Amalfi Coast Trail, ci siamo
Cinque tappe, 85 km e 6800 metri di dislivello positivo
Mancano pochi giorni al via della terza edizione del Lafuma Amalfi Coast Trail, corsa a tappe di trail-running, organizzata dalla Mandala Trail, nella suggestiva cornice della Costiera Amalfitana. Dal 5 al 12 ottobre i trailer si sfideranno sui panoramici sentieri di Amalfi e dintorni affrontando un totale di 5 tappe, 85 km e 6800 metri di dislivello positivo. Le tappe proporranno una selezione dei migliori percorsi presenti in Costiera, dai 1450 metri del Monte San Michele al livello del mare, con lo spettacolare passaggio al Fiordo di Furore, senza dimenticare il 'sentiero degli dei' che collega Positano ad Agerola. Guillaume Besnard, vincitore delle due passate edizioni sarà l’uomo da battere. Ospite d’onore Tite Togni che, con il progetto 'yogaXrunners', proporrà sedute di yoga prima e dopo il trail, che unite al servizio di massaggi offerto dall’organizzazione permetterà un recupero ottimale a tutti i trailer.
Trail degli Eroi a Nicola Giovanelli e Lisa Borzani
Gara sotto la pioggia sui sentieri del Monte Grappa
Nonostante le difficili condizioni meteo, oltre quattrocento i partecipanti al Trail degli Eroi sui 46 chilometri, con oltre 2500 metri di dislivello positivo, del tracciato tra i sentieri del Monte Grappa. Nella prima salita il ritmo è stato scandito da Nicola Giovanelli e Andrea Zanatta, poco dietro salivano Caverzan e Toscan. Stefano Ruzza navigava tra la quinta e settima posizione.
I due battistrada si sono dati il cambio regolarmente sino al Sacrario Militare di Cima Grappa con Giovanelli che è transitato per primo al termine della scalinata dell’Ossario. In campo femminile Lisa Borzani sin dalle prime fasi ha preso il comando della gara, alle sue spalle, staccate di oltre dieci minuti c’erano Isabella Lucchini e Sara Spoladore.
Passato il punto di controllo del Finestron, Giovanelli prova ad aumentare il ritmo cercando di staccare Zanatta, intanto dalle retrovie recuperava posizioni preziose Stefano Ruzza, che si porta a ridosso di Zanatta, per poi guadagnare la seconda posizione che mantiene sino al traguardo. Nicola Giovanelli taglia il traguardo a mani alzate con il tempo di 4h26’27’’, Ruzza arriva all’Antica Abbazia con quasi dieci minuti di ritardo, Zanatta completa il podio in 4h37’23’’.
Tra le donne Lisa Borzani ferma il cronometro in 5h41’36’’, Isabella Lucchini è seconda con 5h54’09’’. In terza posizione si conferma Sara Spoladore in 6h10’35’’.
Sabato 12 ottobre il primo Mont Avic Trail
Due percorsi da 30 e 18 chilometri più l'Eco Trail non competitivo
Sabato 12 ottobre a Chevrère di Champdepraz (AO) si correrà la prima edizione del Mont Avic Trail.
IL PERCORSO - Il percorso di circa 30 km e 2300 metri di dislivello positivo toccherà ben cinque laghi alpini, ed è stato interamente disegnato da Dennis Brunod sui suoi sentieri di allenamento all’interno del Parco Naturale del Mont Avic.
MINI ED ECO TRAIL - Sarà possibile partecipare anche ad una versione meno impegnativa denominata 'Mont Avic Mini Trail' di circa 18 km e 1100 metri di dislivello positivo, sul quale non mancano paesaggi mozzafiato. Inoltre sullo stesso percorso del Mont Avic Mini Trail sarà possibile partecipare alla camminata non competitiva denominata Eco Trail
PROGRAMMA
VENERDI 11 OTTOBRE:
dalle ore 17:00 alle ore 21:00 ritiro pettorali c/o Hotel Parc Mont Avic
SABATO 12 OTTOBRE:
dalle ore 6:00 alle ore 7:30 ritiro pettorali per Mont Avic Trail
dalle ore 6:00 alle ore 8:30 ritiro pettorali per Mont Avic Mini Trail e Eco Trail c/o Hotel Parc Mont Avic
ore 8.00 partenza MONT AVIC TRAIL c/o Hotel Parc Mont Avic
ore 9.00 partenza MONT AVIC MINI TRAIL e ECO TRAIL c/o Hotel Parc Mont Avic
ore 11.00 previsto arrivo primi concorrenti
ore 16.00 premiazioni
INFO & ISCRIZIONI - www.polmontavic.altervista.org
Triglav Up & Down
Nuovo record sul Triglav, salita e discesa in 2h25'24''
Il 22 settembre lo sloveno Nejc Kuhar del team La Sportiva, forte scialpinista durante l'inverno e specialista dei Vertical durante la stagione estiva, realizza un progetto che covava da parecchio tempo: stabilire un nuovo record di salita e discesa dal Triglav, montagna simbolo della sua Slovenia.
