio energetico e che sottolineano la vicinanza dell’azienda al territorio che la ospita e che l’ha vista crescere. Heiner Oberrauch, presidente del Gruppo Oberalp SALEWA, ha presentato in questi giorni a Milano il nuovo quartier generale durante la conferenza di lancio di Klimahouse, la 7° fiera internazionale specializzata per l'efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia. Proprio l'ente pubblico promotore della fiera, CasaClima, ha da poco conferito alla nuova sede del Gruppo SALEWA la certificazione Work&Life.
MOLTO PIU' CHE UNA SEDE DI LAVORO - L’inaugurazione ufficiale avrà luogo il 6 ottobre, ma il nuovo quartier generale SALEWA Group è già operativo. Dopo quattro anni dal bando di concorso prende vita un edificio landmark che sarà un punto nevralgico per lo sviluppo sostenibile degli sport della montagna marchiati SALEWA, DYNAFIT e POMOCA, i tre brand di proprietà del gruppo bolzanino. Con un volume di oltre 135.000 mc e una torre alta quasi 50 metri, la nuova sede dell’azienda produttrice di abbigliamento e attrezzatura per l’alpinismo offre lo spunto per un’analisi più approfondita sulle scelte funzionali adottate dai progettisti. Un luogo di lavoro, ma non solo. Infatti, oltre alla presenza di uffici con aule riunioni, showroom, sale conferenza, una divisione ricerca e sviluppo autonoma rispetto alla produzione industriale e di prodotto, magazzini automatizzati e tutte le funzioni necessarie allo sviluppo di idee e prodotti, Heiner Oberrauch, presidente dell’azienda, ha chiesto espressamente di avere elementi che caratterizzino l’edificio come un luogo della città. Ed è così che il lavoro firmato da Park Associati e Cino Zucchi Architetti ha visto nascere anche un asilo nido, uno spazio fitness e, fiore all’occhiello del progetto, una palestra di roccia con uno spazio per eventi da adibire soprattutto alla promozione degli sport alpini e della montagna. La palestra, già pienamente funzionante, sarà immersa nella natura di un parco pubblico che fungerà da “polmone verde” e zona relax per i dipendenti, non solo di SALEWA ma anche delle aziende circostanti, con libero accesso a chiunque voglia trascorrere un momento di pausa. La nuova sede si articola come una serie di paesaggi esterni e interni, in forte relazione con l’ambiente e i suoi elementi. I volumi dell’edificio costituiscono dei veri e propri landmark artificiali, le cui altezze e geometrie dialogano con le pareti rocciose circostanti.
LA CERTIFICAZIONE WORK&LIFE - L’attenzione verso il territorio e l’individuo ha sicuramente contribuito all’assegnazione della certificazione Work&Life che l’Agenzia CasaClima ha conferito al nuovo quartier generale di SALEWA. La certificazione si basa su una serie di criteri tecnici e strategici relativi a tre concetti: 'Natura' (ecologia), 'Vita' (aspetti socioculturali) e 'Trasparenza' (economia). Il pilastro Natura valuta in base agli standard CasaClima l’efficienza energetica dell’involucro edilizio e l’efficienza complessiva delle installazioni e dell’edificio nella sua totalità.
I criteri di Vita mettono in primo piano il benessere dei dipendenti, mentre la Trasparenza mira a fornire una panoramica dei costi nelle fasi di pianificazione e attuazione mediante un’analisi spesa-profitto. Si esamina inoltre la durata dell’edificio e dei suoi effetti sull’ambiente. Gli esperti dell’ente certificatore hanno esaminato il progetto aziendale SALEWA assegnando a ciascuno dei tre criteri il massimo punteggio di Summa cum laude. La sede SALEWA è il primo edificio commerciale d'Italia a cui viene conferita una certificazione simile.
Il nuovo quartier generale è stato concepito in modo da essere quasi totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. Il tetto dell’edificio ospita un impianto fotovoltaico all’avanguardia con una capacità annua complessiva di circa 420 megawatt ore.
Vertical Peniola con Urban Zemmer
Al via il circuito autunnale La Sportiva Vertical Trophy
Sabato 24 settembre andrà in scena il 'Vertical Peniola', primo appuntamento del nuovo circuito La Sportiva Vertical Trophy.
