Sovrana Welf scia la Nord del Lyskamm

Ieri mattina con Jimmy Sesana, alla sua settima discesa

Ieri mattina, martedì 23 luglio, tra le 9.30 e le 10 la Nord del Lyskamm è stata sciata da Sovrana Welf, accompagnata da Jimmy Sesana. Si tratta della prima discesa femminile della bellissima parete ambìta da ogni amante del ripido estremo.

SUPER-SCIATRICE -
Sovrana è maestra di sci a Gressoney e in questa stagione co-gestisce il rifugio Mantova. A metà degli anni '90 correva in Coppa del Mondo di sci alpino rappresentando la squadra azzurra di discesa libera. Sovrana è stata anche la prima donna a sciare il canalone Marinelli.  

CURVE LUNGHE -
Secondo Jimmy Sesana, che ha sciato con lei, è stata una discesa entusiasmante, con raggi di curva molto ampi in rapporto alla pendenza. La ciliegina sul gelato: lo spettacolare salto della terminale con rincorsa lunga da parte di Sovrana, che evidentemente continua a non avere paura della velocità.  

NIENTE PELLI -
I due sono partiti dal Mantova alle 5.00 e hanno raggiunto la cima a piedi, dato che Sovrana ha usato attacchi da discesa. Hanno poi sciato su neve bagnata, che nel tratto ripido mediano si riduce a uno spessore di pochi centimetri sopra il ghiaccio.


Testa a testa Kilian-Dega, analisi e video

Kilian Jornet e Marco De Gasperi, due ore di testa a testa

I DUELLANTI - Nel film di Ridley Scott il duello non finiva mai. I Duellanti combattevano all'ultimo respiro ogni volta che le loro strade si incrociavano. E se passava troppo tempo, facevano in modo di trovarsi un campo di battaglia.  

BATTAGLIA DAL PRIMO ALL'ULTIMO METRO -
Al primo rilevamento di Passo Pordoi Kilian Jornet e Marco De Gasperi transitano incollati in 59' 37". Niente strappi per staccarsi, troppo presto e ambedue troppo freschi, ma a velocità sostenuta: 42" su Sevennec, 46" su Pivk, 53" su Schneider, 1' 33" su Zinca affaticato, poi Golinelli, Jacquemoud, Fejfar, Egli.   

SUL RIPIDO SI FA SUL SERIO -
Il sentiero e poi le ghiaie di Forcella Pordoi cominciano a sovvertire le posizioni seguenti, ma i primi due salgono incollati qualunque cosa succeda. Nelle macchie di neve profonda sotto la Forcella Kilian taglia una traccia ripida, che fa soffrire Marco sul passo lungo cui Kilian è più abituato. Marco risponde subito e scollina davanti nel tunnel di neve della forcella.   

IL PIZ BOÈ E I TENTATIVI DI KILIAN -
Nel tratto seguente Kilian scorre meglio di Marco che invece paga il contrattacco. Quando però cominciano le rampe del Boè, Marco limita i danni. Kilian allunga a ripetizione, ma in cima il distacco è limitato a 27". Marco rientra e a tratti conduce nei traversi delle Mesules.Tadei Pivk passa terzo a poco più di 2', davanti a Sevennec di pochi secondi.  

DISCESA INFERNALE -
Attacchi ripetuti di Kilian in Val Lasties volata a velocità già vertiginose: Marco riesce a rintuzzarli perché lo tiene nel mirino come riferimento. Ma Kilian lo sa, sa che il Dega in discesa può tenerlo, e prepara uno sprint lungo…non si sa mai. Intanto il treno dei due fa il vuoto e limita i danni solo Pivk, uno che in discesa non ha paura di niente. Zinca, altro fenomeno in discesa, recupera posizioni ma accumula minuti.  

LA VOLATA -
Due ore per chiudere un percorso così sono un tempo che chi non corre non può capire. Forse non può capirlo neppure un ottimo runner di centro classifica. Ma tirare pressoché al massimo per due ore e decidere la gara per tre secondi vuol dire essere i due migliori e aver fatto il massimo che si poteva fare.
Sprint finale dai 200 metri in leggera discesa con gli adduttori al limite della rottura, e vittoria dell'immenso Kilian per 3" su Marco, che è quello che ha fatto l'impresa: arrivargli attaccato stressandolo per tutta la gara. Facce tirate per ambedue, anche se soli due minuti dopo sembrano reduci da un lento di un'ora sulla ciclabile della Val di Fassa.  

PIVK RAGGIANTE -
Ci raggiunge con un sorriso a 32 denti e ci racconta quanto sia felice del suo terzo posto a 4 minuti esatti dai due fenomeni. Gara eccezionale, 3' 16" a Zinca che in discesa può fare quello che vuole.  

