Kilian e Luis Alberto, vittoria a due
Giornata triste per Hernando che corre 80 km con il lutto
La dinamica della Trans d’Havet era facilmente prevedibile. Il compagno di viaggio odierno di Kilian non poteva che essere il connazionale Luis Alberto Hernando. Ci si aspettava anche una grande prestazione del giovane tedesco Philipp Reiter, già terzo a metà luglio all’Ice Trail Tarentaise, ma è stato costretto al ritiro a seguito di un taglio procuratosi dopo una caduta.
LA TRAGICA NOTIZIA - A pochi minuti dalla partenza, Luis Alberto ha ricevuto una tragica notizia, ovvero la scomparsa di una ragazza a lui molto legata, in passato anche sentimentalmente, durante un’arrampicata. A Camporosso, a metà gara, un pianto liberatorio con i membri della sua assistenza ha commosso tutto il pubblico presente. Si sono comunque dati battaglia in alcuni punti del percorso e, soprattutto, non hanno mai concesso nessuna possibilità agli altri. A un chilometro dall’arrivo, sul tratto asfaltato, la notizia che erano ancora insieme e per tutti l’arrivo insieme è stato non solo ipotizzato ma anche considerato quale logico e doveroso epilogo di una giornata così particolare.
STRAPPO AL REGOLAMENTO - Per il regolamento ISF, vittoria e titolo andrebbero a Kilian perché più giovane, ma tutti ricorderemo la Trans D’Havet come una vittoria a due. Su decisione della ISF (International Skyrunning Federation), in deroga al regolamento, la vittoria viene data ex-aequo ai due atleti. Terzo classificato, medaglia di bronzo, l'ungherese Csaba Nemeth, autore di una prova di assoluto valore e sempre a ridosso dei primi. Il suo tempo finale, 9h43'25''.
NUOVO RECORD - Kilian e Luis Alberto migliorano di quasi due ore il precedente record della corsa, ottenuto lo scorso anno da Daniele Palladino in 10h58’44’’. Per loro il crono si è fermato a 8h59’47’’.
TOP UOMINI
1. Luis Alberto Hernando (ESP) 8h59.47''
1. Kilian Jornet (ESP) 8h59.47
3. Csaba Nemeth (HUN) 9h43.25
4. Patrick Bohard (FRA) 9h55.23
Europei, anche la Ultra alla Forsberg
Dopo la SkyRace, per la svedese un altro oro
Il risultato non era scontato alla vigilia e non lo è stato per quasi tutta la gara. Emelie Forsberg si laurea Campionessa Europea nell’Ultra dopo un testa a testa con la spagnola Nuria Picas che ha costituito il vero leitmotiv di questa Trans d’Havet. Nella prima parte di gara si sono marcate a vista, con la svedese che ha mantenuto un vantaggio pressochè costante di meno di due minuti. Da metà gara, hanno poi corso appaiate e al ristoro di Campogrosso (48 km), si sono addirittura aspettate a vicenda, consapevoli che si sarebbero giocate la vittoria finale solo negli ultimi km.
TEMPI IMPROPONIBILI - Emilie ha vinto con un tempo finale che ha dell’improponibile rispetto a quello fatto registrare nella precedente edizione; 10h21’32’’ contro le 11h44’45’’ di Francesca Canepa. Per Nuria, 11 minuti di distacco che significano una crisi nella parte finale del percorso, forse dovuta al caldo o più realisticamente al ritmo tenuto dalla svedese.
L’ITALIA MANCA IL PODIO - Terza per tutta la prima parte di gara, l’italiana Federica Boifava chiude quinta tra le donne con il tempo finale di 11h12’53’’. Davanti a lei, le spagnole Uxue Fraile e Nuria Dominquez per un podio che parla interamente spagnolo. Per la Boifava, un terzo posto mancato di 38’ accusati nella parte finale di gara.
SPAGNA CAMPIONE D’EUROPA - Alla luce dei risultati conseguiti nelle due precedenti prove, il Vertical e la SkyRace di Canazei, e dopo le cinque medaglie di oggi, la Spagna domina questi Campionati Europei, i primi nella storia ad aver contemplato le tre discipline. Per l’Italia, un grandissimo argento e con ottimi risultati nell’ultra anche se non ancora paragonabili a quelli conseguiti nel Vertical e nella Skyrace. Per gli azzurri, un primo e importante confronto a livello internazionale che fa ben sperare per il futuro.
