Neve e valanghe, incontro con l'esperto svizzero

Sabato 1 ottobre un'interessante conferenza a Bergamo

Il Soccorso Alpino Speleologico Lombardo e il Servizio Valanghe Italiano del CAI, all’interno della fiera 'Alta Quota 2011', organizzeranno sabato 1 ottobre una conferenza del Dr. Hansueli Rhyner, guida alpina e ricercatore presso il prestigioso Istituto per lo studio della neve e valanghe di Davos. Il centro svizzero ha pubblicato 'Attenzione Valanghe ediz. 2009'.
La conferenza si svolgerà dalle ore 9 nella sala congressi dell’Ente Fiera Promoberg a Bergamo.
Le conoscenze sui principali fattori che determinavano il distaccamento di una valanga non sono cambiate negli ultimi anni. Da trent’anni ogni decisione proveniva dalla valutazione della prova empirica del blocco di slittamento e dal calcolo del rischio in base al grado di pericolo, alle caratteristiche del terreno e al comportamento umano. Ora ci si concentrerà sui fattori chiave, ad esempio un riconoscimento del modello/schema giocherà un importante ruolo nel considerare quale sia il problema principale. Alcuni suggerimenti sulle decisioni da intraprendere saranno illustrati nella conferenza tenendo anche in considerazione i differenti possibili comportamenti umani.
Un'occasione unica per approfondire l'argomento valanghe con un esperto dell'SLF di Davos, il primo centro mondiale per le ricerche nivologiche.

HANSUELI RYNERIl Dr. Rhyner, Guida Alpina e Maestro di sci, lavora dal 1996 presso l’Istituto SLF di Davos dove nel corso degli anni ha preso parte a differenti programmi dedicati alla prevenzione e sicurezza; sino al 2005 è stato coordinatore del gruppo centrale deputato allo studio di questi programmi, in particolare ai progetti inerenti la protezione da valanghe sportive (sino al 2009). Attualmente è a capo del team che si occupa di applicazioni industriali negli sport della neve, preparazione delle nevi artificiali, preparazione dei fondi di pista da discesa, studio delle caratteristiche di scivolamento delle solette da sci, tests aerodinamici in wind tunnel. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni in materia.  


European Outdoor Film Tour

L'evento, sponsorizzato da Gore-Tex e Mammut, dal 27 ottobre in Italia

Arrampicata, sci, mountain biking e molto altro ancora, in una selezione dei migliori documentari e film outdoor internazionali, che vengono riproposti in un unico lungometraggio della durata di circa 120 minuti, che sarà presentato in otto Paesi europei dall’Olanda all’Italia, passando per la Germania, la Francia, l’Austria, il Belgio, la Svizzera e il Lussemburgo. Questo è l'European Outdoor Film Tour, il più importante evento cinematografico della comunità outdoor europea, sponsorizzato da Gore-Tex e Mammut.
Il tour italiano avrà inizio da Trieste il 27 ottobre e si concluderà l’8 novembre a Bressanone (BZ), per un totale di undici appuntamenti.

Ecco l’elenco delle città italiane toccate dall’E.O.F.T.:

27 ottobre – Trieste, Cinema Ambasciatori
28 ottobre – Udine, Auditorium Zanon
29 ottobre – Pordenone, Auditorium Don Bosco
1 novembre – Paese (TV), Cinema Multisala Manzoni
2 novembre – Torino, Galleria Arte Moderna
3 novembre – Brescia, Auditorium Balestrieri
4 novembre – Trento, Cinema Nuovo Roma
5 novembre – Bolzano, Auditorium Joseph Haydn
6 novembre – Brunico (BZ), Casa Michael Pacher
7 novembre – Merano (BZ), KIMM
8 novembre – Bressanone (BZ), Forum

