Ma finisce in anticipo la stagione in Alta Valle dell'Orco

Un mese in anticipo, queste le considerazioni osservando il paesaggio intorno dal Colle della Vacca a cavallo fra Italia e Francia. Ma la giornata è ideale: un vento freddo e un buon rigelo notturno, neve dura trasformata in basso e fredda ventata in quota. Come ogni week end la zona è presa d’assalto dagli irriducibili, i superappassionati delle pelli, quelli che non amano troppo l’arrivo dell’estate…
Io e Idalba finalmente in gita, senza impegni di sorta, salvo quello di pubblicare questo breve articolo.
A piedi sul sentiero del Rifugio Ballotta, breve consultazione alla base del canale del Ballotta: io sono per ramponi su per il canalino ancora innevato, lei è per la ferratina che sale dal tetto del rifugio. Vince Idalba salvo poi ammettere che con gli scarponi da ski-alp non si arrampica bene.
Sul Pian Ballotta alcuni scialpinisti sono già alle prese con la parte ripida del Colle della Vacca.
Calzano i coltelli su una neve dura e porosa e dalla superficie irregolare. Io sono pronto a togliere gli sci e calzare i ramponi ma alla fine le condizioni sono così buone che riusciamo a passare prima che il sole scaldi troppo e renda insidiosa la superficie del manto nevoso, tutto questo a sostegno e conferma delle nostre convinzioni circa l’eterno dibattito «coltelli sì, coltelli mai» che sarà probabilmente argomento tecnico da approfondire su Ski-alper della prossima stagione.
Al Colle della Vacca lo spettacolo è eccezionale: da una parte il Gran Paradiso, dall’altra la Grande Motte con gli impianti di risalita di Tignes.
Proseguiamo verso il Col d’Oin e qui la nostra attenzione è attratta dai numerosi ski-alper che salgono e scendono la Nord della Grande Aiguille Rouge. Un tempo sci ripido ma oggi alla portata di molti. La traccia seguita in linea di massima pendenza in salita scollina poco a destra della cima. La discesa viene affrontata poco sopra la metà del pendio: la prima parte di discesa avviene in cresta per poi attraversare e raggiungere le tracce della salita. Io e Idalba seguiamo da spettatori le evoluzioni di chi si cimenta con la discesa: non tutti sembrano in possesso di grande tecnica, qualcuno è decisamente in difficoltà ma tutti portano a termine felicemente la prova a dimostrazione che il livello medio degli scialpinisti si è alzato enormemente in questi ultimi tempi.
«Mi aspetti qui tranquilla al sole del Col d’Oin che vado anch’io a farmi due curve là sopra?»
«No.»
E allora, approfittando delle condizioni ancora buone della neve iniziamo la discesa verso il passaggio del palo.
Due togli e metti poi la discesa del palo, molto ripida e gelata dal momento che il sole ha appena sfiorato questo tratto ripido. Di quelle nevi che ti fanno scendere i calzini ma dopo un po’ di derapate e raccomandazioni – non arretrare, derapa con gli sci più vicini… – Idalba porta a termine il tratto impegnativo.
Ultimo tratto con sci a spalle verso la diga del Serrù.