Silvia Serafini alla London's Royal Parks Ultra
La gara domenica lungo il Tamigi
Si svolgerà domenica 7 ottobre la London’s Royal Parks Ultra, su un percorso cittadino di 50 chilometri. La partenza della gara avrà luogo a Hide Park per poi seguire il Tamigi in alcuni degli spazi verdi più suggestivi di Londra: Green Park, St. James Park, Battersea Park, Wandsworth Park, Kew Gardens, Terrace Gardens, Ham Common, Canbury Gardens fino a Busny Park. La manifestazione è organizzata dalla Royal Parks Foundation con il fine di aiutare le persone disabili. Tra i 700 concorrenti al via, anche l’italiana Silvia Serafini del Team Salomon Carnifast, recente vincitrice del titolo italiano nelle Ultra Skymarathon®. Per info sulla gara: www.royalparksultra.com
Traversata delle Montagne del Triangolo Lariano
La storica gara domenica prossima
In programma domenica 7 settembre la Traversata delle Montagne del Triangolo Lariano - Como-Valmadrera. Gara ormai storica, giunta alla quindicesima edizione, lungo un percorso di 36 chilometri e 2.350 metri di dislivello positivo. Partenza dal centro di Como alle ore 8:45. Itinerario: Piazza Amendola (mt 200) - Rifugio C.A.O. (mt 950) - Monte Bolettone (mt 1.310) - Monte Palanzone (mt 1.436) - Rifugio Marinella (mt 787) - Asso - Canzo (mt 400) - Fonte - Piazza Mons. Citterio (Valmadrera). Nel 2011 i vincitori furono Paolo Gotti in 3h 17’ 00’’ ed Emanuela Brizio in 4h 00’ 09’’. Per il record della corsa, Fabio Bonfanti nel 2005 in 3h 00’ 40’’ ed Emanuela Brizio nel 2008 in 3h 33’ 52’’.
Tra i 200 iscritti: Stefano Butti (OSA Valmadrera) Nicola Golinelli (Arc'Teryx) Fabio Bazzana (Valetudo Skyrunning) Emanuela Brizio (Valetudo Skyrunning) Daniela Gilardi (OSA Valmadrera) Cinzia Bertasa (IZ Skyracing).
Vertical notturno alla Limone Extreme
La gara 'firmata' da Fabio Meraldi
Un Vertical by-night? Sì, ecco la tanto attesa novità. Per la finalissima di campionato italiano di combinata Limone sul Garda (Bs) proporrà un vertical 'vista lago' in versione by night. Oltre alla skyrace di domenica 21 ottobre, al termine della quale verranno assegnati i titoli tricolori 2012 Fisky, l’organizzazione ha tracciato una linea d’ascesa che troverà il plauso degli amanti dell’only up: «I vertical sono molto più di una moda del momento - ha esordito il presidente del locale gruppo sportivo Franco Codogni -. Nell’ottica di crescere proponendo qualcosa in più e di diverso rispetto a quello che era già stato fatto lo scorso anno, abbiamo ingaggiato un direttore gara del calibro di Fabio Meraldi e pensato a questo weekend a fil di cielo. Un weekend a rischio vertigini e altamente spettacolare che esordirà venerdì 19 con la gara in notturna».
LA FIRMA DI MERALDI - Ad approfondire i dettagli tecnici di questo inusuale crono salita ci ha invece pensato il campionissimo di specialità e direttore gara (nonché collaboratore di Ski-alper) Fabio Meraldi: «Nel tracciare questo vertical si è tenuto conto sia della sentieristica locale, sia delle esigenze sportive così da creare una linea di ascesa che dopo la gara fosse fruibile anche dai numerosi turisti che frequentano queste montagne. Con il senno di poi direi che abbiamo decisamente colto nel segno. In più di un occasione ho provato l’itinerario e messo in sicurezza con corde fisse permanenti i punti più aerei. Non pago, sono salito in notturna portando con me diversi volontari del comitato organizzatore. Il mio giudizio? Fantastico. Con le frontali che illuminano a giorno non si corrono rischi e il panorama che si gode già dopo 15’ di salita è mozzafiato».
L'ITINERARIO - Circa 1100 metri di dislivello positivo in nemmeno 3 km di percorso sono dati che impressionare, ma sicuramente quello che più colpirà spettatori e pubblico sarà lo strepitoso panorama che questo itinerario regala. Dai soli 60 metri della zona partenza spara, attraverso un sentiero appositamente 'ripulito' per l'occasione, ai 1160 metri dello striscione d’arrivo. Partenza da Limone sul Garda, località foce torrente San Giovanni, dopo un primo tratto che costeggia il medesimo torrente, si percorre qualche metro su asfalto e un piccolo tratto d'uliveto. Poi si sale, lungo un crinale dove la salita diventa sempre più impervia e difficile. Arrivati al Dosso dei Roveri (circa metà strada) sì entrerà nel bosco, per riprendere il crinale verso la vetta. Sul finale il sentiero qui concede anche 2 brevi tratti di discesa, ma è comunque tutt'altro che rilassante: il percorso passa sopra cascate di roccia che sembrano infrangersi nel lago sottostante. Arrivo in Località 'Nembra', dove si gode una vista mozzafiato.