TOP DONNE
1. Emelie Forsberg (SWE) 10h21.32
2. Nuria Picas (ESP) 10h33.34
3. Uxue Fraile (ESP) 10h34’20’’
4. Nuria Dominquez (ESP) 19h38’19’’
5. Federica Boifava (ITA) 11h22’53’’
Trans d'Havet, le dichiarazioni post gara
Kilian: 'Non aveva senso sprintare'
Kilian Jornet: «Sono contento. Non mi aspettavo una gara simile. Il tracciato era tecnico e spettacolare, specialmente il tratto nelle gallerie era a dir poco suggestivo. L’arrivo? Dopo avere corso 80 km spalla a spalla non aveva senso sprintare all’arrivo… giusto così».
Emelie Forsberg: «Bellissima. La TDH è un trail sicuramente diverso da quelli a cui sono abituata, ma mi è piaciuta moltissimo. Specialmente nelle parti in quota, davvero panoramiche».
Marino Giacometti, presidente ISF: «Il bilancio di questo campionato europeo è sicuramente positivo e la TDH è stata la degna chiusura di questa settimana continentale che ci è servita da test e lancio per i Mondiali 2014 di Chamonix. La formula open è promossa con numeri importanti e atleti provenienti da ben 24 differenti nazioni. Nel medagliere, alla luce degli odierni responsi, abbiamo Spagna al comando su Italia e Francia».
Enrico Pollini, presidente Ultrabericus Team: «Non poteva andare meglio. I volontari hanno fatto un lavoro encomiabile per dare il maggiore risalto possibile a un tracciato che sapevamo essere tecnico, spettacolare, duro e ricco di storia. A tutti loro vanno i miei più sinceri complimenti. La cosa più bella? I giudizi ottenuti dai concorrenti… Ci hanno ripagato di mesi di sacrifici e duro lavoro».
Südtirol Ultrarace, stasera il via da Bolzano
121 km, con un dislivello di 7069 metri
Saranno 269 gli atleti che prenderanno parte alla prima edizione della Südtirol Ultrarace. La gara scatterà venerdì 26 luglio, alle ore 22, e porterà i concorrenti a percorrere un tracciato di 121 km, con un dislivello di 7069 metri, tra i Monti Sarentini. In campo maschile i favoriti della vigilia sono il tedesco Matthias Dippacher, lo spagnolo Lucas Boix e l’aostano Giancarlo Annovazzi. Non ci sarà, invece, a causa di un infortunio, il miglior interprete della disciplina a livello locale, vale a dire Ulrich Gross, di Sarentino. Nella gara rosa, invece, i favori del pronostico riguardano Lisa Borzani, Patrizia Pensa, Annemarie Gross (che gioca in casa e conosce il percorso di gara come le sue tasche) e Irene Senfter.
Il PERCORSO - La Südtirol Ultrarace, scatterà la sera del 26 luglio: il via sarà dato alle ore 22 dalla piazza centrale del capoluogo altoatesino, ossia piazza Walther. Da Bolzano gli atleti punteranno verso il Renon, quindi, attraverso la Sarner Scharte (Forcella Sarentina), raggiungeranno la Latzfonser Kreuz (Croce di Lazfons), il luogo di pellegrinaggio più alto d’Europa. La corsa proseguirà poi passando per la Flaggerschartenhütte (malga della Forcella di Vallàga) fino a Passo Pennes. A questo punto gli atleti avranno percorso 60 km, la metà del tracciato: qui, per coloro i quali prenderanno parte alla prova in team (è possibile infatti gareggiare in squadre di due), ci sarà il momento del cambio. La corsa proseguirà lungo una serie di stretti sentieri e ripidi saliscendi, che metteranno a dura prova la tenuta dei concorrenti: si attraverserà il Gerölljoch (Giogo di Frane) fino a Oberberg (Cima di Sopramonte), Unterberg (Cima di Sottomonte) Alpler Nieder e Hirzer Hütte (Rifugio di Punta Cervina). Poi ci si dirigerà verso il punto più alto della gara, Obere Scharte (Giogo piatto) - 2.698 metri - sotto l’ Hirzer (Punta Cervina), che, con i suoi 2.781 metri, è la montagna più alta delle Alpi Sarentine. Il tracciato proporrà ancora una lunga salita, dal Kratzberger See (Lago San Pancrazio) fino al Mittager (Monte Catino) e poi procederà un po' meno estremo, passando per gli Stoanernen Mandln (Omini di sasso), il Giogo di San Genesio fino al paese di San Genesio. Infine una rapida discesa fino al traguardo di Bolzano, sui prati del Talvera. Qui avverrà anche la premiazione, in programma domenica 28 luglio alle ore 13.
