Tiziano Moia e Anna Finizio vincono l’International Sky Race Carnia
I monti della Carnia illuminati da un sole estivo sono stati teatro domenica della undicesima edizione dell’International Sky Race Carnia. La gara, con una lunghezza di 24,500 km e con un dislivello positivo di 2004 metri, organizzata dall’US Aldo Moro, ha assegnato i titoli tricolori sky nella categoria Master, incoronando campioni italiani Fabrizio Puntel e Anna Finizio.
Tiziano Moia ha dominato sin dalle prime fasi di gara, incrementando via via il suo vantaggio sino a tagliare il traguardo in perfetta solitudine.
Subito dopo la partenza un gruppetto composto da Matteo Piller Hoffer, Paolo Lazzara, Fabrizio Puntel, Nicola Giovanelli e Tiziano Moia ha preso il comando della gara. Al Passo Monte Croce Carnico è stato Tiziano Moia a transitare in prima posizione, nella salita verso le trincee delle prima Guerra Mondiale di Pal Piccolo e di Pal Grande il portacolori dell’Atletica Gemona si è avvantaggiato ulteriormente.
La prima posizione è stata consolidata nella discesa finale che conduceva verso i laghetti di Timau dove era posto lo striscione d’arrivo. Tiziano Moia ha chiuso con il tempo di 2h44’13’’. In seconda posizione con il tempo di 2h48’24 si è classificato Matteo Piller Hoffer (Aldo Moro Paluzza) mentre Nicola Giovanelli (Team La Sportiva) è salito sul terzo gradino.
In campo femminile l’atleta della società organizzatrice Anna Finizio ha dominato dall’inizio alla fine la prova; alle sue spalle Martina Spangaro e Luigina Menean. La Finizio ha chiuso con il tempo di 3h35’51’’, vestendo così anche il tricolore nella categoria Master.
Nella prova a staffetta, vittorie di Michael Galassi e Mirco Romanin e di Rosy Martin e Paola Romanin.
Come sono andate le gare nel fine settimana?
Tante le prove nel fine settimana: ecco come sono andate alcune gare; come sempre nel nostro calendario tutte le classifiche.
STELVIO MARATHON - Sabato da Prato allo Stelvio al Passo dello Stelvio seconda edizione della marathon di 42.195 km e 2.350 metri di dislivello. Vittoria di Andreas Reiterer (3h44’34’’), su Jochen Uhrig (3h47’56’’) e Matteo Vecchietti (4h03’09’’). Al femminile Edeltraud Thaler (4h34’53’’) si è imposta anche quest’anno dopo il successo nella prima edizione, seconda la tedesca Anna Ricarda Gerlach (4h59’40’’) e terza Tamara Schwienbacher (5h02’33’’). Nell’itinerario di 26 km e 2.250 metri di dislivello Anna Pircher (3h26’21’’) è stata insuperabile davanti a Angelika Schwienbacher (3h41’33’’) e Julia Schroetter (3h45’28’’). Stefano Facchini (2h51’15’’) il migliore del classic maschile, su Anton Steiner (2h58’19’’) e Giovanni Vanini (3h03’44’’).
CLUSONE VERTICAL SPRINT - In una stagione piena di novità targate Fly-Up Sport di Mario Poletti, il sipario sul trittico only-up si è chiuso con la Clusone Vertical Sprint, gara a cronometro con partenza dalla centralissima piazza Orologio e arrivo sul monte Cimiero. Un percorso breve, una ‘sparata’ di 1,6 km di sviluppo e 320 metri di dislivello: l’edizione zero incorona l’enfant du pais Giovanni Zamboni e l’azzurra del mountain running Samantha Galassi. Sul podio maschile anche Marco Piazzalunga e Luca Tomasoni, su quello rosa anche Silvia Cuminetti e Francesca Beccarelli.
UKTRAKTRAIL - A Corniglio nell’Appennino parmense prova valida per il Trofeo Bper Banca Agisko Appennino Cup. Nella gara regina da 62 km vittoria di Gianluca Caimi in 7h53’39”, davanti ad Enrico Bonati (8h21’23”) e Thomas Springhetti (8h21’29”), al femminile detta legge Katia Fori in 9h37’03” su Giulia Magnesa (10h51’15”) e Alfia Vilardo (12h31’01”). Nella prova da 30 km, affermazione di Marco Franzini (3h27’34”) su Loris Zanni (3h31’55”) e Gianluca Cola (3h32’55”), nella gara rosa prima Moira Guerini (4h12’31”), davanti a Lucia Gregori (4h16’49”) e Rossella Munari (4h26’18”).
