Garmont Pinnacle GTX
Novità 2013 con tomaia in pelle Perwanger
Dedicato a trekker amanti delle lunghe distanze e dei passaggi tecnici su terreno misto, il nuovo scarpone Garmont, compatibile con i ramponi semiautomatici, ha tomaia in pelle Perwanger da 2,8 mm di spessore in pezzo unico e intersuola in poliestere a tripla densità e fibra di vetro. Caratteristica saliente è l’inedito sistema di bloccaggio del tallone con inserto anatomico in poliuretano. La fodera è in Gore-Tex Sierra, la linguetta in pelle di vitello. Il bordone in gomma ricopre l’intero sviluppo perimetrale della scarpa. Suola Vibram Titus. Nonostante il gambetto alto, i punti di flessione lungo il collo del piede promettono d’agevolare la camminata. Pesa 858 grammi nella misura 42 EU.
CamelBak All Clear
La bottiglia sportiva che purifica l’acqua dai batteri
La nuova bottiglia sportiva di CamelBak è in grado di purificare in 60 secondi l’acqua in essa contenuta. Grazie all’azione di una specifica lampada UV elimina la carica batteriologica presente nel liquido. Un’azione replicabile sino a 80 volte per ogni ricarica mediante Usb delle batterie al litio (2) in dotazione. Il buon esito della purificazione può essere verificato mediante un apposito schermo LCD. Consente di trattare sino a 750 centilitri per ciclo. Pesa 200 g.
Morbelli, una vita con tuta da sci e scarpe da trail
L'atleta piemontese che ha vinto il Trail Tour fara' anche la CCC
Piemontese di nascita e valdostana d’adozione, Simona Morbelli è un nome nuovo nel panorama del trail running italiano. Con la vittoria nel Salomon Trail Tour Italia 2012 ha centrato un obbiettivo importante, merito del suo talento e della sua determinazione. Abbiamo cercato di scoprire qualcosa di lei.
Simona, raccontaci qualcosa, dove abiti, cosa fai nella vita di tutti i giorni, quando e perché hai incominciato a correre.
«Vivo a Courmayeur e nei mesi estivi torno in campagna a Rivalta Bormida in Piemonte, dove ho la casa da sempre. Mi sono trasferita in montagna per amore degli sport legati a essa. Pratico sci 'libero' come si definisce il fuoripista, l'alpinismo e l'arrampicata su roccia. Vivevo a Milano e pratico questi sport da quando ho deciso di lasciare un frenetico lavoro per diventare mamma di due bimbe che ora hanno 5 e 7 anni, e lo sport e' diventato il mio magnifico 'lavoro di diletto'. Vivo con la tuta da sci in inverno, pantaloncini, t-shirt e scarpe da arrampicata e trail nei mesi restanti. Ho iniziato a correre lo scorso anno per migliorare la capacità polmonare in quota, non sapevo nemmeno cosa fosse il trail, poi la mia prima gara ad aprile del 2011 dove sono arrivata terza e via... non mi sono più fermata!».
Ti sei presentata alla partenza di tutte le prime quattro tappe del Salomon Trail Tour Italia e a una gara dal termine l’avevi già vinto. Te lo saresti aspettato?
«Assolutamente no. Ricordo ancora il giorno in cui Fulvio Massa, che oltre a essere il mio medico/fisioterapista e' diventato il mio preparatore, mi ha proposto questa sfida. Ha creduto in me anche quando io ero titubante, ha avuto pazienza e se siamo qui a parlarne e' solo grazie a lui».
Un ricordo su tutti di questa fantastica avventura.
«La prima tappa, l’Elba Trail. Ero nelle prime posizioni e intorno al ventinovesimo chilometro mi sono persa. Tra l'altro mi ero procurata una bruttissima storta al ventesimo, avevo la caviglia gonfia e dolorante. Mentre vagavo tra le rocce imprecando, tre atlete mi hanno superato. Ritrovata la strada ho dovuto dare l’anima per riprendere la posizione, ho tagliato il traguardo mano nella mano con l'ultima che avevo ripreso, abbiamo fatto gli ultimi chilometri insieme e parlato tutto il tempo. E' nata un'amicizia, ad agosto verrà ad allenarsi con me a Courmayeur».
La prova in cui senti di esserti espressa meglio?
