Marathon des Sables, i portacolori italiani

Abbiamo incontrato Marco Olmo e Filippo Salaris a poche ore dal via

Il nostro inviato Paolo Secco ha raccolto alcune testimonianze durante il trasferimento aereo che ha portato gli atleti italiani da Milano a Quarzazate, alle porte del deserto marocchino. Non potevano mancare le impressione dei due portacolori italiani, il sardo Filippo Salaris (1971) e il piemontese Marco Olmo (1948). Oggi pomeriggio è iniziato il lungo viaggio in pullman che porterà l’intera carovana verso il primo bivacco dal quale, domenica 7 aprile, prenderà ufficialmente il via la manifestazione. Gli ultimi siamo i primi. Lungi da me dal fare un paragone con il Vangelo ma in genere nello sport è così (in particolare nelle discipline dove la fatica ed il sacrificio personale la fanno da padrone): gli atleti che mantengono un atteggiamento compassato, semplice, a volte umile, generalmente sono i più forti. Ed è cosi che si presentano Marco Olmo, piemontese, e Filippo Salaris, sardo, i due italiani più forti e che ambiscono ad importanti posizioni di classifica. In particolare Filippo, che per ragioni anagrafiche punta giustamente al piazzamento migliore, solo dopo qualche ora di colloquio, non riesce a trattenere che il suo principale obbiettivo, quest’anno, è di salire sul podio.

FILIPPO SALARIS: SACRIFICI E PASSIONE -
D’altronde le carte in regola le ha tutte. Nel 2012, alla sua prima esperienza alla Marathon des Sables, è arrivato settimo. Successivamente ha avuto modo di confrontarsi in altre competizioni con i migliori della disciplina, e ha vinto. In particolare ha battuto il mitico Mohammad Hansal al Magredi Mountain Trail. In quella circostanza, strano ma vero,  Hansal patì il 'nostro' clima, quello umido e afoso e non quello secco delle zone desertiche. Come dice Filippo: abbiamo combattuto ad armi invertite… e ho vinto io. Filippo non nasconde di sentirsi a volte intimorito dal correre spalla a spalla con i mostri sacri, i marocchini Hansal e Rachid El Morabity e il giordano Salameh Al Aqra, ovvero tutti atleti professionisti. Filippo invece è un piccolo impresario edile che per allenarsi si sveglia alle 3,30 del mattino per correre 2 ore e mezza ed essere puntuale in cantiere alle 7, replica in pausa pranzo con un'ora e mezza di corsa come 'sostitutivo' del pranzo. In totale sono 250 Km alla settimana. Il lavoro di preparazione è stato imponente e lui dice di sentirsi a posto. Noi gli crediamo ed in cuor nostro nutriamo una certa invidia nei confronti di cotanta costanza e determinazione. 

MARCO OLMO: ESPERIENZA DA VENDERE -
Marco Olmo, dall’alto della sua l’esperienza. Lui, il mito, l’uomo che batte il tempo ma non quello che scandisce i secondi sul cronometro ma quello degli anni che passano; per gli altri non per lui. Passa il tempo e lui è sempre uguale, un macchina, sempre perfetto, sempre uguale, mai un grammo in più mai un grammo in meno. Tutto è studiato, tutto è calcolato. È un uomo che in vita sua ha studiato poco ma che ha viaggiato molto, gareggiato tanto. Questo gli ha aperto la mente e regalato un cultura ampia, è preparato, conosce numeri, date, luoghi, persone. Lo conosco da anni e sinceramente non ho idea di come sia nato il mito dell’uomo schivo, di quello che non parla con nessuno, dell’orso di montagna. In realtà è una persona estremamente cordiale, disponibile, affabile, che non risparmia la battuta. L’unica giustificazione che posso trovare è che Marco è una persona sincera, a volte troppo, che non nasconde nulla e se ti deve mandare a quel paese lo fa, in modo educato, diretto, ma lui dice sempre le cose in faccia. A mio avviso non un difetto ma un pregio. Certo è una persona estremamente educata e posata ma all’occorrenza sa essere anche in giocherellone. Io e lui parliamo in dialetto piemontese, e questo ci fa sentire un po’ a casa entrambi. Come sempre si è preparato al meglio, macinando chilometri nelle sue montagne, prendendo il treno al mattino presto per raggiungere la Francia, per tornare poi a casa passando il confine della montagna. Un modello 'spallone' che anziché contrabbandare sigarette trasporta nel suo zainetto barrette e sogni, i suoi e quelli dei suoi innumerevoli fan in Italia e nel mondo. Perfetto e minimalista nell’attrezzatura, tutto ciò che si porterà in gara è calcolato per dimensione e peso. L’esperienza delle sue innumerevoli partecipazioni alla Marathon des Sables gli regala ora tranquillità e rilassatezza. Ma non troppa quando domenica mattina metterà lo zaino sulle spalle e si allineerà a fianco dei migliori per dar vita alla battaglia sulla sabbia.

