LIVE - Mountain Attack, le speranze azzurre
Come sono le piste di Saalbach? Flavio Saltarelli lo ha chiesto a Fabio Meraldi che in mattinata è andato a sciare nella stazione austriaca. Ormai manca poco al via: se Miky Boscacci è un po’ il favorito numero uno, nella gara rosa l’Italia punta forte su Katia Tomatis, già sul podio lo scorso anno.
LIVE - Mountain Attack, ci siamo
Ci siamo. Oggi è il giorno della Mountain Attack. Ventesima edizione della gara di Saalbach e solite emozioni: il muro dello Schattberg, i 3.008 metri di dislivello positivo, il calore del pubblico, la birra finale. C’è il sole in Austria, temperatura fredda sotto lo zero, ma nessun sbalzo termico, così neve bella compatta, ma non ghiacciata. Partenza alle 16, poi la bagarre che si potrà vedere live direttamente sul sito mountain-attack.at o sulla pagina Facebook della Mountain Attack. A poche ore del via allora le parole del ‘grancapo’ Roland Kurz con il 'nostro' Flavio Saltarelli.
Tre scarponi da non dimenticare
Tanto attesi, rifiniti fino all’ultimo tanto che non abbiamo avuto la possibilità di testarli nella Buyer’s Guide, finalmente eccoli sulla neve. Il nuovo scarpone freetouring di Scott, l’allround pista-fuori-fitness di Dynafit e il modello light per il freeski di Roxa sono tra quelli che destano più curiosità tra gli appassionati e noi li abbiamo messi ai piedi proprio pochi giorni prima di andare in stampa con il numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa).
DYNAFIT TLT SPEEDFIT - Scriviamolo subito: la base progettuale è quella del collaudato TLT 6 nella sua ultima versione, quella più muscolare. Ma Dynafit non si è limitata a qualche adattamento funzionale ai fondi trattati o ai fuoripista piuttosto pressati delle aree sciabili attrezzate. La sensazione prevalente è che con Speedfit Dynafit abbia proprio portato TLT a un livello superiore, aggiornato alle tendenze freeski che si fanno strada anche fra i tradizionalisti. TLT Speedfit è pensato per una destinazione prevalentemente pistaiola. Ma TLT Speedfit è anche e soprattutto il TLT 6 portato alla sua piena maturità, nel momento in cui esprime in modo aggiornato le potenzialità del progetto originale. La sua semplicità di utilizzo lo rende amichevole per chi esordisce, ma la performance tecnica può accompagnare fino ai limiti del freeski.

ROXA R3 130 - La gamma di scarponi per lo sci di montagna del produttore italiano si completa con la linea R3 per lo sci free in montagna aperta. Peso ridotto, alta performance sciistica, ottima camminata in fase di salita caratterizzano R3. Si tratta di una combinazione di caratteristiche che sarebbero antagoniste tra loro, ma ora possibile a questo livello grazie a tecnologie avanzate in fase di progettazione e produzione. Il Grilamid di scafo e gambetto raggiunge un alto rapporto peso-performance tramite un design estremamente fedele alle forme del piede. La collezione comprende scarpe per uomo e per donna con flex sostenuti, fino a questo 130 con scarpetta Intuition prodotta appositamente per la piattaforma R3.

SCOTT S1 - È uno scarpone nuovo ancor più che un nuovo scarpone: fortemente orientato al freeski in montagna, somma performance sciistica ai massimi livelli di segmento, camminabilità praticamente touring, peso contenuto sotto i 1.400 grammi al mezzo paio nella misura 26,5 MP per il modello S1 130 Carbon che abbiamo potuto provare su neve. il nuovissimo meccanismo ski-walk nella sua versione più recente e definitiva è un piccolo ammortizzatore metallico a ponte sopra la curva del linguettone dove lavora in sinergia con il soffietto in gomma. Non c’è alcun bisogno di manovrarlo perché basta aprire o chiudere il gancio centrale che passa sul collo spingendo in sede il tallone: l’automatismo metallico, semplice ma molto pensato, si libera per la salita oppure si blocca per la discesa.

