Trail del Monte Soglio
60 interminabili km di saliscendi: la vittoria va a Cavallo
Questa mattina a Mares sembrava tornato l'autunno: nuvole basse, vento e nevischio sulle cime attorno. Poi il tempo è migliorato proprio durante il passaggio dei migliori è anche arrivato un po' di sole e la temperatura si è fatta mite. La gara - parliamo ovviamente della lunga - si è subito fatta dura con Cavallo e Fornoni a fare l'andatura, poi succede l'imprevedibile: Daniele Fornoni - per gli amici Cristo Redentore - crolla proprio nel tratto che avrebbe dovuto essergli più congeniale, la salita dura. Nella salita verso le Rocche di San Martino non riesce a tenere il passo del valdostano Cavallo Giuliano che se e va tutto solo e viene raggiunto e superato anche da Zanchi Marco.
In punta al Soglio Cavallo ha un margine molto ampio che gli permette di non prendere troppi rischi, ormai la gara è fatta.
Scendendo verso San Bernardo di Mares dalla cima del Monte Soglio incontriamo la prima donna: Raffaella Miravalle, la guardaparco del Gran Paradiso, che sale alla grande tutta sola: è in decima posizione assoluta e questa posizione la manterrà fino all'arrivo oltre, ovviamente, alla vittoria di categoria.
Dietro di lei a più di dieci minuti passa anche Corinne Favre che ha corso per migliorare le qualità di fondo e, consapevole che la Raffa è ormai imprendibile, si ferma a chiacchierare tranquillamente lungo il percorso. Lottano per il terzo posto, anche se molto staccate, Bertasa, che riesce a salire sul podio, e Glarey.
Inutile dire che la manifestazione è riuscita in pieno a giudicare dall'espressione soddisfatta dei concorrenti all'arrivo nei pressi delle Scuole di Forno Canavese.
Incontriamo volti conosciuti: ad esempio il folto gruppo arrivato da Courmayeur con Paola Marciandi e Fabio Maregliati che si allena in vista dei grandi trial intorno al Monte Bianco che stanno ormai coinvolgendo molti ex atleti dello sci.
Classifica 60 km
1. Cavallo Giuliano 6.21
2. Zanchi Marco 6.28
3. Fornoni Daniele 6.32
femminile
1. Miravalle Raffaella 7.11
2. Favre Corinne 7.34
3. Bertasa 7.44
Le classifiche complete sul sito della manifestazione: www.trailmontesoglio.it
Intervista a Morzenti sullo ski-alp
Un futuro olimpico?
Il presidente della federazione italiana sport invernali, riconfermato nella sua carica dopo le elezioni di un mese fa, è stato sentito telefonicamente per una breve intervista. Tema del discorso: lo scialpinismo e il suo futuro.
Presidente in occasione della Tre Valloni l'abbiamo sentita parlare di vocazione olimpica per lo ski-alp, ce lo conferma tutt'oggi?
«Certamente: da parte della Fisi c'è la ferma intenzione di portare avanti un'istruttoria per fare in modo che lo scialpinismo diventi disciplina olimpica, ho ribadito questo mio interessamento in occasione dei Mondiali Militari in presenza dell'esponente spagnolo.»
Ma in che modo nel concreto porterete avanti questa disciplina?
«Ovviamente il Coni dà dei soldi per le discipline che sono attualmente olimpiche, per lo scialpinismo ci arriviamo favorendo lo svolgimento di gare in località diverse dal solito come quella dell'Etna che noi abbiamo appoggiato. Intendiamo inoltre potenziare il discorso tecnici e atleti anche alla luce dei grandi risultati ottenuti dagli azzurri ai Mondiali di Andorra.
Cercheremo di avere qualche tecnico in più per poter portare il massimo contributo allo sviluppo di questo sport, ovviamente la Fisi spenderà qualche soldino in più…»
Si può già sapere chi sarà il referente in casa Fisi per il discorso dello ski-alp?
«Diciamo che si può benissimo fare a meno di referenti: l'importante è la direzione agonistica e la direzione tecnica. Queste due sono fondamentali per funzionare.»
L'altr'anno c'era Conci, per quest'anno ha già qualche nome?
«No, anche perché i referenti non sono previsti e non sono indispensabili: è il direttore agonistico che deve riferire direttamente al segretario.»
Ci sono già dei nomi per coprire queste due cariche?
«La persona che se ne occupava, Meraldi, ha dato le dimissioni, e per il momento non abbiamo ancora dei nomi certi: siamo anzi alla ricerca di indicazioni per mettere insieme una rosa di possibili persone da inserire in queste cariche.»
