Allenatori di scialpinismo

Che cosa ne pensano le guide

Intervista con Erminio Sertorelli presidente nazionale delle guide.
Lo abbiamo incontrato a Milano nel caotico nuovo Auchan approfittando di una rara coincidenza che ci vedeva tutti e due in questa città.
Sarebbe meglio e più facile incontrarsi in punta a qualche montagna… Ma passiamo alle domande.
Che cosa ne pensi di questa situazione e della posizione che sta prendendo la Fisi per la formazione degli allenatori di scialpinismo?
«Io credo che la federazione dovrebbe ammettere ai corsi solo specialisti come fa per lo sci alpini ai quali accedono solo i maestri di sci. Nel caso dello scialpinismo sono le guide gli specialisti, già qualificati e riconosciuti da una legge dello stato. Si tratterebbe di integrare con un corso le nozioni agonistiche che in questo momento la guida non ha.»
Guide sì e maestri no?
«Dovrei sentire cosa ne pensa il mio collega Magnani al riguardo. Per quel che mi riguarda ritengo che se parliamo di terreni in cui si debba fare uso di materiale alpinistico sia esclusiva competenza delle guide. Non credo che altre figure professionali possano fare questo: c'è una legge dello stato ben precisa al riguardo. Non dimentichiamo poi che la maggior parte dei soggetti da allenare sono minorenni, per questo è fondamentale che siano dei professionisti a svolgere questa mansione.»
Se parliamo di tracciati di gara segnalati cosa cambia?
«Se parliamo di tracciati messi in sicurezza per una gara debbo ancora una volta sostenere che sono proprio le guide a svolgere questo compito sul tracciato, basti pensare al Mezzalama che il giorno della gara è una pista segnalata ma il giorno prima e il giorno dopo è un ambiente di alta montagna con tutti i rischi che comporta. Ma per allenarsi a questa gara nel 90% dei casi si esce in condizioni non protette quindi con tutti i pericoli che l'alta montagna comporta.»
La vostra riunione di oggi in cui c'era anche questo problema all'ordine del giorno che cosa ha prodotto?
«Un auspicio soprattutto, quello di avere un incontro con i responsabili della federazione per stabilire se si ha la consapevolezza comune che aldilà dell'attività dell'allenatore ci sono delle precise leggi dello stato sulla figura professionale per accompagnare qualcuno in terreno alpinistico.»
Allora secondo il vostro punto di vista la federazione dovrebbe escludere i maestri di sci in favore invece delle guide.
«Noi possiamo mettere a disposizione della federazione tutta la nostra professionalità per l'accompagnamento di persone o atleti in ambiente alpino, cosa stabilita anche dalla legge, non ci compete quindi concedere ad altri questa possibilità aldilà che abbiano o meno le capacità per farlo.»
Se le guide avessero l'esclusiva per accedere ai corsi di allenatore di scialpinismo chi insegnerebbe la tecnica di discesa agli atleti dello ski-alp?
«Io sono convinto che ci sia spazio per entrambe le figure, dipende dalle situazioni: su ghiacciaio e su cresta ci deve essere certamente la figura della guida. Ci sono invece delle situazioni di allenamento che non comportano l'uso di attrezzatura alpinistica per cui c'è tutto lo spazio per i maestri di sci.»
Potrebbe essere corretto affiancare guida e maestro per l'allenamento dello ski-alp?
«Non solo corretto ma auspicabile.»
Secondo te quale sarà il prossimo step di questa vicenda?
«Il pallino ce l'ha in mano la federazione, da parte nostra speriamo di poter essere convocati per poter parlare di tutto e di mettere sul tavolo le nostre competenze. Il bagaglio della guida può venire certamente in aiuto alla formazione degli atleti dello ski-alp.»
Tu speri che la federazione apra questi corsi sia alle guide che ai maestri come lo farà per alcuni non aventi titoli.
«Qui entriamo in un campo che non mi compete: però non capisco come si possano affidare atleti a persone che non hanno titoli. Non dovrebbe ammettere ai corsi persone che non posseggono titoli per ex atleti che siano.»
Anche l'attuale allenatore della nazionale di ski-alp non ha titoli…
«Se il responsabile lavora a tavolino e si limita a coordinare è un conto ma se si parla di lavoro sul campo ecco che il tutto deve andare in mano a dei professionisti. Quando gli atleti hanno bisogno di una visita medica ci si rivolge a dei medici, non basta essere degli esperti o degli appassionati, ci vogliono i titoli.»
Da parte delle guide ci sarebbe la volontà di trovare una forma di collaborazione con i maestri di sci e la federazione.
«E' una cosa che porto avanti da tempo e da parte nostra non c'è che apertura: vorremmo mettere a disposizione la nostra professionalità per il movimento dello scialpinismo.»

