Debutta la Winter Race Mont Avic

Una notturna nuova: con gli sci o di corsa

Non semplicemente una nuova gara, ma una gara nuova, diversa, quella organizzata in notturna da Dennis Brunod a Champdepraz il 14 gennaio con partenza alle 19.30 da Chevrére. Si tratta di una gara immersa nel Parco del Mont Avic con un anello di 670 metri di dislivello in cui le discese si effettuano a piedi con sci nello zaino sui sentieri stretti, o con le pelli sulle stradine di poca pendenza.
La gara può anche essere effettuata di corsa sulla neve, ed è concepita per far conoscere le sensazioni del bosco notturno, attraversato per sentieri e stradine invece che per piste di sci.

IL PERCORSO DI GARA - Il percorso è molto adatto anche a chi non ha mai provato, le discese da fare con le pelli sotto gli sci sono molto facili e non è previsto alcun cambio pelli dalla partenza all’arrivo. Lo sviluppo è di 10800 metri con un dislivello positivo di 670 metri, e pochi metri meno in discesa.

INFO E ISCRIZIONI - www.polmontavic.altervista.org


I Campionati italiani giovani sotto la neve

Un bel percorso di riserva incorona i nuovi campioni italiani

Una nevicata di quelle che si ricordano a lungo avrebbe potuto mandare tutto all'aria, e invece lo Sci Club Valtartano l'ha trasformata in un'opportunità.
Dopo giorni di lavori sul percorso originale, i tracciatori sono ripartiti ieri sera all'ultimo momento disponibile: prendendo il toro per le corna hanno abbandonato del tutto la zona del tracciato classico e si sono diretti sul fianco dell'alpe Torrenzuolo. Una zona dove sciano solo i local più local, dove bisogna conoscere ogni sasso e ogni albero per capire dove andare. E infatti il risultato è stata una gara perfetta per i giovani, molto più tecnica che fisica, fatta tutta di passaggi obbligati, linee difficili, muretti da saltare, gradini ripidi da superare di abilità più che di forza. 
Spettacolo con velocità più basse del solito e continui 'problemi' sciistici da risolvere.  Giudizio unanime molto positivo da parte di tutti gli atleti...anche a fronte della possibilità di un rinvio della gara, o peggio.  

IL PERCORSO -
La zona di partenza-arrivo è stata posta a circa 15' di cammino sopra il paese: il giusto riscaldamento e quei 100 metri positivi in più che hanno fatto trovare subito neve buona. In partenza 30 metri positivi di corsa a piedi venivano seguiti da una lunga prima salita di altri 470 metri positivi. Discesa per 120 m-, seconda salita per 230 m+, e infine la discesa finale di 580 m- seguita dal breve tratto a piedi fino al traguardo. In totale 730 metri positivi, che così tecnici e in questa situazione meteo hanno fatto la giusta selezione a tutti i livelli.

LE GARE -
Pronostici rispettati per i titoli, e qualche sorpresa sui podi. I titoli italiani sono stati conquistati dai ragazzi che nell'ultimo periodo avevano già mostrato il loro stato di forma.

Tra gli junior Federico Nicolini ha fatto la differenza in salita e ha poi controllato in discesa, inseguito con discese spettacolari da Luca Faifer, Gianluca Vanzetta e Pietro Canclini. I tre inseguitori hanno ridotto il distacco dai 39'45" di Nicolini, ma il margine finale è rimasto al sicuro con 50" e 58" rispettivamente. Grande gara di Vanzetta in discesa: tenere Faifer sul suo terreno...  

Davide Magnini si è superato: data attualmente per acquisita la sua superiorità tra i cadetti, è andato a stabilire il miglior tempo assoluto della gara in39'05". E' vero che gli junior, primi a partire, hanno battuto pista, ma il dato resta comunque molto significativo. Il podio è completato da Nicolò Canclini che si conferma, ma a ben 7'05", e da Enrico Loss in crescita e a soli 13" da Canclini.  