Abbiamo saputo che ci sono state delle dimissioni, quindi ci saranno da rimpiazzare degli incarichi per far girare la squadra…
«Ma come mai tutti si dimettono?»
Mah, noi siamo giornalisti, non ci è dato di sapere più di tanto, crediamo tutto sommato che i rimborsi e i compensi per questi incarichi non siano poi così elevati, per cui…
Ma se lei conferma in questa intervista che il coinvolgimento economico della Federazione dovrebbe essere maggiore ecco che i nomi potrebbero saltare fuori.
«Confermo la nostra grande attenzione per questa disciplina che oltretutto è seguita con interesse da alcuni corpi militari per cui non resta che impegnarci a fondo.»
Allora possiamo tranquillamente divulgare la notizia di un grande interesse della Fisi e della sua presidenza per lo ski-alp!
Ski-alp, tempo di cambiamenti?
Proposte, veti, contestazioni, nuove nomine.
Il mondo dello ski-alp - sport in netta ascesa - sembra percorso da correnti trasversali che non contribuiscono certo a portarlo in breve ad una candidatura olimpica, cosa che vogliamo in tanti, primi fra tutti gli atleti che stanno già facendo andare il pallottoliere per vedere quanti anni avranno fra otto e soprattutto se la loro posizione nel ranking mondiale sarà ancora tale.
La nomina di Morzenti alla presidenza della Fisi dovrebbe essere garanzia di progresso per lo ski-alp: il suo intervento in occasione della Tre Valloni non lascia dubbi. Massimo interesse per la disciplina e aspirazioni olimpiche.
D'altro canto abbiamo appena sentito Fabio Meraldi che ci ha comunicato la ferma intenzione ad abbandonare il settore.
«Ho qui pronta la lettera di dimissioni e certamente la inoltrerò dal momento che mi sono sentito sfiduciato dai miei stessi uomini.»
Anche se dovesse venire confermato Conci in federazione la rinuncia a continuare da parte di Meraldi è cosa certa.
«Quest'inverno ho sempre lavorato dietro le quinte: non credo sia indispensabile che, per fare del bene allo ski-alp, si debba presenziare alle grandi manifestazioni per incidere con le mie spese sul già magro bilancio del settore. Ho sempre lavorato da perfetto volontario spendendo cifre elevate di telefono di tasca mia per mantenere i giusti contatti, per cercare sponsor e per sanare le polemiche che hanno afflitto l'ambiente della squadra nazionale. Poi mi sono sentito tradito e così ritorno a fare il mio lavoro, la guida alpina.»
Queste sono in sintesi le parole di Fabio che abbiamo sentito telefonicamente oggi.
D'altro canto la sua assenza dai parterre delle grandi manifestazioni è stato preso come disinteresse e di qui è scoppiata la polemica e il malcontento.
Mentre si parla di The Big Race e di Coppa del Mondo e di tutte le controversie che questo progetto sta suscitando sorge anche il problema dello staff tecnico: Oscar Angeloni è disposto a proseguire nell'incarico, non ci sembrerebbe dello stesso avviso Manuel Conta ma preferiamo non pubblicare notizie non accertate. Sappiamo invece di forti pressioni da parte delle Alpi Centrali che vedrebbero bene loro uomini in questo settore. Certo il Trentino non starebbe a guardare… E la Valle d'Aosta?
Per ora voci, una ridda di voci e di nomi. L'importante è di uscire da questa fase interlocutoria non troppo massacrati e di poter ricominciare a lavorare portando avanti quanto è stato fatto sinora, cose peraltro lusinghiere per i nostri colori.
I best ager della Patrouille
Grandi prestazioni dei non più giovani
Certamente i giovani hanno brillato in quest'ultima edizione della Patrouille des glaciers: Troillet ha ventotto anni, Ecoeur giù di lì e Anthamatten anche. Giovanissimi anche Kilian, Pastoret e Pinsach. Ma a stupire sono stati personaggi come Rico Elmer che ha più di quarantanni e che è riuscito in un'impresa stratosferica: quella di far segnare un tempo di 6 ore e 23 minuti da Zermatt a Verbier. Non sono giovanissimi nemmeno i suoi compagni Rey e Masserey...
Addirirttura cinquantenni Pech e Massimo Borettaz che erano in squadra con Andrea Basolo: pare che se il Borettaz non avesse perso uno sci nella diga il loro tempo non si sarebbe allontanato dalle sette ore.
I due cognens per loro stessa ammissione non hanno potuto usufruire troppo della raspa per la neve troppo compatta che hanno incontrato sin dalle prime discese dove il Pech ha subito rotto un bastone saggiando il duro della neve trasformata.
