L'Adamello Ski Raid andrà in scena già nel 2020
La settima edizione dell’Adamello Ski Raid in via eccezionale si disputerà nel 2020. Il Comitato organizzatore, in accordo con il circuito La Grande Course, ha deciso di recuperare la gara annullata lo scorso aprile a seguito delle abbondanti nevicate in quota con un’edizione straordinaria programmata per sabato 18 aprile 2020.
«Si tratta – spiega il presidente dell’Adamello Ski Raid Alessandro Mottinelli – di un grande sforzo organizzativo ed economico indirizzato a tutti gli appassionati di grandi gare di sci alpinismo, ai quali vogliamo dare la possibilità di godere il prima possibile delle bellezze e tecnicità dei ghiacciai dell’Adamello senza dover aspettare altri due anni. Ci sentivamo in obbligo nei confronti degli oltre 700 appassionati che avevano deciso di essere fra i protagonisti lo scorso 7 aprile, ma anche di tanti altri skialper che avranno voglia di mettersi in gioco l’anno prossimo e che possono programmarsi la preparazione nel prossimo inverno».
L’Adamello Ski Raid, Ponte di Legno, Passo del Tonale e il ghiacciaio Presena saranno più che mai protagonisti dunque nel prossimo biennio. Si inizierà già a novembre 2019 con l’Adamello Ski Raid Junior, la classica competizione di apertura dedicata ai giovani, quindi il 18 aprile 2020 la settima edizione dello Ski Raid, ancora la sfida junior ad inizio inverno 2020 (prova del circuito La Grande Course Junior) e l’ottava edizione della sfida de La Grande Course per l’aprile 2021. Un segnale forte da parte di questo territorio che si candida a rivestire il ruolo di capitale dello sci alpinismo mondiale.
A Oberalp le scarpette d'arrampicata Evolv
Dopo Salewa, Dynafit, Pomoca e Wild Country, ecco Evolv. Il Gruppo Oberalp, la holding di Bolzano controllata dalla famiglia Oberrauch, ha acquisito il controllo di un altro brand del mondo verticale, specializzato nella produzione di scarpette da arrampicata. A seguire riportiamo il comunicato ufficiale dell'azienda.
Bolzano, 18 giugno 2019 - Il Gruppo Oberalp, brand house degli sport di montagna con sede a Bolzano, ha annunciato l'acquisizione con effetto immediato del marchio statunitense Evolv specializzato in scarpette da arrampicata. «L’arrampicata sportiva и un settore in crescita a livello internazionale- spiega Ruth Oberrauch, a nome della famiglia proprietaria del gruppo - L’acquisizione di Evolv è sinergica al nostro marchio Wild Country che opera soprattutto nell'ambito dell’attrezzatura tecnica. In questo modo il Gruppo Oberalp può ora distinguersi come fornitore di soluzioni complete per l’arrampicata sportiva. Con Salewa, Dynafit, Pomoca e Wild Country, Evolv è il nostro quinto marchio di proprietà per le attività in montagna, rinforzando così il ruolo di rilievo del nostro gruppo nel vasto mercato dell'outdoor».
«Come gruppo agiamo solo dove siamo competenti, e lo facciamo con passione. Il nostro mondo и la montagna, compresa la palestra da arrampicata - aggiunge Christoph Engl, CEO del Gruppo Oberalp - La nostra crescita è frutto del fatto che siamo focalizzati sull'alpinismo, mentre molti altri marchi sembrano cercare il successo nel settore più ampio dell'outdoor. Ecco perché il marchio Evolv si inserisce così bene nella strategia del Gruppo Oberalp».
Evolv è uno dei marchi leader nel mercato americano delle scarpette da arrampicata e genera un fatturato annuo di 6,5 milioni di dollari, con una produzione di 120.000 paia di scarpette da arrampicata all'anno. Inoltre, Evolv ha sviluppato con successo un servizio di risuolatura, che viene offerto per scarpe da arrampicata di tutte le marche. Il mercato principale и quello americano, ma ha dimostrato un grande potenziale di sviluppo nel mercato asiatico e in Europa dove и ancora poco diffuso.