Bel duello tra Alba De Silvestro, neo campionessa italiana junior femminile in 51'07, e Giulia Compagnoni che in discesa si è difesa meglio del solito su un terreno meno veloce e più tecnico: 1'43" da Alba, con una discesa finale così lunga e tecnica. Giorgia Dalla Zanna ha completato il podio a 8'33", in crescita a sua volta ma ancora lontana.  

Laura Corazza è passata a metà salita appena dopo le prime junior: il titolo cadette non poteva sfuggirle e ha vinto in 1h00'42". Giulia Murada correva quasi in casa e non ha fallito l'argento, giungendo a 1'29, mentre Debora Contrio ha conquistato un podio importante a soli 2'26" dal primo posto.
Il quarto posto di Jenni Antonioli, al primissimo anno di gare e di categorie cadette, conferma che buon sangue non mente.  


Nel 2013 il CAI ha compiuto 150 anni

Intervista al presidente generale del CAI, Umberto Martini

Per tutto il 2013 si sono susseguite le celebrazioni di un anniversario significativo: il Club Alpino italiano ha compiuto un secolo e mezzo di vita. Si tratta di uno dei Club Alpini più importanti al mondo. L’Italia ospita sul proprio territorio lo sviluppo completo dell’arco alpino, unica nazione europea a godere di questa caratteristica geografica.

E per tutti noi che andiamo in montagna, anche in modo molto sportivo, il CAI è comunque un riferimento inevitabile. Per molti di noi ha anche rappresentato l’ambiente che ci ha introdotto all’alpinismo.
E chi non ha mai messo piede in un rifugio del CAI?

In attesa del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del contro-discorso di Beppe Grillo, più modestamente vi proponiamo la nostra intervista al presidente generale del Club Alpino italiano. Che ci racconta qualcosa della nostra storia nazionale, e tocca anche problematiche molto attuali e interessanti per gli scialpinisti.    

LA DATA -
Precisamente mercoledì 23 ottobre 2013 il Club alpino italiano ha compiuto 150 anni. Lo stesso giorno del 1863 nelle sale del Castello del Valentino a Torino, iniziava alle 13 e terminava alle 16 l'assemblea che fu il momento costitutivo del sodalizio, quarto per ordine di nascita tra le società alpine europee. 

L'idea di fondare una società alpinistica nazionale risale in realtà a qualche mese prima, nell'agosto 1863, in occasione dell’ascensione alla vetta del Monviso compiuta dallo statista biellese Quintino Sella con Paolo e Giacinto di Saint-Robert e Giovanni Barracco. Il Sodalizio divenne presto d'interesse nazionale, assumendo l'attuale denominazione di ‘italiano’ nel 1867.    

L'INTERVISTA -
Tra decine di celebrazioni, eventi, convegni, premi e commemorazioni, siamo andati a parlare con Umberto Martini, presidente nazionale del CAI.  
Il Club Alpino Italiano ha compiuto nello scorso ottobre un secolo e mezzo di vita.  Per chiunque vada in montagna, anche senza la tessera blu con i sacri bollini annuali, il CAI è almeno una presenza immanente. Se non per storia, impatto e presenza nel sociale, almeno per l’impressionante rete di rifugi che costellano le alpi italiane, in gran parte di proprietà del Club. Ma questa non basta per spiegare l’influenza culturale che il CAI tuttora esprime su buona parte del mondo dei frequentatori della montagna.   

I tempi cambiano sempre più velocemente e la rivoluzione digitale propone altre forme di ‘associazionismo’. Il CAI rischia di risultare lento rispetto all’attualità, anzi lo è senz’altro e in misura evidente. Ma questo ritardo fisiologico sembra riguardare l’establishment e gli organi centrali mentre sul campo, nelle sezioni, la vita è meno ingessata e i giovani presenti nei consigli sezionali propongono iniziative più in linea con i tempi.   

Ski-alper si occupa di montagna sotto diverse angolazioni e non può ignorare un anniversario di oggettivo valore simbolico.  Siamo andati a Milano presso la sede centrale e abbiamo incontrato il presidente del Club Alpino Italiano, Umberto Martini.    

Quali sono state le fasi storiche che hanno caratterizzato questi 150 anni di vita del Club Alpino Italiano?

