Le prime dichiarazioni dei protagonisti di Canazei
Kilian: 'Eravamo in dieci a giocarci la vittoria'
Kilian Jornet Burgada (1° classificato): «È stata una gara di altissimo livello, con i più forti al via, tranne Marco De Gasperi, che era ammalato. Eravamo almeno in dieci a giocarci la vittoria e tutti con la convinzione che chi ci fosse riuscito avrebbe centrato pure il record. E così è stato. Una gara bellissima su un percorso straordinario. Nel primo tratto di salita fino al Passo Pordoi eravamo in quattro nel gruppetto. Sui ghiaioni che portavano alla Forcella Pordoi mi sentivo bene, con le gambe leggere, a differenza di quanto era avvenuto venerdì al Vertical, e ho imposto il mio ritmo prendendo un vantaggio sugli avversari. Poi verso il Piz Boè alcuni passaggi si presentavano ghiacciati ed ho preferito non forzare, dando il tutto per tutto però in discesa. Contento anche perché le due gare fassane mi hanno consentito di guadagnare il primato nella classifica delle Skyrunner World Series».
Ionut Zinca (2° classificato): «Ho sofferto più del solito nella salita verso Forcella Pordoi, dove sono transitato sesto, e al Piz Boè, addirittura settimo. Poi ho dato il massimo in discesa, recuperando sugli avversari e arrivando secondo. Sono soddisfatto, anche perché sono arrivato a questa gara con troppi chilometri e dislivelli nelle gambe. Nell'ultimo mese e mezzo ho partecipato a numerose skyrace, a gare di orientamento e agli europei di corsa in montagna, e un po’ l’ho pagato».
Emelie Forsberg (1ª classificata): «Sono sorpresa da questo risultato, perché non pensavo di poter vincere e anche perché non sono abituata a salite così ripide. E poi addirittura stabilendo il record. Dalle mie parti le montagne hanno un'altra morfologia. Infatti fino al Piz Boè ho faticato, però ho stretto i denti cercando di non perdere di vista la Enman, che era davati a me. Dopo la cima più alta ho cercato di sfruttare la mia caratteristica di discesista ed ho superato la statunitense arrivando a braccia alzate al traguardo. Una discesa tecnica, ma non impossibile dove è possibile allungare, come quelle che piacciono a me».
Mireia Mirò (3° classificata): «Per me è stata una grande giornata, anche se non è arrivata la vittoria. Prima del via non avevo tante motivazioni, perché quest'anno non mi ero mai preparata su distanze oltre i 10 chilometri. Quando però sono transitata a Forcella Pordoi, con tantissima gente che applaudiva, dentro di me è scattata una nuova energia. Per un'atleta è davvero emozionante. Non potevo fermarmi e così ho proseguito con determinazione. Chi mi ha preceduto in questo momento è più forti e ha meritato il podio. Per quanto mi riguarda sono davvero soddisfatta di come ha risposto il mio ginocchio infortunato, che ha retto bene, nonostante una botta rimediata in una caduta. Proprio per queste sensazioni da questo momento parte la vera stagione per me».
Gil Pintarelli (primo italiano): «Sono soddisfatto della mia prova e di essere risultato il primo degli italiani. D'altronde con questi mostri presenti oggi era impensabile arrivare prima. Benché il mio migliore risultato nella Dolomites SkyRace sia un dodicesimo posto, dal punto di vista cronometrico, quella di quest'anno è la mia migliore prestazione a questa gara. Analizzando la mia gara sono stato molto regolare, utilizzando i bastoncini fino a Forcella Pordoi. Mi sono trovato molto bene nei tratti tecnici, meno nei pianori. Una grande fatica ma tanta soddisfazione».
