La Grande Course, si parte. Sabato e domenica la Altitoy Ternua

Sabato e domenica parte La Grande Course: appuntamento con l’undicesima edizione della Altitoy Ternua. Condizioni ideali sui Pirenei con tanta neve fresca. Due giorni di gare con salite importanti al cospetto del Pic du Midi e del Grand Tourmalet. Campo base a Luz-Ardiden: sabato alle 7.15 la partenza. Chi sono i favoriti? Kilian Jornet parte con Jakob Hermann, gli azzurri rispondono con Matteo Eydallin e Damiano Lenzi e con Michele Boscacci e Nadir Maguet, ma occhio ai francesi William Bon Mardion e Xavier Gachet. Al femminile favorite nunero uno Axelle Mollaret e Jennifer Fiechter, con Alba De Silvestro e Katia Tomatis pronte a giocarsi le loro chance.


Week-end Pitturina

In Val Comelico è tempo di Pitturina Ski Race: sabato 3 marzo si alzerà ufficialmente il sipario della manifestazione organizzata dallo Spiquy Team. Sarà la Vertical Race sulle piste della Ski Area di Padola ad aprire la kermesse bellunese: partenza alle 18, 730 metri di dislivello in poco più di 3 chilometri di percorso fino al rifugio Col d’la Tenda. Domenica mattina invece sarà la volta de La Pitturina Ski Race: dopo un anno di pausa e dopo aver disputato l’ultima edizione ‘in pista’ per mancanza di neve, la gara a squadre ritorna sul percorso originale con 2400 metri di dislivello positivo e con uno sviluppo di 20 chilometri.

PERCORSO - La prima salita sarà la più dura con 1000 metri di dislivello per raggiungere forcella Poipera a quota 2100 metri, non prima di aver affrontato la ‘variante DeLo’. Dopo il primo cambio d’assetto ci sarà una veloce discesa in ambiente per raggiungere la piazzola del cambio di Pian della Mola. La seconda salita prevede 850 metri di dislivello positivo con tratto a piedi finale per raggiungere la spettacolare forcella Pitturina. Si scenderà sulle nevi austriache fino al lago Stukensee per poi risalire il crinale della cresta della Pitturina e la vetta di Cima Vallona a 2532 metri. Dal GPM di Cima Vallona si scenderà verso il traguardo di Sega Digon per ben 1200 metri di dislivello negativo.

NON SOLO SKI-ALP - Il comitato organizzatore, coordinato da Nicola Zambelli Spezier, è al lavoro anche per allestire al meglio le iniziative collaterali come il raduno ‘Io c’ero a Km zero’ con musica, pietanze tipiche e gadget speciali pensati per l’occasione. Inoltre ci saranno due eventi associati alla scialpinistica: l’ormai classica Pitturina Winter Lottery, con grandi premi ed estrazione in occasione della manifestazione, e il WInter Comelian Music Tour del 3 marzo, un vero e proprio tour dei migliori musicisti del triveneto nei locali della vallata.

 


Chi se la sente di partecipare a La Sentinelle?

Ci sono eventi che nascono un po’ per provocazione, forse anche in anticipo sui tempi. Semplicemente intercettano i gusti e le esigenze di un certo pubblico di appassionati.

La Sentinelle è proprio questo.

I concorrenti in discesa a Gavarnie ©Pascal Tournaire

Dalla creatività di Bruno Compagnet e Minna Riihimaki nasce la gara che non è una gara. Un raduno, un momento di condivisione. Vietato presentarsi in tutina o con abbigliamento attillato, gradite camicione di feltro, berretti e maglioni della nonna, occhiali da ghiacciaio. Larghezza minima degli sci 100 sotto il piede. Niente classifica, niente cronometro, unico obiettivo arrivare alla fine (dai un'occhiata al manifesto).

Bruno Compagnet e Minna Riihmaki ©Pascal Tournaire

La Sentinelle est un voyage sur les chemins de la connaissance de soi et pas uniquement une épreuve sportive.

Gli organizzatori mettono davanti a tutto il gusto della scoperta e dell’avventura, la voglia di stare in montagna e mettere alla prova la propria resistenza e le proprie capacità tecniche. Ma sempre con spirito di amicizia e condivisione.

Dopo l’edizione zero che si è disputata l’anno scorso sui Pierenei, a Gavarnie, quest’anno si fa sul serio: due tappe, una in Valle d’Aosta e l’altra in Scandinavia, presso il lago Goldajärvi, cioè la regione in cui si toccano Norvegia, Svezia e Finlandia.

