Pitturina Ski World Cup Race: gara confermata

Nuovo tracciato molto tecnico tra boschi e prati

Dopo le notizie sull'emergenza meteo che ha colpito il Comelico-Ampezzano con particolare forza, sentiamo da Michele Festini come se la stanno cavando con l'organizzazione della Pitturina Ski race, riprogrammata per i giorni di venerdì 7 e sabato 8 febbraio prossimi con Sprint e Individual race rispettivamente. 

L'avevamo sentito l'ultima volta appena tornato da una giornata passata a scaricare la tecnostruttura di Sega Digon dalla neve pesante che continuava ad accumularsi sul tetto.  

Allora Michele, come siete messi adesso?
«In generale la situazione è migliorata e i tre giorni peggiori sono passati. La situazione era grave, ed era assolutamente impossibile pensare di organizzare una manifestazione in quelle condizioni. Ma quella attuale ora viene rappresentata dai media in misura sovrastimata. Ora le strade sono ben percorribili e lavate dalla pioggia, qualcuno sta ancora spalando la troppa neve dai tetti, qualche frazione più alta ha ancora qualche difficoltà, ma la pioggia sta compattando i volumi della neve».

Com'è la situazione della neve al suolo nelle zone di gara, e che meteo avete?

«Abbiamo circa 140 centimetri molto pressata e densa in Sappada - paese, dove alterna neve umida e acqua tuttora. A Sega Digon circa 120 in partenza e circa 250 centimetri, sempre molto compatta, ai 1600 metri di Malga Melin dove passa il nuovo percorso. La quota neve varia di ora in ora tra i 1200 e i 1500 metri».  

Qual è il grado di pericolo valanghe attuale, e come vi state regolando con il percorso della Individual Race?

«In questo momento viene indicato il grado 4, dal grado 5 dei giorni scorsi. Ci rendiamo conto che potrebbe passare un messaggio contraddittorio, se organizziamo una gara di scialpinismo con questa indicazione. Ma abbiamo trovato il modo di tracciare un bel percorso tecnico entro il limite del bosco, anzi proprio dentro il bosco. Sappiamo bene che il bosco non è di per se' garanzia di sicurezza rispetto agli scaricamenti anche spontanei, ma anche al suo interno abbiamo seguito la massima prudenza, addirittura sovrastimando il grado pericolo. Ci sentiamo di garantire la sicurezza di tutti sotto questo aspetto».

Quali sono le caratteristiche del percorso nuovo? 

«Abbiamo appena tracciato e fatto un nostro briefing al proposito. Si tratterà di 1700 metri positivi, molto tecnici proprio perché ricavati tra bosco e prato. Abbiamo scovato anche un tratto a piedi. Questa sera lo ufficializzeremo. Comunque è prevista una finestra di tempo buono anche per sabato, al punto che contiamo di far volare l'elicottero. Sarebbe anche un'occasione unica per mostrare a tutti le nostre montagne in condizioni di innevamento eccezionali».  

Com'è il morale nello staff?…non sono cose facili da gestire.

«Noi e la valle eravamo al top della tensione organizzativa e del morale proprio nei tempi giusti, con l'attesa di tutti al suo apice: dallo studente alla vecchietta che avremmo coinvolto nel tifo. Poi, con questi eventi, abbiamo avuto un forte calo, ma la tensione organizzativa sta nuovamente tornando al massimo dopo aver realizzato questo nuovo percorso: si riparte! Anche se lo sforzo organizzativo è doppio perché, come è naturale, gli agenti della forza pubblica che ci avrebbero dato una mano sul percorso sono impegnati altrove».  

Michele, manda un messaggio ai concorrenti della Pitturina.

«Il percorso della gara Open sarà esattamente lo stesso di quello World Cup: venite a confrontarvi, cambierà solo l'orario di partenza. Inoltre voglio ringraziare ISMF che ci ha sostenuto rispetto alle squadre straniere che avrebbero preferito l'annullamento definitivo perché, dal loro punto di vista, lo spostamento di viaggi, aerei, trasferte diventava difficile».          


'Dai non mollare tesc da forba, tesc un alpino!'

Ecco cosa si ripeteva Robert in gara per darsi forza e non mollare!

