Davide Magnini re del Crepa Neigra

Davide Magnini e Victoria Kreuzer a segno nel vertical del Dolomyths Run. Sul traguardo di Crepa Neigra, il portacolori del Team Salomon ha chiuso in 32’35”, davanti alla coppia del Team La Sportiva, Nadir Maguet (33’07”) e lo sloveno Nejc Kuhar (34’08”), quarto Hannes Perkmann, quinto l’altro sloveno Luka Kovačič, quindi Manuel Da Col, il francese Camille Caparros, lo svedese Petter Engdahl, Simone Eydallin e lo svizzero Martin Anthamatten a completare la top ten.

Davide Magnini ©Pegasomedia/Mattia Rizzi, Raffaele Merler e Alice Russolo

Doppietta Salomon con il successo rosa di Victoria Kreuzer: la svizzera ha concluso in 38’46”, sulla svedese Lina El Kott Helander (39’59”) e la spagnola Laura Orgué (40’23”); nelle prime dieci la svedese Susanna Saapunki, la statunitense Hillary Gerardi, la svizzera Elise Chabbey, l’altra svedese Sanna El Kott Helander, la francese Mallaurie Mattana, Stephanie Jimenez e Paola Gelpi.

Il podio femminile ©Pegasomedia/Mattia Rizzi, Raffaele Merler e Alice Russolo

Domenica si assegnano gli scudetti della corsa in montagna

Domenica atto finale del campionato italiano di corsa in montagna alla Tavagnasco-Santa Maria Maddalena ai Piani, giunta alla 67esima edizione, la più longeva della specialità in Italia e in Europa.
Come nel 2006 (altra edizione tricolore) saranno i migliori atleti italiani della corsa in montagna a misurarsi sui sentieri di Tavagnasco, per una gara di 10,4 km con 1050 metri di dislivello positivi.
Le motivazioni non mancheranno di certo. Dopo la prova di Saluzzo, nella versione salita/discesa, sarà questa gara nel format sola salita a stabilire chi sarà il campione italiano di corsa in montagna 2018. Inoltre questa gara sarà indicativa per la selezione della squadra Nazionale che parteciperà in settembre al Mondiale nel Principato di Andorra, gara che propone un tracciato di sola salita.
Ed è proprio dal campionato europeo che arrivano i favoriti per il podio finale maschile di Tavagnasco. Bernard Dematteis, Cesare Maestri e Martin Dematteis, oro, argento e bronzo a Skopje in Macedonia e protagonisti della gara tricolore di Saluzzo nello stesso ordine. In entrambi i casi si trattava di gare salita/discesa, nella gara di domenica di sola salita i valori potrebbero cambiare, magari anche a favore di chi si è piazzato dietro di loro a Saluzzo, come Francesco Puppi il campione del mondo lunghe distanze di Premana 2017, o Alessandro Rambaldini, che di Mondiali lunghe distanze ne ha vinti ben due, il secondo poche settimane fa in Polonia a Karpacz.
Passando alla gara femminile, la vincitrice di Saluzzo, l’ex campionessa del mondo Alice Gaggi, sarà braccata da Emma Quaglia, la ligure già azzurra di maratona che ha proprio nelle gare di sola salita il suo punto di forza, da Gloria Giudici e da un trio di fuoriclasse della corsa in montagna come Elisa Desco, Samantha Galassi e Valentina Belotti.
Appuntamento per tutti domenica 22 luglio a partire dalle 8,50 nella piazza del Municipio di Tavagnasco.


New Balance Summit KOM, arriva la regina della montagna

Con una nomination nella categoria trail della nostra Outdoor Guide, New Balance Summit KOM (acronimo che sta per King of the Mountain) si è guadagnata il podio di categoria. E per questo abbiamo voluto metterla ai piedi di Christian Modena per un test di lunga durata. Christian, uno degli atleti più forti del panorama trail italiano, ha messo ai piedi sia la versione normale che quella in Gore-Tex per diversi allenamenti durante l’ultimo mese, soprattutto sui sentieri trentini di casa, quelli della Stivo On The Rock, la gara che contribuisce a organizzare. Una montagna, il Monte Stivo, di cui conosce ogni angolo e, naturalmente, sa come le scarpe reagiscono nei diversi passaggi, quindi un test severo. Non contento, ha fatto provare le Summit KOM anche agli amici con i quali solitamente si allena, tutti runner forti ma, naturalmente, non al suo livello in gara.

