Grantour Artesina - Palanfré
In avanscoperta sulle Marittime per visionare i passi
Il grantour per i best ager in previsione per la primavera è quello che collega Artesina - punto d'arrivo nel giro del 2010 - al Vallone di Palanfré.
Abbiamo approfittato del periodo estivo per visionare alcuni passi che caratterizzano questo tracciato.
Da Artesina si prevede di raggiungere il Rifugio Mondovì e di proseguire per il Garelli. Superamento del Marguareis attraverso il Canale dei Torinesi per poi spostarsi nella zona del Bric Campanin da cui si prevede di raggiungere il Cole di Tenda. Il pernottamento è previsto presso il Rifugio Albergo Arrucador nei Prati di San Lorenzo sopra Limonetto.
Il giorno appresso salita nel Vallone del Ciot di Mien per poi scendere alla volta di Palanfré. L'escursione di ieri ha evidenziato l'impossibilità di scendere con gli sci verso i Laghi degli Alberghi, fattibile invece il superamento della Creusa - leggermente più a destra - e scendere i facili pendii che portano verso la zona di Tetti Folchi.
Questo Grantour deve avere caratteristiche di fattibilità: non deve essere estremo proprio per il fatto che viene proposto a quelli come noi: i best agre, i non più giovani che non disdegnano le avventure con gli sci e le pelli.
L'ambiente è quello giusto: selvaggio e poco frequentato ma non per questo estremo e pericoloso. Il rischio valanghe è invece un fattore che deve essere valutato di volta in volta e sul momento...
Sci ripido con Tardivel
Ecco la tecnica di un grande dello sci estremo
Abbiamo trascorso una mattinata sulle pendici della Nord della Tour Ronde nel Monte Bianco in compagnia del nostro collaboratore Pierre Tardivel che è reduce della prestigiosa discesa della parete nord del Liskamm. 52/53° di pendenza secondo la sua relazione, alcune guide di alpinismo attribuiscono a questo pendio di 1000 metri anche 55°.
Abbiamo comunque voluto registrare parecchi minuti di filmato e scattare numerosissime sequenze fotografiche per scoprire tutta la tecnica della guida francese. Una grande esperienza la sua che possiamo osservare anche dalle piccole cose: dal piccolo cacciavite per puliregli inserti dell'attacchino quando deve calzare gli sci prima delle discese estreme, dalle sue due piccozze sempre a portata di mano, dalla lettura del pendio e della neve che riesce a riconoscere anche da lontano, le curve sul ripido, il superamento in salto delle crepacce terminali e molte altre situazioni importanti che proporremo a partire da novembre sulla rivista Ski-alper.
Particolarmente interessanti le sue considerazioni sugli sci larghi e non sciancati che predilige per le sue imprese. Perché larghi? Perché i fianchi diritti? Cercheremo di spiegare le sue motivazioni tecniche.
In certi posti «non si ha il diritto di cadere…» dice lui.
Pierre Tardivel, grande exploit!
La Nord del Lyskamm in prima assoluta
Da tempo lo sciatore estremo Tardivel attendeva che le condizioni del manto nevoso gli permettessero un grande exploit. Eccolo, finalmente: l'impressionate Nord del Lyskamm, una prima assoluta, che Pierre inseguiva da tempo. Per ora è quanto ma sia sulla rivista che sul sito avremo modo di riprendere questa impresa. Bravo Pierre!
Pierre Tardivel, un'altra prima sul Monte Bianco
Caribou: una linea ardita sul versante della Brenva
Il 5 giugno la guida di Annecy, dalla scorsa stagione nostro collaboratore, ha tracciato in discesa una nuova linea dell'impossibile scendendo con gli sci il glaciale ambiente della Brenva. Il percorso seguito da Tardivel in compagnia di St. Bonnet si è collocato fra quello disceso da lui stesso nell'88 e quello soprannominato Brenvitudes del 2009. Questa nuova traccia di discesa è stata battezzata Caribou. Durante l'impresa i due sciatori hanno incontrato condizioni pressoché ottimali che hanno agevolato anche il superamento dei passaggi più impegnativi come il ripidissimo couloir nella parte bassa senza uso della corda.