In questa edizione 11.12, saranno la passione per l’avventura e lo sport estremo a tenere incollati allo schermo gli occhi degli spettatori: spedizioni glaciali, arrampicate vertiginose, equilibristi sospesi, mountain biking piroettante e freeski spericolato. Per un’avventura estremamente sportiva.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita (euro 12) presso i negozi SPORTLER e SPORTLAND, oppure la sera della proiezione (euro 14).
Ulteriori informazioni al sito www.eoft.eu
 


Prowinter goes ski-touring

Lo scialpinismo avrà una fiera tutta sua

Ieri ad Affi si è tenuto in importante meeting promosso da Prowinter di Bolzano, la nota fiera rivolta agli sports invernali, che ha svelato il suo ambizioso progetto. Prowinter punterà forte sullo scialpinismo, volendo diventare il contenitore di una disciplina sportiva che sta vivendo un vero e proprio boom. E lo farà a 360° rivolgendosi non solo agli operatori di mercato, ma coinvolgendo enti, associazioni, istituzioni e atleti, con l'obiettivo dichiarato di diventare l'unico polo informativo e promozionale di questa disciplina. E per iniziare ha allacciato tutta una serie di partnership a partire da Ismf e Fisi, passando per manifestazioni come Dolomiti Sotto le Stelle, ed annunciando la nascita di un proprio circuito la Prowinter Cup. Ieri ci si è confrontati, una tavola rotonda presieduta direttamente dal direttore di Fiera Bolzano, il Dott. Marsoner, a testimoniare che il progetto è di quelli importanti, che ci si crede e che l'obiettivo comune è quello di dare opportunità allo scialpinismo. Questo è un ulteriore passo importante per il nostro sport, il tassello di un puzzle che inizia a comporsi e che svela enormi potenzialità. Nei prossimi mesi saranno annunciate nel dettaglio le iniziative ed i grandi eventi, intanto save the date: venerdì 20 aprile 2012 tutti in fiera a Prowinter a Bolzano.
 


Le vie più belle delle Dolomiti

Alessandro Beber, con l'aiuto di Millet, alla scoperta delle scalate top

Un tour itinerante da maggio a settembre alla scoperta di alcune delle vie che hanno fatto la storia dell'arrampicata nelle Dolomiti insieme ai loro protagonisti. Un compito non facile, anzi, difficilissimo, al quale Alessandro Beber si è dato tutto l'estate, sponsorizzato da Millet che gli ha fornito tutta l’attrezzatura necessaria per questa impresa: abbigliamento, zaini, scarpe e corde.
La selezione degli itinerari in programma è stata fatta privilegiando in parte percorsi meno noti, in maniera da 'riportare alla luce' alcuni capolavori semi-dimenticati, spaziando dal Gruppo di Brenta al Catinaccio, dalle Pale di S. Martino al Gruppo Sella-Pordoi, fino alla Marmolada, alla ricerca delle pareti con la roccia migliore. L’intento del progetto 'Dolo-mitiche' è stato appunto quello di svelare almeno una piccola parte  di questo “tesoro”, promuovendo e valorizzando la storia alpinistica delle Dolomiti. 
Nel video la via 'Innocenti evasioni'.


La morte di Bonatti: un grande senso di vuoto

Il ricordo di Enrico Marta

Sono certo che la notizia della morte di Walter Bonatti sia stata letta e riletta più volte per essere certi di aver letto giusto: soprattutto da parte degli ultrasessantenni che in Bonatti hanno visto il mito, la musa ispiratrice, che li ha spinti ad avvicinarsi all'alpinismo sin da ragazzi.
«Fortunati quegli uomini che per sentirsi tali non hanno bisogno di sottoporsi a queste prove…» Suonava più o meno così la frase contenuta in uno dei suoi libri dove si narra di quelle avventure incredibili in parete dalle quali Bonatti è sempre uscito indenne mentre altri forti alpinisti hanno perso la vita. Di qui si è rafforzata in tutti noi l'idea che lui fosse invincibile e, soprattutto, immortale. Un volto che trasmetteva un senso di forza, di essenzialità, che nonostante la grande fama non ha invaso i media lasciando che un'aura mitica lo avvolgesse. E così noi adolescenti nel sessanta ci siamo avvicinati all'alpinismo cercando di emularlo: lo zaino era blu come il suo, gli scarponi erano degli Alta Quota Bonatti - eravamo in piena era Vibram - i pantaloni al ginocchio avevano una foggia particolare, più snella rispetto ai modelli precedenti, l'autoassicurazione si faceva anche con il cordino del martello - lo aveva ammesso lui raccontando una delle memorabili imprese - cimentandoci su vie per noi severe e ormai superate dal miglioramento delle attrezzature e delle tecniche. E adesso il mito se ne è andato, così, all'improvviso, lasciando un vuoto incolmabile.