«Sono state sostanzialmente tre: fino alla prima guerra mondiale la fase dei fondatori e dei pionieri dell’alpinismo ‘sociale’, con la diffusione del Club su tutto il territorio nazionale.  Poi gli eventi politici nazionali hanno coinvolto anche il CAI: l’alpinismo inteso come affermazione, conquista, competitività, e una nascente forma sportiva hanno caratterizzato il Club. È stato anche un periodo di allargamento della base sociale a larghi strati della popolazione. Il ventennio fascista ha coinciso con questa popolarizzazione dell’alpinismo, ma i presupposti esistevano da prima. Il processo è proseguito anche dopo la seconda guerra mondiale. Sempre in questa fase, dopo la guerra ha ripreso piede un’impostazione culturale ed esplorativa, oltre a quella alpinistica pura.  Una terza fase è stata influenzata dalla tecnologia e dal conseguente benessere diffuso. Tante specializzazioni sono nate dall’offerta di strumenti che prima non erano disponibili per tutti: basti pensare alla diffusione delle racchette da neve, della mountain bike, dello stesso sci».  

In un suo intervento lei ha parlato di 150 anni di storia con vittorie e sconfitte. Vengono subito in mente due episodi che hanno coinvolto CAI e pubblica opinione: la conquista del K2 da una parte, e la vicenda Bonatti dall’altra.
«La vicenda Bonatti è stata una polemica trascinatasi inutilmente, per troppo tempo, e una lunga ricerca ha infine chiarito la verità condivisa. La conquista del K2 nel 1954 è stata ancora il prodotto dell’alpinismo di conquista caratteristico dell’epoca precedente. A parte Bonatti, che era il più giovane, gli altri alpinisti erano cresciuti prima della guerra e in quel clima. Però è stato un punto culminante della nostra storia e ha avuto effetti molto importanti in termini di orgoglio e identità nazionali. L’Italia, Paese sconfitto, coglieva così un successo organizzativo e dimostrava al mondo le capacità e la forza di volontà degli italiani».  

Qual è lo stato di salute del CAI?

« Il CAI è uno spaccato della società e quindi risente dei tempi di crisi. Anche ma non tanto come numero di iscritti – c’è una leggera flessione -, quanto come difficoltà di continuare a gestire i servizi di cui si occupa: Soccorso Alpino, la rete dei rifugi, la segnaletica dei sentieri. La gestione avviene sempre più in forma volontaristica, diventa più difficile garantire lo stesso livello di servizi, e poi si porrà anche un problema generazionale. Quindi se si vorranno mantenere attive queste facilitazioni, più che il CAI sarà la società a doversi dotare di mezzi per continuare a garantirle se vuole continuare a fruirne».  

Quali flussi riconoscete all’interno dell’associazione?

«Anche per questo aspetto riconosciamo al nostro interno il tema dell’invecchiamento della popolazione. Maggiore aspettativa di vita attiva e denatalità italiana comportano un forte incremento, anzi una moltiplicazione sul territorio delle attività dei gruppi ‘seniores’».  

Come si sta muovendo il CAI di fronte ai sempre più frequenti tentativi di limitazione della libertà di andare in montagna?

«Siamo sensibili all’argomento e ospitiamo anche fisicamente un osservatorio per la difesa della libertà di frequentazione della montagna. A livello centrale sediamo a un ‘tavolo permanente’, il gruppo parlamentare degli amici della montagna. Ma i problemi risiedono a livello locale: sono gli amministratori, i sindaci, che hanno il potere di imporre divieti. Dopo ogni incidente in montagna, e la relativa risonanza mediatica dovuta all’impatto particolare sull’immaginario collettivo – la ‘montagna assassina’ – la soluzione più facile e immediata sembra quella di imporre divieti. Ma sarebbe come chiudere le strade dopo gli incidenti».  

Secondo voi esistono reali pericoli di limitazione della libertà?

«Direi di no. Come nasce, poi si spegne. Si tratta di informare bene chi deve decidere, perché spesso non conoscono i termini del problema. Il CAI finora è stato ascoltato, 150 anni di ben operare ci danno credito».  