VERSO IL PRIMO BIVACCO - Con Filippo, Marco e altri 36 italiani al via, molti dei quali alla loro prima partecipazione. Dopo averla a lungo immaginata e forse sognata ora la MdS è anche per loro una realtà, ora non gli resta che viverla. Quella che abbiamo trascorso è stata l’ultima notte in albergo, oggi il lungo viaggio in pullman e camion militari per raggiungere il primo bivacco. Li sarà deserto vero, li ci sarà la vera MdS ad attenderci. 


A Lisi Vaiani e Giangrandi il Pasqua Eco Trail

La classifica e' il risultato della combinata tra due gare

Si è svolto sabato 30 marzo e lunedì 1aprile il quarto Pasqua Eco Trail. La manifestazione, organizzata dalla ASD Siena Runners, prevedeva due prove: il Monte Isi Eco-Trail, con partenza sabato da Montisi (Si), di 22 km e il Tartufo Eco-Trail, con partenza il lunedì da San Giovanni d’Asso (Si), di 19 km. In campo maschile, con una vittoria nella prima prova e un terzo posto nella seconda, ha vinto la combinata del Pasqua Eco Trail Federico Lisi Vaiani con il tempo finale di  3h08'59''. Alle sue spalle, sempre nella combinata, Fabio Pinelli (quarto e secondo) ed Edmaro Donnini (terzo e quarto). In campo femminile, con due vittorie in entrambe le tappe, vince il Pasqua Eco Trail Chiara Giangrandi con il tempo finale di 3h18’01’’. Dietro di lei, Maria Chiara Parigi, seconda in entrambe le prove, con il tempo di 3h26’17’’ e Milena Megli in 3h47’47’’.


Orobie Vertical e Skyraid, le due classiche targate BG

Tornano i classici appuntamenti estivi sulle Orobie Bergamasche

La 'doppietta' delle Orobie non molla, e dopo il riscontro positivo delle passate edizioni, Mario Poletti e la sua organizzatore Fly-Up Sport tornano sui sentieri bergamaschi per riproporre due manifestazioni che, sia per durezza del tracciato che per la  bellezza dei paesaggi, riscuotono ogni anno grande consenso. 

OROBIE VERTICAL -
 Si inizia domenica 2 giugno: giunta alla terza edizione, promette anche quest’anno una gara ad alto tasso di spettacolarità. Mille i metri di dislivello da percorrere lungo il sentiero n. 301 delle Orobie, che unisce il paese di Valbondione in Alta Val Seriana, al Rifugio Mario Merelli al Coca. Anche quest’anno l’Orobie Vertical verrà intitolata Memorial Fausto Bossetti, il grande appassionato di montagna di Parre scomparso per un incidente sugli sci nel gennaio 2011.  

OROBIE SKYRAID NUMERO 7
- Domenica 11 agosto è il turno della settima edizione della Orobie Skyraid, che grazie ad un parterre di atleti di valore internazionale si è ritagliata sempre più un ruolo importante all’interno del calendario nazionale. A fare da sfondo agli amanti del trail, ci sarà la regina delle Orobie, la Presolana. Un tracciato di 25 chilometri che per tecnicità e spettacolarità non delude le aspettative degli skyrunner di tutti i livelli, dal professionista all’amatore. Partenza e arrivo dal quartier generale della manifestazione nella piana del Donico, al Passo della Presolana, dove nell’attesa che gli atleti tornino a tagliare il traguardo, si svolgeranno manifestazioni collaterali, tra cui la Family Run, gara non competitiva.  

UN ANTIPASTO A MAGGIO - 
E nell’attesa che arrivi giugno, un altro evento organizzato da Fly-Up Sport è previsto per domenica 5 maggio, il Trail del Formico: 22 chilometri per 1000 metri di dislivello nell’incantevole conca del Farno che divide la Val Seriana dalla Val Gandino, con vista a 360° sulle Orobie.
Uno spettacolo da non lasciarsi sfuggire!  