In 400 alla Eco Trail Parco Sasso Simone e Simoncello
Vittoria di Giuseppe Del Priore e Samantha Graffiedi
A Villagrande di Montecopiolo domenica scorsa si è disputata la settima edizione della Eco Trail Running. Oltre 400 gli atleti presenti sui 'sentieri del lupo' nel Parco Sasso Simone Simoncello per una mezza maratona con quota massima ai 1415 metri dell’Eremo di Monte Carpegna. Prima del via è stato osservato un minuto di raccoglimento per ricordare il maratoneta forlivese Fausto Gramellini, prematuramente scomparso nei giorni scorsi. Vittoria di Giuseppe Del Priore che ha 'firmato' il nuovo record della gara in 1h 31’ 53” davanti a Alberto Felloni in 1h 37’ 07” ed Enrico Benedetti in 1h 37’ 13”; in campo femminile a segno Samantha Graffiedi in 2h 00’ 52” su Rita Gabellini in 2h 02’ 40” ed Eletta Pellei in 2h 08’ 40”. Nella Eco Trail Fest di sabato sulla distanza di 8,6 chilometri affermazioni di Lorenzo Vergni in 33’ 54” e Luana Leardini in 42’02”.
VDA Trailers, novita' in arrivo
Nel 2014 torna il Gran Trail di Valdigne
A poco più di dieci giorni dalla conclusione del primo Gran Trail di Courmayeur, la società sportiva Valle d’Aosta Trailers annuncia il ritorno di un altro grande trail nel 2014: il Gran Trail di Valdigne, quest’anno sospeso temporaneamente. «Grazie all’accordo siglato con le cinque amministrazioni della Valdigne, insieme agli enti coinvolti e alle associazioni dei volontari del territorio, siamo già al lavoro per preparare al meglio la settima edizione della gara che si disputerà il 12 e 13 luglio 2014», afferma Alessandra Nicoletti, presidente di VDA Trailers.
GRAN TRAIL COURMAYEUR - Il Gran Trail Courmayeur, verrà quindi riproposto nel 2014 ma posticipato nel fine settimana del 2 e 3 agosto, evitando così la sovrapposizione con le altre manifestazioni organizzate dalla VDA Trailers e garantendo così una migliore calendarizzazione lungo tutta la stagione. Inoltre, la seconda edizione del Gran Trail Courmayeur proporrà importanti e spettacolari novità con l’obiettivo di attrarre sempre più corridori e soprattutto promuovere il territorio con una partecipazione internazionale ed extra valdostana. Dopo otto anni di attività, la società sportiva VDA Trailers si conferma una realtà internazionale nel mondo del Trail running. La prima edizione del Gran Trail Courmayeur è stata molto apprezzata dai partecipanti per l’innovativo percorso ai piedi del Monte Bianco
LE ALTRE GARE DEL 2013 - Per il 2013 il programma di gare organizzate da VDA Trailers prevede l’UTMB (il Tour del Monte Bianco) alla fine di agosto e l’attesissimo 4° Tor des Géants, in programma dall’8 al 15 settembre. A chiudere la stagione l’ormai celebre gara goliardica dell’Arrancabirra, il 6 ottobre.
Un trail autogestito per aiutare chi ha bisogno
Anche Cinzia Bertasa nelle Orobie per battere la sindrome di Lesch-Nyan
Correre per aiutare gli altri. È questa la nobile causa di un gruppo di runner del quale fanno parte, tra gli altri, Marco Zanchi e Cinzia Bertasa. Proprio per sensibilizzare sull'argomento, domenica, con partenza a mezzanotte da Valcanale, in provincia di Bergamo, correranno 86 km e 5000 m D+ arrivando alla Presolana, sullo stesso percorso dove nel 2005 Mario Poletti ha infranto un record. «Non corriamo per battere il suo record, anche perché saremo in sette e l'idea è di farcela in 12-14 ore - dice Cinzia Bertasa - ma per sensibilizzare su una malattia rara, la sindrome di Lesch-Nyhan, che in Italia colpisce solo una ventina di persone». Al trail autogestito parteciperanno anche, tra gli altri, Roberto Beretta (quest'anno ben piazzato alla Ronda dels Cims) e Davide Ferrara. A ogni rifugio i runner cambieranno maglietta, quella dei team che partecipano all'evento e che hanno raccolto fondi per la malattia rara (Trail Running Brescia, IZ Racig, Tecnica Trail Team, Podisti Lombardi) e termineranno con la maglietta dell'associazione per la lotta alla sindrome di Lesch-Nyhan. Ma come sono stati raccolti i fondi? «Con gli avanzi delle collette per le cene e le grigliate che organizziamo o con le quote che avanzano dalla colletta per pagare gli spogliatoi del campo sportivo di Montevecchia (Lc), dove ci ritroviamo tutti i mercoledì per correre. In qualche mese riusciamo a raccogliere anche 800-1000 euro» conclude Cinzia. Per informazioni sulla sindrome e su come donare soldi: www. lesch-nyan.eu/it
SpeedGoat, Francesca Canepa cerca il primato in coppa
L’italiana impegnata domenica negli Stati Uniti
Mentre domani in Italia andrà in scena il Campionato Europeo Ultra con la Trans D’Havet, negli Stati Uniti domenica ritorna la Coppa del Mondo Skyrunning con la Speedgoat, nello Utah, quarta e penultima prova stagionale del circuito Ultra.
