Nord Aiguille Rouge condizioni ideali

Ma finisce in anticipo la stagione in Alta Valle dell'Orco

Un mese in anticipo, queste le considerazioni osservando il paesaggio intorno dal Colle della Vacca a cavallo fra Italia e Francia. Ma la giornata è ideale: un vento freddo e un buon rigelo notturno, neve dura trasformata in basso e fredda ventata in quota. Come ogni week end la zona è presa d'assalto dagli irriducibili, i superappassionati delle pelli, quelli che non amano troppo l'arrivo dell'estate…
Io e Idalba finalmente in gita, senza impegni di sorta, salvo quello di pubblicare questo breve articolo.
A piedi sul sentiero del Rifugio Ballotta, breve consultazione alla base del canale del Ballotta: io sono per ramponi su per il canalino ancora innevato, lei è per la ferratina che sale dal tetto del rifugio. Vince Idalba salvo poi ammettere che con gli scarponi da ski-alp non si arrampica bene.
Sul Pian Ballotta alcuni scialpinisti sono già alle prese con la parte ripida del Colle della Vacca.
Calzano i coltelli su una neve dura e porosa e dalla superficie irregolare. Io sono pronto a togliere gli sci e calzare i ramponi ma alla fine le condizioni sono così buone che riusciamo a passare prima che il sole scaldi troppo e renda insidiosa la superficie del manto nevoso, tutto questo a sostegno e conferma delle nostre convinzioni circa l'eterno dibattito «coltelli sì, coltelli mai» che sarà probabilmente argomento tecnico da approfondire su Ski-alper della prossima stagione.
Al Colle della Vacca lo spettacolo è eccezionale: da una parte il Gran Paradiso, dall'altra la Grande Motte con gli impianti di risalita di Tignes.
Proseguiamo verso il Col d'Oin e qui la nostra attenzione è attratta dai numerosi ski-alper che salgono e scendono la Nord della Grande Aiguille Rouge. Un tempo sci ripido ma oggi alla portata di molti. La traccia seguita in linea di massima pendenza in salita scollina poco a destra della cima. La discesa viene affrontata poco sopra la metà del pendio: la prima parte di discesa avviene in cresta per poi attraversare e raggiungere le tracce della salita. Io e Idalba seguiamo da spettatori le evoluzioni di chi si cimenta con la discesa: non tutti sembrano in possesso di grande tecnica, qualcuno è decisamente in difficoltà ma tutti portano a termine felicemente la prova a dimostrazione che il livello medio degli scialpinisti si è alzato enormemente in questi ultimi tempi.
«Mi aspetti qui tranquilla al sole del Col d'Oin che vado anch'io a farmi due curve là sopra?»
«No.»
E allora, approfittando delle condizioni ancora buone della neve iniziamo la discesa verso il passaggio del palo.
Due togli e metti poi la discesa del palo, molto ripida e gelata dal momento che il sole ha appena sfiorato questo tratto ripido. Di quelle nevi che ti fanno scendere i calzini ma dopo un po' di derapate e raccomandazioni - non arretrare, derapa con gli sci più vicini... - Idalba porta a termine il tratto impegnativo.
Ultimo tratto con sci a spalle verso la diga del Serrù. 


Una classica di fine stagione con Alessandro Foti

Il salotto buono di Ski-alper sulla Cima del Carro

Il Vallone del Carro diventa a fine stagione un grande richiamo per gli irriducibili dello ski-alp. Noi della redazione di Ski-alper siamo soliti salire il Ghiacciaio d'Oin per le ultime considerazioni sui materiali e sui personaggi che animeranno la rivista della prossima stagione.
La settimana scorsa era la volta di Yves e Yannich Anselmet, questo sabato quella di Alessandro Foti, importantissimo manager nel mondo bancario e dell'economia, che si difende benissimo nello scialpinismo dove riesce a scaricare lo stress del proprio lavoro e dove trova il sistema per mantenersi in grande forma per meglio affrontare gli impegni che la sua carica gli impone.
Una gita riuscita, di quelle che solo il periodo primaverile possono offrire: neve dura al mattino presto poi via via più morbida sotto l'effetto dei raggi solari. Un itinerario affollato con un primo tratto impegnativo dal Lago del Serrù - la salita del Palo - e poi l'ampio ghiacciaio che porta fino alla vetta della Cima del Carro. Oltre ad Alessandro, che nella prossima stagione sarà un personaggio dello Ski-alp people, anche l'avvocato Saltarelli con i suoi due amici Lorenzo e Vittorio.
Apprezzabile la preparazione di tutto il gruppo, in particolare ci ha colpito la grande padronanza tecnica, sia in salita che in discesa, di Alessandro Foti che molto probabilmente oltre che conoscere alla perfezione i saliscendi dei grafici degli andamenti economici dei suoi gruppi bancari conosce altrettanto bene le virate infilate e le curve saltate…
Per tutto l'arco della salita il gruppo è stato rallegrato dalle simpatiche considerazioni del nostro avvocato che come tale è difficile da zittire.
Dalla Cima del Carro l'attenzione si sposta ora sulla Cima della Basei che di norma sancisce l'ultima uscita dello ski-alp in Canavese.