Si tratta di quattro gare di pura salita, con dislivelli tra i 600 e i 1100 metri, che saranno disputate il sabato pomeriggio nelle valli di Fiemme e Fassa, in Trentino. Un circuito rivolto ai puri grimpeur, ma sono attesi alla partenza molti scialpinisti desiderosi di 'sgasare' in attesa della prima neve, anche se in questi giorni ha già fatto la sua comparsa sulle cime più alte.
Ecco gli appuntamenti: sabato 24 settembre la Vertical Peniola, sabato 1 ottobre la Ciok Vedeler, l’8 ottobre la Scaldagambe a Stava e chiusura del circuito con la Costolina a Ziano di Fiemme.
Sabato dunque a Moena andrà in scena la gara di apertura: la partenza è fissata alle 14 in Piaz de Sotegrava (apertura ufficio gare dalle 12,30, non sono ammesse iscrizioni il giorno della gara), si percorre l’impegnativo sentiero 521 fino alla cima Sass da Ciamp (219 0m) con sviluppo totale di 5,5 km e dislivello positivo di 1100 metri. L’organizzazione consiglia l’uso dei bastoncini e segnala che il rientro avverrà per lo stesso percorso; attenzione, non è previsto il trasporto degli indumenti all’arrivo pertanto si consiglia di attrezzarsi, data la quota. A seguire cena e premiazioni all’Hotel Deville.
William Bon Mardion, formaggio e Mezzalama
Abbiamo incontrato il francese, che lavora in un caseificio, alla Dynastar
Insieme a Kilian Jornet Burgada e Didier Blanc è stato il trionfatore del Mezzalama. William Bon Mardion, classe 1983, magazziniere al caseificio Beaufortain, è tra i più forti scialpinisti in assoluto. Un ragazzone semplice e di poche parole ma dalla tecnica sopraffina. Lo abbiamo incontrato alla Dynastar di Sallanches nei giorni scorsi. William, infatti, è il più prezioso collaudatore del modello top di gamma dell'azienda francese, il Pierra Menta. «Tutto bene, ci ha detto, sono sempre in allenamento, ho ancora un paio di gare a secco ma non so se parteciperò, poi ai primi di ottobre farò quindici giorni di break come in primavera anche se poi va a finire che faccio lo stesso camminate e sport». E poi? «A novembre sarò a Tignes sul ghiacciaio…».
E con questa fanno 4
Kilian vince anche in Sud Africa
Il suo progetto di vincere 5 gare in 5 continenti nel corso della stagione estiva si sta concretizzando. Il 17 settembre in Sud Africa si è aggiudicato il Table Mountain Challenge una skyrunning di 37 km con un dislivello di 1650 metri. Al via 800 runners per quella che in Sud Africa è considerata la gara di corsa in montagna più importante. I primi 10 km del tracciato sono stati molto veloci, praticamente in piano, corsi su strada sterrata. Nella parte centrale di gara invece il percorso si è fatto più tecnico, con molti cambi di pendenza su terreno pietroso e molto accidentato, una vera skyrunning con 1000 metri di dislivello racchiusi in pochi km. Poi alla fine è rimasta solo la discesa non particolarmente tecnica che ha permesso di godere dei fantastici scorci sull'Oceano Atlantico.
5 MINUTI DI VANTAGGIO - Kilian ha stabilito il record della gara fermando il cronometro su 3h41'47" distaccando di 5' Greg Vollet e di 8' Allen Ben. Kilian racconta che i primi 10 km sono stati velocissimi con ritmi forsennati, tenendo il gruppo di testa formato da 4 atleti. Ha fatto la differenza nella parte tecnica, dove è riuscito a guadagnare un buon margine che ha gestito sino sul traguardo. Temeva di non aver smaltito le fatiche dell'Utmb ed invece afferma di aver avuto ottime sensazioni ed è fiducioso per il proseguo della stagione.
OBIETTIVO KINABALU - Manca ora solo la tappa in Asia per raggiungere l'obiettivo di vincere 5 gare in 5 continenti diversi; ricordiamo infatti le vittorie in Australia alla The North Face 100k, seguita dalla vittoria alla Ws 100 negli Stati Uniti, alla Utmb in Europa ed ora alla Table Mountain in Sud Africa. Il prossimo 23 ottobre alla Kinabalu in Asia concluderà questo fantastico progetto. In bocca al lupo Campeon, poi sarà ora di mettere le pelli.