GRAN BUCC RACE - Domenica tappa del VCO Top Race a Trasquera. Nella 31 km e 1420 metri di dislivello a segno Paolo Poli in 2h53’43” su Stefano Rosa in 2h56’28” e Ruben Mellerio in 2h56’46”; Monica Moia in 3h55’05” leader della graduatoria femminile su Barbara Zoppis (4h16’46”) e Federica Schiavini (4h19’04”). Nella 22 km vittoria di Riccardo Borgialli in 2h03’09” davanti a Paolo Matli (2h09’05”) e Silvio Belloni (2h10’06”), mentre nella gara femminile prima Daniela Bona in 2h49’15” su Paola Buzio (2h52’22”) e Federica Saporiti (3h06’20”).
TRAIL OASI ZEGNA - Luca Carrara vince la tappa delle Italy Series a Trivero: 6h21’03” il tempo del portacolori del Team Salomon davanti al francese Reynaud (6h33’40”) e Alessandro Macellaro (7h07’21”). Nella top ten le prime tre lady: quinta assoluta Cecilia Pedroni (7h56’59”), sesta Agnese Valz (8h01’07”), ottava Sonia Glarey (8h08’08”).
Spettacolo giovanile a Lanzada. Oro a squadre per il team femminile azzurro
La statunitense Joslin Blair e il britannico Mattew Mackay sono i nuovi campioni mondiali under 18 di corsa in montagna. L’Italia di Paolo Germanetto si dimostra compagine di livello con un oro al femminile e un bronzo al maschile nella classifica per nazioni.
Ennesima scommessa vinta per gli uomini della Sportiva di Lanzada e per l’intera comunità malenca che ha visto sfilare tra le vie del centro paese e sui sentieri all’ombra del Pizzo Scalino 250 giovani talenti a rappresentanza di 15 differenti delegazioni nazionali. La International Youth Cup 2018 non poteva scegliere sede migliore. Impeccabile organizzazione, una location di vera montagna, un pubblico particolarmente caloroso e un tracciato tecnico sono stati il mix vincente di un grande sabato di sport.
Nella gara femminile standing ovation per la statunitense Joslin Blair che, con crono di 23’50” ha conquistato una strepitosa medaglia d’oro. Argento per la turca Ezgi Kaya (24’01”), mentre terza si è piazzata la rumena Marina Laura Corhana. Nella top five anche le azzurre Elisa Pastorelli e Katja Pattis. Grazie ai punti fatti totalizzati a livello di team, l’Italia è salita sul gradino più alto del podio davanti a Romania e Stati Uniti. Sfogliando la classifica, menzione d’obbligo anche per Elisabeth Emma Garber 8ª e Veronika Hoelzl 10ª.
Al maschile, Gran Bretagna protagonista sino alla fine con portacolori di ottimo livello che hanno permesso alla compagine di oltre Manica di guadagnare l’oro per nazioni davanti a Francia e Italia. Come anticipato il più forte di tutti è stato Matthew Mackay. Per lui medaglia d’oro e titolo under 18 con crono di 20’10”. Alle sue spalle il compagno di nazionale Euan Brennan (20’34”) e il francese Estaban Olivero (20’37”). Molto bene anche il rumeno Marius Popa 4° e l’altro britannico Joe Hudson 5°. In casa Italia, oltre al 6° posto di Alessandro Rossi, da segnalare Giacomo Bruno 13°, Rocco Baldini 17° e Senetayhu Masè 32°.
TROFEO REGIONI - Non solo mondiale. Nel Trofeo delle Regioni, riservato alla categoria cadetti, brillano Piemonte e Lombardia. L’intenso sabato di sport dedicato al futuro del mountain running è iniziato di buona mattina con le varie prove di contorno per poi entrare nel vivo con il Trofeo delle Regioni, un vero campionato italiano per delegazioni regionali riservato alle categorie cadetti. Qui, primo posto assoluto per la trentina Luna Giovannetti e il lombardo Mattia Zen, ma in questo caso i riflettori erano focalizzati per le classifiche team che al femminile hanno incoronato il Piemonte davanti a Lombardia e Trentino. Al maschile la Lombardia del presidente Gianni Mauri, voce ufficiale dell’evento, ha invece primeggiato su Piemonte e Trentino. Queste tre regioni, in entrambi i ranking hanno confermato di avere un movimento in salute e giovani atleti di livello.
In queste prove il podio femminile è stato completato da Noemi Bogiatto (Piemonte) e Chiara Begnis (Lombardia). Al maschile invece secondo si è piazzato Teshale Zanchetta, mentre 3° è giunto il locale Matteo Bardea.