Bruno Compagnet da il via all'edizione zero dello scorso inverno a Gavarnie, sui Pirenei (foto © Pascal Tournaire)

La tappa italiana è in calendario dal 22 al 26 marzo a Valgrisenche, con base il Rifugio Bezzi dove i partecipanti soggiorneranno per tutta la durata dell’evento. In estrema sintesi il programma prevede la salita al rifugio a quota 2.250 metri il pomeriggio del 22 (2 ore di pellata circa). Poi, in base alle condizioni meteo, si deciderà quando partire per il giro vero e proprio (che prevede una percorrenza dalle 12 alle 15 ore).

Si consideri che il giro identificato da Bruno & C. prevede circa 2.700 metri di dislivello, caratterizzati da grandi pendii da sciare, da scorci panoramici e salite in canali suggestivi. Repetita iuvant: senza fretta, con lo scopo di arrivare e godersi l’esperienza in compagnia. Naturalmente è richiesto un buon allenamento e capacità di muoversi correttamente in montagna, ma questo non dovremmo nemmeno specificarlo.

Un momento del briefing a Gavarnie ©Pascal Tournaire

Nel tempo rimanente (oltre alla boucle come gli organizzatori definiscono il giro ufficiale) si andrà a sciare in compagnia. Rientro a Valgrisenche il 26 marzo.

Il costo è di 240 euro a persona, tutto compreso (anche kit di benvenuto). Al momento dell’arrivo al rifugio bisogna presentare una lettera motivazionale scritta a mano che metta in chiaro perché si è deciso di prendere parte a La Sentinelle e che racconti il rapporto personale con la montagna e l'ambiente.

©Pascal Tournaire

La nostra rivista è media partner dell’edizione italiana: parteciperemo con i nostri redattori  e soprattutto avremo la possibilità di ospitare insieme a loro un lettore di Skialper. Chi vuole provare ad essere il nostro inviato dovrà inviare a noi la lettera motivazionale entro fine febbraio. Se qualcuno riuscirà a convincerci (ripetiamo, se...) sarà nostro ospite a La Sentinelle per raccontare l’evento dall’interno.

È un’esperienza a cui vale davvero la pena partecipare, ci sono pochissimi posti, affrettatevi a iscrivervi! Tutte le informazioni sul sito ufficiale dell'evento.


Novità per la seconda edizione del Feuerstein Skiraid

Importanti novità da parte degli organizzatori della seconda edizione del Feuerstein Skiraid in programma domenica 18 marzo. La gara partirà dal centro fondo Erl in Val di Fleres, grazie alla alla tanta neve caduta: i più di 100 atleti al via non partiranno come previsto sulla mappa del percorso originale dalla centrale elettrica Fernerbach, ma dal centro di fondo Erl. «Questa modifica rende il percorso più lungo e, con altri 200 metri di dislivello, ancora più difficile. Le categorie maschili senior e master toccano i 2000 metri - spiega la presidente del comitato organizzatore Stefanie De Simone della sezione skialp del Gossensass -. L’area di partenza e di arrivo nel centro di fondo Erl è enorme e si trova nel mezzo delle bellissime montagne della Val di Fleres. Inoltre è raggiungibile facilmente».
Molto soddisfatti dello spostamento della partenza e del fatto che gli atleti quest’anno saranno impegnati sul tracciato originale anche David Thöni e Dimitra Theocharis, vincitori del primo Feuerstein Skiraid nel 2017. Entrambi hanno confermato la loro presenza per la seconda edizione che oltre ad essere gara FISI, è valida come campionato provinciale Alto Adige e come terza ed ultima tappa del circuito Trofeo Alto Adige. Già isciritti anche Manfred Reichegger e Martin Weisskopf.
Info e isirizioni su www.feuersteinskiraid.com.


Arriva al cinema L’ultima discesa

Domani esce nelle sale cinematografiche italiane L’ultima discesa (6 Below), film tratto dalla storia vera del campione di hockey su ghiaccio canadese Eric LeMarque e dal suo libro (che in Italia è titolato come il film ma nella versione originale è Crystal Clear), appena pubblicato da Sperling & Kupfer. Dopo Everest, uscito nel 2015, ecco un altro film hollywoodiano che affronta le tragedie della montagna. Nel cast del film diretto da Scott Waugh (Need for SpeedAct of Valor) e realizzato con il nuovo formato panoramico Escape, troviamo Josh Hartnett (Penny DreadfulSlevin - Patto criminale, Black Dahlia), la vincitrice dell’Oscar Mira Sorvino (La dea dell’amore) e Sarah Dumont (The RoyalsManuale scout per l’apocalisse zombieDon Jon).