Yves Anselmet sarà il personaggio «sci ripido»

Simpatica intervista in quota fra Italia e Francia

Il Colle del Carro è situato a 3150 metri e divide la Haute Maurienne dalla Valle dell'Orco, da una parte Ceresole e dall'altra Bonneval. Quale se non questo il teatro di un'intervista esclusiva fra Yves Anselmet e il forte Yannich suo figlio?
E così domenica di buonora eccoci risalire il Vallone del Carro fra gli scialpinisti che vanno alla Cima del Carro per poi deviare a sinistra e affrontare le ripide rampe che portano al colle. Lassù ci aspettano Yves, Yannich e la signora Anselmet.
Simpatia e cordialità, una bottiglia del mio Erbaluce che ha accompagnato formaggio di brebis con pane alle noci. Le domande, i ricordi, le foto di rito.
Abbiamo parlato in francese ma anche in dialetto: la lingua dei vecchi della Maurienne è la stessa delle nostre valli.
Poi la discesa: mi vogliono accompagnare, almeno per trecento metri di dislivello. Il versante è piuttosto ripido già di suo ma dato che abbiamo parlato a lungo di sci ripido scendiamo direttamente sulla linea di massima pendenza. Yves dice che siamo a 45° e qualche valanghetta di neve marcia parte al nostro passaggio.
In basso i saluti e gli amici savoiardi rimettono le pelli e ripartono verso il colle dove li attende la signora Anselmet.
Su uno dei primi numeri della prossima stagione pubblicheremo l'intervista esclusiva con le avventure sul ripido di padre e figlio, entrambi guide e maestri di sci.


Anche Luca Mercalli nel mirino dei contestatori

Alcuni concorrenti hanno mal interpretato le previsioni fatte al briefing

Alla nostra richiesta di chiarimenti risponde con un'ampia relazione in cui fra l'altro si legge quanto segue:
«Le temperature registrate alle varie altitudini durante la gara, oltre ad essere in linea con la previsione, non mostravano anomalie rispetto alle condizioni mediamente attese per il periodo dell’anno, dunque non si è ritenuto opportuno comunicare avvisi particolari in merito all’abbigliamento da adottare in alta quota.
La velocità massima del vento prevista in quota era di 30 km/h; la raffica rilevata a Plateau Rosa è stata di 32 km/h e di 42 km/h alla Capanna Margherita, a una altitudine però superiore al punto più elevato raggiunto dal Trofeo (vetta del Castore, 4221 m).
Si sottolinea che con temperature comprese tra -10 e -15 °C e vento a 30 km/h la temperatura percepita dal corpo umano (wind chill) è di -20 ÷ -25 °C, e ciò ha probabilmente indotto alcuni atleti a ritenere che la previsione delle temperature non fosse corretta. In realtà tale situazione atmosferica – già sperimentata molte altre volte in occasione del “Mezzalama” - è da ritenersi del tutto normale per la stagione e il tipo di ambiente, e non costituisce dunque un elemento di particolare severità rispetto alle ordinarie condizioni tipiche di inizio maggio per le cime del Monte Rosa.»


