Leggeri e veloci nel 2016
Su Skialper di agosto-settembre tutte le novità della prossima estate
Leggero e veloce. È questo il principale trend della primavera-estate 2016 emerso girando tra i padiglioni di Outdoor 2015, la fiera dell’articolo sportivo di Friedrichshafen che si è imposta negli ultimi anni come salone di riferimento per le tendenze del mondo outdoor. Ne parliamo su Skialper di agosto-settembre in un ampio reportage con le foto delle principali novità e tutte le caratteristiche.
FAST- La velocità della corsa outdoor dunque è uno dei principali trend 2016, con veramente tanti modelli nuovi di diversi brand, ma anche quella più spensierata dallo speed-hiking, un trend che Skialper ha individuato già l’anno scorso tra i più importanti e che ad Outdoor ha visto diverse aziende presentare scarpe che strizzano l’occhio all’andare veloci per montagne. Tra le scarpe da running da segnalare le nuove Dynafit Feline Vertical Pro, per lo skyrunning, le La Sportiva Akasha, per le lunghe distanze, la nuova linea Scarpa, con Neutron (sky), Proton (lunghe distanze) e Atom (minimalista per ritmi veloci). Scott propone la Kinabalu Enduro, Mammut le rinnovate MTR 201 e 141, Tecnica Maxima e Xlite 3.0, Salomon la rinnovata linea Wings e il modello di punta per il city trail, la Sonic, Hoka la nuova Speedgoat, che sostituisce la Rapa Nui. Salewa presenta la nuova Lite Train, modello d’esordio nel mondo outdoor per la suola Michelin, una scarpa pensata per il ‘mountain training’.
SPEED HIKING - Tanti anche i modelli per lo speed hiking, per esempio Millet Fast Alpine e Tecnica T-Cross. La trasversalità è un altro trend, percepibile, per esempio, nella nuova linea di La Sportiva, Traverse XSeries, scarpe con ammortizzazione, fit e flessibilità derivati dal mountain running, protezione da montagna e grip di ispirazione climbing, un modello cross tra approach, mountain running e mountaineering. Interessanti novità anche da Hoka con la Tor completamente rinnovata.
IL RESTO - Nuovi caschi, come il Camp Titan o Salewa Vayu, bastoni con innovativi shock absorber come quello presentato da Leki, action cam rivoluzionarie come la Garmin Virb XE e naturalmente tanto abbigliamento… il 2016 non deluderà nessuno.
MONTURA FOOTWEAR - Il marchio famoso per l’abbigliamento outdoor entra in maniera importante nel footwear con una linea completa e ricca di contenuti tecnologici. Si parte dalla linea ‘casual’ Geographic, con un modello, per passare alla approach, con il modello Yaru, a vista decisamente innovativo, declinato in tre versioni, Light, Gtx e Techno Gtx. Il focus di Yaru Light è la leggerezza abbinata alla protezione. Il sistema di allacciatura diviso in due zone e la costruzione asimmetrica con linguetta e collare ergonomici, oltre all’utilizzo di suola Vibram, sono alcuni degli highlight di questo modello. La linea hiking prevede un modello, Alpine Trek Gtx, mentre nella collezione mountain saranno disponibili ben quattro scarpe: Vertigo Leather Gtx, Vertigo Gtx, Supervertigo Gtx e Supervertigo Carbon Gtx.
GIA’ DISPONIBILE SU APP - Skialper di agosto è disponibile nelle migliori edicole a partire da inizio agosto. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare immediatamente su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
Birra e allenamento, alcune considerazioni
Ne parla su Skialper 101 di agosto/settembre il dottor Da Ponte
«Siamo tutti d’accordo che prima e durante l’attività fisica non si debba bere alcol, ma dopo? Basta guardarsi attorno e la risposta sarebbe decisamente no, ma siamo sicuri che non faccia male?». È questa la domanda che si pone il dottor Alessandro Da Ponte sul numero di agosto-settembre di Skialper.