LA DOLOMITES SKYRACE DELLE DONNE -
Se l'attesa dei giorni precedenti riguardava giocoforza la battaglia che si sarebbero dati gli uomini, il risultato della gara delle donne era un po' più prevedibile con Emelie Forsberg favoritissima. Ma sotto l'aspetto sportivo è stata una gara più interessante di quella maschile.  

FORSBERG VINCE MA LO SPETTACOLO È DIETRO
- Emelie Forsberg conduce la Skyrace fin dall'inizio, con margini moderati sulle inseguitrici nella lunga salita fino al Boè. Poi se ne va definitivamente e scompare. Ma alle sue spalle la polacca Dominika Wisniewska transita a 25" alla Forcella, e a meno di 2' sul Boè. Tutte le prime inseguitrici si susseguono a circa 1' l'una dall'altra: Serafini, Celinska, Maiora, Jimenez, Lafaye, Dominguez, Scola…   Solo la discesa rimescola le carte: Forsberg taglia il traguardo in 2h26'52" con 10'03" di vantaggio su Silvia Serafini. E alle loro spalle si susseguono rapidamente gli arrivi delle discesiste Dominguez e Maiora. Wisniewska giunge quinta, risucchiata dalle spagnole già sull'altopiano delle Mesules. Bella rimonta anche di Debora Cardone che rientra nelle prime dieci posizioni.  

IL MURO DELLE DUE ORE -
Per lo scoop gridato farebbe più effetto che si vincesse in meno di due ore su questo giro dolomitico che un buon escursionista coprirebbe in due giorni. Ma la neve ha rallentato la corsa di tutti, compresi i primi che l'hanno trovata già bagnata e mossa.

Aldilà delle valutazioni su quanto la neve possa aver influito sui tempi (attorno ai 2' in più per l'élite?), per chi sa di queste cose è più molto più interessante che due uomini abbiano corso in due ore esatte la Dolomites Skyrace 2013, siano caduti i record precedenti, e che si sia davvero realizzato il grande duello che tutti aspettavano.     


Dolomites Skyrace - sale l'attesa a Canazei

Da anni mai tanti top runners in lizza per una skyrace

Atmosfera da gara dell'anno per la Dolomites Skyrace di domenica, e non solo perché assegnerà i titoli European Skyrunning Championships.

TUTTE LE CONDIZIONI PER L'EVENTO - Nelle ultime settimane sono maturate tutte le condizioni che hanno portato tutti, ma proprio tutti i nomi che contano a non poter mancare a Canazei. Ottimi stati di forma personali, i risultati delle ultime gare, record infranti sui Vertical, sulla distanza e sulla montagna più alta delle Alpi, exploit quasi quotidiani.  

Stanno giungendo in paese gli oltre 650 iscritti finora. Qui tutti aspettano solo di vedere cosa succederà domenica mattina, nella sfida che tutti i nomi più importanti stanno raccogliendo. E più campioni confermano la loro presenza, più se ne aggiungono. La Dolomites Skyrace 2013 è diventata la sfida globale cui non si potrà mancare.  

SCOMMESSE SUI PRONOSTICI - Il vertical di Kilian avrebbe annichilito tutti i suoi avversari di domenica… se non fosse che tutti sanno bene che da Kilian bisogna sempre aspettarsi qualunque sorpresa.  
La distanza e il dislivello su cui si correrà, il profilo altimetrico completo di salita lunga, tratti scorrevoli altrettanto lunghi, e discesa finale in un'unica soluzione piacciono a molti dei favoriti.

SARÀ UN GRANDE SPETTACOLO - Il sondaggio di Ski alper sta pendendo a favore di Kilian, ma stavolta di misura. Soprattutto la presenza di Marco De Gasperi ha rimescolato il mazzo. Resta che chiunque si incontri qui a Canazei, atleti dell'élite, del gruppo, coach, pubblico, tutti parlano di pronostico aperto e tutti concludono che, comunque vada, sarà un grande spettacolo.  


Tadei Pivk anche al Vertical della Crepa Neigra

'Voglio provare un Vertical davvero ripido'

Ecco uno degli uomini d'oro al centro delle scommesse che corrono in questi giorni a Canazei e alzano il termometro dell'attesa per la Dolomites Skyrace di domenica.  
Intanto oggi si corre per il titolo dell'European Skyrunning Championships sul Vertical KM della Crepa Neigra, sull'ormai celebre 'Sentiero del Fulmine', e anche Tadei Pivk sarà della partita.  