A precedere queste gare di caratura nazionale, le prove promozionali dei ragazzi vinte da Nicola Morosini (Us Rogno) e Elisa Rovedatti (Csi Morbegno). In gara esordienti primi al traguardo sono invece sfilati Giulia Mari (Polisportiva Albosaggia) e Filippo Bertazzini (Polisportiva Albosaggia).
Sabato mondiale a Livigno. Bell'Italia con Elisa Desco terza e Cristian Minoggio quinto
Sabato mondiale a Livigno con la tappa della Migu Run Skyrunner World Series, la terza delle ’sky classic’. La Livigno Skymarathon è dello svedese Petter Engdahl che chiude in 3h33’26”, e si mette alle spalle lo svizzero Pascal Egli (3h38’01”), con lo statunitense David Sinclair (3h39’16”) a completare il podio. Quarto l’andorrano Marc Casal Mir (3h40’38”), quinto Cristian Minoggio (3h42’59”), protagonista di una prestazione tutta all’attacco.
Più tirata la gara rosa: solo nella discesa finale Laura Orgué riesce ad avere la meglio di Sheila Avilés Castaño in un derby tutto iberico: 4h10’11” il crono della vincitrice, 4h10’45” quello della seconda. E sul gradino più basso del podio una straordinaria Elisa Desco (4h19’45”), quarta la svedese Lina El Kott Helander (4h21’49”), quinta la britannica Holly Page (4h24’08”).
Pietro Blengini nuovo presidente del Comitato AOC
Assemblea elettiva anche nel Comitato Alpi Occidentali che ha eletto Pietro Blengini nuovo presidente. Già vicepresidente nel mandato 2014-2018 con la presidenza Marocco, Blengini ha ottenuto 5803 voti ed una percentuale di consensi del 70%. Il candidato non eletto, Fabrizio Audino, ha ottenuto 2356 voti. «Sono molto soddisfatto e contento per i risultati dell’assemblea: non solo per me, ma per tutti coloro che mi hanno sostenuto», ha dichiarato Blengini subito dopo che Luciano Dalpez, vicepresidente federale vicario della FISI, aveva proclamato i risultati. «La mia elezione, - ha proseguito Blengini - è un segnale di continuità e di riconoscimento della bontà del lavoro portato avanti negli ultimi dieci anni dal presidente Pietro Marocco e dal consiglio uscente». I sette consiglieri sono Stefano Dalmasso (5715 voti), Lorenzo Vettore (5280), Paolo Giordano (4888), Davide Borgogno (4883), Maurizio Poncet (4865), Gianluca Barale (4795) e Corrado Gamba (4724). I due donsiglieri in rappresentanza degli atleti saranno Oriano Rigamonti (557 voti) ed Elena Gaja (549), per i tecnici Paolo Colombo (272 voti). Il presidente del Collegio dei revisori dei conti sarà Marco Alberto Piana (6922 voti), mentre i membri del collegio saranno Marco Baldin (3571 voti) e Valentina Moggio (2308 voti).
È uscito il numero 118 di Skialper
Traversate. Con gli sci o a piedi, magari a ritmo di corsa. Sulle Alpi, sugli Appennini o in Groenlandia. L’importante è andare e attraversare. Sono tante le imprese di questo tipo chiuse nella scorsa primavera, in alcuni casi cronometro alla mano per tentare di battere un record, altre volte semplicemente per la sana voglia di partire alla scoperta delle montagne inventandosi nuovi itinerari, magari con sci larghi al centro. E Skialper 118 di giugno-luglio, in tutte le edicole e anche nell’edicola digitale di Skialper, è dedicato in buona parte a questo affascinante argomento. Un numero di 176 pagine con lo speciale allegato di 48 pagine sui 90 anni de La Sportiva, estratto del libro celebrativo della ricorrenza realizzato dalla nostra casa editrice.
SENTINELLE SENZA FRONTIERE - Una lettera motivazionale scritta a mano, sci superiori ai cento millimetri al centro obbligatori e vestiti attillati da gara rigorosamente vietati. Sono questi gli ingredienti de La Sentinelle, il raduno inventato da Bruno Compagnet e Minna Riimaki. Nel 2018 l’appuntamento era in Valgrisenche e sulle nevi della Scandinavia. Skialper, media partner dell’evento valdostano, vi fa rivivere quei giorni molto intensi con le parole e le immagini di Federico Ravassard.
4FACES - Paul Bonhomme è un nome poco conosciuto ai più, eppure la Guida alpina francese si è inventata un’impresa che unisce lo sci ripido al gusto della scoperta e dell’esplorazione. Il progetto 4Faces, in programma a fine maggio, prevedeva di salire e scendere nella stessa giornata su quattro versanti dell’Aiguille Verte, nel gruppo del Monte Bianco. Andrea Bormida ha incontrato e intervistato Paul ad Annecy.