13 domande di fila ad Adriano Favre

Il tema è quello del giorno: il cancello del Felik e gli abbandoni

Certamente è Adriano il parafulmine di tutti i temporali che hanno squassato questo Mezzalama, e lui non si nasconde dietro nessuno. Abbiamo così pensato di intervistarlo telefonicamente ponendogli delle domande ben precise che rispecchiano i dubbi e le contestazioni che gli sono già piovute addosso a partire dal pomeriggio del giorno della gara.
Non eravamo al Felik ma dalle testimonianze dei nostri collaboratori, sia in gara che fuori, è stato dipinto un quadro contrastante: da una parte coloro che si rammaricano per non aver passato il secondo cancello per essere stati troppo tempo in coda ad attendere che la colonna si muovesse, dall'altro una palese impreparazione di alcuni concorrenti che si è poi trasformata in un tappo per tutta la colonna durante la salita del Castore…

Parliamo delle responsabilità che potremmo attribuire ai concorrenti.
«Da quello che ho visto solo la metà dei concorrenti aveva nozioni di montagna e di alpinismo per affrontare tranquillamente l'alta montagna e le condizioni di quel giorno. Qualcuno ha sottovalutato la montagna, la quota e tutte le difficoltà che esse comportano. Qualcuno non era vestito in modo adeguato e qualcuno non conosceva l'uso delle attrezzature alpinistiche. In questo quadro ne ha fatto le spese anche chi era preparato: ci sono delle guide che sono rimaste imbottigliate e non hanno più passato il cancello ma c'è anche stato chi è uscito a carponi in cresta per la paura di mettersi diritto in piedi…»

E le responsabilità dell'organizzazione?
«Diciamo pure le mie dal momento che sono io l'unico responsabile della gara. In effetti non mi sono sentito di cambiare le regole in corsa: vedendo che gli iscritti aumentavano ho preferito lasciare le cose come stavano. Questa volta il Mezzalama è stato più forte

Pensi che alcuni concorrenti si concentrino troppo sul passaggio del cancello e non sufficientemente sugli aspetti alpinistici che l'ambiente presenta?
«Rispetto alle precedenti edizioni c'erano almeno 30/40 squadre che sono passate al pelo al primo cancello. Sicuramente per via del meteo. Troppi hanno sottovalutato questa montagna presentandosi alla partenza con un abbigliamento troppo leggero.»

Credi che si debba fare un passo indietro e far partire un numero limitato di concorrenti?
«Va riconsiderato il fatto che un minimo cambiamento climatico moltiplica i problemi e il disagio

A quali soluzioni stai pensando?
«Abbigliamento obbligatorio molto superiore a quello attuale.»

Se consideriamo che il cancello a 2.30 è già di per sé piuttosto duro come si potrebbe sfoltire e selezionare il numero dei partenti?
«Ho letto 1200 curricula richiedendo anche integrazioni e precisazioni: si tratta comunque pur sempre di autocertificazioni che lasciano il tempo che trovano. D'altronde sono contrario a numeri chiusi.»

La polemica monterebbe comunque.

«La doppia partenza è condizionata dalla meteo: questa volta sarebbe stata impossibile da praticare. Anche partendo in due giorni si sfalserebbe completamente la gara magari con condizioni meteo completamente differenti.»

Potrebbe andar bene, come dicevi prima, di richiedere una dotazione maggiore in fatto di abbigliamento.
«Ci stiamo già studiando: valuteremo con l'aiuto delle ditte l'allestimento di completi ad hoc in grado di poter affrontare le emergenze meteo.»

Stai già pensando alla prossima nonostante ti abbiano avvelenato il dopo gara?
«Non sono turbato più di tanto: fa parte del gioco. Il giudice più severo è pur sempre la mia coscenza e se riesco ad essere ancora sereno questo vuol dire che credo di aver agito per il meglio.»

Come giudichi questo Mezzalama rispetto alle precedenti edizioni?
«La ritengo certamente una di quelle più importanti per me: la variante del Naso ha apportato più tecnicità al percorso. Un mix di difficoltà di tecnicità e meteo.»

Sotto l'aspetto agonistico come lo hai vissuto?
«Questo aspetto è quello che mi interessa meno, lo vivo poi il giorno dopo: sul momento mi interessa portare giù tutti gli altri sani e salvi.»

Ti è passato per la testa di allungare il cancello del Felik a gara partita?
«No, assolutamente, dal momento che non volevo estendere al Naso tutte le problematiche che si sono avute sul Castore. Poi ho lasciato che fossero i giudici a decidere senza influenzare le loro decisioni.»

Che effetto ti ha fatto questo grande pubblico lungo il percorso?
«Il mio orgoglio è solleticato proprio da questo successo di gente che è poi il grande scopo di questa grande manifestazione.»
 