Skialprace Ahrntal, domenica ci sarà da divertirsi
«Mai come quest’anno le condizioni sono perfette». Chi parla è ‘Manny’ Reichegger, questa volta nella doppia veste di atleta e organizzatore della Skialprace Ahrntal che domenica assegnerà i titoli italiani individuali, festeggiando nel modo migliore il decennale. Per lui è la gara di casa. «Sono stato a tracciare in questi giorni e la situazione è bellissima. In alto, dai 2000 metri la neve è tanta, oltre un metro e mezzo, e farinosa; in basso è piovuto, ma il manto è comunque discreto con oltre quaranta centimetri. L’aspetto importante è quello che riusciamo a proporre il percorso originale, anche se dobbiamo valutare ancora la sicurezza di alcuni pendii: sono certo che ci sarà da divertirsi, anche perché le previsioni meteo dicono sole per domenica».

PROGRAMMA - Sabato alle 18 classico briefing pre-gara, la partenza domenica alle 9.30, con premiazione nel primo pomeriggio. Con un ricco montepremi e 800 euro ai vincitori. Favoriti d’obbligo, gli atleti del CS Esercito. «Ci saranno tutti - conferma ‘Lillo’ Invernizzi - compreso Boscacci che rientra dalla Mountain Attack, e Lenzi che ha ancora qualche problema alla schiena, ma sono convinto che tornerà prestissimo, magari già domenica, ad altissimi livelli e più forte di prima». E compreso Reichegger. «Certo, se ce la farò ancora - scherza Manny - visto quanto ho tracciato in questi giorni… Ma ripeto, la priorità per me è soprattutto allestire una gara fantastica».

Speedfit, lo scialpinismo in pista
Speedfit. Veloce e in forma. Perché se non si deve batter traccia si sale più veloci. Perché praticare in una palestra all’aperto vuol dire soprattutto pensare al proprio benessere e allenamento. Stiamo parlando naturalmente di quello che è anche chiamato scialpinismo in pista. Un trend radicale, quasi una contro-cultura rispetto allo skialp delle origini, alla lotta con l’alpe riservata a pochi. Ne parliamo sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa). E per farlo abbiamo scomodato la stella della nazionale di scialpinismo Alba De Silvestro, l'anima della Sellaronda Skimarathon Oswald Santin e l'avvocato Flavio Saltarelli, che si è occupato della proposto di modifica della legge sulla sicurezza delle piste per favorire la pratica dello speedfit. Anzi... li abbiamo proprio portati a fare speedfit con noi! Il set delle fotografie di Alice Russolo sono le piste sopra Canazei, con lo sguardo che corre verso le Dolomiti colorate dal tramonto...

PERCHÉ FARLO - Sei un esperto scialpinista, ma non sempre trovi il tempo di allenarti in lunghi tour in neve fresca? Ami il fitness, ma preferisci praticarlo a contatto con la natura invece che chiuso in una palestra? Hai voglia di dedicarti a un nuovo sport, magari in compagnia degli amici e in orari che non interferiscano con il tuo lavoro? Salire e scendere in pista può essere la migliore risposta a tutte queste diverse esigenze, anche alla luce del fatto che sono sempre di più i comprensori che riservano dei percorsi alla disciplina, soprattutto la sera dopo la chiusura degli impianti. Al termine di una giornata lavorativa puoi allenarti in compagnia, facendo affidamento sui rifugi in vetta che spesso rimangono aperti proprio per accogliere chi pella di notte. Il gioco è semplice e ora esiste anche l’attrezzatura e l’abbigliamento specifico. Sei pronto per lo speedfit?

COSA DICE LA LEGGE - Dall’articolo 17 della legge 363/2003 si evince un divieto imposto da una legge nazionale riguardante la risalita delle piste, non la possibilità di rimontare appena al di fuori di esse - seppure all’interno di quella che è intesa come area sciabile - a meno che vi sia un cartello apposto dal gestore che espressamente vieti di risalire anche fuori dalle piste. Diverso invece il caso di percorsi appositamente segnalati e gestiti dai comprensori sciistici o le serate ad hoc (ce ne sono ormai in tutte le regioni e qui potete trovare il nostro elenco aggiornato).

L'ATTREZZATURA - Un trend in crescita non poteva che essere condiviso da Dynafit, storico marchio di riferimento per il mondo dello skitouring, che presenta per l’inverno alle porte il primo set-up creato appositamente per questa declinazione dello skialp. La collezione Speedfit ha l’obiettivo di promuovere un approccio alla disciplina orientato alla velocità e al fitness in sicurezza sulla neve. Nel set lo sci Speedfit 84, lo scarpone TLT Speedfit e l'attacco TLT Speedfit.