Questo incontro ci ha ulteriormente convinti che sarebbe un errore da parte della federazione chiudere la porta alle guide. Non conosco i termini e le modalità ma se solo i maestri dovessero poter accedere al titolo si troveranno comunque per legge a dover ricorrere alle guide ogniqualvolta si tratti di terreno alpinistico. Questo è quanto emerge dall'incontro con Erminio Sertorelli che sottolinea invece le sue perplessità sull'accesso ai corsi ai non aventi titoli.


Allenatori di scialpinismo

La polemica è latente ma scoppierà non appena uscirà il bando della Fisi

Da qualche mese si parla insistentemente di questa figura che fino ad oggi non era contemplata in casa Fisi. Da anni qualche volonteroso si è adoperato per insegnare ai giovani i rudimenti di questa difficile disciplina: qualcuno era maestro di sci, qualcuno guida alpina, qualcuno entrambi ma altri non avevano titoli se non una grande passione e volontà.
Ora si tratta di codificare i requisiti per accedere al primo corso allenatori indetto dalla Fisi e a quanto pare, almeno dalle voci che ci sono giunte da più parti, parrebbe che l'unico requisito ammesso sia il titolo di maestro di sci. Un numero non precisato, ma limitato a poche unità, dovrebbe essere riservato a chi non possiede titolo alcuno ma già opera attivamente nei comitati e nei club e vanta un passato agonistico di un certo rilievo.
Il ragionamento della federazione non fa una grinza: d'altronde da sempre si accede al corso allenatori dopo aver conseguito il diploma di maestro di sci - ai miei tempi occorreva essere maestro di 1° grado - quindi siamo avvezzi a questo tipo di regola, ma sorge una domanda: e le guide alpine?
I maestri sono certamente preposti all'insegnamento delle tecniche di discesa, anche fuoripista, ma non riteniamo che possano essere preparati per quelle di salita e comunque per tutte le progressioni di tipo alpinistico che la disciplina presuppone. Ci sono certamente dei maestri che gareggiano nello ski-alp e conoscono queste tecniche ma sono state acquisite nel tempo e attraverso le gare non certo attraverso una formazione ad hoc.
E allora? Io spero vivamente che la Fisi si rimetta in discussione e che non provochi una rottura epocale con il mondo delle guide.
Io stesso, dopo una vita sulla neve, a parte i rudimenti ricevuti da ragazzino dai veci del Cai, ho potuto iniziare ad occuparmi di scialpinismo dopo un po' di gavetta con guide alpine come Stefano Della Gasperina e soprattutto con Fabio Meraldi che mi ha veramente aperto le porte di questo meraviglioso sport.
Perché non approvare una deroga ai regolamenti in cui si prevedano le due figure, soprattutto a livello di comitati e di grandi club in cui il maestro e la guida lavorano insieme a collaborano per offrire ognuno il meglio della propria formazione? Lo auspichiamo vivamente.
Che dire poi di coloro che operano da anni con i giovani e che non possiedono titoli né eclatanti passati agonistici? Li liquidiamo così? Riteniamo invece che la federazione per questo primo corso debba riconoscerne i meriti e fare una sanatoria per mantenerli in attività.
Insomma, anche i regolamenti più rigidi possono essere aggirati in occasione di questo importante primo corso che potrebbe rappresentare per l'Italia un vero salto di qualità per questa disciplina che si avvia a diventare olimpica.

