Tamara, the big Heidi
L’ex scialpinista e ora specialista degli ottomila su Skialper di dicembre
«Si dice che per capire una persona, niente sia utile come recarsi nella sua casa ed osservare quello che essa vede ogni giorno. Ho avuto la possibilità di fare qualcosa di simile, salendo - in un’atmosfera a dir la verità un po’ da gita scolastica - al rifugio gestito dai Lunger, il Latzfonserkreuz, in Alto Adige e in cui la figlia ha lavorato fin da piccola. Si trova a poca distanza da Bressanone, fra pascoli dalla dolce pendenza e un santuario settecentesco a cui lei è particolarmente devota». Comincia così l’articolo-intervista di Alessandro Monaci a Tamara Lunger, ex scialpinista agonista e seconda donna italiana da avere scalato il K2, impegnata proprio in queste settimane nel tentativo di salita invernale al Nanga Parbat con Simone Moro. Ecco quale anticipazione.
RICORDI DELLE GARE DI SKIALP - «Nel 2009 avevo molta pressione, ma anche tanti dolorini. E quindi è stata così dura che non ho fatto più niente e la gente mi diceva: ‘Come mai ora vai solo a spasso?’. Questo mi ha fatto davvero male. Mi ricordo di una gara in coppia in cui ho detto alla mia compagna: ‘Oggi ci facciamo una bella giornata. Non cerchiamo di essere veloci, godiamocela’. Siamo arrivate penultime e lì secondo me ho fatto vedere a tutti che non me fregava un cavolo di cosa loro pensassero di me. Anche se il periodo è stato duro, ho imparato tanto. Adesso mi sento molto più forte»..
ALLENAMENTO - «Non mi alleno mai con un piano, ma secondo il meteo, il tempo che ho e la voglia. È molto meglio, perché non mi va di perdere questa passione. Non devi essere troppo precisa, anche se una volta bevi cinque birre o mangi mezzo chilo di cioccolata, non c’è niente di male. Se ti tieni, ce la fai per un certo periodo, ma poi rovini tutto perché la vita diventa troppo dura e non puoi seguire più il tuo istinto e di conseguenza perdi la libertà».
UOMINI - «Mi trovo decisamente meglio con gli uomini, perché dopo qualche giorno non ti vedono più come donna. Sei un climber e non c’è più sesso, no? E quindi ti raccontano le loro storie con le ragazze o morose. E tu sei lì a ridere».
DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di dicembre-gennaio è disponibile nelle migliori edicole e su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
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A come agonismo
Su Skialper di dicembre-gennaio abbigliamento agonistico e consigli dei pro
«Sicuramente nel mondo agonistico l’attrezzatura è importante, bisogna avere del materiale consono per affrontare con rapidità e sicurezza la gara. La preparazione è fondamentale, chi pratica già lo skialp è abituato ai dislivelli ma magari non affrontati con le pulsazioni cardiache al di sopra del normale, quindi è necessario mantenere il fondo aerobico di base andando a inserire dei lavori anaerobici, con cambi di ritmo durante la salita, bisogna cercare di affinare la tecnica di discesa adattandola ai materiali da gara. La tecnica di salita e discesa è una componente veramente importante e affinandole si ha un risparmio energetico notevole che vuol dire minuti in meno». A parlare è l’ex DT della nazionale Oscar Angeloni. Vertical, Individual o gare a coppie conquistano tanti amanti della montagna e dello sport. Un pubblico eterogeneo perché c’è chi pratica regolarmente skialp ‘touring’ e ogni tanto vuole mettersi alla prova con il cronometro, ma anche chi arriva dalla corsa o dal fondo e utilizza lo scialpinismo come allenamento invernale, magari solo nelle gare vertical. Ma come affrontare al meglio allenamenti e gare? Su Skialper in edicola ecco qualche ‘dritta’ di pro, medici e allenatori e soprattutto, le ultime proposte delle aziende per quanto riguarda tute, guanti, caschi, ramponi, piccozze & co nelle stupende foto di Federico Ravassard.