La Tribu' del Trail
Considerazioni sul mondo dei runner a margine di Cavalls del Vent
Durante il lungo viaggio di ritorno da Bagà, dai Pirenei alle colline del Monferrato, tra i tanti momenti vissuti, alcuni in particolare mi sono ritornati in mente più di una volta.
Se da un lato mi ha entusiasmato vedere dal vivo gli atleti in testa alla Cavalls del Vent, in particolare la sfida ravvicinata tra Kilian Jornet e Anton Krupicka nei pressi del Refugi Lluis Estasen, a 20 chilometri dalla conclusione, devo ammettere che ciò che mi ha maggiormente incuriosito è stato altro.
CATAPULTATO NEL PRESENTE - Ore 17:55, da pochi minuti è giunto al traguardo l’americano Anton Krupicka. Come già avvenuto dieci minuti prima con il vincitore Kilian Jornet, una trentina di fotografi l’hanno atteso schierati qualche decina di metri dopo la linea d’arrivo. Oltre le transenne il numeroso pubblico festeggia il momento con molta partecipazione. Per Anton, un'ovazione al pari, se non superiore, di quella che ha omaggiato Kilian dieci minuti prima. I due si complimentano a vicenda e si mostrano ai fotografi per immortalare l’ennesimo momento storico dell’ultra running. Anton si concede alle interviste dei giornalisti e immediatamente dopo la sua attenzione è tutta per il pubblico presente. Sfila lungo le transenne che portano all’arco d’arrivo stringendo mani, fermandosi per le fotografie e firmando autografi. Tra le migliaia di persone presenti, molti ragazzini letteralmente in delirio per il loro idolo.
INTERNET E IDOLI - All’improvviso, come catapultato in un altro sport o nel futuro, mi accorgo che l’ammiratore usuale si è trasformato in fan, l’esperto di montagna che sbircia, rispettoso e forse timoroso, in un giovane ragazzo che conosce tutto di questo ambiente grazie a internet e ai social network. Anton non può che essere un idolo per la futura generazione dei trail runners. A 29 anni, è un campione, ha saputo rompere alcuni schemi correndo quasi sempre a petto nudo, ha fatto della corsa un vero e proprio stile di vita e, cosa fondamentale, sa comunicare molto bene nell’era di internet.
Mezz’ora dopo giunge al traguardo un altro americano, si chiama Dakota Jones, ha 22 anni e dopo la sua vittoria a maggio, sempre in Spagna, alla Tranvulcania, si porta con se lo slogan 'Dakota for President'. Anche per lui, stesso copione e stesso entusiasmo.
AUTOGRAFI - Ho il telefonino scarico e la macchina fotografica mi ha abbandonato nel pomeriggio, danneggiata dalla pioggia. Mi reco in albergo per ricaricarlo il giusto indispensabile per scattare le fotografie alle prime donne. L’albergo si chiama Ca l’Amagat ed è lo stesso che ospita tutti gli atleti internazionali presenti per l’occasione. Il tempo di percorrere poche centinaia di metri e, inaspettatamente, rivivo nuovamente le stesse identiche scene di prima. Davanti all’entrata un gruppo di persone, tra cui molti ragazzini, attendono l’arrivo o l’uscita di qualche atleta. La speranza è la solita, una fotografia, un autografo e una stretta di mano. Realizzo adesso che non sono stato catapultato in un altro sport o nel futuro ma che sto semplicemente vivendo il presente dell’ultra running. Mi rendo conto che è nata una vera e propria Tribù del Trail.