Tadei, anche il Vertical, allora?

«Sì, volevo provare un Vertical molto ripido, ed eccomi qua alla Crepa Neigra. Spero solo di recuperarlo per domenica!»  

Guarda che nei pronostici hanno scommesso in tanti su di te…mi raccomando!
«Ah sì? grazie! ma state tutti esagerando, mi 'pompate' troppo! Sì, ho visto il sondaggio di Ski alper, ma qui domenica ci saranno proprio tutti!»  

Be', date le tue ultime prestazioni, non puoi certo sottrarti al pronostico. Ti abbiamo visto, come correvi alla Stava Skyrace!

«Sì, quel giorno stavo proprio bene. Comunque è vero, questa è una gara che mi piace, che conosco e dove sono già andato bene. In ogni caso qui  domenica ci sarà una gara eccezionale».  

Sono circa 230 gli iscritti al Vertical del venerdì mattina. Le iscrizioni saranno ammesse fino alle 9.00.
Alle 10.00 lo start per il primo lotto di concorrenti, poi ogni mezz'ora un lotto successivo di livello crescente fino alle 11.30, quando partirà quello dell'elìte dei top skyrunners.  


Lo spettacolo del Vertical Crepa Neigra

Un'altra gara memorabile ad Alba di Canazei

A Canazei si sta catalizzando un'atmosfera da evento assoluto. Il Vertical della Crepa Neigra, con il suo percorso bellissimo, diretto, spettacolare ed unico nel suo genere non è è più una gara di contorno rispetto alla main race della domenica, come poteva esserlo fino a qualche anno fa, ma attira sempre più attenzione da parte del pubblico e degli atleti.

E infatti l'attesa che si è creata in queste ultime settimane non è andata delusa, e subito nel vertical di oggi ben tre atleti sono rimasti sotto il tempo di Urban Zemmer che resisteva dal 2010: lo stesso Zemmer, che a 43 anni si è migliorato ancora ed è giunto secondo dopo una battaglia all'ultimo respiro; Philip Götsch, terzo, che non smette di stupire ad ogni gara e in ogni specialità; e soprattutto Kilian Jornet, che nelle ultime due settimane ha gareggiato coprendo più chiometri di un aereo di linea, abbassando record su record.  

RECORD! -
Compreso questo del Vertical della Crepa Neigra: 32' 43" il nuovo tempo, 33 lunghissimi secondi sotto i 33' 16" del 2010. In 33 secondi questi uomini salgono alla velocità di una moto distanze che li portano dall'essere ancora dei puntini difficilmente riconoscibili, fino ad arrivare addosso allo spettatore molto, molto prima che se lo aspetti. 
Nella particolare classificazione Skyrunning questo tempo è anche il nuovo record mondiale nella fascia di quota con arrivo tra i 2000 e i 3000 metri.  

LA GARA -
Urban Zemmer, Kilian Jornet e Philip Götsch hanno fatto il vuoto e sono saliti alternandosi a tirare. Al rilevamento dei 550 metri erano incollati con Götsch davanti. Fuori dal bosco sempre attaccati, a tutta, e nessuno mollava un millimetro. Alla forcella tirava Zemmer in forcing, e nessuno cedeva niente. Poi la pendenza si abbassava leggermente, per il breve traverso che porta agli infernali 50 metri positivi sotto il traguardo: e qui Kilian ha fatto quella differenza che ha conservato sul muro di gradini erbosi. Sette secondi a Zemmer (32' 50"), e 11 a Götsch (32' 54"). Nejc Kuhar, vincitore 2012 , ha impiegato 34' 25" e si è piazzato al quarto posto, con oltre 1' 30" di ritardo dal gruppo di testa e a 1' 42" da Kilian.  

IL VERTICAL DELLE DONNE - 
Antonella Confortola continua a confermarsi il riferimento del popolo del vertical femminile. 41' 02" il tempo che le consentito di distanziare di quasi 2' Emelie Forsberg, regina appena riconfermata delle distanze lunghe. Dopo soli 8" è giunta terza la ceka Iva Milesova, e dopo soli altri 9" Silvia Serafini, che non correva certo sul suo terreno preferito.  

KILIAN -
Kilian ha vinto un vertical di mezz'ora cui erano presenti tutti gli uomini più in forma del momento su questo terreno particolare. Praticamente uno sprint in apnea, se confrontato alle distanze su cui ha corso nelle ultime gare… e va assolutamente ricordato anche il nuovo record di 4h 57' per  andata e ritorno Chamonix-Monte Bianco di 10 giorni fa.   