Scarpa, gli scarponi eco
L'azienda veneta propone dei modelli realizzati con una plastica vegetale
Con sci e scarponi da scialpinismo si raggiungono i luoghi più belli del mondo. Per questo Scarpa ha pensato anche a produrre scarponi che siano 'amici dell'ambiente', perché è giusto visitare la natura in 'punta di piedi'. Come? Utilizzando nella mescola plastica Pebax Rnew, la prima plastica di origine vegetale mai creata, ottenuta dai semi della pianta di ricino (risorsa 100% biologica e rinnovabile). In quali scarponi viene utilizzato il Pebax Rnew? Sia nei quattro ganci (Maestrale e modello lady Gea) che nei tre (Rush, Blink e il modello entry level Thrill).
RUSH, PAROLA D'ORDINE SENSIBILITA' - Basato sulla innovativa Axial Alpine Technology, questo modello stabilisce nuovi standard per gli scarponi da Alpine Touring. Lo scafo e il nuovo profilo del gambetto migliorano sensibilmente leggerezza e sensibilità. Il fit è ottimo (anche grazia alla lingua simmetrica T-Wing) e garantisce un’ottima sensibilità e la migliore trasmissione della potenza sugli sci. Nuova suola ultraleggera Cayman/Vibram (grip al top e tenuta antiscivolo), battistrada con scanalature verticali e orizzontali per aumentare la trazione su ghiaccio e neve, 3 leve + Active Power Strap.
Dynafit e Primaloft portano lo ski-alp al cinema
Due tappe anche in Italia del tour 'Il meglio dello scialpinismo'
Una collaborazione sviluppata in alta quota e che ora scende in città per mostrare al cinema le emozioni dello scialpimismo: si tratta di due brand importanti per questo settore come Dynafit e PrimaLoft. Dopo aver stretto una partnership tecnica per la produzione di capi estremamente performanti, uniscono ora le proprie forze per un progetto congiunto sul fronte della promozione e dalla comunicazione.
Infatti i due marchi sono 'titolari' dell’iniziativa che li vedrà sostenere il tour cinematografico 'Il meglio dello scialpinismo' che nei prossimi mesi di ottobre e novembre farà tappa in 17 località tra Germania, Francia, Italia, Austria, Svizzera e Spagna, nazioni dove lo scialpinismo è nato e cresciuto, e che in queste ultime stagioni sta vivendo una seconda giovinezza. In occasione del tour e in collaborazione con i più qualificati punti vendita locali, le due aziende presenteranno la propria gamma di prodotti di alta qualità per gli appassionati di scialpinismo di tutti i livelli.
UNA COLLABORAZIONE PROFICUA - «La collaborazione tra Dynafit e PrimaLoft risale a molti anni fa ed ora la possiamo considerare come un elemento caratterizzante della nostra proposta di abbigliamento tecnico per lo scialpinismo - commenta Benedikt Böhm, general manager di Dynafit - e sono particolarmente soddisfatto di vedere crescere questa partnership di collezione in collezione. Sono certo che il tour cinematografico darà ancora più valore alla nostra collaborazione, perché questa rassegna di film è pensata appositamente per la comunità di scialpinisti. Sono sicuro che ogni scialpinista lo apprezzerà».
LE TAPPE ITALIANE - In Italia il tour farà tappa a Pinzolo in provincia di Trento il 7 novembre 2011 presso il Pala Dolomiti di Piazzale San Giacomo, in collaborazione con il negozio Magic Sport di Caderzone. Il giorno successivo trasferimento a Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo con la proiezione prevista al Palazzo Bertello, grazie al supporto del punto vendita Massi Sport.
Per entrambe le proiezioni ingresso libero e ritiro biglietti presso i due punti vendita che supportano l’iniziativa.
Anche Jochen Lagemann, direttore vendite e marketing per l’Europa di PrimaLoft, ha evidenziato la cooperazione pluriennale tra i due marchi: «Gli atleti Dynafit testano i prodotti PrimaLoft nel corso di spedizioni, di gare e in altre situazioni estreme, quando ancora il capo è in fase di prototipo, prima del lancio della collezione sul mercato. I risultati dei test hanno quindi un impatto notevole sullo sviluppo di nuovi prodotti per PrimaLoft e le esperienze più esaltanti di queste attività le abbiamo concentrate in questo emozionante tour cinematografico».