Per informazioni:
www.orobievertical.it  e www.orobieskyraid.it 


In attesa della Sultan Marathon des Sables

Aneddoti e anticipazioni del nostro inviato sul campo

Alla partenza per la ventottesima Sultan Marathon des Sables, abbiamo posto alcune domande a Paolo Secco che sarà il nostro corrispondente sul campo durante la settimana di gara. Dopo i vari trasferimenti, il via ufficiale della competizione sarà dato domenica 7 aprile.

In breve, cos’è la Marathon des Sables?

«È la gara per eccellenza nei deserti. La prima, la più importante, la più prestigiosa. Una competizione a tappe, 6 in 7 giorni, nel Sahara marocchino per un totale di circa 240 km in completa autosufficienza alimentare. Ai concorrenti, infatti, vengono dati 9 litri d’acqua al giorno e un posto per dormire nella tenda berbera».

In base alla tua esperienza, avendola corsa nel 2010, come si gestisce l’aspetto dell’autosufficienza?

«In genere gli atleti mangiano due volte al giorno, colazione e cena. Si cerca di privilegiare cibi leggeri ma dall’alto apporto calorico e nutrizionale, come per esempio il grana, le noci ecc. Molti utilizzano cibi liofilizzati, tipicamente pasta e riso, al fine di ottenere il necessario apporto di carboidrati. Indispensabili integratori energetici (gel e barrette), integratori salini e per il recupero post tappa».

Quanto pesa uno zaino per la Marathon des Sables?
«I top runner affrontano la gara con uno zaino di 6,5 kg, al limite del regolamento, riducendo al minimo l’attrezzatura e le scorte alimentari. All’estremo opposto i camminatori, per lo più orientali, l’affrontano con zaini di 18 kg che è il limite massimo imposto dagli organizzatori. C’è poi l’aneddoto di Paolo Zubani (25 edizioni al proprio attivo e responsabile dell’organizzazione per l’Italia) secondo il quale alla Marathon des Sables contano tre cose: 1) il peso dello zaino 2) il peso dello zaino 3) il peso dello zaino».

Su 6,5 kg, quanto è rappresentato dal cibo e quanto dal materiale?

«Circa il 50%. Quindi, per i top runner, questo vuol dire poco più di 3 kg di cibo per 7 giorni, meno di 500 gr al giorno. Oltre al cibo, il materiale solitamente è composto da sacco a pelo, razzo di segnalazione, materassino, pentolino per il mangiare e vestiario per il bivacco notturno. Tra il materiale obbligatorio, inoltre, c’è anche la siringa aspira veleno, specchietto, bussola, accendino, road book e un kit di pronto soccorso».

Quali sono le temperature che si affrontano di giorno e di notte?

«Come noto, nel deserto c'è un importante escursione termica tra il giorno e la notte. Da 40 C° a mezzogiorno, agli 0 C° sotto le stelle.  Questo è dovuto al fatto che la sabbia, per sua natura chimico/fisica, non trattiene il calore del sole accumulato nelle ore diurne».

Quindi anche il materiale tecnico assume una sua importanza?

«Assolutamente sì. Per la notte è opportuno dormire all’interno del sacco a pelo che peraltro è previsto tra il materiale obbligatorio. Con il calare della sera, gli atleti si riparano dal freddo indossando abbigliamento leggero ma sufficientemente caldo».

Immaginando il deserto, viene in mente anche la sicurezza. In caso di bisogno, come si comunica con gli organizzatori?

«Gli atleti sono dotati di trasponder e gli viene consegnato alla partenza un razzo di segnalazione che devono avere con sé per tutta la durata della competizione.  Questo è uno strumento fondamentale in caso di emergenza. L’alto numero di partecipanti, la massiccia presenza dell’organizzazione e il percorso adeguatamente segnalato fanno sì che sia quasi impossibile perdersi. Nonostante questo, qualche anno fa, un concorrente italiano si perse e venne ritrovato 10 giorni dopo in Algeria». 

Un'immagine su tutte dell’edizione 2011 a cui hai preso parte?

«All’ultima tappa i primi 500 atleti in classifica, come da tradizione, si dispongono in fila e lasciano partire tutti gli altri atleti applaudendoli e incitandoli. Questo fa capire il senso di condivisione che si crea in un evento simile dove si condividono per molti giorni entusiasmo, fatica e dolore».