PRIMA E DOPO - «Prima della gara è bene essere coperti in modo da fare un riscaldamento adeguato e non arrivare in partenza con i muscoli ancora freddi, appena finita la gara è bene coprirsi per fare il classico defaticamento» dice Oscar Angeloni. Fondamentale, a detta di tutti, cambiarsi subito la maglietta intima bagnata al traguardo. «Prima della gara è ottimo avere con sé uno strato in Primaloft da lasciare alla partenza/arrivo e, quando si termina, maglietta di ricambio e di nuovo il Primaloft (giacca e pantalone)» dice Katia Tomatis. Robert Antonioli invece segnala il metodo ‘tedesco’, utilizzato spesso da Palzer & co. «Nel warm up di solito tengono solo la parte alta della tuta e si riscaldano con la maglietta intima, poi la sostituiscono prima del via per non essere già sudati sotto».
QUALCHE GRAMMO IN PIÙ… - «Il peso è importante ma bisogna sempre trovare il giusto feeling con l’attrezzo, alle volte leggerezza non equivale a una migliore prestazione, se si ha uno sci molto leggero sicuramente si è avvantaggiati sulla salita ma se poi in discesa è insciabile si va a perdere il tempo guadagnato» dice Oscar Angeloni. Sono della stessa idea anche gli azzurri. Per Katia Tomatis è «meglio qualche grammo in più e uno sci più sciabile... non sono i 10-20 grammi che ci fanno vincere o perdere». «Chi inizia o non ha velleità di classifica può usare sci tipo i Syborg di La Sportiva che pesano magari 100 grammi in più ma sono decisamente più sciabili». «Sci gara top o appena sotto, però la leggerezza è fondamentale in gara» secondo Robert Antonioli.
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Fernanda Maciel ancora sull'Aconcagua
La brasiliana tenterà la salita e discesa in velocità a fine gennaio
L’anno scorso un primo tentativo non riuscito. Ora Fernanda Maciel, la runner brasiliana, cercherà ancora di salire e scendere in velocità l’Aconcagua, vetta più alta del Sud America. Il suo obiettivo? Secondo quanto dichiarato a carreraspormontana.com, 12 ore in salita e 5 in discesa. La brasiliana si sta preparando studiando le reazioni del suo corpo allo sforzo fisico in alta quota e facendo tesoro degli errori del primo tentativo. Come pacer avrà Nicolàs, la stessa persona che ha aperto la strada a Karl Egloff, detentore del record di salita e discesa (11h52’). Le date probabili del tentativo di record sono il 22-24 gennaio. Intanto la Maciel ha anche dato qualche indicazione sul suo possibile calendario agonistico 2016: nella lista dei desideri Marathon des Sables, Western States, Buff Epic Trail e UTMB.
Metti un Torrone nel Forno
Su Skialper di dicembre una interessante discesa in Engadina
Ci sono posti talmente belli, dal punto di vista paesaggistico e sciistico, da richiamare l’attenzione di non pochi, anche all’interno della ristretta cerchia dei collaboratori di Skialper. Come, per esempio, la selvaggia Val Forno, in Engadina, e soprattutto la discesa della parete Nord del Pizzo Torrone Centrale, che raggiunge in alcuni punti i 50°. Si tratta di una valle con una lunga e coreografica lingua glaciale raggiungibile dal passo Maloja o, con scollinamento, dalla Valmalenco. Una valle particolare anche dal punto di vista sciistico, con lungo e noioso avvicinamento e discese veloci quanto avvincenti… Non c’è dubbio però che la regina delle discese in zona è proprio quella disegnata in quello scivolone bianco che scende dritto sulla Nord del Pizzo Torrone Centrale, sciato da Roberto Ganassa con gli amici Beno, Vale e Caspoc e da Davide ‘Gerri’ Terraneo e Mattia Varchetti. La stessa zona è stata più volte battuta anche da un altro collaboratore di Skialper, Marco Romelli, con itinerari alternativi ma altrettanto interessanti. In redazione sono arrivate le proposte di tutti questi ‘skialper’. Quale scegliere? Facciamo un lavoro a 4, anzi a 6 mani? Non sempre facile… Alla fine abbiamo optato per la varietà fotografica di Roberto Ganassa che ha fotografato la montagna da più angolazioni e gli itinerari alternativi di Marco Romelli per avere un dossier più ampio. Non abbiamo però voluto tralasciare la discesa di Gerri e Mattia, pubblicando un box all’interno dell’articolo nel quale hanno raccontato anche la loro esperienza sul Torrone. Come spesso accade, coordinare diverse persone ed esperienze comporta la sensibilità di un direttore d’orchestra… ed è successo che la foto di apertura, di Gerri Terraneo, ritragga in realtà Mattia Varchetti in perfetta azione sul Torrone e non i personaggi ai quali fa riferimento l’articolo principale. Una scelta dell’ultimo minuto perché le condizioni del canale ci sembravano migliori in quella foto. Però ci siamo dimenticati la didascalia…
