Kilian tenta il Kilimanjaro

Obiettivo il record del tanzaniano Simon M’Tuy

Otto ore e 27 minuti questo il tempo da battere per Kilian Jornet che ormai ci ha abituato a queste grandi performance anche sulle lunghissime distanze. Dopo le 32 ore nel GR20 in Corsica, dopo la traversata dei Pirenei, dopo la splendida vittoria al Kima, eccolo ora impegnato in un nuovo tentativo. Da Machame Gate alla vetta (5895 metri) e ritorno via Mueka Camp - probabilmente - è un itinerario che di solito i buoni escursionisti/alpinisti portano a termine in 6 giorni. Stiamo a vedere che cosa combina il nostro Kilian che sta ultimando la fase di acclimatazione.


Grantour della Corsica: si può fare…

Tre giorni nel cuore del GR20 per trovare la chiave dei passaggi invernali

La Corsica è stata per noi una piacevolissima sorpresa: abituati ai paesaggi alpini stentavamo a credere ai nostri occhi davanti alle foreste di pini e alle pareti vertiginose.
Eh sì che i siti erano già stati abbastanza eloquenti sull'aspetto orografico dell'isola, ma venirci di persona è un'altra cosa.
Scopo della visita è stato salire in quota e vedere i passaggi chiave di questa alta via invernale, valutare l'esposizione e le pendenze, constatare la percorribilità con gli sci del famosissimo GR20 che attraversa in diagonale tutta la Corsica in nove tappe.
A parlarci di questo grantour sciistico è stato per primo l'amico Maestrini che qualche hanno fa si è già cimentato con l'impresa e di cui ci ha rilasciato un'ampia documentazione purtroppo condizionata dalle avverse condizioni meteo incontrate dalla spedizione bergamasca.
Ma il motivo delle perlustrazioni è stato anche un altro: possono due best ager - certamente avrete già compreso di chi si tratta - immergersi per 5 giorni nella solitudine e nella bellezza di questi luoghi per mettere a punto una relazione completa di filmati e fotografie ben più esauriente di quella stringata e scarna, seppur affidabile, della descrizione che si fa dell'alta via in sci su «Corsica Bianca».
La perlustrazione è iniziata dal Colle Vergio che può rappresentare una delle prime tappe del grantour se si parte da settentrione, o una delle ultime se si parte dal basso, dal Colle di Vizzavona.
L'ipotesi del superamento del Monte Cinto, la più alta montagna della Corsica con i suoi 2800 metri circa, è per il momento accantonata: troppo impegnativi e pericolosi i pendii, soprattutto per dei best ager.
L'ipotesi è quella di partire dal Colle di Vizzavona, quindi rifugio Onda, poi Pietra Piana, Manganu, Colle Vergio, Ciottulu Mori e ritorno su Calacuccia.
In questi giorni abbiamo percorso uno dei tratti più impegnativi del GR20, quello fra il Col Rinoso e la Bocchetta Capitellu dove abbiamo incontrato alcuni passaggi attrezzati con corde e catene. Nulla di difficile in estate ma con la neve potrebbero nascondere qualche insidia. Saranno le condizioni del manto nevoso a consigliare altri pendii spostandoci da quelli attraversati dal GR20.
C' è tutta la volontà da parte nostra di cimentarci in questa grande avventura, per noi, lontano dalle tracce battute delle Alpi e dai rifugi sovraffollati: in Corsica troveremo a malapena i rifugi se non saranno troppo sommersi dalla neve e comunque mai dei gestori e probabilmente nessun altro scialpinista con cui condividere il percorso.
Se si deciderà di portare avanti questa iniziativa anche alla luce delle condizioni di innevamento e meteo dell'inverno prossimo ne nascerà un'ulteriore attenta ricerca di materiali espressamente scelti per questo tipo di trial.