Il tuo programma nei prossimi giorni?

«La partenza è prevista per oggi alle 14:30 dall’aeroporto di Malpensa insieme al gruppo degli atleti italiani. Destinazione Quarzazate. Venerdì e sabato giorni dedicati al trasferimento al primo bivacco e controllo attrezzatura degli atleti. Domenica ci sarà quindi il via della prima tappa». 


Colmen Trail 14 Aprile 2013 a Morbegno (SO)

Fioccano le iscrizioni per la gara sulla 'Montagna Magica'

Tutto tracciato il percorso gara del primo trail della provincia di Sondrio.
A due settimane dalla data d’esordio fissata per domenica 14 aprile, presso la segreteria del Team Valtellina stanno arrivando diverse adesioni e, nonostante il clima invernale, diversi trailer hanno già effettuato un primo sopralluogo.

«L’anello che abbiamo ideato prevede uno sviluppo di 19.5km con un dislivello positivo di 1300m – ha esordito il direttore gara Fabio Bongio -. Il nostro obiettivo è valorizzare l’attività  dell’associazione Colmen e di altre associazioni presenti sul territorio che in questi anni si sono occupate del rifacimento e segnatura di tutta la sentieristica della Colmen. Nei giorni scorsi, al fine di agevolare chi ama correre in quello che molti hanno ribattezzato 'il regno dei cervi' abbiamo completamente segnalato il tracciato gara con fettucce e frecce direzionali in legno».     

Ad entrare nei dettagli tecnici, ci ha invece pensato l’ex azzurro di skyrunning Giovanni Tacchini: «Partenza e arrivo saranno alla Colonia di Morbegno, ovvero nell’area verde a due passi dall’Adda e dal Ponte di Ganda che è uno dei simboli storici della città. La prima parte del trail prevede una salita lungo una facile strada asfaltata (circa 250m dislivello), fino a raggiungere la frazione di Santa Croce. Da qui comincia un veloce saliscendi molto panoramico che precede la discesa verso Campovico».       

Lasciato asfalto e ciottolato, si entra a tutti gli effetti nella “Montagna Magica” percorrendo i numerosi sentieri rimessi a nuovo dai ragazzi dell’associazione Colmen: «Vicino alla chiesetta dei Torchi Bianchi si sale per altri 250m, per poi tornare a perdere quota grazie ad una tecnica discesa che porta all’abitato di Paniga». Breve tratto pianeggiante, che permette di sciogliere le gambe in vista della parte clou: «Da Desco parte il nuovo sentiero che porta alla cima della "montagna magica" (dislivello positivo 700m circa). Lasciata alle spalle una breve rampa, il sentiero sale regolare girando attorno alla Colmen sino a prendere quello di cresta che porta alla cima (916m slm)».
Attraversati i caratteristici laghetti, ora ancora ricoperti di ghiaccio, si scende verso Dazio per l’ultima breve ascesa  (70m dislivello): «Sopra Cerido, inizia la  tecnica discesa che ci riporterà sulla strada panoramica percorsa all'andata e al ripido sentierino finale che precede l’arrivo».      

Tirando le somme, Bongio ha concluso: «Il tracciato è corribile, muscolare e panoramico. Lo abbiamo volutamente scelto non troppo lungo per dare a tutti la possibilità di prendervi parte e godere di uno scenario che in periodo primaverile è fantastico; con scorci sul vicino lago di Como e sulle montagne innevate della Valmasino. Il tutto con costo low e tanta passione».                     


Domenica parte la Sultan Marathon des Sables

Ski-alper presente con un inviato sul campo

Ritorna la mitica Sultan Marathon des Sables e per la prima volta Ski-alper sarà presente all’evento con un suo inviato. Una gara a tappe nel deserto sahariano, in Marocco, che nel corso degli anni è diventato l’evento di endurance outdoor più mediatico al Mondo.  La gara per eccellenza nei deserti. L’intuizione fu di Patrick Bauer, all’epoca fotografo al seguito della Parigi-Dakar, che nel 1984 decise di percorrere in solitaria una tappa della nota gara automobilistica. E così fu, con uno zaino da 35 litri contenente acqua e cibo, percorse 350 km in 12 giorni in completa autonomia. Due anni dopo, nasceva ufficialmente la Marathon des Sables con 23 concorrenti al via. Nei vari anni, sono ormai 13.000 i concorrenti che hanno portato a termine la prova.

