Ancora un rinvio per il record del GR 20 di D'Haene
La partenza fissata nella notte tra giovedi' e venerdi'
Per la seconda volta il meteo ha detto no. La partenza per tentare il record sul sentiero GR 20, in Corsica, di Francois D'Haene, prevista nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, poi rinviata alla notte tra mercoledì e giovedì, ora è stata riprogrammata per le 4 della mattina di venerdì 3 giugno. Francois dunque domani cercherà dunque di battere il record che fu di Kilian e che è attualmente detenuto da Guillaume Peretti in 32 ore (quasi un’ora meno di quanto fece Kilian nel 2009). Sul sito francoisdhaene.com e sulla pagina Facebook dell’atleta sarà possibile seguire il percorso live vedendo dove si trova il runner in quel momento. D’Haene avrebbe dovuto provare il record già nell’autunno scorso. Il GR 20 attraversa la Corsica da nord a sud per un totale di 177 km e 13.000 metri D+. Solitamente lo si percorre in 16 giorni…
Quattro donne e il Cervino
Il video della discesa dalla Est del Cervino di Giulia Monego e compagne
Quattro donne giù dalla parete Est del Cervino, 45° sciati per la prima volta nel 1975 da Toni Valeruz da quota 4.200 metri. È successo in questa strana primavera. A guidarle Giulia Monego che ha ammesso: «nessuna di noi era abituata a fare questo genere du cose in montagna circondata da sole donne». Con lei la francese Liv Sansoz, scalatrice, e le austriache Lorraine Huber e Melissa Presslaber, compagne di riprese nel 2010 nel film As we are. Ecco il simpatico video realizzato da White Room Production.
Le pennellate di Dominique Perret
In Home Swiss Home le immagini di uno dei pionieri del freeride
Pioniere del freeride, sciatore estremo, secondo alcuni media americani uno degli sciatori che hanno cambiato lo sport bianco. Sicuramente anche uno dei primi sci-attori, con quel suo savoir-faire un po’ hollywoodiano. E infatti Dominique Perret, classe 1962, svizzero, è stato la star di numerosi film sci ai piedi con discese mozzafiato nella powder (21 in ‘solo’) e con tanti effetti speciali. Quando ho avuto la fortuna di intervistarlo, qualche anno fa, mi aveva dato appuntamento a casa sua, sul Lago Lemano. Una specie di cubo di legno, acciaio e vetro immerso tra i vigneti a picco sul lago. Mi ha scaricato sulla terrazza ed è sparito. Ho sentito il rumore di un motore elettrico e l’intera facciata si è sollevata, trasformando il soggiorno in un’unica, grande terrazza… Anche questi sono effetti speciali e contribuiscono a spiegare il personaggio, che amava alternare una discesa nella powder con una regata in compagnia degli amici di Alinghi. Guardando le stupende immagini di Home Swiss Home, film del 2009 girato sui pendii del suo Paese, ne viene fuori un ritratto a pennellate di questo artista della powder, per tante cose un pioniere. Tra le sue imprese 120.000 metri di dislivello in 14 ore e 30 minuti, il salto di una falesia (naturalmente sci ai piedi) di oltre 30 metri, la discesa da quota 8.500 m della Nord dell’Everest… Ma ora è tempo di godersi le immagini di Home Swiss Home!
44 scarpe da trail e skyrunning ai raggi X
Sulla Buyer’s Guide Summer tutte le novità e i grandi classici
Il mondo della corsa outdoor è estremamente vasto. Fare quattro passi tranquilli sulla strada bianca dietro casa è ben diverso da sfidare il proprio amico al Giir di Mont o ancora al Kima e ancora diverso dal prendere parte all’UTMB. Ecco perché per scegliere quella giusta ne abbiamo testate ben 44. Dove? Sulla Buyer’s Guide Summer 2016, disponibile in edicola e su app iOS e Android.
DAL TRAIL ALLO SKYRUNNING - Abbiamo provato: modelli da door to trail (o city trail) che sono ideali per allenamenti su terreni poco tecnici, strade bianche e anche parchi cittadini e brevi distanze; da trail, vale a dire per corse più impegnative e lunghe, su terreno moderatamente tecnico; da ultra-trail, cioè per gare lunghe su terreno moderatamente tecnico e da skyrace, gare fino alla media distanza su terreni tecnici. C’è poi anche il vertical, per esprimersi al meglio in sola salita. Un modello da vertical deve avere leggerezza e una buona trazione. Protezione e cushioning passano in secondo piano. Per le skyrace grip e trazione, ma anche una discreta protezione e cushioning sono importanti; più si sale con la lunghezza, più l’ammortizzazione è fondamentale, ma anche la protezione. Quando si è stanchi si corre peggio, i riflessi sono più lenti e si è meno attenti, è importante che anche qualche appoggio di tallone sia supportato e che urti accidentali non comportino danni al piede.