SÌ O NO? Durante l’attività alpinistica, in particolare, meglio evitare bevande alcoliche per non rallentare i riflessi e, importantissimo, per non ridurre la capacità di termoregolazione: è un falso mito quello di bere alcol per combattere il freddo. Alcol vietato per gli atleti quindi? Certo andrebbe ridotto al minimo ma nelle bevande alcoliche non c’è per fortuna solo alcol ed un po’ di piacere non è necessariamente peccato. Nel vino, quello rosso soprattutto, ci sono molti importanti antiossidanti quali il rasveratrolo.
BIRRA - E la birra? Il discorso è un po’ diverso: contiene poco alcol ed è ricca di sali minerali e di vitamine che sono importanti per l’atleta. Certamente non va bevuta durante l’attività fisica soprattutto se intensa: potrebbe compromettere il buon controllo della glicemia da parte del fegato e rallentare il funzionamento del sistema nervoso. Di birre ce ne sono in commercio di tutti i tipi e per tutti i palati: la cosa più importante da valutare è la quantità di alcol contenuta, in media attorno al 4%, ricordando che ogni grammo di alcol fornisce circa 7 calorie. «Personalmente, e qui temo di essere in minoranza, non credo che sia una buona idea bere birra subito dopo le gare o allenamenti intensi - continua Da Ponte - perché le prime ore del recupero sono quelle fondamentali e anche pochi grammi di alcol possono alterare un recupero ottimale. Diverso è bersi una birra ogni tanto, lontano dall’attività fisica».
La questione, in ogni caso, è sviluppata nel dettaglio sul numero della rivista in edicola.
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Fastpacking, ne parliamo su Skialper 101
Un ricco approfondimento su come muoversi in autosufficienza in montagna
Uno dei servizi portanti del numero nuovo di Skialper (101, agosto/settembre 2015, 144 pagine) è quello dedicato al fastpacking. Un modo di viaggiare ‘fast&light’ lanciato dagli appassionati di mountain bike, ma che si sposa alla perfezione anche per chi ama correre o camminare veloce in montagna.
AUTOSUFFICIENZA - Il confronto tra MTB e corsa nasce spontaneo. «La corsa è ancora di più attività che ci connette con la dimensione originale del rapporto uomo-natura. Certo, correre può essere meno divertente dell'andare in bicicletta, è sicuramente più faticoso, sono meno i chilometri che si possono coprire in una giornata e lo stesso percorso può impegnare per più tempo, implicando così una maggior necessità di riserva idrica e alimentare eppure... eppure... si può fare! E poi, diciamolo, il fast packing non è altro che un trail o un ultra-trail in autosufficienza». Così introduce l’argomento Gianluca Gaggioli, che per noi ha curato il servizio, insieme a Claudio Primavesi e con le magnifiche immagini di Federico Ravassard.
DI COSA PARLIAMO? - Il servizio è molto ricco ed esaustivo: dalla scelta dello zaino, alla ‘packing list’ (l’elenco di cosa non potete proprio dimenticare, per intenderci…). La distribuzione del peso nello zaino, la scelta della tenda e del fornelletto, come organizzarsi per trascorrere la notte all’aperto, le strategie di fuga se qualcosa non dovesse andare secondo programmi.Tanti utili consigli e tips&tricks da cui partire per approfondire ancora di più l'argomento. E poi la prova sul campo di scarpe, abbigliamento e accessori perfetti per iniziare con il fastpacking.
DA SOLI O IN COPPIA? - Un simpatico risvolto dalla monografia che vi stiamo presentando. «Se il vostro compagno di viaggio è la vostra compagna di vita... beh, se succede qualcosa che porta tensione, non sarà facile nemmeno il ritorno a casa, a meno che non siate fortunati, come il sottoscritto, da scoprire in lei la persona a cui vale la pena di dedicare la propria vita. È una cosa meravigliosa, Ma sappiate che la tenda a 2 posti è più pesante e ingombrante, e che toccherà sempre all'uomo portarla…».