Scusi, ma lei conosce l’appellativo ‘caiano’? …una specie di affettuoso sfottò rivolto verso una certa rigidità istituzionale, o verso il ritardo a cogliere le novità dal campo quando si presentano.

«Ma il CAI non è più così. Lo era, ma oggi l’atteggiamento è molto meno conservativo rispetto ad altre epoche. Cerchiamo di vivere la società per quella che è».    


Alla Lunagaro Trettel con thriller

Zulian primo sul traguardo, poi e' penalizzato ed esce dal podio

LIVE - A Passo Brocon Ivo Zulian fa la gara e taglia per primo il traguardo. Poi viene penalizzato per una irregolarità con le pelli, così torna alla vittoria Thomas Trettel in 37'00, seguito da Thomas Martini (37'06") e da Christian Varesco (37'58").  

Martina Valmassoi ha vinto la prova femminile seguita da Federica Osler e dalla giovanissima Laura Corazza (categoria cadetti). I tempi delle ragazze non sono ancora disponibili al momento.  
206 i partenti su oltre 250 iscritti.  

UNA NE FA E CENTO NE PENSA! -
Interessante la tattica di Zulian, che avrebbe tolto una sola pelle per affrontare la breve discesa successiva e poi ripellare di conseguenza in metà tempo.

Manovra brillante e d'assalto, 'á la guerre comme á la guerre', da tempi eroici dello skialp! …ma che forza il regolamento dei cambi d'assetto. Se non proprio nella lettera, sicuramente nello spirito.   

Un bello spunto di discussione per scherzarci sopra e, chissà, un bravo avvocato potrebbe anche farla passare. Ma a Passo Brocon la cosa ha incendiato gli animi.


Snowboard alpinismo, il circuito delle gare decolla

Coppa Italia in 5 prove e Campionato Italiano a Prali

Edizione 2014, la sesta della Coppa Italia di snowboard alpinismo: sotto il patrocinio della FSI - Federazione Snowboard Italia - il circuito prende per questa stagione la denominazione 'Coppa Italia Snow-Alp-Trofeo Ergovis'. Il brand 'Ergovis' sosterrà il circuito, quindi, e la società 'Live your Mountain' gestirà il circuito con criteri manageriali in collaborazione con FSI. La somma dei punteggi delle cinque gare assegnerà la Coppa Italia Snow-Alp Trofeo Ergovis 2014. Il nono Campionato Italiano si disputa invece in prova unica.

UN SALTO DI QUALITÀ - È giunta l'ora di un salto di qualità per il movimento, anche per preparare la strada a un aumento del numero di snow-alpers sulle montagne, in gara e fuori. Anche il montepremi di 2000.00€ in palio per la premiazione della classifica finale delle cinque prove della Coppa Italia Snow-Alp Trofeo Ergovis va in questa direzione. 

PERCHÈ LE GARE DI SNOW-ALP? - Come per ogni sport competitivo, come nello skialp-race, le gare sono un incubatore di idee, sviluppo tecnologico, soluzioni tattiche che poi migliorano la qualità della pratica touring a tutti i livelli, che ne adotta le esperienze più utili alle proprie esigenze slow.

TUTTE LE GARE DEL CIRCUITO - Esordio di Coppa Italia-Trofeo Ergovis con il Vetan Classic il 2 febbraio 2014 a Vetan (Ao,), classic di nome e di fatto dato che è giunto alla dodicesima edizione. Collaudato il format del raduno il sabato, con la gara la domenica sul noto pendio della Punta Leyssè.  Week end di happening e competizione in equilibrio. L'Hotel Notre Maison sarà il punto di riferimento. 

Tre settimane dopo appuntamento al Monte Viglio a Filettino sui Monti Simbruini laziali. Il 23 febbraio 2014 sfida tra snowboarders provenienti da tutta Italia su una montagna dai pendìi ingaggianti. 

Altre due settimane e si disputa il Campionato Italiano Assoluto, terza tappa di Coppa Italia: Raid to Ride a Prali (TO) tra le valli olimpiche in Val Germanasca il 9 marzo 2014, alla sua seconda edizione, organizzata da Raid Surfer Club. Prali è una nota miniera di pendìi fuoripista, destinazione d'obbligo dopo una bella nevicata.