UNA SERATA DA NON PERDERE - Ciò che promette 'Il meglio dello scialpinismo' è una serata ricca di emozioni. Il cartellone, infatti, include interessanti filmati che mostrano ogni aspetto di questa disciplina. Tra gli highlight della rassegna spicca la proiezione di 'Los Andes', una pellicola di un team di scialpinisti impegnati in zone meravigliose delle Ande. Alle serate sarà presente Basti Haag, uno degli atleti del team Dynafit che ha preso parte alla spedizione: quattro settimane nella Cordigliera Andina alla ricerca di immagini mozzafiato di salite e di discese in ripidi canaloni e regioni rocciose. Il tedesco Basti Haag sarà attore protagonista anche in un'altra opera, 'Broad Peak', dove al fianco di Benedikt Böhm - attualmente General Manager di Dynafit - raccoglie una miscellanea di diari, spedizioni e materiale video prodotto nel corso di numerose spedizioni scialpinistiche in alta quota nel Karakorum, in Pakistan. Da non perdere la visione di 'Birth of a Legend', il documentario del cineasta francese Sébastian Montaz-Rosset sulla vita sportiva (e non) di Mireia Mirò: l'atleta spagnola del team Dynafit è l’assoluta dominatrice nelle ultime stagioni delle gare di scialpinismo e di trail running, occupando posizioni di vertici mondiali sia d'inverno sia d'estate. Montaz-Rosset ne fa un ritratto insolito: una sportiva simpatica e straordinariamente vincente nella sua stagione di trionfi. Infine, grande attesa per 'X4', il film che documenta l’impresa 'estiva' di cinque atleti Dynafit impegnati nella concatenazione di quattro cime di altrettanti Paesi in soli quattro giorni. Nel loro tentativo 'by fair means', ovvero a piedi, in bici o sugli sci (in altre parole, senza mezzi a motore) tutta l’avventura della sfida a quattro mitiche vette alpine: Zugspitze, Similaun, Ortler e Piz Palü.
Tour du Rutor: sara' una "Grande Course"
Ne abbiamo parlato con Marco Camandona
Gli avevamo telefonato per sentire come stava dopo il Tor des Geants e l'occasione è stata buona per parlare anche di Tour du Rutor.
Il suo Tor des Geants è stato perfetto sino a quando delle bolle nella pianta del piede, l'hanno obbligato al ritiro. "Mi spiace davvero tanto perché stavo proprio bene e avrei fatto sicuramente una grande gara. Ritirarsi quando mancavano solo 49 km all'arrivo sa di beffa, anche perché l'avevo preparato nei particolari. Ho tenuto duro per quasi un giorno, ho applicato pomate e cerotti, ma quando la pelle si è cotta non c'è stato più nulla da fare. Penso che il gran caldo sia stata la causa principale, anche perché non sono stato l'unico."
Ora come stai? "Ma bene, sono ricorso alle cure in pronto soccorso, mi hanno medicato, mi hanno tolto l'infezione in corso, ora sono bendato e giro con l'infradito, sarà per la prossima"
Parliamo invece di Tour du Rutor, il grande evento di cui tu sei il patron che si svolgerà in primavera in Val d'Aosta e che sarà valido come prova di Grande Course.
"Quest'anno sarà la sedicesima edizione e per noi rappresenta certamente l'edizione più importante. Si torna alla formula dei tre giorni, ma soprattutto saremo prova di Grande Course. Si svolgerà il prossimo 30, 31 marzo ed il 01 aprile con il quartier generale posto ad Arvier, teatro di gara la Valgrisenche con il ghiacciaio del Rutor a farla da padrone. Saranno 6500 i metri di dislivello da affrontare nei tre giorni con tracciati tecnici e molto spettacolari".
Personalmente ricordo che l'edizione del 2009, corsa sempre su tre giorni e valida come prova finale di coppa del mondo, è stato un vero successo. Organizzazione impeccabile, ma soprattutto percorsi spettacolari, tanta gente, nulla da invidiare insomma alla Pierra Menta.
Marco, dovessero arrivarti 400 team cosa prevede il regolamento? "Noi nelle scorse edizioni ci siamo sempre tarati massimo sulle 250 squadre. Quest'anno invece vorrei prenderli tutti, ho già pensato eventualmente a come modificare i percorsi, evitando errori accaduti ad esempio al Mezzalama."