Abbiamo raggiunto Robert Antonioli che ha voluto condividere con i lettori di Ski-alper le sue emozioni a caldo dopo la prima vittoria in una gara individuale di Coppa del Mondo

Complimenti Robert!
«...eh, i test di Ski alper fanno bene! L'anno prossimo vengo ancora!»  
Sicuro. Sei assunto. Allora, com'è stata oggi?
«Che 'copada'! Gara molto nervosa e tecnica, tante salite e discese, tratti a piedi e anche uno usando le longe sulle corde fisse. Prima c'era davanti il Lenzi, ma eravamo sempre tutti insieme, gli italiani erano sempre tutti tra quelli davanti. Nella seconda salita Bon Mardion e Jacquemoud hanno tirato, nella terza sono tornati Manni, Eydallin e Bosca. Il Lenzi anche, poi ho fatto la terza discesa con lui. A un certo punto l'Eyda stava perdendo una pelle, l'ho avvisato e ha dovuto fermarsi a rimetterla, e così ha perso tempo».  
Dov'è che hai vinto la gara?
«A ogni cambio recuperavo tempo e scappavo via prima, così riuscivo a mantenere le posizioni. E poi in discesa sono andato bene, specialmente in quella lunga».  
Ma stai tornando a mollare come una volta? «Quasi...ma mi sa di sì!...forse sto tornando come prima».   
E Reichegger, che gara ha fatto? «Manni è andato forte dappertutto. Era sempre lì, e poi oggi è andato fortissimo anche in discesa. Era contentissimo!»   Come andavano i francesi? «Sevennec è venuto fuori nel finale, stava recuperando forte. Bonma ha rotto gli sci. Jacquemoud non so, forse è stanco».   Guarda che avevamo già scritto di te e del Bosca, dopo le ultime gare, che non sarebbe finita lì. Visto? E non è finita qui!
«Speriamo!»

 

Sulla neve i prototipi delle nuove pelli Fischer

Niente tessile, massimo scorrimento. I primi test

Grande sorpresa al Mountain Attack di Saalbach quando abbiamo notato qualcosa di strano sotto i Fischer del vincitore Christian Hoffmann.

Ci aspettavamo il segreto di Stato, e invece Hoffmann ci ha gentilmente spiegato per filo e per segno tutto quello che sa, a una settimana dalla loro messa su neve, delle nuove…'pelli' realizzate da Fischer e che lui stesso sta testando. Fondisti: 'sembra', ma solo 'sembra' la classica soletta 'Crown Base'. 

Anche se è troppo presto per tirare conclusioni perché si tratta solo dei primi prototipi e dei primissimi giorni su neve, i primi risultati sembrerebbero strabilianti soprattutto in termini di scorrimento. 
Per il grip…chiedere a Pivk, che lo vedeva bene sui muri di Saalbach.

Su Ski-alper 92 di febbraio l'intervista a Hoffmann e i particolari sul progetto.

 

Mountain Attack veloce ma niente record

Spettacolo sullo Schattberg attaccato da oltre 1000 ski…climber

L'unica gara in pista più difficile di quelle in ambiente ha fatto capire a tutti ieri sera dove sta la differenza.
Nonostante le ottime condizioni meteo, soprattutto rispetto all'ultima edizione partita invece nella bufera, gli aspiranti scalatori dello Schattberg hanno dovuto confrontarsi con una neve 'slippery': una farinetta mossa e scivolosa come sapone in polvere che ha aumentato la difficoltà dei già impressionanti muri.

Mai come quest'anno se ne sono viste di tutti i colori: record di ricorso ai coltelli (e quelli ridotti spesso non bastavano), un sacco di gente che gradinava a piedi, tracciature a zig-zag, scivolate a pelle d'orso per decine di metri con relativi travolgimenti…
Un elenco di difficoltà che farebbero la disperazione degli scialpinisti normali, e che invece hanno portato alle stelle l'entusiasmo dei 1000 ski-climber del Mountain Attack. Gusti.
Comunque resta ancora una volta lontano il record di Guido Giacomelli, datato 2006.  