Con questa acquisizione il Gruppo Oberalp sottolinea la propria dedizione all’ambito dell'arrampicata e del bouldering, e la volontà di sviluppare la propria attività anche in questo specifico settore. «La palestra и l'unica montagna ancora in crescita. Una montagna giovane e urbana. Con i marchi Evolv e Wild Country puntiamo soprattutto ai mercati asiatici e statunitensi. Ma Evolv potrà collocarsi perfettamente anche all'interno della comunità degli scalatori europei», così Engl riassume la strategia del Gruppo Oberalp per Evolv.
Evolv rimane a Los Angeles
Evolv è stata fondata 16 anni fa a Los Angeles dal coreano Brian Chung che ha avuto per molti anni la leggenda Chris Sharma come ambasciatore. Evolv resterà un marchio indipendente e Brian Chung continuerà a fare parte della gestione guidando il marchio come Product & Athletes Manager, mentre l’attuale Operations Manager, Jason Hung, continuerà ad occuparsi dello sviluppo del prodotto e della produzione. Nella sede di Los Angeles verranno mantenute le attività di sviluppo del prodotto, gestione degli atleti, vendite, design e servizio di risuolatura. La logistica, gli acquisti, il servizio clienti, le finanze e l'amministrazione saranno gestiti dalla filiale del Gruppo Oberalp a Boulder, sotto la responsabilità di Drew Saunders, country manager North America. La distribuzione in Europa sarà affidata al medesimo team di Wild Country, per ottimizzare le sinergie commerciali tra i due marchi.
Il Gruppo Oberalp considera il potenziale di crescita del marchio Evolv molto elevato, anche grazie al fatto che l'arrampicata sportiva sarà disciplina olimpica a partire dai prossimi Giochi olimpici di Tokyo, una occasione di grande visibilità presso il grande pubblico. «L'arrampicata è una nuova forma di fitness- continua Ruth Oberrauch - L'allenamento in palestra non attira soltanto gli appassionati di montagna e gli alpinisti. Molti giovani scoprono l'arrampicata come uno sport che combina diversi aspetti per migliorarsi: forza, agilità, concentrazione, e sempre più persone scoprono autonomamente l'arrampicata sportiva e si avvicinano alle palestre da arrampicata».
Gore Wear, a prova di sport
Il marchio Gore, nell’immaginario collettivo, è associato alla membrana e alle tecnologie Gore-Tex, però Gore è anche una marca di abbigliamento, che si può richiedere nei negozi sportivi più specializzati. Gore Wear è un po’ il laboratorio di tutta una filosofia e realizza prodotti altamente funzionali a partire dalle membrane e tecnologie Gore-Tex. Abbigliamento per ciclismo, mountain bike, corsa, trail running, fast hiking, sci di fondo pensato per un utilizzo sportivo specifico e intenso, che integra il know-how Gore con design e dettagli mai presenti per caso. Abbiamo provato un completo da running e trail running e uno indicato per fast hiking cercando di concentrarci proprio sulla funzionalità e di andare a cercare tanti piccoli particolari che sono quelli che, a parità di materiali utilizzati, possono fare la differenza. Vista la specificità del marchio e della proposta abbiamo scelto due testatori particolari. Le proposte da uomo le ha indossate Filippo Bianchi, trail runner e sky runner di punta (vanta anche una convocazione ai Mondiali di corsa in montagna) che è escursionista appassionato, naturalmente nella modalità fast… Indubbiamente un consumatore molto esigente. Il completo da fast hiking da donna lo abbiamo fatto indossare invece a Erika Giordana, che con Danilo Noro gestisce il negozio
XL Mountain, nostro partner per i test della Buyer’s Guide. Chi meglio di una negoziante esperta, che maneggia tutti i giorni capi sportivi e di una praticante outdoor assidua come lei per giudicare la proposta Gore Wear?