Il 23 marzo 2014 si torna in Centro Italia, in Abruzzo a San Martino d’Ocre (AQ) per il 4° Monte Ocre Snow Event. Sul Monte Ocre lavora un team di volontari, Guide Alpine, Corpo Forestale, Guardia di Finanza e Protezione Civile. 

Il 6 aprile 2014 happy end a Lizzola (BG) con il Baz Snow & Race Trophy alla sua sesta edizione. Organizzano il BAZ di Paolo Vigani e Cesare Pisoni in collaborazione con la stazione di Lizzola.  


Le classifiche ufficiali delle staffette di Torgnon

Ecco i risultati definitivi della seconda giornata dei Campionati italiani

Alla fine di una giornata con clima perfetto, sulla poca ma sufficiente neve che ha ospitato nella conca sopra Torgnon le ultime gare, i verdetti sono stati verificati ed ora sono definitivi. Oggi qualche risultato sul campo è stato modificato dall'applicazione del Regolamento Tecnico Federale ad un paio di irregolarità anticipate nel resoconto della giornata.  

COM'È FINITA -
Così il Comitato Veneto riesce ad aggiudicarsi il titolo italiano della staffetta giovani, portandosi davanti alle Alpi Centrali per l'applicazione di una penalità di 1' al terzo frazionista AC. Non dovrebbe venir modificato invece il responso del campo per la Torgnon Ski Race, che ha visto il team SC.Corrado Gex 3 (pett.49) di Maguet-Stradelli-Cazzanelli al terzo posto ma, nella classifica avulsa per il Campionato italiano (quella per ora disponibile), lo stesso team non compare in quanto misto Comitato-Esercito. Ne beneficia in questo caso il Comitato Trentino, che coglie il terzo gradino del podio senior CIA. Ecco quindi le classifiche ufficiali delle staffette dei Campionati italiani di sci alpinismo.


Esercito e Alpi Centrali tricolori senior 2014

Assegnati a Torgnon anche i titoli assoluti delle staffette

Pronostici rispettati a Torgnon. Esercito 1 di Robert Antonioli, Michele Boscacci e Damiano Lenzi si è aggiudicato il titolo assoluto di staffetta.   

IL PODIO MASCHILE DEI SENIOR -
Al secondo posto Esercito 2 con Manfred Reichegger, Matteo Eydallin e Denis Trento. Sul podio anche l'ASIVA con la bellissima gara di Nadir Maguet, Stefano Stradelli e Francois Cazzanelli, podio effettivo della gara ma non del Campionato italiano trattandosi di squadra mista comitato-gruppo sportivo militare.

Nicola Pedergnana, Filippo Beccari e Davide Galizzi per il comitato trentino colgono quindi il bronzo di campionato italiano, con il loro quarto posto sul terreno. Gare lineari senza colpi di scena, ma staffettisti sempre piuttosto ravvicinati tra loro anche negli ultimi cambi, almeno per l'argento, con i valdostani dell'ASIVA per lungo tempo al tallone di Esercito 2.  

LE BATTAGLIATE STAFFETTE DELLE DONNE -
Tra le donne si rivede il formidabile team dell'Alta Valtellina con Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini. Anche separate nelle due diverse frazioni conquistano il titolo femminile. Francesca Martinelli ha ricucito verso la fine e sull'ultima discesa i pochi secondi che Gloriana Pellissier aveva conquistato per l'Esercito sulla prima salita.
Cambio quasi contemporaneo e duello decisivo tra Lorenza Bettega dell'Esercito e la rientrante Roberta Pedranzini. Dopo la prima salita prendeva la testa l'Alta Valtellina, tenendola fino al traguardo. Intanto anche Martina Valmassoi superava l'Esercito portando all'argento il Comitato Veneto, lanciato da Martina De Silvestro.  