Everest, Couloir Hornbein

Tre guide di Courmayeur ci provano

Ieri sera nella piazzetta del paese è stato presentato l'ardito progetto di tre guide della famosa località ai piedi del Monte Bianco. Joyeusaz, Civra Dano e Marra hanno parlato della loro impresa: salita e discesa con gli sci in prima assoluta del Couloir Hornbein in stile alpino.
L'Hornbein è il canale che solca l'immensa parete nord dell'Everest sul versante tibetano. Qualche anno fa durante un tentativo con lo snowboard perse la vita Marco Siffredi. 3000 metri di parete che in autunno potrebbe essere in condizione per essere superata sci ai piedi.
Davanti a un pubblico attento e appassionato il capospedizione Edmond Joyeusaz ha esposto il progetto con il contributo di filmati e immagini.
Due giovani con lui: Marra e Civra Dano, entrambi esperti di sci ripido, quest'anno hanno portato a termine alcune discese estreme sul Monte Bianco come il Canale Anderson e la Blanche de Peuterey. Abitudine a muoversi su pendenze estreme ma anche tanto entusiasmo e forza, anche se alla prima esperienza in alta quota.
La partenza è prevista per fine mese, ci sarà poi una fase di acclimatamento con un lungo avvicinamento alla montagna da Lhasa, poi il campo base fino alla fase finale con la salita vera e propria in stile rigorosamente alpino: niente ossigeno e materiale tutto al seguito.
L'occasione è stata anche quella di presentare gli sponsor: per quanto riguarda l'attrezzatura i tre indosseranno capi Eider, sci e scarponi Salomon, tende Ferrino e sacchi e attrezzature Camp, scarpe da alpinismo Kayland.
L'impresa verrà seguita anche da questo sito che cercherà di dare notizie aggiornate sull'evolversi degli avvenimenti.


Grantour Artesina - Palanfré

In avanscoperta sulle Marittime per visionare i passi

Il grantour per i best ager in previsione per la primavera è quello che collega Artesina - punto d'arrivo nel giro del 2010 - al Vallone di Palanfré.
Abbiamo approfittato del periodo estivo per visionare alcuni passi che caratterizzano questo tracciato.
Da Artesina si prevede di raggiungere il Rifugio Mondovì e di proseguire per il Garelli. Superamento del Marguareis attraverso il Canale dei Torinesi per poi spostarsi nella zona del Bric Campanin da cui si prevede di raggiungere il Cole di Tenda. Il pernottamento è previsto presso il Rifugio Albergo Arrucador nei Prati di San Lorenzo sopra Limonetto.
Il giorno appresso salita nel Vallone del Ciot di Mien per poi scendere alla volta di Palanfré. L'escursione di ieri ha evidenziato l'impossibilità di scendere con gli sci verso i Laghi degli Alberghi, fattibile invece il superamento della Creusa - leggermente più a destra - e scendere i facili pendii che portano verso la zona di Tetti Folchi.
Questo Grantour deve avere caratteristiche di fattibilità: non deve essere estremo proprio per il fatto che viene proposto a quelli come noi: i best agre, i non più giovani che non disdegnano le avventure con gli sci e le pelli.
L'ambiente è quello giusto: selvaggio e poco frequentato ma non per questo estremo e pericoloso. Il rischio valanghe è invece un fattore che deve essere valutato di volta in volta e sul momento...


Sci ripido con Tardivel

Ecco la tecnica di un grande dello sci estremo

Abbiamo trascorso una mattinata sulle pendici della Nord della Tour Ronde nel Monte Bianco in compagnia del nostro collaboratore Pierre Tardivel che è reduce della prestigiosa discesa della parete nord del Liskamm. 52/53° di pendenza secondo la sua relazione, alcune guide di alpinismo attribuiscono a questo pendio di 1000 metri anche 55°.
Abbiamo comunque voluto registrare parecchi minuti di filmato e scattare numerosissime sequenze fotografiche per scoprire tutta la tecnica della guida francese. Una grande esperienza la sua che possiamo osservare anche dalle piccole cose: dal piccolo cacciavite per puliregli inserti dell'attacchino quando deve calzare gli sci prima delle discese estreme, dalle sue due piccozze sempre a portata di mano, dalla lettura del pendio e della neve che riesce a riconoscere anche da lontano, le curve sul ripido, il superamento in salto delle crepacce terminali e molte altre situazioni importanti che proporremo a partire da novembre sulla rivista Ski-alper.
Particolarmente interessanti le sue considerazioni sugli sci larghi e non sciancati che predilige per le sue imprese. Perché larghi? Perché i fianchi diritti? Cercheremo di spiegare le sue motivazioni tecniche.
In certi posti «non si ha il diritto di cadere…» dice lui.


Pierre Tardivel, grande exploit!

La Nord del Lyskamm in prima assoluta

Da tempo lo sciatore estremo Tardivel attendeva che le condizioni del manto nevoso gli permettessero un grande exploit. Eccolo, finalmente: l'impressionate Nord del Lyskamm, una prima assoluta, che Pierre inseguiva da tempo. Per ora è quanto ma sia sulla rivista che sul sito avremo modo di riprendere questa impresa. Bravo Pierre!