Il MONTE TRICORNO - In sloveno Triglav, è la vetta più alta delle Alpi Giulie e della Slovenia con i suoi 2.864 m, ed è considerato un vero e proprio monumento nazionale. Sulla sua parete Nord, alta 1000 m, sono state aperte e ripetute diverse vie di notevole spessore alpinistico anche durante la stagione fredda. La Slovenia è terra di alpinisti con la A maiuscola e tra tutti non si può non citare un certo Tomaz Humar, famoso per le sue solitarie, deceduto nel 2009 su una vetta del Nepal.
SALITA E DISCESA IN 2h25'24'' - Dopo aver raccolto informazioni sui tempi di salite in velocità al Triglav, il migliore risultava quello di Franci Teraz in 1h31' (tempo di sola salita alla vetta); e dopo l'individuazione di un percorso di salita e discesa con le minori difficoltà tecniche e quindi il più veloce e corribile possibile, arriva il grande giorno. «Poca gente sul tracciato, terreno asciutto, bel tempo e temperatura perfetta», insomma la giornata perfetta. Kuhar in vetta al Triglav ferma il cronometro a 1h30'43'', la discesa invece in 54'48'', totale 2h25'24''!
Salita e discesa effettuate senza aiuti esterni, in completa autonomia.
DATI TECNICI
Sviluppo: 17,5 km
Dislivello: 1950 m
Materiale utilizzato: T-shirt, giacchetta antivento, guanti, scarpe da trail.
UROC, Krar vince e Kilian protesta
Gara anomala con lo spagnolo quarto a 50’ dal vincitore
La UROC con molta probabilità sarà ricordata nel breve periodo almeno per due aspetti: da un lato il grande finale di gara con il testa a testa tra Dakota Jones e Rob Krar, e dall'altro la disfatta dei due super favoriti, Kilian Jornet e Sage Canaday sprofondati in classifica rispettivamente a 50' e a 1h30' dal vincitore. Un'enormità per due campioni come loro su una gara di 100 km. Nel lungo periodo, invece, con altrettanta probabilità, la UROC sarà ricordata per quanto ha dichiarato nel corso della gara lo stesso Kilian Jornet in riferimento al tipo di percorso, in particolare sul troppo asfalto presente per i suoi gusti.
TRAIL-ROAD-RACE - Quella dello spagnolo è stata una sorta di protesta, con il rifiuto di correre proprio sui tratti d’asfalto e puntando il dito anche contro la ISF che a suo modo di vedere avrebbe dovuto supervisionare il percorso. Nel web si è assistito a un susseguirsi di commenti sull’argomento in questione con i sostenitori dello skyrunning puro contrapposti a chi invece considera la UROC una finale degna di merito in quanto varia e adatta per esaltare sia le doti dei velocisti che quelle degli atleti più tecnici. Kilian, ironizzando sull'accaduto, ha riportato di essere comunque felice, 'really happy for the Ultra skyrunning title! and to finish 4th at Uroc, my 1st 100km trail-road race'.
In uno scenario poco meritevole per una finalissima di questa portata, con una cornice di pubblico lungo il percorso e sulla linea d’arrivo non all'altezza della situazione, le Skyrunner® World Series hanno comunque proclamato il catalano Kilian Jornet il vincitore del circuito Ultra per il secondo anno consecutivo.
QUATTRO AL COMANDO - Fino a Vail Pass, dopo 45 km, la gara è stata caratterizzata da quattro atleti che a turno si sono avvicendati in testa alla corsa ma sempre con distacchi contenuti: Dakota Jones, Rob Krar, Kilian Jornet e Sage Canaday, ovvero gli atleti più accreditati alla vigilia per la vittoria finale. Kilian Jornet sembrava fare gara su Dakota Jones lasciando andare avanti, ma controllandoli a distanza, solo Rob Krar e Sage Canaday.