Aspettiamo i commenti dei lettori che mi auguro pacati e costruttivi come sempre...


Molta Francia alle Dolomiti del Brenta

Splendida giornata di vero scialpinismo

Neve indurita dal freddo della notte, canali in condizioni ottimali e la splendida cornice delle Dolomiti del Brenta: ecco gli ingredienti di questa gara che ha visto al via più di 350 concorrenti.
Potremmo dire vero scialpinismo con salite impegnative con ramponi, inversioni sul ripido e discese trasformate. Se qualcuno ha avanzato delle perplessità sulla difficoltà del tracciato ancora una volta è stato smentito e tutti hanno superato i tratti impegnativi in salita e discesa senza particolari problemi arricchendosi di una nuova esperienza da ski-alper.
La cronaca ci parla di un Bon Mardion che riesce a tenere in salita per poi fare la differenza in discesa. Lenzi scollina secondo sul Vallesinella a meno di un minuto ma poi viene risucchiato da Didier Blanc che si riporta sotto. Buona gara per Reichegger, Lanfranchi e Giacomelli che sono lì in un fazzoletto all'uscita della seconda salita.
Kilian rinuncia sin da subito: il mal di schiena e la neve dura non vanno d'accordo e allora decide di tirare i remi in barca.
Fra le donne le bormine viaggiano come se la gara fosse a coppie, anche sul traguardo. Calliari è terza assoluta davanti a Elena Nicolini che abbiamo visto molto grintosa affrontare il canale della seconda discesa.


Madonna di Campiglio

In palio la moto ma anche le pattuglie del Mezza

Saranno 350 gli atleti che prenderanno il via domattina alle 8.30 dal Rifugio Boch per giocarsi il prezioso premio che quest'anno è rappresentato da una Ducati Hypermotard nuova fiammante. In gara quasi tutti i migliori: quasi un mondiale ma con la presenza di Guido Giacomelli. Kilian e Blanc girano ormai in coppia: saranno infatti insieme anche al Mezzalama, ma chi sarà il terzo? Loro ridono ma non si esprimono: «Chiedi a Guido con chi correrà, se lui te lo dice noi ti diremo chi è il terzo…» Dalle ultime schermaglie e dopo aver parlato con Guido e Holz abbiamo la certezza che si sta delineando un pattuglia italiana. Non sappiamo chi affiancherà i due valtellinesi. D'altro canto con Kilian e Blanc potrebbe rientrare un Bon Mardion, ma domani in gara ci sarà anche Buffet che potrebbe fare bene.
In rappresentanza dell'Esercito vedremo qui Reichegger e Lenzi, anche per loro sarà difficile decidere chi escludere dalla squadra Mezzalama, chissà che i canali del Brenta domani non possano già stabilire i livelli di forza.
Cercheremo di seguire questa prestigiosa gara in uno dei punti più interessanti, magari sul Castello di Vallesinella.


Mezzalama: meglio pattuglie azzurre...

Un augurio e la speranza nel made in Italy

Sappiamo che si stanno definendo le ultimissime partecipazioni, quelle dei big. Qualcuno è ancora al palo, qualcuno in attesa. Le voci di un Guido in pattuglia con Blanc e Kilian se fossero confermate ucciderebbero per così dire la gara: meglio se i fortissimi si redistribuissero in altri terzertti per rendere un po' più incerta la lotta ma soprattutto privilegiando l'appartenenza alle proprie nazionali.
Guido potrebbe anche scegliere di gareggiare con il compagno delle ultime gare Holzknecht, dovrebbero in quel caso scegliere un terzo. Bon Mardion potrebbe andare in squadra con qualcuno che non appartenga al Team Suisse dal momento che questi ultimi gareggeranno come Guardie di Frontiera.
Alain Seletto si sta allenando con grande cura: adesso che la stagione volge al termine trova il tempo per fare ciò che in inverno gli è precluso dagli impegni del suo sci club. L'allenamento alla quota non gli manca e l'esperienza e la tecnica per gestire una gara così complessa e lunga nemmeno. Potrebbe essere l'inaspettata carta vincente per una squadra da completare.
Sostanzialmente la redazione di Ski-alper, indipendentemente da rapporti di amicizia e di collaborazione, tiferà per le squadre italiane che correranno al Mezzalama. Da parte nostra dunque grande tifo per il terzetto femminile composto da Martinelli, Pedranzini e Pellissier. Se la dovrà vedere con i due mostri sacri Roux e Mirò che avranno insieme la Etzensperger. Quest'ultima dovrebbe risultare più umana quindi attaccabile a meno che quel giorno diventi a sua volta «extraterrestre» come successe agli svizzeri all'ultima Patrouille.