GRIP ON THE TOP - La prima risposta, che era già stata data dai test della Outdoor Guide, è che il grip della mescola Megagrip è di altissimo livello, in tutte le condizioni, dall’asciutto al bagnato, sia su roccia che fango. «Anzi, nel fango, grazie a disegno della suola e tassellatura, il comportamento è migliore anche della Hierro v2 che l’anno scorso era il modello di riferimento per distanze medio-lunghe» esordisce Christian. Summit KOM si è dimostrata sempre sicura e controllabile, sia per atleti top come Christian che per la pancia del gruppo. La suola è grippante e precisa e i test sul bagnato sono stati fatti su una discesa a ciottoli molto insidiosa e viscida.

©Alice Russolo

RETROTRENO CORAZZATO - Si è ipotizzato che Summit KOM andasse a sostituire un modello storico come la Leadville, scarpa con vocazione da cento miglia che ha portato al traguardo migliaia di trail runner. In realtà l’impostazione è leggermente diversa rispetto al modello ora fuori produzione, con un telaio più sostenitivo, soprattutto alla conchiglia. Per questo Summit KOM potrebbe anche essere una scarpa per un utilizzo più ampio, volendo per qualche camminata a ritmo più lento, questo senza nulla togliere alle doti da corsa: è un di più, non un ripiego! La sensazione di comfort è subito valida. Bisogna però segnalare che l’intersuola in RevLite, la tecnologia New Balance per un rebound più energico e durevole nel tempo, trasmette sensazioni ancora migliori dopo qualche corta uscita, come un pneumatico che richiede un velocissimo rodaggio. Un pegno da pagare (e che dura molto poco) per avere poi una calzatura morbida il giusto, molto confortevole e sostenitiva allo stesso tempo. Il mix perfetto per un utilizzatore di medio livello e, a nostro parere, distanze fino agli 80 chilometri. «È una scarpa molto valida per l’utilizzatore medio, ma da leggere anche come complementare per atleti top e distanze oltre la maratona» dice Christian.

LINGUETTA MAXI - Un aspetto che conferma Summit KOM come ottima scelta per atleti di medio livello è la linguetta molto spessa che, nei nostri test precedenti, alcuni atleti top avevano reputato un po’ troppo oversize nello spessore e a rischio di trattenere l’umidità. Invece a unanime parere degli altri runner la linguetta è stata giudicata comodissima per potere stringere i lacci senza alcuna pressione fastidiosa sul collo del piede.

ROBUSTA E RESISTENTE - In generale a risaltare è la sensazione di robustezza e resistenza, garanzia di protezione in gara o allenamento ma anche di lunga durata. «Abbiamo messo le due paia a disposizione alla frusta, con allenamenti intensivi su terreni anche abrasivi, ma tomaia e suola sono ancora in ottimo stato» dice Christian.

IN CORSA - In azione la Summit KOM si dimostra una valida macina chilometri con un drop da 8 millimetri che aiuta sulle lunghe distanze senza essere mai invasivo e una rullata piacevole. La larghezza all’avampiede non è eccessiva ed è questo che ce la fa preferire per distanze lunghe ma non lunghissime dove il toe box largo aiuta. Ma questo non vuol dire che non possa andare oltre e poi, diciamocelo, su una cento miglia la maggior parte degli atleti usa due scarpe.

GORE-TEX - Tutte le considerazioni fatte valgono anche per la versione in Gore-Tex, che naturalmente pesa un po’ di più, peso che però non si percepisce tanto. La principale differenza è invece una maggiore rigidità di tutta la struttura. Potrebbe essere una scelta indicata soprattutto per la stagione invernale più che per qualche acquazzone. Per essere sempre… King of the mountain.