NON FINISCE QUI - Quella che troverete sviluppata sulle 12 pagine della rivista in edicola in questi giorni è un’introduzione al tema. Ma l’argomento non si esaurisce certo qui. Ora che vi abbiamo inquadrato l’argomento su ogni numero presenteremo nuovi prodotti idonei al fastpacking e soprattutto vi proporremo itinerari da percorrere in autonomia. Naturalmente se avete suggerimenti o proposte in questo stile, sono ben accetti in redazione!
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Cala Cimenti tenta il Communism Pik
Sarebbe il primo italiano ad avere salito tutti i 7.000 russi
Mancano 10 giorni alla partenza per il viaggio che dovrebbe concludere il progetto Snowleopard iniziato da Carlo Alberto ‘Cala’ Cimenti nell’estate del 2013. Allora l’intento dell’alpinista era quello di scalare in soli due mesi le cinque montagne più alte del territorio che una volta era l’Unione Sovietica, le uniche a superare i 7.000 metri di quota. Il tentativo gli riuscì in parte, raggiungendo la cima del Pik Lenin, del Khan Tengri e del Pik Korjenekaya e mancando la cima delle Pobeda e del Communism Pik per un soffio. Lo scorso anno il progetto Snowleopard si è arricchito della cima del Pobeda, conseguita dall’alpinista il 13 agosto. Cala si trova ora in Tajikistan, sul ghiacciaio Moskvina, al campo base avanzato e al cospetto dell’imponente Communism Pik . Questa enorme montagna di 7.495, chiamata anche Pik Ismail Somoni, rappresenta l’ultimo sforzo di Cala per il conseguimento dell’onorificenza Snowleopard che viene assegnata dalla federazione alpinistica russa a chi scala tutte queste cinque cime over 7.000. Questo riconoscimento, molto ambito e prestigioso nei paesi dell’area asiatica e dell’est europeo, non rappresenterebbe solo il primo conferito a un italiano ma, come afferma lui stesso «la bella conclusione di un lungo viaggio, un’intensa esperienza di vita che mi ha dato tanto e che mi è costata tanta fatica e sacrifici e che è giusto termini quest’anno per non rischiare che diventi un’ossessione».La spedizione si concluderà inderogabilmente il 22 agosto, unico giorno previsto per rientrare dal campo base. Parallelamente ai preparativi per la spedizione sono già iniziate le riprese del video ‘The Italian Snowleopard’, ideato e realizzato da Pillow Lab (
www.pillowlab.it
) e prodotto in collaborazione con Ferrino (
www.ferrino.it
) e Cébé (
www.cebe.com
) - breve documentario che racconterà l’ultimo atto di questa avventura. Sulla pagina Facebook Snowleopard Ski Project tutti gli aggiornamenti.
Ciao a tutti, qui a Djirgital sono le 22:44 e sto andando a dormire perché domani finalmente si dovrebbe volare al campo... Posted by Snowleopard Ski Project on Venerdì 31 luglio 2015
In arrivo Skialper 101 di agosto
Un numero da leggere tutto d’un fiato nelle vacanze
Il bello dell’outdoor è quel senso di avventura, che si può ritrovare sulle Ande come nei boschi dietro casa. Basta viverlo con lo spirito giusto. E proprio la voglia di avventura e libertà sono l’ingrediente principale del numero di agosto di Skialper (144 pagine con la sezione Up & Down, dedicata al mondo delle gare), in edicola a partire dalla prossima settimana. Un numero tutto da sfogliare (o da leggere attentamente nella versione app) durante le vacanze, per programmare le proprie gite o… decidere la destinazione della prossima vacanza.
FASTPACKING - Zaino in spalla, riserve di acqua e cibo, sacco a pelo, tenda e… via. Se si può fare in mountain bike, perché non provarlo a piedi e di corsa? Il fastpacking è l’ultima moda per gli amanti dell’outdoor. Esplorare regioni più o meno selvagge in autonomia, spostandosi leggeri e veloci. Se poi nei dintorni c’è qualche bivacco o rifugio, tanto meglio, si può lasciare a casa la tenda. Gianluca Gaggioli, nel servizio portante della rivista, spiega come preparare un’escursione dalla a alla z, senza tralasciare nessun aspetto. E nella nostra editor’s choice vi consigliamo i migliori zaini, le scarpe giuste, la tenda che non può mancare, l’abbigliamento e ogni dettaglio per vivere un’avventura indimenticabile in tutta sicurezza.