Running, GORE R7 Maglia e Pantaloncini 2in1
La proposta per correre prevede un completo con pant corti 2in1 e una maglia a maniche corte. «Premetto che non sono un amante dei pantaloncini doppi, personalmente preferisco quelli unici, ma con questi mi sono trovato bene, perché la parte stretch a contatto con la coscia non è stretta e soprattutto il materiale è molto leggero e piacevole al tatto, quella sopra è invece bella larga» esordisce Filippo. Tanti i dettagli, dalla comoda tasca con zip sul retro, a quelle laterali per i gel. La regolazione in vita avviene tramite coulisse piatta. «Ci sono anche tanti loghi riflettenti, sempre utili per essere visti quando scende il buio e la ventilazione, anche grazie agli inserti in rete e alle caratteristiche del tessuto, è buona» aggiunge Filippo. Più indicata per allenamenti e camminate veloci la maglia, di un piacevole e leggero tessuto, pensata per assecondare la vestibilità e con inserti in silicone sulle spalle per lo zaino. Si asciuga velocemente, non aumenta di peso se bagnata e punta sulla regolazione del microclima grazie alle tecnologie del tessuto e non su inserti in rete o costruzioni differenziate. «È sempre piacevole al tatto grazie alla cuciture piatte Ultrasonic» conclude Filippo.
Fast hiking, Gore H5 Gore.Tex Active e pantaloni Gore H5 Windstopper Gore Windstopper Hybrid
A vederli, pantaloni e giacca, sembrano più pesanti di quanto realmente siano. Li abbiamo provati in una giornata primaverile ventosa, ma non particolarmente fredda. E il primo commento, sia di Filippo che di Erika, è che non sono caldi. Intendiamoci, garantiscono il giusto microclima, anche se c’è fresco, ma non fanno sudare. La giacca con cappuccio è impermeabile all’acqua, antivento e altamente traspirante. «A conti fatti potrebbe anche essere utilizzata come strato per chi corre, è davvero light e poco ingombrante» dice Filippo. «È un capo piacevole da indossare con la consistenza di una k-way e lascia una bella libertà di movimento, anche quando si forza il ritmo» gli fa eco Erica. Questo guscio è particolarmente ricco di dettagli: «la coulisse regolabile in vita assicura la giusta vestibilità ed evita la dispersione del calore, il polso con velcro è pratico e meglio di quelli elastici che alla lunga cedono» dice Erika. «È ben compatibile con lo zaino e non ha cuciture sulle spalle» aggiunge Filippo. A un primo sguardo i pantaloni incuriosiscono. Sono forse il capo dove i dettagli fanno ancora di più la differenza. Abbinano il tessuto GORE WINDSTOPPER a inserti in GORE-TEX per fare scivolare via il gocciolamento dalla giacca, ma soprattutto tessuto stretch per assecondare i movimenti e la vestibilità dove serve, che li rende anche piacevolmente morbidi. «La regolazione in vita con cintura a velcro è molto comoda» nota subito Filippo, mentre Erika apprezza il fit e la fascia grip interna al giro vita. Non mancano anche in questo caso i dettagli riflettenti, nulla è lasciato al caso.
Fast is the new trendy
«Esiste forse uno stile più logico ed elegante del partire dal fondovalle, scalare una o più montagne e tornare al punto di partenza con il minimo materiale indispensabile, in un solo, rapido, assalto? In questo stile la velocità rappresenta ovviamente una componente essenziale: senza di essa non sarebbe possibile fare cosi tanto dislivello. Senza di essa non si avrebbe la sensazione di cavalcare le montagne. Pur condividendo la ricerca della rapidità, gli approcci a questo tipo di salite sono molto differenti a seconda che si parta dal lato trail running oppure da quello alpinistico. A creare confusione, al di là delle basi culturali, è proprio la disciplina in sé: per la metà del tempo si corre su sentieri, per lʼaltra metà si scalano vie alpine. Nella prima parte della giornata si starebbe quindi bene in scarpette, pantaloncini e canotta; nella seconda ramponi, piccozze e friend diventano fondamentali per la riuscita». Scrive così Denis Trento a proposito delle salite alpinistiche in velocità. Una valutazione filosofica sull’andare veloci, con tanto di excursus storico, per introdurre le uscite fast & light realizzate la scorsa estate in compagnia di Robert Antonioli. Uscite veloci, sì, ma con tutta l’attrezzatura necessaria. «Come Guida alpina non posso prescindere dallʼavere con me attrezzatura alpinistica adeguata e di autosoccorso, con qualche piccolo adeguamento magari sul materiale delle talloniere dei ramponi o sui millimetri della corda».
Denis Trento e Robert Antonioli la scorsa estate hanno salito l’Innominata al Monte Bianco, hanno percorso la cresta di Rochefort e traversato le Grandes Jorasses e toccato Lyskamm, colle del Lys, punta Dufour e punta Zumstein nel gruppo del Monte Rosa.