SCIVOLONE BIANCO - «A me e a Vale mancano ormai solo 20-30 metri per raggiungere i compagni al colle, Caspoc è pronto per la discesa ma non capisco come mai ci saluti dall’alto - scrive Roberto Ganassa a proposito della Nord del Torrone -. Potrebbe fare quattro o cinque curve e poi salutarci, ma quando lo guardo partire capisco il perché: è sceso diritto senza curvare, ad alta velocità. Non sono riuscito nemmeno a fargli una foto. Poi parte anche Beno ma con molta più calma. Comunque in poco tempo è in fondo alla parete. Vale parte e adesso tocca proprio a me, a meno che scenda dal versante opposto (fattibile) in Val Torrone, dunque in val di Mello. L’unica opzione rimane quella di provare a curvare su questo scivolone. Dopo le prime curve mi accorgo che è proprio uno spettacolo e allora mi lascio andare e recupero fiducia, cominciando a divertirmi».
PANORAMICO MONTE FORNO - Tra gli itinerari alternativi proposti da Marco Romelli, invece, il Monte del Forno (3.214 m) e la Cima di Rosso, parete nord (3.366 m). Il primo ha una difficoltà BSA e 640 metri D+, il secondo difficoltà alpinista AD e BSA per la discesa normale e circa 1.600 m D+.
ALTRE POSSIBILITÀ - Il Monte Sissone (3.330 m) è forse il più abbordabile dei giganti allineati presso il circo superiore del Vadrecc dal Forno. A partire dal Passo Sissone, sull’itinerario di discesa qui descritto per Cima di Rosso, seguire la cresta nord (gli ultimi metri con i ramponi). La Cima di Castello (3.375 m) e la Cima dal Cantun (3.354 m) sono fattibili entrambe valicando il Pass dal Cantun, a nord-ovest del Torrone. Si tratta di itinerari primaverili lunghi, complessi, con passaggi delicati: quando le condizioni sono buone (aprile-maggio), non si può chiedere di meglio!
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Kilian, obiettivo 112 case in Nepal
Il catalano sta cercando di raccogliere i fondi per ricostruire Langtang
Sabato scorso, a Barcellona, c’è stata la prima di Langtang, il terzo film della serie Summits of my Life, il resoconto dell’ultimo viaggio in Nepal, subito dopo il terremoto della scorsa primavera, quando il catalano ha portato soccorso alle popolazioni della valle di Langtang. Kilian doveva tentare il record di salita e discesa sull’Everest ma il tragico evento ha portato all’annullamento della spedizione e a un viaggio umanitario. Ora l’obiettivo, per il quale Kilian sta cooperando con SOS Himalaya, è quello di costruire 116 case con la tecnica nepalese Jasta Pata. Tutti i proventi della serata di presentazione di Barcellona verrano devoluti per la causa e si spera di raccogliere 58.080 dollari. Il costo principale dell’operazione, circa il 64% del totale, riguarda il trasporto dei materiali, perché per raggiungere la valle è necessario l’elicottero. Basta pensare che una casa costa 180 dollari, mentre il volo dell’elicottero, che può trasportare il materiale necessario per 3,7 case, costa 1200 dollari.
Tanta emoció, solidaritat, inspiració... és difícil reflexar el que es va viure ahir a la presentació de #Langtang, però... Posted by Summits of my life on Domenica 13 dicembre 2015
In edicola Skialper 103 di dicembre-gennaio
Un numero ricco di proposte per le prime sciate. Anche su app
Le foglie gialle sono ormai cadute, il clima è più freddo. La neve, che si fa ancora desiderare, presto (speriamo!) imbiancherà monti e colli. Nell’attesa il numero di dicembre-gennaio di Skialper, in edicola dai prossimi giorni, è ricco di proposte per le prime sciate. Un numero diverso, con una copertina per non dimenticare le vittime di Parigi e di tutti gli attentati, volutamente senza strilli. Un numero che, come scrive il direttore editoriale Davide Marta, vuole essere contro ogni estremismo, anche nell’interpretazione del ‘verbo’ della montagna.