ALPINE RUNNING - Scordatevi le escursioni alpinistiche con pesanti scarponi e zaini. Su alcuni itinerari si può andare più leggeri, con scarpe grippanti e protettive, ma anche leggere e adatte a un passo veloce e a qualche tratto di corsa. Si chiama Alpine Running e noi abbiamo provato questa nuova moda di affrontare la montagna su due percorsi in Val di Susa e Val Chisone. La montagna divertente, a patto di seguire tutte le regole di sicurezza! Il servizio ha anche ‘prestato’ la bellissima immagine di apertura di Federico Ravassard alla copertina di Skialper 101.
SULLE TRACCE DI HOLZER - Lui è uno dei padri dello sci ripido: Heini Holzer. Loro sono due Guide alpine e freerider che vivono in Trentino. Un giorno, pensando alle vacanze, ecco un’idea: perché non sciamo alcune delle più belle linee aperte da Holzer, magari spostandoci da una montagna all’altra con una mountain bike? Il diario di un viaggio nella storia del ripido ma anche di un viaggio interiore.
ANTEPRIMA 2016 - Quali saranno i trend del mondo outdoor per l’estate 2016? Come ci vestiremo? Come saranno le scarpe che metteremo per andare in montagna? La fiera Outdoor di Friedrichshafen è una finestra sulla prossima estate e noi vi presentiamo le principali novità che troverete nei negozi tra un anno.
CON FEDERICA SUL GARDA - Si sta sempre più affermando come uno degli eventi di fine stagione imperdibili. Stiamo parlando della Lake Garda Mountain Race, da Malcesine al Monte Baldo. Un vertical dai dislivelli importanti che noi abbiamo voluto provare con Federica Boifava. Un percorso agonistico ma anche da affrontare in modo più turistico, con vertiginoso panorama sul Benaco e la possibilità di rientrare con la spettacolare funivia panoramica.
COME NASCE UNA SKYRACE - Una montagna dal profilo di una donna dormiente, un profilo che si tuffa sulla pianura piemontese del Canavese ma con un terreno tecnico da alta montagna. È la Bella Dormiente, silhouette inconfondibile da buona parte della pianura piemontese. Poi un giorno un gruppo di amici decide di organizzare una skyrace su questa bella montagna. E noi siamo andati con loro in ricognizione sul percorso che a settembre vedrà per la prima volta all’opera gli skyrunner.
TARTUFO TRAIL - Katia Fori ci ha guidato sul percorso del Tartufo Trail, nell’Appennino Emiliano. Un tracciato permanente, ben segnato e affrontabile anche in più tappe, alla scoperta di un angolo selvaggio di Appennino con spettacolari vedute sulla Pianura.
ANDE FAST & LIGHT - Su alcune delle vette più alte delle Ande leggeri e in velocità. Ecco la proposta di uno dei testatori della nostra Buyer’s Guide, Silvestro Franchini.
LA STAGIONE DEL RIPIDO - Ok, per gli amanti dello ‘ski de pente’ non è stata proprio una stagione da incorniciare, ma ci sono state comunque diverse ripetizioni importanti. Andrea Bormida ripercorre per Skialper il 2014/15 dello sci ripido sulle Alpi.
RUBRICHE - Perché corro come un matto e non dimagrisco? E poi, quella birretta dopo la gara mi farà bene? Cosa vorranno dire quei segni sul pendio, proprio dove scierò appena nevicherà? Ecco gli argomenti delle rubriche di agosto curate dal medico dello sport Massimo Massarini, dall’alimentarista Alessandro Da Ponte e del nostro esperto di valanghe Renato Cresta.