Possiamo tranquillamente sostenere che la tecnica a raspa sia completamente superata dalle prestazioni degli sci normali: lo stesso Rico che ha già vinto la Patrouille quando c'era la raspa e gli sci stretti non si sognerebbe più di tornare indietro...
Pierre Tardivel davanti al Monte Bianco
Alla ricerca continua di nuove «prime» in sci
Pierre Tardivel, la guida di Annecy, famosa in tutto il mondo per le sue spettacolari discese di sci estremo ci illustra i canali del Monte Bianco che sono stati discesi in sci dagli anni sessanta.
Pierre è un personaggio di grande semplicità che affronta le sue discese estreme per il puro piacere dell'avventura e della scoperta, da questa stagione ha collaborato con Ski-alper e i suoi articoli sono stati particolarmente apprezzati. La tecnica che lui usa per scendere su queste pendenze è essenziale ed efficace: se uno incontrasse Tardivel su un pendio fuoripista non capirebbe assolutamente la portata del personaggio. Il suo modo di sciare è del tutto normale ma a 50° di pendenza viene fuori la maestria e il grande controllo degli sci che normalmente porta in curva anche su queste pendenze senza approfittare troppo delle derapate. Solo quando proprio non si passa più fa ricorso agli ancoraggi e alle discese in corda doppia. Ma anche in queste situazioni adotta dei metodi particolari per non lasciare nulla di estraneo sulla montagna…
Molto probabilmente prima dell'inizio dell'estate ritorneremo con lui per fotografare e filmare alcune delle chicche del suo modo di muoversi sul verticale.
«L'abbraccio delle Alpi Liguri»
Riproposto in chiave Best Ager questo grantour
La scorsa stagione le condizioni della neve non ci permisero di affrontare questo grantour e così sul numero 73 di Ski-alper abbiamo pubblicato quello allestito da Matteo Canova, la guida alpina di Garessio che si muove d'abitudine lungo queste tracce.
Volevamo comunque scendere in campo su questo itinerario e così abbiamo deciso di affrontarlo da Best Ager, una nuova rubrica rivolta ai vecchietti terribili, ai non più giovani e a tutti quelli che, a dispetto degli anni, continuano a praticare sport e in particolare scialpinismo.
In questo caso io e Idalba abbiamo inaugurato il tutto rimettendoci in pista. Sul numero di Ski-alper 74 troverete un ampio resoconto di questo tour con un preciso riferimento ai materiali adottati. Li abbiamo scelti con grande cura: un occhio al peso e uno alla funzionalità e alla sicurezza. Otto pagine di Alpi Liguri...
Salewa con i giornalisti a Chamonix
Stupenda escursione che si è conclusa con la Vallée Blanche
Lo stile è ormai quello tradizionale di Dynafit/Salewa: un rifugio, un grande contorno di montagne e un'escursione di alto livello con guide alpine e responsabile del marchio. Oltre al responsabile brand e marketing Reiner c'era anche Heiner Oberrauch, proprietario di questi marchi.
Salita all'Aiguille du Midi poi con le pelli verso Col des Flambeaux, salita alla base del Dente del Gigante e discesa ripida per riallacciarsi alla Vallée Blanche.
Oltre che dalla presenza delle giovani guide di Chamonix del gruppo hanno fatto parte Pierre Tardivel e Glen Plake che hanno tenuto alto il livello dell'escursione con alcuni spettacolari passaggi di sci ripido.
L'itinerario ha evidenziato ancora una volta le grandi prestazioni fornite dagli sci Dynafit, sia XXL che Grantour, che si sono difesi alla grande anche nelle condizioni più impegnative.
L'incontro aveva come tema il grande coinvolgimento di Salewa in un nuovo modo di interpretare lo sci alpinismo: «Climb to ski», vale a dire canali e pendii da conquistare anche con qualche bel passaggio alpinistico per poi godere appieno della discesa.
L'incontro si è concluso con la presentazione della linea Salewa espressamente studiata per il freeski: abbigliamento, zaini e tutto ciò che può essere portato al seguito nella pratica di questa nuova disciplina, dai ramponi alle corde, dalle piccozze alle pale e ai moschettoni.
Extraterrestre portami via...
E gli Ufo si sono portati via gli Svizzeri
E' successo poco sopra Zermatt: approfittando delle tenebre si son tirati su gli Svizzeri probabilmente attratti dalla loro tutina rossa, salvo poi accorgersi che avevano catturato altri extraterrestri e così li hanno riportati sulla terra dalle parti del Rietmatten.