Il 'Sentiero del fulmine' non perdona: non ha mai un cedimento in cui si possa alzare la testa e tirare un respiro in più. Bisogna essere freschi e in condizioni perfette, altrimenti gli altri se ne vanno. Sono pendenze mai scorrevoli, su cui sarà difficilissimo stabilire record assoluti sui 1000m+. Il pendìo è così ripido che butta indietro se ci si sbilancia, e si sente la gravità spingere contro. Un terreno da gara sull'uomo, più che da tempo.   

Ha vinto quello che doveva essere il più stanco di tutti. Ma dopo la gara, parlando di gare e di Monte Bianco, ci ha detto il semplicissimo perché: «Quest'anno sto proprio bene».          


Lyskamm in sci per la parete Nord ma non solo

La prima discesa della parete Sud Ovest

Una delle discese ripide più ambite è certamente la parete Nord del Lyskamm Orientale (4527 m): 800 / 900 metri continui e ripidi, costantemente ben sopra i 50°, e soprattutto una linea pulita, regolare, elegante.
Si aspetta che in alto non affiori ghiaccio, e che la terminale in fondo sia benevola. Ma per saperlo l'unico modo è salire al Colle del Lys con le proprie gambe.  

LE ULTIME RIPETIZIONI SULLA NORD -
Negli ultimi anni le ripetizioni si sono fatte meno rare, anche se quando si percorre la cresta sottile, a tratti un vero filo che divide due versanti sempre ripidissimi, bisogna saper mantenere la determinazione ed è una dura prova.
Non a tutti è andata bene, è meglio saperlo prima. Sono pendenze su cui in caso di errore non ci si ferma neanche con la miglior neve del mondo.  

Tra il 7 e l'8 luglio hanno sciato la Nord Roberto Rossi e, per la sua sesta volta, Jimmy Sesana. Sempre in quei giorni è salito al Lyskamm anche Luca Zattoni, 22 anni. In non buone condizioni fisiche ha rinunciato, ma è ritornato dopo una settimana e il 14 luglio ha colto la sua parete Nord in sci trovando molta neve dura, tratti in ghiaccio affiorante e qualche accumulo di bella neve invernale.  

LA PRIMA DISCESA DELLA PARETE SUD OVEST -
Sempre negli stessi giorni la Guida alpina Michele Enzio, di Alagna Valsesia, ha sciato per la prima volta la via Guglielmina sulla parete Sud Ovest del Lyskamm Orientale a lato della classica cresta Sella, sopra il Naso.
Una linea ed un impegno totalmente differenti rispetto alla Nord, con i passaggi da cercare tra le rocce affioranti e passi in disarrampicata sci ai piedi sulle rocce stesse. 450 metri intensi, da sciare in fretta perché il sole di luglio lavora velocemente  e lascia una finestra davvero stretta di neve buona.  


La discesa del grande couloir della Sentinella Rossa

35 anni dopo Valeruz in sci e split, by fair means

Lo scorso 5 luglio Tom Grant, Luca Pandolfi e Ben Briggs hanno sciato il grande couloir della Brenva, che corre a fianco della Sentinella Rossa.

ENTRATA DELICATA -
Sono partiti dalla cima del Monte Bianco raggiunta per la via normale dei Trois Monts. Dalla calotta del Bianco i tre hanno atteso inutilmente che il sole scaldasse la neve. Poi hanno attraversato piccozze alla mano il pendìo ripido e super-esposto in neve ancora durissima ('a prova di proiettile') per raggiungere l'imbocco del couloir sotto lo spaventoso seracco della cima, cercando i passaggi giusti al centro della parete Sud più selvaggia di tutto l'arco alpino: la Brenva.  

NELL'ABISSO -
Lungo i 1400 metri di difficoltà con pendenze fino a 55° hanno quindi trovato in prevalenza buona neve, trasformata e farinosa compatta. Non hanno dovuto ricorrere a calate. I tre hanno sciato quasi sempre separatamente, e per Briggs e Grant è stato più semplice attraversare al Col Moore. Pandolfi li ha raggiunti solo nel primo pomeriggio, dopo una sequenza rocambolesca ed estenuante di traversi alpinistici alternando i ramponi alla tavola. Una piccola odissea in neve ormai bagnata, ponti dubbi, scariche di massi. Rientro via Fourche (notte al bivacco)-Helbronner-Midi.  

AMBIENTE BRENVA - Il couloir della Sentinella Rossa prende il nome dalla via alpinistica classica che sale tenendo come riferimento nella parte bassa il caratteristico monolite di granito molto rosso sulla sua paretina Sud, la Sentinella appunto. E' un ambiente di misto dove ci si infila tra i pericoli per evitarli con le scelte giuste.  La Sentinella Rossa è la classica salita sicura, a patto però di non uscire mai dalla via. Tutto il couloir, invece, è sotto il tiro dell'enorme seracco sommitale, che però i tre hanno giudicato 'not too bad'.  