 

Drop: 8 mm

Peso: 310 gr

Suola: Vibram Megagrip,

chiodi da 4 mm

Prezzo: 120 euro

(140 euro Gore-Tex)

a sinistra la versione in Gore-Tex ©Alice Russolo

 


Il Trofeo Kima si presenta: 300 atleti al via, anche Kilian Jornet ed Emelie Forsberg

Presentazione in Regione Lombardia a Milano per il Trofeo Kima. Il comitato organizzatore ha alzato il sipario sulla 23ª edizione della kermesse disegnata sul Sentiero Roma. Al via 300 atleti appositamente selezionati su 1200 richieste. Nuovamente tappa di Migu Run Skyrunner World Series, il Kima è stato inserito dalla federazione tra le prove Extreme-Ultra, ovvero tra quelle più tecniche, dure e spettacolari. Salomon sarà ancora main sponsor dell’evento e, per l’occasione, schiererà ai nastri di partenza i propri migliori atleti. Tra loro sono confermati anche la svedese Emelie Forsberg e il catalano Kilian Jornet.
L’ultimo week-end di agosto la Valmasino aprirà le porte al popolo dell’outdoor running con una due giorni tutta da correre.

La presentazione in Regione ©Ufficio stampa Trofeo Kima

Sabato 25, ad alzare il sipario saranno Kima Trail Running e MiniKima. Alla vigilia della delle sky, riservata al gotha mondiale della specialità, a farla da padrone sarà quindi il trailrunning con due tracciati da 14 e 6 km che porteranno i concorrenti a correre al cospetto di quelle frastagliate vette granitiche che hanno scritto la storia dell’alpinismo. Iscrizioni ancora aperte, chi volesse accaparrarsi un pettorale dovrà inviare una mail a info@trofeokima.org.
Domenica, sold out annunciato da tempo per la Grande Corsa sul Sentiero Roma. Ai nastri di partenza sono attesi 300 atleti provenienti da 43 differenti nazioni che se la dovranno vedere con il tracciato più duro del palcoscenico mondiale: 52 Km di sviluppo, 8.400 metri di dislivello totale e sette passi tutti sopra i 2500 metri (quota massima passo Cameraccio a 2.950). Bocchetta Roma, Cameraccio, Camerozzo, Barbacan.
Ma perché il Kima è gara mitica? Basta sfogliare l’albo d’oro nel quale spiccano Fabio Meraldi, Mario Poletti, Cheto Biavaschi, Mauro Gatta, Paolo Gotti, Bhim Gurung e Kilian Jornet solo per citare alcuni dei grandi campioni che qui hanno contribuito a rendere celebre il loro nome. Al femminile Morena Paieri, Gloriana Pellissier, Corinne Favre, Emanuela Brizio, Nuria Picas e Kesie Enman la dicono lunga su quanto questa competizione sia prestigiosa.

Emelie Forsberg ©Ufficio stampa Trofeo Kima

Nata da un sogno della guida Alpina Pierangelo Marchetti e concretizzata da sua sorella Ilde con il supporto di un gruppo di validi amici nella primavera del 1995, il Kima è da sempre considerato il top dello skyrunning. Prima della modifica apportata al percorso, il giro originale misurava sui 50 km ed aveva un dislivello positivo di 3800 m (record Mauro Gatta 5h49’10” e Gloriana Pellissier 7h48’27”). Dopo gli ultimi ritocchi che l’hanno reso ancora più lungo e impegnativo (52 km con 4200m up), i tempi da battere sono quelli dello nepalese Bhim Gurung 6h10’44” e Nuria Picas 7h36’21”.