Sul numero di novembre di Ski-alper Pierre ci racconterà i suoi ultimi exploit.
Lo sci ripido sulle montagne più alte del mondo
Al via il primo tentativo di discesa delle tre maggiori cime del globo
E' iniziata da pochi giorni l'impresa di Fredrik Ericsson, lo scialpinista svedese, che vorrebbe scendere con gli sci le tre vette più alte del mondo: Everest, K2 e Kangchenjunga. Gli esperti sottolineano che la sfida più challenging sarà proprio quella che lo svedese ha intrapreso nello scorso mese di maggio, che lo vedrà affrontare la Savage Mountain. Il nostro non è nuovo ad imprese di questo tipo, il suo palmares include alcune fra le più alte vette del globo: Peak Somoni, Shisa Pangma, Gasherbrum 2, Laila Peak e Dhaulagiri. «Sono già sceso con gli sci da cinque vette superiori agli 8.000 metri e cercherò di mettere a frutto quest'esperienza per realizzare il mio sogno: essere il primo uomo al mondo a scendere con gli sci dalle tre maggiori vette del pianeta. Quest'estate affronterò il K2 (8.612 metri), in autunno l'Everest (8.850 metri) e il Kangchenjunga (8.586 metri) nell'autunno del prossimo anno», ha dichiarato Fredrik. Per la scalata al K2 Ericsson e Trey Cook, l'alpinista e giornalista americano che lo accompagnerà nell'impresa, non prevedono l'utilizzo di ossigeno o di sherpa che li aiutino nel percorso. «Poterò con me l'attrezzatura da sci e indosserò scarponi da ski touring anche durante la scalata, questo renderà certamente la salita più difficile perché questo tipo di scarpone non è caldo, confortevole e funzionale come quelli dedicati unicamente all'arrampicata, ma questo non mi spaventa, anzi rende tutto più avvicente», scrive Fredrik sul suo blog. La discesa dalla vetta al campo base, che è il vero obiettivo di una spedizione lunga più di due mesi, durerà circa 5 ore, per un dislivello di 3.500 metri con svariati tratti con pendenze superiori ai 50 gradi.
Proprio in questi giorni Ericsson si è trasferito da Islamabad a Skardu (2.316 metri), lungo il percorso per arrivare al ghiacciaio Godwin-Austen, che si trova ai piedi del K2, dove verrà allestito il campo base (5.100 metri).
Gran finale di stagione per gli ski-alper
In Alta Valle dell'Orco condizioni perfette
A patto di partire al mattino prestissimo - ore sei e trenta dall'auto - si possono percorrere i grandi itinerari classici di stagione: quelli che la chiudono dopo di che si possono appendere gli sci al chiodo...
Fino a dieci giorni fa si calzavano gli sci alla sbarra del Carro e si poteva percorrere tutto l'itinerario dai 1850 metri della base ai 3300 della vetta. A tutt'oggi la strada è stata aperta fino alla diga dell'Agnel: è quindi consigliabile partire dal muro della diga del Serrù e raggiungere il ghiacciaio del Carro/Oin costeggiando la diga e risalire il classico pendio del Palo che dalla conca del Serrù permette di passare a quella del Carro/Oin.
Millecento metri di dislivello sci ai piedi: dalla casa dei guardiani della diga fino alla Cima del Carro. Il tratto fra le morene sotto la Cima d'Oin, Colle della Capra e Passo del Palo richiedono un po' di prudenza: la neve dura, trasformata del mattino e l'esposizione a nord consigliano l'uso di ramponi per scollinare l'ultimissimo tratto. Con un po' di dimestichezza e di tecnica si passa anche sci ai piedi, anche senza l'intervento dei rampant. Meglio comunque la prudenza: quindi ramponi a portata di mano.
Al duro del pendio nord si accede subito al versante est della seconda parte della salita che prende il sole dal mattino presto: per questo motivo si raccomanda di essere in quota di buon'ora.