Michele Tavernaro (secondo italiano): “E' stata una giornata storta, sin dalle prime battute non riuscivo ad ingranare. Al Passo del Pordoi ho provato a rallentare il ritmo con la speranza di carburare meglio ed invece non è servito a nulla. Ho faticato troppo e non sono riuscito ad essere fluido nella corsa. Peccato, ma fa parte delle competizioni avere un giorno negativo. Alla fine guardando il tempo non è poi male, pur essendo lontano dal mio record personale, visto che sono anche il secondo miglior italiano, ma non può bastare”.
Paolo Larger (terzo italiano): “Sto vedendo la luce dopo alcune stagioni di sofferenza. Non ho nelle gambe tanti chilometri quest'anno, ma gara dopo gara continuo a migliorare soprattutto perché i miei problemi tendinei sembrano essere risolti. Ho sentito qualche dolore nella parte finale della discesa, ma rispetto a qualche mese fa mi sembra di essere un'altra persona. E' poi significativo il fatto che ho ottenuto un tempo simile a quello dell'edizione del 2000, la mia prima a Canazei. Allora mi piazzai terzo, quest'anno 19esimo. Tanto per far capire come sia aumentato il livello di questo sport”.
Ieri la prima tappa dei Rewoolution Raid Summer
38 team al via a Bergamo
38 team, di cui 16 della categoria Pro e 22 del gruppo Amateur, si sono dati appuntamento ieri mattina presso il Campo Base La Fara, per la prima giornata Rewoolution Raid Summer nella tappa di Bergamo. Dopo la consegna dei pacchi gara ed il briefing di rito per tutti, i team Pro si sono spostati a San Pellegrino per la partenza alle ore 14:00. Hanno affrontato un percorso misto di mountain bike e trail running per raggiungere Bergamo, raccogliendo punti grazie ai vari check point ed alla prova speciale di oggi: un'arrampicata su parete di roccia. La partenza dei team Amateur, prevista per le ore 17:00, ha dato un assaggio dello spirito Outdoor del format multidisciplinare dei Raid. Nonostante la pioggia, tutti i team erano pronti alla sfida e sono partiti con entusiasmo in sella alle mountain bike. Anche per loro il percorso della giornata di Sabato è stato disseminato di vari checkpoint, disposti nel territorio di città alta e del Parco dei Colli. Tutti i team hanno affrontato anche una parte del percorso in notturna, per gli ultimi checkpoint della giornata. I team in testa alla classifica cercheranno oggi di consolidare il loro vantaggio avvantaggiandosi delle prove speciali (bagjump, teleferica e calata dalle mura) e del photo contest per guadagnare l'ambito premio: un viaggio in Nuova Zelanda offerto da Zque e Rewoolution, alla scoperta del mondo della lana merino.
Dolomites da record
Battuti i tempi di Kosovelj e Confortola
Il re è nuovamente lui, Kílian Jornet. Il fortissimo scialpinista e skyrunner catalano ha fatto propria l’edizione numero 15 della Dolomtes SkyRace, battendo il record che deteneva dal 2007 Mitja Kosovelj, salito comunque sul terzo gradino del podio. Le condizioni meteorologiche finalmente ideali hanno riportato i 758 iscritti sul tracciato originale di questa selettiva competizione, dopo tre edizioni nelle quali gli organizzatori avevano dovuto modificare il tracciato per tutelare l’incolumità degli atleti, e il tempone è arrivato puntuale insieme ad una bellissima giornata di sole.
KILIAN RECORD - Jornet ha limato di 4 minuti e 18 secondi il primato precedente, fissando così uno splendido 2h01’52” nell’albo d’oro accanto al proprio nome. Un successo conquistato in una gara di altissimo livello, che ha visto al via tutti i più grandi interpreti del mondo della specialità e non ha tradito le attese. Nemmeno in campo femminile, dove a trionfare è stata la svedese Emelie Forsberg, anche lei capace di abbassare il limite precedente (detenuto da Antonella Confortola) di ben 4 minuti e 9 secondi: 2’26”00 il suo riscontro cronometrico. Non è un caso, probabilmente, che i due vincitori siano anche gli attuali leader delle Skyrunner World® Series.