SKI TRANS ALT TIROL - Dal Lago di Garda al Tirolo Orientale, lungo quelli che erano i confini del Tirolo Asburgico. Ecco la bella idea di Alessandro Beber, che si è fatto accompagnare lungo il percorso da altri scialpinisti. Con l’obiettivo di scoprire valli e monti selvaggi, come per esempio la catena del Lagorai, e di fare anche qualche bella sciata senza l’assillo del cronometro. Una traversata dagli ulivi ai ghiacciai.
DER LANGE WEG - Dalle vicinanze di Vienna a Nizza. Con gli sci o a piedi. Ci avevano provato quattro austriaci nel 1971 ed erano arrivati a destinazione dopo 41 giorni, ci hanno provato in sette, con la regia di Red Bull, lo scorso marzo. Sulla Der Lange Weg si è detto e scritto molto e non sono mancate le polemiche: noi abbiamo cercato di viverla da dentro, intervistando uno dei protagonisti, Philipp Reiter.
LA PROMENADE - In francese significa ‘la passeggiata’ ed è il titolo di un bel cortometraggio sul giro della Valle d’Aosta, da Courmayeur a Courmayeur, di Shanty Cipolli e Simon Croux. Giovanissimi, freerider, i due valdostani sono partiti con lo spirito della scoperta, con sci larghi e vestiti non certo da gara. Veronica Balocco e il fotografo Achille Mauri li hanno incontrati per fare rivivere ai lettori di Skialper quelle emozioni.
LA TRAVERSATA DELL’AMICIZIA - Con gli sci sulle Orobie, nella Bergamasca, da Ovest a Est. Per ricordare chi, quella traversata, l’aveva inventata. Lo ha fatto Simone Moro, in compagnia del figlio dell’inventore dell’itinerario. Ed è quello che, sempre nella primavera appena finita, hanno fatto Maurizio Panseri e Marco Cardullo, chiudendo il percorso integrale.
TRANSALP - Ormai è un appuntamento fisso: la traversata delle Alpi da Nord a Sud o da Sud a Nord organizzata dalla Fischer. Dal 2015 l’azienda austriaca seleziona appassionati skialper per questa impresa e nel 2018 si partiva dallo stabilimento del marchio austriaco per arrivare in Italia. Purtroppo il maltempo non ha aiutato il progetto, ma il divertimento non è mancato.
DA BORMIO A LIVIGNO - Un nuovo itinerario per collegare con sci e pelli Bormio a Livigno, alla ricerca di neve polverosa e panorami sconfinati. Un itinerario che prevede anche una variante.
È andato a scoprirlo per noi Flavio Saltarelli in compagnia del fotografo Giacomo Meneghello.
HAUTE ROUTE DELLE DOLOMITI - Da San Martino di Castrozza alle Tre Cime di Lavaredo in versione freetouring, usando gli impianti quando possibile, per ridurre il dislivello. Un itinerario nel cuore delle Dolomiti che propone una visione più ‘umana’ delle traversate.
LA GROENLANDIA DA EST A OVEST - Seguendo le orme di Nansen, tra venti gelidi, nebbia e impronte degli orsi. Il racconto di una traversata che per molti è un must, almeno una volta nella vita, di Leonardo Bizzaro.
GLACIER HAUTE ROUTE - La famosissima alta via dello scialpinismo ma… in versione trail, con scarpe da running e attrezzatura da ghiacciaio. Il racconto del viaggio di Kim Strom e dello skyrunner Pascal Egli con le belle foto di Dan Patitucci. Uno spunto per riflettere sullo scioglimento del ghiacciai.
GRANDE TRAVERSATA DEI SIBILLINI - Lungo le creste della Sibilla e del Monte Vettore, alla scoperta di uno degli angoli più suggestivi della catena montuosa e delle valli interessate dal sisma del 2016.
FROM ZERO TO DAMAVAND - Benedikt Böhm, manager Dynafit con un passato agonistico, non è nuovo a imprese del genere. Questa volta si è inventato l’ascesa, in bici, a di corsa e con gli sci, dal Marc Caspio al monte Damavand, in Iran, da o a 5.671 metri.
LA STORIA DELLE TRAVERSATE - Dopo tutte queste imprese non poteva mancare un approfondimento di Giorgio Daidola sulle prime traversate delle Alpi e le ripetizioni negli anni: un interessante excursus storico da Paulcke a Bonatti, Bertholet e Rabbia.
L’ITALIA A DORSO DI ASINO - È partito dalla Sicilia e arrivato in Piemonte in compagnia di un asino. Ecco la traversata di Nicola Winkler. Un viaggio attraverso le bellezze e le contraddizioni della penisola, ma anche un viaggio alla scoperta di se stessi.