BAGNO DI FOLLA SULLO SCHATTBERG -
L'agognato Schattberg ha accolto il passaggio dei 1000 tra due ali di folla da brivido per la schiena. La parte rimanente del percorso marathon, 2000 metri positivi e impegnativi - non certo una passeggiata di salute - , diventa però per buona parte dei concorrenti una formalità dopo il vero piatto forte dei muri più famosi del mondo.  

LA GARA E GLI EPISODI -
Anche nella parte alta della classifica sono stati degli episodi a decidere qualche posizione importante.
- Francesca Martinelli è stata subito travolta sul ripido da un concorrente franato a valle, perdendo la testa della corsa. Ha poi recuperato raggiungendo la prima ragazza, l'austriaca Michaela Essl, decidendo di non superarla per lasciarsi guidare nella prima lunga discesa. Solo che ha seguito il faro sbagliato, scendendo poi per diversi minuti nel percorso tour: uno dei punti del Mountain Attack dove è veramente facile sbagliare. Non ha abbandonato, ma il danno era irreparabile. Terza ugualmente, il che racconta molte cose.
- Errore uguale e contrario per Birgit Stuffer, accortasi dopo molta salita di essersi inoltrata nel percorso marathon che voleva invece evitare assolutamente.
- Marco Facchinelli ha puntato sulla corsa a piedi nei due tratti più ripidi, ma ha constatato troppo tardi che la tecnica era svantaggiosa rispetto al 100% sci ai piedi . Peccato, perché in cima era quello che saliva meglio tra i primi tre.
- La tattica prudente ed esplorativa di Raffaella Rossi ha pagato. Seguendo il gruppo senza mai strafare, ha portato a casa un bel secondo posto al suo esordio al Mountain Attack.  

IL PODIO ASSOLUTO -
Infine gare regolari per i tre più veloci: Nejc Kuhar ci sta provando da cinque anni, ma anche stavolta ha trovato sulla sua strada due mostri della gara fisica in pista. Nejc è più polivalente, loro sono sicuramente più adattati alla neve preparata.
Il grande Tadei Pivk, che giganteggia non solo metaforicamente, riuscirebbe comunque a vincere lo svantaggio della forza di gravità così presente su questi muri…ma ha notato che  Hoffmann aveva qualcosa di evidentemente decisivo sul ripidissimo: parlava di pelli.
Hoffmann ha un passato di campione olimpionico nello sci di fondo, e già questo direbbe tutto. Da buon fondista sa come far tenere le pelli più di ogni altro, come aveva già dimostrato ampiamente vincendo l'edizione 2013, e questo è il fattore decisivo sul ripidissimo.   

'PELLI' ??? -
Ma in più, dopo la gara, Christian Hoffmann ci ha mostrato molto gentilmente una novità veramente rivoluzionaria in fatto di…'pelli'?
…stay tuned!  


A Saalbach poche ore al via del Mountain Attack

Attesi 1050 partenti piu' una lunga lista d'attesa

Sul versante Nord delle Alpi prosegue un inverno molto mite e avaro di neve.
A Saalbach stanno arrivando in queste ore i 1050 partecipanti al Mountain Attack, che si troveranno di fronte piste perfette, con grande abbondanza di neve programmata di ottima qualità, così come i prati circostanti completamente scoperti sui versanti a Sud fino ai 1500 metri.
Il cielo è sereno e la temperatura abbondantemente sopra lo zero.  

START ALLE 16 -
Il c.o. del Mountain Attack ha dovuto respingere molte domande di iscrizione oltre le 1000 ammesse, ma circa altri 100 atleti compresi nella waiting list si presenteranno comunque a Saalbach contando sulle sempre possibili defezioni last minute.

Sono programmate tre gare: la marathon con 3008 metri positivi, la Tour di 'soli' 2035, e il vertical 'Schattberg Race' sui muri della prima mitica salita del Mountain Attack, 1015 metri dai 1003 di Saalbach ai 2018 dell'arrivo della telecabina dello Schattberg.  

