Mario Merelli c'è, successo di William Boffelli e Bianca Balzarini
Sulle montagne bergamasche di Lizzola è stato derby tra William Boffelli e Pietro Lanfranchi alla Mario Merelli c’è. Una individuale tosta con un testa a testa tra i due atleti di casa: alla fine vittoria di Boffelli in 1h42’16” davanti a Lanfranchi per soli due secondi. Sul terzo gradino del podio il francese Didier Blanc in 1h46’49”, quarto Daniel Antonioli, quinto Daniele Cappelletti.
Al femminile affermazione di Bianca Balzarini in 2h15’20”, davanti a Corinna Ghirardi (2h16’13”) e la polacca Anna Tybor (2h31’36); ai piedi del podio Maddalena Mognetti e Paola Pezzoli.
François D'Haene, in vino veritas
Non è vero, ma ci credo. Oppure, se volete, non ci credo, ma è vero. A volte le coincidenze sono solo coincidenze, ma nel caso di François D’Haene potrebbero non esserlo e c’è un sottile filo magico che lega i suoi successi a un luogo: Domaine du Germain, comune di St.-Julien-en-Beaujolais, dipartimento del Rodano. Dopotutto ci troviamo a pochi chilometri da Lione, che con Torino e Praga forma un noto triangolo dell’esoterismo. La terra rossa argillosa di queste colline famose per il loro vino allegro e fruttato sembra avere avuto un magnetismo positivo sulla vita e la carriera sportiva del più forte ultra-trailer del mondo. E noi siamo stati tra i pochissimi giornalisti al mondo (gli unici di una rivista specializzata) a potere passare una giornata intera con François D'Haene tra i suoi vigneti. Sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa) pubblichiamo un ampio reportage.
CINQUE ANNI MAGICI - François e la moglie Carline hanno completamente cambiato le loro vite nel 2012 quando hanno messo tra parentesi le precedenti occupazioni per prendere in affitto le vigne della famiglia di Carline. Da fisioterapista e vignaiolo. Da atleta di buon livello a trail runner più forte del mondo. Guarda caso Il 2012 è il primo dei cinque anni magici. Cinque - altro legame esoterico - come i tralci di ogni vigna di Gamay che possono essere potati ogni anno secondo il contratto di affitto firmato da François e Carline. Prima una bella carriera, con il terzo posto alla CCC del 2006, il podio sfiorato a La Reunion e ai Templiers, il secondo posto alla TNF Australia. Risultati che ognuno di noi farebbe carte false per ottenere, per carità. Ma manca quel numero - uno - nelle gare che contano veramente. Sei uno tra i tanti. Poi improvvisamente nel 2012 arriva la vittoria all’Ice Trail Tarentaise e all’UTMB, il secondo posto all’Endurance Challenge 50 in California, nel 2013 la vittoria alla 80 km du Mont Blanc e alla Diagonale des Fous, nel 2014 il trittico Mt Fuji, UTMB e Diagonale, nel 2016 ancora la Diagonale e la Hong Kong 100, nel 2017 Madeira, Maxi Race d’Annecy e soprattutto l’UTMB dei record, quella che lo consacra, se ci fosse stato ancora bisogno di una prova, come il più forte ultra-trailer del mondo. Di sempre.
DR JEKYLL E MR. D'HAENE - Non si può dire che D'Haene sia uno dei runner più simpatici ed espansivi. Almeno questo è il volto pubblico di un atleta che sembra sempre concentrato e introverso. Avere la possibilità di incontrarlo al Domaine du Germain restituisce un'immagine completamente diversa, di una persona semplice e genuina, con i valori della famiglia e dell'amicizia al primo posto. François invita i suoi amici più stretti a vendemmiare e a provare i primi calici dei suoi migliori cru, va a correre con i vicini quando si allena, ha sempre un sorriso (e una flute) pronti... D'Haene realizza ogni due anni un cartone speciale con tre bottiglie dei migliori millesimati dedicate a tre vittorie. Al Domaine du Germain produce circa 14.000 bottiglie all’anno su un totale di poco meno di cinque ettari di vigne. I suoi vini possono essere acquistati online: domainedugermain.com
TUTTI GLI UOMINI DI FRANÇOIS - I successi nascono da un piccolo e affiatato team. Jean Michel Faure Vincent è il fidato manager e consigliere, Christophe Malarde il preparatore, con il quale però, più che condividere tabelle e programmi, si consulta quando ha dubbi, Arnaud Tortel il fisioterapista, David Hugot si occupa della gestione degli accordi di sponsorizzazione e Damien Rosso il fotografo di fiducia, compagno di tante avventure.