Italia rosa, una grande conferma

Le tre azzurre contro ogni pronostico

A dire il vero sin dalla Tre Rifugi abbiamo gioito alla notizia che tre azzurre avessero avuto l'ardire di opporsi allo strapotere europeo della pattuglia stellare Roux - Mirò - Etzensperger.
Analizzando il vissuto di queste tre ragazze partendo dalla vittoria alla Patrouille della svizzera fino ad arrivare alla straordinaria stagione della spagnola passando per le eccezionali qualità della francese era facile scommettere fra loro. Noi abbiamo creduto alle motivazioni delle due bormine e della valdostana: da un lato una stagione un po' così con grande voglia di fargliela vedere - i valtellinesi non sono gente che ama farsi battere in montagna - e dall'altra una Pellissier piena di voglia di correre dopo la seconda maternità e soprattutto di poter tenere il passo delle due bormine.
Di qui la miscela esplosiva quella che ha fatto saltare il superteam europeo già dalla partenza: come era ipotizzabile la Etzensperger non si è adattata da subito al ritmo imposto dalle compagne e ha dato fondo già sulle prime rampe del Ventina alle riserve energetiche, quindi la crisi. Probabilmente se avessero gestito meglio le potenzialità della svizzera se la sarebbero giocata meglio con le azzurre.
Discorso inverso per le azzurre. Ci racconta Gloriana:  «Mi sono proprio trovata bene con Roberta e Francesca, l'assetto di gara è stato molto azzeccato: la Martinelli a dettare il ritmo davanti, sempre regolare, io in mezzo e la Pedranzini dietro, senza guardare in faccia nessuno, senza voltarsi a controllare.»
Un grande carrarmato a tre posti questa volta…
«Mi sono accorta che tutto funzionava al passaggio del Colle del Breithorn dove per me era come se la gara partisse in quel momento…»
E delle avversarie c'erano notizie?
«Nessuno ci ha informate dei distacchi: non ci interessava, quello che più contava era il nostro ritmo alto e regolare.»
Qualche intoppo?
«Ho perso un rampone e ho avuto problemi di freddo alle mani ma poi tutto è passato.»
Siamo stati molto sorpresi quando dalla foschia che avvolgeva il Colle del Breithorn è sbucata la squadra azzurra e da dietro non c'erano avvisaglie delle avversarie.Una lezione di tenacia e di fiducia: un grande team femminile che solo noi possediamo. Chissà che le tre signore dello ski-alp non decidano di proseguire il loro affiatamento fino alla Patrouille del prossimo anno?


A 18 secondi dal Mezzalama

Un sogno che si stava materializzando ora dopo ora...

Stimiamo tutti gli atleti, le loro gesta hanno popolato la nostra rivista per anni ma in occasione del Mezzalama, dobbiamo essere sinceri, abbiamo tifato Italia, e fra l'Italia, con una punta di egoismo, per le squadre dei nostri collaboratori.
Occhi puntati soprattutto su Alain Seletto, uno dei nostri migliori tecnici: fino all'ultimo non trovava compagni che credessero in lui. Persin il suo amico francese Didier Blanc sosteneva che avesse gareggiato poco e che probabilmente non avesse il ritmo gara a quei livelli. Poi la defezione di Toni Sbalbi che ha dovuto rinunciare essendo fuori forma. Poi l'attesa. E finalmente Lanfranchi, e con Lanfranchi anche Pedrini…
«Due bravissimi ragazzi - mi ha confidato Alain in questi ultimissimi giorni - mi trovo proprio bene con loro.»
Lanfranchi e Pedrini due certezze, una grande esperienza insieme, e poi la grande prestazione di Daniele l'edizione precedente.
Qualche aiuto ad Alain nella prima parte di gara, poi tutto fila per il meglio. Poi l'illusione all'ultima discesa: a Seletto il compito di fare su la corda e intanto Lanfranchi e Pedrini riescono a stare davanti. Da dietro Alain segue la scena e inizia a sognare: «Non volevo superare subito Blanc per non dargli dei punti di riferimento e quando l'ho fatto pensavo che la vittoria fosse nostra senonché all'ultimo cambio sono stati più svelti…»
Un Blanc distrutto al traguardo che si abbandona al pianto: ha dovuto sciare l'ultima parte con attrezzatura fortemente rimaneggiata ma per un soffio ce l'ha fatta. E il Boma, con i suoi 82 chili che se li è trasportati attraverso il Monte Rosa al fianco dei 56 di Kilian…
E il sorriso di Pedrini soddisfatto ma con un leggero rimpianto negli occhi: «Penza (così parlano in Valtellina) che potevamo vincere… Ma per me è come se avessimo vinto.»
La delusione si legge nello sguardo di Guido: non basta la sua Stella ad aspettarlo prima del traguardo a rallegrarlo. Anche Holz e Jean ci sono rimasti un po' male. Nel filmato vediamo un Guido che mette in mostra una grande prova d'orgoglio tentando di trascinare i suoi alla conquista del traguardo volante del Castore, ma questo sforzo influirà sulla sua tenuta per la seconda parte di gara.
Forse non si è parlato abbastanza della splendida prova di Trettel e Follador, quarti assoluti con lo sloveno Kuhar: una prestazione di altissimo livello, la migliore forse della carriera per i due italiani.
In un articolo successivo analizzeremo la gara al femminile.