LA STORIA - Eric LeMarque (Josh Hartnett), un ex giocatore di hockey professionista, nel 2004, dopo aver causato un incidente automobilistico, fugge sulle montagne nei pressi della località sciistica di Mammoth Mountain, in California, in cerca di adrenalina con lo snowboard. Dovendo fare i conti con una dipendenza da metanfetamine e una vita che gli sta sfuggendo di mano, Eric decide di prendersi un giorno per staccare, ignorando i numerosi avvertimenti sull’imminente arrivo di una tempesta. Durante una forte tormenta di neve, LeMarque si allontana dalla pista perdendo l’orientamento. Nessuno sa che si è perso, nessuno sa dove si trova. È completamente solo. In un primo momento il campione non si rende conto di quanto la situazione sia disperata e cerca di trovare un riparo e dell’acqua. Le sue condizioni precipitano quando è inseguito da un branco di lupi e precipita in un lago ghiacciato. Intanto Susan (Mira Sorvino), la madre di Eric, intuisce che qualcosa non va e inizia a ripercorrere i movimenti del figlio. Con l’avanzare del congelamento e la continua lotta per la sopravvivenza, Eric è costretto a mangiare la sua stessa carne, mentre la preoccupazione della madre porta a mettere in atto un disperato tentativo di salvataggio, anche se la squadra di recupero pensa che sia ormai troppo tardi. Quando Eric si rende conto dell’arrivo dei soccorsi, la sua unica chance di farsi localizzare è arrampicarsi su una parete rocciosa alta 1.300 metri, ma il suo corpo inizia a cedere. Alla fine ce la farà ma perderà le gambe.

MESSAGGIO SICUREZZA - Si può discutere sulla fedeltà del film al libro di LeMarque, che sembra essere più spirituale e racconto della rinascita di un uomo, mentre il film è basato soprattutto sull’incidente e la mera lotta per la sopravvivenza. Si può discutere, come hanno fatto alcuni giornalisti anglosassoni, sul fatto che Mira Sorvino, la madre, ha in realtà solo 11 anni in più di Josh Hartnett, che nel film interpreta il figlio (allo stesso tempo però i colleghi di lingua inglese riconoscono il realismo delle scene in montagna e la grande prova dello stesso Hartnett che si è preparato a lungo per affrontare le riprese in un ambiente difficile). Quello che emerge però è il messaggio che L’ultima discesa manda al grande pubblico, se è vero che anche per promuovere il film è stato diffuso un testo che approfondisce la tematica della sicurezza e dell’attrezzatura che non puoi mai mancare fuoripista. Le tristi notizie dello scorso fine settimana rendono di stretta attualità l’incidente di LeMarque, avvenuto nei pressi di una località sciistica. Il modo migliore per affrontare la montagna e la neve in sicurezza, dopo essersi informati sulle condizioni atmosferiche e del manto nevoso, è uscire sempre con la giusta attrezzatura, anche a due passi dalle piste, anche se può sembrare esagerato. Artva, pala, sonda, ma anche casco, cellulare carico, eventualmente Avalung o zaino airbag sono compagni salvavita. E poi è fondamentale sempre informare qualcuno della propria attività. Regola che vale anche per il grande outdoor estivo, come pure quella del telefonino. Se L’ultima discesa sensibilizzerà qualcuno dei frequentatori meno esperti della montagna, ben venga. Se poi qualcuno vorrà leggersi anche il libro, scoprirà una storia di speranza anche nel buio più assoluto di una vita precipitata nel vortice della droga. Una storia di rinascita, a ben vedere come quella di A un soffio dalla fine, scritto dal patologo americano Beck Weathers - al quale si è ispirato il regista di Everest - che dopo essersi salvato ha scoperto di avere perso tante cose (una mano, parte del naso…), ma di avere recuperato la sua famiglia e una vita che stava uscendo dai binari.


Mammut Elements, quattro clip per raccontare il rapporto degli atleti con la neve

Lo senti ancora il richiamo della natura? È questo lo spirito del progetto Mammut Elements, quattro cortometraggi nei quali gli atleti italiani Mammut - Mattia Felicetti, Martin Dejori, Alex Walpoth, Filip Schenk e Michael Piccolruaz – raccontano il rapporto con il ‘loro’ elemento.