Altro itinerario classico che facilita l'accesso alla Basei quando la strada è ancora bloccata alle dighe è quello del Colle di Rocce Bianche. Dai prati sopra i Serrù si risale il pendio - da oggi è necessario fare qualche decina di metri senza neve - per accedere alla Conca delle Gavite: straordinario anfiteatro naturale sovrastato dalla parete sud di Basei e Bousson. Una volta raggiunto il piano si prosegue per facili pendii verso est fino alla base del ripido scivolo del Colle di Rocce Bianche - a sinistra del quale c'è una evidente cornice di neve - che in presenza di neve molto dura consiglia l'uso dei ramponi per i cinquanta metri finali.
Superato il colle, in condizioni di neve stabile e consolidata dal freddo della notte, si può attraversare in direzione nord fino a ricollegarsi ai ripidi canali che costituiscono il percorso scialpinistico per Cima Basei. Se non si vuole procedere verso la cima si può ridiscendere gli ampi pendii verso Pian delle Gavite: l'esposizione ad ovest potrebbe garantire un manto nevoso accettabile anche a mattinata inoltrata.
Ma le frese della Provincia stanno lavorando incessantemente e molto probabilmente fra una settimana/dieci giorni si potrà raggiungere il Nivolet con l'auto e partire di qui per la Basei, quella che sancisce veramente la chiusura della stagione dello ski-alp.
Salviamo i ghiacciai
Il 5 giugno una staffetta per l'ambiente a Torino
Il Ghiacciaio di Chardoney è quasi scomparso, e così molti altri sull'arco alpino.
Responsabile l'inquinamento proveniente dai trasporti, dalle abitazioni e dalle attività produttive: questo quanto è stato stabilito dagli studiosi della materia.
Per ricordare l'importanza di limitare queste emissioni e di salvaguardare il più possibile il patrimonio costituito dalle nostre montagne è stata organizzata una fiaccolata a staffetta sabato 5 giugno.
Una partirà da Ceresole e l'altra da Chieri, le fiaccole verranno portate entrambe al Monte dei Capuccini.
Per info: www.fondazionetelios.it
Prima discesa della via Anderson
Dal versante est del Maudit con sci e snowboard
La voie Anderson si trova nella combe Maudit e più precisamente nel versante est del Mont Maudit tra la via Roger Baxter Jones e Filo d'Arianna. La discesa inizia poco sotto la cresta nord est del Maudit e scende lungo un canale incassato per poi arrivare a dei pendii di neve, attraversa verso destra e arriva alla fascia rocciosa più bassa. Qui con una doppia di 20 metri si raggiunge l'ultimo pendio sopra la terminale. Discesa di 450 metri con pendenze tra i 50°/55° (5.4 E3). Squadra del giorno: Francesco Civra Dano, Luca Rolli, Gianluca Marra, Davide Capozzi. Prima discesa conosciuta in sci e snowboard.
Prima discesa dalla Est della Cima dei Preti
Sulle Dolomiti Friulane
Luca Dalla Venezia e Francesco Fazzi hanno portato a termine un'impresa di sci ripido di un certo valore, eccone i dettagli:
dislivello parete: 600 metri
dislivello totale: 1900 metri a seconda dell'innevamento
punto di arrivo: 2600 metri
pendenza della parete: mai sotto i 50° con punte superiori ai 55°
tempo di salita: 5 ore
Arrivo in cima alle 10.30 o meglio mancavano circa 10 metri alla cresta ma la neve invernale e inconsistente ci avrebbe fatto perdere troppo tempo e il caldo che stava arrivando rendeva rischiosa la discesa nella parte bassa.
Discesa impegnativa ma tutta sciabile, le 2 grosse difficoltà sono il gran dislivello e il trovarla in condizione. Lo dimostrano i 3 anni di corteggiamento.
Questo il telegrafico resoconto di Luca Dalla Venezia.
Everest in giornata ad Alleghe
Devis Zasso ha percorso per sette volte i 1150 metri di dislivello
ALLEGHE. Percorrere con gli sci d’alpinismo una distanza pari all’altezza dell’Everest.
E’ il sogno che Devis Zasso,alpinista e sciatore di Agordo, nonché titolare della Kiwi Sports di Alleghe, Arabba e Belluno, è riuscito a realizzare lo scorso 24 marzo coprendo un dislivello di 8848 metri in 15 ore e 8 minuti.
Un sogno che lo stesso Zasso ha ribattezzato “Everest in giornata” e che spera di far diventare un evento che caratterizzi i prossimi inverni agordini.