Spiegami un po' questa nuova teoria "Negli anni molte cose sono cambiate, bisogna adeguare i tracciati a questo nuovo modo di affrontare le gare dovuta anche all'elevata preparazione degli atleti. Sino a qualche anno fa, dopo 500 metri di salita, le posizioni erano delineate ed il gruppo si era sgranato. Per il Rutor, dovessimo avere una grande richiesta, metterò i canalini e le salite tecniche solo nella seconda parte di gara, prevedendo quasi sempre la doppia traccia. Poi è una gara di tre giorni, quindi è fisiologico che comunque i ritmi siano diversi".
Allora buon lavoro e buona riabilitazione, noi ci vedremo presto.
Tor des Geants 2011: un successo gigantesco
Sabato l'arrivo dell'ultimo finisher, domenica le premiazioni
Cala il sipario su questa seconda edizione del Tor des Geants ed il bilancio parla di un grandissimo successo. Sabato, poco prima dello scadere delle 150 ore a disposizione per chiudere l'endurance trail più duro al mondo, ha tagliato il traguardo l'ultimo finisher si tratta di Gianni Savoia. Ad accompagnarlo per mano AnneMarie Gross e Jules Henry Gabioud i due vincitori dell'edizione 2011. Sulla linea del traguardo di Courmayer gli sono stati riservati grandi festeggiamenti condivisi con tutti i concorrenti, sia classificati che ritirati, che turisti e cittadini. Domenica mattina invece grande festa per i 300 finisher del Tor des Geants 2011 con la consegna dei riconoscimenti "ai giganti" che hanno fatto grande, assieme all'organizzazione, ai volontari e l'intera Valle d'Aosta questa seconda avvincente edizione. C'era da assegnare anche il Trofeo delle Nazioni, un riconoscimento che vuole simboleggiare l'occasione di comunicazione, scambio e condivisione tra i popoli, di cui il Tor de Geants sta diventando un emblema. Un premio ambito, che viene assegnato al paese con il miglior risultato ottenuto sommando i tempi dei primi tre finisher senza distinzione di sesso. Se l'è aggiudicato la Francia, non è però stato consegnato, ma verrà conservato presso la stazione di Punta Helbronner delle funivie del Monte Bianco, si tratta di un trofeo costituito da un blocco di granito del Monte Bianco, il gigante tra i giganti.
Per rendersi conto del successo del Tor des Geants, elenchiamo un po' di numeri
473 concorrenti alla partenza
300 finisher
34 donne arrivate
24 anni il concorrente più giovane
70 anni il concorrente più anziano
2894 amici Facebook
337 follower su Twitter
16737 le visualizzazioni del video ufficiale
Tullio Grandelis e Silvia Serafini vincono la Cadini
Gli atleti hanno gareggiato su un percorso piu' breve
Tullio Grandelis (Atl. Comelico) e Silvia Serafini (Nuova Atl. 3 Comuni) vincono la seconda edizione della Cadini Sky Race. La pioggia caratterizza la mattinata di Misurina.
Hanno visto Lanfranchi salire a tutta in bicicletta...
Ma era lui?
Un amico qualche giorno fa mi ha telefonato chiedendo se conoscessi un certo Lanfranchi, "mi ha riferito di essere uno scialpinista." Se hai incontrato il Lanfranchi che dico io, gli ho risposto, hai conosciuto uno dei più forti scialpinisti in circolazione, ma spiegami un po'. "Stavo salendo con la mia bici la salita del Cornizzolo, una classica in zona Lecco. Ad un certo punto ho sentito un treno arrivarmi da dietro, il tempo di voltarmi e mi aveva già superato. Ne ho vista di gente salire forte su per quella salita, con tratti anche al 18%, ma uno con quei ritmi mai. Ero convinto fosse un ciclista professionista, invece mi ha detto che fa scialpinismo!"
Cerchiamo di capire se era davvero il "nostro" Lanfra.
Ciao Pietro cosa ci facevi l'altra sera in bicicletta sul Cornizzolo? "sto lavorando in quella zona e la sera quando finisco vado ad allenarmi."