Tricolori giovanili a Vermiglio, la parola ai protagonisti
La parola dunque ai protagonisti dei tricolori giovanili a Vermiglio. D’obbligo aprire con il padrone di casa Davide Magnini. «È arrivato il mio primo titolo italiano Espoir. Ero il favorito ma non era una giornata semplice perché correre in casa mi dava un po’ di tensione. Proprio per questo sono doppiamente soddisfatto. Siamo partiti abbastanza forte nel piano e quando la traccia ha iniziato a farsi ripida ho provato ad allungare riuscendo a staccare gli avversari. Quindi ho gestito. Dedico questa vittoria alla famiglia, agli amici e ai compaesani che hanno permesso l’organizzazione di questo evento assieme al Brenta Team». Argento per Valentino Bacca «Finalmente è arrivata la medaglia ai tricolori Espoir. Agli altri appuntamenti italiani per un motivo o per l’altro c’era sempre qualche imprevisto, oggi invece è andato tutto come doveva. Sono partito terzo, poi ho raggiunto e superato Canclini, che nella discesa si è rifatto sotto ed abbiamo fatto assieme l’ultimo tratto di gara. Poi il bormino ha avuto un inconveniente tecnico e sono rimasto da solo, gestendo il vantaggio sino al traguardo».

Guarda avanti Alba De Silvestro. «Sono felice di questa vittoria, ed ora mi attendono gli assoluti in Valle Aurina il prossimo fine settimana. Peccato per la pioggia, ma nel complesso è stata una bella gara lunga e tecnica, con la discesa nel bosco molto difficile».

JUNIOR E CADETTI - La gioia della prima volta per Stefano Confortola, leader tra gli Junior: «Sono partito molto sereno e forse questo è stato un valore aggiunto oggi. Sul piano iniziale mi sono messo davanti e in salita ho lottato con Prandi e i gemelli valdostani Guichardaz, fino al tratto a piedi, dove sono riuscito a staccare i compagni, mantenendo il vantaggio fino al traguardo. Felicissimo: è il mio primo titolo individuale». Non ha tradito le attese Giulia Murada. «Questa è la gara che preferisco, l’alpinismo puro. Il percorso era particolare, con tanti tratti pianeggianti e discese belle toste. Sono riuscita a fare la differenza sin dall’inizio».

Ancora uno scudetto per Matteo Sostizzo e Samantha Bertolina. «Un'altra medaglia tricolore - le parole del portacolori del CAI Schio -, fantastico. Siccome soffro le discese ho cercato di forzare subito in salita ed è andata bene. Un bel percorso, anche il primo tratto verticale mi è piaciuto e le discese erano molto tecniche». «È sempre bello vincere - racconta la valtellinese -. Sono partita subito abbastanza forte. Pur non essendo particolarmente brava nel piano sono ugualmente riuscita a distanziare le avversarie. Con un importante vantaggio ho poi controllato la gara».

A Vermiglio i giovani skialper azzurri a caccia dello scudetto
Domenica tricolore a Vermiglio con l’assegnazione dei titoli individuali giovanili: oltre duecentocinquanta gli atleti al via, dagli Espoir sino ai promozionali, un bel segnale per il movimento italiano. Lo staff del Brenta Team ha deciso di tracciare a Vermiglio, viste anche le condizioni meteo: percorsi ovviamente di distanze differenti con partenza dal centro del fondo, per poi inerpicarsi sul versante di Palù.