ENGADINA SELVAGGIA - La prima proposta con gli sci ai piedi è quella della Val Forno, in Engadina. Una meta raggiungibile dal Passo del Maloja ma anche dalla Valmalenco con la ripida discesa dal Pizzo Torrone ma anche altri itinerari più abbordabili. Una valle molto suggestiva grazie alla lunga lingua glaciale.
DALL’ADRIATICO ALL’ETNA - Scendendo a sud, ecco due mete per una sciata diversa, Monte Piselli e l’Etna. Sulla montagna marchigiana si possono disegnare curve nella polvere con vista sull’Adriatico. Basta solo incappare nella giusta perturbazione balcanica… Itinerari in stile freeride tra boschi e caciare, le caratteristiche case rurali. Sull’Etna, invece, l’emozione di fare correre i propri sci al cospetto dei grandi crateri vulcanici e della cenere. Itinerari per tutti i gusti, con qualche canale abbastanza ripido nella stupenda valle del Bove. Due articoli da leggere per programmare un viaggio a breve…
ALTRE GITE - Omar Oprandi ci accompagna alla scoperta di quattro itinerari di diversa difficoltà nel gruppo del Brenta, dove Wolfgang Hell ha invece lasciato la traccia sul ripido canalone ovest della Cima Tosa. Guido Valota è stato nella selvaggia Val Viola, in Alta Valtellina, in compagnia di Lorenzo Holzknecht, mentre Andrea Bormida ha incontrato Enrico Mosetti per parlare di ripido sulle Alpi Giulie e in Perù.
CON LE SCARPE DA RUNNING - Anche nel periodo più freddo dell’inverno non abbiamo voluto dimenticare le scarpe da running con una insolita e affascinante vacanza in Uganda, dove la corsa è una scusa per andare alla scoperta di gorilla e scimpanzè, oltre che per aiutare le popolazioni locali. Per chi invece vuole semplicemente allenarsi, ecco la salita e discesa dal Monte Musinè, alle porte di Torino, solitamente senza neve. Con Nadir Maguet abbiamo provato i modelli La Sportiva in Gore-Tex, per avere sempre i piedi asciutti.
A COME AGONISMO - C’è chi va per montagne con pelli e sci e chi scivola veloce contro il cronometro. Due mondi che non sempre si incontrano. E poi ci sono anche ciclisti e runner che, per tenersi in forma, provano qualche vertical invernale. Ecco perché abbiamo realizzato uno speciale con tanti consigli dei pro per chi vuole avvicinarsi alle gare di scialpinismo e le ultime novità in materia di tute, caschi, piccozze & co…
LE AZIENDE DA DENTRO - Per conoscere i segreti di tre aziende top abbiamo sguinzagliato Federico Ravassard e Guido Valota tra Francia, Veneto e Austria alla scoperta del dietro le quinte e della storia di Plum, marchio francese che produce attacchi, Grilamid, la ‘casa’ delle plastiche più innovative per gli scarponi, e Hagan, marchio austriaco che per primo ha creduto nello skialp.
MONTE BIANCO - Ora che il reality Monte Bianco (in realtà leggendo gli articoli di Skialper scoprirete che non è corretto chiamarlo così…) è finito… su Skialper potrete leggere un commento ‘pro’ e uno ‘contro’ che portano la firma di Niccolò Zarattini, che ha fatto parte della troupe per le riprese, e di Tommaso de Mottoni, esperto di tv ed ex concorrente del Grande Fratello.
TAMARA - Ex scialpinista agonistica, figlia di un campione dello sci con le pelli e… seconda donna italiana sul K2. Alessandro Monaci ha incontrato Tamara Lunger nel rifugio di famiglia prima della partenza per il Nanga Parbat con Simone Moro.
SPLITBOARD - Nella sezione dedicata allo splitboard, da leggere assolutamente l’interessante articolo di Luca Albrisi che ha intervistato Peter Bauer, uno dei protagonisti della storia della tavola e, oggi, della split.