TUTTI I BIG AMERICANI - Quella che si ipotizzava essere una gara di secondo piano per la concomitanza dell’Europeo, si è invece di fatto trasformata in una sorta di campionato americano di ultra distanza. Saranno infatti presenti al via quasi tutti i più forti atleti americani del momento. Tra di loro, il talento Sage Canaday, già terzo quest’anno alla Transvulcania, e i due avversari più accreditati del momento, Timothy Olson, reduce dalla seconda vittoria consecutiva alla Western States e quarto alla Transvulcania, e Cameron Clayton, settimo alla Transvulcania e lo scorso anno terzo alla TNF Challenge di San Francisco. Ma la lista dei big non finisce qui. Saranno presenti anche Anton Krupicka, anche se con poche gare nelle gambe e con il suo progetto Nolan 14 che non è andato a buon fine, Max King, già campione del Mondo di Corsa in Montagna, quest’anno terzo alla Lake Sonoma 50 mile e lo scorso anno vincitore della JFK 50 mile, e Jorge Maravilla, quest’anno 2° alla TNF 100 China, 4° alla Lake Sonoma 50 miles e lo scorso anno 3° alla Uroc 100 elite. Tra gli europei, c’è grande attesa per il francese Thierry Breuil, recentemente 5° al Campionato del Mondo IAU in Galles.
LA CANEPA VERSO IL PRIMATO - In campo femminile, dopo la vittoria alla Ronda dels Cims e il terzo posto all’Ice Trail Tarentaise, le attenzioni della vigilia sono tutte per l’italiana Francesca Canepa che domenica ha l’occasione per portarsi in testa alla classifica generale del circuito. Solo 22 punti, infatti, la separano dalla svedese Emelie Forsberg che sarà impegnata alla Trans D’Havet. Per raggiungere questo storico risultato, le basta un quindicesimo posto alla Speedgoat. In caso di vittoria, invece, per la Canepa vorrebbe dire almeno un secondo posto finale in Coppa del Mondo perché la francese Emilie Lecomte e l’ucraina Olga Mankò, assenti alla SpeedGoat, anche se partecipassero alla Uroc e la vincessero, e anche considerrando la maggiorazione del 20% per la finalissima, non potrebbero pià raggiungere gli ipotetici 278 punti dell’italiana. Domenica Francesca dovrà vedersela, tra le altre, con l’australiana Ruby Muir, vincitrice quest’anno della Tarawera Ultramarathon, con l’americana Kerrie Bruxvoort, lo scorso anno seconda proprio alla Speedgoat, e con la spagnola Emma Roca, lo scorso anno terza all’UTMB dietro di lei.
LA GARA - La SpeedGoat ha uno sviluppo di 50 km e un dislivello positivo di 3.360 metri. E’ una gara che prevede passaggi in quota, con punto culminante a 3.600 metri e tre colli oltre i 3.400 metri di quota. Lo scorso anno, tra gli uomini vinse Kilian Jornet in 5h14’00’’ ma fu poi retrocesso in classifica per la questione legata al taglio dei tornanti. Tra le donne s’impose invece la neozelandese Anna Frost in 6h26’23’’. La SpeadGot, inoltre, è una gara con un montepremi molto alto per la categoria, ai vincitori andranno infatti 3.000 $ e in caso di record a questi andranno aggiunti altri 2.000 $. E' poi previsto un ulteriore premio di 1.000 $ per il primo uomo e la prima donna che raggiungeranno la cima Hidden Peak.