©Thomas Monsorno

RUMORE BIANCO - «Un fiocco di neve riecheggia come il silenzio sul silenzio. Mille sfaccettature e la solita reazione di stupore veste il paesaggio, arricchisce il mio sguardo e rapisce la mia mente. Quel silenzio rallenta il tempo e lo fa suo. Io sono ospite della montagna: busso e mi ci immergo. Energia e polvere. Annego in quei fiocchi, cavalcandone la perfezione». Il primo episodio, Rumore Bianco (White Noise) racconta l’atleta Mattia Felicetti, maestro di sci della Val di Fiemme e atleta del Freeride World Qualifier. Anzi forse sarebbe più corretto dire che è lo stesso Mattia a raccontarci il suo elemento, fondendosi in esso, nello stesso modo in cui i fiocchi di neve si sciolgono nell’acqua che una volta che vi si appoggiano. Scientificamente il White Noise identifica una certa frequenza dell’udibile, una frequenza talmente particolare da collegarsi per una frazione di tempo e spazio con la stessa con la quale la neve cade e dipinge il paesaggio a proprio piacimento. È chiamato bianco per analogia con il fatto che una radiazione elettromagnetica di simile spettro all'interno della banda della luce visibile apparirebbe all'occhio umano come luce bianca, come la neve appunto. Lo stesso Mattia dice: «Ho iniziato a sciare a tre anni e a fare gare a sei. L’amore per lo sci in neve fresca è scattato immediatamente, tanto che il mio maestro di sci di allora faceva fatica a tenermi a freno. La passione per la montagna è andata a evolversi in altri sport come l’arrampicata e highline, ma lo sci è sempre stato parte inscindibile del mio essere».

©Thomas Monsorno

Mammut Elements è un progetto 100% made in Italy. Il tutto viene raccontato con la voce di Ivan Pavlovic e le immagini del film-maker Matteo Pavana e del fotografo Thomas Monsorno.

©Thomas Monsorno

Gli Europei sull'Etna si fanno

Gli Europei sull’Etna si fanno. La conferma arriva anche dall’ISMF e ovviamente dal comitato organizzatore guidato da Vasco Agen e tecnicamente supportato dal valdostano Stefano Mottini. La neve è arrivata sul vulcano, non molta, ma è arrivata e altra è attesa nei prossimi giorni: al momento cambia la location, le gare andranno in scena sul versante Nord a Piano Provenzano, ad un’ora d’auto da Nicolosi. Una sorta di piano B se sull'Etna Sud non ci fossero le condizioni. Dunque programma confermato: nel pomeriggio di mercoledì 21 febbraio la cerimonia di apertura a Nicolosi, il giorno successivo la sprint, quindi venerdì 23 il vertical e sabato l’individuale.


Tutto pronto per la trentacinquesima Transcavallo

Sulle montagne dell’Alpago nevica, sorridono gli organizzatori della trentacinquesima edizione della Transcavallo, la gara a squadre in programma da venerdì 16 a domenica 18 febbraio. Anche in questa occasione, dopo la collaborazione per i Mondiali del 2017 e precedentemente con le due gare di Coppa del Mondo nel 2016, confermato lo stretto legame con il polo sciistico di Piancavallo e soprattutto con il suo direttore Enzo Sima. A febbraio, il comitato organizzatore presieduto da Diego Svalduz, ha studiato una formula inconsueta che vedrà gli atleti raggiungere Piancavallo al termine della prima tappa, pernottare in hotel, e la mattina successiva ripartire alla volta dell’arrivo di Col Indes. Il terzo giorno, la gara sarà valida anche per assegnare i titoli tricolore, si percorreranno le tracce alpinistiche con ben nove vette poste nei territori di confine con a chiudere la discesa ‘Mondiale Val Salatis’ e il ‘canalino delle placche’ che porta sulla vetta del Guslon con i suoi 50-55° di pendenza. Una formula che non prevede lo spostamento di autovetture da parte delle squadre, una sorta di viaggio agonistico eco-sostenibile che ancora una volta collega, come vuole la tradizione, l’Alpago e Piancavallo. C’è la possibilità di iscriversi a a tutte e tre le tappe oppure partecipare solamente alla prova tricolore. Il montepremi è di oltre 20.000 euro con un assegno di 3500 euro per la prima squadra classificata al termine dei tre giorni. Sul sito web www.transcavallo.it sono ancora disponibili 20 pettorali per la gara a tappe, mentre per il campionato italiano non ci sono limiti di partecipazione. In abbinata alla competizione si svolgerà anche la Transcavallo Classic, una sorta di raduno, dove i partecipanti (numero massimo 100 iscritti) accompagnati dalle guide alpine, non solo anticiperanno il passaggio dei concorrenti, ma lungo il tragitto e nei rifugi interessati troveranno un’accoglienza speciale.