UP & DOWN - Non poteva he essere Tadei Pivk il ‘mattatore’ della sezione Up & Down, dedicata al mondo delle gare. Lo abbiamo incontrato subito prima della Dolomites Sky Race, una delle tante gare vinte dal più forte skyrunner del mondo in una stagione da incorniciare. Però hanno qualcosa di interessante da dire anche Pablo Barnes e Nicola Golinelli. La storia di copertina è legata all’ingresso nel mondo del trail della federazione internazionale dell’atletica leggera e delle conseguenze che potrebbe avere. E poi… tutti i reportage dalle gare, Dolomites e Skymarathon Sentiero 4 Luglio in testa, qualche anticipazione scialpinistica e tanto altro.
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De Gasperi record sul Monte Bianco
Salita e discesa da Courmayeur in 6h.45. Crolla il record di Meraldi
Dopo il recente record all’Ortles, Marco De Gasperi centra un nuovo fantastico primato salendo in 6h43’52’’ sul Monte Bianco con partenza e arrivo da Courmayeur lungo la via Ratti dal Rifugio Gonella (51,8 km e 3.750 m D+). A vent’anni di distanza dal record di Fabio Meraldi (6h45.24), un altro valtellinese doc scrive il proprio nome nella storia del Monte Bianco e dello skyrunning.
CRONACA - Partito dalla piazza della chiesa di Courmayeur (1.224 m) alle 4:30 di questa mattina, Marco De Gasperi è risalito, prima lungo la strada asfaltata della Val Veny fino al Combal (1.987 m), poi lungo la morena del Miage al Rifugio Gonella (3.071 m), quindi sull’insidioso ghiacciaio del Dôme per raggiungere il Col des Aiguilles Grises (3.811 m), il Piton des Italiens (4.002 m), la Capanna Vallot (4.362 m) e la Cresta de Bosses fino in vetta al Monte Bianco (4.810 m). Lungo lo stesso percorso di salita, ha poi fatto ritorno a Courmayeur alle ore 11:13 segnando un tempo complessivo di 6h43’52’’. A distanza di vent’anni, quindi, questo diventa il nuovo riferimento cronometrico lungo la via normale italiana della più alta cima delle alpi.
DIETRO LE QUINTE - A coordinare il progetto, con particolare attenzione agli aspetti legati alla sicurezza viste le difficili condizioni del ghiacciaio del Dôme, erano presenti lungo il percorso le guide alpine Adriano Greco, Michele Compagnoni, e Lucio Trucco, il soccorso alpino della Guardia di Finanza di Entreves e gli atleti Martin Anthamatten e Franco Collè. Ospite d’eccezione, l’alpinista russo Denis Urubko che ha assistito l’arrivo di Marco De Gasperi in vetta.
LE PRIME PAROLE - «Recentemente Fabio Meraldi mi ha dato una fotografia che ritrae un ragazzino intento a correre dietro a due campioni lungo un traverso sopra il rifugio Gonella. I due campioni erano Fabio Meraldi e Matteo Pellin, il ragazzino, invece, ero proprio io. Da quando fu scattata quella fotografia, sono ormai passati 22 anni. Era la terza edizione della Monte Bianco SkyMarathon, una gara organizzata sullo stesso percorso di questo record e vinta da Adriano Greco. All’epoca, avevo appena sedici anni e, nonostante il mio forte desiderio, non potei partecipare alla gara. Il mio sogno di indossare quel pettorale non si è potuto realizzare, prima di tutto perché quella gara non è mai più stata organizzata. Il mio sogno di ritornare sul Monte Bianco cercando di salirlo e scenderlo il più velocemente possibile, invece, si è realizzato oggi. È stata una vigilia complicata, direi alquanto agitata e nervosa. Sapevo fin dall’inizio che il riferimento di Fabio era un qualcosa d’importante e difficile da abbassare. Inoltre, le condizioni del ghiacciaio, con i ponti sui crepacci che continuavano a sciogliersi giorno dopo giorno, hanno creato apprensione anche dal punto di vista della sicurezza. Sono tanti gli amici che vorrei ringraziare oggi, accorsi qui per assistermi come in tante occasioni. Un pensiero particolare però vorrei esprimerlo per mia mamma che non c’è più. Sono sicuro che lei ha vegliato su di me, dall’alto, lungo tutto il tragitto».