UP & DOWN - Trentadue pagine dedicate alle gare con interviste e reportage. Si parte con il botta e risposta con Robert Antonioli, come sempre molto franco. Nel ‘confessionale’ di Luca Giaccone sono entrate le sorelle Bieler di Gressoney, mentre Maurizio Pastore ha intervistato Cristina Carli, vincitrice delle Ultra Series italiane della FISKY sul versante running. A Cervinia, in occasione del raduno giovanile, abbiamo fotografato tutte le squadre dei Comitati regionali, una prima per Skialper. E non finisce qui…
DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di dicembre-gennaio sarà disponibile nelle migliori edicole e su app a partire da questa settimana. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
Tutti al festival della neve Fretzka
Appuntamento con Skialper a Bivio, in Svizzera, dal 29 al 31 gennaio
C’è tempo ma… meglio portarsi avanti. Le date da segnare sono quelle del 29-31 gennaio 2016. La parola d’ordine è ‘Fretzka’, il festival della neve fresca di Bivio, sulle montagne dell’Engadina Svizzera, organizzato da Skialper e Trübes Bier. Un ritrovo all’insegna dello scivolare sulla polvere con sci o split. Un fine settimana che si trasforma in raduno di skialp ma anche split, telemark, kite e freeride, perché quando c’è la neve e lo spirito giusto il divertimento è unico. Insomma, un appuntamento da non perdere.
TUTTI TESTATORI - Per i lettori di Skialper un’occasione unica per capire come i nostri dimostratori hanno testato gli sci e la possibilità di diventare testatori per un giorno. È proprio questo il tema scelto dalla rivista per rendere più interessante l’evento. Un modo per rendere chiunque partecipe del nostro metodo per provare l’attrezzatura e sentirsi, anche solo per qualche ora, ski tester ufficiale.
L’IDEA - «Tutto nasce da quella voglia di ritrovarsi una volta con gli amici in montagna, altrimenti non ci si vede mai» dice Michele Rupani, ideatore di Frezka. «Mi sono detto: perché non estendere anche ad altri l’invito? E in pochi giorno ho ricevuto decine di adesioni». La terza edizione di Frezka farà esperienza dei due anni precedenti e continuerà allo stesso tempo a mantenere quello spirito sbarazzino che rende levento più frizzante.
200 EURO - Mancano ancora pochi giorni e poi la quota di iscrizione aumenterà. La partecipazione a Fretzka costa infatti 210 euro fino al 20 dicembre e 240 a partire da quella data e include i pernottamenti, tutte le attività e i clinic tranne due pranzi e la partecipazione all’evento sunset. Un motivo in più per decidere di prenotare subito! Non ci sarà solo Skialper ma anche il campione di kite Toby Decker, i maestri di sci di Garmisch Partenkirchen, direttamente dal reality Monte Bianco la Guida Alpina Roberto Rossi, numerosi freerider. E poi anche la possibilità di provare gli sci di diverse marche. www.fretzka.com
Nuovo record di Steck sull’Eiger
In 2 ore e 22 minuti
Ha senso limare 6 minuti dal tempo di percorrenza di una via che percorre una parete di 1800 metri? Come dice lo stesso Steck, no. Ma per Ueli l’Eiger rappresenta la montagna di casa (abita a trenta minuti da Grindelwald), dove sperimentare nuove tecniche e testare il suo allenamento. Da veloci giri con Killian Jornet e Nicholas Hojat, sapeva come la parete fosse in ottime condizioni e quindi nulla gli vietava di provare a riprendersi il record sulla via Heckmair.
Fast and light. Il suo record personale precedente era di 2h 43min, ma era stato realizzato senza traccia e con un equipaggiamento relativamente pesante. Daniel Arnold era riuscito ad abbassarlo di ulteriori 19 minuti, ma utilizzando la corda fissa sul traverso Hinterstoisser. Usando lo stesso stile, con la via nelle condizioni attuali e lasciando a casa corda e altri materiali, Ueli il 16 novembre 2015 è riuscito a scendere a 2h 22min! Limite raggiunto? Forse no. A sentir lui le nuove generazioni potrebbero puntare senza troppa difficoltà ad infrangere il muro delle due ore: sotto a chi tocca!