MODELLI A CONFRONTO - Grandi classici come le Salomon S-Lab Sense 5 Ultra ma anche le Speedcross e novità, come le La Sportiva Akasha, per le lunghe distanze, le Hoka One One Speedgoat o le New Balance Vazee Summit, oppure ancora le Dynafit Vertical Pro, le Mizuno Wave Mujin e Kazan, le Scott Kinabalu Enduro e RC, le Scarpa Atom, Neutron e Proton, le Mammut MTR 201 II Max Low, le Salomon S-Lab Speed, S-Lab Wings SG, Wings Pro 2 e Sense Pro 2.
TESTATORI - Otto runner hanno messo ai piedi le scarpe provate: Daniel Antonioli, Filippo Bianchi, Katia Fori, Nicola Giovanelli, Paolo Larger, Christian Modena, Silvia Rampazzo e Marco Zanchi.
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Dal mare all'Etna
Il video dell’exploit di Benedikt Boehm e compagni
Dal mare ala vetta dell’Etna: 3.400 metri di dislivello, 42,5 km in 4h46’. È il nuovo exploit che ha inventato Benedikt Böhm, manager Dynafit non nuovo a questo tipo di imprese. Con lui all'inizio di aprile Schorsch Nickaes e Patrick Jost. Partenza dalla spiaggia e arrivo in vetta: di corsa e con gli sci, sulla sabbia, sull’asfalto, sulla neve e sulla lava. Con i cinque dei compagni e dei vigili dei paesi attraversati. Ora l’exploit è diventato anche un simpatico video di quasi due minuti, tutto da gustare.
Tante proposte per chi vuole camminare
Sulla Buyer's Guide Summer 2016 provate 42 scarpe da hiking e trekking
C’è modo e modo di camminare. Si può andare per colline, su strade bianche e sentieri, ma anche dritti su per un prato, magari affrontare qualche ferrata lungo il percorso. Una famiglia particolarmente ampia quella delle scarpe walking provate sulla Buyer’s Guide Summer 2016 di Skialper, disponibile in edicola e su app iOS e Android. Sono 42 i modelli messi ai piedi dai nostri testatori.
PROVATE DALLE GUIDE - A provare le scarpe walking sono state le Guide Alpine. Ci siamo affidati a due ‘famiglie’, quella della Casa delle Guide di Introbio, capitanata da Fabio Lenti e con Manuele Panzeri, e quella di Orizzonti Verticali, con Fabrizio Pina e Giambattista ‘Tita’ Gianola. Poi, per dare un po’ di pepe in più, è arrivato anche Fabio Meraldi.
HIKING - La prima famiglia di scarpe che abbiamo provato è quella dei modelli da hiking, vale a dire escursionismo su terreni non tecnici e in climi non necessariamente alpini. Una categoria che rappresenta anche una grossa fetta di mercato e che prevede due stili: quello più spinto, in stile speed, e quello tradizionale. Anche se si tratta comunque di modelli leggeri e traspiranti. I grandi classici ci sono tutti, da Salomon X-Ultra a La Sportiva Core e Primer, dalla sempre più ampia linea di Hoka ad Adidas Terrex Fast, passando per la grintosa Meindl Exaroc e le altrettanto grintose Salewa Lite Train e Ultra Train. Il livello riscontrato è molto alto indicando questo tipo di calzature come centrali nella scelta per chi vuole camminare e, in alcuni casi, valide anche per trekking non troppo impegnativi.
TREKKING E BACKPACKING - Il gioco si fa sempre più difficile… quota, ferrate, terreni rocciosi, magari qualche passaggio su neve. E, perché no, il backpagking, ovvero trekking di più giorni con pesanti zaini sulle spalle… Anche in questo caso categoria molto vasta, con la grande tradizione di calzata, seppur con impostazioni differenti, di Meindl e Scarpa, ma anche Garmont, le proposte di marchi sempre più affermati come Kayland e Aku, oustider interessanti come Fitwell, la grande novità 2016 Montura, che al primo tentativo nel non facile mondo del footwear ha azzeccato calzata e scelte particolarmente innovative su materiali e allacciature. Ci sono modelli ramponabili semiautomatici, più soft o hard…
APPROACH - Quella della scarpe da avvicinamento tecnico è una categoria sempre più vivace con grandi classici che hanno impostato gli standard del segmento, come Scarpa Gecko, ma anche la grande novità La Sportiva, con ben tre modelli marchiati TX e molto interessanti, oppure forme più larghe e comodo come quelle di Salewa e Montura o ancora impostazioni futuristiche targate Arc’teryx.