PRONOSTICI? -
Apertissimi. Gli austriaci danno per vincitore certo il loro rappresentante Andreas Ringhofer, accreditato del un nuovo record 'virtuale' del percorso (ottenuto fuori gara), ancor più del vincitore dell'edizione 2013 Christian Hoffman, ex nazionale austriaco nello sci di fondo con curriculum di vittorie mondiali e un oro olimpico.
Ma risultano iscritti anche molti atleti del team La Sportiva, main sponsor di Mountain Attack per le prossime tre edizioni. In particolare Nejc Kuhar, che conosce molto bene il percorso e l'ha ripassato in questi giorni. Per la Schattberg race c'è Marco Facchinelli in assenza di Urban Zemmer convalescente. Inoltre correranno anche Birgit Stuffer, Nadia Scola e Sabrina Zanon, ma tra le donne è data in arrivo anche Francesca Martinelli, che conosce bene la gara per averla già vinta con margine.  

GUIDO GIACOMELLI AL VIA? -
Tra gli iscritti spicca il nome di Guido Giacomelli, tuttora detentore del record di 2h27'36" dal lontano 2006, ed effettivamente segnalato in allenamento sulle piste di casa nelle scorse settimane.  


La prima immagine della nuova 'race machine' di Scarpa

New! Ecco finalmente il progetto super segreto per lo skialp race

Mesi di segretezza e di 'si dice', bocche cucite, sorrisi imbarazzati, domenica in Valle Aurina Denis Trento che scappa di corsa e poi torna a scusarsi '... sai come vanno queste cose…'
…o forse piccoli e labili indizi seminati abilmente per giocare al gatto col topo con l'informazione.
E poi una foto rubata al volo, quasi inaspettata.  
Finalmente ecco la prima immagine della nuova scarpa da gara di Scarpa sulla neve.  

UNA SCARPA, NON UNO SCARPONE -
Il gioco di parole è inevitabile perché, da quel che si vede, non si può parlare di 'scarpone', ammesso che lo si potesse fare con Alien e il suo Boa System di compressione a laccio. 
Si riesce a riconoscere una vasta area soft in tomaia sopra lo scafo, e la sagomatura particolare della parte rigida…o semirigida? L'immagine dà certamente la sensazione di un progetto originale, con punti di partenza concettuali opposti rispetto a quelli tradizionali per uno scarpone da sci. Altro non si sa, per ora. Tantomeno il suo nome.

Per ora è presto per riuscire a capirne qualcosa di più, ma tutto fa pensare che il famoso 'click', presentato nell'anticipazione del filmato di Scarpa, sia presente anche e soprattutto su questa 'race machine'.
…un click e via?  


Oscar Angeloni parla delle convocazioni in squadra

Dopo le prove di Misurina e Valle Aurina, nove senior a Verbier

Abbiamo interpellato Oscar Angeloni a proposito delle convocazioni in squadra azzurra, in funzione del primo appuntamento di Coppa a Verbier. Nel Paese dove vivono 60 milioni di commissari tecnici, diamo la parola almeno a quello incaricato dalla FISI.  

Oscar, dopo le convocazioni sono sempre inevitabili i commenti e le critiche. Però te le stai cercando: nove senior per Verbier, e nell'intervista a Up&down di ottobre avevi invece dichiarato che questa stagione sarebbe stata dedicata a inserire giovani per farli crescere in ottica futura.

«A Verbier portiamo comunque 4 ragazzi e 3 ragazze junior, non sono così pochi. Dietro i primi giovani, i distacchi sono ancora un po' abbondanti. I senior sono tanti, ma mi arrivano comunque nei primi 15 in Coppa del mondo e mi danno garanzie. Poi scommettiamo su Martina Valmassoi e Martina De Silvestro».  

Nel comunicato stampa parli di numeri e budget che non lasciano altre possibilità. Ma nove senior in squadra non si sono mai visti. Com'è avvenuto l'inserimento tardivo di Barazzuol?

«Avevamo programmato 8 senior secondo il budget a disposizione. Però mi sembrava brutto lasciarlo fuori. Dopo la diffusione del comunicato ho insistito per dare anche a Barazzuol la chance che si è conquistato. Ho aspettato di sapere se potevo inserirlo, ed ecco il perché dell'inserimento del nono senior dopo qualche tempo. Ci sono oggettivamente dei problemi finanziari: io lavoro sui centesimi, non solo sugli euro!»  