NUMERI DA 'NUMERI UNO' - In 28 anni, un susseguirsi di eventi che hanno portato la competizione ad avere numeri assolutamente unici: un’organizzazione composta da 500 persone, 100 veicoli, 4 quad bikes, 2 elicotteri, 1 aeroplano … e 4 dromedari. Uno staff sanitario composto da 52 medici e paramedici, e poi ancora, 120.000 litri d’acqua minerale al seguito, 270 tende berbere e 3.000 kg di attrezzatura medica (5 km di bende, 2.700 cerotti, 125 litri di disinfettante, 230 litri di flebo reidratanti, 100.000 compresse di sali minerali, 2.500 paia di guanti chirurgici). La copertura mediatica è garantita da 2 TV accreditate (Eurosport e TV5MONDE), 15 emittenti radiofonichee da decine di giornalisti e fotografi accredittai. E poi ancora, 340.000 visite della pagina internet durante i giorni della gara nell’ultima edizione, più di 680 articoli su oltre 100 riviste e quotidiani.  Il tutto, sotto l’alto patronato di Sua Maestà Re Mohammed VI.

I FAVORITI - Quest’anno, tra i 1.200 concorrenti provenienti da 45 nazioni, i favoriti della vigilia sono: Salameh Al Aqra – JOR (1° 2012, 2° 2008 e 2010, 3° 2009 e 2011), Mohamad Ahansal – MAR (4 volte vincitore e 9 volte secondo), Rachid El Morabity – MAR (1° 2011), gli europei Christophe Le Saux – FRA (6° 2012), Anton Vencelj – SLO (4° 2010, 8° 2012), Vincent Delebarre – FRA (9° 2005) e gli italiani Marco Olmo (più volte nei top 10) e Antonio Filippo Salaris (7° nel 2012) capitanati dal mitico Paolo Zubani, con 25 edizioni al proprio attivo. Tra le donne, Lorence Klein – FRA (1° 2007, 2011 e 2012), Meryem Khali – MAR (2° 2012), Simone Kayser – LUX (3 vittorie) e Megan Hicks – USA (2° 2009).

In totale 6 tappe in 7 giorni, per 223 km complessivi in completa autosufficienza alimentare. Prima tappa domenica 7 aprile di 37,2 km. Ogni giorno, resoconti e aggiornamenti live dal nostro inviato Paolo Secco, già finisher della Sultan Marathon des Sables nel 2010.
 


Verso l'International Trail Running Association

Costituiti cinque gruppi di lavoro che daranno vita all'organismo

La prima pietra è stata posta il 3 settembre a Courmayeur, con la prima conferenza internazionale del trail running, alla quale hanno aderito 150 persone da 18 diversi Paesi. Una specie di 'Stati Generali' del trail running, una tavola rotonda dalla quale sono nati cinque gruppi di lavoro ai quali partecipano 50 'players' del settore e che, da poco costituiti, hanno lavorato per due mesi tramite dei forum privati (www.trail-running-association.org) su cinque temi ben definiti: definizione di trail, carta etica, management degli atleti di alto livello, politica della salute e anti-doping, international ranking. Il prossimo step è la creazione della International Trail Running Association, che avverrà in primavera. Sul sito trail-running-association.org è stato anche creato un forum aperto a tutti .
 


1 settembre 2013: torna la Maga Skymarathon

Si correra' nuovamente sul percorso originale

Torna la bellissima Skymarathon orobica, la grande cavalcata di quattro delle più rinomate cime del territorio bergamasco.
Un percorso di circa 40 km per un dislivello in salita di 3.000. La prova tocca le quattro maggiori cime orobiche che delimitano la val Serina e che si affacciano sul comune di Oltre il Colle (BG), dando origine al nome della manifestazione: Menna, Arera, Grem e Alben. (M.A.G.A).