Pierre Tardivel, un'altra prima sul Monte Bianco

Caribou: una linea ardita sul versante della Brenva

Il 5 giugno la guida di Annecy, dalla scorsa stagione nostro collaboratore, ha tracciato in discesa una nuova linea dell'impossibile scendendo con gli sci il glaciale ambiente della Brenva. Il percorso seguito da Tardivel in compagnia di St. Bonnet si è collocato fra quello disceso da lui stesso nell'88 e quello soprannominato Brenvitudes del 2009. Questa nuova traccia di discesa è stata battezzata Caribou. Durante l'impresa i due sciatori hanno incontrato condizioni pressoché ottimali che hanno agevolato anche il superamento dei passaggi più impegnativi come il ripidissimo couloir nella parte bassa senza uso della corda.
Sul numero di novembre di Ski-alper Pierre ci racconterà i suoi ultimi exploit.


Lo sci ripido sulle montagne più alte del mondo

Al via il primo tentativo di discesa delle tre maggiori cime del globo

E' iniziata da pochi giorni l'impresa di Fredrik Ericsson, lo scialpinista svedese, che vorrebbe scendere con gli sci le tre vette più alte del mondo: Everest, K2 e Kangchenjunga. Gli esperti sottolineano che la sfida più challenging sarà proprio quella che lo svedese ha intrapreso nello scorso mese di maggio, che lo vedrà affrontare la Savage Mountain. Il nostro non è nuovo ad imprese di questo tipo, il suo palmares include alcune fra le più alte vette del globo: Peak Somoni, Shisa Pangma, Gasherbrum 2, Laila Peak e Dhaulagiri. «Sono già sceso con gli sci da cinque vette superiori agli 8.000 metri e cercherò di mettere a frutto quest'esperienza per realizzare il mio sogno: essere il primo uomo al mondo a scendere con gli sci dalle tre maggiori vette del pianeta. Quest'estate affronterò il K2 (8.612 metri), in autunno l'Everest (8.850 metri) e il Kangchenjunga (8.586 metri) nell'autunno del prossimo anno», ha dichiarato Fredrik. Per la scalata al K2 Ericsson e Trey Cook, l'alpinista e giornalista americano che lo accompagnerà nell'impresa, non prevedono l'utilizzo di ossigeno o di sherpa che li aiutino nel percorso. «Poterò con me l'attrezzatura da sci e indosserò scarponi da ski touring anche durante la scalata, questo renderà certamente la salita più difficile perché questo tipo di scarpone non è caldo, confortevole e funzionale come quelli dedicati unicamente all'arrampicata, ma questo non mi spaventa, anzi rende tutto più avvicente», scrive Fredrik sul suo blog. La discesa dalla vetta al campo base, che è il vero obiettivo di una spedizione lunga più di due mesi, durerà circa 5 ore, per un dislivello di 3.500 metri con svariati tratti con pendenze superiori ai 50 gradi.
Proprio in questi giorni Ericsson si è trasferito da Islamabad a Skardu (2.316 metri), lungo il percorso per arrivare al ghiacciaio Godwin-Austen, che si trova ai piedi del K2, dove verrà allestito il campo base (5.100 metri).