LE ORIGINI DELLA TRIBÙ - Correva l’anno 2010. Kilian Jornet, spagnolo di 23 anni, dopo innumerevoli successi su tutte le distanze possibili e immaginabili, s’inventa quale ponte d’unione tra il mondo europeo e quello americano. La recente storia dell’ultra running non aveva ancora permesso un vero confronto tra le due scuole. Da un lato, gli americani che avevano quasi sempre fallito alla loro unica presenza nelle gare europee, l’UTMB®, dall’altro pochi atleti europei che avevano osato sfidare i maestri delle 100 miglia. Kilian a fine giugno si presenta alla partenza della gara simbolo, la famosa Western States. Con Geoff Roes, poi vincitore, e lo stesso Anton Krupicka dà origine a una sfida memorabile. Arriva terzo, agli occhi di noi europei contribuisce a dare ulteriore credibilità al valore degli specialisti americani e, cosa più importante, dà il via a una nuova epoca dell’ultra running. Segue un anno in cui aumentano le apparizioni DI atleti stranieri in America. Nel 2011, Kilian Jornet con la Western States, Julien Chorier con la Hard Rock e Ryan Sandes con la Leadville, si portano a casa le vittorie nelle tre più importanti 100 miglia. Sul versante opposto, invece, gLi atleti americani non vanno oltre l’undicesimo posto di Michael Foote, sempre all’UTMB®. Oltre ai momenti prettamente agonistici, si intensificano i rapporti tra gli atleti, in primis tra Kilian Jornet e Anton Krupicka, ma non solo.
LA GARA DEL SECOLO - A maggio del 2012, l’interazione tra i principali protagonisti dell’ultra running prende una nuova strada. La ISF (International Skyrunning Federation), li riunisce in Spagna tutti insieme per un’intera settimana. Questo avviene in concomitanza di una gara, la Transvulcania, poi definita come 'la gara del secolo' proprio per questo motivo. Tra i circa 30 atleti invitati, si presenta anche Anton Krupicka che però non potrà disputare la competizione perché reduce da un infortunio. Segno che c’è comunque voglia di contribuire al nuovo corso dell’ultra running.
UNA TRIBÙ SENZA DIMORA - A Bagà, in occasione del Cavalls del Vent, si è assistito a un ulteriore sviluppo di questo divenire. Stessa formula con una competizione importante da disputare e moti momenti da condividere insieme, con l’hotel Ca l’Amagat quale centro di unione del tutto. Segno della lungimiranza di chi ha creduto prima di qualsiasi cosa nell’importanza dell’aggregazione, ovvero Lauri Van Houten. E’ in questo luogo che durante la settimana della gara gli atleti vivono a stretto contatto tra di loro. Una nuova casa per la Tribù del Trail che ormai incomincia a definirsi sempre meglio. Kilian Jornet, 25 anni, Anton Krupicka, 29 anni, Dakota Jones, 22 anni, Philipp Reiter, 21 anni, Joe Grant, 29 anni, Anna Frost 31 anni ed Emilie Forsberg, 26 anni, ne sono solo alcuni dei principali protagonisti. Ragazzi di talento che hanno plasmato la loro vita in funzione della loro passione.
WEB TRIBÙ - Si incontrano alle gare, saltuariamente in altri periodi, ma che restano in continuo contatto tra di loro grazie al web. Uno diverso dall’altro, ciascuno con la sua personalità, segno che la Tribù del Trail non ha bisogno di uno stereotipo ma di esprimere unicamente l’essere individuale. C’è chi gira sempre scalzo e trasandato chi presta più attenzione al look, chi corre senza maglietta e chi con i bastoni e lo zaino. Sono accomunati dalla passione, dalla voglia di confronto, dall’aver accettato di vivere praticamente senza una fissa dimora e, quando non corrono, dall’avere il pc sempre acceso e connesso in rete. A immortalare le loro idee e trasmettere il loro verbo, molti fotografi e giornalisti. Alcuni ormai parte integrante della Tribù come l’inglese Ian Corles, omnipresente sia nelle fasi di gara che in quelle di svago. Anche per lui, non esiste ormai più fissa dimora. Non intervista nessuno della Tribù del Trail, conosce ormai ogni suo componente e si limita a confrontarsi con loro. Gli occhi dei ragazzi si identificano ormai perfettamente con i suoi scatti. A Ca l’Almat erano presenti anche due atleti come Miguel Heras, di 37 anni, e Tofol Castaner, di 40 anni. Ancora fortissimi, ma di un'altra generazione, quella ancora cresciuta ai giardinetti e non davanti alla Play-Station o su internet. Il loro ritiro in gara, quasi a testimonianza di un passaggio di consegne. Durante la cena del sabato sera, Marino Giacometti, presidente della ISF, mi confida che dopo più di 20 anni di attività, tutto questo gli piace molto e gli dà nuovi stimoli. La Tribù del Trail ha ormai contagiato tutti.
I manager dell'outdoor: Jerome Bernard
42 anni, è il marketing and communication manager di Vibram
Età, intanto?
«42 ben portati, oppure no?»
C’è un minimo di accento francese, sbaglio?
«Del tutto vero, anche se da diversi anni vivo in Italia; sono nato in Francia, gli studi sono avvenuti in Francia - MBA Management International, Lyon -, e in Francia ho fatto i miei primi lavori, come insegnare freeclimbing, per dire».
Addirittura, come mai?