PAVEMENT BORING - Poi, sul lungo e tanto criticato tratto d’asfalto al Vail Pass, è partito Rob Krar che in 12 km fino a Two Elk ha rifilato 4’ a Dakota Jones, 7’ a Kilian Jornet e 9’ a Sage Canaday. Il commento di Kilian su quel tratto asfaltato: 'That's the most I've ever run on pavement. So boring'.
ROB KRAR - Al termine della salita al WildWood Lodge, dopo 70 km, Rob Krar arriva in 6h49’ e Dakota Jones si riporta a soli 2’ mentre Kilian Jornet perde terreno e transita con Cameron Clayton a 13’. E’ la prima volta che Kilian accusa un distacco simile in gara.
BIG SCALP - il giovane talento americano Dakota Jones continua a recuperare terreno e dopo 82 km si riporta in testa alla gara con un vantaggio di 1’ su Rob Krar. A sorpresa seguono Clayton a 18’ e Kilian Jornet a 26’. Un emblematico commentatore americano dice 'I'm confused, Kilian was running in the other direction?'. Kilian dichiara di essersi rifiutato di correre sull’asfalto e di aver quindi camminato. Il suo distacco dai primi arriva a 45’. Anche Sage Canaday perde terreno a seguito di problemi di stomaco e sprofonda a 45’ dai primi.
FINALE DA BRIVIDI - A 10 km dalla conclusione Dakota Jones transita con soli 20’’ su Rob Krar. A 5 km ripassa in testa Rob Krar e si prende un margine iniziale di 30’’ che diventano poi 3’ sulla linea del traguardo. Rob Krar vince la UROC con il tempo finale di 9h29’ e Dakota Jones chiude in 9h32’. Al terzo posto Cameron Clayton a 37’ e autore di una bella seconda parte di gara. Kilian termina quarto in 10h19’ e un distacco da Krar di 50’. Sage Canaday chiude invece con un distacco dal vincitore di 1h30'.
LA CILIEGINA SULLA TORTA - In aggiunta a quanto scritto in precedenza, forse la UROC potrebbe essere ricordata anche per un altro aspetto, ovvero per l'assenza di Sage Canaday sul podio delle premiazioni finali di questa coppa del mondo Ultra. A detta dell'americano, nessuno lo aveva infatti avvisato del luogo e dell'ora dell'evento.
TOP UOMINI
1. Rob Krar (USA) 9h29’
2. Dakota Jones (USA) 9h32’
3. Cameron Clayton (USA) 10h06’
4. Kilian Jornet (ESP) 10h19’
5. Ryan Ghelfi (USA) 10h27'
6. Sage Canaday (USA) 11h03'
UROC: a Emelie il titolo, a Francesca l'onore
La Canepa conquista uno storico secondo posto in coppa
La gara femminile della UROC ha offerto spunti non meno interessanti rispetto a quella maschile.
IL DUELLO DI TESTA - L'americana Stephanie Howe aveva postato sulla sua pagina FB che non avrebbe corso per un problema al piede e invece, a sorpresa, ha preso il via. Ed è stata proprio lei che ha regalato a tutti gli appassionati di ultra distanze un duello avvincente con la svedese Emelie Forsberg. Si è addirittura portata in testa fino a Vail Pass, dopo 45 km, con distacchi contenuti nell’ordine di qualche minuto. Poi la svedese ha deciso di andarsi a prendere la vittoria e il titolo mondiale percorrendo i restanti 55 km a un ritmo insostenibile per l'avversaria. Ha concluso la sua prova in 12h09’ con un vantaggio di 23’ sulla stessa Howe che si aggiudica comunque il terzo posto nella classifica finale di coppa.
SUPER FRANCESCA - Francesca Canepa è stata autrice di una gara all’altezza del suo talento, al netto dei 330 km nelle gambe del Tor des Géants, Ha dimostrato per l’ennesima volta di essere una delle più forti interpreti delle ultra distanze e il suo finale di gara ne è la dimostrazione più lampante. Non solo ha mantenuto il distacco accumulato nella prima parte ma è riuscita anche a superare Kerrie Bruxvoort andando a prendersi un ottimo quarto posto finale. Con il tempo finale di 12h58’ è a soli 9’ da Michele Yates e quindi dal podio della gara. Un risultato che le vale il secondo posto nella classifica finale delle Skyrunner World Series - Ultra, l’ennesimo riconoscimento di una grandissima carriera sportiva.