Gran finale di stagione per gli ski-alper

In Alta Valle dell'Orco condizioni perfette

A patto di partire al mattino prestissimo - ore sei e trenta dall'auto - si possono percorrere i grandi itinerari classici di stagione: quelli che la chiudono dopo di che si possono appendere gli sci al chiodo...
Fino a dieci giorni fa si calzavano gli sci alla sbarra del Carro e si poteva percorrere tutto l'itinerario dai 1850 metri della base ai 3300 della vetta. A tutt'oggi la strada è stata aperta fino alla diga dell'Agnel: è quindi consigliabile partire dal muro della diga del Serrù e raggiungere il ghiacciaio del Carro/Oin costeggiando la diga e risalire il classico pendio del Palo che dalla conca del Serrù permette di passare a quella del Carro/Oin.
Millecento metri di dislivello sci ai piedi: dalla casa dei guardiani della diga fino alla Cima del Carro. Il tratto fra le morene sotto la Cima d'Oin, Colle della Capra e Passo del Palo richiedono un po' di prudenza: la neve dura, trasformata del mattino e l'esposizione a nord consigliano l'uso di ramponi per scollinare l'ultimissimo tratto. Con un po' di dimestichezza e di tecnica si passa anche sci ai piedi, anche senza l'intervento dei rampant. Meglio comunque la prudenza: quindi ramponi a portata di mano.
Al duro del pendio nord si accede subito al versante est della seconda parte della salita che prende il sole dal mattino presto: per questo motivo si raccomanda di essere in quota di buon'ora.
Altro itinerario classico che facilita l'accesso alla Basei quando la strada è ancora bloccata alle dighe è quello del Colle di Rocce Bianche. Dai prati sopra i Serrù si risale il pendio - da oggi è necessario fare qualche decina di metri senza neve - per accedere alla Conca delle Gavite: straordinario anfiteatro naturale sovrastato dalla parete sud di Basei e Bousson. Una volta raggiunto il piano si prosegue per facili pendii verso est fino alla base del ripido scivolo del Colle di Rocce Bianche - a sinistra del quale c'è una evidente cornice di neve - che in presenza di neve molto dura consiglia l'uso dei ramponi per i cinquanta metri finali.
Superato il colle, in condizioni di neve stabile e consolidata dal freddo della notte, si può attraversare in direzione nord fino a ricollegarsi ai ripidi canali che costituiscono il percorso scialpinistico per Cima Basei. Se non si vuole procedere verso la cima si può ridiscendere gli ampi pendii verso Pian delle Gavite: l'esposizione ad ovest potrebbe garantire un manto nevoso accettabile anche a mattinata inoltrata.
Ma le frese della Provincia stanno lavorando incessantemente e molto probabilmente fra una settimana/dieci giorni si potrà raggiungere il Nivolet con l'auto e partire di qui per la Basei, quella che sancisce veramente la chiusura della stagione dello ski-alp.


Salviamo i ghiacciai

Il 5 giugno una staffetta per l'ambiente a Torino

Il Ghiacciaio di Chardoney è quasi scomparso, e così molti altri sull'arco alpino.
Responsabile l'inquinamento proveniente dai trasporti, dalle abitazioni e dalle attività produttive: questo quanto è stato stabilito dagli studiosi della materia.
Per ricordare l'importanza di limitare queste emissioni e di salvaguardare il più possibile il patrimonio costituito dalle nostre montagne è stata organizzata una fiaccolata a staffetta sabato 5 giugno.
Una partirà da Ceresole e l'altra da Chieri, le fiaccole verranno portate entrambe al Monte dei Capuccini.
Per info: www.fondazionetelios.it


Prima discesa della via Anderson

Dal versante est del Maudit con sci e snowboard

La voie Anderson si trova nella combe Maudit e più precisamente nel 
versante est del Mont Maudit tra la via Roger Baxter Jones e Filo 
d'Arianna. La discesa inizia poco sotto la cresta nord est del Maudit 
e scende lungo un canale incassato per poi arrivare a dei pendii di 
neve, attraversa verso destra e arriva alla fascia rocciosa più bassa. 
Qui con una doppia di 20 metri si raggiunge l'ultimo pendio sopra la 
terminale. Discesa di 450 metri con pendenze tra i 50°/55° (5.4 E3). 
Squadra del giorno: Francesco Civra Dano, Luca Rolli, Gianluca Marra, Davide Capozzi. Prima discesa conosciuta in sci e snowboard.


Prima discesa dalla Est della Cima dei Preti

Sulle Dolomiti Friulane

Luca Dalla Venezia e Francesco Fazzi hanno portato a termine un'impresa di sci ripido di un certo valore, eccone i dettagli:
dislivello parete: 600 metri
dislivello totale: 1900 metri a seconda dell'innevamento
punto di arrivo: 2600 metri
pendenza della parete: mai sotto i 50° con punte superiori ai 55°
tempo di salita: 5 ore
Arrivo in cima alle 10.30 o meglio mancavano circa 10 metri alla cresta ma la neve invernale e inconsistente ci avrebbe fatto perdere troppo tempo e il caldo che stava arrivando rendeva rischiosa la discesa nella parte bassa.
Discesa impegnativa ma tutta sciabile, le 2 grosse difficoltà sono il gran dislivello e il trovarla in condizione. Lo dimostrano i 3 anni di corteggiamento.

Questo il telegrafico resoconto di Luca Dalla Venezia.