L’articolo completo è su Skialper 124 di giugno-luglio.
Via Valais, la haute route del trail
«La nostra esperienza, le chiacchiere con altri appassionati di trail, l’analisi delle mappe e le foto aeree ci hanno convinto subito: il Vallese avrebbe potuto avere i migliori itinerari di trail running al mondo, con singletrack tra grandi panorami e salite e discese epiche. Il paesaggio è unico e l’aria pulita invita a lasciare correre le braccia lungo il corpo e forzare il passo. L'unico inconveniente è che ogni volta che giri un angolo, ti trovi davanti un nuovo spettacolo della natura e ti viene voglia di fermarti a contemplarlo. Tutti questi ingredienti rendevano il cantone svizzero il luogo ideale per dare forma al nostro sogno: un lungo trail di più giorni». Scrive così Kim Strom a proposito della Via Valais: 225 chilometri e 14.000 metri di dislivello positivo ai piedi delle montagne più spettacolari d’Europa, da Verbier a Zermatt. Un itineraio nato unendo sentieri già esistenti e dopo un’a lunga e attenta ricognizione in più fasi.
Lungo l’itinerario si incontrano alcune delle montagne più spettacolari delle Alpi, a partire dal Cervino. Lo Schöllijoch, invece, prevede una discesa esposta con corde e scale per raggiungere i resti di un piccolo ghiacciaio con ghiaccio vecchio e senza crepacci. Lungo la via si incontra anche il ponte sospeso Charles Kuonen, il più lungo del mondo di questo tipo, con i suoi 494 metri e si corre nei luoghi della mitica gara Sierre-Zinal e tutto il percorso è diviso in nove tappe.
L’articolo completo sulla Via Valais è su Skialper 124 di giugno-luglio.
Livigno Skymarathon a Ruy Ueda e Sheila Avilés
Alla quarta edizione della Livigno Skymarathon su un inedito percorso da 31 km e 2650 metri di dislivello vittorie del giapponese Ruy Ueda e della spagnola Sheila Avilés.
Sul podio della prima tappa italiana di Migu Run Skyrunner World Series, anche Daniel Antonioli e lo spagnolo Oriol Cardona; al femminile seconda si è invece piazzata la campionessa di casa Elisa Desco, mentre terza è giunta l’altra spagnola Gisela Carrion. 600 atleti da 23 differenti nazioni ai nastri di partenza. Il comitato organizzatore, nelle ultime settimane, è stato chiamato ai lavori straordinari dopo le abbondanti precipitazioni primaverili che hanno lasciato in quota tanta neve e reso impossibile l’utilizzo del percorso originale. Il direttore percorso Adriano Greco, supportato dal campione di casa Marco De Gasperi e dai numerosi volontari, sono comunque riusciti a proporre un itinerario tecnico e selettivo che ha letteralmente esaltato i big mondiali della specialità.
Pronti, via e il giapponese Ruy Ueda ha subito impresso alla gara un ritmo altissimo. Ritmo tenuto sulla prima ascesa verso il Crap da la Parè da Daniel Antonioli. Dietro era bagarre per le posizioni di alta classifica tra Luis Alberto Hernando, Oriol Cardona, Petter Engdahl, Jia Erenjia, Marc e Oscar Casal Mir e Zaid Ait Malek (ESP). Con il passare dei chilometri il giapponese, già vincitore della prima tappa 2019 di Migu Run Skyrunner World Series, ha preso il largo per poi presentarsi in solitaria sul traguardo di Livigno in 3h22’57”.
Daniel Antonioli resiste all’attacco dei suoi avversari guadagnando il suo primo podio di world series in 3h24’37”. Autore di una prova tutta in rimonta il leader di coppa Oriol Cardona si è preso il gradino più basso in 3h26’24”. Completano la top ten di giornata Luis Alberto Hernando, Zaid Ait Malek, Eduard Hernandes, Ander Inarra, Pablo Villa, Adolfo Gustavo Buitrago e Alejandro Pujol Forcades
Gara vera anche al femminile con la spagnola Sheila Avilés subito all’attacco ed Elisa Desco subito dietro. In lizza per un posto sul podio anche Holly Page, Oihana Azkorbebeitia, Elena Rukhlyada, Robyn Owen e Hillary Gerardi. Nelle fasi cruciali la local Elisa Desco ha provato l’affondo portandosi al comando, ma Avilés ha subito riguadagnato la testa della corsa vincendo in 3h52’40”. Secondo posto tra gli applausi per Elisa Desco (3h56’13”) e terza piazza per l’altra spagnola Gisela Carrion (3h58’51”). Nelle top five anche Oihana Azkorbebeitia e Holly Page.