LE GARE - Pronostici rispettati un po’ in tutte le categorie. Tra gli Under 23 detta legge Davide Magnini: gioca in casa, visto che è Vermiglio e fa una prova tutta all’attacco. Sempre in testa dal primo all’ultimo chilometro, ha chiuso dopo 1h36’18”. Piazza d’onore per Valentino Bacca con un ritardo di 8’27”, a oltre un minuto poi Nicolò Canclini, che ha avuto un inconveniente tecnico in discesa, dopo aver duellato a lungo con Bacca. Stesso copione al femminile con Alba De Silvestro che ha vinto agevolmente, portando a termine la prova in 1h55’25”, precedendo di undici minuti Mara Martini, quindi terza l’altra alpina Giulia Compagnoni.
Più combattuta invece la sfida nella junior maschile: lotta in casa in casa Alta Valtellina con Stefano Confortola al traguardo in 1h02’49”, con soli dieci secondi sul compagno di squadra Andrea Prandi, quindi a quasi tre minuti Sebastien Guichardaz. Nella gara rosa vola la portacolori dell’Esercito Giulia Murada con il tempo di 1h05’53”, davanti a Giorgia Felicetti (caduta nella bagarre al via), staccata di 3’07”, con bronzo per Valeria Pasquazzo, a dieci minuti dalla vincitrice.
Anche fra i Cadetti successi annunciati con Matteo Sostizzo del CAI Schio primo dopo 56’24” sullo stesso tracciato delle junior, precedendo il portacolori del Lanzada Alessandro Rossi e Simone Murada dell’Albosaggia. Identico copione al femminile, dove Samantha Bertolina dell’Alta Valtellina ha sbaragliato la concorrenza, terminando i 4 km e 500 metri di dislivello con il tempo di 37’45”. Ad oltre cinque minuti Anna Folini dell’Albosaggia, quindi terza Erika Sanelli di Premana.
PROMOZIONALI - Non assegnavano gli scudetti, ma in gara c’erano anche le categorie promozionali, quelle dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Percorso di 2 km e 80 metri di dislivello sempre nei pressi del Centro del fondo di Vermiglio dove si sono imposti Gabriele Visinoni del Clusone e Giorgia Carolli del Brenta team fra i Ragazzi, quindi Mirko Sangalli del Clusone fra gli Allievi.
François D'Haene, in vino veritas
Non è vero, ma ci credo. Oppure, se volete, non ci credo, ma è vero. A volte le coincidenze sono solo coincidenze, ma nel caso di François D’Haene potrebbero non esserlo e c’è un sottile filo magico che lega i suoi successi a un luogo: Domaine du Germain, comune di St.-Julien-en-Beaujolais, dipartimento del Rodano. Dopotutto ci troviamo a pochi chilometri da Lione, che con Torino e Praga forma un noto triangolo dell’esoterismo. La terra rossa argillosa di queste colline famose per il loro vino allegro e fruttato sembra avere avuto un magnetismo positivo sulla vita e la carriera sportiva del più forte ultra-trailer del mondo. E noi siamo stati tra i pochissimi giornalisti al mondo (gli unici di una rivista specializzata) a potere passare una giornata intera con François D'Haene tra i suoi vigneti. Sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa) pubblichiamo un ampio reportage.

CINQUE ANNI MAGICI - François e la moglie Carline hanno completamente cambiato le loro vite nel 2012 quando hanno messo tra parentesi le precedenti occupazioni per prendere in affitto le vigne della famiglia di Carline. Da fisioterapista e vignaiolo. Da atleta di buon livello a trail runner più forte del mondo. Guarda caso Il 2012 è il primo dei cinque anni magici. Cinque - altro legame esoterico - come i tralci di ogni vigna di Gamay che possono essere potati ogni anno secondo il contratto di affitto firmato da François e Carline. Prima una bella carriera, con il terzo posto alla CCC del 2006, il podio sfiorato a La Reunion e ai Templiers, il secondo posto alla TNF Australia. Risultati che ognuno di noi farebbe carte false per ottenere, per carità. Ma manca quel numero - uno - nelle gare che contano veramente. Sei uno tra i tanti. Poi improvvisamente nel 2012 arriva la vittoria all’Ice Trail Tarentaise e all’UTMB, il secondo posto all’Endurance Challenge 50 in California, nel 2013 la vittoria alla 80 km du Mont Blanc e alla Diagonale des Fous, nel 2014 il trittico Mt Fuji, UTMB e Diagonale, nel 2016 ancora la Diagonale e la Hong Kong 100, nel 2017 Madeira, Maxi Race d’Annecy e soprattutto l’UTMB dei record, quella che lo consacra, se ci fosse stato ancora bisogno di una prova, come il più forte ultra-trailer del mondo. Di sempre.

DR JEKYLL E MR. D'HAENE - Non si può dire che D'Haene sia uno dei runner più simpatici ed espansivi. Almeno questo è il volto pubblico di un atleta che sembra sempre concentrato e introverso. Avere la possibilità di incontrarlo al Domaine du Germain restituisce un'immagine completamente diversa, di una persona semplice e genuina, con i valori della famiglia e dell'amicizia al primo posto. François invita i suoi amici più stretti a vendemmiare e a provare i primi calici dei suoi migliori cru, va a correre con i vicini quando si allena, ha sempre un sorriso (e una flute) pronti... D'Haene realizza ogni due anni un cartone speciale con tre bottiglie dei migliori millesimati dedicate a tre vittorie. Al Domaine du Germain produce circa 14.000 bottiglie all’anno su un totale di poco meno di cinque ettari di vigne. I suoi vini possono essere acquistati online: domainedugermain.com