PARTERRE DE ROI - Una quindicesima edizione, dunque, che ha infranto tutti i record possibili, quelli del percorso e quello in fatto di partecipanti, visto che fra il Vertical e la Dolomites SkyRace è stata sfiorata quota 1000.
Kilian ha preceduto lo spagnolo - romeno Ionut Zinca, già vincitore alla Stava Sky Race 2012, di 4 minuti e 39 secondi e, appunto, lo sloveno Mitja Kosovelj di 5 minuti e 6 secondi. In piazza Marconi, a Canazei, è poi giunto il vincitore dell’edizione 2011 Luis Alberto Hernando Alzaga, seguito dal francese Matheo Jacquemoud, classe 1990, una delle grandi promesse di questa disciplina. Ma vale la pena scorrere anche il resto dell’ordine di arrivo, visto il blasone dei nomi che seguono, gente come Tofol Castanyer, Tom Owens, Miguel Caballero Ortega (secondo nel 2011), Roc Amador Augustì. Il primo degli italiani è il trentino di Pergine Valsugana Gil Pintarelli, 17°, seguito a breve distanza dal primierotto Michele Tavernaro, dal fiemmese Paolo Larger e dal friulano Fulvio Dapit, giunti a Canazei in fila.
In campo femminile hanno accompagnato Emelie Forsberg sul podio la statunitense Kasie Enman, capace a sua volta di abbassare il record della Confortola, e Mireia Mirò, regina nel 2011. Staccate, ma comunque soddisfatte, Blanca Maria Serrano e l’italiana Silvia Serafini, quinta a 9 minuti e 39 dalla vincitrice. Ottavo posto, invece, per Emanuela Brizio, vincitrice della recente Stava Sky Race.
LA CRONACA - Alla partenza, alle 8,30 del mattino, si erano presentati in 758. Di impatto la vista offerta da Piazza Marconi nel momento in cui il serpentone si è messo in movimento verso il Passo del Pordoi, dove i primi sono giunti dopo 36 minuti. Davanti a tutti si è presentato il colombiano Saul Padua Rodriguez, uno specialista della salita, come ha dimostrato il secondo posto nel Vertical di venerdì, seguito da Ionut Zinca e Tofol Castanyer. Due minuti dopo è sopraggiunto un drappello con otto atleti, fra i quali Owens e Caballero Ortega. In campo femminile arriva per prima Kasie Enman, due minuti prima di Emelie Forsberg e Mireia Mirò.
Pubblico da grande evento con quasi 300 persone a fare il tifo a Forcella Pordoi, a quota 2.849, dove transita davanti a tutti Jornet, anche a Padua Rodriguez. Kosovelj, Roc Amador e Alzaga transitano a un solo minuto, il francese Jacquemoud a 2’30”. Fra le ragazze sono invariate le distanze fra Enman e Forsberg, che attende prima di sferrare l’attacco. L’ultimo sforzo in ascesa porta gli atleti ai 3.152 metri di quota del Piz Boè, dove un centinaio di spettatori, per nulla timorosi di sfidare gli 0 gradi di temperatura (-4 nel corso della notte), li attendono per incoraggiarli prima della lunga discesa. Kílian Burgada lo raggiunge dopo un’ora e 17, seguito da Kosovelj a un minuto e mezzo, Roc Amador due minuti e mezzo, poi ecco Jacquemoud, Padua, Alzaga e Zinca con Castanyer. La Enman gestisce un minuto di margine su Mireia Mirò e uno e mezzo su Forsberg, tre su Serrano.
LA CADUTA DI PADUA - Comincia la discesa: ecco il rifugio Boè, poi i gradoni e la Val Lasties, vero terreno di battaglia dove in genere si decide il vincitore. Nel primo tratto Padua Rodriguez scivola e si infortuna, chiamandosi fuori dai giochi (arriverà dolorante a 24 minuti dal primo). Alla fine della Val Lasties Burgada vanta cinque minuti su Zinca, che nel frattempo è volato sopra quattro concorrenti impadronendosi del secondo posto; lo tallona Kosovelj. In campo femminile Emelie Forsberg ha lanciato l’attacco ed è già davanti a tutte, per l’esattezza un minuto su Mirò ed Enman.