SOLO VALERUZ E I GIAPPONESI -
Il grande couloir centrale della Brenva è stato salito una sola volta, che si sappia, da un team giapponese nel 1979. Lo stesso itinerario era stato già sciato da Tone Valeruz l'anno prima, nell'aprile 1978. Valeruz era salito in elicottero, e alla fine della sua discesa era stato nuovamente prelevato dall'elicottero. Grandissimo exploit, ma parlando di Brenva questi non sono particolari secondari, trattandosi di uno dei posti più difficilmente accessibili dell'intero arco alpino.   

Briggs e Grant hanno usato gli sci e Pandolfi la splitboard. La decisione di andare è stata presa solo dopo giorni di sopralluoghi ai punti di osservazione migliori tra Courmayeur e Tour Ronde.


Dolomites Skyrace 2013, presenti tutti i big

16 nazioni rappresentate al doppio appuntamento europeo

Ad una settimana dall'attesa terza edizione dell'European Skyrunning Championships in programma da venerdì 19 a domenica 21 luglio a Canazei in Val di Fassa, la Federazione Internazionale ha comunicato la lista dei big che saranno al via del duplice appuntamento con la Dolomites SkyRace (il vertical venerdì e la skyrace la domenica).

CI SARANNO TUTTI - E come era preventivato sarà presente nella valle ladina trentina la créme delle due discipline, a dimostrazione del prestigio che la kermesse si è guadagnata in sedici edizion per la straordinaria peculiarità del tracciato immerso nelle Dolomiti di Fassa.

Presenti dunque tutti i team ufficiali e in particolar modo i due recordman e vincitori dell'ultima edizione, lo spagnolo Kilian Jornet Burgada e la svedese Emelie Forsberg. La novità più importante è che entrambi parteciperanno sia al Dolomites Vertikal Kilometer sia alla Dolomites SkyRace. Sarà in gara anche la forte squadra spagnola, capitanata dal campione del mondo 2011 Luis Alberto Hernando Alzaga e dalla specialista delle lunghe distanze Nuria Picas, ed ancora Augustì Roc e Laura Orgue. 

Per quanto riguarda le altre nazioni si annuncia particolarmente competitivo il team francese con Michel Lanne, Emilie Lecomte, Matheo Jacquemoud, Didier Zago, Celine Lafaye, Philipp Reiter. E' pure da tenere d'occhio il promettente giovane skyrunner tedesco Florian Reichert; così come i due alfieri della Repubblica di Andorra Ferran Teixido e Oscar Casal Mir, la russa Zhanna Vokueva, l'ungherese Csaba Nemeth, il rumeno Ionut Zinca e la britannica Tessa Hill.

Da non dimenticare poi il team italiano, capitanato nel vertical kilometer dai due fuoriclasse Urban Zemmer (campione del mondo in carica) e Antonella Confortola, ed ancora il trentino Marco Facchinelli, il lecchese Nicola Golinelli, quindi Marco e Silvia Serafini. Nella gara lunga è sicuramente candidato ad una posizione di vertice il friulano Tadei Pivk, campione italiano in carica e al momento il miglior interprete azzurro.


16 NAZIONI PRESENTI - Per il momento sono ben 16 le nazioni rappresentate. Nel dettaglio Andorra, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Romania, Russia, Spagna, Svizzera, Svezia.


LE CONDIZIONI DEI PERCORSI - Lo staff tecnico del Comitato organizzatore, presieduto da Diego Salvador, in questi giorni ha effettuato alcuni sopralluoghi del percorso sia sul Dolomites Vertical Kilometer, il cui tracciato è confermato con i tradizionali 1000 metri di dislivello e i 2400 metri di sviluppo con partenza in località Ciasates ad Alba di Canazei ed arrivo alla Crepa Neigra, sia sulla Dolomites SkyRace. In quota, e in particolare sul punto più alto della gara ossia il Piz Boè con i suoi 3152 metri c'è ancora tanta neve ma ci sono tutte le condizioni, meteo permettendo, per mantenere il tracciato originale (con alcuni accorgimenti legati alla sicurezza), ovvero 22 km, dei quali 10 in salita, con un dislivello positivo di 1750 metri.