OBIETTIVO WESTERN STATES - Intanto D'Haene ha già svelato una gara del suo calendario del 2018... Western States Endurance Run, dove troverà anche Jim Walmsley!
Philipp Götsch detta legge alla Eisacktal Cup, primo anche alla Plose Skiuphill
Ancora Philipp Götsch. Dopo la vittoria alla Skiuphill di Vals, gara d’apertura della Eisacktal Cup, il portacolori del Bogn da Nia concede il bis nel secondo appuntamento del circuito, la Plose Skiuphill di venerdì sera, organizzata dal Soccorso alpino di Bressanone, lungo la pista Trametsch con oltre 140 atleti al via. 57’39” il suo crono dopo 1400 metri di dislivello, davanti al biker Gerhard Kerschbaumer, staccato di 1’04” con terzo David Thöni a 3’59”. Quarto Michael Zemmer, quinto Ivan Paulmichl. Al femminile a segno Verena Ebner in 1h18’19” su Astrid Renzler (1h20’12”) e Vivien Senn (1h21’12”); ai piedi del podio Heidi Dapunt e Jenn Shelton.
Nuovi tracciati per gli Italiani Giovanili di domenica: tutto a Vermiglio. Attesa per la gara dei promozionali
Domenica si assegnano i titoli individuali giovanili, Under 23 compresi. A curare l’organizzazione il Brenta Team che nelle ultime ore ha cambiato un po’ il programma.
NUOVI TRACCIATI - I campi gara sono stati trasferiti nella zona del centro del fondo di Vermiglio, preferibile in virtù delle nuove precipitazioni annunciate per il fine settimana e migliore anche sotto il profilo logistico. Dopo un sopralluogo, lo staff capeggiato dal responsabile tecnico Rino Pedergnana ha provveduto alla tracciatura dei percorsi. «Inizialmente le gare erano previste sulla pista Valena del Passo del Tonale - spiega Pedergnana -, ma fin dal principio avevamo preso in considerazione anche l'ipotesi della zona del centro del fondo di Vermiglio, ottima anche per il pubblico che verrà ad assistere alle gare. Le previsioni meteo per domenica annunciano possibili precipitazioni: qualora dovesse nevicare, i percorsi che abbiamo scelto in via definitiva garantiranno maggiore sicurezza e visibilità ai concorrenti, in quanto parte dei percorsi si svilupperà nel bosco».
PROMOZIONALI - La novità è quella di una prova per le categorie promozionali, dagli 11 ai 14 anni. Non assegneranno ‘scudetti’, ma sarà la prima volta all’interno di un campionato italiano. «In realtà il regolamento FISI - spiega il tecnico azzurro Davide Canclini che segue da vicino l’attività giovanile - prevede queste categorie. Alcune gare si fanno già, soprattutto nelle Alpi Centrali, ma insieme ai Tricolori è un debutto assoluto. Molti club, come Albosaggia, 13 Clusone e appunto quello di casa, il Brenta Team, lavorano molto su questi anni. Sarà un bel test» In vista dei Giochi Olimpici giovanili? «Vedremo. La ISMF ha definito in questi giorni - ancora Canclini - quali saranno i meccanismi per Losanna 2020: gli anni sono il 2002 e 2003, ma i risultati del 2001, l’ultimo anno Cadetti per intenderci, serviranno per definire i contingenti delle Nazionali».
Gilles Sierro: la pazienza come virtù, lo sci come arte
Può uno sciatore, uno sciatore di ripido, essere anche in parte un filosofo? Dopo avere incontrato Gilles Sierro la risposta è affermativa. Almeno in parte. Quando allo sci dedichi tutta la vita, sciare per se stessi, senza pressioni esterne, diventa la cosa più naturale da fare. Gilles Sierro la pensa così e passa più tempo a sciare che a parlare: e di questi tempi è una rarità! Il nostro Andrea Bormida è andato a intervistarlo a casa sua... L'articolo sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa).