Voci ti danno in gran spolvero, è vero? "ma va, cosa dici? sto lavorando tantissimo e tempo per allenarmi ne ho poco. Con l'arrivo dell'autunno spero davvero di riuscire ad allenarmi seriamente altrimenti quest'inverno son dolori"
Ma che lavoro fai? "lavoro per una ditta che produce macchinari per il tessile, sono un tecnico addetto alla parte elettrica, per cui molto spesso vado anche in trasferta"
Lavoro ed allenamento, come riesci a farli conciliare? "tanto sacrificio, che però non basta più. I tempi sono cambiati, ora anche lo scialpinismo sta andando verso il professionismo. Io farò ancora questa stagione, poi non penso di poter reggere il confronto ed essere ancora competitivo. Io vedo Antonioli e Boscacci che stanno facendo i salti mortali per poter essere dei semi professionisti. Finchè sei giovane puoi anche provarci, soprattutto se hai una famiglia che ti assiste. Ma se invece devi mantenerla una famiglia, allora è pura utopia."
Ti sento un po' sfiduciato "io sono arrivato quest'estate senza ferie, le ho consumate tutte per fare le gare durante l'inverno. Per una trasferta di coppa necessiti ogni volta di almeno tre giorni, per i Mondiali e gli Europei almeno di una settimana. Ho solo lavorato quest'estate, ma ho anche una famiglia, non si può sempre e solo chiedere, ci vuole equilibrio in tutto."
Cosa si potrebbe fare allora? "per il futuro di questa disciplina sarebbe opportuno intanto che la Fisi stanziasse per gli atleti della nazionale un monte ore di permessi a disposizione per sostenere le trasferte. Poi è chiaro che ci vuole sempre la disponibilità del datore di lavoro con il quale programmare le assenze anche in base alle esigenze aziendali, ma così è dura andare avanti."
Lanfra, ma chi te lo fa fare? "sento una grande responsabilità nei confronti di questi ragazzi, che sulla nostra scia stanno venendo su forte. Ti sembrerà strano, ma in molti ci indicano come esempi, se ce l'ha fatta il Lanfranchi, dicono, possiamo farcela anche noi. Tanti ragazzi anche qui nella Bergamasca mi vedono come un esempio. Per me è uno stimolo grandissimo, motivo per andare avanti e non mollare mai."
Non è retorica, ma chi ha avuto la fortuna di conoscere Pietro Lanfranchi sa che è fatto così. Un campione nello sport, ma soprattutto nella vita. Un esempio per tutti, poche parole e tanti fatti. Di persone come lui non ce ne sono mai abbastanza, mai nessuna polemica, disponibile e leale, una parola per tutti. Ragazzo che sa far gruppo, che si fa amare dai suoi compagni e dalla sua gente e che sa farsi rispettare. Un leader, uno a cui bisogna solo dire grazie.
European Outdoor Film Tour
L'evento, sponsorizzato da Gore-Tex e Mammut, dal 27 ottobre in Italia
Arrampicata, sci, mountain biking e molto altro ancora, in una selezione dei migliori documentari e film outdoor internazionali, che vengono riproposti in un unico lungometraggio della durata di circa 120 minuti, che sarà presentato in otto Paesi europei dall’Olanda all’Italia, passando per la Germania, la Francia, l’Austria, il Belgio, la Svizzera e il Lussemburgo. Questo è l'European Outdoor Film Tour, il più importante evento cinematografico della comunità outdoor europea, sponsorizzato da Gore-Tex e Mammut.
Il tour italiano avrà inizio da Trieste il 27 ottobre e si concluderà l’8 novembre a Bressanone (BZ), per un totale di undici appuntamenti.
Ecco l’elenco delle città italiane toccate dall’E.O.F.T.:
27 ottobre – Trieste, Cinema Ambasciatori
28 ottobre – Udine, Auditorium Zanon
29 ottobre – Pordenone, Auditorium Don Bosco
1 novembre – Paese (TV), Cinema Multisala Manzoni
2 novembre – Torino, Galleria Arte Moderna
3 novembre – Brescia, Auditorium Balestrieri
4 novembre – Trento, Cinema Nuovo Roma
5 novembre – Bolzano, Auditorium Joseph Haydn
6 novembre – Brunico (BZ), Casa Michael Pacher
7 novembre – Merano (BZ), KIMM
8 novembre – Bressanone (BZ), Forum
In questa edizione 11.12, saranno la passione per l’avventura e lo sport estremo a tenere incollati allo schermo gli occhi degli spettatori: spedizioni glaciali, arrampicate vertiginose, equilibristi sospesi, mountain biking piroettante e freeski spericolato. Per un’avventura estremamente sportiva.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita (euro 12) presso i negozi SPORTLER e SPORTLAND, oppure la sera della proiezione (euro 14).