La Mezza Maratona, accessibile anche agli appassionati meno allenati, ha uno sviluppo di circa 23 km e attraversa anch’essa le quattro montagne; ma per la maggior parte il  percorso si mantiene ad una quota più bassa, toccando unicamente la cima del Monte Grem di 2049 m.
Qui di seguito i link del sito (in fase di sviluppo ma già contenente le prime notizie):   www.magaskymarathon.it  


All’Electric Trail sfida tra i Brunod

Vittoria di Dennis davanti a Bruno

 Si è svolto domenica scorsa a Point St. Martin (AO) l’Electric Trail, corsa di 30 km, 2.500 m D+ e quota massima raggiunta a 940 m. Circa 160 i concorrenti al via che hanno affrontato il maltempo con pioggia presente per quasi tutta la durata della manifestazione e terreno in molti tatti fangoso. Vittoria di Dennis Brunod in 3h11’46’’ su Bruno Brunod in 3h23’41’’ e Maurizio Fenogllio in 3h23’41’’. Per Dennis, ennesima vittoria ancora nel vivo della stagione di ski alp,  per Bruno, a meno di un anno dal suo ritorno alle gare, una grande prova nonostante un errore di percorso. Per lui si avvicina il momento tanto atteso da tutti gli appassionati, dell’ennesima vittoria in carriera. Tra le donne, vittoria di Sonia Glarey in 4h04’44’’ davanti a Cecilia Mora in 4h14’57’’ e Iva Borghesio in 4h36’05’’. In programma anche una distanza più corta di 19 km dove la vittoria è andata a Enzo Mersi (Atletica Monte Rosa)m in 1h50’14’’ e a Enrica Perico in 2h15’17’’. Da segnalare la prestazione di Valetudo Skyrunning che, oltre al terzo posto di Fenioglio e al secondo di Mora e quarto di Pavan, ha piazzato anche Mauro Toniolo all'ottavo posto.

CLASSIFICA MASCHILE
1 Dennis Brunod (Mont Avic) 3h11’46’’
2 Bruno Brunod (Forte di Bard) 3h23’41’’
3 Maurizio Fenoglio (Valetudo Skyrunning Italia) 3h31’18’’
4 Diego Vuillermoz (Point Saint Martin) 3h33’35’’
5 Jarno Venturini (Team Tecnica) 3h39’45’’

CLASSIFICA FEMMINILE
1 Sonia Glarey (Lafuma Team Italia- Point Saint Martin) 4h04'44''
2 Cecilia Mora (Valetudo Skyrunning Italia) 4h14'57''          
3 Iva Borgesio 4:36:05
4 Marina Plavan (Valetudo Skyrunning Italia) 4h46'08''
5 Ester Callegari (Calvesi) 5h01'49''   


A Bringer e Dewalle la vittoria al Ventoux

Oltre 1200 partecipanti alla gara francese

Ennesimo grande successo per il Trail du Ventoux, giunto ormai alla sua undicesima edizione. Anche nella zona di Bedoin, in Provenza. Il meteo avverso non ha risparmiato gli oltre 1.200 partecipanti all’evento di domenica scorsa. Per motivi di sicurezza, a causa di numerosi tratti ghiacciati, gli organizzatori sono stati costretti ad accorciare il percorso di qualche km e non si è quindi potuto transitare in vetta al Mont Ventoux. In definitiva, 44 km e 2.400 m D+. In campo maschile, una gara molto combattuta fin dalle prime battute e con I primi 4 classificati con un distacco complessivo di soli 2’07’’. La vittoria finale è andata a Patrick Bringer che ha preceduto di 43’’ Michel Lanne e di 1’06’’ Clement Petit. Lo scorso anno, su un percorso di 46 km, vinse l’inglese Andy Symonds con uno strepitoso 3h59’18’’. Tra le donne, vittoria incontrastata di Christelle Dewalle con oltre mezz’ora di vantaggio su Maud Combarieu e Sandra Martin. Sorprende la performance di Christelle Dewalle che passa con estrema disinvoltura dal record del mondo di Vertical in 36’38’’ (Fully 2012) alla vittoria in una delle più importanti classiche francesi.

CLASSIFICA MASCHILE
1 Patrick Bringer (Sigvaris) 3h55’20’’
2 Michel Lanne (Salomon) 3h56’03’’
3 Clement Petit Jean (Altecsport) 3h56’26’’
4 Maxime Durand (Inov 8) 3h57’27’’
5 Thomas Lorblanchet (Asics) 4h01’17’’

CLASSIFICA FEMMINILE
1 Christelle Dewalle 4h34’03’’
2 Maud Combarieu 5h08’44’’
3 Sandra Martin 5h10’08’’
4 Josiane Piccolet 5h27’29’’
5 Celia Trevisan 5h45’28’’  