TOP DONNE
1. Emelie Forsberg (SWE) 12:09:00
2. Stephanie Howe (USA) 12:32:00
3. Michele Yates (USA) 12:49:00
4. Francesca Canepa (ITA) 12:58:00
5. Kerrie Bruxvoort (USA) 13:26:00
UROC, dettagli percorso e meteo
Alle 15:00 italiane la partenza
QUOTA MEDIA A 3.000 M - Complessivamente sono 100 km con 4.037 m di dislivello positivo e 3.773 m negativo. Il percorso si suddivide in cinque salite principali, non particolarmente ripide e altrerttante discese. La salita più impegnativa è quella che al sedicesimo km di gara porta in dodici km dai 2.769 m di Frisco ai 3,761 m del punto più alto della gara per un totale di 992 m di dislivello positivo. La seconda salita più importante è quella finale, dopo 80 km di gara, che porta in 9 km porta dai 2.389 m di Minturn ai 3.240 m della vetta per un totale di 850 metri di dislivello positivo. L’aspetto principale del percorso, quello che potrebbe impegnare maggiormente gli atleti, sono le quote. Si parte dai 2.926 m di Breckenridge e il punto più basso del percorso sono i 2.389 m di Minturm, quindi 100 km sempre sopra i 2.000 metri e una quota media di 2.000 m.
PUNTI DI RISTORO - Sono previsti nove punti di ristoro, in cinque dei quali è possibile l’assistenza personale; Grand Lodge (8,5 km), Frisco (16 km), Miners Creek (22 km), Copper Mountain (37 km), Vail Pass (45 km), Two Elk Trail (57 km), Two Elk Lodge (70 km), Downtown Minturn (84 km) e Eagles Nest (92 km). In tre punti della gara, inoltre, è consentito l’accompagnamento dei pacer.
METEO - Il meteo sarà un’altra incognita della gara. Alla partenza di Breckenridge le previsioni meteo indicano una minima di -3 gradi e una massima nel corso della giornata di + 10 gradi. Stessa situazione per l’arrivo di Vail con la massima a poco più di + 9 gradi. Nella notte è nuovamente caduta la neve ma per la giornata di oggi le precipitazioni potrebbero subire una tregua.
ORARIO - La Uroc prenderà il via da Breckenridge alle ore 7:00 locali, le 15:00 in Italia.
UROC, oggi Canepa e Forsberg si giocano la coppa
Alla Canepa serve arrivare davanti alla Forsberg
Se la UROC al maschile è attesa per la sfida al vertice della coppa del mondo tra Kilian Jornet e Sage Canaday, al femminile lo è per quella tra l’italiana Francesca Canepa e la svedese Emelie Forsberg. Oggi pomeriggio si saprà quindi chi sarà la regina stagionale delle ultra distanze.
IN GIOCO LA COPPA - La Canepa conduce la classifica generale delle Skyrunner® World Series 2013, nella disciplina Ultra, con 36 punti di vantaggio sulla Forsberg. L’italiana quest’anno in coppa è stata prima alla Ronda dels Cims, terza alla Ice Trail e decima alla SpeedGoat mentre la svedese ha vinto la Transvulcania e la Ice Trail. Il punteggio finale terrà conto dei migliori tre risultati e quindi se la Canepa migliorerà il decimo posto di Val d’Isére le verrà proprio quel risultato. In caso di vittoria della Forsberg i giochi sarebbero chiusi a favore della svedese mentre in caso di vittoria della Canepa, la Forsberg non dovrebbe andare oltre il secondo posto per conquistare la coppa. In ogni caso, la Canepa per vincere la coppa deve quindi arrivare davanti alla Forsberg con un margine di almeno 20 punti. In caso di ritiro, accadesse alla Forsberg o a entrambe la coppa sarebbe della Canepa, accadesse invece alla stessa Canepa, alla Forsberg per vincere la coppa basterebbe un quindicesimo posto, l’ultimo possibile per ottenere punti tra le donne.