Sci, amore e fantasia
Su Skialper in edicola la storia di un hobby che è diventato lavoro
«Tutto comincia un paio di anni fa. Gianluca e Fabrizio sono amici da una vita e fanno coppia fissa nei weekend di freeride ad Alagna, che per loro è una seconda casa. Fabrizio è artigiano, gli piace costruire e studiare cose e inevitabilmente non può fare a meno di apprezzare gli sci in quanto oggetto. Un giorno gli capitano sotto mano un paio di aste artigianali canadesi, delle quali si innamora. Inizia a venirgli in mente il pensiero che magari costruirsene un paio non deve essere impossibile, anzi, l’idea viene rinforzata dagli incoraggiamenti di Gianluca e da qualche birra dopo avere sciato. I due iniziano a informarsi su internet, dove, soprattutto dagli Stati Uniti, riescono a trovare informazioni utili». Inizia così l’articolo di Federico Ravassard sulla Whiteland Ski, una micro-fabbrica di sci piemontese, sul numero di ottobre-novembre di Skialper.
ARTIGIANI DELLO SCI - Dalla passione è nato un lavoro. Si chiamano infatti Balma, Zube, Olen, Schwi gli sci prodotti di Whiteland Ski. Solo i materiali migliori, legno e tessuti (composti da un cocktail di fibra di vetro e fibra di carbonio); non si utilizzano né titanal né carbonio puro, che per Fabrizio sono solo un tentativo di compensare, in un processo industriale, alcune pecche dello sci. Ad esempio, per irrigidire l’asta, preferiscono inserire al posto del metallo altri strati di tessuti: un processo di sicuro più lungo e impegnativo, ma che garantisce un flex molto più armonico. Le fibre utilizzate, poi, sono orientate in modo da garantire la massima rigidità torsionale, senza tuttavia rendere lo sci impegnativo in senso longitudinale: il miglior compromesso. Nessun rocker di base, sostituito da una geometria a camber tradizionale con un piccolo accorgimento: la spatola molto morbida, che tende a incurvarsi ed emergere dalla neve spontaneamente. «Non devi guardare troppo quello che fanno gli altri o quello che vuole il mercato. E’ lì che perdi tutta la tua originalità» dice Fabrizio. Intanto ha preso forma lo sci di Skialper, costruito proprio durante la nostra visita. Siamo curiosi di metterlo sulla neve…
GIA’ DISPONIBILE SU APP - Skialper di ottobre-novembre è già disponibile nelle migliori edicole. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare immediatamente su smartphone o tablet, è già disponibile. È sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!.
A questo link una presentazione completa di Skialper 102 di ottobre-novembre.
The splitboard project
Una sezione tutta dedicata alle tavole splitboard nella test di Skialper
L’ingresso della sezione splitboard è una delle grandi novità della Buyer’s Guide 2016 di Skialper. E si tratta di un ingresso in grande stile, dato che il team capitanato da Luca Albrisi ha realizzato il primo test comparativo in Italia sulle tavole da alpinismo. Lo stato dell’arte, insomma, in attesa di evoluzioni e sviluppi. Abbiamo ritenuto che questa interpretazione della montagna fosse del tutto coerente e complementare allo scialpinismo nelle sue varie forme, motivo per cui questa sezione avrà un seguito e su ogni numero della rivista Skialper ci sarà una sezione fissa dedicata al mondo split.
FUORI - «Fuori da quello che conosciamo, fuori dal casino e dalla routine (anche quella del nostro tempo libero), fuori dalla famosa ‘comfort zone’ di cui siamo tutti un po’ schiavi». Così Luca apre la sezione di ben 36 pagine, che contiene una ricca parte introduttiva e metodologica e il test di ben sedici modelli. Non tutti quelli disponibili, una selezione critica distribuita sui principali marchi.
I MODELLI - Abbiamo assegnato un award di ‘split of the year’ e numerosi altri riconosmimenti. A voi scoprire quali sono state le tavole che se li sono aggiudicati. Abbiamo testato: Amplid The Creamer, Amplid The Morning Glory, Burton Custom Split, Burton Landlord, G3 Scapegoat Carbon, Jones Carbon Solution, Jones Solution, K2 Panoramic, K2 Ultrasplit, Nitro Doppelganger, Plum Prems Fiberglass, Plum Talps, Salomon Premiere, Salomon Split, Völkl Untrac, Völkl X Sight.