Molti pensieri e dubbi hanno affollato la mia mente in questi giorni prima del tentativo di record al Monte Bianco. Chi...
Posted by Marco De Gasperi on Giovedì 16 luglio 2015
Red Bull X-Alps, ancora primo Christian Maurer
L'azzurro Durogati ancora in lotta per il podio
Ancora una vittoria per Christian Maurer alla Red Bull X-Alps: quarto successo per lo svizzero che da Salisburgo per otto giorni di fila ha camminato e sorvolato le montagne di Austria, Germania, Italia, Svizzera e Francia. Mai come in questa edizione gli avversari sono stati spesso vicini, ma alla fine ha prevalso la sua abilità e la sua tattica di volo attraverso i 10 turnpoint.
«La pressione è finalmente finita, sono molto felice», ha detto Maurer dopo l'atterraggio vicino al Golf Club di Monte Carlo appena sopra l'ultimo turnpoint di Peille. Lì il crono segna 8d 4h 37m ma per tradizione, la gara non è finita fino a quando gli atleti volano alla piattaforma galleggiante sistemata nella baia di Monaco.
Resta aperta la lotta per il podio con l'austriaco Paul Guschlbauer, il tedesco Sebastian Huber, l'italiano Aaron Durogati e i francesi Gaspard Petiot e Antoine Girard.
Conero La montagna al mare
Su Skialper di giugno-luglio un itinerario di running vista Adriatico
Il Monte Conero è la più importante punta dell’Adriatico, con gli strapiombi a picco sul mare più alti di tutta la costa (quasi 500 metri). Il suo aspetto è maestoso e, nonostante non presenti una quota elevata (572 metri sul livello del mare), merita pienamente l’appellativo di ‘monte’ per i suoi precipizi altissimi, gli sconfinati panorami che dominano da una parte la costa e dall’altra l’entroterra e per le attività di montagna che si praticano sui suoi pendii, come il trekking, la mountain bike e in parte anche l’arrampicata libera. Ecco perché su Skialper di giugno-luglio abbiamo deciso di andare a scoprirlo correndo.
PIEDI IN ACQUA - Partenza da Sirolo e subito passaggio in spiaggia a Grotta Urbani. «La brezza marina rinfresca l’aria e, come per miracolo, mi si apre davanti agli occhi uno spettacolo unico. La spiaggia ha una forma a ferro di cavallo, la ghiaia è fine e il mare ha un magnifico colore turchese. Il nostro giro continua e ci avventuriamo alla volta del Passo del Lupo» scrive Luca Parisse. Dal passo panorama mozzafiato: a sinistra la famosa spiaggia delle Due Sorelle e a destra la Costa Adriatica con Sirolo e parte dell’entroterra.
CAMALDOLESI - Si continua verso la cima del Conero passando anche dall’ex convento dei Camaldolesi, trasformato in hotel. Da non perdere una visita alla bella chiesetta di S. Pietro al Conero. Lo sguardo nella seconda parte del percorso guarda anche verso la baia di Portonovo e la città di Ancona.
NUMERI - In totale sono 10.8 km e 720 metri D+.
PERCHÈ FARLO - Emozioni di ogni genere. Dagli angoli caratteristici di Sirolo alla splendida macchia mediterranea del Conero, senza dimenticare le spiagge e la vista suggestiva dei pendii a picco sul mare. Per lunghi tratti il percorso si snoda su strade, carrarecce e sentieri ben segnalati. Bisogna fare attenzione a non sporgersi dai crinali nei pressi del Passo del Lupo e dalla balconata del belvedere sud. Richieste abilità tecniche solo nella breve salita che conduce alla grotta del Mortarolo e nel tratto forestale in discesa, che dal punto più alto dell’itinerario riporta al bivio del sentiero numero due.