..e quindi, quando si tratterà di portare anche i cadetti ai Campionati europei, che prospettive ci sono? Il primo cadetto stacca molto gli altri ma è un fenomeno, e comunque sono ancora troppo giovani perchè offrano dati certi sul loro valore e fare selezione secca. Le prime cadette sono tutte piuttosto competitive, ed è una bella opportunità dati i bassi numeri femminili. Quanti ne porterete ad Andorra?

«Basandomi sul budget dovrei portarne solo uno e una. Ma prenderò le mie decisioni, ed eventualmente taglieremo qualcos'altro. Inevitabilmente qualcun altro resterà a casa».  


Skialprace Ahrntal, il backstage

I commenti a caldo dei protagonisti dei Campionati italiani senior

Gara organizzata in modo impeccabile. In Valle Aurina sanno accogliere con naturale efficenza, senza perdere in ospitalità.
Pubblico ben disseminato lungo il percorso, salito con ogni mezzo per le stradine innevate e battute coi gatti fino alle malghe.  

IL PERCORSO MIGLIORE -
I pericoli derivanti dalla quantità impressionante di neve in quota sono stati neutralizzati da una tracciatura perfetta e moderna, cui ha molto contribuito il local hero Manfred Reichegger. Alla fine sembra essere stato proprio questo, versione 2014, il percorso più apprezzato tra le sei edizioni di questa che è già una classica di inizio stagione. Il successo di partecipazione e di consensi ne è stata una bella conferma.  

IL BACKSTAGE -
Ecco qualche spunto del dopogara, raccolti random tra i concorrenti del campionato italiano individuale.

Robert Antonioli:«Sì, ci aspettavamo di fare una buona gara ma non così. Con Michi ci siamo aiutati: è stata anche una gara tattica, ci guardavamo attorno e ci dicevamo a vicenda quello che vedevamo degli altri. Ci sembrava di  correre in un sogno, andava tutto troppo bene. È stata una sorpresa dall'inizio alla fine».  

Francesca Martinelli:
«Sapevo che Elena parte forte, così non ho tentato di tenerla ma ho cercato di non perdere troppo. In cima alla prima salita l'ho raggiunta, e poi ho cambiato per prima. In discesa ha sicuramente recuperato un po', io preferivo gestire, ma nella parte seguente della gara non ci siamo più viste».

Damiano Lenzi:
«Sarei curioso di vedere che tempi avremmo fatto se la prima salita fosse stata un Vertical. Secondo me avremmo fatto solo pochi secondi in meno!».  

Nadir Maguet:
«Sono andato bene ed ero lì attorno al decimo posto fino alla distanza junior. Dopo i 1300 metri comincio a calare. No, non cedo molto ne' di colpo, ma piano piano i senior mi passano».

Omar Oprandi a Franco Nicolini: «Guarda che te l'avevo già detto. Non sei calato tu, sono io che quest'anno vado più forte. Dopo la stagione delle gare in bicicletta non ho mai smesso, non ho fatto il solito periodo di recupero. Sui miei percorsi-test sto impiegando oltre il 10% in meno che negli scorsi anni».

Franco Nicolini:«Mi sembra che ormai non valga più neanche la regola che la gara si fa soprattutto in discesa. Oggi son volati grandi distacchi in salita, e le discese invece non sono bastate per recuperare. È vero che la neve fuori era bellissima e che sotto, sulle stradine, non poteva cambiare più nulla. Però…»

Manfred Reichegger, ridendo: «Sì, alla fine mi difendo ancora, ma gli altri vanno di ritmo e io invece salgo ancora con il passo lungo come un vecchio scialpinista!»

Matteo Eydallin, appena arrivato, nel parterre: «Michela, se me lo dicevi prima che ti cambiavi così, qui davanti, mi davo una mossa e magari non perdevo neanche il podio».      


Filippo Barazzuol entra nella lista dei convocati

Il giovane piemontese correrà a Verbier in azzurro

Dopo circa 18 ore dalla sua pubblicazione, la lista ufficiale dell'ufficio stampa FISI comprendente gli 8 senior convocati in squadra per Verbier si è magicamente e silenziosamente arricchita di un nono nome: Filippo Barazzuol!  