DoloMyths Run, venerdì secondo atto con il vertical

DoloMyths Run atto secondo. Dopo il successo della sfida Ultra di sabato scors il nuovo evento griffato Salomon torna venerdì 20 luglio con la gara Vertical, competizione di sola ascesa che prevede la partenza da località Ciasates ad Alba di Canazei (1.465 metri) e l'arrivo in località Spiz sulla Crepa Neigra (2.465 metri).
L’obiettivo per gli oltre 250 partecipanti, o meglio per i big in gara, è quello di infrangere i record che appartengono all’altoatesino Philip Götsch, con il tempo di 31’34” stabilito nel 2016, e alla francese Axelle Mollaret, che lo scorso anno fermò il cronometro a 37’39”. In campo maschile ci proveranno Davide Magnini, Micha Steiner, Petter Engdahl, Stefan Knopf e Martin Anthamatten del Team Salomon, quindi Nejc Kuhar, Hannes Perkmann, Nadir Maguet, Michele Boscacci e il giovanissimo Matteo Sostizzo del Team La Sportiva. Ed ancora lo sloveno Luka Kovacic, lo svizzero Pascal Egli, i tedeschi Andreas Schindler e Marc Durr, gli spagnoli Yonet Gonzales Ramos, lo slovacco Miroslav Hrasko e l’andorrano Ferran Teixido, l’altoatesino Alex Oberbacher.
In campo femminile è assente la detentrice del primato, ma non mancano i motivi di interesse per la presenza delle due francesi Christel Dewalle e Jessica Pardin, delle svizzere Elisa Chabbey e Vicotira Kreuzer, delle due gemelle svedesi Sanna e Lina El Kott Helander, ed ancora la ceca Zuzana Krchova, le due statunitensi Megan Mackenzie ed Hillary Gerardi, la norvegese Therese Sjursen, la finlandese Susanna Saapunki, le spagnole Claudia Sabata Font, Maite Maiora e Laura Orguè, quindi le azzurre Stephanie Jimenez, Francesca Rossi, Veronica Bello, Elena Nicolini, Giorgia Felicetti e Paola Gelpi.
Prosegue dunque a pieni regimi la dieci giorni internazionale del nuovo DoloMyths Run, che in questi giorni propone serate di approfondimento su alimentazione e tecnica e test di materiali organizzati dal partner Salomon. Il programma del Vertical prevede la presentazione della sfida in piazza Marconi a Canazei a partire dalle 20.45 di giovedì 19 luglio, alla quale interverrà anche la campionessa di sci Chiara Costazza. Venerdì mattina dalle 7.45 alle 8.45 avrà luogo la distribuzione dei pettorali in località Ciasates e alle 9 prenderà il via il primo gruppo. Ogni quattro minuti circa si lanceranno verso la conquista di Crepa Neigra drappelli di 20 concorrenti, fino alle 10.30, quando toccherà ai top runner. Alle 12.30 sarà tempo di pasta party al padiglione montato nei pressi del centro acquatico Dòlaondes, quindi alle 15 spazio alle premiazioni.
L’evento proseguirà sabato con la Mini Skyrace in piazza Marconi alle 10.30, la presentazione della Skyrace alle 21, per poi passare all’appuntamento più atteso, che alzerà il proprio sipario alle 8.30 di domenica mattina, ovvero la Skyrace (ventunesima edizione) con partenza e arrivo a Canazei e con la novità della diretta streaming sulla pagina Facebook della manifestazione.


Tutto pronto per la VUT

Ci siamo, mancano ormai pochi giorni alla partenza della Valmalenco Ultra Distance Trail, che partirà venerdì alle 23 da Chiesa in Valmalenco e Lanzada. Forte dei consensi raccolti nella prima edizione l’ultra trail disegnato sull’Alta Via della Valmalenco vedrà ai nastri di partenza 350 concorrenti (155 sulla prova lunga, 65 staffette).

LE GARE - Format vincente non si cambia. Prevista quindi una prova individuale da 90 km (6.000 m D+) e una formula staffetta a tre elementi (33 km – 39 km – 18 km) sul medesimo percorso. Nell’ottica di valorizzare l’Alta Via della Valmalenco e i suoi rifugi, il tracciato andrà a toccare ben 15 strutture ricettive in alta quota con quattro scollinamenti oltre quota 2.600 m. Il tutto attraverso ripide bocchette, veloci single track e  passaggi mozzafiato al limite dei ghiacciai nel gruppo del Bernina. Una gara tecnica la VUT, e infatti anche l’ITRA (International Trail Running Association) ha valutato l’itinerario con ben 5 punti. La gara sarà inoltre qualificante per l’UTMB.

I TOP - Sfogliando la lista partenti spiccano però alcuni nomi sui quali è impossibile non puntare: il piemontese del Team Salomon Giulio Ornati e la bresciana della scuderia The North Face Graziana Pè. Al via anche l’alpinista lecchese Mario Panzeri che, messi in bacheca i 14 ottomila, è stato contagiato dalla passione per il trail.

SERATA CON DEGA - Non solo gare, ma una serie di eventi per tutti. Si parte giovedì sera con un ospite d’eccezione come lo skyrunner Marco De Gasperi che presenterà il video del suo ultimo record di salita e discesa dal Monte Rosa in 4h20’33”.