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Nove scarpe da 4000 ai raggi x
Sulla Buyer's Guide Summer il test dei modelli da alpinismo
Si avvicina la stagione classica dei 4.000 alpini, ma quale scarpa usare per Monte Bianco o Cervino? Sulla Buyer’s Guide Summer 2016, disponibile in edicola e su app OS e Android, abbiamo provato nove modelli per aspiranti alpinisti e affermati escursionisti d’alta quota.
IL TEST - Le prove sono state coordinate da Guido Valota e le scarpe le ha messe ai piedi Rossano Libera, Guida Alpina della Val Chiavenna particolarmente forte su ghiaccio e misto, con tante nuove vie e ripetizioni all’attivo e prime solitarie invernali come la Cassin al Badile. Ad aiutarlo Simone Porta, Aspirante Guida Alpina con un lungo elenco di vie salite, dal Pilone Centrale del Freney alla Nord dell’Eiger.
LE SCARPE - Nove modelli, dalle tecnologiche Arc’teryx Acrux AR, La Sportiva Batura 2.0 e Scarpa Phantom Tech a La Sportiva Nepal Cube GTX, La Sportiva Trango Cube GTX, La Sportiva Trango Guido EVO GTX, Salewa Raven 2 GTX, Scarpa Mont Blanc Pro GTX, Scarpa Rebel Ultra GTX.
GLI AWARD - Abbiamo assegnato due award, uno al modello che ci è sembrato più polivalente e uno a quello più tecnico. Come per tutte le scarpe da outdoor, però, conviene leggere bene le valutazioni perché ogni modello ha le sue particolarità ed è più o meno adatto a un utilizzatore piuttosto che a un altro.
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Cardio GPS, guida alla scelta
Sulla Buyer's Guide Summer la nostra prova dei prodotti top sul mercato
A due anni di distanza, torniamo ad analizzare sulla Buyer's Guide Summer, disponibile in edicola e su app, i cardio GPS, in particolare quello che a nostro avviso rappresenta il meglio della strumentazione da polso per atleti e appassionati di outdoor. Un test scrupoloso sul campo curato dal dottor Massimo Massarini di Vitalia Salute.
DEVICE E WEB - La scelta si è focalizzata sui modelli di punta delle due aziende che ad oggi offrono i prodotti più completi e performanti: Garmin e Suunto. Entrambe i marchi hanno migliorato ed allargato la propria gamma e pur restando fedeli alla loro impostazioni di base e al loro website e app. La valutazione delle due aziende non si limita quindi ai soli prodotti ma si estende ad internet dove la lotta è aperta per la costruzione di community sempre più numerose ed attive. Lo scontro, o meglio, la gara, si gioca quindi nel mondo virtuale dove Garmin e Suunto cercano di attrarre e fidelizzare i propri utilizzatori sulle piattaforme Movescount di Suunto, usata anche da Kilian, e Garmin Connect.
A CONFRONTO - Abbiamo ‘messo alla frusta' Garmin Fenix 3 HR, Garmin Epix, Garmin Forerunner 920 XT, Suunto Traverse e Suunto Ambit 3 Vertical scoprendo che… beh non possiamo dirvi proprio tutto, per questo c'è la Buyer's Guide in edicola!
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Stelvio free-ski area
Su Skialper di aprile-maggio tutti gli itinerari da fare a giugno
Si avvicina l’apertura della stagione dello sci estivo al Passo dello Stelvio, sempre più un bacino anche per lo skialp fuori stagione, prima dell’apertura degli impianti ma anche dopo che sono entrati in funzione. Su Skialper di aprile-maggio, in edicola e su app iOS e Android, tutte le ‘dritte’ di un grande dello skialp come Chicco Pedrini, vincitore del il primo Mezzalama moderno nel 1997 con Fabio Meraldi e Omar Oprandi, per una gita sulle nevi perenni.
