Garmin Beat Yesterday, svelati i vincitori
Sei sogni e altrettanti traguardi da raggiungere. Storie e obiettivi diversi, ma accomunati da un unico spirito. I vincitori dell’edizione 2020 dei Beat Yesterday di Garmin Italia sono stati svelati martedì scorso: in un anno particolare dove tutto è stato congelato, il format del Beat Yesterday Award si è adeguato andando a premiare appassionati di sport, outdoor, motociclismo e nautica che per molto tempo hanno cullato un sogno di avventura e che nel 2021 avranno la chance di realizzarlo. Persone comuni in grado di compiere imprese fuori dal proprio ordinario. Garmin fornirà loro strumentazione e know-how specifico grazie al supporto di tutor come Simone Moro, Davide Cassani, Daniel Fontana, Alessandro Botturi e Giovanni Soldini.
I sei progetti vincitori dei Garmin Beat Yesterday Awards 2020
Alessio Alfier: nuoto, bici e scalata superano ogni ostacolo
I lettori di Skialper Alessio lo conoscono, perché, oltre che organizzatore del Vertikal Martin, è uno dei testatori della nostra Outdoor Guide. È uno sportivo a 360 gradi, appassionato di più discipline. La sua grande voglia di mettersi in gioco e buttarsi in una avventura sempre nuova, ad un certo punto della sua vita, incontra però un ostacolo imprevisto: l’asma. Un impedimento per molti, ma non per lui. Una volta imparato a convivere con questo compagno di cordata, ecco il suo sogno: «Sono asmatico, ma non per questo non posso sfidare le profondità e l’alta quota. E lo voglio fare in un modo unico». Originario di Genova Voltri, si sta preparando per riuscire a percorrere 7 km a nuoto, dopo i quali pedalerà ben 300 km in sella ad una bicicletta per raggiungere Pont in Valsavarenche, e affrontare quindi una vera e propria ultima fatica: scalare il Gran Paradiso e arrivare a Cogne, la sua seconda casa.
Ad ‘assistere’ Alessio durante le premiazioni dei Garmin Beat Yesterday Awards 2020 uno che di imprese estreme ne sa qualcosa: Simone Moro, fresco dell’annuncio della sua nuova spedizione invernale sul Manaslu. «Per me sarà il terzo tentativo su questa montagna – dichiara l’alpinista bergamasco – Questo è il mio Beat Yesterday: accettare un fallimento senza identificarlo come la fine, ma come l’inizio di una nuova avventura».
Samuele Meucci, da Firenze a Pejo in bici e a piedi facendo un tuffo nei ricordi
Fiorentino doc di 39 anni, Samuele è amante del trail running sulle lunghe distanze e alle spalle ha due Tor Des Geants completati. È innamorato della Val di Sole, luogo dove, fin da bambino, trascorre le vacanze estive. La passione per la montagna, la corsa a piedi e il ciclismo lo spingerà nel 2021 a dare vita al suo progetto sportivo, totalmente in solitaria: «L'idea è partire da casa e percorrere la Via degli Dei fino a Bologna, per poi montare in sella alla bici che era di mio padre e raggiungere il Lago di Molveno. Da lì proseguirò in direzione di Pejo ancora a piedi, passando dalle Dolomiti del Brenta». Chi ci sarà ad attenderlo all’arrivo? «La mia famiglia e la mia roulotte! I miei genitori, a cui voglio dedicare la riuscita di questo progetto, mi hanno insegnato l’amore del vivere in modo semplice e autentico la montagna, e così voglio continuare a fare». Durante la premiazione, Samuele è stato affiancato da Daniele Piervincenzi, narratore del progetto Garmin Beat Yesterday 2020: «Credo che questa sia la dimensione più pura della passione per lo sport: sogni, fatica ed emozione».
Paolo Cazzaro e un unico obiettivo: il record dell'ora di paraciclismo
Una storia di sport e rinascita: «Mi chiamo Paolo Cazzaro, ho cinquant’anni e da sei anni sono un paratleta». La seconda vita di Paolo è iniziata nel 2004 quando capisce che lo sport, e in particolar modo il ciclismo, è il miglior medicinale che può “assumere” per trovare sollievo ai problemi fisici riportati a seguito del suo gravissimo incidente. Dopo aver raggiunto già importanti riconoscimenti sportivi, un obiettivo davvero ambizioso, che sottolinea la sua grande determinazione: «È un anno che lavoro al superamento del record del mondo su pista categoria Mc4 di paraciclismo. Da tre mesi mi alleno due giorni a settimana al velodromo Rino Marcante di Bassano del Grappa. I dati sono molto buoni, il record lo porteremo a casa!». In occasione dei Garmin Beat Yesterday Awards 2020, Paolo ha avuto la possibilità di chiacchierare a lungo con un allenatore di tutto rispetto: il CT della nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani. «Paolo ha tutte le qualità che cerco in ogni atleta: determinazione, concentrazione e anche un tocco di sana ambizione. Sono certo che riuscirà a raggiungere anche questo grande traguardo».