ALLA SCOPERTA DELLA VAL ROSANDRA - La chiamano valle e li chiamano monti, anche se a bassa quota, queste alture alle porte di Trieste e dell’Adriatico dove sono state scritte alcune pagine della storia dell’arrampicata. La Val Rosandra è un’oasi di natura con paesaggi spettacolari a due passi dalla città e noi siamo andati a scoprirla a piedi.
SALEWA IRONFLY - La più lunga gara di hike & fly dopo la X-Alps. In pratica si deve chiudere un percorso con dei passaggi obbligati, volando in parapendio oppure camminando. È partita e arrivata nei pressi di Lecco lo scorso maggio. Anche questo vuol dire traversare…
RAIDLIGHT, LA MAISON DU TRAIL - L’azienda francese ha sede tra i prati del massiccio della Chartreuse e il quartier generale è anche il punto di partenza degli itinerari della ‘station de trail’. Quando bisogna testare un nuovo zaino, basta solo uscire dagli uffici e magari farlo provare anche ai trail runner che stanno allenandosi e chiedere loro consiglio per nuovi prodotti. Siamo stati a visitare l’headquarter di una delle aziende simbolo della corsa in natura e dei grandi raid e abbiamo intervistato il fondatore Benoît Laval.
MATERIALI - Una giacca Montura e una Dynafit in Gore-Tex ideali per correre quando c’è il rischio di qualche temporale, ma anche la best seller Scarpa Neutron 2 in versione Gore-Tex. E poi abbigliamento e scarpe Montura per trekking, trail running e mountain bike e la nuovissima New Balance KOM da ultra-trail, oppure la scarpa da approach Salewa Wildfire, con suola Pomoca, e le calzature del prossimo autunno e della primavera-estate 2019 del marchio. Senza dimenticare abbigliamento e scarpe Mizuno provati da chi sta scoprendo il trail proprio ora dopo qualche corsetta su asfalto. Sono questi i test e le presentazioni materiali del numero.
Crolla l'ultimo dogma, premi in denaro all'UTMB
Tre settembre 2012, Courmayeur: prima ‘Assise Mondiale du Trail Running’, in pratica una specie di Stati Generali della corsa in natura, autoconvocati dagli organizzatori dell’UTMB e, a ruota, dalle gare qualificanti. Io c’ero. E ho ascoltato con attenzione quello che i relatori hanno detto e le tante domande - spesso obiezioni - che arrivavano dalla tribuna. Da quegli Stati Generali si può dire che sia nata l’ITRA, International Trail Running Association. Da allora di chilometri ne sono stati corsi tanti e oggi l’ITRA si è accasata in IAAF e i Mondiali di Trail sono sempre più una disciplina del grande mondo dell’atletica leggera. Poco male, anche se all’inizio diversi runner protestarono (ricordate i Mondiali di Annecy?) per la progressiva morte di quello spirito trail che ha sempre reso diverso un ultra-trail da una maratona su strada.
Si può essere d’accordo con un punto di vista o l’altro, però appare evidente la sterzata netta fatta da quel mondo che si era presentato a Courmayeur come il depositario del più puro spirito trail. Nessuna distinzione tra atleti top e pancia del gruppo dissero con insistenza i coniugi Poletti & co: da noi sono tutti benvenuti, ma nessun favoritismo. E poi i Mondiali si sono trasformati in una gara élite - come è giusto che sia, beninteso, se parliamo di Mondiali -. L’ultima novità è probabilmente ancora più sorprendente riascoltando quelle dichiarazioni: da questa edizione l’UTMB distribuirà 35.000 euro di premi in denaro ai primi atleti top, divisi equamente tra uomini e donne. Anche in questo caso non ci vedo nulla di scandaloso visto che parliamo di una gara che fattura milioni di euro e autoproduce le dirette streaming. Però ricordo bene quello che fu detto con convinzione a Courmayeur: nessun premio in denaro, al limite possiamo chiudere un occhio sugli ingaggi. La scelta è arrivata dopo la distribuzione di un questionario agli atleti élite, che ha riscosso il 95% di voti favorevoli. Nessuno di noi è così ingenuo da non capire che UTMB e trail diventano competizioni sempre più globali ed è difficile, se non impossibile, rimanere fuori dalla logica della spettacolarizzazione e del professionismo sportivo. Non credo personalmente che sia una scelta sbagliata e neppure che non si possano cambiare idee. Però in sei anni… ne sembrano passati sessanta. O no?