TUTTI GLI UOMINI DI FRANÇOIS - I successi nascono da un piccolo e affiatato team. Jean Michel Faure Vincent è il fidato manager e consigliere, Christophe Malarde il preparatore, con il quale però, più che condividere tabelle e programmi, si consulta quando ha dubbi, Arnaud Tortel il fisioterapista, David Hugot si occupa della gestione degli accordi di sponsorizzazione e Damien Rosso il fotografo di fiducia, compagno di tante avventure.
OBIETTIVO WESTERN STATES - Intanto D'Haene ha già svelato una gara del suo calendario del 2018... Western States Endurance Run, dove troverà anche Jim Walmsley!


Allenarsi in pista? Ecco dove
Tema caro a molti skialper, come allenarsi, magari di sera dopo il lavoro, in pista. Rispettando chi, in pista ci lavora: parliamo dei gattisti. Abbiamo cercato allora, spulciando sui siti dei comprensori sciistici, dove, come e quando è possibile salire e scendere in pista, senza problemi. Un primo elenco di stazioni skialp-friendly. Andate a vedere: ce ne saranno altre e ve le segnaleremo prima possibile, anche grazie al vostro aiuto. Ecco allora dove cliccare https://skialper.it/risalita_piste/
Gilles Sierro: la pazienza come virtù, lo sci come arte
Può uno sciatore, uno sciatore di ripido, essere anche in parte un filosofo? Dopo avere incontrato Gilles Sierro la risposta è affermativa. Almeno in parte. Quando allo sci dedichi tutta la vita, sciare per se stessi, senza pressioni esterne, diventa la cosa più naturale da fare. Gilles Sierro la pensa così e passa più tempo a sciare che a parlare: e di questi tempi è una rarità! Il nostro Andrea Bormida è andato a intervistarlo a casa sua... L'articolo sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa).

CHI È - Svizzero, classe ’79, Guida alpina, alpinista, Istruttore di sci certificato. Se chiediamo a lui: sciatore, punto. Cresciuto nel villaggio di Hérémence, non distante da Arolla, nel cuore delle Alpi Svizzere, tra Chamonix e Zermatt. Ha fatto le prime scivolate ad appena due anni, per poi praticare prima sci agonistico e quindi freestyle con l’arrivo dell’adolescenza fino a competere in Coppa del Mondo di halfpipe. La scelta di diventare alpinista e quindi Guida è stata presa per poter sposare il più possibile la sua passione per lo sci. Balzato alle cronache nel 2013 per la fantastica nuova discesa diretta dalla parete sud-sud/ovest della Dent Blanche (4.364 m), non smette di fare progetti e di riempire di neve le sue giornate in attesa delle condizioni perfette per poterli portare a termine.

LA SUA IDEA DI RIPIDO - «Sulle linee davvero impegnative le buone condizioni sono fondamentali. È veramente difficile trovare quelle perfette. Per sciarle in un bel modo, con una sciata estetica, è necessario aspettare il giusto momento. Ad esempio, prendiamo l’anno scorso: avete presente la parete nord della Pigne d’Arolla, qui sopra casa mia? È stata scesa, ma con doppie e derapate tra le rocce per cento e passa metri. Ed è una parete che diventa buona quasi tutti gli anni. Basta aspettare. Per me una discesa di quel tipo è inconcepibile. Anche su progetti più impegnativi sto aspettando da anni il momento giusto, ho visto bianche certe pareti in autunno mentre la parte bassa era impercorribile. Oppure, sempre qui in zona, il Mont Blanc de Cheilon è stato sceso per adesso non dalla punta. Ma secondo me potrebbe arrivare il momento. Mi piace aspettare, per cercare di scendere le pareti nel momento perfetto. Ci vuole pazienza».

LA PAURA - «È importante prima e dopo, non durante l’azione. Bisogna essere focalizzati. Si deve sempre scendere mantenendo un margine di sicurezza: se sali e magari capisci che non ci sono le condizioni, devi saper rinunciare, anche se poi non posti nessuna foto su Facebook».