La Dream Line di Hilaree Nelson e Jim Morrison
Il 30 settembre 2018 Hilaree Nelson e il compagno Jim Morrison hanno chiuso un’annata di sci ripido sugli ottomila da ricordare, sciando integralmente il Lhotse (8.516 m) dalla vetta, lungo quello stretto canale a lungo bramato da tanti, la Dream Line. Un’impresa di livello dopo quella di Bargiel al K2, portata a termine in cinque settimane totali. «Quando siamo arrivati in vetta con tutta quella neve e ci siamo resi conto che avremmo potuto sciare la Dream Line dall’inizio, senza calarci tra le rocce, è stato bellissimo, un momento che ricorderò per sempre: eravamo nervosi, ma appena abbiamo messo gli sci l’eccitazione ha preso il sopravvento» dice Hilaree Nelson, 45 anni, che nel 2018 ha preso il posto, dopo 26 anni, di Conrad Anker come capitano del Global Athlete Team di The North Face.
La Nelson aveva già sciato nel 2013 la parete Ovest del Papsura (6.440 m), anche soprannominato in maniera poco rassicurante Peak of Evil (picco del male), una linea difficile di un’estetica ineccepibile che ripercorreva in parte l’ascensione neozelandese del 1991. Non c’è dubbio però che la Dream Line del Lhotse rimarrà per sempre legata al suo nome e a quello di Jim Morrison. «Tutta la discesa, compresa la Face, fino al campo 2, è di circa 2.100 metri di dislivello, e ha preso circa quattro ore, ma la maggior parte del tempo l’ha richiesto la sezione del Couloir – dice ancora Hilaree - Siamo stati vicini perché era la parte più impegnativa, l’ampia parete sottostante l’avevamo già provata nella fase di acclimatamento e lì ci siamo allontanati un po’ e abbiamo gustato la discesa. Sciare con Jim, compagno anche nella vita, mi dà una grande fiducia».
L’articolo completo è su Skialper 124 di giugno-luglio.
Sarà una Skylakes solidale
Era iniziata nel 2014 come una scommessa, organizzare una skyrace nel paese più piccolo del Veneto, partendo dal nulla. Quattro anni pieni di soddisfazioni e successi: l’ingresso nel circuito La Sportiva Mountain Running Cup, gli atleti di alto livello che ritornano, il sold out a 750 iscritti, le ottimi critiche. Per questa edizione della Skylakes, che si corre a Laghi (VI) il 23 giugno, il percorso di 21 km e 1.550 m D+, a cavallo tra Trentino e Veneto, rimane immutato, così come la scelta di aggiungere alla gara dei ‘grandi’ il MiniTrail per i ragazzi 7-12 anni sulla distanza di 1.200 m.
La vera novità di questa Skylakes 2019 riguarda pacco gara e quota d’iscrizione. In un calendario trail sempre più fitto e competitivo, in cui il pacco gara rappresenta la miglior pubblicità immediata per una gara di corsa, gli organizzatori vicentini hanno scelto di fare un passo indietro e riportare la Skylakes all’essenziale con un occhio al solidale. «Correre, con una mano sul cuore». Questo è il messaggio che vuole passare quest’anno. La proposta è sicuramente coraggiosa e temeraria. A ogni iscritto, al prezzo base di 20 euro, saranno dati pettorale, assicurazione, gnocchi, chip, docce, deposito bagagli, ma poi sarà lui a fare la scelta tra richiedere il gadget d’iscrizione, una t-shirt in cotone, oppure donare il corrispondente valore in denaro a Team For Children Onlus Di Vicenza, un’associazione dedita all’aiuto dei bambini malati e di appoggio alle relative famiglie (www.teamforchildrenvicenza.it) con cui Skylakes ha di recente iniziato a collaborare per la costruzione di una casa vacanze per bambini oncologici. Una quarta edizione irrivererente, un percorso collaudato e una macchina organizzativa eccellente, tutto ciò che serve per correre forte e divertirsi tra i sentieri delle Prealpi vicentine a un prezzo ribassato. Toccherà ora agli atleti rispondere, dimostrare di non essere solo attratti dallo specchietto per allodole del pacco gara e ricordare che alla fine l’importante è solo correre. L’essenziale.