COLPI DI SCENA TRA I GIOVANI -
Staffette mix per i giovani: una ragazza al lancio e poi uno junior e un cadetto in ordine a  scelta. Alba De Silvestro vinceva la sua frazione per il Comitato Veneto, staccando di qualche secondo il Comitato Alpi Centrali di Giulia Compagnoni. Poi Luca Faifer recuperava la testa e Nicolò Canclini la manteneva fino al traguardo.
Nel dopogara però emergeva un'irregolarità all'ultimo cambio da parte di Faifer, sub-iudice in questo momento e probabilmente penalizzato con un minuto. Salvo sorprese, quindi, vince il titolo Comitato Veneto B di Alba De Silvestro, Enrico Loss e Fabio Pettinà, segugio dalle Alpi Centrali e dal Comitato Trentino di Elisa Dei Cas, Davide Magnini e Federico Nicolini.


I nuovi campioni italiani Vertical 2014-le classifiche

A Torgnon si è concluso il primo giorno di gare

Alle 15.00 sono scattate le Junior e le Cadette insieme ai Cadetti da una partenza intermedia rispetto ai 700 metri del percorso integrale di tutti i Senior e Cadetti. Sulla linea del traguardo il primissimo a presentarsi è stato Davide Magnini, confermandosi campione italiano cadetti, con largo margine su Canclini e Colaianni.  

TUTTI I GIOVANI - Battaglia tra le junior su tutto il percorso con il testa a testa tra Giulia Compagnoni, lungamente a condurre, e Alba De Silvestro che ha conquistato il suo titolo solo negli ultimi metri di gara. Laura Corazza ha conquistato il tricolore cadette, giungendo al traguardo non troppo distanziata dalle prime due junior. Poco più tardi sono partiti gli junior ed è stato un monologo di Federico Nicolini, campione italiano junior 2014 su Luca Faifer e Pietro Canclini.

NADIR MAGUET PROFETA IN PATRIA
- Nadir ha conquistato il titolo italiano Espoir davanti a Nicola Pedergnana e Stefano Stradelli, altro local. Maria Dimitra Theocharis ha battuto di 40" Alessandra Cazzanelli per il titolo esp femminile.

ANCORA PELLISSIER - Molto battagliate le categorie senior: neocampionessa italiana è Gloriana Pellissier, seguita da Francesca Martinelli e dalla rientrante Roberta Pedranzini, quindi da Nicolini, Tomatis e  Valmassoi a seguire.

BOSCACCINO BIS -- E infine il titolo più combattuto: il duello valtellinese tra Robert Antonioli e Michele Boscacci è stato risolto da quest'ultimo. Michi si conferma di potenza campione italiano Vertical anche per 2014, per il secondo anno consecutivo, con una volata lunga irresistibile. Al terzo posto Damiano Lenzi, esattamente come transitavano a circa 10' dall'arrivo entrando nel bosco del tratto tecnico. Ma gli altri erano incollati a pochi secondi: Reichegger appena dietro Lenzi, Eydallin, Lorenzo Holzknecht, poi Galizzi, Lanfranchi, Barazzuol, Maguet, Moletto, Beccari, Brunod, Bignotti,Trento,

OMAR OPRANDI TRICOLORE - Anche contro il pronostico Omar Oprandi si prende il titolo Master davanti all'amico-rivale Franz Nicolini. Forfait per Roberto Maguet, uno dei favoriti della vigilia, che si è beccato il primo raffreddore in 10 anni proprio in occasione della gara di casa.
Claudia Titolo si aggiudica quello femminile con largo margine.


Abbiamo provato sulla neve i nuovissimi Diamir Vipec 12

Anteprima mondiale in Val Gardena per i gioielli di Fritschi

Una splendida giornata di sole ha fatto risaltare forme e colori del nuovo attacco da scialpinismo di Fritschi, il costruttore svizzero che per una lunghissima fase ha stabilito con i suoi Diamir lo standard di riferimento negli attacchi step-in con telaio.
Il Diamir classico, nelle sue varianti, è stato l'attacco che più a lungo ha resistito alla marea montante dello standard 'low-tech'. E oggi Fritschi ha svelato materialmente a un pubblico molto specializzato la sua interpretazione dell'attacco a 'pin', a 'inserti' come la casa svizzera preferisce definirlo.  