Le emozioni del DoloMyths Run Ultra

Una giornata da incorniciare quella che ha celebrato il primo atto del nuovo evento DoloMyths Run nella versione Ultra. Dai protagonisti di giornata che hanno avuto pure il tempo di apprezzare la straordinarietà di questo percorso, al presidente del comitato organizzatore, soddisfatto per questa nuova formula. «La lunga settimana di DoloMyths Run - spiega Diego Salvador - è iniziata nel migliore dei modi. Una super giornata e tanti apprezzamenti per il percorso. Non posso che essere soddisfatto anche perché la Ultra con l’incorporamento nel nuovo evento ha avuto un valore aggiunto straordinario, e gli iscritti lo testimoniano. Ora aspettiamo tutti venerdì per il Vertical e domenica per la Sky, senza dimenticare i test materiali, le uscite con i campioni Salomon e tre serate sulla tecnica e alimentazione per chi pratica la corsa in montagna. E un ringraziamento a tutti i volontari delle quattro valli. E’ un successo di tutti».
E allora riviviamo le emozioni della gara.


Nadir Maguet da record alla Aosta-Becca di Nona

Domenica intensa con l’Aosta-Becca di Nona. Rinata nel 2016 grazie al comune di Charvensod, alla passione di un gruppo di amici, l'Associazione Sportiva Becca di Nona 3142, al supporto di 360 volontari distribuiti sul percorso, ha in Laurent Chuc e Loris Carrara l'anima e il cuore di una macchina organizzativa che ha portato un migliaio di corridori sui sentieri della Becca di Nona, partendo da piazza Chanoux in Aosta.
Una festa, oltre ad una gara, che si rinnova ogni due anni, e la cadenza biennale con cui si organizza la seconda vita di questa gara è anche uno dei motivi per l'incredibile partecipazione popolare. Non solo Aosta-Becca di Nona, che vuol dire correre e camminare per 13 km per superare i 2562 metri di dislivello che portano in vetta, ma anche Aosta-Comboè, traguardo intermedio di 9 km e 1500 metri di salita, che sarebbe già una gara tosta di suo, se non si rimpicciolisse al paragone con la ‘Becca’. Da quest'anno è stata anche introdotto la novità de 'La Montée des Gourmands', passeggiata enogastronomica non competitiva.

Il podio maschile ©foto Garbolino

LA GARA - Passando alla cronaca agonistica, bisogna sottolineare che oltre al record di partecipazione di 1050 corridori, sono stabiliti i nuovi record su tutti e due i percorsi, l'Aosta-Becca di Nona e l'Aosta-Comboè, sia al maschile che al femminile (anche se il 2h14’22” di Elisa Brocard del 2009 rimane imbattuto, con un passaggio diverso nel vallone di Comboè). Far partire 1000 corridori da piazza Chanoux ha voluto dire distribuirli in griglie, per far in modoche tutti riuscissero ad attraversare il sottopasso della ferrovia senza troppi rallentamenti, e anche qui l'organizzazione è riuscita nell'opera come per tutto il resto della gara.

Il podio femminile ©foto Garbolino

In testa fin dalla partenza, che sembrava la finale olimpica dei 100 metri più che una skyarace di 2500 metri di dislivello, Nadir Maguet del Centro Sportivo Esercito che via via aumentava il distacco dai diretti inseguitori, andando a toccare la madonnina in vetta alla Becca di Nona con lo strepitoso tempo di 1h50'58", nuovo record della gara e di salita da Aosta alla Becca di Nona. Seconda piazza per il vincitore del 2016, Massimo Farcoz autore comunque di una grande prova in 1h57'51", mentre sul terzo gradino del podio sale Fabio Pasini, bergamasco grande protagonista dello sci di fondo. Completano la top ten nell'ordine lo svizzero Emanuel Vaudan, Danilo Brambilla, Denis Trento, Pierre-Yves Oddone, Guido Rovedatti, Alex Dejanaz e Matteo Giglio.
Nella gara femminile vittoria della svizzera Maya Chollet in 2h22'30", recente protagonista ai mondiali di corsa in montagna lunghe distanze, triatleta e giornalista, che stabilisce il nuovo record del percorso femminile, pur col distinguo fatto in precedenza. Seconda piazza per la vincitrice del 2016, Chiara Giovando, che migliora il suo tempo di due anni fa, con 2h25'18". E dal Canavese arriva anche la terza, la polacca Katarzyna Kuzminska, che in 2h27'07" sale sul terzo gradino del podio, seguita da Barbara Cravello e Christiane Nex. Si aggiudicano la categoria Master50 Paolo Riva e Maria Giovanna Cavalli.
Nell'Aosta-Comboè la forza esperta di Dennis Brunod ha la meglio sui giovani leoni dello sci di fondo, visto la Nazionale Under20 di fondo in ritiro a La Thuile ha partecipato al completo, come i giovani dell'Asiva, con il suo allenatore, Pietro Piller Cottrer. Dennis Brunod della Polosportiva Mont Avic, vince con il nuovo record del percorso di 1h09'44"", seguito da Didier Abram 2° in 1h15'21", terzi ex-aequo Didier e Jacques Chanoine in 1h15'59" e quinto Andrea Gradizzi.
Nel 2016 non aveva corso l'Aosta-Becca di Nona perche era alle Olimpiadi di Rio nel triathlon, ma quest'anno, pur reduce da un infortunio visto che è stata investita in bicicletta, Charlotte Bonin dell'Atletica Calvesi, ha trionfato a Comboè in 1h20'34", anche per lei nuovo record del percorso, seguita sul podio da Chiara Pino in 1h33'04" e da Jessica Gerard in 1h35'15".