TEST TEAM - Le valutazioni sono state date da un super-team di professionisti: Luca Albrisi (coordinatore), Ivan Baldi, Alfredo Canavari, Icio Davarda, Gigi Lozzi ed Ettore Personettaz. Lo staff di Pillow Lab ha curato fotografia e stesura di tutti i testi. Il negozio Burning Boards! di Cles (TN), nella persona del titolare Luca Dalpez, è stato il centro di valutazione al banco, preparazione e montaggio delle tavole.
PAROLA AI LETTORI - E ora tocca a voi… Consultate la sezione splitboard della Buyer’s Guide e fateci avere le vostre considerazioni. Serviranno per far crescere il progetto e per gettare le basi per la prossima edizione del test.
Giorgio Bavastrello in arte Sborderzena
Su Skialper in edicola intervista a un protagonista dello snow-alp
Genovese, 46 anni, professore di matematica, un passato da camallo negli ambienti portuali di Genova e un simpatico soprannome, Sborderzena… Pratica snowboard dal 1995, hard setting e scivolare. Dal 2004 dedica gran parte del suo tempo libero allo snowboard-alpinismo, pente raide monolamina con una predilezione per le Marittime, le sue montagne, ma anche big line in giro per le Alpi seguendo le condizioni. Comino-Garelli al Mongioie, una nuova via diretta dalla vetta del Monviso, Binel-Cretier alla NE della Grivola, Lyskamm e Ovest del Monte Bianco sono solo alcune perle della sua collezione. Stiamo parlando di Giorgio Bavastrello, intervistato dal nostro Andrea Bormida sul numero in edicola di Skialper. Ecco una piccola anteprima.
TAVOLA CONTRO TUTTI - «La tavola sta alla moto come gli sci stanno all’automobile! La tavola è fun, c’è poco da fare. Lo sci è tecnico, lo snow è istinto. Non cambierei mai. Però trovo il che il telemark sia una figata assoluta, se avessi tempo mi piacerebbe imparare. Lo snow però esce sconfitto dal confronto con lo sci sotto il profilo puramente tecnico. Hai due lamine su cui agisci con forza, mentre con il surf hai la curva frontale (front-side) con cui imprimi una forza pazzesca sulla lamina, mentre di schiena (back-side) lavori di talloni e allora quando atterri devi essere perfetto, altrimenti scappi via. Lo ski ha fatto progressi enormi (un bel marketing, tanta ricerca) mentre sullo snow siamo all’età del bronzo. Però, qualcosa si sta muovendo…».
SPLIT - «Dio benedica la split! Personalmente mi ha allungato la vita scialpinistica. In salita non c’è storia rispetto alle ciaspole. Il movimento della camminata è molto fluido e rilassante inoltre non si ha più il peso sulla schiena, anche se di fatto lo hai ai piedi. Con la split nei traversi si tribola parecchio se la neve è molto dura. Io metto spesso i coltelli e traccio traiettorie più strette e ripide rispetto agli scialpinisti. Se c’è farina nessun problema. In discesa rispetto alle tavole classiche… beh qualcosa di diverso c’è, ma solo su nevi dure. Però le differenze non sono così evidenti. Non ha senso fare paragoni con lo sci: sono due strumenti differenti con i loro pregi e difetti. O scii o surfi!».
MONVISO - «Il Monviso mi ha regalato emozioni particolari, avendone sciato tutti i versanti. Ma anche alcune discese sul Bianco, come il couloir Saudain con Mario Monaco sono sicuramente ricordi unici. In realtà non è la discesa a segnarmi emotivamente. Dipende da moltissimi fattori, quali l’ambiente, la linea, i compagni di gita…». Perché lo chiamano Sborderzena? Basta comprare Skialper…
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10 ore, 2 minuti e 1 secondo
I dettagli della nord dell’Eiger di Kilian e Ueli
Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia della scalata sulla nord dell’Eiger di Kilian Jornet e Ueli Steck. Un’impresa resa nota dagli stessi protagonisti attraverso le pagine di Facebook. A qualche giorno di distanza filtra qualche dettaglio in più. Desnivel.com segnala che la via seguita dai due è stata la Heckmair. La partenza è avvenuta da Grindelwald, a quota 1.000 circa e la parte alpinistica inizia a 2.300 metri. Secondo il racconto dei protagonisti le condizioni erano perfette. La discesa invece è avvenuta del versante est. Il tempo totale? Dieci ore, due minuti e un secondo.