«La Cro Magnon. Era la prima volta che affrontavo un percorso così lungo ed estremo. Non sapevo come avrebbe reagito il mio corpo. Abituata alle ascensioni so che difficilmente la testa mi tradisce, purtroppo però, la poca esperienza può farti gestire una gara nel peggiore dei modi. La disidratazione e gli errori nell’alimentazione possono farti spegnere il motore in un attimo. Fortunatamente è andato tutto a meraviglia, ho sempre sentito il corpo in armonia con se stesso».
Come reputi le tue prestazioni in generale? Pensi di avere dei margini di miglioramento?
«Al termine di ogni allenamento non sono mai pienamente soddisfatta, anche nella corsa, come nel resto, pretendo sempre molto da me stessa. Penso però di aver raggiunto dei buoni risultati personali e, con pazienza ed esperienza, forse potrò migliorare ancora».
Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti della stagione?
«Dalla prossima settimana i miei allenamenti saranno focalizzati nella preparazione della CCC (Courmayeur-Champex-Chamonix) di fine agosto. Non era un obbiettivo a inizio stagione ma dal momento che quello del Salomon Trail Tour Italia è stato raggiunto, cercherò di fare del mio meglio senza risparmiarmi.
Poi, dopo appena due settimane, ci sarà l'ultima tappa del Salomon Trail Tour, il Sellaronda trail che, per fortuna, potrò affrontare con meno apprensione».
Anno sabbatico per Dakota Jones
Il vincitore della Transvulcania ha chiuso la stagione
Lo ha scritto lui sul suo blog: smetterà di correre per una stagione per mantenere la motivazione. Dunque Dakota Jones, dopo avere vinto la Transvulcania, corso la Zegama e la HardRock 100, ora pensa alla mountain bike e soprattutto all'alpinismo. «Sono nel mio migliore stato di forma di sempre, però per questo sport la longevità è importante… So che la mia carriera non durerà per sempre, ma voglio essere sicuro che la fine arriverà per una mia decisione e non sarà obbligata… Data la mia età e la mancanza di infortuni, c'è più il pericolo di bruciarmi mentalmente che fisicamente, per fortuna sono molto motivato, però, come in corsa mi alimento quando sto bene per evitare che sia troppo tardi, credo che sia il momento di 'alimentare' la mia motivazione». Dakota Jones vuole utilizzare la prossima stagione per scalare, andare in mountain bike, studiare le lingue straniere, aggiornare i propri profili internet...
Il livello dello skyrunning italiano
La riflessione del selezionatore Poletti dopo la Dolomites
Silvia Serafini quinta, Gil Pintarelli, migliore italiano, diciassettesimo… Le donne italiane dello skyrunning migliorano… e gli uomini? Questo il verdetto della Dolomites Sky Race. Abbiamo chiesto un commento sull'argomento al selezionatore della nazionale di skyrunning Mario Poletti: «Penso che la vera selezione si farà in realtà domenica al Giir di Mont con tutti i più forti atleti del Belpaese. In questo momento ci sono tante gare ogni fine settimana e gli atleti corrono tutte le domeniche, ci sta che ci sia una gara nella quale brillano di meno e poi sono talmente tanti gli appuntamenti che c'è molta dispersione. Probabilmente, vedendo anche il livello dei runner presenti e pensando alla gara di Premana, diversi skyrunner hanno valutato di non partecipare».
Edelrid Cable Vario
Il set da ferrata ad assorbimento variabile
Premiato alla recente fiera internazionale degli sport Outdoor di Friedrichshafen, Cable Vario è il primo set da ferrata a carico variabile. Permette di assorbire/ammortizzare, in caso di caduta, qualsiasi tensione adattando il sistema di ritenuta al peso dell’utilizzatore. Una possibilità di personalizzazione che ricalca, idealmente, la tecnologia degli attacchi da sci, e che va a tutelare soprattutto i soggetti dalla corporatura più minuta, altrimenti interessati da tensioni potenzialmente pericolose. Il set Cable Vario si completa di longe elasticizzate e moschettoni OneTouch, apribili esercitando una semplice pressione con il palmo della mano in corrispondenza della protezione di chiusura.
Pablo, re del Trail Tour
Intervista con Barnes, vincitore del circuito targato Salomon
Pablo Barnes (1976), argentino di nascita e ligure d’adozione, si è laureato sabato vincitore del secondo Salomon Trail Tour Italia a Fanano (Mo). Il trail runner è riuscito infatti a conquistare il terzo posto assoluto e la vittoria finale nel circuito. Questo risultato si aggiunge alla vittoria nel Grand Raid du Cro-Magnon a giugno e al terzo posto nel Le Porte di Pietra a maggio. Per lui, sicuramente, una stagione da incorniciare.