Siamo ormai alle battute conclusive. A Pian de Schiavaneis Jornada ha già in tasca la vittoria e sente il profumo del record. Ionut Zinca lo segue a 3 minuti, tallonato da Kosovelj, poi sfilano gli altri, non ancora nell’ordine che verrà stampato sulle classifiche finali. Alzaga deve ancora superare Jacquemoud, Kuhar deve ancora scivolare al 13° posto, però i giochi sono ormai fatti.
Una piazza piena di spettatori accoglie la cavalcata finale di Kílian Jornet i Burgada, che corona il weekend fassano con il doppio primato nelle Skyrunner World® Series: re nella specialità vertical e nell’assoluta, sua già nel 2007, 2008 e 2009. Il secondo lo condivide con Emelie Forsberg.
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Abbiamo provato il percorso della Dolomites Skyrace
Meteo in miglioramento ma previsti vento e freddo
Siamo saliti fino alla forcella Pordoi nel pomeriggio, dopo la grande quantità di pioggia e un temporale di neve con fulmini che si è abbattuto in zona fino alle 14. I torrenti sono ancora gonfi di acqua marrone per il fango, ma sulle piste dello sci alpino che costituiscono praticamente tutta la salita fino al Passo Pordoi il terreno ha già drenato la pioggia. Le poche decine di metri fangosi nei tratti pianeggianti non incidono, in una salita prevalentemente medio-ripida. A 200 metri dal passo si prendono sentieri più corribili, ma attraversata la strada si entra in terreno di montagna. Ancora circa 100 m+ di sentiero scalinato e bonificato tipo giardinetti pubblici, e dopo 100 metri pianeggianti veramente fangosi iniziano i zig-zag sul ghiaione della forcella. Il sentiero è molto più largo e meno ripido rispetto a qualche anno fa e la pioggia non l’ha rovinato, semmai compattando ancora meglio la ghiaia. Oggi qualche macchiolina di neve nuova resisteva poco sotto la forcella.
UN ALTRO PAESAGGIO - Una volta svalicati si apre un paesaggio completamente diverso rispetto ai muri verticali e fantasmagorici nelle nebbie che incombono sulla salita. Inizia un tratto pianeggiante su lastre di calcare alternate a ghiaia e qualche sasso che porta fino all’ultima rampa, il Piz Boè. Restando così le condizioni si passerà sulla sua cima dopo tre anni di neutralizzazione, passando per gradoni di roccia con un tratto di corde fisse… sistemate per aiutare più che per necessità di sicurezza!Un grazie ai gentili addetti della funivia che ci hanno risparmiato la vostra discesa! Ivano Ploner, responsabile del percorso, l’ha ricontrollata durante la nostra salita: è tutto a posto ma piuttosto bagnato, e corre più molta più acqua del solito nei torrenti che l’attraversano. Occhi aperti!
BRIEFING - Alle 18.30 il briefing conferma le buone condizioni del percorso e le previsioni meteo in netto miglioramento ma con temperatura in calo fino a -2°C di minima a 3000 metri e forse vento: quindi obbligo di giacca antivento al seguito e sarà deciso sul posto l’eventuale obbligo di indossarla.Al passo Pordoi i runners potranno ritirare i propri bastoncini da utilizzare sulle rampe di ghiaia della bocchetta Pordoi. Qui è stabilito il primo cancello orario a 1h 05’, e alla forcella il secondo a 1h 50’ con la prima possibilità di abbandonare i bastoncini agli addetti. Anche al Piz Boè esiste questa possibilità e sarà l’ultima offerta dall’organizzazione.