Adamello Ski Raid a Guido e Lorenzo

Successo di gara, di pubblico, di tutto…

Una giornata memorabile sui ghiacciai dell'Adamello: una gara stupenda e un pubblico degno della miglior Pierra Menta con la cornice di neve e di ghiacciai che solo questa zona delle Alpi può offrire. E Guido, qui a due passi da casa, non poteva fallire. L'ultima volta fu drammatica per lui con un congelamento alle dita delle mani e oggi ha voluto far sentire il suo ruggito. Kilian subito fuori gara per un problema di schiena e così la coppia Holzknecht - Giacomelli passa in testa ad ogni cambio pelli. Alla Lobbia Alta, al Cannone dove il vantaggio sfiora i due minuti, e poi sull'Adamello e al Passo Venezia.
Alle loro spalle un alternarsi di squadre a giocarsi gli altri gradini del podio. Al Cannone sono Bon Mardion e Anthamatten, fortissimi in discesa, poi è stata la volta di Lenzi - Eydallin, anche Pedrini e Lanfranchi ci sono parsi molto tonici ai vari passaggi in quota.
E alla fine sul podio sono balzati i due dell'Esercito davanti alla squadra franco-elvetica.
Niente da fare per le nostre bormine di fronte allo strapotere della Roux e della Mireja ma certamente al Mezzalama sarà un'altra musica…
Per il resto è gran festa qui a Ponte di Legno con squadre che continuano ad arrivare, negli occhi la bellezza dei luoghi e la fatica di questi ghiacciai.

Classifica
1. Giacomelli - Holzknecht 4.30.46
2. Eydallin - Lenzi 4.32.12
3. Anthamatten - Bon Mardion 4.37.06
4. Pedrini - Lanfranchi 4.40.33
5. Martini - Beccari 4.52.19
6. Kuhar - Rottmoser 4.57.37
7. Hug - Fasser 4.58.59
8. Pedergnana - Bulanti 5.02.25
9. Jacquemoud - Cazzanelli 5.02.26
10. Cappelletti - Pierantoni 5.05.17

femminile
1. Roux - Mirò 5.17.56
2. Pedranzini - Martinelli 5.44.52
3. Besseghini - Rossi 6.26.53


Campionato Italiano Top Class

La Tre Rifugi incorona Reichegger - Trento

Su montagne ammantate di neve si è disputato il campionato italiano Top Class. La grande abbondanza di neve aveva indotto gli organizzatori a rinunciare al piatto forte, il passaggio del Marguareis, ma nonostante questo la gara è risultata altrettanto suggestiva in una cornice di montagne di grande rispetto.
La nostra postazione al Rifugio Garelli ci ha permesso di assistere al passaggio della Cresta dove il tracciato della tecnica classica si incrociava con quello della tecnica libera. Neve trasformata, fortunatamente, con unas meteo molto più benevola di quello che aveva lasciato intendere il giorno precedente.
Partenza dal Pian delle Gorre alle sette per la tecnica classica e alle 7.15 per la libera. Lassù sulla Serpentera i primi non si sono fatti attendere più di tanto: uno splendido Manny in coppia con Trento ha superato in agilità la movimentata crestina che Cima Madonna portava verso la Serpentera. Un buon margine su un agguerrito Boscaccino in coppia con Pedrini subito seguiti da papà Boscacci che correva con «tigre» Moriondo a loro volta inseguiti dalla coppia valtellinese Pedergnana - Pozzi - saranno questi ultimi a strappare il terzo gradino del podio - mentre dietro i soliti grintosissimi fratelli Fazio spinti dalla ulteriore spinta di correre sulle montagne di casa. Dietro di loro una battaglia serrata fra il piemontesi Basolo - Barazzuol inseguiti da vicino dalla coppia Collé - Stacchetti che alla fine avranno la meglio allo sprint.
In campo femminile la solita buona prestazione delle bormine Martinelli - Pedranzini che hanno potuto godersi il panorama dal momento che le inseguitrici Perllissier - Clos non le insidiavano da vicino.
Simpatici e spettacolari i protagonisti della tecnica libera che con Gerbotto e Enrici si sono aggiudicato il tricolore top class.
!30 le coppie partite che gli organizzatori hanno considerato un successo di partecipazione vista anche la concomitanza con la Pizolada.