Nicolò Pancini, in moto con il padre intorno al Mar Mediterraneo
«L’amore per il motociclismo mi accompagna da quando ero bambino. Mi è stato tramandato da una delle persone più importanti della mia vita, che stimo molto e che mi ha permesso di scoprire e coltivare grandi passioni: mio padre. Ed è per questo che il mio Beat Yesterday vorrei portarlo a termine con lui!». L’emozione traspare dai suoi 29 anni, ma Nicolò Pancini, della provincia di Savona, ha le idee ben chiare, così come la rotta da seguire per ‘circumnavigare’ il Mediterraneo, tenendosi sempre il mare alla sinistra, partendo dal suo paese di origine, Cairo Montenotte. Lui e il padre viaggeranno in sella a due splendide motociclette BMW R80G/S del 1986. «Non potevano che scegliere mezzi migliori per questo progetto!» ha commentato Alessandro Botturi, vincitore delle ultime due edizioni dell’Africa Eco Race, con cui Nicolò ha avuto modo di confrontarsi per la messa a punto degli ultimi dettagli del suo itinerario.
Erica Fre’: il coraggio di ricostruirsi e riprendere in mano la propria vita
Una donna che non si è mai fatta abbattere dalle sfide. Una mamma che, dopo aver dedicato la propria vita alla sua famiglia, ora vuole raggiungere un traguardo solo per sé stessa. Una maratona corsa in 8 ore è stata il suo re-start: «La prossima estate l'obiettivo è fare da Biella ad Assisi in bici, per poter raccontare alle persone che se anche la vita ci abbatte, se ci sembra di essere costantemente inadeguati, e anche se siamo fisicamente poco preparati, con impegno, fatica, e la giusta guida, i sogni si possono realizzare». Lei è Erica Fre’, un mix perfetto di simpatia, solarità e determinazione: «Un giorno un amico mi ha detto "non importa qual è la tua condizione fisica (Erica era in grave sovrappeso, ndr), l’importante è quanto sono grandi i tuoi sogni!"… e i miei sono parecchio grandi, e ho intenzione di realizzarli!». E uno che di obiettivi da raggiungere ne ha avuti tanti, così come i successi sportivi, è il triatleta Daniel Fontana che ha avuto modo di dare a Erika preziosi suggerimenti su come approcciare nel modo migliore questo suo grande viaggio: «Quando dico che anche noi atleti, in realtà, siamo persone comuni mi riferisco proprio a questo: il modo di vivere di Erica è esattamente quello che spinge me a cercare sempre un nuovo traguardo e superare i miei limiti».
Nicola Livadoti e sua moglie: una nuova vita a bordo di una barca
A dire la verità, Nicola e sua moglie hanno realizzato in parte il loro sogno. Nel 2016 hanno deciso di cambiare completamente vita, lasciando le loro occupazioni e comprando una barca di 37 anni, un Azimut 28. L’hanno completamente restaurata, dagli impianti ai motori, al sottocoperta, per trasformarla in una barca che offre experience di cucina e sunset spritz tra le Cinque Terre e Portovenere. Un grande successo che ha portato tante soddisfazioni. Ora è arrivato il momento di realizzare la metà mancante del loro Beat Yesterday: «L’obiettivo adesso è quello di rendere la nostra barca totalmente ibrida – dicono afferma Nicola – Il mare ci regala grandi emozioni, ed è per questo che vogliamo poterlo ringraziare offrendo ai nostri ospiti un servizio ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente che ci ospita». E per due amanti del mare, non poteva esserci sostenitore migliore di Giovanni Soldini: «La tutela ambientale sarà senza dubbio un tema centrale dei prossimi anni. – afferma il velista – Per chi vive il mare, il cui richiamo è sempre forte, il futuro non può non passare dal suo rispetto e dalla sua tutela».
Garmin.com/it-IT/beatyesterday/
Cazzanelli live su Facebook per presentare il film dell'ultimo concatenamento invernale
Along Our Skyline è il nuovo film di Storyteller Labs dedicato al concatenamento invernale Furggen - Cervino - Grandes Murailles - Petites Murailles, completato da Francois Cazzanelli e Francesco Ratti. La storia inizia nel febbraio 2019, quando il primo tentativo si ferma dopo tre giorni a Punta Lioy, poi i due abbandonano per le condizioni sfavorevoli della neve. Per portare a termine il loro progetto Francois e Francesco hanno dovuto aspettare quasi un anno, pochi giorni prima che il mondo intero si fermasse per la pandemia.