Un Mezzalama epico alla squadra di Kilian

Condizioni di freddo severe hanno caratterizzato questa edizione

I grandi nuvoloni di vento di questa mattina hanno reso epica questa edizione che per certi versi ci ha ricordato quella del 2003. Un freddo pungente con vento ha caratterizzato tutta la parte alta di questa edizione e di parti alte nel Mezzalama ce ne sono molte… Subito bagarre fin dal via con gli atleti già legati che hanno tentato di trovare spiragli fra la massa per iniziare il Ventina in buona posizione. Come c'era da immaginare subito la squadra di Kilian a menare: al Colle del Breithorn i franco-spagnoli hanno già quasi mezzo minuto sulla squadra di Seletto, dietro incalzano l'Esercito e la squadra di Guido.
Poi via via tutti i forti sfilano al cambio pelli del Colle.
A sorpresa le prime donne al Colle del Breithorn sono le bormine con la Pellissier, la squadra favorita non si vede all'orizzonte, passerà con un notevole distacco quasi incolmabile.
Al Castore la gara ce l'ha raccontata Carlo Ceola che è riuscito a portarsi in alto con una partenza di buonora.
Alla base del tratto a piedi le quattro squadre favorite si sono ricompattate: addirittura c'è stato un ritorno in testa di Guido ma a giudicare dalle immagini forse i suoi compagni iniziavano ad accusare la fatica. Blanc a tirare, dietro un grande Lanfranchi con Seletto e Pedrini che si sono riscoperti squadra da battere.
A tre quarti del Castore l'Esercito dà forfait: uno dei componenti la pattuglia ha accusato una crisi di ipotermia e allora si è optato per il ritiro.
La gara prosegue con una lotta serrata, a volte spalla - spalla fra due pattuglie, quella di Kilian e quella di Seletto.
Una grande sfida che si conclude a Gressoney con un divario di soli 18" in favore di Kilian, Bon Mardion e Blanc. Una cambio pelli meglio riuscito in discesa ra le chiazze di neve scendendo dal Gabiet e la vittoria ha premiato i più rapidi.
Grande festa sul traguardo con le prime squadre a congratularsi. Piacevole sorpresa il terzo posto degli espoir Pinsach, Antonioli e Boscacci.
Come previsto la vittoria al femminile è andata alle azzurre che hanno staccato di quattro minuti le superfavorite della vigilia, ma noi ci credevamo.
Mentre scriviamo la maggior parte delle squadre sono ancora alle prese con il Monte Rosa.

Classifica dei primi undici
1. Bon Mardion - Blanc - Jornet 4.33.58
2. Pedrini - Lanfranchi - Seletto 4.34.16
3. Pinsach - Boscacci - Antonioli 4.38.19
4. Kuhar - Follador - Trettel 4.41.09
5. Anthamatten - Marti - Ecoeur 4.49.00
6. Gachet - Gachet - Sevennec 4.49.24
7. Pellissier - Giacomelli - Holzknecht 4.53.24
8. Theux - Moret - Hug 4.57.00
9. Valentini - Scalet - Salvadori 4.59.48
10. Fazio - Fazio - Moriondo 5.04.40
11. Collé - Stacchetti - Basolo 5.18.21
 
femminile
1. Pedranzini - Martinelli - Pellissier 5.28.36
2. Mirò - Roux - Etzensperger 5.32.09