Presentazione del Mezzalama 2011

Ecco le ultime novità

A Gressoney Saint Jean è stato presentato il Mezzalama 2011 alla stampa, presenti le autorità e gli sponsor della manifestazione. Per l'occasione è stato pproiettato il filmato dell'edizione 2009, suggestivo e ben realizzato. Dopo che hanno preso la parola assessori e presidenti si è passati alla fase saliente, la più attesa, in cui Adriano Favre ha espresso i suoi timori per le condizioni della montagna e le possibili variazioni di percorso.
Le novità più importanti riguardano il passaggio del Naso del Liskamm che potrebbe subire una variante, a causa delle condizioni dell'innevamento, con la salita diretta dello scivolo che separa il Naso dalla Cima del Liskamm: sostanzialmente 60 metri di dislivello in più ma con un cambio di assetto che nelle ultime edizioni non c'era e una cresta affilata da superare prima dell'ultima discesa.
Le squadre iscritte sono ormai quasi 400 e l'organizzazione sta valiando l'eventualità di effettuare una partenza a scaglioni per scongiurare eventuali tappi sul percorso e soste forzate in prossimità dei passaggi obbligati.
Inizia a cadere il top secret sulle pattuglie dei vip che concorrono per il successo finale: parrebbe che Kilian corra con Blanc, il terzo potrebbe anche essere Giacomelli, l'Esercito ce l'avrà quindi dura e di quattro dovrà stabilire il terzetto in gara. Ecoeur, Anthamatten e Bon Mardion formeranno una pattuglia franco-svizzera. Fra le donne pare confermata la fortissima squadra Roux, Mirò, Etzensperger. A contrastarla  la pattuglia azzurra Pedranzini, Martinelli, Pellissier che godrà di tutto il nostro tifo.


Seletto nella 3Funivie

Prova di Coppa Italia in Alta Valsusa

Nonostante le condizioni meteo decisamente avverse - nebbia bassa e pioggia - la gara pur rimaneggiata nel percorso si è disputata con una partecipazione di più di cento concorrenti al via.
1600 metri di dislivello, due salite e due discese di 400 metri di dislivello più una salita a Punta Fraiteve con discesa finale al traguardo.
Subito all'attacco Alain Seletto che non viene insidiato da vicino da nessuno, Collet lo ha seguito a rispettosa distanza per tutta la gara, alle loro spalle battaglia serrata fra Fazio, Basolo e Zamboni che arriveranno nell'ordine a Sestriere.
In campo femminile Martinale con due minuti di vantaggio sulla sorprendente Sartogo.
Neve trasformata con due dita di fresca, discese impegnative a causa dei solchi lasciati dagli sciatori passati il pomeriggio prima.
Sestriere saluta così la prima gara di Coppa Italia. Grande interesse da parte dell'amministrazione  comunale che vede ormai in questi sport uno sbocco e alternativa allo sci alpino.