Sulla pagina Facebook di Salewa, a partire dalle ore 21:00, Francois Cazzanelli sarà live per commentare insieme agli appassionati di montagna il film, ripercorrere questa lunga doppia avventura sulle montagne di casa sua e approfondire la direzione dell'alpinismo moderno.
Salewa ha realizzato una pagina dedicata nel proprio website dove è possibile sia vedere il film sia leggere la storia di questa impresa alpinistica.
Il lato B di La Grave
«La mia fantasia del parco giochi dietro casa si è materializzata quando mi sono sposato e abbiamo costruito il nostro nido a Ventelon. Appena dietro le mura c’è una montagna con pendii erbosi frequentata solo dal bestiame, dai cervi, dalle volpi... e dagli altri backyardigan*. Il nostro lato soleggiato della valle è perfetto per far crescere l’aglio in primavera, fornisce l'energia solare ideale e in inverno permette comunque di mettere gli sci e toglierli in giardino appena qualche centimetro di neve ricopre l’erba. Qui gli elementi hanno rimodellato il mio ego. Fuori dal bosco i venti costanti creano onde di neve simili ai pipe dei park. Questo spirito ha alimentato la sciata interiore e influenzato lo stile e le aspirazioni. Ho iniziato a non avere più bisogno di sciare tutti i giorni perché stavo eliminando ciò che volevo dimenticare andando a sciare. L'immobilità fertilizzava la sensibilità verso la natura e la qualità delle sessioni di sci».
A scrivere è Ptor Spricenieks, canadese di origine lituana che ha messo su casa a Ventelon, nei pressi di La Grave. Su Skialper 133 di dicembre-gennaio Ptor parla del lato B di La Grave, lontano dalla telecabina e poco frequentato. Quel lato B dove è andato spesso a sciare con Mathieu Bonnetbleu, ski bum e pastore con 300 pecore Merinos, «portandoci dietro patate locali, formaggio, pane e bottiglie di vino al posto dei noodle o del ramen confezionati». E dove ha anche organizzato un mistery trip nel quale i partecipanti sapevano solo che avrebbero sciato con due Guide, ma non il luogo. Nel lato B Ptor ha sciato anche con Joe Vallone e giocato con Glen Plake.
«Glen è l'incarnazione di un bambino adulto sugli sci e insieme a Joe Vallone quel giorno scivolava con naturalezza e il sorriso sulle labbra. L’esposizione con ingaggio su un terreno intricato e impegnativo è tanto più gratificante e rende lo sci migliore quando c'è la giusta attitudine e un rischio accettabile per il gruppo. È stato rassicurante sciare con un mentore che è l'antitesi del moderno freerider, con il bambino cresciuto che mostra la strada ai più piccoli con quella semplicità e capacità di divertirsi a ogni livello dello sci, lasciando da parte la competitività e l'ego».
*Serie televisiva che in Italia è stata nominata Gli Zonzoli, ma la traduzione letterale di backyard è giardino dietro casa o, volendo, cortile.
Proteggi maschera più community mask, la combo perfetta
Copri maschera e mascherina double face, lavabile. È l’accoppiata proposta da Soggle, il marchio tedesco che produce le pratiche protezioni in microfibra per evitare che le lenti della maschera da sci si graffino o si appannino quando si entra nei rifugi. Come un mini-lenzuolo con elastico, il morbido panno può essere posizionato sulle maschere da sci con una mano sola, senza doverla togliere dal casco e la morbida microfibra la rende utilizzabile anche come panno per la pulizia delle lenti. Disponibile in oltre 100 diversi stili, dai panorami di montagna agli stili retrò, costa 12,95 euro. La combo perfetta è con la mascherina double face, disponibile anche coordinata con le fantasia del proteggi maschera. La Community Mask è lavabile in lavatrice a 60 gradi (come la protezione per le maschere da sci); inoltre viene fornita senza alcun imballaggio in plastica per questioni ambientali. Soggle Community Mask costa 13,95 euro. www.soggle.com
Quattro atleti, quattro storie diverse nell'Asics Trail Team
È nato l’Asics Trail Team italiano, un team di atleti che entra a far parte di un progetto europeo che unisce i diversi team trail di tutte le altre nazioni del Vecchio Continente con l’obiettivo di individuare e aiutare a crescere giovani talenti nel trail running, affiancandoli ad atleti maturi, e supportarli con i consigli di esperti del mondo endurance, oltre che con il prodotto. Inizialmente il team italiano sarà composto dagli azzurri di corsa in montagna Xavier Chevrier, Alessia Scaini e Angela Mattevi e dalla ultrarunner Ginevra Cusseau.