Pablo, questa è la tua sesta stagione nel trail running. La reputi una delle tue migliori?
«Il 2007, l’anno del mio esordio, mi ha dato tante soddisfazioni, e stato l'anno in cui ho fatto il mio salto di qualità, tanto nelle gare di 24 ore come nel trail. Ho fatto cose che ricorderò per sempre, sono riuscito a vincere il mio primo ultra trail a pari merito con il migliore Marco Olmo. Ma un ritorno di questo tipo non me lo immaginavo, il livello dei trail e cresciuto tanto e le mie prestazioni in questa stagione sono un qualcosa che non mi aspettavo, è sicuramente una delle mie migliori annate in assoluto».
Su tutte, qual è l'immagine di questa stagione che ti porterai con te?
«Mi vengono in mente la faccia della mia figlia Camilla, il podio della Cro-Magnon e la felicita del mio amico Fabrizio Roux quando ha vinto il suo primo trail, il Gorrei».
Come si superano le difficoltà degli infortuni e dove si trovano le motivazioni necessarie per rimanere ad alti livelli?
«Nel momento peggiore, quando non riuscivo a correre, avevo una depressione importante, però grazie agli amici che mi hanno aiutato e principalmente a mia moglie Virginia sono riuscito a superare questa difficile fase».
Cosa significa la vittoria nel Salomon Trail Tour Italia 2012?
«Non mi era mai capitato prima di vincere un circuito. Esserci riuscito con il Salomon Trail Tour Itaila, proprio nel'anno della nascita del Team Salomon Carnifast, per me è un risultato di prestigio».
E l'ultra trail running?
«L'ultra trail è entrato nella mia vita e occupa una parte importante della giornata e dei miei pensieri, mi aiuta a rilassarmi, a conoscere gente nuova, a viaggiare e testare in continuità i miei limiti fisici e mentali».
Quali sono gli altri obiettivi di questa stagione agonistica?
«I principali obiettivi sono il Mondiale di 24 ore a settembre in Polonia e i Templiers in Francia, gara mitica che non ho mai fatto».
Cosa rappresenta il team Salomon Carnifast?
«Fare pare del Team Salomon Carnifast mi aiuta a trovare le motivazioni per migliorarmi perché sono in contatto con atleti di altissimo livello. In questo team ho degli amici nuovi e vecchi con cui ci incontriamo e non solo per correre; con il mio manager parliamo quasi tutti i giorni e ogni tanto organizziamo delle feste memorabili che uniscono il gruppo. Questo team porta fortuna!».
Osprey Viper
Nuovo sistema idrico per lo zaino americano da trail
Squadra che vince non si cambia. Però si migliora. Così la pensano in Osprey, dato che alla collaudata linea Viper, dedicata a mountain biking, trail running e biking, sono state apportate significative evoluzioni in vista del 2013. Gli zaini, da tradizione particolarmente tecnici, si avvalgono di uno strato esterno in poliestere antitaglio cui s’abbina un inedito dorso definito AirScape per la presenza di canali e svasature di ventilazione. Gli spallacci sono in Eva preformata e mesh. Caratteristica saliente è l’inclusione del nuovo sistema idrico Hydraulics, forte di una base d’appoggio in grado di copiare fedelmente il profilo della schiena del trail runner favorendo al contempo il flusso del liquido. La sacca idrica è realizzata mediante un materiale inodore e insapore che offre protezione antimicrobica al 100%. I serbatoi da 3 litri sono inclusi negli zaini dal volume maggiore (con capienza di 13 e 9 litri), mentre Viper 5 (capacità di 5 litri) è dotato di serbatoio da 2 litri. Inedite, infine, la profilatura asimmetrica degli spallacci, con una zip che mantiene in posizione il tubo del sistema idrico durante l’azione e successivamente consente di riporlo al riparo dallo sporco, e la tasca avvolgibile che aumenta la capacità di carico.