Maya Chollet © foto Garbolino

Luca Cagnati e Hannes Perkmann dettano legge alla Transcivetta Karpos

Sono Luca Cagnati e Hannes Perkmann i vincitori della trentottesima edizione della Transcivetta Karpos, gara a coppie andata in scena nelle Dolomiti bellunesi: partenza da Listolade e arrivo ai Piani di Pezzè di Alleghe, correndo per 23 chilometri su e giù per i sentieri ai piedi della maestosa parete del Civetta, toccando i rifugi Capanna Trieste, Vazzoler, Tissi e Coldai. 1950 metri di dislivello positivo e 870 quelli di dislivello negativo.
Cagnati e Perkmann hanno portato a termine la loro fatica in 2h04'55”. Un vero e proprio dominio il loro: partiti subito forte, hanno scavato tra loro e gli inseguitori un distacco che via via si è ampliato, tagliando il traguardo dei Piani di Pezzè con un vantaggio di 6'33” sulla coppia trentina composta da Andrea Debiasi e Christian Modena e 7'33” sul tandem friulano composto da Giuseppe Della Mea e Nicolò Francescato.

Erica e Francesca Ghelfi

Vittoria con record nella classifica per le squadre femminili: a imporsi sono state le sorelle Erica e Francesca Ghelfi. Le atlete astigiane hanno corso in 2h42'43”, migliorando di oltre un minuto il tempo di 2h44'17” fatto registrare nel 2011 da Jennifer Senik e Martina Valmassoi. Per loro lo speciale premio messo a disposizione dall'organizzazione per chi batteva il record: soggiorno di due settimane in Sardegna. A completare il podio le sorelle lombarde Fabiana e Sara Rapezzi (2h46'07”) e le friulane Anna Finizio e Paola Romanin (2h53'12”).
La gara per le coppie miste ha visto imporsi i favoriti Franco Torresani, sacerdote trentino, e la bellunese Cecilia De Filippo: 2h34'07” il loro tempo. Sul podio anche i bellunesi Olivo Da Prà e Martina De Silvestro, staccati di 2'59”, e Giulia Scardoni e Giovanni Pezzo (2h48'27”).