Xavier Chevrier, valdostano di trent’anni, da parecchi anni è uno degli atleti più rappresentativi della Nazionale Italiana di corsa in montagna con la quale ha vinto medaglie sia nei campionati Europei che Mondiali.
Seppur appena ventunenne, Alessia Scaini può vantare già diverse convocazioni in nazionale di corsa in montagna, di cui è una delle atlete più rappresentative tra le nuove leve.
Angela Mattevi, ventunenne trentina, è Campionessa Mondiale Junior e per molti addetti ai lavori rappresenta il futuro di questa disciplina per l’Italia. Angela ha ottenuto in questi anni anche ottime prestazioni nei cross, in pista e nella corsa su strada.
La toscana Ginevra Cusseau è la veterana del gruppo con i sui 34 anni, e ha legato il proprio nome a corse come l’Elba trail o l’Ultratrack Supramonte
Gli atleti useranno le tre scarpe per la corsa in natura del marchio giapponese: la GEL-FujiTrabuco 8, ideale per runner che cercano una scarpa strutturata e protettiva; la GEL-FujiTrabuco Lyte, che punta su leggerezza e reattività e la GEL-Fujitrabuco Sky, ancora più leggera ma al contempo reattiva.
Longiarù, il villaggio degli alpinisti
«Se privilegiamo luoghi come Longiarù o la Valle Maira o una delle altre località che puntano a sviluppare un turismo diverso, possiamo contribuire a segnare la strada verso il futuro» scrive Francesco Tremolada su Skialper 133 di dicembre-gennaio. Francesco è Guida alpina e vive in Val Badia. Come tutti i local frequenta anche le zone più famose intorno al giro del Sella Ronda, ma quando vuole ritrovare quel senso di pace e di tranquillità dello scialpinismo puro, sceglie il Parco naturale Puez - Odle e la valle di Longiarù, in ladino Val da Lungiarù.
«Questo è un posto speciale ed è qui che mi piace andare per trovare la tranquillità vicino a casa. Il parco Puez - Odle non ha rifugi aperti in quota come Fanes e le gite si effettuano in giornata dalle valli. Se gli accessi dal versante della Val Gardena e dall'Alta Badia sono facilitati dagli impianti, che permettono di alzarsi in quota verso i confini del parco, sugli altri versanti le gite iniziano dal fondovalle o al più da qualche strada che sale alle numerose e caratteristiche frazioni. La valle di Longiarù, in particolare, è quella che offre il maggior numero di itinerari e si presta molto bene a un soggiorno scialpinistico di qualità. Qualità nel soggiorno, perché i ritmi e l'atmosfera sono quelli di un turismo più lento e rilassato, ma soprattutto qualità nella varietà dello sci, perché qui, oltre alle gite facili nel bosco e su terreno aperto, sono tanti i canali dolomitici e gli itinerari di stampo più moderno». E, aggiungiamo noi, decine di gite con dislivelli fino a 1.400 metri.
Inoltre Longiarù è stato riconosciuto come Villaggio dell’alpinismo. Ma cosa significa? I Villaggi dell’alpinismo sono un’iniziativa dei Club Alpini e nascono da un progetto del Club Alpino austriaco. Sono località pioniere dell’alpinismo e devono rispettare criteri rigorosi, impegnandosi nell’attuazione del protocollo della Convenzione delle Alpi (un documento stipulato tra gli otto Stati alpini e l’Unione Europea, che ha come fine lo sviluppo sostenibile e la tutela delle Alpi). Una filosofia che va oltre il semplice marketing turistico, ma spazia a 360 gradi dall’edilizia alla mobilità, ai trasporti, all’agricoltura, alla tutela del paesaggio e della cultura locale.
L’articolo e i consigli per una vacanza a Longiarù sono su Skialper 133 di dicembre-gennaio.
Arthur Conan Doyle, un passo alpino sugli ski
«Il fatto è che in inverno scalare una normale vetta e compiere la traversata di valichi alpini è più facile che in estate, a patto che il tempo resti sul bello. In estate dovrete sia salire che scendere, e le due fasi sono egualmente faticose. In inverno la fatica è ridotta a metà, poiché buona parte della discesa è una semplice pattinata. È molto più semplice salire zigzagando con gli ski sopra una neve passabilmente compatta, anziché scarpinare su per i massi sotto un cocente sole estivo». È con un inconfondibile humour british che Sir Arthur Conan Doyle, nel 1894, descrive (probabilmente è la prima relazione scialpinistica della storia) la traversata Davos-Arosa sul The Strand Magazine, che ripubblichiamo su Skialper 133 di dicembre-gennaio. La mente visionaria di Conan Doyle arriva a intuire le enormi potenzialità di quelle due assi di legno: «Fatto sta che, disponendo di perseveranza e di un mese libero nel quale superare tutte le prime difficoltà, si giungerà a credere che gli ski aprono un orizzonte di sport che è, a mio avviso, unico. Non riscuote ancora apprezzamento, ma sono convinto che un giorno centinaia di inglesi verranno in Svizzera per la stagione dello ski, in marzo e aprile».