Mario Poletti organizza la Orobie Experience
Nel 2005 Mario Poletti corse il Sentiero delle Orobie in 8 ore, 52 minuti e 31 secondi. Un’impresa che ricordano ancora in molti e che portò tante persone sul sentiero. Ora il product manager di Scott Italia, nell’anno in cui Marco Zanchi tenterà un’impresa simile, si è inventato una nuova avventura aperta a chi vorrà condividerla con lui: Orobie Experience.
L’appuntamento è per sabato 29 e domenica 30 giugno. La prima tappa è daVal Canale al Rifugio Coca: 42 km e 2700 m D+ - tempo percorrenza stimato 10 ore. La seconda dal Rifugio Coca al Curò, Rifugio Albani e ad Ardesio: 42 Km e 2300 m D+ - tempo percorrenza stimato 11 ore.
L’evento è gratuito e aperto a tutti coloro che, avendo compiuto i 18 anni alla data di svolgimento dell’Experience, sono in possesso di certificato medico sportivo di idoneità all’attività agonistica in corso di validità. Per la partecipazione però è richiesto il curriculum sportivo. Si richiede di aver concluso una skymarathon o un’ultra trail (dai 55 km in su) o edizione del GTO (Gran Trail delle Orobie ). Le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento dei 20 partecipanti e la logistica è curata da Fly - UP. Iscrizioni qui.
Il film del record di Emelie Forsberg sul Kungsleden
Luglio 2018: Emelie Forsberg percorre il sentiero Kungsleden, nella Lapponia Svedese, in quattro giorni e 21 ore, facendo registrare il fastest known time. L’itinerario, in uno degli angoli più selvaggi del Paese scandinavo, è lungo 450 chilometri e viene di solito coperto in due settimane. La partenza è da Abisko, l’arrivo a Hemavan e il punto più alto a quota 1.150 metri, con discese fino a 330 metri. Nella prima tappa, la più lunga, la runner svedese ha raggiunto dopo 116 chilometri Saltoluokta, il rifugio dove ha lavorato quando aveva 19 anni e dove ha scoperto la montagna. L’itinerario comporta diversi fiumi da attraversare con piccole barche. Il cortometraggio di 14 minuti che documenta la sua impresa è disponibile da qualche ora sulla Salomon TV.
IL LIBRO - Il libro autobiografico di Emelie, Correre, Vivere con le stupende foto di Kilian Jornet, è stato da poco pubblicato in italiano dalla nostra casa editrice ed è uno dei successi editoriali della stagione, stabilmente nella top ten delle categorie corsa e maratona delle principali librerie online.
L’ABBIGLIAMENTO DI EMELIE – Come si è vestita e che scarpe ha utilizzato Emelie durante l’impresa in Svezia. Ecco soddisfatta la curiosità: scarpe S/LAB Sense 6 Softground, S/LAB Women’s Skirt, S/LAB Modular Shorts, Women’s Comet Plus SS Tee, Women’s Elevate Move’on SS Tee, X Wool Long Sleeve Tee, Women’s Lightning Wind Hoodie, Haloe Down Hybrid Women’s Hoodie, zaino Skin Pro 10 Set, Agile Long Tights, S/LAB Running Socks, e orologio/GPS Suunto 9. Scarpe e abbigliamento sono di Salomon.
Arriva Garmin GPSMAP 66i
Dallo scorso 5 giugno Garmin ha lanciato il nuovo GPSMAP 66i, che unisce la lunga esperienza del marchio nella navigazione GPS con i plus del sistema di comunicazione satellitare inReach. È in pratica il primo prodotto nuovo da quando il marchio ha acquisito la tecnologia inReach. Il nuovo palmare ha un ampio schermo da 3’’, il compagno ideale per chi vuole dare libero sfogo alla voglia di esplorazione.