CHI È - Svizzero, classe ’79, Guida alpina, alpinista, Istruttore di sci certificato. Se chiediamo a lui: sciatore, punto. Cresciuto nel villaggio di Hérémence, non distante da Arolla, nel cuore delle Alpi Svizzere, tra Chamonix e Zermatt. Ha fatto le prime scivolate ad appena due anni, per poi praticare prima sci agonistico e quindi freestyle con l’arrivo dell’adolescenza fino a competere in Coppa del Mondo di halfpipe. La scelta di diventare alpinista e quindi Guida è stata presa per poter sposare il più possibile la sua passione per lo sci. Balzato alle cronache nel 2013 per la fantastica nuova discesa diretta dalla parete sud-sud/ovest della Dent Blanche (4.364 m), non smette di fare progetti e di riempire di neve le sue giornate in attesa delle condizioni perfette per poterli portare a termine.
LA SUA IDEA DI RIPIDO - «Sulle linee davvero impegnative le buone condizioni sono fondamentali. È veramente difficile trovare quelle perfette. Per sciarle in un bel modo, con una sciata estetica, è necessario aspettare il giusto momento. Ad esempio, prendiamo l’anno scorso: avete presente la parete nord della Pigne d’Arolla, qui sopra casa mia? È stata scesa, ma con doppie e derapate tra le rocce per cento e passa metri. Ed è una parete che diventa buona quasi tutti gli anni. Basta aspettare. Per me una discesa di quel tipo è inconcepibile. Anche su progetti più impegnativi sto aspettando da anni il momento giusto, ho visto bianche certe pareti in autunno mentre la parte bassa era impercorribile. Oppure, sempre qui in zona, il Mont Blanc de Cheilon è stato sceso per adesso non dalla punta. Ma secondo me potrebbe arrivare il momento. Mi piace aspettare, per cercare di scendere le pareti nel momento perfetto. Ci vuole pazienza».
LA PAURA - «È importante prima e dopo, non durante l’azione. Bisogna essere focalizzati. Si deve sempre scendere mantenendo un margine di sicurezza: se sali e magari capisci che non ci sono le condizioni, devi saper rinunciare, anche se poi non posti nessuna foto su Facebook».
Conquista le tue curve
«Cercava di nevicare ieri sera quando sono arrivato e c’è ancora qualche fiocco nell’aria quando arriviamo a un parcheggio alla fine della strada, accanto a una grande mappa. Sono disegnate alcune discese e tracce di salite, tutte numerate e con colori diversi in funzione della difficoltà. Giusto il tempo di preparare la nostra attrezzatura ed eccoci pellare nel bosco mentre Brian Hall inizia a raccontarci la storia degli ultimi dieci anni di questo sogno diventato realtà». Inizia così l'articolo di Mattias Fredriksson pubblicato sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa), a proposito di Hankin Evelyn, una località canadese interamente dedicata allo scialpinismo. Uno straordinario reportage di 12 pagine con la freerider Silvia Moser protagonista in alcune foto.
DA SOGNO A REALTÀ - Dopo avere messo gli occhi su questa area intorno al 2006, la valutazione di impatto ambientale ed essersi assicurato un finanziamento pubblico dal governo della British Columbia, Brian Hall ha impiegato i lavoratori forestali nella costruzione di alcuni chalet-rifugio con stufe a legna e gabinetti esterni e nella creazione di 13 piste di discesa nel fitto bosco. Proprio le foreste impenetrabili di questa parte di British Columbia sono uno dei problemi principali per chi vuole affrontare una gita scialpinistica. Sono stati anche realizzati un piccolo parcheggio, la segnaletica e un centro permanente di controllo del funzionamento degli artva. Così ogni anno circa 4.000 skialper vengono a divertisri da queste parti.
SOLO SKIALP - La visione della crescita dello scialpinismo di Brian Hall è ancora in parte un sogno e ci sono poche località nel Nord America che si propongono come destinazioni specifiche per lo scialpinismo. Valemount, che si trova sempre nella British Columbia, è un resort pensato qualche anno fa ma, con sole quattro piste e un accesso via motoslitta, non è mai decollato veramente. Un vecchio comprensorio sciistico nella Hidden Valley, in Colorado, propone itinerari sulle piste non più battute. Ci sono alcuni posti simili sulla East Cost, nel Vermont, oppure nello stato di Washington, come Scottish Lakes High Camp, con itinerari segnalati e un lodge. Però nessuna di queste località si è guadagnata la fama di Hankin Evelyn, forse perché si trovano in zone dove lo scialpinismo selvaggio è meno complicato della parte settentrionale della British Columbia. Su Skialper 115 abbiamo anche affrontato la situazione di progetti e destinazioni simili in Europa, a partire da La Sportiva Outdoor Paradise.