Arthur Conan Doyle, autore delle avventure di Sherlock Holmes, il più famoso detective di tutti i tempi, scoprì lo sci come passatempo durante la lunga permanenza a Davos, al capezzale della prima moglie, malata di tubercolosi. Così, insieme ai fratelli Branger, coprì il percorso Davos ad Arosa percorrendo il passo Furka. Durante l’ultima discesa i tre si tolsero gli sci per trasformarli in una slitta, ma Conan Doyle, puntando un tallone nella neve, ruzzolò, frantumando il suo abito: «A detta del mio sarto, l’Harris Tweed non si logora mai. È una pura teoria, che non reggerebbe a un esperimento scientifico dotato di tutti i crismi. Brandelli della sua merce si trovano esposti, infatti, dal Passo della Furka ad Arosa, e per il resto di quel giorno fui particolarmente felice di camminare rasente ai muri».
L’articolo completo è pubblicato su Skialper 133 di dicembre-gennaio.
Coppa del Mondo e Campionati italiani aprono la stagione agonistica
Appuntamento sabato 19 e domenica 20 dicembre a Pontedilegno-Tonale per le gare di apertura della Coppa del Mondo di skialp. Il programma prevede le sfide sprint, in versione serale, e vertical. Ci saranno tutti i big, a partire dai vincitori della Coppa 2020, Robert Antonioli e Marianne Fatton, Alba De Silvestro, Matteo Eydallin, Michele Boscacci, Damiano Lenzi. Il programma della due giorni di Coppa del Mondo prevede sabato 19 dicembre, a partire dalle 16, le qualificazioni per la gara sprint, seguite dalle semifinali e finali sul tracciato che si svilupperà, proprio come dodici mesi fa in occasione dei campionati italiani, sulla parte finale della pista Corno d’Aola, che per l’occasione sarà illuminata a giorno. Qualche ora di riposo e poi la domenica mattina del 20 dicembre, con lo start alle ore 10, andrà in scena il vertical con partenza nei pressi della stazione a valle della pista Corno d’Aola e arrivo in quota. L’evento, a causa dell'emergenza sanitaria, sarà a porte chiuse senza pubblico. Il comitato organizzatore, insieme a Infront Sport & Media (che detiene i diritti), garantirà la produzione di immagini e la distribuzione a una serie di televisioni nazionali e internazionali. Seguendo le indicazioni della ISMF l'azienda sanitaria territoriale ha stilato un protocollo ad hoc che verrà utilizzato per garantire lo svolgimento in sicurezza dal punto di vista sanitario. Per Ponte di Legno e il Passo del Tonale l’organizzazione delle prove di apertura della Coppa del Mondo non rappresenta l’unico appuntamento stagionale, perché in calendario c’è anche la settima edizione dell’Adamello Ski Raid, fissata per sabato 10 aprile 2021.
In attesa della Coppa del Mondo sono state fissate anche le date dei Campionati italiani. Saranno Andalo e la Skiarea Paganella il teatro di gara dell’edizione 2020 per le categorie giovanili, assoluti e master, dal 27 al 29 dicembre. Date slittate di qualche settimana rispetto al calendario iniziale. Tre i titoli in palio, quelli della sprint, della staffetta e del vertical. L’organizzazione sarà affidata al collaudato staff dello Sci club Brenta Team. Ad aprire la tre giorni tricolore, domenica 27 dicembre, saranno le gare sprint. Alle 13.30 partirà la gara riservata ad under 16 e under 18, alle 14.30 quella riservata agli under 20, seguiti alle 15.15 dalla prova under 23, senior e master. Lunedì 28 dicembre sarà giornata dedicata alle staffette. Alle 10.30 ci sarà la staffetta della categoria Giovani, alle 11.30 quella delle donne senior e alle 12 quella degli uomini senior. La chiusura, martedì 29 dicembre, spetterà al vertical, con partenze scaglionate a partire dalle 10 a seconda delle categorie. Ufficio gare e ritiro pettorali troveranno luogo nelle strutture di Piazzale Paganella, sempre ad Andalo.