I PREMI - Il montepremi UTMB sarà di 8.400 euro per sesso (2.000 al primo, 1.500 al secondo, 1.000 al terzo fino ad arrivare a 500 al decimo), quello della TDS di 3.600 euro (1.300 al primo, premi fino al quinto), stesso discorso per la CCC e solo i primi tre con assegno alla OCC (900, 600 e 400 euro).
Matteo Eydallin dal 2003 sempre in pista
Nel 2003 la prima presenza in Nazionale, con la partecipazione agli Europei in Slovacchia. Adesso Matteo Eydallin, dopo il ritiro di Manny Reichegger, può essere considerato il nuovo capitano degli azzurri.
«Ma quale capitano - scherza Eyda - contano i risultati e non l’età. E poi mi sento ancora un ragazzino. Piuttosto da quest’anno, visto che sarà nello staff tecnico, mi rimetto nelle mani di Manny per la preparazione. Seguirò le sue indicazioni alla lettera perché voglio arrivare come lui ai quarant’anni ancora in gara».
Già, come si trovano le motivazioni?
«Diciamo che ho ancora voglia di mettermi in gioco… Certo quello che potevo vincere per le mie caratteristiche l’ho vinto. Mi manca la Coppa del Mondo overall, ma per quella, con vertical e sprint che proprio non sono nelle mie gambe, serve un miracolo. Mi manca l’oro mondiale individuale, ma lì bisogna azzeccare davvero la giornata giusta, visto il livello»
Però quest’anno ci sono i Mondiali.
«Ed è davvero un peccato che siano in concomitanza con la Pierra Menta: fosse per me le farei entrambe. Credo che bisognerebbe remare tutti dalla stessa parte, altrimenti si sta fermi. Altro che pensare alle Olimpiadi».
A fine giugno si riparte con il primo raduno del CS Esercito, come è l’ambiente a Courmayeur con il nuovo comandante Farcoz?
«Onestamente ho staccato un po’ la spina. Sono andato ad arrampicare, con qualche intermezzo sui pedali. Credo che per noi cambi poco: lo ski-alp è sempre stato un punto di forza dell’Esercito e lo sarà anche in futuro».
A livello materiali, tutto confermato?
«Sono in scadenza di tutti i contratti, ma non credo che ci saranno novità. Almeno da parte mia: con Dynastar, Scarpa, Atk, Camp e Montura c’è un rapporto ‘importante’ che penso continuerà ancora in futuro».
Sempre di corsa!
Non solo la Coppa del Mondo a Livigno (o i Tricolori FISKY in Carnia) le gare in Italia nel fine settimana non mancano davvero: ecco qualche segnalazione, per tutte le prove in calendario vi rimandiamo a quello Skialper.
INTERNATIONAL YOUTH CUP 2018 - Giovani in gara a Lanzada: 250 runner a rappresentanza di 15 nazioni, venerdì, sfileranno tra le vie del piccolo borgo malenco per poi sfidarsi il giorno successivo. In palio una medaglia iridata. Come evento di contorno il Trofeo delle Regioni riservato alla categoria cadetti che porterà in Valle altri 350 atleti da tutta Italia. «Dopo lo splendido doppio mondiale 2018 a Premana l'Italia è ancora al centro del mondo della corsa in montagna con la rassegna internazionale giovanile e con le rappresentative regionali – ha dichiarato il presidente regionale Fidal Gianni Mauri -. La mia riconoscenza e ammirazione vanno in primis al sindaco e all'amministrazione comunale e alla Sportiva Lanzada, a Fabiano Nana e a tutti i volontari, sono certo che vivremo due giorni indimenticabili con i nostri giovani. Viva la corsa in montagna, orgoglio del nostro Paese e palestra di vita».
3V RANDO TRAIL - Non una gara la chiamano gli organizzatori, ma un ritorno alle origini del trail, correndo in piena autonomia seguendo i segnavia bianco-azzurri del Sentiero 3V delle Tre Valli. Venerdì alle 22 parte da Gardone scatta la Rando 3V.90K (tappa unica di 93 km) a squadre da 2 o 3 concorrenti, e la Rando 3V.50K.night (da 48 km) sempre per team.
MAGRAID - Undicesima edizione della gara che va in scena da venerdì a domenica nei Magredi: ‘correndo nella steppa’, in un territorio ‘Sito d’Interesse Comunitario’ caratterizzato dalla permeabilità del terreno alluvionale. Tre giorni di gare, per la gara regina, tre tappe da 20, 55 e 25 km, per fare sempre ritorno al campo base allestito in Località Parareit di Cordenons, in provincia di Pordenone, dove si dorme nelle tende.