IL TERMINE PER ISCRIVERSI - Importanti novità per quanto riguarda il programma del Dolomites Vertical Kilometer. Il Comitato organizzatore ha infatti stabilito che le iscrizioni sono fissate tassativamente entro e non oltre le 9 di venerdì 19 luglio, mentre la gara prenderà il via con la nuova formula delle partenze scaglionate per gruppi. I primi partiranno alle 10, mentre i big verso le 11. Confermato invece l'orario di partenza della Dolomites Sky Race, ovvero le 8.30 di domenica 21 luglio.
Per entrambe le competizioni il briefing è previsto per le 18.30 al cinema Marmolada di Canazei, giovedì per il vertical, sabato per la gara lunga.

E SUBITO LA TRANS D'HAVET - Il campionato europeo si concluderà con la gara Trans d'Havet, prova di ultra trail in località Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza, programmata per il 27 luglio.

MARCO OLMO A CANAZEI - Per tutti gli appassionati di montagna da non perdere la serata di venerdì 19 luglio, al Cinema di Canazei, dove sarà presente l'ultra sessantenne atleta piemontese Marco Olmo, che racconterà le sue esperienze raccolte in un libro particolarmente interessante.


Record sul Monte Bianco: la versione di Matheo

Il racconto della giornata con Kilian fino alla caduta nel crepaccio

Ecco il racconto 'from inside' del grande giorno di Kilian con il momento della caduta di Mathéo sopra la Jonction, che è il postaccio dove si rischia maggiormente sui ponti di neve tra i seracchi spaccati dalla pressione dei due ghiacciai che lì si uniscono.  

IL CREPACCIO -
Proprio su quello dei Bossons, Mathéo è scivolato cadendo in un crepaccio profondo circa sei metri. Kilian e un operatore video l'hanno aiutato a venirne fuori, ma una gamba risultava troppo dolorante per proseguire velocemente. Mathéo era ormai in sicurezza e autonomo, e avrebbe proseguito da solo.
Per Kilian allora ultima parte di discesa a rotta di collo per riuscire a restare comunque sotto le fatidiche 5 ore!    

DAL BLOG DI MATHÉO
- «Oggi siamo partiti con Kilian alla 4.50 dalla chiesa di Chamonix con l'obbiettivo di andare in cima al Bianco e tornare in meno di 5 ore. Sul tragitto: Tunnel, vecchia stazione di monte della teleferica, Grands Mulets, i due Plateau, la cresta delle Bosses. Ritorno sulla stessa via.

In 1h 50' abbiamo raggiunto i Grands Mulets, in 3 ore la Vallot, la cima in 3h 30' circa, poi giù per raggiungere i Grands Mulets in mezz'ora e restare entro l'ora per la chiesa di Chamonix.

Purtroppo la mia caduta alla Jonction ha costretto Kiki a continuare da solo fino a Cham per l'ultima mezz'ora. Fortunatamente più paura che male. In ogni caso sono molto contento per il mio amico, che ha realizzato il suo obbiettivo in 4h 57'.  

Ho davvero passato un grande giorno in montagna, con persone incredibili che apprezzo tanto. Vi ringrazio!  
La discesa dalle Bosses rimarrà a lungo tra i miei ricordi. Veramente un gran divertimento tutta in scivolata! Un saluto a tutti, e buon divertimento!  

Aspettate il prossimo episodio al Cervino per una nuova avventura…»  

IN CORDATA -
Intanto guardate la foto, dall'account Facebook di Kilian: stanno correndo con la corda secondo criteri alpinistici come Kilian dichiara di voler affrontare 'Summits of my life'.

Il tempo del 1990 era stato stabilito in 'solo', senza corda, suscitando polemiche e prese di posizione delle istituzioni locali. A parte questo aspetto etico, la corda influisce negativamente sulla prestazione eppure Kilian & Mathèo l'hanno usata. E soprattutto, come racconta Mathéo, la corda è servita!  


Le gite skialp fuori stagione continuano

Non solo alta quota per chi vuol fare 'il giro'

Fare 'il giro' vuol dire sciare almeno una volta al mese per tutto l'anno, sulle quattro stagioni. Il gioco è sempre stato relativamente facile, bastava prendere una funivia e farsi la pellatina sui ghiacciai dello sci estivo, sul Bianco o sul Rosa. Ma è anche un po' banale, e alla lunga noioso.  
Invece questo 2013 particolare sta mantenendo in condizioni perfette anche alcuni itinerari classici della stagione avanzata. In molti casi sono in condizioni migliori rispetto a quelli stagionali di certe annate sfortunate.
'Il giro' 2013 ha molto più appeal!