In arrivo Skialper 133 di dicembre-gennaio
«Navigare i mari di neve fresca, invece che grattugiare le piste. Farsi attrarre dalla filosofia e decidere di sperimentare il nuovo linguaggio. Per caso, come succede per le cose importanti della vita. Basta non dire di no». Abbiamo preso in prestito questa frase dal racconto Onde di Enrico Camanni, scritta a proposito della sua prima esperienza sullo snowboard, come strillo di copertina del numero di dicembre di Skialper. Un numero, come l’inverno che stiamo vivendo, diverso. 192 pagine da sfogliare a partire dal prossimo 10 dicembre, per emozionarci, pensare e vivere una montagna nuova. Cercando di vedere delle opportunità anche nelle limitazioni.
ARTHUR CONAN DOYLE, UN PASSO ALPINO SUGLI SKI
«Fatto sta che, disponendo di perseveranza e di un mese libero nel quale superare tutte le prime difficoltà, si giungerà a credere che gli ski aprono un orizzonte di sport che è, a mio avviso, unico. Non riscuote ancora apprezzamento, ma sono convinto che un giorno centinaia di inglesi verranno in Svizzera per la stagione dello ski, in marzo e aprile». A scrivere, nel 1894, è Arthur Conan Doyle, padre del più famoso detective di tutti i tempi, Sherlock Holmes. La sua traversata da Davos ad Arosa è probabilmente la prima relazione scialpinistica della storia e noi la ripubblichiamo integralmente. Un misto di humour british e visioni in anticipo rispetto ai suoi tempi. Da leggere come un bel racconto, davanti al caminetto.
ONDE
La prima volta sullo snowboard, per fuggire da quella striscia bianca piena di puntini. Un racconto tratto da AAA Altitudini, il nuovo prodotto editoriale della nostra casa editrice, per raccontare emozioni, gioie, dolori della prima volta nel ‘mare’ della neve fresca con la tavola si piedi. Una metafora del momento che stiamo vivendo e dell’opportunità di provare a uscire dalle piste davanti alla quale si troveranno tanti sciatori. Le parole sono di Enrico Camanni.
UN GIOCO IBRIDO
Anche un santuario del turismo invernale tradizionale come il Sellaronda può essere vissuto in modo diverso. In una stagione che ci imporrà inevitabilmente delle limitazioni, ci si può muovere con le pelli e fuori dalle piste battute senza rinunciare agli impianti quando serve o al comfort dei rifugi. Uno scialpinismo ibrido, ma pur sempre un primo passo verso l'esplorazione per chi viene da una vita di sci all'interno dei comprensori. È l'approccio backcountry degli americani, che in questo articolo Porter Fox e David Reddick hanno applicato alle nostre Dolomiti. A sciare con loro Giulia Monego e Christine Lustenberger.
IL VILLAGGIO DEGLI ALPINISTI A DUE PASSI DAL SELLARONDA
Alias Longiarù, nel parco naturale Puez - Odle: niente impianti e rifugi invernali. Si parte da valle per raggiungere canali e pascoli nel silenzio. E poi si ritorna a valle nel Villaggio degli alpinisti. Che cosa significa? Basta leggere l’articolo di Francesco Tremolada, Guida alpina che conosce le Dolomiti come le sue tasche.
IL LATO B DI LA GRAVE
Non esiste solo la famosa telecabina e l’enorme comprensorio d’alta montagna che serve. La Grave è anche altro, per esempio il parco giochi di Ptor Spricenieks, canadese che ha messo su casa da queste parti. Un versante soleggiato e poco frequentato dove ha sciato anche Glen Blake.
IL COMPRENSORIO SENZA IMPIANTI
Alla viglia di Natale in Colorado aprirà una nuova stazione sciistica. Ci saranno piste facili, medie e difficili, bar, noleggi sci. Mancano solo… gli impianti, che verranno sostituiti da sette tracce di salita, doppie per potere chiacchierare mentre si sale. Benvenuti a Bluebird Backcountry.
SCIARE AL TEMPO DEL COVID-19
Impianti chiusi? È vero che c’è stato il boom dell’attrezzatura da scialpinismo? Qual è la strada giusta per passare dalla pista allo skialp e al freeride in sicurezza? Ne abbiamo parlato con Guide e negozianti. E poi quali sono gli errori più comuni in tema di valanghe, quelle trappole euristiche in cui incappano anche gli esperti? Quali sci scegliere, come vestirsi, sopra e sotto? E gli scarponi? Gli attacchi? Il set sicurezza? Oltre 60 pagine di idee.