Ulteriori informazioni al sito www.eoft.eu
Spettacolo mondiale tra i boschi di Paluzza
Questa mattina hanno preso il via le prime categorie master
Alle 9.45, puntualissimo, è cominciato a Paluzza (Udine), il Campionato Mondiale master di Corsa in montagna. Al via, la categoria MM35 – gli atleti più giovani, che sono in tutto 99 – affronterà il doppio anello del percorso di gara, uno lungo 5,5 km e con un dislivello di 310 metri, l'altro di 3,2 km, per un dislivello totale di 183 metri: un tracciato che passa per i boschi del paese, tra saliscendi, sterrato, asfalto e terriccio di sottobosco.
Le partenze continueranno, a scaglioni, fino a questa sera, intorno alle 17.30. Poi, alle 19, si terrà la cerimonia di chiusura.
Tra le curiosità di questa undicesima edizione dei mondiali master, il record di partecipanti: 1015 (792 maschi e 223 femmine), da ben 26 nazioni (19 stati europei e 7 extraeuropei). La categoria più “affollata” è quella degli uomini tra i 45 e i 50 anni, con 150 iscritti. Tra i concorrenti più conosciuti, ci sono Marco Moretton, specialista del fuoripista; Corrado Bado di Imperia (marito di Ornella Ferrara, bronzo ai mondiali di Goteborg del 1995) e Lucio Fragona, trevigiano, più volte campione italiano di questa disciplina. Degli extraeuropei, il gruppo più lontano proviene dall'Australia (4 atleti); ci sono anche due rappresentanti dal Venezuela, uno dalla Colombia e uno dal Brasile. Massiccia la partecipazione dall'Est Europa, con in testa Slovacchia e Repubblica Ceca. Gli italiani che vengono da "più lontano" sono quelli di Santa Maria di Leuca (Lecce). I "decani" della gara sono Vlada Stevanovic (Serbia -Montenegro) e Pasqualino Benvenuto (Italia), classe 1934. Ultima a partire sarà una donna, categoria MF75, Maria Marcibalova, anche lei classe 1934.
L'organizzazione ha mobilitato circa 200 volontari. L'emergenza sanitaria è assicurata da uno staff medico e di primo soccorso della Croce Rossa Italiana, con una unità mobile e una “fissa” di fronte a Palazzo Cesfam, dal Soccorso alpino del Fvg, con 9 persone dislocate lungo il tracciato, oltre alla protezione civile regionale e agli alpini dell'Ana sezione carnica e all'associazione Carabinieri della montagna. L'evento ha comunque trainato la ricettività turistica di questo periodo in Carnia, con 400 prenotazioni alberghiere e una settantina di posti occupati in camping.
Nella categoria MM 35, la terna è stata tutta azzurra: Massimo Galliano ha chiuso in 47 minuti e 52 secondi. A seguire, Diego Filippi (49'11”) e Emanuele Marchi (49'51”).
Negli MF35, primo posto per Ivana Sekyrova (Repubblica Ceca) 57'38”; Maria Laura Fornelli (Italia) 59'39”; Jutta Brod (Germania) 59.45.
Per la categoria MM40, l'Italia conquista tutto il podio. Con Antonio Molinari (49'12”); Lorenzo Della Pietra (49'49”) e Corrado Bado (49'57”).
MF40, Oro per Maria Pia Chemello (59'59”), argento per Cristina Bonassi (60' 20”), bronzo per l'ucraina Oksana Petrova (61'10”).
MM45, primo posto Craig Roberts (Uk) 49'23”; secondo posto per l'italiano Lucio Fregona (49'54”); Rostislav Petras (50'07”).
MF45; vince il Regno Unito con Tracey Jayne Greenway in 1 ora, 1 minuto e 30 secondi. A seguire la tedesca Barbara Stich, che taglia il traguardo 47 secondi dopo. Terzo posto per Helen White, che arriva 4 minuti e 13 secondi dopo.
MM50; vince l'italiano Claudio Amati (51'08”); secondo posto per Ales Stransky (Repubblica Ceca) 52'27”; terzo posto per Matt Ebiner (52'59”).
MF50; primo posto della tedesca Mari Heilig-Duventaster 61'44”. Segue la Repubblica Ceca, con Marie Hynstova (69'28”) e l'italiana Iris Bonanni (71'09”).