Conquista le tue curve
«Cercava di nevicare ieri sera quando sono arrivato e c’è ancora qualche fiocco nell’aria quando arriviamo a un parcheggio alla fine della strada, accanto a una grande mappa. Sono disegnate alcune discese e tracce di salite, tutte numerate e con colori diversi in funzione della difficoltà. Giusto il tempo di preparare la nostra attrezzatura ed eccoci pellare nel bosco mentre Brian Hall inizia a raccontarci la storia degli ultimi dieci anni di questo sogno diventato realtà». Inizia così l'articolo di Mattias Fredriksson pubblicato sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa), a proposito di Hankin Evelyn, una località canadese interamente dedicata allo scialpinismo. Uno straordinario reportage di 12 pagine con la freerider Silvia Moser protagonista in alcune foto.

DA SOGNO A REALTÀ - Dopo avere messo gli occhi su questa area intorno al 2006, la valutazione di impatto ambientale ed essersi assicurato un finanziamento pubblico dal governo della British Columbia, Brian Hall ha impiegato i lavoratori forestali nella costruzione di alcuni chalet-rifugio con stufe a legna e gabinetti esterni e nella creazione di 13 piste di discesa nel fitto bosco. Proprio le foreste impenetrabili di questa parte di British Columbia sono uno dei problemi principali per chi vuole affrontare una gita scialpinistica. Sono stati anche realizzati un piccolo parcheggio, la segnaletica e un centro permanente di controllo del funzionamento degli artva. Così ogni anno circa 4.000 skialper vengono a divertisri da queste parti.

SOLO SKIALP - La visione della crescita dello scialpinismo di Brian Hall è ancora in parte un sogno e ci sono poche località nel Nord America che si propongono come destinazioni specifiche per lo scialpinismo. Valemount, che si trova sempre nella British Columbia, è un resort pensato qualche anno fa ma, con sole quattro piste e un accesso via motoslitta, non è mai decollato veramente. Un vecchio comprensorio sciistico nella Hidden Valley, in Colorado, propone itinerari sulle piste non più battute. Ci sono alcuni posti simili sulla East Cost, nel Vermont, oppure nello stato di Washington, come Scottish Lakes High Camp, con itinerari segnalati e un lodge. Però nessuna di queste località si è guadagnata la fama di Hankin Evelyn, forse perché si trovano in zone dove lo scialpinismo selvaggio è meno complicato della parte settentrionale della British Columbia. Su Skialper 115 abbiamo anche affrontato la situazione di progetti e destinazioni simili in Europa, a partire da La Sportiva Outdoor Paradise.


Giovani di nuovo in gara: domenica i tricolori individual a Vermiglio
Domenica 7 gennaio altro appuntamento ‘pesante’ per i giovani skialper: in programma i campionati italiani individual per cadetti, junior e under 23. Si viaggia verso in Trentino, a Vermiglio e al Passo del Tonale: i percorsi verranno tracciati nella zona della pista Valena del Tonale dai tecnici del Brenta Team, impegnato nell'organizzazione con il supporto del Consorzio Adamello Ski.
PERCORSI - «Le condizioni sono ottimali – spiega il responsabile tecnico Rino Pedergnana -, nelle prossime ore provvederemo alla tracciatura definitiva, sfruttando le caratteristiche della pista Valena e della zona circostante. Anche sotto il profilo tecnico, i tracciati saranno di ottima levatura, quello che serve per assistere a delle competizioni avvincenti». Approfittando dell'impianto di risalita, il pubblico potrà seguire da vicino lo sviluppo delle gare: i cadetti e le donne junior dovranno coprire circa 7 chilometri e 700 metri di dislivello positivo, mentre per gli junior maschi e le under 23 donne i chilometri di gara saranno 10, con 1000 metri di dislivello. Gli espoir maschi, infine, si daranno sportiva battaglia su un tracciato di 13 chilometri e 1400 metri di dislivello.
PROGRAMMA - I primi a partire, alle 9 del mattino, saranno gli skialper nati tra il 2004 e il 2008. «La prova avrà una durata di una ventina di minuti – precisa Pedergnana –. Ci saranno due brevi salite e due discese. Il nostro intento è quello di promuovere lo sci alpinismo anche nelle fasce d'età più basse, in modo da dare l'opportunità ai più giovani di prendere familiarità con questo sport e arrivare alle categorie agonistiche già con una buona base di preparazione».
Dopo la gara promozionale, sarà la volta delle sei prove tricolori. I cadetti maschi e femmine e le junior donne prenderanno il via alle 9.30, seguiti alle 9.45 dagli junior maschi e dalle under 23 donne. La chiusura spetterà agli under 23 maschili, che scatteranno alle 10, con premiazioni finali per tutti alle 14.30 al polo culturale di Vermiglio.