SEMPRE CONNESSI - Combinando i sistemi satellitari GPS, GLONASS e GALILEO con gli evoluti sensori interni (altimetro, barometro, bussola) e con l’ampia scelta cartografica disponibile, GPSMAP 66i garantisce agli appassionati una navigazione efficace e sicura in qualunque angolo del mondo. Garmin GPSMAP66i offre un servizio di messaggistica e geolocalizzazione globale, grazie all’utilizzo della costellazione di satelliti Iridium, l’unica rete che garantisce copertura completa del nostro pianeta. Così si possono ricevere e inviare e-mail e SMS da e verso qualunque contatto della rubrica. Inoltre, nel malaugurato caso in cui ci si trovasse in difficoltà, dal GPSMAP 66i sarà possibile lanciare un segnale di SOS semplicemente premendo un tasto dedicato. La richiesta di assistenza verrà inviata al centro di monitoraggio internazionale GEOS (attivo 24/7) che attiverà quindi la macchina dei soccorsi in qualunque luogo del mondo ci si trovi. Una volta premuto il tasto SOS, l’utente potrà interagire con un operatore (nella propria lingua), comunicare la tipologia di emergenza, la gravità del problema e ricevere immediatamente indicazioni su come gestire la situazione in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
CARTOGRAFIA - Il nuovo palmare GPSMAP 66i dispone di una mappa TopoActive Europe già installata, così che l’utente possa consultare nel dettaglio tutte le caratteristiche del territorio come le linee di quota, le coste, i fiumi, le vette e i punti panoramici. Tramite il pacchetto BirdsEye, scaricabile anche da una connessione Wi-Fi, sarà possibile pianificare la propria spedizione nel miglior modo possibile, consultando direttamente sul display le immagini satellitari in alta risoluzionedei luoghi che si attraverseranno.
VERSATILITÀ - Grazie all’App Garmin Explore gli utenti potranno sfruttare le funzionalità aggiuntive per la navigazione, per la pianificazione dei viaggi e per la condivisione dei dati. GPSMAP 66i è associabile ai dispositivi indossabili Garmin fēnix 5 Plus, Instinct, Tactix Charlie e Marq Expedition. Nelle situazioni che richiedono assoluta libertà di movimento, si potrà lasciare il palmare agganciato allo zaino e continuare a consultare i messaggi della sua inbox o anche lanciare SOS direttamente dal proprio polso. GPSMAP 66i è progettato secondo i rigorosi standard militari MIL-STD-810, resistente agli urti e impermeabile IPX7(un metro di profondità per 30 minuti). Integra una batteria ricaricabile con un’autonomia fino a 35 ore, con tracciamento ogni 10 minuti, e fino a 200 ore in modalità Expedition, con intervalli di tracciamento ogni 30 minuti. Il prezzo consigliato al pubblico è di 599,99 euro e i servizi di comunicazione satellitare sono a pagamento e attivabili scegliendo tra varie soluzioni di abbonamento.
Info qui
Milliken & Company acquisisce Polartec
Milliken & Company ha annunciato ieri di avere firmato un accordo definitivo per l'acquisizione di Polartec da Versa Capital Management, LLC. L'acquisizione dovrebbe concludersi entro giugno. I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. Polartec è leader nella produzione di soluzioni tessili innovative, a partire dal moderno pile sintetico nel 1981 e le sue tecnologie sono oggi utilizzate dai brand leader nel settore sportivo, militare e professionale.
Le competenze di Milliken & Company in materia di ricerca, progettazione e produzione spaziano in un'ampia gamma di discipline, tra cui prodotti chimici speciali, rivestimenti per pavimenti e tessuti protettivi. «Polartec apporta una vasta e rinnovata esperienza nel settore tessile outdoor per completare la già robusta offerta di Milliken - ha dichiarato Halsey Cook, presidente e CEO di Milliken & Company - L’acquisizione strategica amplia le nostre capacità nel settore tessile con un'offerta di prodotti che ora includerà soluzioni tecniche per l’isolamento e protezione dagli elementi, consentendoci, tra l'altro, di crescere in nuovi e stimolanti settori».
«Con oltre 150 anni di innovazione nel settore tessile, Milliken è il miglior proprietario naturale di un brand con il pedigree di Polartec, non vedo l'ora di supportare questa integrazione» ha dichiarato il CEO di Polartec Gary Smith. Versa aveva acquisito le attività della ex Malden Mills nel 2007, rinominandola Polartec.