Toto Mezzalama con Manny Reichegger

Intervista con uno dei protagonisti del nostro ski-alp

La domanda d'uopo è ovvia: ma ci confermi di voler stare fuori dalla pattuglia dell'Esercito?
«Certo, ormai è deciso: non sto ancora bene di stomaco ed è giusto che gareggino i miei compagni che stanno molto bene. Io farò assistenza magari al Colle del Breithorn.»
Ma chi lovince questo Mezzalama?
«Ovviamente l'Esercito - ridendo - però sulla carta i più forti sono certamente Blanc, Kilian e Bon Mardion…»
Ma tu credi che un Bon Mardion possa andare così sul lungo in salita?
«Quest'anno non l'ho mai visto in gara: era sempre davanti in salita e in discesa tutti sappiamo come scia. Va certamente di più di Blanc.»
E altre squadre?
«Quella di Pedrini per esempio: potrebbe fare bene anche se lui non è dei più spericolati in discesa tuttavia il Mezza non ha grandi discese e quando si arriva al Canale dell'Aquila le posizioni di norma sono già ben consolidate.»
Cosa pensi della squadra di Guido?
«Credo che se loro hanno scelto Jean è perché sono certi di fare bene, certo Pellissier non lo vedo da due anni ma proprio per questo potrebbe essere molto più fresco di noi tutti.»
Fra Pedrini e Kilian chi potrebbe avere più problemi in discesa?
«Secondo me Kilian è più veloce, decisamente anche se a dire il vero con Pedrini non mi sono mai trovato a scendere.»
Secondo me i fondamentali sono analoghi: forse il catalano essendo più leggero e con baricentro basso può arrischiare qualcosa di più.
E altri?
«Non dimentichiamo i giovani: Boscacci con Antonioli e Pinsach che in salita va davvero forte, anche loro vanno inseriti nella rosa per il podio.»
E allora appuntamento al Colle del Breithorn ma se il tempo sarà bello chissà che non ci spingiamo verso il Castore.


Meno 8 al Mezzalama

Alain ci racconta il percorso completo provato oggi

Alain Seletto si è sciroppato il percorso completo due giorni di seguito, non per andare in superallenamento ma poiché i presupposti di un cambiamento della meteo previsto da domani lo ha obbligato a riprovare oggi con il compagno Lanfranchi appena arrivato dal bergamasco.
Se tutto va bene si dovrebbe partire con gli sci da Cervinia anche se il caldo di questi ultimi giorni ha condizionato molto il manto nevoso. Molto bello e sciabile il tratto fra il Colle del Breithorn e la base del Castore.
A differenza di ieri, il caldo ha già fatto affiorare delle roccette prima del tratto a piedi sulla Ovest del Castore. Anche la cresta presenta del ghiaccio affiorante a distanza di appena 24 ore…
Può darsi comunque che la perturbazione attesa per domani possa dare al tutto sembianze più invernali.
Per quanto riguarda la discesa è bene sottolineare la presenza di grandi gobboni sia sotto Capanna Gnifetti che nel Canale dell'Aquila. Scendendo con la neve marcia non creano troppi problemi ma con la neve dura potrebbero essere responsabili di rotture e cadute.
L'arrivo a Gressoney non è completamente sciabile: si tratta di effettuare molti togli/metti da una chiazza e l'altra di quanto rimane della neve artificiale della pista.
Le condizioni possono comunque ancora cambiare in relazione ad eventuali passaggi di perturbazioni più o meno importanti.