Giovani di nuovo in gara: domenica i tricolori individual a Vermiglio
Domenica 7 gennaio altro appuntamento ‘pesante’ per i giovani skialper: in programma i campionati italiani individual per cadetti, junior e under 23. Si viaggia verso in Trentino, a Vermiglio e al Passo del Tonale: i percorsi verranno tracciati nella zona della pista Valena del Tonale dai tecnici del Brenta Team, impegnato nell'organizzazione con il supporto del Consorzio Adamello Ski.
PERCORSI - «Le condizioni sono ottimali – spiega il responsabile tecnico Rino Pedergnana -, nelle prossime ore provvederemo alla tracciatura definitiva, sfruttando le caratteristiche della pista Valena e della zona circostante. Anche sotto il profilo tecnico, i tracciati saranno di ottima levatura, quello che serve per assistere a delle competizioni avvincenti». Approfittando dell'impianto di risalita, il pubblico potrà seguire da vicino lo sviluppo delle gare: i cadetti e le donne junior dovranno coprire circa 7 chilometri e 700 metri di dislivello positivo, mentre per gli junior maschi e le under 23 donne i chilometri di gara saranno 10, con 1000 metri di dislivello. Gli espoir maschi, infine, si daranno sportiva battaglia su un tracciato di 13 chilometri e 1400 metri di dislivello.
PROGRAMMA - I primi a partire, alle 9 del mattino, saranno gli skialper nati tra il 2004 e il 2008. «La prova avrà una durata di una ventina di minuti – precisa Pedergnana –. Ci saranno due brevi salite e due discese. Il nostro intento è quello di promuovere lo sci alpinismo anche nelle fasce d'età più basse, in modo da dare l'opportunità ai più giovani di prendere familiarità con questo sport e arrivare alle categorie agonistiche già con una buona base di preparazione».
Dopo la gara promozionale, sarà la volta delle sei prove tricolori. I cadetti maschi e femmine e le junior donne prenderanno il via alle 9.30, seguiti alle 9.45 dagli junior maschi e dalle under 23 donne. La chiusura spetterà agli under 23 maschili, che scatteranno alle 10, con premiazioni finali per tutti alle 14.30 al polo culturale di Vermiglio.
Salàt Ski-Raid, successo di Robert Antonioli e Alba De Silvestro
Sigillo di Robert Antonioli e Alba De Silvestro alla Salàt Ski-Raid. I due portacolori dell’Esercito erano i grandi favoriti nella prima individuale di stagione, la gara organizzata dal Dolomiti Ski Alp, presieduto da Vittorio Romor che ha deciso di portare la gara sulle nevi dell’Alpago, in Val Salatis, sulle montagne che avevano ospitato i recenti Mondiali. Scelta azzeccata, vista la tanta neve sul percorso.
LA GARA - Robert Antonioli ha chiuso in 1h27’58”, precedendo Manfred Reichegger (1h29’21”) e Tadei Pivk (1h30’58”), quarto posto per Filippo Beccari, quindi Marc Hochstaffl, Manuel Oberarzbacher, Michele Maccabelli, Andrea Protti, Michael Nocker e Nicola Calzolari a completare la top ten, mentre a livello Espoir primo posto per Fabio Pettinà.
Alba De Silvestro ha dettato legge nella gara rosa, imponendosi in 1h50’12”, davanti a Cecilia De Filippo (1h54’43”) e Dimitra Theocharis (2h01’59”); ai piedi del podio Margit Zulian ed Erica Turi.
Mattia Tanara e Giorgia Felicetti si aggiudicano la prova Junior, tra i Cadetti a segno Matteo Sostizzo.