Prima di tutto i complimenti al giovanissimo Barazzuol, 24 anni, neolaureato in biologia ambientale, dello sci club Nuovi Traguardi (denominazione profetica), comitato AOC e, last but not least, bravo autore di bellissimi reportage per Ski-alper, tra i quali quello in mountain bike dalle montagne del Comelico.
E poi sentiamo dalla sua voce i primi commenti:  

Filippo, complimenti! Un altro 'non pro', e soprattutto giovanissimo, si è guadagnato la convocazione in squadra. Raccontaci la tua crescita costante fino al quarto posto dell'ultimo Mezzalama e a questo inizio di stagione sorprendente.

«Sto mettendo a frutto un'occasione: mi trovo ad essere libero da impegni, e ho deciso di provare ad allenarmi bene. Non avevo programmato gli allenamenti particolarmente per l'inizio stagione, però avevo deciso di provare a partire forte. Ma questi risultati sono stati comunque inaspettati anche per me!»   

La tua motivazione allo scialpinismo risultava anche ai tempi della partecipazione all'ultimo concorso per il Centro Sportivo Esercito.

«Sì, ci ho provato comunque, anche perché a ottobre mi sono laureato e ora sto mandando domande e curriculum a raffica, quindi…perché no? In realtà mi sono dedicato allo scialpinismo solo da tre anni. Nel ciclismo avevo già raggiunto il mio top, e avevo capito che più di così non potevo fare. Mi son detto 'proviamo!'. Sono contento perché mi sembra che la scelta mi stia dando ragione».  

Come mai non comparivi nella prima versione della lista dei convocati? Cos'è cambiato in quelle 18 ore?

«Non lo so. Credo che abbiano parlato e deciso di includermi per darmi fiducia, trovando le risorse per portare un atleta in più».  

Ora in squadra sei uno dei più giovani…

«Sì, dopo Michele Boscacci e Robert Antonioli ci sono io! Ringrazio tutti per la fiducia e spero proprio di riuscire a ricambiare. Di sicuro è una bella occasione, e sarà una grande esperienza!»        


I duelli della Skialprace Ahrntal 2014

Decisi i titoli italiani. Ultimo appello per le convocazioni in nazionale

Aria molto frizzante questa mattina prima e dopo l'ormai classicissimo appuntamento in Valle Aurina.
A Rio Bianco erano in palio i titoli italiani pesanti, quelli della gara individuale senior e master. Nonché i verdetti definitivi per la convocazione nelle squadre nazionali dei giovani e dei senior, che già nel prossimo fine settimana esordiranno in Coppa del mondo.
Quindi l'aria frizzava di elettricità, e non solo per la temperatura perfetta di -5°C alla partenza, che avrebbe garantito neve bella su tutto il percorso.  

PRIMA SALITA VERTICAL STYLE -
Al via Robert Antonioli si metteva in testa a condurre il gruppo. Tutti passavano compatti nelle prime centinaia di metri, ma la differenza stava nella facilità con cui Robert faceva il ritmo davanti. Tra quelli subito dietro si notava immediatamente qualche affanno e azioni più pesanti, confermate dalle dichiarazioni post-gara che concordavano unanimemente su una prima salita a ritmi da Vertical race.
La prima discesa, in neve facile, non avrebbe modificato nulla ma la seconda salita si rivelava più selettiva che sulla carta.   

PARTE BOSCACCI -
L'azione di forcing di Michele Boscacci, uno dei suoi cavalli di battaglia più efficaci, metteva alla frusta gli inseguitori e anche lo stesso Antonioli per tutta la seconda salita, spaccando il gruppo. 
Robertaccio però recuperava nelle discese a e ai cambi, convincendo Michi a modificare tattica e a non tentare il tutto per tutto sull'ultima salita che totalizzava i 1740 metri positivi del percorso, scelta che quasi certamente si sarebbe rivelata inutile una volta di più.   

VITTORIA 'Á LA ANTONIOLI' -
Ma di fronte all'ultima discesa di Antonioli di solito non c'è niente da fare, e così è stato anche stavolta: l'ultimo piccolo saliscendi non poteva comunque cambiare nulla se non in favore dello sprinter per antonomasia, che infatti è andato anche ad amplificare il suo vantaggio vincendo in 1h36'03", con 1'13" su Michele Boscacci.