Con gli sci d’alpinismo ai piedi, l’atleta locale ha percorso per sette volte il dislivello di 1150 metri che separa Alleghe da Punta Fertazza, la cima più alta del comprensorio Ski Civetta.
Infine all’ultimo giro si è spinto fino ai 1800 metri del Ristoro La Stua per raggiungere cosi la vetta della montagna più alta del mondo.
«Sono partito a mezzanotte in punto da Alleghe con zaino in spalla e due borracce lasciando a valle a bordo pista un borsone contenente le scorte di cibo e di liquidi per la giornata - ha raccontato Devis Zasso - ad ogni giro mi sono rifornito di barrette energetiche e liquidi per un totale di sei litri di sali minerali, sette banane, dieci barrette energetiche, un po’ di cioccolata e, dopo il quinto giro una pasta cucinata e portata a fondo pista da mia moglie Giulia».
All’arrivo c’erano anche i tre figli ansiosi di accogliere il papà al termine di quella che può essere definita un’impresa nella quale Zasso ha avuto l’appoggio e il sostegno di famigliari e amici.
«Ringrazio la mia famiglia - ha detto - che mi è sempre vicina e mi permette di proseguire negli allenamenti e nell’attività sportiva, Valter Bellenzier del ristoro La Stua, gli impianti di Alleghe e tutti gli amici, anche se non presenti quel giorno, che prima e dopo l’impresa, mi hanno incoraggiato e supportato».
La sfida però non finisce qui. Dopo averla vinta di persona, Zasso vorrebbe infatti proporla anche ad altri atleti, trasformandola magari in un avvenimento di rilievo nel programma delle competizioni sulla neve agordina.
«Vorrei riuscire ad organizzare un evento ad Alleghe, nel Comprensorio dello Ski Civetta, denominato “Everest in giornata” - ha concluso Zasso - portando nelle nostre zone i migliori atleti dello sci alpinismo per sfidarsi in una gara unica al mondo».
Record del Monte Bianco, rinviato
Kilian e Florent in perlustrazione sul Monte Bianco
Da settimane correva voce che i due campioni Florent Troillet e Kilian Jornet, peraltro legati da grande amicizia, preparassero insieme il tentativo di record Chamonix - Monte Bianco - Chamonix. In questa settimana hanno provato il percorso e sembrava che tutto fosse ok ma le condizioni meteo che annunciavano cattivo tempo per il week end li hanno indotti a desistere e porre ufficialmente la parola fine a questa intensa stagione che li ha visti rispettivamente primo e terzo nella classifica finale di Coppa del Mondo.
Si tratta ovviamente solo di un anno: il prossimo li ritroveremo certamente a Chamonix per il tentativo vero quello che dovrebbe insidiare e battere il record di 5 ore e 15 detenuto da Gignoux e Brosse.
Pierre Tardivel davanti al Monte Bianco
Alla ricerca continua di nuove «prime» in sci
Pierre Tardivel, la guida di Annecy, famosa in tutto il mondo per le sue spettacolari discese di sci estremo ci illustra i canali del Monte Bianco che sono stati discesi in sci dagli anni sessanta.
Pierre è un personaggio di grande semplicità che affronta le sue discese estreme per il puro piacere dell'avventura e della scoperta, da questa stagione ha collaborato con Ski-alper e i suoi articoli sono stati particolarmente apprezzati. La tecnica che lui usa per scendere su queste pendenze è essenziale ed efficace: se uno incontrasse Tardivel su un pendio fuoripista non capirebbe assolutamente la portata del personaggio. Il suo modo di sciare è del tutto normale ma a 50° di pendenza viene fuori la maestria e il grande controllo degli sci che normalmente porta in curva anche su queste pendenze senza approfittare troppo delle derapate. Solo quando proprio non si passa più fa ricorso agli ancoraggi e alle discese in corda doppia. Ma anche in queste situazioni adotta dei metodi particolari per non lasciare nulla di estraneo sulla montagna…
Molto probabilmente prima dell'inizio dell'estate ritorneremo con lui per fotografare e filmare alcune delle chicche del suo modo di muoversi sul verticale.