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Stefano Ruzza, l'ultra-rocker
Su Skialper di giugno intervista a uno dei runner più promettenti
Negli occhi ancora lo stupendo settimo posto alla Diagonale des Fous. Stefano Ruzza da Busto Arsizio, basso varesotto, un piattume unico con il Monte Rosa sullo sfondo e i rumori dei jet che atterrano a Malpensa, è decisamente uno dei più forti ultra-runner italiani. Ecco qualche anticipazione.
ULTRA NATIVE - «Diciamo, in realtà all’inizio ho fatto anche qualche gara di corsa in montagna ma poi sono passato subito alle lunghe distanze».
ASPIRANTE ROCKER - «Sono un aspirante rockettaro che per caso ha scoperto di correre forte in montagna, uno che ha iniziato a correre per riprendersi dai bagordi di gioventù. Ho iniziato dalla strada, nel 2004/05, poi nel 2010 il primo trail, Feneratrail, una sessantina di chilometri. Pensavo di essere allenato invece sono arrivato a pezzi».
IL LIVELLO ITALIANO - «In Francia il trail è un fenomeno di massa, in Italia ancora sport di nicchia. In Spagna molti ultra-trailer di livello arrivano dallo skyrunning mentre tra gli italiani direi che l’unico che ha fatto la transizione è Fulvio Dapit. Secondo me c’è ancora troppa divisione a compartimenti stagni, da noi chi fa strada fa strada e chi fa trail fa trail, mentre King a Canaday negli Stati Uniti, o Rancon, che alterna corsa in montagna e trail, sono esempi interessanti di convivenza. Non mi dispiacerebbe vedere, per esempio, un Calcaterra alla Transvulcania».
KILIAN &… - «Kilian è un maestro per tutti, ma io dico Antoine Guillon perché è una persona normale che sa alternare lavoro duro e divertimento e programma sempre bene le gare».
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Steck a quota 41 quattromila
Lo svizzero salira' le 82 vette piu' alte delle Alpi in 80 giorni
Ueli Steck ci ha abituato a imprese al limite dell’impossibile. E anche quella dell’estate 2015 non è da meno… Gli 82 quattromila delle Alpi in 80 giorni, spostandosi solo a piedi e in bici… È partito il 9 luglio dall’Enagdina con Michael Wohlleben, con il quale nel 2014 ha chiuso il primo concatenamento invernale delle Tre Cime di Lavaredo sulle vie Cassin,Comici e Innerkofler. Proprio in questi giorni il giro di boa sull’Obergabelhorn, vetta n. 41… o spirito dell’avventura è raccontata dalle quattro sezioni in cui è divisa l’impresa: torta di noci engadinese, piatto di formaggio bernese, spaghetti tour e french fries. Su www.82summits.com è possibile seguire il live tracking dell’impresa. Se 1.000 km in bici e 100.000 metri di dislivello vi sembrano pochi…
Big day today with Ueli Steck as he hit the halfway point of his 82 Summits project. He did the Obergabelhorn while I...
Posted by PatitucciPhoto on Martedì 7 luglio 2015
Super test Speed Hiking
Su Skialper di giugno-luglio 15 scarpe per l’escursionismo leggero e veloce
Per speed hiking si intende un escursionismo leggero e veloce, in pratica una via di mezzo tra il trekking e il trail, prevalentemente in giornata, come dicono negli Stati Uniti, dayhiking. Attenzione però, occorre chiarire subito che lo speed hiking non è corsa! Ci può stare qualche tratto di corsetta in piano e le scarpe lo supportano, ma è un modo di affrontare la montagna più velocemente e soprattutto più leggeri, non solo per quanto riguarda le scarpe, con una camminata più rapida, soprattutto in alcuni tratti più agevoli. Su Skialper di giugno-luglio un ampio test coordinato da Alessandro Pilloni con 15 scarpe low e mid ai raggi x.