Addio Bonatti, romantico della montagna

Si è spento ieri a Roma il grande alpinista ed esploratore

Si è spento Ieri a Roma, a causa di una malattia, Walter Bonatti. Aveva 81 anni. La montagna ancora una volta piange un suo grande amico che le ha dedicato l’intera vita, a scoprirla, a conoscerla e ad amarla. Amarla senza nessun tipo di filtro, senza nessun apparente motivo se non quello, il più semplice di tutti, che per Walter Bonatti la montagna era una parte integrante della sua vita. Se dicono che il corpo umano è composto dal 70% d’acqua, quello di Bonatti è montagna al 100%. La passione per la scoperta, il gusto della conquista ne hanno da sempre caratterizzato l’esistenza. Nato a Bergamo nel 1930, Bonatti è stato uno dei più grandi alpinisti, arrampicando e narrando di scalate epiche e di avventure sparse per il mondo, dalle Ande al Karakorum.
Uno degli ultimi romantici della montagna, un sognatore che ha dovuto attaccare e difendersi dai fatti inerenti alla conquista del K2 nel 1954 con Lino Lacedelli e Achille Compagnoni.
Adesso sarebbe bello immaginarseli tutti e tre che guardano il K2 dall’alto, in silenzio, con gli occhi carichi di luce nel vedere la loro cima da punto d’osservazione diverso. Tutti e tre con un leggero sorriso sornione e divertito mentre pensano a quante parole, anche in questa occasione, saranno scritte per raccontare le loro gesta.


Kaltenbrunner su tutti gli 8.000 senza ossigeno

L'ultima conquista è il K2 con ai piedi Lowa Expedition 8000

È un successo importante quello di Gerlinde Kaltenbrunner che martedì 23 agosto alle ore 6.18 ora locale ha conquistato la vetta del K2 (8.611 metri), nella catena del Karakorum, insieme ai compagni di salita, i kazaki Vassily Pivtsov e Maxhut Zhumayev, e il polacco Darek Zalusski, diventando così la prima donna al mondo a conquistare tutti gli 8.000 senza l’uso di ossigeno artificiale.
E per Lowa quello di Gerlinde è un successo doppio, perché Gerlinde Kaltenbrunner è un’importante testimonial del marchio tedesco e ai suoi piedi, sulla vetta del K2, durante questa spedizione come in tutte quelle precedenti, c’era il modello Expedition 8000: una calzatura appositamente progettata per le condizioni estreme delle altissime quote, il modello con il quale Ralf Dujmovits, il marito di Gerlinde, è diventato il primo scalatore tedesco a scalare tutte le vette dei quattordici 8000. Dopo quello del 2007, e i due del 2009, quello di Gerlinde era il quarto tentativo di conquistare questa cima: durante l’ultima spedizione, giusto un anno fa, aveva perso la vita l’alpinista svedese Fredrik Ericsson che con lei stava tentando l’attacco alla cima.
Questa volta invece il successo: Gerlinde e compagni hanno scelo la difficile parete Nord; i quattro sono partiti all’una della notte di martedì dal bivacco a 8.300 metri ma ben presto hanno dovuto fare ritorno in tenda a causa del freddo. L’attacco decisivo alla vetta è scattato più tardi, alle 7.30. Dopo aver attraversato un canalone con la neve alta (il couloir giapponese), sono giunti sulla cresta sommitale e quindi sulla vetta.
 