A 3'06" è salito sul podio Lorenzo Holzknecht, che prende fiducia dopo Misurina e prima degli appuntamenti internazionali ai danni dell'eterno Manfred Reichegger, medaglia di legno a casa sua per soli 11".
A un distacco simile si è piazzato quinto Matteo Eydallin. Dopo un altro minuto arrivava Pietro Lanfranchi, superando  e staccando di 30" in finale di gara Davide Galizzi.

E qui si entra in zona convocazioni a rischio, perché Filippo Barazzuol si è confermato ancora una volta giungendo brillante ottavo, in continuità con il suo eccezionale inizio di stagione, e oggi Damiano Lenzi si è ritirato per un inconveniente tecnico.  

GARA SENIOR DONNE: LA RESTAURAZIONE -
Francesca Martinelli ha vinto gara e titolo italiano. Dopo aver contenuto i danni nella prima parte della prima salita, cercando di non perdere troppo sulla partenza veloce di Elena Nicolini, è progressivamente andata a colmare il distacco fino a superarla. Cambio d'assetto e prima discesa riavvicinavano le posizioni, che però non sono più mutate nonostante l'elastico dell'alternarsi delle salite, favorevoli alla Martinelli, e delle discese che sono il terreno preferito dalla Nicolini.

Francesca Martinelli è quindi la campionessa italiana senior 2014 di scialpinismo, titolo conquistato con un margine perentorio di quasi 3' in 1h36'03" di gara.  Al terzo posto e ad altri 1'27" Martina Valmassoi si è confermata per regolarità e affidabilità. Bel quarto posto di Birgit Stuffer a poco più di un altro minuto e mezzo dal podio.  

MASTER -
Secondo titolo italiano stagionale per Omar Oprandi dopo quello Vertical. Oprandi rompe così il monopolio triennale di Franco Nicolini, che perde anche il secondo gradino del podio per l'inezia di 8 decimi di secondo a favore di Dino Sala. 
Monica Sartogo trova finalmente delle avversarie, e vince tra le master su Manuela Perathoner e Roberta Peron.

ESPOIR -
Nadir Maguet ha conquistato il titolo espoir con oltre 3' di margine su Stefano Stradelli: in gara attorno alla decima posizione senior fino ai 1300 metri circa, ha ceduto progressivamente terreno fino alla sedicesima assoluta inoltrandosi nei dislivelli superiori cui non è ancora abituato.

A meno di 2' da Stradelli ha completato il podio dei titoli italiani 'esp' Luigi Pedranzini. Nella gara internazionale è giunto in realtà secondo l'austriaco Martin Islitzer, all'ultimo dei tre anni 'esp' mentre i primi tre italiani sono al loro esordio in categoria superiore.

Tra le ragazze esp, Alessandra Cazzanelli  solo ora sta iniziando a risolvere i problemi fisici che la condizionano da anni. Ha vinto staccando di quasi 3' Dimitra Theocharis, ora in decisa crescita sciistica. Marta Scalet ha completato il podio e la classifica di categoria con un notevola distacco dalle prime due.  

LE GARE GIOVANI  DI COPPA ITALIA -
Luca Faifer ha vinto la gara junior dopo un pacifico duello con Federico Nicolini, durato tutto il tracciato. Si è trattato in realtà di un tacito 'gentleman agreement' per gestire le energie in vista dell'esordio in Coppa del mondo.

Alba De Silvestro e Giulia Compagnoni hanno ripetuto il copione, occupando le prime due posizioni alla fine di un confronto che si decide sempre in discesa. Erica Rodigari ha conquistato il terzo posto e la convocazione in nazionale tra le junior.

Tra i cadetti si è rivisto il solito assolo di Davide Magnini, che ha però abbassato i giri del motore dopo le prime accelerate e si è gestito. Nicolò Canclini, comunque in visibile crescita, ha così limitato il distacco in poco più di 2'30". La classifica cadetti dietro Magnini sta diventando un altro campo minato in stile junior, perchè Gabriele Leonardi e Enrico Loss si sono piazzati entro poco più di 30" da Canclini.