PARLA VITTORIO - «Finalmente la neve - conferma soddisfatto Vittorio Romor - dopo le tre edizioni senza a Misurina e i salti mortali per i Mondiali. Abbiamo tracciato un po' più in basso, ma è stata una bella gara: salite in traccia e neve polverosa, anche 80 centimetri, in discesa, impegnativa ma divertente. Robert e Manny si sono dati battaglia sino all'ultimo, ma anche al femminile Alba ha dovuto andare a tutto per tenere dietro Cecilia, che conosce bene queste montagne».
La Sportiva TX 4, in Mid stat virtus
La Sportiva TX 4
In Mid stat virtus
Può una scarpa essere tanto diversa grazie a un solo dettaglio come l’altezza del collarino? Dipende. Sicuramente non perde quanto di buono visto sulle sorelle ‘più basse’, ma acquista punti importanti per un utilizzo più versatile. E per questo è, se non tanto, abbastanza diversa dagli altri modelli della stessa linea. Stiamo parlando di La Sportiva TX 4 Mid GTX, modello mid cut inserito da questa stagione in catalogo accanto a TX 4 e TX 3 (disponibili anche in versione Gore-Tex) e TX 2. Tutte scarpe già più versatili delle approach vecchio stile e apprezzate molto dai nostri testatori (TX 3 è stata giudicato migliore modello della sua categoria nella Buyer’s Guide Summer 2016), però ci mancava proprio la TX 4 Mid GTX e allora abbiamo deciso di metterla alla prova ai piedi di Wolfgang ‘Wolfi’ Hell, Guida alpina altoatesina con un curriculum di tutto rispetto che conosce già bene le sorelle ‘più basse’ ma – anche lui – non aveva mai indossato il taglio mid cut. «È la scarpa giusta per un utilizzo allround perché conserva le ottime doti di grip date dal disegno della suola e dalla mescola Vibram Megagrip, ma grazie al collo più alto è ottima anche per un utilizzo trekking, con zaini sulle spalle, per un tremila estivo su roccia con qualche passaggio tecnico e per le vie ferrate, in poche parole: potrebbe essere l’unica scarpa, grazie anche alle ottime doti di leggerezza». Poche parole che suonano davvero come una sentenza pesante. «Naturalmente non è pensata per essere utilizzata con i ramponi, ma per qualche passaggio su nevaio con i modelli a cuffia non la vedo così male, mentre su roccia, in funzione del tipo di utilizzatore, si può arrivare ai gradi classici come con TX 3 o TX 4» ha aggiunto Wolfi dopo averne saggiato il grip sulla roccia dolomitica umida di un gelido inizio di settembre. Aggiungiamo che proprio la presenza della membrana Gore-Tex nella versione Extended Comfort la rende ancora più adatta per un utilizzo allround, a prova di acqua e umidità. E dalla prossima stagione estiva ci sarà una possibilità di scelta in più con l’arrivo di TX 5 Mid, modello decisamente più orientato verso il mondo hiking e trekking grazie anche a un battistrada dedicato.
FILOSOFIA TRAVERSE X – L’arrivo di TX 4 mid GTX ha reso ancora più ampia la scelta nella categoria approach all’interno del catalogo La Sportiva, che contempla inoltre Hyper GTX, Boulder X e Boulder X Mid. Ma come orientarsi all’interno di un segmento, quello dell’avvicinamento, che diventa sempre più ampio? «Stiamo assistendo in generale a uno spostamento dei gusti dei consumatori che in montagna preferiscono muoversi in velocità e leggerezza con prodotti molto più running/approach oriented che il classico scarponcino da montagna, la tendenza la si nota anche sulle Dolomiti» fanno sapere dall’azienda di Ziano di Fiemme. Ecco perché anche il concetto stesso di approach si è ormai dilatato e alla voce si trovano calzature più come Hyper e Boulder X che prendono ispirazione da prodotti più tradizionali di derivazione Mountain (maggiore struttura, minore sensibilità) e la serie Traverse X che si ispira ai modelli Mountain Running (maggiore comfort, maggiore sensibilità). «L’idea per i modelli TX è nata osservando il fatto che atleti di punta del climbing preferivano usare scarpe da running per attività di avvicinamento grazie alle doti di leggerezza e grip» aggiungono in La Sportiva. Leggerezza e sensibilità che hanno fatto preferire queste scarpe anche a chi pratica scarmbling, come per esempio Anton Krupicka…
LE SORELLE TX 3 e TX 4 sono due scarpe sostanzialmente molto simili, con suola in mescola Vibram Megagrip e identico disegno pensato per favorire il grip su roccia. Differiscono soprattutto per la struttura della tomaia, tradizionale in pelle scamosciata nella versione 4 e in mesh resistente alle abrasioni nella versione 3. Questo comporta anche qualche differenza di peso che va da 380 grammi della 4 a 395 della 3. Tx 2 invece tradisce un’impostazione più spinta verso l’arrampicata e le vie multi-pitch grazie alla suola completamente piatta (sempre in Megagrip) senza tallone scavato, al tessuto knitted, al sistema CS Combo Cord per l’aggancio all’imbrago e al peso di soli 280 grammi. Da questa stagione esiste anche in versione leather (310 grammi).