Cecilia De Filippo e Franco Torresani

Vertical Vioz ancora a Davide Magnini e Paola Gelpi

Sono cambiate sia la data sia il percorso del Vertical Vioz, terza prova di Trentino Vertical Circuit, ma non i protagonisti, rimasti identici rispetto alla prima edizione. Causa la nebbia ai 3.535 metri del Rifugio Mantova, gli organizzatori hanno deciso di impiegare il percorso alternativo, così a trionfare sul traguardo di Pejo 3000 sono stati anche quest’anno Davide Magnini e Paola Gelpi. Ed anche il copione della gara è stato identico a quello del 2017, dato che Magnini, dopo la partenza in località Tarlenta, sul primo muro ha respinto l’attacco del rivale Patrick Facchini, così come la Gelpi ha dovuto mettersi a ruota di Corinna Ghirardi. Dopo il primo tratto, che si è sviluppato sulla pista Varianti Monti, nella parte meno impegnativa sui piani a fianco del Doss dei Cembri, entrambi hanno preso la testa della corsa, hanno iniziato a impostare il proprio ritmo e gli avversari si sono dovuti arrendere. Quindi nel finale lungo la pista invernale Val della Mite hanno addirittura incrementato il margine sugli inseguitori, aggiudicandosi i premi speciali in denaro King of Vioz.
Sul traguardo posto a quota 3000, proprio nei pressi dell’arrivo della Funivia che d’inverno porta sulle piste da sci migliaia di appassionati, Davide Magnini ha concluso i 4.300 metri di gara con un dislivello esatto di 1.000 metri, con il tempo di 38’54”. Patrick Facchini è transitato con un ritardo di 1’35”, ma nella parte centrale non ha avuto vita facile, perché gli si è fatto Thomas Holzer, che ha provato ad allungare. Poi l’alfiere del Team La Sportiva, nell’ultimo tratto lungo il ripido sentiero che portava al traguardo, ha fatto emergere le proprie doti di verticalista, aggiudicandosi la piazza d’onore. Holzner è transitato dopo 21 secondi, mentre a 3’08” dal vincitore è giunto Luca Binelli, quinto Tarcisio Linardi, miglior over 50 di giornata. Scorrendo la classifica troviamo poi Omar Dell’Eva a 4’33”, Gabriele Fedrizzi a 5’10”, Guido Pinamonti a 6’09”, Daniele Andreis a 6’40”.
In campo femminile Paola Gelpi ha concluso la prova con il ventiduesimo tempo assoluto, fermando il crono sulla prestazione di 50’13”. Corinna Ghirardi ha accusato un ritardo di 2’24”, perdendo nel finale, mentre in terza posizione è arrivata la vincitrice della prima edizione di Trentino Vertical Circuit Michela Cozzini, con un distacco di 3’59”. Appena fuori dal podio troviamo poi Paola Broilo a 8’02”, seguita da Cinzia Franchini, Paola Lorenzi e Marina Roat.
Gli sconfitti di giornata Facchini e Ghirardi possono comunque sorridere, visto che con il secondo posto in Val di Pejo conservano la leadership nella graduatoria generale di Trentino Vertical Circuit, quando manca solo l’ultima prova, che andrà in scena il 22 settembre a San Martino di Castrozza, ovvero la Rosetta Verticale. Il ronconese ha infatti 264 punti, contro i 208 di Tarcisio Linardi e i 200 di Davide Magnini, mentre la mallonese conduce la classifica con 260 punti, seguita da Cinzia Franchini con 192 e da Paola Gelpi con 168.


La prima volta di Luca Carrara e Cristiana Follador alla Dolomyths Run Ultra

Altro sigillo stagionale per Luca Carrara che mette in bacheca anche la sua prima vittoria nella Dolomyths Run Ultra, in un’annata che lo sta vedendo assoluto protagonista nelle gare lunghe, mentre al femminile sul traguardo di Canazei ha trionfato Cristiana Follador. Per entrambi si tratta della prima vittoria in questa gara, nuova nella denominazione, ma non nei contenuti, dopo essere già saliti sul podio negli anni scorsi. L’alfiere del team Salomon ha concluso i 61,050 km con un dislivello positivo di 3378 metri facendo registrare il tempo di 6h34’35”, staccando di 4’40” Davide Cheraz, quindi terzo l’alfiere del Team Repubblica Ceca Tomas Farnik ad 11’55”. Seguono più staccati Marco Tramet, Giovani Ruocco, Dino Melzani e Michele Tavernaro, già vincitore in passato sul traguardo di Canazei della versione skyrace del trittico di gara DoloMyths Run, ma vittima di una botta al piede già infortunato che lo ha limitato nel finale.
Il portacolori del Team La Sportiva fino a metà gara era a stretto contatto con il gruppo di testa, anzi al passaggio a Passo Sella e alla Città di Sassi precedeva di qualche secondo Cheraz, Ruocco e Carrara, quartetto che poi è diventato un terzetto nella salita verso il rifugio Dantercepies. Nella discesa che portava a Corvara Tavernaro è entrato in difficoltà per il colpo al piede ed ha iniziato a perdere contatto, tant’è che in zona ristoro ha pensato addirittura di ritirarsi, perdendo inevitabilmente terreno lungo la salita verso il rifugio Boè e il Bec De Roces, dove ha leggermente perso contatto dai due atleti del team Salomon, transitati praticamente assieme.
Ma è stato nella discesa verso Arabba che si è decisa la gara, quando Carrara è riuscito ad allungare su Cheraz. Nel centro del Livinallongo il leader era riuscito a staccare di 1’38” Cheraz e di 2’04” Tavernaro. Un vantaggio che al bergamasco è stato di stimolo per affrontare il punto più duro del tracciato, ovvero l’ascesa verso Porta Vescovo e il rifugio Padon. Con costanza e l’esperienza delle ultime partecipazioni, dove aveva testato la difficoltà dell’ultima ascesa, il paladino del Team Salomon ha imposto il suo ritmo e per gli avversari non c’è più stato nulla da fare, anzi con il passare dei chilometri e il divario si è addirittura incrementato. Il tempo finale è lontano dal record di Gerg Piazza, ma considerando anche il temporale prima dello start, che ha costretto gli organizzatori a posticipare di mezzora il via rendendo scivoloso il tracciato, la prestazione dei primattori di giornata è comunque più che positiva.
Un’affermazione che vale doppio per Luca Carrara, che con i punti messi in saccoccia nella competizione fassana, conquista matematicamente la vittoria nelle Skyrunner Italy Series con una prova di anticipo. Un doppio motivo dunque per festeggiare nella gara che lui stesso ha definito epica e affascinante.