TUNA COAST TRAIL - Una nuova gara sull’Isola di San Pietro, nel sud della Sardegna, famosa per le sue tonnare. Tre distanze (42, 25, 10 km) con partenza e arrivo sabato dalle 8 a Carloforte in piazza Pegli (dedicata appunto alla città ligure da dove arrivarono i primi abitanti dell’isola, dove ancora adesso si parla ligure…)
STELVIO MARATHON - Seconda edizione sabato con partenza da Prato allo Stelvio e arrivo ai 2758 metri del Passo Stelvio, dopo 42,195 km e 2.500 metri di dislivello.
CLUSONE VERTICAL SPRINT - Terza prova del trittico only-up, organizzato dalla Fly-Up Sport di Mario Poletti: dopo Orobie Vertical e Castione Vertical sabato è il giorno de Clusone Vertical Sprint. Partenza a cronometro ogni 20” dalle ore 15.30, nella piazza dell’Orologio di Clusone per affrontare un tracciati di 1,650 km con 320 metri di dislivello con arrivo al monte Cimiero.
UKTRAKTRAIL - Sabato a Corniglio nell’Appennino parmense prova valida per il Trofeo Bper Banca Agisko Appennini Cup. Tre i tracciati: la ultra da 62 Km e due trail da 30 e 18. Le prime partenze in piazza Castello alle 6.45.
GRAN BUCC RACE - Domenica tappa del VCO Top Race a Trasquera. Due i percorsi, 31 km e 1420 metri di dislivello la gara lunga, 22 e 1230 quella corta. Il via alle 8.45.
TRAIL OASI ZEGNA - Domenica è tempo di Italy Series nel Biellese: a Trivero alle 6.30 scatta la prova sul tracciato di 59 km con un dislivello di 3600 metri di dislivello. In programma anche il Trail Corto Oasi Zegna dal 29 km e il Trail Mini Oasi Zegna da 16.
PRAGELATO RUNNING TOUR - Nel Torinese ben quattro tracciati di gara. Sabato 16 giugno si parte con il Vertical Del Piz: nuovo percorso di 4 km con arrivo sul monte Blegier. A seguire in giornata il Mini Pragelato Running Tour, riservato per i più piccoli fino ai 12 anni. Domenica la gara di 20 km con 1100 metri di dislivello, oltre al Tour Walk da 10 km con 500 metri di dislivello, aperto anche alla Dog Endurance.
Haley e Skjervheim, uomini da record
Negli ultimi giorni sono stati battuti due record che non sono passati inosservati, quello di velocità nella salita al monte Denali, la vetta più alta del Nord America, con i suoi 6.190 metri, e quello del dislivello in salita e discesa con sci e pelli superato in 24 ore. Tanti numeri messi in fila che però significano molto.
DENALI - Lo statunitense Colin Haley lo scorso 5 giugno è salito sul tetto d’America, passando dallo spigolo Cassin, in 8 ore e 7 minuti. Anche Kilian Jornet, nell’ambito di Summits of My Life, ha raggiunto la vetta del Denali, però le due imprese non sono confrontabili in quanto le vie scelte sono diverse. Kilian nel 2014 impiegò 9 ore e 45 minuti e detiene ancora il record di salita e discesa in 11 ore e 48 minuti.
20.939 METRI IN 24 ORE - Si chiama Lars Erik Skjervheim e lo scorso 20 di maggio, su una pista appositamente preparata della stazione sciistica di Myrkdalen, in Norvegia, ha battuto un record fatto registrare solo qualche mese prima da Mike Foote e che resisteva dal 2009. Skjervheim in 24 ore di salita e discesa, con un team di 15 persone ad assisterlo, ha totalizzato 20.939 metri di dislivello con sci e pelli contro i 18.654 di Mike Foote. Il trentasettenne ha sciato su una pista che, tra andata e ritorno, misurava 3,8 chilometri, con 460 metri di dislivello ed è stato anche compagno di Filippo Beccari all’ultima Pierra Menta, chiusa all’ottavo posto.
Sea to summit, dal Mar Caspio al Damavand
«Il cuore batte forte, il respiro è leggero, i muscoli e le ossa mi fanno male. Pur essendo completamente esausto per lo sforzo fisico della salita, sono sopraffatto da questa incredibile sensazione di gioia ed euforia che ogni alpinista conosce, ma è così difficile esprimerla a parole. Ce l'ho fatta! Sono a quota 5.671 metri e dietro di me ci sono 5.970 metri di puro dislivello con 130 chilometri di fatica. Nelle ultime 14 ore e 20 minuti ogni grammo del mio corpo ha dovuto lavorare per questo risultato e certamente è tra le esperienze fisiche più faticose della mia carriera di alpinista fast & light. Ma ora sono in cima al Damavand. Soddisfatto e distrutto». Sono le parole di Benedikt Böhm, scialpinista e manager Dynafit a raccontare l’emozione di essere arrivato in vetta alla montagna iraniana partendo in bici dalle spiagge del Mar Caspio. Un’impresa che Skialper documenta in esclusiva per l’Italia sul numero 118 di giugno-luglio, dedicato alle traversate.