In Megagrip we trust
Il cuore tecnologico delle scarpe Traverse X è nella suola con mescola Vibram Megagrip. Il valore tecnico di questi modelli dipende molto da questa partnership con l’azienda di Albizzate, specialista delle suole tecniche da montagna e la scelta della mescola non è casuale ma frutto di una stretta collaborazione. Megagrip è, in questo momento, il miglior compromesso tra grip su ogni terreno, con ottime doti in particolare sulla roccia bagnata, e durata nel tempo ed è seconda solo a Idrogrip in aderenza su bagnato, ma questo seconda mescola è più sensibile all’usura. Nei test interni di Vibram, per un utilizzo approach, Megagrip prende quattro punti su cinque alle voci asciutto, bagnato, durabilità, mentre Idrogrip sale a 5 su asciutto e bagnato ma scende a 2 per durabilità. Inoltre Megagrip totalizza uno score di 5 nella stabilità dei chiodi e Idrogrip 3.
La Sportiva TX 4 Mid
Tomaia: pelle scamosciata, bordo di protezione PU Tech Lite 1,5 mm e puntale in gomma protettiva
Fodera: Gore-Tex Extended Comfort
Intersuola: Eva a iniezione ammortizzante
Plantare: Ortholite Approach 4 mm
Allacciatura: Mythos per regolare tensione e volumi di calzata in un unico movimento
Suola: Vibram Megagrip
Peso: 485 gr
Prezzo: 180 euro
Gloriana vi aspetta
Gloriana vi aspetta per gareggiare in coppia con lei ai Millet Tour du Rutor Extrême, dal 23 al 25 marzo: ultimi giorni per partecipare al contest Rise Up With Gloriana e Millet. Ma Gloriana è pronta ad aspettarvi anche in gara. «Non pensate di arrivare sul podio! Sarà una gara molto easy, faremo tutti i tre tracciati di gara, ma ce li godremo. E per le atlete che non hanno mai fatto una tre giorni di gara come al Rutor, soprattutto le più giovani, potrò insegnare il modo migliore per gestire una prova del genere».
COME FARE - Facilissimo, basta inviare a skialper@mulatero.it entro il 4 gennaio 2018 il proprio curriculum sportivo, un breve video (45 secondi massimo, ve benissimo fatto con lo smartphone) e un racconto di presentazione (massimo 1.800 battute spazi inclusi, una pagina di word per intenderci). Poi a metà gennaio in Valle d’Aosta verrà scelta la compagna di Gloriana. Che ovviamente avrà materiale Millet per la gara, iscrizione e albergo a spese degli organizzatori: insomma una bella esperienza che racconterà ai lettori di Skialper. E allora fatevi sotto: Rise Up with Gloriana e Millet!
Abruzzo, scene da un inverno mai visto
Quasi un anno fa. Manca giusto qualche giorno. Sul Centro Italia e in particolare sull’Abruzzo si abbatteva la tempesta del secolo. Quattordici giorni di nevicate intense, fino a quattro metri di neve in collina, discese epiche irraggiungibili per le strade bloccate, centinaia di paesi isolati.
REPORTAGE - «Per uno sciatore che ama la powder, quella neve fresca che ti avvolge e ti fa sentire leggero, non c’è niente di peggio di non riuscire a sfruttarla perché troppo difficile da raggiungere. È questo quello che è successo. La quantità di neve scesa è stata tale da non consentire alle stazioni sciistiche di aprire, soprattutto per problemi legati alla viabilità». Scrive così Luca Parisse nell’articolo Abruzzo, scene da un inverno mai visto pubblicato sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa). Più che un articolo, un reportage su quei giorni terribili e formidabili allo stesso tempo che si sono chiusi con la tragedia dell’hotel Rigopiano. Un racconto in parole e immagini per rivivere quei giorni su due piani ben distinti: quello di un gruppo di sciatori pronti a esplorare con gli sci larghi i pendii della Maiella e del Gran Sasso; e quello dei disagi e della sofferenza di chi è rimasto isolato dal mondo.