Questo è quello che hanno pensato i vari Bon Mardion, Kilian - di solito è lui l'extraterrestre quando c'è da correre - Manny, Blanc... Tutta gente che quando la traccia va all'insù non si fa spingere. Ma questa volta hanno letteralmente mangiato la polvere.
Come andavano 'sti Svizzeri? E chi li ha più visti? Pronti, via! Volatilizzati.
Stupenda prova dei rossocrociati e grande stupore negli occhi dei big dello ski-alp ancora tramortiti da questa grande prova di forza.
Ma la Patrouille è questa e altre storie: sempre gli Ufo portano via uno sci a Massimo Borettaz che dalla diga deve arrivare al Col de Chaux con uno sci solo dal momento che il suo è sott'acqua... E di quella squadra che su sei scarponi ne sono arrivati intieri solo tre a Verbier. E di quella pattuglia svizzera di militari che ha ostacolato il sorpasso di Troillet che aveva Ecoeur al traino. E poi dicono che i populaire favoriscono e danno strada solo ai propri nazionali...
E poi c'è stato un ragazzone che al Col de Chaux si è messo a piangere lacrime per la fatica. E poi Gadin che non vede una chiazza di pietre e salta per aria rompendosi un dito, ma la Patrouille l'ha conclusa ugualmente.
Tutto questo è Patrouille.
Patrouille, anche record femminile
Le condizioni ottimali del manto nevoso hanno favorito questi tempi
La pattuglia svizzera femminile ha stabilito il nuovo record della Zermatt - Verbier: 7.41.18.
Ma a strabiliare è lo splendido tempo della pattuglia maschile. Ne abbiamo parlato con Manfred Reichegger che ha cercato di raccontarci e darsi una spiegazione sull'andamento di questa gara che gli è anche costata la Coppa del Mondo.
«Si è capito sin da subito che gli Svizzero erano in grande forma: già dalla prima salita mi sono trovato con Kilian e Blanc nel tentativo di acchiappare il terzetto svizzero ma nessuno di noi è riuscito a contenere il distacco e se pensiamo alla forza di Kilian in salita è tutto detto. Poi i minuti volano e quando la gara è andata passano anche molto in fretta per cui il distacco diventa pesante.»
Troillet ha dunque vinto la Coppa del Mondo davanti a Reichegger, Kilian Jornet, Bon Mardion e Lanfranchi a conclusione di una stagione molto dura per gli atleti.
maschile
1. Troillet - Anthamatten - Ecoeur 5.52.20
2. Reichegger - Eydallin - Lanfranchi a 30.42
3. Rey - Masserey - Elmer a 31.00
4. Jornet - Pinsach - Sola a 35.57
femminile
1. Etzensperger - Gex-Fabry - Troillet 7.41.18
2. Pedranzini - Martinelli - Rocca a 41.02
3. Mabillard - Zimmermann - Dusautoir a 54.06
Patrouille da record
Tempo splendido e ottimo innevamento e in pista ci sono 2000 concorrenti
In questa Patrouille abbiamo visto tanta Svizzera: l'epilogo di Coppa del Mondo ha infatti premiato Florent Troillet che si è aggiudicato il prestigioso trofeo grazie a questa splendida vittoria in pattuglia con Anthamatten e Ecoeur. Un successo che si è costruito subito dopo la partenza con una frazione di corsa veramente esplosiva. Nulla hanno potuto Reichegger - Lanfranchi - Eydallin che quando hanno calzato gli sci avevano già 5 minuti di distacco che di passo in passo è aumentato fino ad assumere le proporzioni bibliche della mezz'ora a Verbier.
Non è andata meglio ai francesi che hanno dovuto ritirarsi per la crisi di Florent Perrier che non è mai riuscito ad entrare in gara.
Record della Patrouille con lo stratosferico 5 ore e 52 minuti che ha fatto gioire il numerosissimo pubblico salito alla Chaux e alla Rosa Blanche per applaudire i rossocrociati.
Grande prestazione anche per la squadra femminile svizzera con una ritrovata Etzensperger che ha vinto per distacco sulle italiane Pedranzini - Rocca - Martinelli queste ultime hanno addebitato questa defaiace alla mancanza di una pila adeguata nella prima discesa.
La seconda pattuglia italiana con Lenzi, Holzknecht e Pedrini ha dovuto ritirarsi per la crisi dell'ultimo dei tre.
Non è andata meglio agli azzurrini Boscacci e Antonioli che nonostante sulla carta fossero nettamente i migliori con l'inserimento di Tissières in pattuglia hanno dovuto piegarsi ai giovani francesi guidati da Gachet.
Neve dura e trasformata che ha facilitato le fasi di discesa. Il clima finalmente non proibitivo in quota ha reso un po' meno dura questa edizione.