IN VETTA - Il giorno giusto è arrivato domenica 9 aprile 2018, a mezzanotte. All’una e tre minuti Benedikt e Alex iniziano a pedalare nella notte senza nuvole. Dopo 120 chilometri in bici inizia la parte a piedi (o di corsa…). Una volta a 4.500 metri però lo sforzo diventa più difficile: l'aria è molto leggera e Benedikt ha la sensazione di non andare avanti. La salita diventa interminabile e le forze vengono meno. Dopo quasi altre tre ore, finalmente vede il punto più alto del Damavand. Ci vorrà ancora un’ora, ma dopo 14 ore e 20 minuti, esattamente alle 3 e 23 del pomeriggio, arriva in vetta. 120 km, 3.300 metri D+ in bici, 4,7 km, 1.160 metri D+ in versione trail e 3.3 km, 1.470 metri D+ con gli sci: questi i numeri della salita al Damavand.
Sabato è tempo di World Series in Italia con la Livigno SkyMarathon
Sabato mattina alle 8.30 andrà in scena la Livigno SkyMarathon, gara valida come tappa di Migu Run Skyrunner World Series.Il Piccolo Tibet, per il terzo anno consecutivo, si appresta dunque a ospitare un evento di livello internazionale che, oltre al classico tracciato di 34 km con 3000 metri di dislivello positivo, affianca una nuovissima 17 km. Sono già oltre quota 450 gli iscritti alle due prove, suddivisi in 300 del percorso marathon e circa 150 della K17. Fra i partecipanti sono attesi atleti di altissima caratura mondiale che si stanno disputando le World Series 2018. A livello maschile non ci satrà dominatore delle prime due edizioni, Tadei Pivk; spazio quindi allo svizzero Pascal Egli, che su queste creste fu terzo due anni fa. Con il pettorale 2 ci sarà il catalano Pere Aurell, recente vincitore della Transvulcania. Numero 3 per il giapponese Rui Ueda, il 4 andrà allo svedese Andrè Jonsson, secondo due settimane fa alla Madeira Ultra Skymarathon. Poi con il 5 l’altro catalano Pau Capell, quindi con il 6 il bulgaro Kyril Nikolov, lo statunitense Morgan Elliot con il 7, il vincitore della Yading Skyrun l’andorrano Oscar Casal Mir, quindi l’italiano più in forma del momento Gil Pintarelli col 9, e con il 10 lo neozelandese Ryan Carr.
Al femminile, attesissima l’olandese Ragna Debats, vincitrice un mese fa del Mondiale a Penyagolosa, se la dovrà vedere con la seconda classificata a Zegama, la spagnola Laura Orgué, poi la vincitrice della Yading Skyrun in Cina, la britannica Holly Page, e l’altra spagnola Sheila Aviles, quinta a Zegama. Tra le italiane ci sarà l’attesissimo ritorno di Elisa Desco, fresca mamma di Cecilia, che due anni fa seppe conquistare questa durissima gara in una giornata davvero epica sotto il profilo meteorologico.
PROGRAMMA - Già il meteo, perché quando si corre sulle creste a 3000 metri non si può prescindere da un clima che consenta ai concorrenti di evitare dei rischi. Il ‘piano B’ prevede due percorsi alternativi molto più sicuri e a quote inferiori, anche se la decisione finale verrà valutata solamente nelle ultime ore. Il percorso originale della SkyMarathon prevede la partenza degli skyrunner dal centro di Livigno in zona Cooperativa, per poi dirigersi verso il lago e iniziare a sua volta una serie di salite e traversate a fil di cresta che copriranno il Motto, la Cima Tropione, la Cima Cassana, il passo Cassana, il passo del Leverone e poi giù in Val Federia, per poi tornare a salire al Carosello 3000, cima del Madonòn e giù dai sentieri che portano di nuovo nel centro di Livigno. Il Cai di Livigno proporrà un’escursione su queste cime per la giornata di sabato, a cui è possibile aggregarsi per salire in quota in una delle più selvagge valli del territorio livignese e fare il tifo a questi eroi. Al termine della manifestazione, dal primo pomeriggio è previsto il concerto rock-pop del gruppo dei Dinamika e la cover band di Vasco Rossi dei Mega Show. In serata ci saranno le premiazioni e la festa finale al Bivio Club.