«E’ il mio hobby preferito, lo pratico da quando avevo 12 anni e solo in questi ultimi tre anni l’ho un po’ tradito, per il trail running. Ma mi piace anche il trekking, in famiglia e no, la mountain bike. E i viaggi, naturalmente».
Veniamo al lavoro. Che ci fa in Italia?
«Sono marketing and communication director di Vibram. In quel di Albizzate, e in giro per il mondo, per il Trailrunning Team Vibram, per esempio».
Ecco, 'il team'. Come le è venuta l’idea?
«Nel 2010, alla partenza dell’UTMB, l’Ultra Trail du Mont Blanc, che Vibram sponsorizzava già da un paio d’anni. Mi sembrava il momento di entrare in gioco sul serio, trasformarci da pubblico in protagonisti, et voilà!».
Quanto marketing e quanto la passione, in questa scelta?
«Certo il marketing c’entra: del resto la suola Vibram è quanto di più vicino ci sia fra uomo e la strada, qualunque sia il tipo di strada. Un’appendice dell’uomo, direi. Ma l’intervento, la scelta, la filosofia sono stati un percorso tutto aziendale; io sono uomo di sport, ma nell’ambito della moderna comunicazione dobbiamo tener conto di media, brand reputation, visibilità, viewed impression, budget… Per rispondere, direi che ognuna delle due voci vale un buon 50%«.
Cosa differenzia il Trailrunning Team Vibram© dagli altri analoghi team?
«Il nostro approccio è diverso: il valore primario non è battere i concorrenti. Tutto nasce da una osservazione: se guardi gli oltre 2000 concorrenti alla partenza dell’UTMB - tolti i pochi atleti delle prime file - cos’hanno di diverso dalle persone 'comuni', tutti gli altri partecipanti? Poco o nulla. Anzi sì: che 'loro' sono alla partenza di una grande, grandissima avventura sportiva, una sfida alla montagna e a se stessi. Ecco, Vibram ha pensato di creare un
team di persone comuni, capaci però di essere straordinarie: 'Ordinary people being extraordinary'».
E per questo avete nel team persone comuni, come la mamma Francesca Canepa?
Certo, Francesca viene dallo snowboard, ma è soprattutto mamma, e questo condiziona tutta la sua attività. Del resto anche gli altri del Team Vibram sono persone comuni: David Gatti, è responsabile dei mercati professionali, di Polartec; Beppe Marazzi è ingegnere; Ronan Moalic è un chirurgo che ruba tempo al tempo libero, per la sua passione; Sebastien Nain fa il vigile del fuoco nel reparto nucleare; Nicola Bassi è senza una attività definita da quando ha abbandonato il lavoro presso un negozio sportivo per seguire meglio questo sport.
Come sono stati selezionati i vostri uomini 'comuni'?
«Grazie alla partnership con l’UTMB e a internet Vibram ha potuto rivolgersi a tutta la comunità dei trailer: la prima ci ha messo in relazione diretta con i corridori selezionati per l’edizione 2011; il secondo ha fatto aderire subito 150 candidati da 12 paesi, candidati che condividono la filosofia dell’ordinary people. Nel 2012 sono poi arrivate spontaneamente molte candidature, segno che qualcosa di speciale stava avvenendo; questo ci ha portato a modificare e a rafforzare il team con 6 atleti, 3 francesi e 3 italiani. Per l’anno prossimo stiamo lavorando… pensiamo di rafforzarci ulteriormente e di inserire un nordamericano e un asiatico. Il Nord-America è la patria di questo sport, che in Cina si sta diffondendo velocemente».
Quali sono gli obiettivi del team: comunicazione, test, ricerca, simpatia, passaparola, posizionamento Vibram?
«Tutto questo, se crede, ma con alcuni valori in più, come l’invito ad avventure non comuni, l’invito a provarci. E l’educazione all’utilizzo di un equipaggiamento davvero adatto a performance e sicurezza, caratteristiche queste che sono nel DNA di ogni suola e di ogni prodotto Vibram. Non per nulla questa filosofia e le nostre tecnologie sono da anni adottate da grandi brand, come Saucony, Scott, Scarpa, La Sportiva, Dynafit, Lafuma e via dicendo. Quindi, sì: certo simpatia, certo test sul campo, certo passaparola, ma anche la volontà di sottolineare che nessuno oggi può garantire prestazioni elevate in termini di sicurezza, qualità, grip e trazione quanto le nostre suole. In tutto il mondo. E questa non è pubblicità».
A quante persone in Europa e nel mondo si rivolge potenzialmente il Team Vibram?