HI-TECH -
In effetti non si può assolutamente parlare di low-tech (tecnologia minimale) per un attrezzo che concentra un numero altissimo di soluzioni molto pensate ed elaborate. Il suo sviluppo è iniziato quattro anni fa: un lungo cammino per dare all'attacco 'pin' le caratteristiche di cui maggiormente si sentiva la mancanza, e che ne limitavano la diffusione negli ambienti tradizionalisti ed estremamente attenti alla sicurezza.  

SICUREZZA AL MASSIMO LIVELLO -
Gli ingegneri svizzeri hanno concepito ogni singolo particolare proprio alla ricerca primaria della sicurezza, rovesciando alcune funzionalità cui sono abituati da decenni gli utilizzatori di attacchini standard. Anche il puntale è ora soggetto a una taratura dei valori di sgancio, che in questo caso agisce anche in senso orizzontale puro. È probabilmente questa la più impressionante delle molte caratteristiche che rendono rivoluzionario questo attacco.   

DIVERSAMENTE ATTACCHINO -
Lo sgancio anteriore avviene al valore impostato senza avvertire nessuna forza resistente, e quindi nessun trauma. L'entrata posteriore può avvenire in modo classico, con il solito colpo deciso del tacco dello scarpone, e allora l'entrata risulta comunque fluida. Oppure con dolcezza facendo scorrere la talloniera sulla slitta posteriore sollevando una leva simile a quella di molti attacchi da sci alpino. L'apertura dell'attacco premendo la stessa leva è sorprendentemente efficace. In posizione 'ski' la stessa slitta scorre e mantiene inalterati i valori di sgancio anche quando lo sci flette fortemente. Nessuna tendenza alla rotazione sotto carico in presa di spigolo, e anche la torsione sembra assente o almeno molto limitata.  

UN'ANALISI COMPLETA -
Questo attacco merita un'analisi molto attenta e completa, che condurremo sul campo nelle prossime settimane e presenteremo sul prossimo numero di Ski-alper. Il numero degli accorgimenti tecnologici da raccontare è impressionante. Allo stesso tempo bisogna abituarsi a gesti nuovi e verificare il comportamento dei materiali su tanti terreni. Per ora possiamo anticipare che il peso resta attorno ai 440 grammi il mezzo paio nella versione senza l'efficace ski-stopper, il prezzo di listino preventivato si colloca in fascia media, la distribuzione di Vipec 12 inizierà in febbraio 2014, e che si pronuncia all'inglese: 'Vaipec'.              


Definita la Coppa Alpi Centrali dei giovani

Gare e percorsi saranno dedicate esclusivamente ai giovani

Ecco il circuito della Coppa Alpi Centrali, che focalizza sempre l'attenzione sullo skialp race delle categorie giovani.

1-    19-01-2014 Albosaggia (SO) - 'XXVIII Valtellina Orobie'

2-    26-01-2014 Sondalo (SO) - '14°Valle di Rezzalo' (individuale per i giovani)
3-    16-02-2014 Collio (BS) - '19° Valtrompiaski Trofeo Remedio'
4-    02-03-2014 Albosaggia (SO) - 'V Trofeo Gino Berniga'  (gara a coppie)
5-    16-03-2014 Clusone (BG) - 'Skialp3 Presolana memorial Angelo Castelletti'  

LE CARATTERISTICHE DELLE GARE DI COPPA A.C. -
Il punto chiave della Coppa Alpi Centrali consisterà nell'incentivare e premiare tutti quegli atleti che, se gettati a capofitto dentro il circuito di Coppa Italia, ne risentirebbero a causa dei dislivelli, del grado tecnico dei percorsi, del livello degli altri concorrenti. Pertanto anche la gara finale, Skialp3 Presolana, seppure inserita nel calendario di Coppa Italia, rispetterà i criteri tecnici di pianificazione di una gara concepita solo ed esclusivamente per i giovani.  