Il video ufficiale del vertical di Canazei
Un filmato per rivivere le emozioni
Ecco il video ufficiale del Vertical Kilometer di ieri a Canazei, vinto dallo sloveno Nejc Kuhar e da Antonella Confortola. Buona visione!
Kuhar, dallo skialp al vertical
Intervista esclusiva con il vincitore della gara di ieri
Parliamo con Nejc Kuhar subito dopo la premiazione del Vertical Kilometer. Il 'Becca assiste per tradurre eventualmente, ma ci intendiamo bene in quell’inglese improbabile che però in montagna funziona perché 'deve' funzionare.
Ciao Nejc, complimenti per l’ impresa di oggi perché è stata davvero una dura battaglia negli ultimi 300 metri. Presentati ai nostri lettori...
«Grazie! Ho 27 anni, ho appena finito gli studi un mese fa e per adesso faccio un po’ di imbiancature così ho tempo di allenarmi. Mi sono anche sposato proprio un mese fa! (coglie l’attimo e saluta la moglie).
Ma cos’è successo oggi negli ultimi 50 metri? … eravate appaiati dopo lo scollinamento, poi hai vinto con 19 secondi su Saul Padua.
«Quando mancavano 100 metri ero in vantaggio di 20 secondi su di lui e su Kilian. Poi lui è partito a tutta, pensava che il gonfiabile in cresta fosse l’arrivo».
… E poi?
«Ah! Era stanco!!! … al pallone ha molto rallentato e io l’ho raggiunto e l’ho seguito. Gli ultimi 50 metri erano ripidi, io avevo i bastoni e lui no - e complimenti perché ha fatto tutta la salita senza! E' stato grande! - ma io ero davvero contento di avere i bastoni!»
Senti Nejc, in Italia ti conosciamo perché nello scialpinismo corri in coppia con il nostro Filippo Beccari. Ma qual è la tua stagione agonistica principale?
«Sicuramente l’inverno! La montagna invernale è il massimo della bellezza e allora mi alleno solo con gli sci per tutta la stagione…niente running per sei mesi!ı
Vivi in montagna?
«Praticamente sì, in pochi minuti raggiungo in auto le piste»
Si avvicina il 'Becca' e gli chiediamo dei loro allenamenti
«Sì, Nejc si allena duro e molto seriamente. Da lui la quota è un po’ bassa, così verso ottobre viene qui a casa mia e per un paio di mesi ci alleniamo insieme, magari sulla neve programmata… è meglio in due che da soli! (si capisce subito che si divertono, ndr)
Nejc, quanti giorni con gli sci ai piedi in una stagione?
«Dovrei guardare il mio diario degli allenamenti. Quest’ultima stagione ho sciato di più, direi oltre 140 giorni in una stagione che da novembre finisce ad aprile, quindi sei mesi in cui scio e basta…e niente running, del tutto».
E quanti giorni di running in una settimana estiva?
«Non faccio molto, al massimo 5 o 6 uscite alla settimana…quest'anno non ho fatto niente fino a tutto giugno almeno… per scaricare. Ma poi ho ricominciato solo con qualità, qualche ripetuta, lavori intervallati, niente lunghi: così, tanto per preparare questo Vertical»
Il prossimo inverno vi rivedremo ancora gareggiare insieme? Siete un team che funziona molto bene.
«Certamente, e contiamo di migliorare ancora!».
Vertical Kilometer 2012, le dichiarazioni del dopo gara
Kuhar: 'l'idea di avere battuto un fuoriclasse mi fa venire i brividi'
NEJC KUHAR - «Fantastico. Non pensavo di andare così forte sono proprio felicissimo. L'idea di aver battuto un fuoriclasse come Burgada mi fa venire i bridivi. Mi sentivo in forma ed ho provato ad attaccare e quando ho visto che gli avversari non rispondevano ho pensato di potercela fare. Poi però ho visto arrivare come un missile il colombiano che però fortunatamente ha gestito male le sue energie. Nel finale ho dato il tutto per tutto, riuscendo a vincere»
ANTONIO SAUL PADUA - «Non è andata come pensavo. Nell'ultimo tratto non avevo più energie, seguendo il sentiero invece di tagliare verso il traguardo. Quando me ne sono accorto era troppo tardi. Peccato».