Classifica
1. Seletto Alain 1.41.38
2. Collé Franco 1.42.48
3. Fazio Fulvio 1.43.08
4. Basolo Andrea 1.45.01
5. Zamboni Giovanni 1.45.18
6. Campestrini Camillo 1.49.35
7. Filisetti Carlo 1.49.35
8. Trisconi Stefano 1.50.42
9. Vigitello Corrado 1.52.43
10. Fenoglio Maurizio 1.56.56

femminile
1. Martinale Paola 2.17.23
2. Sartogo Monica 2.19.43
3. Gianotti Raffaella 2.22.26
4. Comello Claudia 2.25.08
5. Ponzo Silvia 2.25.19
6. Tornatore Elena 2.28.33
7. Balbis Sonia 2.28.49
8. Riperto Bruna 2.48.05
9. Morandini Rosanna 2.57.23


Pierra Menta inaccessibile

Pattuglie italiane rifiutate da anni

Mandateci i vostri commenti. Qualcuno sempre dentro e qualcuno sempre fuori.
Da dieci anni si verificano sistematiche esclusioni da una delle gare più impegnative e affascinanti dello ski-alp internazionale. Un turbine di contatti, telefonate, richieste di raccomandazione, poi l'iscrizione, il pagamento della quota e l'immancabile rifiuto con restituzione del denaro. Nessuna spiegazione, nessun motivo palese, nessuna selezione logica in base a meriti o piazzamenti nelle edizioni precedenti ma semplicemente «non accettato».
Qualcuno inspiegabilmente è sempre in partenza. Si tratta di nominativi che conosciamo da sempre per averli letti sulla lista dei partenti della Pierra ma quasi solo e sempre lì…
In questi giorni abbiamo ricevuto moltissime telefonate di affezionati lettori e conoscenti che ci chiedevano quale potesse essere la scappatoia per venire accettati almeno una volta alla Pierra.
«Non lo so, di certo l'arroganza e la superbia con cui vengono valiate e rifiutate le richieste di partecipazioni offendono il nostro scialpinismo e il valore dei nostri ski-alper.»
Questa è una delle ragioni per cui ho preferito che fossero dei miei collaboratori a seguire la gara: quando sono alla Pierra Menta preso dalla bellezza dei luoghi e dal fascino di questa gara mi lascio andare a racconti avvincenti e a filmati coinvolgenti che poi non fanno altro che suscitare un'irrefrenabile voglia fra i lettori di partecipare.
Corre voce che si venga accettati solo se appartenenti ad alcuni sci club oppure se amici di amici. Non possiamo dirlo con precisione ma di certo un clientelaralismo serpeggiante caratterizza tutta la fase di iscrizione e accettazione a questa gara.
Il fatto poi di far parte della Grande Course dovrebbe imporre almeno una scala di merito che determini il diritto ad essere fra i fortunati che possono prendere il via.
La trasparenza non è di casa qui: almeno finché ci si metterà in ginocchio davanti a certi personaggi fino a coglierne un cenno di assenso che vuol dire: «dai, prendi sci e pelli che per questa volta sei dentro», qualcuno ci ha provato senza riuscirci affatto, nemmeno in questo modo.
Che dire, le montagne sono belle ovunque e certamente ci sono gare in cui chi si iscrive viene portato in palmo di mano e non trattato a pesci in faccia.