La Maremontana 25 km a Danilo Lanternino e Lara Mustat

Anche nella 25 km il maltempo non ha dato tregua

 Anche per la distanza più corta della Maremontana, il maltempo non ha dato tregua ai partecipanti che hanno dovuto affrontare i 25 km e i 1.350 m D+ accompagnati da pioggia, neve in quota e vento su tutto il percorso. A complicare il tutto, numerosi traversi nel bosco e altrettante discese con molto fango presente. Al termine della prova sono stati 195 gli atleti classificati e 27 quelli tra i ritirati o fermati dall’organizzazione. Come da pronostici, i favoriti della vigilia si sono dati battaglia fin dalle prime battute. A metà percorso, nei pressi del rifugio pian delle Bosse, conducevano Danilo Lanternino e Alberto Ghisellini seguiti a poco più di un minuto da Simone Peyracchia, Giulio Ornati, Gianluca Cola, Calogero Ingrassia e Marco Zanchi. Tra le donne, Lara Mustat seguita da Lisa Borzani, Francesca di Nicola e Isabella Lucchini. Ha vinto la prova Danilo Lanternino, con il tempo finale di 2h28’28’’ che a detta di chi è riuscito a correrci al fianco per qualche km, ha sempre tenuto sotto controllo la situazione, dando l’impressione di non forzare il ritmo in modo particolare. Dietro di lui, Giulio Ornati con un distacco di 1’23’’ e Simone Peyracchia con 5’16’’. Tra le donne, Laura Mustat porta a casa una bella vittoria con il tempo finale 3h22’08’’ seguita, a pari merito, da Francesca Di Nicola e Isabella Lucchini in 3h25’14’’. Lisa Borzani cede invece alle avverse condizioni ambientali e deve accontentarsi della quarta posizione.

CLASSIFICA MASCHILE
1 Danilo Lanternino (Lafuma Team Italia - Valle Varaita) 2h28’28’’
2 Giulio Ornati (Team Salomon Agisko) 2h29’51’’
3 Simone Peyracchia (Podistica Valle Varaita) 2h33’44’’
4 Claudio Chiarini (IZ Sky Racing) 2h40’56’’
5 Marco Zanchi (IZ Sky Racing) 2h41’30’’

CLASSIFICA FEMMINILE
1 Lara Mustat (Calcestruzzi Corradini) 3h22’08’’
2 Francesca di Nicola (Podistica Valle Grana) 3h25’14’’
2 Isabella Lucchini (Lupatotina) 3h25’14’’
4 Lisa Borzani (Amatori Atletica Chirignago) 3h28’06’’
5 Vera Mazzarello (Ovadese Trail Team) 3h42’19’’ 


Maremontana, oltre la tragedia

Cronaca della gara nella quale ha perso la vita Paolo Ponzo

I numeri finali della quarta edizione della Maremontana la dicono lunga su quanto abbiano dovuto sopportare i concorrenti in gara a seguito delle avverse condizioni meteo: 67 concorrenti giunti al traguardo e 152 ritirati. Difficile scrivere quanto è stato vissuto nelle oltre cinque ore di gara nell’entroterra ligure sopra l’abitato di Loano (Sv) in considerazione del tragico epilogo che ha avuto la manifestazione, con la morte di Paolo Ponzo. Ci limitiamo a riportare la cronaca delle prime posizioni nei vari punti di controllo cronometrico.

Ore 7:30 - Loano (Sv). Cielo coperto e temperatura intorno agli 8 C°. Gli oltre 200 concorrenti partono affrontando un breve tratto sulla sabbia della spiaggia per poi transitare nel centro storico del paese preceduti dalla motocicletta degli organizzatori che regola l’andatura del primo km e mezzo.

Ore 8:41 - Pian delle Bosse (12,5 km). Inizia a piovere e, a quote relativamente basse, gli atleti incontrano i primi fiocchi di neve, il tutto accompagnato da vento costante. Al primo rilevamento cronometrico transita in testa l’ungherese Csaba Nemeth, uno dei favoriti della vigilia per la vittoria finale, con il tempo di 1h1106’’. A 2’30’’ Stefano Trisconi, Matteo Pigoni e Daniele Fornoni a 4’30’’. Nel gruppo dei primi dieci, Andrea Calcinati (5°), Luca Ponti (6°), Filippo Canetta (7°), Fabrizio Roux (8°), Sergio Vallosio (9°) e Davide Ansaldo 10°. La prima donna, l’americana Stevie Kremer è in terza posizione assoluta con il tempo di 1h14’57’’ e dietro di lei Rosanna Tavana ha un ritardo di 18’ e la terza in classifica, Patrizia Pensa, di 20’.