KILIAN JORNET - «Vengo da quindici giorni di gare e allenamento intenso e le gambe nella seconda parte di gara erano imballate. Sono partito subito con un buon ritmo staccando gli avversari, poi si sono fatti sotto in due, fino a quando Kuhar ha deciso di allungare e non sono stato in grado di rispondere. Ho cercato di non sforzare anche per non compromettere la gara di domenica. Va bene così. Non ho rimpianti sulla mia tattica di gara».
ANTONELLA CONFORTOLA - «Sono davvero soddisfatta di questa vittoria. Non pensavo a battere il mio record, per me questo vertical era un test importante per verificare la mia condizione. Era mia intenzione non attaccare subito perché solitamente pago lo sforzo iniziale, ma quando ho visto che Mireia non riusciva a tenere il mio ritmo ho pensato a gestirmi. Per quanto riguarda la Dolomites SkyRace di domenica non so ancora se parteciperò. Da una parte il richiamo è forte, dall'altra si tratta di una gara lunga e con tante discese dove fatico sempre. Più no che sì».
MIREIA MIRO' - «Sapevo che Antonella è più in forma di me nel vertical e ho pensato esclusivamente a gestire le mie energie, anche perché ho sempre il ginocchio che mi da fastidio. Ho comunque cercato di tenere un ritmo alto e alla fine sono soddisfatta. Spero di fare una buona Dolomites SkyRace domenica».
Vertical Dolomites: le classifiche
Kuhar e Confortola non hanno infranto il record di gara
Una sorpresa e una conferma nel Dolomites Vertical Kilometer®, valido come terza delle cinque prove delle Vertical Kilometer® Series e andato in scena sul tradizionale percorso che dai 1465 metri di Alba di Canazei ha portato i 250 partenti in località Crepa Neigra, lungo il “sentiero del Fulmine”, per uno sviluppo di 2100 metri e un dislivello di 1000 metri.
La conferma è trentina, visto che a trionfare è stata la fiemmese Antonella Confortola con il tempo di 40'08”, la sorpresa è invece rappresentata dallo sloveno Nejc Kuhar che ha fermato il cronometro sul tempo di 33'33”.
I record non sono stati ritoccati ma le due competizioni si sono rivelate di altissimo livello. In campo maschile piazza d'onore per il colombiano Saul Padua Rodriguez, che ha gettato al vento la vittoria attaccando troppo presto e cedendo allo sloveno negli ultimi metri, chiudendo con un ritardo di 19 secondi dal vincitore, quindi solo terzo il favorito Kilian Jornet Burgada a 30 secondi da Kuhar.
Fra le donne, alle spalle della Confortola, si sono piazzate la spagnola Mireia Mirò, con un ritardo di 1 minuto e 40 secondi, quindi l'altra iberica Maria Blanca Serrano a 3 minuti e 29 secondi.
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Vertical Dolomites, la vittoria a Nejc Kuhar
LIVE - Tra le donne trionfa la Confortola
Primo lo sloveno Nejc Kuhar (33' 37''), secondo il colombiano Antonio Padua (già secondo domenica a Chiavenna), terzo Kilian Jornet, quarto Matheo Jacquemoud. Tra le donne vittoria come da pronostico per Antonella Confortola su Mireia Mirò e Blanca Serrano. Questi primi verdetti del Dolomites Vertical Kilometer di questa mattina a Canazei. Seguiranno aggiornamenti e classifiche.