QUOTE CLASSICHE - E' il caso dei 4000 del Vallese, che sono stati più accessibili in queste ultime due settimane che durante la stagione tradizionale condizionata da maltempo pressoché continuo. Rimpfitschorn, Stralhorn e Allalinhorn ricevono visite continue sci e pelli ai piedi. La Britanniahutte è ancora circondata dalla neve.
Tra l'altro, su queste cime ambìte dai collezionisti di 4000 gli ultimi sciatori si incrociano con le cordate di pedonatori, maggioritarie, dando luogo a confronti imbarazzanti tra l'efficacia degli sci e l'infinita lentezza dei ramponi.  

Sono ancora più che accettabili i brevi tratti a piedi e sci sullo zaino per la maggior parte degli itinerari dai passi svizzeri, anzi in molti casi si parte sci ai piedi dall'auto. Il Nufenenpass resta la zona più nevosa in partenza, per Galenstock e ghiacciaio del Rodano vengono previste ancora una o due settimane di sciabilità 100%; anche per il Gross Muttenhorn ancora due o tre settimane dai 2500 metri della sterrata dal Furkapass, e una settimana almeno per Fibbia e Lucendro dal San Gottardo.  

Agli sgoccioli invece la situazione della neve al Gavia, come nel bacino dell'Albigna nonostante l'arroccamento di 800 metri in funivia. Ormai si spalla oltre la mezz'ora e, anche se in altri anni ci si sarebbe sobbarcati di molto peggio, questa volta c'è di meglio. Al Gran Paradiso la neve inizia 20' dopo il Vittorio Emanuele.  

ALTA QUOTA -
Naturalmente sono in ottime condizioni gli itinerari sciistici al Monte Bianco e satelliti. Viene consigliato il classico percorso dai Grand Mulets al Bianco e al Maudit, tutto sci ai piedi dalla Jonction. La Nord del Bianco è molto percorsa e nei giorni scorsi Cristophe Profit è sceso con una decina di altri sciatori per una linea spettacolare tra grandi seracchi a centro parete.   

Il Tacul sarebbe una bellissima opzione dal Torino con la discesa fin sotto la Vierge, e non solo dall'Aiguille du Midi. Risalire poi al Torino con gli sci è un attimo.

Sci ai piedi anche dalla funivia dell'Indren per gli itinerari classici ai 4000 del Monte Rosa sopra i rifugi Mantova e Gnifetti: Vincent, Parrot, Gnifetti, Ludwigshohe, Corno Nero sono tutti facilmente concatenabili in giornata.

Versante Zermatt: la Monterosahutte si raggiunge a piedi (poca la differenza con la stagione normale in cui si calzano 30' più in basso, attraversando il Gornergletscher se va bene). Sci ai piedi proprio dal rifugio e condizioni eccezionali in quota per tutti gli itinerari, da Nordend e Dufour via Silbersattel, e per le traversate sopra il Grenzgletscher a Polluce, Castore, Lyskamm. Ovest del Castore innevata.  


Allenatori di scialpinismo: work in progress

Dopo il 'corso zero' si lavora per i successivi

Sfornati i primi 47 allenatori di scialpinismo FISI - todos caballeros all'esame finale dello Stelvio lo scorso giugno - proseguono i lavori per ottimizzare metodi e contenuti, sviluppare e dare continuità.  
Sentiamo ancora il colonnello Marco Mosso, che fa il punto della situazione:

«Finito il corso allo Stelvio, ci siamo lasciati con l'impegno di raccogliere indicazioni dai partecipanti, ora allenatori di scialpinismo, per le fasi successive e i prossimi corsi. Così ho successivamente diramato a tutti la richiesta di contribuire con le loro osservazioni. Mi sono ritornate molte indicazioni, che sto raccogliendo per organizzare i prossimi corsi».  

Che tipo di contributi arrivano, e quali i più interessanti?

«Ne sono arrivati molti, praticamente da tutti, e hanno riguardato diversi aspetti: in parte il maggior adattamento di alcuni contenuti del corso allo specifico dello scialpinismo. Ma sono giunti anche suggerimenti di metodi e contenuti nuovi, come quelli sulla didattica video».  

Allo Stelvio i docenti hanno formato gli allenatori su tutte le materie che stanno 'attorno' alla tecnica dello skialp race. Però manca ancora un testo, una progressione tecnica, specifica delle tecniche dello scialpinismo race. Diciamo la 'parte centrale', come invece esiste per tutte le discipline tradizionali come il fondo, l'alpino, la tavola…

«Sì, questo è un argomento centrale e ne abbiamo parlato molto, così come stanno giungendo indicazioni dagli allenatori.  Per intenderci, chiamiamola pure 'progressione', tecnica e metodica. Ora siamo alla fase di raccolta dei contributi degli allenatori: questa ci permetterà di creare un'indice della progressione. Successivamente sarà compito degli allenatori, che adesso ci sono, riempirlo dei contenuti tecnici e di metodo. Intanto la prima cosa che possiamo fare per il prossimo corso è centrare meglio sulle esigenze dei futuri tecnici le materie già proposte dai docenti al corso zero.  