Cristiana Follador ©Facebook Dolomythsrun

In campo femminile prima affermazione dopo un secondo e un terzo posto nelle precedenti edizioni per Cristiana Follador, che ha concluso con il tempo di 7h47’07”, staccando di 7’36” Katia Fori, quindi terza la statunitense Andrea North, che era transitata davanti a tutti fino al Passo Sella, per poi cedere il passo alle due rivali soprattutto in discesa. Per la trevigiana una seconda parte da assoluta protagonista, con una leggera preoccupazione nel finale dal Pordoi a Canazei per il recupero della Fori, ma tutto si è concluso con un sorriso e le braccia alzate sul traguardo.
Successo organizzativo dunque per il primo atto della DoloMyths Run Ultra, con 420 partenti in rappresentanza di 22 nazioni. La lunga settimana dedicata alla corsa in quota in Val di Fassa sotto il marchio Salomon proseguirà poi da mercoledì 18 con una serie di appuntamenti con gli atleti di punta del team Salomon e test materiali, quindi venerdì mattina il Vertical ad Alba di Canazei e domenica la regina, la straordinaria ed incantevole Sky con passaggi a Forcella Pordoi, Piz Boè e Val Lasties.


BUT Formazza a Riccardo Montani e Francesca Canepa

Sono Riccardo Montani e Francesca Canepa i vincitori dell'edizione 2018 di BUT Formazza, la corsa ad alta quota che si è svolta sabato mattina in Val Formazza. Originario del Lago d’Orta, Montani si è aggiudicato i 52 km della BUT in 5 ore 51 minuti e 8 secondi, lungo un tracciato che ha superato i 3000 metri e, per la prima volta, ha toccato la Cascata del Toce, con il suo salto da 143 metri, il più alto d’Europa.
7 ore 48 minuti e 15 secondi, invece, per la prima classificata tra le donne: la valdostana Francesca Canepa.
In tutto oltre mille i partecipanti, arrivati da 13 paesi (Svezia, Francia, Germania, Finlandia, Ecuador, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Venezuela, Olanda, Polonia, Danimarca) nel caratteristico borgo walser di Riale, per questa spettacolare competizione che prende il nome dal Bettelmatt, il raro e pregiato formaggio di montagna che nasce tra gli alpeggi piemontesi, al confine con la Svizzera.
Accanto a Montani, vincitore della 52 km, Cristian Minoggio si è aggiudicato per il terzo anno consecutivo la Sky Race da 35 km e 1.940 metri di dislivello, con un tempo di 3 ore 17 minuti e 49 secondi. Gabriele Bacchion ha tagliato invece in 1 ora 55 minuti e 39 secondi il traguardo della Bettelmatt Race da 22 kme 750 metri di dislivello.
Al femminile Martina Brambilla si è aggiudicata la 35 km in 4 ore 12 minuti e 55 secondi, mentre Daniela Bergamaschi, ha tagliato il traguardo della 22 km in 2 ore 37 minuti e 38 secondi. Tre itinerari per ultratrailer di esperienza, affiancati da una mini corsa da 8 km a cui hanno preso parte anche numerose famiglie e il cui ricavato sarà devoluto alla famiglia di Marco Bacher, un ragazzo di Formazza che a seguito di un grave incidente ha bisogno di assistenza h24 e di cure continue.