«Non solo agli attuali 15.000 finisher dell’UTMB, certo; piuttosto alla comunità crescente di runners che hanno già optato o stanno per optare per la corsa off road: sono già diversi milioni nel mondo, specialmente in Europa ed in America. A loro Vibram deve continuare a offrire prodotti e strumenti altamente funzionali in grado di garantire la massima sicurezza. La R&D Vibram ha questa mission quotidiana e Il nostro team ha il compito, essere ambasciatore e promotore presso i mercati di nuovi modelli di calzature powered by Vibram 'High Performance Rubber soles', frutto dei feedback e delle loro esperienze».
Come avviene la gestione del Team Vibram?
«La gestione del team è bicefala - si dice così no? -, gli input generali, la filosofia, il programma e i ritmi sono portati dalla direzione marketing di cui sono responsabile. La gestione tecnica degli atleti pre, post e durante le gare è curata da Nicola Faccinetto, del Tester Team Vibram, specialista aziendale in scienze motorie e in prove prodotti. Da quest’anno il Team ha inoltre il supporto di Stefano Punzo, noto fisioterapista specializzato nella corsa in montagna. Curioso che sia Nicola che il sottoscritto siamo diventati in questi 2-3 anni anche noi trail runner, presi dai valori, dalla passione e dall’energia trasmessi dall’ambiente trail. Ed è la stessa passione che attraverso il team proviamo a trasferire all’interno dell’azienda e a tutti quelli con cui quotidianamente ci relazioniamo: aziende, clienti, sportivi, grande pubblico, i media, et ainsi de suite…».
Come considera a oggi i risultati del Trailrunning Team Vibram©2012?
«Mi viene da rispondere: chapeau! Ma provo a essere più uomo d’azienda, vediamo. E’ indubbio che immagine, notorietà, simpatia, brand reputation di Vibram stiano ulteriormente crescendo; è altrettanto indubbio che questo tool moderno abbia consentito una visione più precisa del trailrunning, grazie anche al film documentario 'The extraordinary story' che racconta l’avventura sportiva e umana del Team all’UTMB, movie tuttora diffuso in TV e nei maggiori film festival europei. Ma se c’è un punto che più ci piace è quello umano: le vittorie di Francesca Canepa alla Lavaredo Ultra Trail e al Tor des Gèants, il suo secondo posto all’UTMB, l’ ottava posizione del medico chirurgo Ronan Moalic alla LUT e la sua ventesima all’UTM; e ancora, il quarantinquesimo posto di Sebastien Nain - ex tennista e triatleta - sempre all’UTMB, dove David Gatti, - trailrunner quando ci riesce- è arrivato a quota 549 e dove Beppe Marazzi e Nicola Bassi hanno dovuto cedere e ritirarsi. Queste per il nostro modo di pensare sono tutte vittorie, dalla prima all’ultima».
Il Monte Bianco di Dakota e Kilian
Un interessante video della salita lungo l'Innominata
Partenza nella notte, alle 4 di mattina. Una 'passeggiata' sul Monte Bianco. A salire velocemente due dei più forti trail runner: Kilian Jornet e Dakota Jones. Ecco l'interessante video (in inglese) che documenta l'impresa di qualche settimana fa e le sensazioni di Dakota Jones.
Ski Trab Maestro
Il video del nuovo grantour Made in Bormio
Ha ‘pensionato’ il celebre Duo Sint Aero e si candida a diventare uno degli sci tecnologicamente più avanzati sul mercato. Maestro è il nuovo grantour Made in Bormio, caratterizzato da un peso dichiarato di 950 g nella misura 171 cm. Circa 100 g meno del citato Duo Sint Aero. Caratteristica saliente sono gli inserti antivibranti e antishock in polimero strutturale collocati longitudinalmente in corrispondenza delle lamine, mentre la struttura beneficia di una gabbia in carbonio a trama particolarmente sottile che avvolge l’anima in Aramide alveolare. Portando in dote un incremento della rigidità torsionale senza alterare il flex dell’attrezzo. Cambia, rispetto al sistema Duo tipico della collezione Trab, il fissaggio in punta delle pelli, ora demandato a una linguetta a sgancio rapido che funge da top fix. Disponibile nelle lunghezze 157, 164, 171 e 178 cm, ha una sciancratura di 107/75/94 mm e un raggio di 19,9 m nella misura 171 cm. Per saperne di più non perdetevi il video ufficiale Ski Trab e, soprattutto, la Guida all’acquisto di Ski-alper, in edicola a metà novembre con il primo numero della rivista, con Maestro pronto a sfidare ben 15 concorrenti grantour.