PERCORSO PERFETTO - Sulla carta si preannuncia una bella sfida perché la gara di Vail presenta delle caratteristiche che potrebbero esaltare le qualità tecniche di entrambe. Incomiciando dalla lunghezza di 100 km, sopra gli standard di Emelie e sotto quelli di Francesca, di fatto lascia aperto qualsiasi tipo di pronostico. La gara inoltre presenta tratti tecnici, più adatti a Emelie e tratti scorrevoli più congeniali a Francesca. Il dislivello positivo di oltre 6.000 metri è infine il giusto compromesso che soddisfa entrambe. Nell’unica prova in cui si sono incontrate, la Ice Trail, non andò molto bene per Francesca che arrivò terza con un distacco di 1h20’ da Emelie ma la gara francese era sicuramente più indicata per le doti della seconda. Su quanto accadrà oggi pomeriggio, pesa molto però il discorso Tor des Géants. Con soli dieci giorni di recupero, bisognerà vedere se su Francesca influirà maggiormente la stanchezza dei 330 km percortsi o l’euforia del grande risultato ottenuto.
LE GRANDI ASSENTI - La UROC al femminile avrebbe potuto essere la gara della trentenne americana Stephanie Howe che che lo scorso fine stagione aveva stupito tutti con il secondo posto alla TNF San Francisco a 2’ dalla stessa emelie Forsberg e che recentemente ha vinto la SpeedGoat migliorando di 9’ il tempo di Anna Frost dello scorso anno. Dal contimente americano, era considerata l’unica atletia in grado di competere con Emelie Forsberg. Per un infortunio al piede, in questi giorni ha dichiarato che non prenderà il via. La UROC poteva anche essere la gara di Ellie Greenwood che lo scorso anno aveva dominato la scena delle ultra distanze con nove successi tra cui la stessa UROC, la Western States e la CCC. Quest’anno alla UROC sarà presente solo come reporter.
Ski-alper di ottobre gia' disponibile su iPhone e iPad
La versione cartacea in edicola a partire dal 3 ottobre
L'attesa è finita, ecco il nuovo Ski-alper. Con il numero 90, in distribuzione e consegna agli abbonati a partire dalla prima settimana di ottobre, inizia il nuovo corso della rivista, che affiancherà ai tradizionali contenuti invernali legati allo scialpinismo in tutte le sue forme, anche quelli estivi ed autunnali. Insomma, da ottobre in poi, non vi abbandoneremo più!
GIA' DISPONIBILE SU IPHONE E IPAD - Se per la rivista cartacea tradizionale ci sarà da attendere una settimana, per gli amanti della lettura in digitale è possibile accedere all'App Store di iTunes e scaricare la nuovissima versione della app di Ski-alper. Da questa sera sarà disponibile il numero 90, insieme all'allegato Up&Down dedicato al mondo delle gare, al prezzo di 4.49 euro (contro i 6 euro della versione cartacea).
LE NUOVE FUNZIONALITA' - Oltre alla convenienza del prezzo, acquistare la rivista su iPhone o iPad permetterà di avere sempre con voi l'archivio delle copie di Ski-alper. La nuova app, infatti, consente di scaricare molto velocemente la copia acquistata e di consultarla in locale, senza bisogno di avere connessione internet. L'esperienza di lettura, inoltre, è stata notevolmente migliorata con lo zoom velocissimo e la rotazione della pagina in versione singola o doppia a seconda del posizionamento del dispositivo.
IN ARRIVO LA APP PER ANDROID - Non devono disperare nemmeno gli utilizzatori di smartphone e tablet con sistema operativo Android: stiamo infatti ultimando i test della app dedicata che verrà rilasciata in tempi molto stretti, indicativamente entro la data di uscita in edicola della rivista.
Il bilancio dei tecnici dopo il raduno di Sappada
Parola ad Angeloni e Invernizzi per commentare il primo raduno stagionale
Ad una settimana dalla conclusione del raduno di Sappada, organizzato dallo staff della Pitturina World Cup capitanato da Michele Festini, i due tecnici della nazionale Angeloni e Invernizzi commentano lo stato dell'arte. Si tratta di un primo incontro tra atleti e tecnici che è servito per fare gruppo e per valutare la condizione dei singoli elementi.
Su Up&Down (in edicola tra una settimana allegato a Ski-alper di ottobre) il servizio approfondito su questo raduno a cura del nostro inviato Guido Valota.