VALLE DEI VITELLI - Appena viene aperto l’accesso al passo, di solito prima sul versante valtellinese, si sfruttano le partenze basse. A soli 2.150 metri, alla seconda casa cantoniera, da un tornante a sud si imbocca la Valle dei Vitelli. Anche quando la prima breve parte visibile resta senza neve, spesso è possibile calzare definitivamente gli sci per tutto giugno dopo soli 20 minuti di cammino e il ponticello in legno. Un itinerario classico fino al Passo di Sasso Rotondo (3.330 m) a picco sulla Val Zebrù. In anni climaticamente normali si possono calzare gli sci da 2.300 metri circa per tutto il mese di giugno.
CIMA TUCKETT - La Cima Tuckett prende il nome dell’alpinista inglese F. F. Tuckett, uno dei primi esploratori delle montagne della zona, e la sua prima discesa con gli sci venne onorata il 7 luglio 1971 nientemeno che da Heini Holzer, il celebre sciatore estremo, spazzacamino e guida alpina di Tubre in Val Venosta. Si parte a monte della funivia del Passo dello Stelvio, in direzione sud-est e si può scendere per l’itinerario di salita. Oppure con le pelli si può andare in direzione della Punta degli Spiriti oppure ancora al Cristallo dove c’è anche una discesa con esposizione nord-est al sole fin dall’alba: attenzione alla cottura della neve, dato il periodo. Pendenza massima 40° nella parte bassa, non esposto a salti ma con crepaccia molto aperta in estate (e sempre molto profonda). Scendendo a sinistra, dopo la vetta, la pendenza è invece maggiore da subito e può superare i 45° a centro parete. Sono tutte vette sopra i 3.400 metri e se c’è neve fino al passo si arriva a quota 2.700.
DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di aprile-maggio è disponibile nelle migliori edicole e su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
A questo link la presentazione del numero
Diari cinesi
Su Skialper 105 il racconto dei Diari del Brac, valanga inclusa
Quarto appuntamento de I Diari del Brac. Cina, 2016. E secondo appuntamento su Skialper, dopo l’Iran, pubblicato in ottobre, ecco il Paese delle lanterne sci ai piedi, con le meravigliose foto di Damiano Levati, sul numero di aprile-maggio, disponibile su app iOS e Android e in edicola.
FREDDO - «È il sette gennaio scorso. L’aria profuma di ghiaccio. Stempera e fa spazio al sole, quello delle dieci del mattino. Il primo sole che fa sorridere. Siamo all’aeroporto di Pechino e il termometro segna meno dieci gradi. Il cielo è terso. Ha quel colore azzurro da non crederci. Fa freddo. Uno di quei freddi che, appena li percepisci, non se ne vanno più, rimanendo stabili nelle ossa. E siamo solo in città. Ci chiediamo dove potranno arrivare le temperature una volta in vetta. Ma non sembra una grande preoccupazione per nessuno dei componenti del team, per ora. La voglia di scoprire le sue montagne e ciò che riserva questa terra supera di gran lunga qualunque altra preoccupazione. Qualcuno va anche oltre il concetto del freddo e arriva dritto al punto: la neve».
SEI RACCONTI - Sei storie, sei brevi diari di un’avventura che più che sciistica è anche e soprattutto umana, alla scoperta di genti e costumi. Con il Monte Paektu, al confine con la Corea del Nord, come meta.
Una montagna di origine vulcanica che vanta una vista magnifica grazie al ghiacciato lago Paradiso, sito al suo interno a 2.190 metri di altitudine. Ed è qui che si concentrano più di tutti i racconti dei nostri ragazzi, terreno fertile e da impressioni visive mozzafiato per gli amanti del freeride.
VALANGA - Durante le riprese del film dei Diari del Brac, proprio il Brac, al secolo Massimo Braconi, rimane sotto una valanga. Un’esperienza raccontata dallo stesso Brac con queste parole: «L’esperienza della valanga vissuta mi ha segnato come uomo e come professionista. Mi sono reso conto che viaggiare con umiltà e preparazione sono le due regole fondamentali per apprezzare l’esperienza di questi viaggi. Io vorrei raccontare le mie emozioni, ma mi rendo conto della difficoltà nel farlo. Le sensazioni che ho provato e i pensieri che mi hanno attraversato sono così intimi e profondi, che mi dilungherei senza trovare un fine e una chiara spiegazione concisa. Ma oggi, con raziocinio e determinazione posso affermare che la cosa più importante sia stata per me avere avuto accanto compagni importanti. Non solo per il valore umano che attribuisco al mio team, ma anche e soprattutto alla loro egregia preparazione. L’elogio va a loro, loro tutti. Allenatevi ad usare la vostra attrezzatura da autosoccorso sia per voi ma sopratutto per poter salvare i vostri compagni e spingete i vostri compagni a fare altrettanto, perché oggi, a 53 anni posso affermare e testimoniare che tutto può cambiare in un secondo».
DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di aprile-maggio è disponibile nelle migliori edicole e su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!
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In arrivo la Buyer's Guide Summer 2016
Provate quasi 200 scarpe da trail, trekking, alpinismo, zaini e bastoni
Centonovantadue pagine per 188 articoli sportivi provati tra scarpe da trail, skyrunning, hiking, trekking, approach e alpinismo, zaini, bastoni e GPS. Sono questi i numeri della prima edizione della Buyer’s Guide Summer, disponibile nelle prossime ore in versione app per dispositivi mobile Android e iOS al costo di 6,99 euro e in edicola a partire dai prossimi giorni al prezzo di 7,50 euro. Un vadamecum indispensabile per gli entusiasti dell’outdoor in versione estiva. Un numero speciale di Skialper che non nasce dal nulla ma da due esperienze ben precise, quella di Outdoor Running, che riuniva test delle scarpe da running e annuario delle gare di corsa in natura, e quello della Buyer’s Guide Winter, con i test di sci e scarponi da skialp. Una scelta coraggiosa, come ha scritto il direttore editoriale di Skialper Davide Marta nell’edito, quella di abbandonare una formula che funzionava, ma ancora più ambiziosa, per proporre al lettore uno strumento utile alla scelta della scarpa estiva, ma anche dello zaino e del bastoncino. Uno strumento che non esisteva.
COVER - Per un giorno è tornato a mettere le scarpe da skyrunner. Stiamo parlando del mitico Fabio Meraldi che è stato fotografato da Federico Ravassard tra le rocce delle Grignetta mentre corre (per la verità ancora in ottima forma) in salita.
METODOLOGIA - Scarpe, zaini e bastoni sono stati provati da 16 tra runner top e Guide Alpine in tre diverse location. Siamo partiti dalle Cinque Terre per le scarpe della categoria running, che comprende trail, ultra trail, sky running e vertical per poi spostarci in Val dei Forni, Alta Valtellina, per provare i modelli da alpinismo e infine ai Piani Resinelli, sopra Lecco, per i test hiking, trekking e approach. Per ogni modello di scarpe vengono forniti i tre dati più significativi (prezzo, peso e drop per il running, la fodera utilizzata invece del drop per le altre scarpe) e il testo principale indica a chi è consigliato, quali sono state le prime sensazioni a secco e i pro e contro rilevati sul campo. Tre indicatori grafici sono utili per capire le predisposizioni di utilizzo, il rendimento sui diversi terreni e le caratteristiche della scarpa ai raggi x, dal comfort all’ammortizzamento (o cushioning), dal sostegno alla trazione. Inoltre le approfondite introduzioni di categoria sono un aiuto ulteriore alla scelta del modello migliore in funzione delle proprie esigenze.
RUNNING - 44 modelli dalla scarpa leggera e destrutturata ideale per il vertical, passando per quelle ‘cattive’ da sky race a quelle per il trail medio e le ultra, senza dimenticare articoli più indicati per allenamento o door to trail. Il meglio per chi ama correre nella natura passato ai raggi X. Ci sono le attesissime new entries come la La Sportiva Akasha per le ultra, la New Balance Vazee Summit o la Dynafit Vertical Pro per vertical e sky race, la Salomon Wings Pro 2, S-Lab Wings SG, S-Lab Speed e Speedcross Pro o la nuova Scott Kinabalu Rc ed Enduro, le Scarpa Atom, Neutron e Proton. Tante sorprese anche per chi ama il cushioning con le Hoka One One Speedgoat ma anche le Mammut MTR 201-II Max Low e le New Balance Fresh Foam Hierro. Senza dimenticare, naturalmente, i grandi classici, seppur rinnovati, come S-Lab Sense 5 Ultra, Leadville, Wave Mujin e Kazan, Cascadia, Speedcross…
WALKING - La seconda sezione della Buyer’s Guide Summer 2016 si chiama proprio così e coinvolge i mondi hiking (e speed hiking - vale a dire camminate, lente o veloci, in ambienti non necessariamente alpini e poco tecnici), trekking, backpacking (trekking alpino di più giorni) e approach (avvicinamento alla parete). Con qualche concessione a trekking evoluto con passaggi alpinistici o su ferrate (e scarpe ramponabili con semiautomatici). Quarantadue modelli ai raggi X. Anche in questo caso ci sono novità come le quattro scarpe Montura, dall’approach al trekking evoluto, al primo anno nel footwear, le TX 1, 2, 3 da approach di La Sportiva, i tanti modelli di Scarpa, dal Marmolada Trek allo Zodiac Tech, diverse proposte con il Gore-Tex più traspirante, nella costruzione Surround, compresa la Salewa Alp Flow. Di Salewa abbiamo provato anche le nuove Lite Train e Lite Ultra, scarpe per il ‘mountain training’ molto innovative.