Kilian Jornet pronto al rientro nello ski-alp, lo vedremo alla Altitoy

Il grande assente in questo avvio della stagione agonistica dello ski-alp, Kilian Jornet: il catalano si è sottoposto a fine ottobre ad una operazione per ‘sistemare’ la spalla dopo la botta rimediata alla Hardrock 100. Sulla sua pagina Facebook lo abbiamo visto tornare in montagna gli ultimi giorni dell’anno, iniziando anche ad allenarsi sulle nevi norvegesi. E alla sua preparazione ha dedicato anche un video ‘How do I train’ dove raccoglie i suoi trent’anni di attività. Quando lo vedremo con le pelli in una gara di ski-alp? Il ritorno sarà all’Altitoy il prossimo 3 e 4 marzo, in coppia con l’austriaco Jakob Herrmann. E poi Pierra Menta o Sellaronda, magari con Toni Palzer?


Rise Up with Gloriana & Millet, the winner is...

Rise Up with Gloriana & Millet, la selezione finale. Chi sarà la compagna di Gloriana Pellissier al Millet Tour du Rutor, dal 23 al 25 marzo? In Valgrisenche ultima prova di selezione, quella sulla neve, dopo le valutazioni alla scrivania delle presentazioni video delle cinque candidate finaliste. La valdostana Claudia Titolo, la lombarda Anna Moraschetti, la veneta Linda Menardi, le piemontesi Chiara Musso o Rosanna Morandini?
Ed è stata bagarre sul tracciato disegnato dalla stessa Gloriana. Alla fine the winner is…Chiara Musso con 21 punti totali, davanti ad Anna Moraschetti che si ferma a quota 18, quindi Linda Menardi, Claudia Titolo e Rosanna Morandini. Una vincitrice emozionata, così come emozionata è la stessa Gloriana. Lei che ha vinto otto volte il Rutor e che si presenterà alla partenza con una debuttante assoluta in una prova LGC.
Le seguiremo nella loro nuova avventura!

Gloriana con la vincitrice, Chiara Musso © Stefano Jeantet

Valtellina Orobie, spettacolo assicurato

La Polisportiva Albosaggia sta lavorando a pieno regime per la 32ª edizione della Valtellina Orobie, tappa di Coppa Italia, in calendario domenica 28 gennaio. Grazie alle abbondanti nevicate di dicembre, il manto nevoso in condizioni ottimali permetterà allo staff tecnico capitanato da Massimo Murada, Graziano Boscacci e Maurizio Folini (rispettivamente direttore tecnico, di percorso e guida alpina) di proporre la ‘classica’ del Meriggio sul percorso originale, dopo anni di ‘piani b’ e lavori straordinari. Inversioni, canalini, ripidi couloir, creste aeree e tecniche discese in un ambiente selvaggio faranno da contorno alla passione organizzativa di un club pronto a spegnere la quarantesima candelina. Salvo cambiamenti dell’ultima ora dovuti al meteo, il tracciato femminile si correrà con un dislivello di 1400/1500 metri e ben 8 cambi di assetto, mentre la prova maschile, particolarmente tecnica e nervosa, prevede invece 1700/1800 metri di salita con 12 cambio di assetto.
Tra le novità, per rendere più avvincente la gara e alzare il tasso di spettacolarità, il comitato organizzatore ha messo in palio un premio per chi realizzerà il miglior salto in zona arrivo. Nel 2017 Robert Antonioli raccolse applausi a scena aperta, Michele Boscacci, prima di lui, anni fa piombò come un falco in località Campelli: di qui l’idea di fare un po’ di show ed entusiasmare il pubblico che da sempre è solito salire in quota per seguire la prova.


LIVE - Mountain Attack, le speranze azzurre

Come sono le piste di Saalbach? Flavio Saltarelli lo ha chiesto a Fabio Meraldi che in mattinata è andato a sciare nella stazione austriaca. Ormai manca poco al via: se Miky Boscacci è un po’ il favorito numero uno, nella gara rosa l’Italia punta forte su Katia Tomatis, già sul podio lo scorso anno.


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