William Bon Mardion, a working class hero
Il trailer del documentario che verra' presentato in anteprima su Ski-alper
In questi giorni La Sportiva ha rilasciato il trailer di 'William Bon Mardion, a working class hero'. Il documentario - diretto dal regista Walter Cainelli della CW Films di Tesero in collaborazione con il reparto marketing di La Sportiva coordinato da Luca Mich - racconta vita e imprese sportive di William Bon Mardion. Il campione savoiardo di Areches è da anni uno dei protagonisti assoluti della scena agonistica internazionale dello scialpinismo: nella sua bacheca ci sono tutti i titoli più prestigiosi, dalle classiche de La Grande Course, alla Coppa del Mondo e alle medaglie iridate e continentali. Ma l'obiettivo del regista e dell'azienda di Ziano di Fiemme, che supporta l'atleta con attrezzatura e abbigliamento, è quello di far emergere l'uomo che sta dietro al campione, come dice il titolo stesso, con vaghe suggestioni allo Springsteen anni '90, quello di Nebraska, per intenderci. Passando dalla vita di tutti i giorni, dalla famiglia, dal lavoro nel caseificio dove viene prodotto il famoso formaggio Areches-Beaufort, dall'allenamento e naturalmente dalle sue gare leggendarie.
IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA SU SKI-ALPER - Il lancio del documentario è previsto per l'inizio della stagione invernale. I tecnici del montaggio sono al lavoro per gli ultimi dettagli della produzione. In ogni caso possiamo annunciare fin d'ora che, d'accordo con La Sportiva, per la prima settimana di lancio il docu-film sarà disponibile in anteprima esclusiva sul sito di Ski-alper. Vi faremo sapere con anticipo la data dell'uscita, mentre sul prossimo numero della rivista intervisteremo il regista per scoprire qualche curiosità delle riprese e del backstage. Non perdetevi dunque il trailer!
Uroc, Sage non si sbilancia se non sul meteo
Previste temperature rigide e neve in quota
Sulle montagne di Vail, in colorado, è caduta la prima neve e per domani sono previste temperature abbastanza rigide, anche sotto lo zero, con possibili nevicate. Sarà quindi una gara dura resa ancora più complicata dalle quote raggiunte, prossime ai 4.000 metri.
UNA SFIDA APERTA - I principali media americani, e non solo, sono impazienti di vivere quella che si preannuncia essere l’ennesima sfida tra gli specialisti europei e quelli americani, in primis tra lo spagnolo Kilian Jornet e l’americano Sage Canaday, identificabili al momento come la massima espressione delle ultra distanze nei rispettivi continenti. Più a suo agio sul tecnico Kilian e sul veloce iSage, il percorso della UROC sembra essere un giusto compromesso in grado di mettere in scena l’ennesima grande sfida della stagione.
Bryon Powell di iRunFar ha intervistato Sage Canaday dopo uno dei suoi sopraluoghi del percorso. Ne esce una visione d’insieme di quanto sia importante per lui l’appuntamento di domani e di quanto poco abbia lasciato al caso nel prepararsi al meglio.
PREPARAZIONE METICOLOSA - Dopo la Sierre-Zinal ad agosto, che lo stesso Canaday definisce come un disastro totale, è infatti tornato ad allenarsi come mai aveva fatto prima in tutto l’arco della stagione, concentrandosi in particolare sul dislivello in salita. I 100 km di gara sono una misura fuori dal suo standard ma dice di sentirsi pronto per l’evento. Sul possibile confronto con Kilian non si sbilancia molto dicendo che ci sono almeno 1dieci atleti in grado di far bene. Aggiunge però che è curioso di vedere come si comporterà Kilian nei tratti più scorrevoli. Ritiene il percorso della UROC vario il giusto da non agevolare particolarmente i velocisti o gli scalatori mentre per lui la vera differenza sarà di chi è abituato a correre in quota. E lui per prepararsi al meglio su questo punto è salito parecchie volte nel corso dell’ultimo mese oltre i 4.000 metri di quota. In poche parole, ha cercato di non lasciare nulla al caso ed è la prima volta che lo fa. L'astetto che sempra più impensierirlo sembra essere il meteo; neve e freddo non sono per lui condizioni ottimali. La sua fidanzata Sandi Nypaver è addetta al balisaggio della corsa e Sage si è raccomandato di segnare molto bene il percorso, anche per via delle condizioni meteo difficili.
L’intervista completa su iRunFar