Sabato al via la Lake Garda Mountain Race
Diversi percorsi di sola salita al Monte Baldo
Sabato prossimo, alle ore 10, da Malcesine (VR) scatterà l’attesa Lake Garda Mountain Race, seconda edizione. Una competizione di skyrunning di sola salita che condurrà gli atleti da Malcesine appunto a salire il Monte Baldo, dal lago alla vetta. Diverse le opzioni previste per i runner: un percorso di 12,5 chilometri con circa 2.000 metri di dislivello positivo per chi prenderà parte alla Ultimate Running Class; un itinerario di 9,5 chilometri per le altre categorie, tra cui una dedicata specificatamente agli appassionati di nord walking. Il traguardo per la competizione principale sarà posto in cima al Monte Baldo. I percorsi previsti si snodano dapprima su asfalto, poi su sterrato, sentiero e prato in quota. Il ritorno a valle, dopo il pasta party in cima alla montagna, avverrà utilizzando la funivia. Si tratta di una manifestazione giovane che può raccogliere alto gradimento da parte di runner, fondisti e skialper in preparazione, consentendo agli atleti di prendere parte a un evento agonisticamente di prim’ordine, risparmiando ginocchia e caviglie grazie alla possibilità di un ritorno a valle assistiti dalla funivia. Il giorno prima una simpatica kids race consentirà anche ai bambini di misurarsi su un itinerario a loro dedicato in zona lago. Per info e iscrizione://www.lakegardamountainrace.com/index.html
Zinca e Brizio campioni sull'Etna
La Skyrace era l'ultima tappa della Valetudo Mountain Running Cup
Giornata fantastica domenica sull'Etna. Temperatura quasi estiva al Rifugio Citelli, dove alle ore 9.30 ha preso il via la seconda edizione dell'Etna Valetudo Skyrace. Gli skyrunner sono saliti sulla cresta che porta ai 2850 metri di Pizzi Deneri apprezzando un magnifico panorama sulla Valle del Bove e i crateri sommitali dell'Etna. Divertentissima discesa nei canaloni di sabbia lavica per poi affrontare un tratto in falsopiano nei pressi dei Monti Sartorius, prima dell'arrivo al Rifugio Citelli. Il team Valetudo Skyrunning Italia ha trionfato sia in campo maschile che femminile. Ionut Zinca (ROM) ha vinto con il tempo di 2h 06' 06'', anticipando di pochissimo il compagno di squadra Fabio Bazzana (2h 06' 50''), al terzo posto Florian Vlad (ROM) con il tempo di 2h 12' 30''. Tripletta delle atlete Valetudo sul podio femminile. Al primo posto Manuela Brizio in 2h 24' 10'', seguita da Debora Cardone (2h 26' 55'') e Cecilia Mora (2h 42' 20'') che si è aggiudicata il circuito Valetudo Mountain Running Internatonal Cup 2012. Ionut Zinca (ROM) vince il circuito VMNRIC 2012. Nella classifica riservata ai team si impone la Valetudo Skyrunning Italia e tra le nazioni la Romania conquista il gradino più alto del podio.
Kilian Jornet verso il titolo Ultra SkyMarathon® Series
Tra le donne, testa a testa tra Nuria Picas e Anna Frost
Dopo la vittoria nel Cavalls del Vent, lo spagnolo Kilian Jornet si avvia alla vittoria delle Ultra SkyMarathon® Series 2012. La proclamazione da parte della ISF non è ancora avvenuta ma i numeri sono dalla parte del catalano. Le 'Ultra' sono un circuito inedito che per la prima volta ha portato la ISF (International Skyrunning Federation) a interfacciarsi anche con le ultra distanze dopo 20 anni di presenza nelle gare più corte (Vertical, Sky e Marathon).
LA POSIZIONE DELLA ISF - Il presidente ISF Marino Giacometti ha voluto precisare che «Ad oggi la ISF non ha proclamato il campione SWS Ultra 2012 . Inoltre, vista la situazione determinatasi nell’ultima tappa, dove il 70% dei concorrenti non ha potuto terminare la gara, inclusi atleti d’elite, dobbiamo valutare quali punteggi considerare oltre alla tappa finale dei Templiers e/o aggiornare il coefficiente di incremento».
CALENDARIO - Il calendario 2012 ha visto i migliori interpreti mondiali della disciplina confrontarsi in quattro gare; la Transvulcania (ESP) a maggio di 83 km, la Speedgoat (USA) a luglio di 50 km, il Trofeo Kima (ITA) ad agosto di 50 km e il Cavalls del Vent di 84 km a settembre. In programma rimane solo più da disputare La Course des Templiers (FRA) di 74 km il 14 ottobre, che è anche la finale del circuito.