Straordinaria la gara di Rey, Masserey e Elmer che sono arrivati a Verbier in terza posizione appena dietro alla squadra italiana.
Massiccia la presenza sul tracciato, oltre che di spettatori, di polulaires che in varie occasioni hanno ostacolato il passaggio degli atleti di Coppa del Mondo. Nel canale della Rosa Blanche abbiamo assistito ad un Troillet, che aveva al traino Ecoeur, ingarbugliarsi in un populaire che non gli dava il passo...
Patrouille des glaciers
Ultima discesa, tutto ok
Siamo saliti questa mattina al Col de la Chaux, prima parte in funivia e poi con le pelli. Lo scopo era quello di percorrere l'ultima discesa della Patrouille quella che dal colle, situato a 3000 metri, porta fino ai 1500 metri di Verbier.
La neve era tutta trasformata anche in alto dove i militari stavano allestendo la piazzuola di cambio pelli. Dobbiamo comunque segnalare che anche tutta la prima parte era battuta per cui gli atleti potranno sciare per 1500 metri di dislivello tutto in pista. Durante la discesa abbiamo incontrato neve molto dura in alto, sciabile nella parte centrale e molto bagnata in basso, nel bosco. Dal momento che la gara dovrebbe transitare attorno alle nove del mattino, almeno per i primi, ci dovrebbero essere condizioni di manto nevoso estremamente duro e compatto sempre che ci sia azione di rigelo durante la notte. Nell'ultima parte nel bosco, quella che arriva a Verbier, la neve è stata riportata e battuta, non abbiamo comunque incontrato alcun problema di sassi o radici tanto da ritenere che domattina presto le condizioni non possano che essere migliori.
The Big Race, decollo?
Presentato a Verbier il programma dell'Ismf per la Coppa del Mondo
A Verbier in un ambiente prettamente «Patrouille», attorniati da militari, da autoblindo e con aerei militari che sfrecciavano nel cielo, si è tenuta la tanto attesa presentazione del circuito The Big Race. In realtà in questo sito ne abbiamo parlato già un mese fa anche se, dopo due ore che l'articolo era apparso, abbiamo preferito sospenderlo per non bruciare la novità che avrebbe invece dovuto essere presentata alla stampa oggi.
Che cos'è The Big Race. Un circuito di gare importanti, le più importanti sotto certi aspetti, che dovrebbero chiudere la Coppa del Mondo disputandosi fra fine febbraio e fine aprile. Ma andiamo per gradi: la Coppa del Mondo 2010-2011 dovrebbe comprendere nove appuntamenti: 5 gare individuali fra dicembre e febbraio e quattro a squadre nella restante parte della stagione.
Delle cinque individuali in Italia hanno presentato domanda la Transcavallo e la Val Martello, le altre dovrebbero essere scelte all'estero.
Per quanto riguarda le Big Race si attingerà a una rosa di sei sette gare che saranno sempre le stesse fino al 2014, vale a dire: Tour du Rutor, Mezzalama, Pierra Menta, Adamello Ski Raid, Mountain Challenge a Tromso in Norvegia e PiotrMalinowski Memorial in Polonia. La settima gara inserita dovrebbe essere la Patrouille che per ora si riserva di analizzare alcuni aspetti programmatici del circuito per aderire o meno.
Solo quattro di queste gare completeranno il calendario per cui, dal momento che solo la Pierra Menta sarà in calendario ogni anno, le altre si alterneranno con cadenza biennale: la prossima stagione sarà la volta di Adamello Ski Raid, Mezzalama, Pierra Menta e una delle due gare al nord.
Alla presentazione erano presenti tutti patron storici delle grandi manifestazioni. Fra di loro abbiamo sentito l'opinione autorevole di Adriano Favre del Mezzalama: «Se questo circuito non dovesse decollare noi continueremmo tranquillamente per la nostra strada, d'altronde le nostre rispettive gare non hanno bisogno di far parte di alcun circuito per avere concorrenti... Tuttavia siamo tutti uniti nel portare avanti questa grande opportunità di divulgare ancor più ad alto livello questa disciplina.» Grande comunione di intenti fra i grandi... «E' ovvio - ha ribadito Adriano - che questa Big Race creerà qualche polemica, soprattutto per chi non ci entrerà da subito ma sicuramente ci sarà spazio per quelle gare che hanno dimostrato di avere i numeri per sostenere un discorso internazionale di alto livello.»
E le federazioni? Altro tasto dolente: come si muoveranno? A giorni conosceremo le loro posizioni. Per ora parte l'iniziativa The Big Race.