Ore 10:15 - Giogo di Toirano (25 km) - Csaba Nemth mantiene il comando della corsa con il tempo di transito di 2h45’11’’. Dopo 20’’ transita Stefano Trisconi, Matteo Pigoni dopo 4’ e Daniele Fornoni dopo 4’30’’. Da questo punto della gara, complice il freddo e il terreno reso difficile dal fango e da uno strato di neve fino a 40 cm, molti atleti si ritirano dalla competizione, alcuni a dir poco stremati e con evidenti segni di ipotermia. Tra questi, nelle prime posizioni, Fabrizio Roux, Davide Ansaldo e successivamente Matteo Pigoni e Daniele Fornoni. Rimangono in gara Sergio Vallosio, che raggiunge la quinta posizione e Filippo Canetta in sesta.  In quinta posizione assoluta mantiene il controllo della gara femminile Stevie Kremer con il tempo di 2h51’51’’. Dietro di lei, Patriza Pensa in 3h40’04’’ e Virginia Oliveri in 3h54’58’’. Anche per la Oliveri in seguito ritiro inevitabile per le difficili condizioni meteo. A poco più di metà gara, come da grafico, su tutti emergono la rimonta di Sergio Vallosio, il vistoso calo di Csaba Nemeth e la tenuta di Stevie Kremer.

Ore 11:47 - Matonna del Monte Croce (37 km). Dopo i numerosi ritiri rimangono in gara soltanto 70 concorrenti. Le prime tre posizioni assolute vedono transitare primo Stefano Trisconi in 4h17’18’’, seconda Stevie Kremer in 4h19’23’’ e terzo Sergio Vallosio in 4h19’48’’. Dietro di loro, a 9’ Csaba Nemth , a 10’ Filippo Canetta, a 21’ Nicola Bassi e a 22’ Ivan Camperi e Massimo Tagliaferri. Oltre alla Kremer, nessun’altra donna raggiunge il punto di controllo e per lei la sfida vera è quella per la classifica assoluta.

Ore 12:33 - Toirano (47 km). Un finale di gara con gli ennesimi capovolgimenti della giornata. Taglia per primo il traguardo Sergio Vallosio con il tempo finale di 5h03’55’’ e dopo 4’13’’ giunge l’americana Stevie Kremer per un secondo posto assoluto che entra di diritto nella storia italiana della disciplina. Secondo uomo Stefano Trisconi in 5h08’43’’ e terzo l’ungherese Csaba Nemeth in 5h27’26’’. Per la Kremer, nuovo record della corsa con 40’ di vantaggio dal 5h48’04’’ fatto segnare lo scorso anno dalla vincitrice Cinzia Bertasa. Seguono in classifica, Ivan Camperi, Filippo Canetta, Nicola Bassi, Massimo Tagliaferri, Giovanni Zorn e Fabio Pozza.

Ore 13:00 - Toirano. Nel tendone dove è stato allestito il pasta party, si susseguono voci circa l’interruzione della gara e incominciano ad arrivare le testimonianze degli atleti in gara inerenti alle difficili condizioni meteo trovate lungo il percorso. Solo più tardi, si saprà di alcuni concorrenti ricoverati assistiti per principi di ipotermia, altri ricoverati in ospedale e del terribile decesso di Paolo Ponzo, 41 anni, avvenuto nell’ospedale Santa Corona ieri sera intorno alle ore 21:30. 

CLASSIFICA ASSOLUTA

Sergio Vallosio (Team Salomon Agisko) 5h03’55’’
Stevie Kremer – USA - prima donna  (Team Salomon Agisko) 5h08’08’’
Stefano Trisconi (AS Castiglioni)
Csama Nemeth – HUN (Mammut Pro Team) 5h27’26’’
Ivan Camperi (Podistica Valle Grana) 5h29’06’’
Filippo Canetta (Team Salomon Agisko) 5h30’05’’
Nicola Bassi (Team Vibram) 5h31’44’’
Massimo Tagliaferri (Team Salomon Agisko) 5h34’17’’
Giovanni Zorn (KUTT) 5h38’52’’
Fabio Pozza (Cuore da Sportivo) 5h41’33’’