Ski-alper sta rilevando sul campo molto interesse e tante intenzioni di partecipazione ad un prossimo corso allenatori. STF afferma che una delle condizioni per organizzarlo starà nella quantità di richieste. Per quando è prevedibile?

«L'ideale sarebbe far partire il prossimo corso questo autunno. Magari a novembre, e se non fosse possibile concluderlo entro l'inverno si può finire in primavera come si fa in altri casi. Ma gli impegni della STF e dei suoi docenti sono moltissimi ripartiti sulle diverse discipline, e quindi bisogna anche trovare lo spazio. A fine luglio è in programma una riunione per esaminare il lavoro del primo semestre, e vi parteciperò per la parte del corso allenatori di scialpinismo. Lì se ne saprà qualcosa in più».  

E come far conoscere a STF le richieste e il loro numero, se non esiste ancora un 'bando'? 

«Per le altre discipline, per le quali i corsi allenatori esistono da sempre e vengono tenuti regolarmente, gli interessati 'se li aspettano' e si tengono in contatto con STF. Nel nostro caso sarà invece importante portare il prossimo corso a conoscenza dei potenziali interessati anche tramite i canali di settore, come soprattutto Ski-alper».    


Dachstein Triple vero skialp!

Omar Oprandi racconta la gara di domenica in Austria

Omar Oprandi ha corso la Dachstein Triple di domenica nella doppia veste di triathleta e di inviato di Ski-alper. Mentre prepara il servizio per Up&down di ottobre, presentiamo un'anticipazione su skialper.it. 
Ecco dalla sua viva voce cosa ci ha raccontato:  

«Mi sono divertito un mondo! Quella è una gara di vero scialpinismo, e non basta essere forti atleticamente. Bisogna proprio saper fare bene tutto. L'ho fatta individualmente, come triathleta, e per tutta la prima parte in bici ci tenevamo d'occhio tra di noi che pedalavamo con l'imbragatura indossata».

MOUNTAIN BIKE IN SINGLE-TRACK - «Tre km tutti insieme attraverso il paese con l'auto della giuria davanti e tutti gli incroci presidiati alla perfezione. In tutto oltre 20 km molto tecnici di cui l'80% pedalabile, moltissimo in single-track reso difficile per tutti dalle radici bagnate, per cui anche i bikers bravi dovevano spingere certi passaggi. Mountain-bike vera. Così come sugli ultimi 2 km sterrati: qualcuno li ha addirittura camminati tutti, ma almeno il tratto finale bisognava spingere. Era un taglio inserito appositamente!»   

LA CORSA - «Cambi attrezzatissimi come nei migliori triathlon. Io ho scelto di correre scarponi ai piedi. Praticamente tutti hanno usato scarpette ma è stata vantaggiosa la mia scelta: dopo un chilometro diventava ripida, impossibile correre. Gli scarponi sulla schiena sono peso in più e soprattutto si portano male».  

SCI MOLTO ALPINISTICO - «La parte in sci, ti dico: una figata! Subito sci ai piedi su neve estiva, poi due diversi tratti a piedi in arrampicata facile, passi di II in parte attrezzati, e su quello più esposto una vera ferrata con l'obbligo di passare i due moschettoni, sci e bastoni nello zaino. Verificato dai controllori per tutti…o almeno si spera sempre!  A un certo punto c'è una galleria scavata nella roccia e una parete verticale di circa 30 metri da scendere sulle zanche fittonate. Si arriva sul ghiacciaio dello sci estivo: ancora tratti abbastanza ripidi con inversioni e l'arrivo sulle piste alla stazione di monte della funivia».  

ORGANIZZAZIONE E ACCOGLIENZA - «Tutto è organizzato perfettamente e nei tratti da percorrere in sicurezza vera, non alla buona chiudendo un occhio come da noi, eravamo controllati da professionisti e soccorritori alpini. C'era nebbia, e allora hanno messo le bandierine a 6-7 metri: impressionante! 

E grande ospitalità austriaca: molto benvenuti i concorrenti italiani!  

Alla fine la mia riflessione personale è che mi è piaciuta tantissimo anche perché rappresenta l'espressione dell' andare in montagna con i propri mezzi, come ho fatto molte volte nelle mie traversate. Si parte da casa con le proprie gambe o in bicicletta e si va in cima usando quello che serve a seconda di quello che si trova».