COME SONO CONCEPITE IN AC LE GARE ADATTE AI GIOVANI -
Si cercherà di creare percorsi più frammentati, con salite più corte, prediligendo l'aspetto tecnico come per esempio l'aumento delle virate, piuttosto che ripetere gare fisiche dove domina solo il più forte e non l'atleta più completo. Non percorsi per i grandi fatti più in piccolo, ma tracciati studiati appositamente per far crescere i giovani e farli divertire.  

ACCORDO UNANIME TRA GLI ORGANIZZATORI -
Gli organizzatori del circuito di Coppa Alpi Centrali hanno concordato unanimemente questi concetti, confortati anche dal dato numerico e di fatto che il grosso del movimento nazionale transita per questi sci club e per quelli vicini.  


Altitude Race inaugura la nuova sede

Lo storico club scialpinistico delle tutine verdi cambia casa

Nuova sede per Altitude Race, lo sci club a impronta mountain endurance nato da un progetto di Simone Moro.

UNA SOCIETÀ A TRAZIONE SCIALPINISTICA
- Negli anni Altitude ha visto cambiare lo scialpinismo e passare tanti atleti tra i suoi ranghi, tra i quali in origine hanno corso molti tra i big dello skialp delle origini. Dal primo gruppo di atleti d'élite, Altitude è gradualmente mutata in un gruppo con spirito sportivo allargato a tutti, fino a un deciso cambio di rotta che lo scorso anno è sfociato anche in una modifica della 'ragione sociale'. Però l'aggiunta del termine 'Race' viene vissuta quasi con spirito goliardico. Anche il grande biker Marzio Deho continua le sue stagioni con sci e pelli all'interno della società bergamasca.

TOP SKYRUNNERS -
Proprio lo spirito 'easy' che si respira nel club ha attirato negli ultimi anni in Altitude anche campioni delle corse Sky come Lisa Buzzoni, Paolo Gotti, Fabio Bonfanti, Matteo Ghezzi.

SERATA INAUGURALE -
Giovedì 5 dicembre alle 21.00 una festa di inizio stagione inaugurerà la nuova sede sociale nei caratteristici locali della bella baita in legno del GAM 'La Casella' a Curnasco di Treviolo (BG) all'interno del Parco Leidi in via Quasimodo. Anche Ski-alper sarà presente a festeggiare insieme agli amici del GAM e di Altitude Race. 


I giovani dello skialp FISI a Cervinia

Oggi la gara ha concluso il raduno organizzato dall'ASIVA

Due giorni di raduno per crescere tecnicamente, confrontarsi, allenarsi e, last but not least, divertirsi.  

IL PROGRAMMA DEL RADUNO -
Gloriana Pellissier e Franco Collé sono stati i promotori per l'ASIVA del raduno nazionale 2013 appena concluso a Cervinia con una gara individuale su dislivelli regolamentari. Hanno collaborato in molti, tra i quali il locale Soccorso alpino della Guardia di Finanza, tecnici ASIVA, dell'Esercito e della squadra nazionale, e un po' di volonterosi local. Hanno partecipato al raduno circa 80 giovani provenienti da quasi tutto l'arco alpino per le categorie junior e cadetti. Come anche altri tecnici e allenatori stanno facendo, si è cercato di lavorare sulla discesa. La mezza giornata di sabato sugli impianti è stata condizionata dal maltempo, però ha funzionato. Il successivo lavoro sulla ricerca in campo Artva si è protratto fino al buio.  

E OGGI LA GARA -
In settimana è stato condotto un grande lavoro di ricerca delle zone innevate sui pendìi di Cervinia lato Furggen, dopo che il vento aveva spazzato tutti i dossi depositando il manto originale di un metro solo nelle strisce di accumulo e negli avvallamenti. Alla fine è stata una gara regolarissima, non difficile ne' tecnica ma divertente, che ha in parte sfruttato per il rientro le piste ancora chiuse su questo versante e ha permesso qualche esordio tra i giovanissimi. Giornata di sole spettacolare sotto il Cervino, che ha fatto da sfondo d'eccezione.
Valori rispettati tra i presenti, con vittorie di Giulia Compagnoni e Federico Nicolini tra gli Junior, e Laura Corazza e Davide Magnini tra i cadetti.
Guarda le classifiche cliccando i link a fianco!