LA CRONACA MINUTO PER MINUTO - Ci si rende conto della velocità a cui salgono quando si scatta la foto e per un attimo l’immagine scompare dal display: quando ricompare loro non ci sono già più, bisogna cercarli a vista sul pendio verde, ripidissimo e costellato di puntini colorati che si aggrappano a quel che trovano per non scivolare giù. Il frastuono dell’elicottero copre le comunicazioni radio dal percorso, lo speaker non riesce a farsi sentire ma neanche lui ha notizie affidabili perché corrono piegati in tre per sviluppare più spinta, raccogliendosi vicinissimi al terreno. Esce dal bosco a circa 650 m+ un gruppetto di quattro, indistinguibili anche al binocolo. Un minuto dopo qualcuno attacca, ma non si riuscirà a capire chi è fino all’arrivo per via dell’elicottero appena sotto cresta; comunque è lo sloveno Nejc Kuhar con un mulinare indiavolato di bastoncini tenuti cortissimi che gli permettono passi molto lunghi senza abbassare i ritmi.Prende venti metri al massimo sui due che resistono e fa saltare Jacquemoud quarto, che perde la scia. Agli 800 il secondo contrattacca! È il colombiano Padua senza bastoni e passa definitivamente alla corsa… ma non quella saltellata sulle punte! Ginocchia altissime e fase di volo evidente, sembra spingere in alto sei etti, non i cinquanta chili che probabilmente pesa. In circa 30 secondi raggiunge Kuhar, lo passa e lo stacca continuando a correre. Nel tempo necessario a leggere queste righe raggiungono la sella dei 900 m+ e girano a sinistra in direzione del traguardo.
STRAPPO VINCENTE DI KUHAR - Qui Kuhar reagisce e sfrutta un’incertezza di Padua che si rialza quando si abbandonano i tornanti del sentiero per la linea di massima pendenza su prato ripidissimo con qualche sasso mobile. I 30 metri finali sono al limite dell’aderenza e congelano le posizioni. Intanto sta arrivando al colletto la Confortola, mimetizzata attorno alla trentesima posizione assoluta dove si battaglia a ritmi ancora extraterrestri, dato il livello della partecipazione. Mireia Mirò non è lontana ma il primo posto è inattaccabile. Dalla cresta erano visibili gli ultimi 350 metri di dislivello per un chilometro di sviluppo, 10 minuti in tutto per completare il podio. Quando ci spostiamo in alto verso la vetta con le nostre gambe dopo aver assistito a quello spettacolo, la forza di gravità ci ricorda che esiste, eccome!... Anche se per quei dieci minuti sembrava fosse stata neutralizzata.
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Trail e mountain bike a Courchevel
Insolita gara domenica nella localita' francese
Si chiama Dynafit x 2 Courchevel la gara che domenica animerà la località alpina francese di Courchevel, in Savoia. La formula è semplice quanto accattivante: 19,3 km (1180 m D+/-) in trail e 23,7 km (780 D+/-) in mountain bike. Da fare da soli o in coppia. Insomma: 43 chilometri tutti d'un fiato…
Vertical briefing
LIVE Dolomites Sky Race - Fondo veloce, partenza alle 10
Al briefing pre-gara di Canazei è stato confermato ufficialmente l'anticipo alle 10 per la partenza del Vertical di domani. I servizi meteo prevedono un peggioramento nella seconda metà della giornata e si vuole anticiparlo con margine. Non è obbligatorio trasportare in gara la giacca antivento: un elicottero depositerà all'arrivo gli zaini personali di tutti i partecipanti. Le condizioni del terreno sono ottimali e il fondo sembrerebbe leggermente più veloce che negli scorsi anni. Temperatura e umidità perfette. Ma i responsi cronometrici finali dipendono anche dalle strategie in testa: forcing da subito per far selezione o attesa per attaccare in alto, col rischio di trascinare in gruppo un finisseur a sorpresa?
Botta e risposta con Matheo
LIVE Dolomites Sky Race - il francese alla vigilia del Vertical
Abbiamo incontrato Matheo Jacquemoud al momento dell'iscrizione alla Dolomites Sky Race e al Vertical di domani. Ecco un simpatico video 'botta e risposta'.