Kilian 'scala' Times Square

Un simpatico video di Jornet Burgada a New York

Impegnato a correre anche sulle rampe dei grattacieli di New York. Ecco Kilian Jornet Burgada nel cuore di Manhattan, a Times Square. Naturalmente si tratta di un video pubblicitario proiettato nel cuore tecnologico della Grande Mela, ma l'effetto è simpatico...


Super trekking dei poveri

Incredibile e forse vero: scoperto un insediamento salasso

Sabato, durante un tentativo di super trekking fra Val Soana e Valchiusella, - in realtà avremmo dovuto, Idalba ed io, percorrere le 15 cime che dalla Quinzeina, la prima montagna sul Canavese, vanno fino al Monte Marzo sopra Piamprato - con tanto di tendina da bivacco al seguito, siamo stati dirottati a causa della nebbia in una valle laterale molto poco frequentata dove per puro caso ci siamo ritrovati in un sito molto simile a quelli visitati e descritti in Valle d'Aosta.
Non c'era alcun dubbio che il popolo Salasso fosse insediato fra Canavese e Valle d'Aosta ma sino ad ora solo in valle erano stati scoperti e catalogati dei veri e propri insediamenti che noi abbiamo descritto sul numero 76 di Ski-alper dopo averli visitati sia in estate che in inverno con gli sci.
Come abbiamo detto, sabato, in una zona completamente fuori dal mondo e dai sentieri battuti, ci siamo ritrovati su un terrazzamento sopra i 2000 metri in cui erano visibili tracce di basamenti di abitazioni del tutto simili a quelli da noi visitate sul Tantané e al Col Pierrey. Stessa tipologia costruttiva, stessa disposizione su un ripiano a metà pendio con ampia veduta sulla Val Soana e su altre montagne sulle quali da anni raccogliamo documentazione in materia.
Ovviamente non abbiamo la certezza che si tratti veramente di un antico insediamento salasso ma se lo paragoniamo ai siti della Valle d'Aosta possiamo quasi esserne certi, fatti ovviamente altri approfonditi sopralluoghi...


Quattro chiacchiere con Cristoph Hainz

Abbiamo incontrato l'alpinista altoatesino al nuovo Salewa Store di Aosta

In occasione dell'apertura del nuovo Salewa Store nella via centrale di Aosta di venerdì scorso, abbiamo avuto occasione di incontrare un grande della montagna, Cristoph Hainz, testimonial dell'azienda del gruppo Oberalp, e non ci siamo fatti sfuggire l'occasione per scambiare quattro chiacchiere sull'argomento scialpinismo. «Sì certo, pratico da sempre questo sport, è parte integrante del mio mestiere di Guida Alpina. A inizio inverno, fin quando ci sono le condizioni per le cascate di ghiaccio, mi dedico a quelle, poi da fine febbraio ad aprile sono in giro per le Dolomiti con le pelli di foca. I clienti? Ce ne sono di tutti i tipi, da quelli super-preparati, a quelli che di montagna ne capiscono poco. Fa parte di questo lavoro...». Una vita in montagna per questo quarantunenne di Selva dei Molini, in Alto Adige. «Nel mio paese è nato un forte scialpinista, Manfred Reichegger, lui sì che va forte…». Ma anche Cristoph si è dedicato in un primo tempo alle gare di ski-alp. «Sì, ma partivano troppo forte! Soffrivo come un pazzo i primi 500 metri, poi pian piano veniva fuori la mia condizione e l'abitudine a stare in montagna. Ma appena davano il via, partivano tutti come assatanati. Ricordo che la mia prima gara l'ho fatta con Oswald Santin. Poi però ho capito che non faceva per me, anche se mi sembra uno sport davvero tosto, per gente dura e preparata!». Già, però da buona guida alpina, Christoph ha notato anche un altro genere di concorrenti.. «Ci sono anche quelli che si iscrivono alla gara per poter fare un'escursione nelle retrovie su un percorso ben preparato e al sicuro da pericoli di valanghe. È una soluzione intelligente. Certo, ci vuole anche in questo caso una discreta preparazione, se no si rischia di non godersi più la gita per arrivare in tempo ai cancelli orari».
In uscita in questi giorni c'è un libro, 'Sfide in verticale' che racconta le grandi imprese dolomitiche di Hainz, ma anche il suo record sulla Nord dell'Eiger oppure l'ascesa al Fitz Roy. Vale la pena darci un'occhiata. Noi, intanto, ci siamo fatti lasciare il numero di telefono: quest'inverno sarà uno dei nostri 'ski-alp people' con cui percorreremo un itinerario per realizzare l'intervista per Ski-alper.