Traversata della Corsica ok

5 giorni fuori dal mondo sulle nevi dell'isola

Da quando il buon Maestrini mi ha parlato di questa sua avventura  nel 1985 ho iniziato questo progetto che poi è diventato un sogno e dopo ancora un impegno assoluto.
Per mesi ho studiato carte e tracciati per individuare i passaggi chiave di questa attraversata. Ce l'avremmo fatta io e Idalba da soli, ormai sessantenni a superare quello che viene classificato come un percorso difficile, complesso, soggetto ai capricci del tempo? La scelta dei materiali è stata molto attenta: il meglio che si potesse far scendere in campo e con il miglior rapporto peso-prestazione. Attrezzatura all'osso: solo l'indispensabile e nonostante questo gli zaini sono rimasti molto pesanti…
L'avventura ha preso inizio martedì mattina nei pressi del Colle di Vizzavona. Prima notte al Pietra Piana, al mercoledì la tappa chiave, quella del superamento della Brèche de Capitellu, complessa ed esposta, poi discesa liberatoria sul Rifugio Manganu per passarvi la seconda notte.
Terzo giorno alla volta del Castel de Vergiu, una tratta piuttosto lunga in un paradiso di neve attraverso il Lac de Nino. Al Vergiu fortunatamente veniamo ospitati in un albergo in ristrutturazione e abbiamo modo di lavarci e sfamarci. Il mattino appresso partenza verso il Rifugio Tighiettu in un sol balzo saltando il possibile pernottamento al Ciottulu Mori. Vi arriviamo stanchi e assetati dopo aver portato gli sci sullo zaino per un lungo tratto di sentiero dopo Bocca Foggiale lungo il Gr20.
Il venerdì sera il tempo cambia: nebbia e temperatura più calda, al mattino successivo neve dura come il marmo e via con i ramponi calzati sin da subito lungo le balze di neve e roccia che in poco meno di 1000 metri di dislivello portano alla Bocca Crucetta lungo la cresta del Monte Cintu. A questo punto il tempo è decisamente compromesso: stiamo per essere avvolti dalla nebbia: meglio abbandonare i propositi di scollinare sulla Pointe des Eboulis e scendere verso Ascu. Inizia così l'ultima - interminabile discesa verso Lozzi passando nei pressi del Rifugio d'Ercu in un nebbione sempre più fitto.
L'avventura non finisce comunque a Lozzi da dove troviamo un passaggio per Ponte Leccia, quindi in autobus fino a Corte, qui Idalba scende a cercare un albergo mentre io proseguo con il treno verso Vizzavona, scendo la fermata prima e mi devo sciroppare 5 chilometri su asfalto per andare a ricuperare l'auto lasciata parcheggiata nella piccola frazione di Canaglia da dove è partita la nostra fantastica avventura.
80 km di montagna percorsa a piedi, con gli sci o con i ramponi ai quali si aggiungono questi 5 meno nobili su asfalto.
Sensazioni fortissime sia per i paesaggi attraversati che per la complessità dei passaggi da superare.
Sul numero di aprile di Ski-alper il diario-racconto del percorso.


Ma chi vince la Pierra Menta?

Ecco un toto-gara dopo aver scorso l'elenco iscritti

Il documento che ci ha inviato l'Ufficio Stampa della manifestazione prevede 207 squadre senior al via, 41 delle quali di italiani. Ma andiamo subito ad analizzare i nominativi della ranking list per fare una specie di toto Pierra Menta.
In campo femminile balza subito all'occhio la premiata ditta Martinelli-Pedranzini, una coppia che ha vinto tutto, tanto, e che certamente non ci sta a chiudere la carriera con un'annata priva di botti… Si vedrà subito dal primo giorno se le bormine saranno in grado di sostenere l'esuberanza delle più giovani Mirò e Roux. Anche le svizzere Troillet e Magnenat hanno dimostrato di poter far male.
Fra gli uomini il discorso è molto più complesso: almeno quattro/cinque squadre hanno uguali possibilità sulla carta.
Balza anche qui all'occhio l'inedita squadra Kilian - Didier Blanc, certamente fortissima, che dovrà però guardarsi dalla coppia Giacomelli - Holzknecht, per Guido potrebbe essere l'ultima occasione per portarsi a casa l'unico grande trofeo che manca nel suo palmarès.
Bon Mardion in coppia con Anthamatten costituisce la grande novità della gara: fortissimi certamente e, soprattutto, inediti.
Non bisogna però andare tanto indietro nel tempo per trovare una Pierra Menta scritta a quattro mani dall'Esercito… Attueranno questa tattica anche quest'anno? A Reichegger-Lenzi e a Eydallin-Trento le potenzialità e l'esperienza non mancano.
Buffet Yannich con Brunod non ci sembra una pattuglia favorita, ma chissà: se Dennis è riuscito a ricuperarsi completamente dal precario stato di forma di quindici giorni fa potrebbero dire la loro.
Favre Valentin in coppia con Yannich Ecoeur e Boscacci-Antonioli saranno certamente un spina nel fianco dei migliori.
Perché Ecoeur, viene da chiedersi, uno degli extraterrestri dell'ultima Patrouille, non ha gareggiato con Anthamatten?
Misteri del Pierra…
Giovedì mattina sapremo già quali sono i valori in campo.