Dominio kenyano in Val Gardena
Solo Wyatt tiene testa ai forti africani nella Mountain Run
Domenica scorsa è stata la volta della prima edizione della Val Gardena Mountain Run con alcuni atleti top, tra i quali Jonathan Wyatt e i fortissimi kenyani che hanno dominato sul Grossglockern una settimana fa. Alla gara gardenese erano iscritti 158 atleti: arrivati al traguardo 29 donne e 119 uomini. La partenza era nel centro di Ortisei con traguardo alla stazione a monte del Seceda e un dislivello di 1.247 metri per una lunghezza di 14,5 chilometri. Hanno dominato gli atleti kenyani. Tra gli uomini i due africani Kosgei (secondo nella gara austriaca) e Wangari sono partiti forte e fino al chilometro nove sono stati in testa. Il neozelandese Jonathan Wyatt (sei volte campione del mondo di corsa in montagna) è riuscito però a sorpassare Wangari, staccandolo al traguardo di un minuto e mezzo. Il vincitore Kosgei è arrivato in traguardo con il tempo 1h 07' 47'', Wyatt 1h 09' 55'' e il terzo classificato Wangari ha fermato il cronometro a 1h 11' 23''. Migliori altoatesini Thomas Niederegger e Hannes Rungger, rispettivamente quarto e quinto. Tra le donne prima classificata la kenyana Lucy Murigi (vincitrice sul Grossglockern) con un tempo di 1h 21' 35'', davanti ad Antonella Confortola (1h 24' 30'') e terza la britannica Anna Lupton (1h 33' 04''). Buon quinto e sesto posto per le altoatesine Anna Pedevilla e Birgit Klammer.
Il video della Dolomites Sky Race
Alcune entusiasmanti immagini della gara vinta da Kilian Jornet
Abbiamo seguito dal vivo tutte le fasi della gara con il nostro inviato Guido Valota. Abbiamo tweettato, commentato, scritto e fotografato. Ora è tempo di rivivere le emozioni di questa incredibile gara con il video ufficiale realizzato dall'ufficio stampa della Dolomites, in attesa del servizio ricco di approfondimenti tecnici che potrete trovare nel primo numero della rivista ad ottobre.
Pigoni vince il Cima Tauffi
Nella gara di 60 km secondo Vallosio e terzo Barnes
Cima Tauffi Trail: 60 km, 4.500 m D+. Appuntamento sabato scorso sull'Appennino modenese, a Fanano. La gara ha visto la vittoria di Matteo Pigoni (6h 18' 39'' - Atletica RCM) davanti a Sergio Vallosio (6h 33' 49'' - Team Salomon-Carnifast) e Pablo Barnes (6h 50' 29''). A seguire Cristiano Campestrin (Salomon-Carnifast), Eugenio Ducoli (Atletica Paratico), Giulio Piana (Cima Taufi Fanano), Girogio Toniolo (Salomon-Carnifast), Lara Mustat (prima donna con il tempo di 8h 2' 18'') e Michele Oriele Locatelli (Runners Bergamo).
Conclusa la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer
A Bergamo vincono Pedini-Iret e Firefox
Si è conclusa ieri la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer 2012, eventi sportivi multidisciplinari. Sabato 21 e Domenica 22 Luglio nella suggestiva cornice di Città Alta a Bergamo, 38 team si sono dati appuntamento per lo svolgimento di questa prima manche estiva. Armati di Road Book, a piedi o in sella alle mountain bike, tutti i partecipanti sono scattati allo start per affrontare la gara che si è svolta in uno scenario outdoor insolito ma non per questo meno emozionante: la ‘giungla urbana’ della città di Bergamo. Ogni team, costituito da tre persone ciascuno, si è cimentato in in un percorso misto di trail running e mountain bike, interamente in orienteering, alla ricerca dei Check Point disseminati sul territorio. Particolarmente avvincenti sono state le prove speciali che i team si sono trovati ad affrontare: l’arrampicata, la teleferica e la calata dalle mura; ma soprattutto il bag jump, novità assoluta nel format dei Raid firmati Rewoolution. Il Summer Raid ha messo così alla prova il coraggio di tutti i partecipanti, che si sono lanciati dalle mura di Città Alta, da un’altezza di 10 metri ca. per atterrare sul materassone gonfiabile. Ad aggiudicarsi la prima tappa Raid Summer per la categoria pro è stato il team Pedini-Iret (R. Mattioli - A. Visioli - M. Sartor) - che ha completato il percorso con un risultato finale di 01:41:03 - e per la categoria amatori il team Firefox che chiuso la sfida con 01:11:18. Un ottimo risultato che spingerà ancor di più i team a ripetere l’impegno anche nella prossima edizione di Nago-Torbole (22-23 Settembre) che potrebbe portarli all’ambito premio finale. Un viaggio in Nuova Zelanda, offerto da ZQ in collaborazione con Rewoolution, è infatti il premio che si aggiudicherà il team che avrà raggiunto la miglior classifica globale nelle due tappe estive. Non solo, anche un team estratto a sorte, naturalmente solo fra quelli che avranno preso parte ad entrambe le edizioni, volerà alla volta degli antipodi, alla scoperta del mondo della lana Merino.