Meraldi - Giovannini, nuova via in Alaska

Sull'inviolato sperone est del Kahiltna Peaks

Fabio Meraldi e Diego Giovannini avrebbero dovuto misurarsi con la Cassin Ridge al McKinley ma le condizioni meteo piuttosto anomale per la stagione, che avevano già mietuto alcune vittime, hanno indotto i due alpinisti a modificare i loro piani rivolgendosi verso il bellissimo sperone di misto del Kahiltna già tentato qualche anno fa da una spedizione giapponese.
Sono bastate 12 ore ai due per aver ragione dei 1800 metri di dislivello della via che presenta pendenze vicine agli 80° e notevoli difficoltà di misto, ghiaccio e roccia. La discesa è stata effettuata lungo la via di salita grazie a numerose doppie e alcuni passaggi delicati a ritroso.
Meraldi è certamente uno degli scialpinisti più famosi al mondo per il suo palmarès di vittorie: da quando ha cessato con l'agonismo si è riavvicinato all'alpinismo vero e dove sa esprimersi su alti livelli.
Giovannini ha fatto parte con Nicolini e Mezzanotte del team che ha superato tutti quattromila delle Alpi in soli sessanta giorni oltre, ovviamente, ad aver compiuto altre imprese sia in Italia che all'estero.


La 6 Rifugi nel cuore delle Dolomiti

Una corsa che è molto più di una gara

Questa è una corsa che va messa in agenda e che, come accade da ben 39^ edizioni, prenderà il via dal lago di Misurina la prima domenica di agosto. Il 7 agosto saranno quindi in 1000 a cimentarsi in questo strepitoso percorso che si snoda all'ombra delle Tre Cime di Lavaredo toccando i suoi 6 rifugi. Il Cai di Auronzo per motivi di sicurezza e per garantire un ottimo servizio ai concorrenti ha deciso che 1000 sarà il tetto massimo di partecipanti ammessi. Un percorso senza eguali, nel cuore delle Dolomiti Patrimonio dell'Umanità, attorno alle monumentali Tre Cime di Lavaredo che sovrastano la Val d'Ansiei, lungo le pendici del Paterno ammirando le maestose pareti nord della Croda dei Toni. In totale saranno 30 km di sviluppo con un dislivello positivo di 1400 metri e negativo di 2200. Partenza alle ore 8 dalle sponde del lago di Misurina per toccare uno ad uno i 6 rifugi simbolo di queste montagne, luogo di ristoro ed accoglienza. In ordine si transiterà dal rifugio Auronzo, Lavaredo, Locatelli, Pian di Cengia, Comici e Carducci. L'arrivo sarà presso lo stadio del ghiaccio di Auronzo. Titta Scalet si è aggiudicato l'edizione 2010 fermando il cronometro in 2h 43', al femminile invece ad imporsi è stata Stefania Satini con il tempo di 3h 25'. La Camignada poi Siè Rifugi è una corsa alla portata di tutti visto che il tempo limite è fissato in ore 10 e alla quale almeno una volta vale la pena di partecipare. Le iscrizioni intanto sono aperte da qualche giorno sul sito www.sportis.it.