MOUNTAIN - Nella sezione mountain, 9 modelli per salire un quattromila, dagli iper-tecnologici La Sportiva Batura 2.0, Arc’teryx Acrux AR e Scarpa Phantom Tech, al versatile Scarpa Mont Blanc Pro GTX e tecnico La Sportiva Nepal Cube GTX. C’è la scarpa per il grande classico su neve e ghiaccio come il Monte Bianco e quella più adatta alla roccia del Cervino…
ZAINI E BASTONI - E non solo… zaini vest e cinture per il trail, ma anche i modelli più capienti per le gare nel deserto o avventure di fastpacking nella natura, quelli per l’escursione di un giorno e quelli per il trekking di più giorni. Ci sono anche delle proposte specifiche da donna… I pro, i contro, le indicazioni di utilizzo per partire sempre con tutto quello che serve e niente di più. In totale abbiamo messo sulle spalle 66 modelli, mentre i 23 bastoni sono utilizzabili sia per vertical o trail che per trekking. Naturalmente anche in questo caso vi consigliamo l’utilizzo più appropriato.
AWARD - Abbiamo assegnato 20 riconoscimenti alla migliore scarpa per ogni segmento e tre ai prodotti che abbiamo ritenuto più innovativi.
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Piu' selvaggio di cosi'…
Su Skialper 105 un ampio reportage sul Selvaggio Blu, in Sardegna
«Il ricordo più forte che conservo del Selvaggio Blu è quello della fine della terza, infinita, tappa da Cala Goloritzè a Cala Biriola. Gambe e testa erano svuotate da quelle che ormai erano già dodici ore di camminata perché, volendo completare il percorso in cinque giornate anziché le sette previste, avevamo accorpato le due tappe più impegnative in una sola, partendo alle 6 del mattino e sperando di essere più veloci del sole, per evitare di dover bivaccare a metà strada a causa del buio. L’aria era carica dell’odore metallico della pioggia appena cessata, mischiato agli aromi della macchia mediterranea nella quale ci si doveva letteralmente aprire la strada, poiché il sentiero, di fatto, non è un sentiero. Sarebbe più corretto dire che il Selvaggio Blu sono una serie di tracce, collegate fra loro da elusive indicazioni: bollini stinti su una roccia, sassi incastrati nelle frasche di un ginepro o, nei casi più estremi, dei fusti piantati nei buchi naturali del calcare». Se siete tra i tanti che hanno in programma, o hanno anche solo pensato, una volta nella vita, di fare il Selvaggio Blu, il trekking a tappe sulla costa orientale della Sardegna, dovete assolutamente leggere l’articolo di Federico Ravassard su Skialper 105 di aprile-maggio.
BY FAIR MEANS - Oramai ci sono diverse organizzazioni che permettono di fare il ‘selvaggio’ percorso con un minimo di comodità, con campi tendati e scorte alimentari consegnate ogni notte dai gommoni sulle diverse calette e quindi zaini poco pesanti sulle spalle. Invece Federico, accompagnato da altri tre compagni, ha deciso di seguire il percorso senza ricorrere a supporti esterni e nell’articolo di Skialper racconta il ‘suo’ Selvaggio Blu e come sia possibile, anche se faticoso, farlo by fair means…
IL SENSO DEL SELVAGGIO BLU - «Ad un certo punto ho alzato lo sguardo e l’ho visto, davanti a me. Un arcobaleno era comparso all’improvviso, incastrato tra il Mediterraneo e le nuvole plumbee, e ho capito il senso delle giornate trascorse a graffiarsi in mezzo ai cespugli e a cuocersi cervello e piedi, dopo aver preso un traghetto per andare a camminare dall’altra parte del mare. In quel momento, alle sei e mezza di sera, in piedi su dei tronchi di ginepro in mezzo a una parete, non avrei voluto essere in nessun altro posto. Ero esattamente dove dovevo essere, nel Selvaggio Blu».
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