Meno 9 al Mezzalama

Gran fermento di big a Plateau

Come per ognuna delle ultime edizioni del Mezzalama a Plateau Rosa si sono dati appuntamento tutti i più forti ski-alper del panorama internazionasle, chi per fare quota dormendo e allenandosi sul ghiacciaio chi per provare le ultime strategie e l'assetto di gara sul tracciato effettivo.
Siamo saliti a nostra volta verso il Breithorn Occidentale che pare essere una delle mete più gettonate per allenamenti di mezza giornata. Alcuni salgono la vetta di questa montagna al mattino, oppure si spingono fino al Castore, e nel dopo pranzo scendono a Cervinia per provare il passaggio a Plateau…
Marti Marcel con due amici è salito a sua volta verso il Castore che a parte un tratto in cui affiora ghiaccio non necessita neppure di ramponi, per ora.
Alain Seletto, fresco di nozze con Lanfranchi e Pedrini, si è fatto in scioltezza Breithorn e Castore.
Al Colle del Breithorn ho incontrato tre assatanati che già da lontano ritornavano verso Plateau spingendo con grandi pattinate nonostante la corda: Kilian davanti, Blanc in mezzo e Bon Mardion dietro. Molto probabilmente hanno voluto provare a forzare questo tratto per un eventuale attacco a skating, senza pelli, per il giorno della gara quando dovranno attraversare il grande piano prima di scendere all'attacco del Castore.
Scendendo verso Cervinia abbiamo incontrato invece Jean Pellissier e Guido Giacomelli che salivano di buona lena sui primi muri del Ventina. Guido è appena arrivato e uno di questi giorni proveranno tutto il percorso fino a Gressoney.
Ma chi sono le squadre più accreditate per la vittoria finale?
Quattro ne abbiamo individuate noi: la squadra di Kilian ovviamente che potrebbe aspirare alla vittoria con l'incognita di Bon Mardion che non sappiamo come si comporta in quota e forse quella di Kilian che sul Mezzalama non si è mai espresso.
Certamente la squadra dell'Esercito: non sappiamo ancora chi sarà la riserva: forse Manny che ha già vinto e che non ha fatto un gran finale di stagione?
Poi Guido con Holz e Jean. Dov'è l'incognita? Forse Jean che ha avuto un incidente alla spalla quest'inverno ma che ci è sembrato completamente recuperato e certamente a suo agio sulla tratta Cervinia - Gressoney. E Holz?
Sabato prossimo vedremo.
Seletto, Lanfranchi e Pedrini potrebbe avere tutti i numeri per fare bene: Daniele non è un gran discesista ma al Mezzalama, a parte il Canale dell'Aquila non dovrebbero esserci insidiose discese. Poi tutto sommato ci pare che si difenda bene anche in discesa in questi ultimi tempi.


Meno 11 al Mezzalama

E Favre presenta il tracciato ai giornalisti

Un simpatico incontro a Cervinia per illustrare alla stampa, specializzata e non, il tracciato del Mezzalama 2011.
Una giornata limpida e serena ha permesso all'organizzazione di allestire alcune rotazioni che da Plateau Rosa hanno portato a turno i giornalisti nel cuore del Monte Rosa. Un'occasione unica e irripetibile soprattutto per poter fare il punto del tracciato e delle sue condizioni di innevamento. Da questi sopralluoghi - compreso il mio con le pelli sul Breithorn che è luogo altamente panoramico sulla prima parte del tracciato - abbiamo potuto dedurre che nonostante un innevamento non certo elevato, le condizioni sono per ora buone. La salita del Castore non richiede per il momento l'allestimento di tacche e scalini nel ghiaccio, mentre il nuovissimo Colle della Fronte - depressione fra il Naso e il Lyskamm - appare decisamente abbordabile e con uno strato di neve ancora accettabile, almeno sulla parte sinistra come si può vedere dalla foto di apertura.
Per quanto riguarda il Ventina non dovrebbero esserci problemi: siamo arrivati tranquillamente in paese scendendo con gli sci proprio nel punto in cui sarà montato il pallone della partenza.
La discesa su Gressoney, nonostante gli ultimi caldi, è pressoché tutta agibile salvo l'ultimissima parte. Insomma, c'è dell'ottimismo. Tutto ora dipende dalle condizioni meteo.
Grazie al bel tempo sono state portate sul ghiacciaio le sette unità di sopravvivenza - i bivacchi di emergenza - e nei giorni seguenti saranno piantati nel ghiaccio gli ancoraggi per fissare le corde fisse nei punti nevralgici di salita e discesa che renderanno il percorso estremamente sicuro.
Gli iscritti al momento sono più di 1150, anche se il database ne contava già 1400 a febbraio. Certamente qualcuno deve ancora accasarsi e la propria candidatura è gestita per via telematica dal sito dell'organizzazione proprio come un'agenzia di matrimonio.
Il Ghiacciaio fra Cervinia e la Punta del Breithorn Occidentale è pieno di atleti e di pattuglie che, oltre ad acclimatarsi, provano il ritmo in salita e l'assetto in discesa con tanto di corda. Possiamo dire tranquillamente che oggi abbiamo visto all'opera tutte le più forti squadre iscritte.
E per gli spettatori impianti gratuiti a partire dalle 4.45 del mattino della gara. Anche gli skilift del ghiacciaio apriranno alle sei per permettere al pubblico di guadagnare il Colle del Breithorn per assistere al passaggio dei concorrenti.