LO STATO DELL’ARTE - Nel nostro ‘test zero’ dell’anno scorso avevamo riscontrato come poche aziende avessero ‘centrato’ la scarpa giusta per lo speed hiking. Spesso i modelli testati erano scarpe da trekking tradizionale adattate all’uso e non potevano essere perfetti per lo speed hiking. A distanza di un anno possiamo dire che sono sempre di più i modelli pensati specificatamente per lo speed hiking, pur rimanendo ancora aziende che non hanno messo a fuoco la disciplina o inseriscono nel segmento delle scarpe con altre origini e storia.
LA SCARPA SPEED - Quale scarpa usare per lo speed hiking? Un modello punto di incontro tra una scarpa da trail running e una da hiking leggero. La nostra scarpa dovrà essere meno performante della prima dal punto di vista della leggerezza e delle tecnologie applicate, ma al tempo stesso più protettiva, stabile, confortevole e strutturata. Per essere più protetti rispetto al trail running.
LOW O MID? - Il tempo e il peso sono due argomenti correlati. Più lunga sarà la permanenza del nostro piede nelle scarpa (non solo per le effettive caratteristiche della gita ma anche perché non tutti siamo Kilian) e maggiore il peso, più forte sarà la necessità di avere un sostegno adeguato. In questo caso la scelta più indicata è per il modello mid piuttosto che low. Il modello mid è inoltre ideale per chi ha le caviglie delicate. Un peso da 5 a 50 grammi in più e poche decine di euro di differenza che spesso valgono la spesa.
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Lence a ruota libera
Sul numero di Skialper in edicola intervista esclusiva a Damiano Lenzi
Con Damiano Lenzi appuntamento in un bar? No meglio in un negozio di biciclette. «Mi diverto e mi alleno, meglio di così». Comincia così l’intervista di Luca Giaccone pubblicata nelle pagine di Uo & Down del numero di Skialper di giugno. Ecco alcune anticipazioni…
COPPA DEL MONDO - «La prima era davvero individuale, in questa sono entrate le gare a coppie e dunque un fattore determinante come il compagno. Di sicuro se fosse stata come l'anno passato, non l'avrei vinta, anche se una volta mi hanno fatto sbagliare strada, in un'altra ho avuto sfiga con i materiali... Ma al tempo stesso credo che il bonus delle gare LGC fosse giusto: non si possono dare 100 punti a una gara da dieci ore come la Pierra come e a una da qualche minuto. Lo ski-alp vero è quello là. E poi Bon Mardion il compagno forte per il Mezzalama c'è l'aveva, Kilian alla Pierra Menta poteva anche decidere di gareggiare con Palzer».
FUTURO - «Potrei essere diplomatico, ma nessuno ci crederebbe conoscendomi. In questo momento lo ski-alp è rappresentato dalle gare LGC, Sellaronda, Mountain Attack: prove dove ci sono pubblico, livello, attenzione mediatica e soldi. In Coppa del Mondo il livello è assoluto, ma il risalto nettamente inferiore. Quest'inverno abbiamo fatto il primo vertical in Francia alle 7 di mattina con gli impianti chiusi. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto: ‘cosa ci facciamo qui?’. Poi, è chiaro, se hai la divisa della Nazionale dai comunque il massimo, ma davvero era una gara di secondo piano e non di Coppa del Mondo. E poi c'è l'aspetto economico: faccio tredici gare di Coppa del Mondo, la vinco, ma guadagno di più se gareggio solo alla Mountain Attack e la vinco. Non dovrebbe essere così, ma preferisco vincere il terzo Mezzalama che la terza Coppa del Mondo…».
COMPAGNI - «Beh, Manny è un riferimento, qualche volta ci scontriamo, ma resta un esempio e un amico. E anche con tutta la camerata dell'Esercito i rapporti sono ottimi. Fuori dall'Italia mi trovo bene con Palzer: è uno dei nostri, genuino. Quest'estate l'ho invitato a pedalare con me nel Cuneese».
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