POWDER TO THE PEOPLE
Dopo 49 anni ha cessato le pubblicazioni Powder, il magazine americano che era il barometro culturale dello sci fuoripista. Il nostro tributo con le copertine più iconiche e un’intervista alla editor in chief.
YANNICK BOISSENOT
Se conosci quello che fotografi, è meglio. Ed è proprio quello che fa Yannick Boissenot, cameraman, fotografo d’azione e sciatore del ripido. Lo ha intervistato Andrea Bormida.
LA PRIMA TRACCIA DI ENRICO E ROBERTO
Una passione per lo sci fuoripista e il telemark. Poi, a una certa età, invece di ‘farsi l’amante’, si sono fatti il loro marchio indie di sci da skialp e da freeride, taylor made. Abbiamo pellato insieme alle anime dietro a First Track, per conoscere meglio il brand e i suoi prodotti.
FABRIZIO BERNABEI, LA CORSA DENTRO
Direttore commerciale di New Balance, ma anche grande runner, con risultati di tutto rispetto (per esempio due podi alla Marathon des Sables). È sempre interessante parlare con Fabrizio Bernabei, ancor di più in un momento di grandi e veloci trasformazioni come quello che stiamo vivendo. Per capire dove sta andando il mondo del trail running.
E POI…
Tre giacche in Gore-Tex Pro alla prova, le esplorazioni glaciali del gruppo speleologico La Venta, l’outro sulla riscoperta della corsa in natura lontano da cronometri e cardiofrequenzimetri, una riflessione sulle opportunità offerte da una montagna per una volta chiusa al turismo di massa, la consueta playlist, 10 pagine di portfolio fotografico tra neve, acqua e sabbia, un’ode alla seggiovia monoposto, icona del distanziamento…
Aperte le iscrizioni all'undicesima Fischer Transalp
Ci sono eventi che diventano marchi e così è per la Transalp, la traversata sci ai piedi delle Alpi organizzata da Fischer. Il costruttore austriaco ha da sempre visto nei grandi spazi e nella possibilità di usare gli sci come mezzo di locomozione un’opportunità per mettere alla prova gli ultimi materiali e per individuare le esigenze degli scialpinisti, guardando sempre avanti, all’attrezzatura del futuro. Transalp significa partire da una località sul versante meridionale delle Alpi e raggiungere quello settentrionale. Ma il bello è che il percorso cambia ogni anno e che i partecipanti alla traversata itinerante di una settimana vengono selezionati tra gli appassionati, per vivere un’esperienza indimenticabile e totalmente gratuita.
Il prossimo appuntamento è dal 21 al 28 marzo, sulla rotta dal Passo del Bernina, al confine tra Italia e Svizzera, alla Kleinwalsertal, al confine tra Austria e Germania. Il percorso esatto toccherà Pontresina, Davos, Klosters, Montafon e l’Arlberg e naturalmente potrà venire modificato in funzione del meteo e della situazione sanitaria. Sei giorni con pernottamenti prevalentemente in rifugio, in compagnia di scialpinisti di tutta Europa. L’edizione 2021 in particolare si concentrerà alla ricerca delle migliori discese e non solo sull’esperienza itinerante. Per l’Italia c’è un solo posto e le selezioni chiudono l’11 gennaio. Per candidarsi bisogna consultare il sito https://www.fischersports.com/transalptour2021
A tutti i partecipanti è richiesta una buona condizione fisica (dislivelli giornalieri di circa 1.500 metri, una valida tecnica sciistica e conoscenza degli aspetti della sicurezza oltre a tanta voglia di mettersi in gioco. A chi verrà selezionato sarà fornito anche un set completo di attrezzatura. L’avventura è iniziata…
Stefan Rainer di Oberalp: «posticipiamo di un mese i saldi»
Un sistema che rincorre se stesso, con collezioni con vita sempre più breve e finestre saldi incombenti. Un sistema che ha messo in difficoltà diversi negozi specializzati e che con la pandemia e i lockdown rischia di acuire una situazione difficile. Per questo Stefan Rainer, CSO del Gruppo Oberalp, che controlla i marchi Salewa, Dynafit, Wild Country, Pomoca, Evolv e LaMunt, ha scritto una lettera ad Anna Ferrino, Presidentessa di Assosport, e Günther Acherer, Presidente di IOG - Italian Outdoor Group, per proporre di fare slittare di almeno un mese la stagione dei saldi. Una lettera, quella di Rainer, che porta all'attenzione dello sportsystem alcune riflessioni fatte anche da Giorgio Armani sul sistema moda durante la prima ondata della pandemia. Proprio per arrestare la spirale Oberalp ha confermato il 75% dell'attuale catalogo per la prossima stagione invernale. Riportiamo la lettera di Rainer a seguire:
Gentile Presidentessa Anna Ferrino, gentile Presidente Günther Acherer,
mi permetto di scriverVi a nome del Gruppo Oberalp di Bolzano, proprietario dei marchi Salewa, Dynafit, Wild Country, Pomoca, Evolv e LaMunt. Il fatto che queste settimane così importanti per le vendite stiano trascorrendo in lockdown parziale o totale, sicuramente sta penalizzando il sell-out degli articoli sportivi, soprattutto per quei retailer che si sono specializzati nella consulenza e vendita offline. Le limitazioni preannunciate per le località e gli sport di montagna acuiranno queste problematiche per i negozi a vocazione alpina e turistica. Ma in realtà è già da diverse stagioni che un numero importante di retailer è in difficoltà. Tra i motivi c'è anche il fatto che troppe vendite sono frutto di una eccessiva pressione promozionale, che penalizza la marginalità. Noi siamo fortemente convinti che per assicurare un futuro positivo al nostro settore sia necessario fare in modo che i prodotti esposti sugli scaffali mantengano il più possibile il loro valore. Per questo i nostri marchi di proprietà Salewa e Dynafit hanno scelto da tempo la strategia di avere una alta percentuale di prodotti carry over, per cui il 75% dell'attuale catalogo invernale è stato confermato per la stagione FW21/22. Un segnale positivo è che sempre più marchi sembrano apprezzare e seguire la nostra strategia, puntando su una percentuale di prodotti (SKU) continuativi importante. Riteniamo però che, in aggiunta a queste strategie di lungo respiro, sarebbe di grande impatto positivo se questo inverno venissero posticipati i saldi di almeno un mese - vale a dire a inizio febbraio 2021. Questa misura, contingente ma immediatamente realizzabile, concederebbe ai negozianti il tempo minimo necessario per generare quote di sell-out a prezzo di listino (SRP), tali da poter garantire quei margini vitali per le loro attività commerciali. Sono convinto che Assosport e Italian Outdoor Group potrebbero portare avanti questa proposta e promuoverla nei canali istituzionali a favore di tutto il nostro comparto, contando sul pieno appoggio del gruppo Oberalp.
Cordiali saluti,
Stefan Rainer Group CSO Oberalp
The players: Stefano Gregoratto
Su On Ice è presente con il nickname di Furbo. Il nome deriva dal mondo dell’arrampicata e ogni riferimento o allusione… non è puramente casuale. Lo racconta ridendo. «Nella vita ho anche arrampicato e possedevo quell’aggeggio, che da me si chiama appunto furbo. E sai come è tra amici, soprattutto quando sei nell’ambiente della falesia, ci si prende in giro. Così quando mi sono registrato sul forum ho pensato che Furbo fosse un nickname perfetto».
Stefano Gregoratto, ingegnere civile di Milano, classe 1971, sa ridere di se stesso ed è uno che Quelli bravi, i fenomeni, i mostri, sono gli altri, non certo io. A vederlo scendere però, saltellando sugli sci e disegnando curve strette anche su terreni ripidi o su neve difficile, ci si toglie il cappello. Anche se ad ascoltare lui ormai l’obiettivo principale, la motivazione più importante del suo andare in montagna ora è (oltre all’amore per la natura e l’ambiente delle vette) la compagnia.
«Gli altri hanno una marcia in più e li posso seguire solo quando non sono al top della loro forma atletica» racconta ridendo mentre, a fine gita, addenta una fetta di salame con del pane che la compagnia ha portato per concludere la giornata. Quello della merenda post-gita è un grande classico. Non manca neanche il vino. «Pensa te che questo è il momento della gita che amo di più - continua a ridere - Preferisco la discesa alla salita, soprattutto se c’è la possibilità di fare tante, anzi tantissime curvette, strette e regolari, lasciare il mio segno sulla neve vergine». Ha cominciato a sciare e a frequentare la montagna fin da piccolissimo, dall’età di cinque anni ed è scialpinista da quando ne ha 25. Lo sci non deve essere ultratecnico o super leggero, deve essere quello con cui si trova bene. «Ultimamente prediligo i lunghi giri in bicicletta, percorsi intorno ai 200 chilometri che faccio insieme a Domenico Fenio». Dalla mattina alla sera, sulle due ruote come con gli sci, come per dire che lo sport e l’amicizia non hanno frontiere. Oltre allo scialpinismo pratica moltissima bicicletta da strada, arrampicata, escursionismo, vie ferrate, alpinismo, e qualche vertical: «Sono il mio ultimo giocattolo».
QUESTO RITRATTO È STATO PUBBLICATO SU SKIALPER 122