MAJELLA - «Agguerriti e motivati partiamo; ognuno di noi prende gli sci più larghi che ha e ci ritroviamo a sciare con oltre dieci gradi sotto zero e una neve polverosissima.
La visibilità è scarsa, ma come per incanto dopo un’ora la nebbia e il nevischio spariscono e spunta un fantastico cielo azzurro. Ci troviamo a Mammarosa, sulla Majella, dove c’è un solo piccolo impianto; il pendio, non molto ripido, non ci appaga del tutto e decidiamo quindi di spostarci. A noi piace andare forte, ma la troppa neve frena la nostra discese!».
DROP - «Rob, che è sempre bendisposto a nuove esperienze, nota un drop con atterraggio su un tetto colmo di neve nei pressi del parcheggio e, senza pensarci due volte, è già lì sopra che rotola. Scatto super!».
IL GIOCO BELLO DURA POCO - Non è facile trovare le condizioni giuste in Appennino. Bisogna sapere cogliere l’attimo. E lo sa bene Pierluigi Parisse, classe 1956, che sul Gran Sasso è una leggenda vivente. Nel 1982 ha aperto la prima discesa della Direttissima del Corno Grande insieme a Luciano Tedeschini. Il reportage sull’Abruzzo è stato l’occasione per parlare con il lupo (così lo chiamano gli amici). «La mia regione ha una posizione geografica particolare, è vicina al mare Adriatico e risente delle correnti fredde balcaniche che a volte scaricano copiose nevicate. Il problema però è che qui la neve si trasforma troppo facilmente, diventando pesante e molto pericolosa.
Per le belle sciate in powder, come viene chiamata oggi, bisogna ancor di più cogliere l’attimo e poi fuggire prima che il manto nevoso possa tradirti. È tassativo scendere di prima mattina, valutando sempre le condizioni generali».
Matteo Sostizzo adesso batte anche i grandi
Matteo Sostizzo ha fatto il pieno agli Italiani con due titoli individuali Cadetti, vertical e sprint, poi la sera di Santo Stefano è andato a Passo Broncon, alla Lunagaro e lì ha vinto addirittura l’assoluta, mettendo in fila personaggi del calibro di Pippo Beccari e Alex Salvadori.
«Ho fatto la mia gara al massimo, mica mi immaginavo di fare un colpo del genere. Battere atleti che hanno così tanta esperienza è stato davvero emozionante. Mi ha dato una carica incredibile e di sicuro servirà per spronarmi a fare sempre meglio».
Il motore non manca, la discesa?
«Non arrivo dall’alpino, ma ho fatto subito ski-alp, prima con mio padre, poi con i corsi organizzati da Carlo Ceola con lo sci Cai Schio, e alla fine sono approdato anche in Comitato Veneto. La discesa è un po’ il mio punto debole, ma grazie al lavoro di Luca Palla ho fatto tanti passi avanti. E poi prima c’è sempre la salita…».
Primo test allora gli Italiani individuali di Vermiglio?
«Ai campionati giovanili del 7 gennaio ci sarò di sicuro, ma prima farò sabato la Salàt Ski Raid che è campionato veneto individuale».
Obiettivo Europei?
«Se mi convocano certo: non sarà facile, ma darò il massimo come sempre, soprattutto nelle mie specialità, vertical e sprint».
Un po’ di rammarico che sei un 2001 e nel 2020 salterai le Olimpiadi invernali?
«Prima quasi non ci pensavo, adesso che so che sono fuori per qualche mese mi spiace molto».
Scuola, allenamenti: come riesci a conciliare tutto?
«I sacrifici non mancano, vado a scuola a Thiene, dove abito e devo fare quasi un’ora di viaggio prima di arrivare sulla neve. Serve tanto impegno e volontà, ma tutto questo non mi pesa perché per me allenarmi è un vero divertimento».