Giulia Murada ha colto una vittoria larga su Laura Corazza, condizionata però dall'evidente malessere della veneta; che a sua volta è stata anche quasi insidiata dalla terza, Melanie Ploner, giunta a 30". 

NEW! PHOTOGALLERY -
Guarda le immagini della sesta Skialprace Ahrntal cliccando sui cursori dell'immagine sopra l'articolo.
Le classifiche complete sono caricate come sempre nel calendario di skialper.it


Skialprace Ahrntal sta per partire

In 350 al via con condizioni perfette

Giornata bellissima e temperature finalmente fresche, con meno cinque gradi alla partenza, dopo i tepori primaverili e qualche raro fiocco nella prima parte della notte.
Neve polverosa su tutto il percorso, con oltre 50 centimetri al suolo in fondovalle e anche oltre i due metri in alto.
Gli iscritti sono 350 distribuiti su tutte le categorie, tra cui 199 senior e circa 60 master.
Solita accoglienza perfetta e super-efficiente in stile Südtirol.
Partenze dalle 10.00 per le categorie maggiori, e a seguire tutti i giovani entro le 10.30.


Dynafit anticipa il futuro

Abbiamo partecipato all'esclusivo press event di St. Antonien in Svizzera

Dynafit ha presentato in questi giorni alla stampa specializzata in anteprima assoluta presso la Sulzfluh Berghaus a St.Antonien (CH) le novità per la stagione 2014-15: i prodotti che troverete nei negozi il prossimo inverno, quindi. 

I NUOVI SCI DYNAFIT - Rivoluzionata la gamma: tutti i modelli adotteranno la stessa tecnologia costruttiva di Nanga Parbat e Cho Oyu: triplo raggio per i più larghi, marcato pin tail, carbonio e alluminio alle estremità; strutture semi-cap con soluzioni originali che ne esaltano le proprietà meccaniche, lo smorzamento delle vibrazioni e, naturalmente, la leggerezza. In un'ottica sempre più free-touring, Dynafit sviluppa gradualmente la costruzione tradizionale per il segmento Race con DY.N.A. e PDG, e sottolinea l'evoluzione con un restyling aggressivo: nero-rosso, e argento rispettivamente.

NOVITÀ A CASCATA NEGLI SCARPONI - Ai confermatissimi TLT 6 si affianca un Limited edition spettacolare con guscio silver e ganci gold uniti al carbonio del gambetto. Gli sviluppi nel segmento Ski running vengono marcati dal nuovo look dei DY.N.A. Evo e dei PDG. Nuova scarpetta a semicalza molto elaborata nell'Evo. La collaborazione con Pierre Gignoux ha portato alla presentazione del sistema RC 1: scarpa full carbon più attacco dedicato. 
La nuova linea 'NEO' in Pebax presenta una gamma completissima per uomo e per donna a tre ganci per lo ski touring, con colorazioni sobrie ma sorprendenti. 

I nuovi Radical, quattro ganci nelle versioni uomo e donna, potrebbero attrarre anche i riders duri e puri. 

ABBIGLIAMENTO HI-TEC - Dynafit presenta una gamma completissima di abbigliamento molto tecnico ma allo stesso tempo molto accattivante per forme e colori. La tendenza è segnata: colore sulla neve. Grande lavoro di selezione dei materiali adatti alle specificità dello sci di montagna per ogni sua segmentazione. 
Arrivano le tutine due pezzi. 

30 ANNI DI ATTACCHINI -
L'attacchino compie 30 anni! E arriva anche la sicurezza laterale anteriore per Radical, con la stessa soluzione adottata per il nuovo Beast12, che susciterà molta attesa affiancandosi al Beast 16 con peso molto ridotto da un puntale tradizionale...o quasi. 
...e a seguire tante soluzioni nuove per tutta la gamma, alcune delle quali riscuoteranno l'approvazione degli intenditori di meccanica. Il Low-tech incontra l'hi-tec.

Su Ski-alper 92 di febbraio le novità Dynafit della prossima stagione fino all'ultimo dettaglio!