KILIAN SUPERLATIVO - La classifica, secondo il regolamento e prima dei posiibili correttivi della ISF, prende in considerazione, come consuetudine, la somma dei migliori 3 punteggi conseguiti da ciascun atleta nelle 5 prove in calendario. A una gara dalla conclusione, La Course des Templiers, il calcolo matematico assegnerebbe già il titolo al campione catalano. Per lui, un secondo posto nella Transvulcania e tre vittorie nella Speedgoat, Trofeo Kima e Cavalls del Vent. Dopo i tre titoli nella combinata (Skyrunner® World Series) conquistati nel 2007, 2008 e 2009, per Kilian Jornet si tratta dell’ennesimo riconoscimento di una carriera sportiva di per se già unica. E con la gara che si svolgerà in Malesia il 14 ottobre (Mount Kinabalu Climbathon) potrebbe addirittura chiudere la stagione con il quarto titolo nella combinata.
GLI ALTRI - Nell’ambito delle Ultra SkyMarathon® Series 2012, alle sue spalle, i giochi per i due gradini più bassi del podio sono però ancora aperti. Attualmente in seconda posizione c’è il giovane talento tedesco Philipp Reiter con 200 punti, seguito da Dakota Jones (USA) con 178 punti, Anton Krupicka (USA) con 165 punti, Andy Symonds (GBR) con 160 punti, Rickey Gates (USA) con 146 punti, Thomas Lorblanchet (FRA) con 130 punti, Tom Owens (GBR) con 88 punti, Joe Grant (USA) con 82 punti, Max King (USA) con 78 punti, Francois D’Haene (FRA) con 72 punti, Iker Karrera (ESP) con 68 punti, Michel Lanne (FRA) con 68 punti ed Erik Clavery (FRA) con 66 punti. Per tutti questi atleti, considerando l’abbuono del 20% sul punteggio dell’ultima gara, la partita per salire sul podio sarebbe ancora aperta. In campo femminile, invece, la corsa per il titolo finale è ancora aperta. Nuria Picas (ESP) e Anna Frost (NZL), conducono infatti a pari merito la classifica provvisoria con 288 punti. Segue Emilie Forsberg (SWE) con 166 punti che anche in caso di vittoria a La Course des Templiers, non potrebbe comunque andare oltre il terzo posto; con l’abbuono del 20% salirebbe infatti a 286 punti.
TESTA A TESTA ROSA - Tra la Picas è la Frost si è assistito a una sfida avvincente nel corso di tutto la stagione e con dei risultati tali, come correttamente esprime il punteggio, che non hanno ancora stabilito chi realmente abbia primeggiato sull’altra. Alla Transvulcania, prima la Frost e seconda la Picas, alla Speedgoat prima la Frost e assente la Picas, al Trofeo Kima prima la Picas e assente la Frost, al Cavalls del Vent prima la Picas e seconda la Frost; in sostanza perfetta parità.
La scomparsa di Teresa Farriol alla Cavalls del Vent
Una morte dovuta all'ipotermia
Purtroppo Cavalls del Vent 2012 non è stata solo la gara dei record battuti ma anche la gara del lutto. Un'ultra trailer quarantottenne, Teresa Fariol, è infatti deceduta a causa di un arresto cardiaco seguito a un grave stato di ipotermia. La runner, che aveva già percorso diverse altre gare di lunga distanza, è stata trovata in uno stato di incoscienza da altri atleti lungo il percorso e subito ricoverata all'ospedale, dove è arrivata viva. La pioggia e la bassa temperatura hanno giocato un ruolo importante. Basti pensare che di quasi 900 concorrenti partiti, solo 223 sono arrivati al traguardo.
CONDIZIONI METEO STRANE - Senza voler entrare nelle inevitabili polemiche quando è ancora il momento del lutto, riportiamo due fatti che fanno discutere. Al traguargo la temperatura non era particolarmente bassa e si stava tranquillamente senza calze. Tofol Castanyer, atleta sicuramente di esperienza, che ha vinto la CCC sotto la neve, è stato ricoverato con una temperatura corporea di 32 gradi. Alla domanda se avesse sentito particolarmente freddo ha risposto di no, no più che in altre occasioni. Segno evidente che in gara gli atleti non necessariamente percepiscono sempre la reale situazione che li circonda. Forse per decidere se interrompere una gara sarebbe necessario non solo la decisione degli organizzatori, ma anche quella di una commissione di esperti che comprenda medici e e meteorologi. Forse si poteva anche pensare di interrompere la gara quando ci si è resi conto dei tanti ritiri, magari facedo correre solo i primi venti runner. Tutte proposte, quanto mai facili con il 'senno di poi'. RIP Teresa.
Giovanelli vince il Trail degli Eroi
Prima nella gara rosa Maria Chiara Parigi
Si è chiusa oggi, sotto un cielo cupo, la seconda edizione del Trail degli Eroi. Il cielo, durante il risveglio degli atleti, avvenuto quando la Luna era ancora alta, aveva lasciato sperare in una mattinata soleggiata e senza pioggia. Il programma della giornata prevedeva quarantasei chilometri tra le trincee e le creste del Monte Grappa per un totale di 2900 metri di dislivello positivo di sola salita. Le precipitazioni di sabato pomeriggio avevano reso il tracciato lento e insidioso, ma il terreno ha drenato in modo efficace l'acqua senza quindi provocare troppe difficoltà agli atleti. Le luci delle lampade frontali hanno illuminato i primi chilometri sino a toccare Campo Croce, da questa località situata a mille metri di quota, gli atleti hanno potuto spegnere le lampade e correre con la luce del Sole.
ZANATTA A MILLE - Subito dopo il via, dato dal Ristorante L'Antica Abbazia di Borso del Grappa, è stato Andrea Zanatta, portacolori del Playlife Sport Runners, a prendere il comando della gara iniziando a guadagnare minuti preziosi su Nicola Giovanelli, su Salah Cinaour e su Fabio Caverzan. Nicola Giovanelli, terzo classificato lo scorso anno, non si è lasciato intimorire dal pesante distacco iniziale e ha continuato con il suo ritmo sapendo di avere ancora molti chilometri per recuperare la prima posizione. Al gran premio della montagna di Cima Grappa, dopo aver attraversato il Sacrario Militare della Prima Guerra Mondiale, Zanatta poteva vantare un vantaggio di circa cinque minuti su Giovanelli. A circa un minuto da Giovanelli è transitato Salah Cinaour (Marocco) inseguito da Filippo Salaris, settimo classificato alla Marathon des Sables.
PARIGI PRIMA DONNA - In campo femminile Maria Chiara Parigi, favorita sin dalla partenza per la vittoria finale, ha preso la prima posizione davanti a Rosanna Tavana passando a Cima Grappa con poco meno di sei minuti di vantaggio. In terza posizione è transitata Catena Pizzino.
Mentre i battistrada proseguivano verso il Finestron, Giove Pluvio ha deciso di benedire i concorrenti con qualche goccia di pioggia.
EMOZIONI ALL'OSSARIO - Il passaggio all'Ossario ha riportato alla mente i ricordi raccontati dai propri nonni o letti nei libri, il Coro degli Alpini Edelweiss ha commosso i concorrenti che per un attimo si sono dimenticati della pioggia che stava cadendo e della fatica che avrebbero dovuto ancora affrontare. Nelle creste verso il Finestron, Nicola Giovanelli ha iniziato a scorgere la figura di Andrea Zanatta; il recupero, lento, ma inesorabile per riagguantare la prima posizione era iniziato. L'atleta dell'US Primiero rientra sul battistrada lungo la strada sterrata del Col del Fenilon. Da questo punto Giovanelli corre per qualche minuto con Zanatta, ma rendendosi conto della propria condizione, apre il gas e prova ad andare a vincere il Trail degli Eroi.
GIOVANELLI RECORD - Giovanelli nella discesa finale non commette errori, corre in perfetta solitudine verso il traguardo fermando il cronometro in 4h 22' 20'' e stabilendo così il nuovo record della gara.
In seconda posizione chiude Andrea Zanatta con il tempo di 4h 35' 38''; completa il podio il marocchino Salah Cinaour, mentre il vincitore dello scorso anno Fabio Caverzan è quarto. Tra le donne la corsa di Maria Chiara Parigi prosegue senza intoppi: l'atleta della Podistica Amatori Arezzo chiude con il tempo di 5h 37' 06'', conferma la seconda posizione Rosanna Tavana, mentre Catena Pizzino è terza con 5h 43' 32''. La seconda edizione del Trail degli Eroi va in archivio con la soddisfazione sia degli atleti sia degli organizzatori che hanno messo in campo professionalità e passione in una giornata che rimarrà nei ricordi nonostante la pioggia.
Classifica maschile
1. GIOVANELLI NICOLA U.S. PRIMIERO - 04:22:20
2. ZANATTA ANDREA PLAYLIFE SPORT RUNNERS - 04:35:38
3. CINAOUR SALAH - 04:40:08
4. CAVERZAN FABIO - PURO SPORT TEAM - 04:40:13
5. CHILO' FULVIO COURMAYEUR TRAIL 04:56:52
Classifica femminile
1. PARIGI MARIACHIARA - PODISTICA AMATORI AREZZO - 05:37:06
2. TAVANA ROSANNA - 05:37:23
3. PIZZINO CATENA - A.S.D. PAVANELLO - 05:43:32
4. PERGOLA MIRELLA - A.S.D. VENICE MARATHON CLUB - 06:08:34
5. MAI FRANCESCA - I MUSCOLI DEL LARIO - 06:16:04