Grandi nomi alla 5 Ponti di Bagolino
Il via domenica alle 9
Grande attesa a Bagolino, in Valsabbia (Bs) per la 5 Ponti, gara di corsa in montagna con 1000 metri di dislivello e 16 chilometri circa di lunghezza. Una gara panoramica, che fa il giro del borgo di Bagolino, uno dei più caratteristici delle Alpi. La partenza è prevista dal parco della Pineta alle ore 9 di domenica 28 luglio.
VAL SABBIA MOUNTAIN RUNNING CUP - La 5 Ponti sarà l'ultima tappa di questo bel circuito che comprende anche il Giro del Monte Zovo e Sù e Giù per i sentieri di Agnosine. In contemporanea anche la 'Mini' riservata ai bambini e ragazzi nati tra il 2006 e il 1998.
RAMBALDINI BIS? - Dopo la vittoria alla Blumon Marathon di domenica scorsa, dove ha messo in fila atleti del livello di Dennis Brunod e Franco Sancassani, il favorito numero uno è sicuramente Alessandro Rambaldini. Il forte atleta della vicina Lavenone, già vincitore della Maratona di Brescia e quest'anno terzo a Nasego dietro a Chevrier e Abate, dovrà vedersela però con tanti altri atleti di livello. Al via Dino Melzani, vincitore dell'ultima edizione, detentore del record e recente vincitore con record del Trofeo Ravasio di 56 km; Giovanni Paris, già secondo alla mezza maratona di Bergamo e di Bruxelles; Claudio Lombardi, quest'anno terzo al Mammut Trail e in preparazione per il Tor des Géants; Marco Zanoni, vincitore della Tre Santi Trail e della Su e Giu per i Sentieri di Agnosine. Da segnalare anche Cristian Badini che da sei anni domina la Scalata della Maddalena Master. Tra le donne riflettori puntati su Sara Bottarelli, convocata al raduno europeo della nazionale di corsa in montagna per il campionato europeo e campionessa italiana promesse corsa in montagna nel 2012 e seconda classificata alla 4000 Scalini Corri-Forte Torino e seconda al Memorial Marco Germanetto. In testa al ranking provvisorio della Mountain Running Cup c'è Lara Bonora, mentre tra gli uomini è davanti Juri Radoani. Per info: www.sportivabagolino.it
Laura Besseghini anche nell'UltraSkyMarathon?
Dopo lo skialp alla Trans d'Havet per provare un'esperienza nuova
La polivalente atleta valtellinese stava preparandosi a provare la lunga distanza, ma…
Laura, gira voce che parteciperai alla Trans d'Havet.
«La stavo preparando, ma ora mi trovo tranquilla al mare con il bimbo. Mi sono presa una bronchite e faccio fatica anche solo a respirare. Non so proprio se sarò alla partenza!»
Hai già esperienza di lunghe distanze nella corsa?
«No. Avevo corso a Zegama tre anni fa, ma l'avevo sottovalutata ed era stata massacrante. Questa volta invece vorrei provare per cambiare completamente, per provare a mettermi in gioco. Credo sia una esperienza 'di testa'. Non ho obbiettivi, non ho velleità. Però devo stare bene!»
Cosa hai fatto dopo la vittoria al Trofeo Mezzalama?
«…be', prima di tutto inquadriamo bene quella 'vittoria': siamo state molto fortunate! Come dici tu le gare a tre saranno fatte anche di queste cose, ma se avessero fatto la loro gara non ci sarebbe stata storia. Comunque poi ho vissuto di rendita per un mesetto. Ho partecipato a due gare di corsa in montagna: nella prima non sono andata bene; poi invece ho corso la ResegUp, dove ho vinto».
Su quale terreno ti trovi meglio?
«Sicuramente in salita, e più ripida è, meglio è. Alla ResegUp infatti la prima salita è 1600 metri secchi. Invece in discesa sono un po' imbranata ma per fortuna sono poche le donne forti in discesa…diciamo che sono nella media. Con gli sci invece in discesa vado meglio».
Oltre allo skialp e alla corsa tu arrampichi, vero?
«Sì, ma solo per divertimento. D'inverno si molla del tutto per troppo tempo mentre invece ci vuole molta continuità. Poi si ricomincia a livelli improponibili, e per me la falesia resta un passatempo…solo che non ho il tempo che servirebbe: c'è la famiglia, i ragazzi…e poi preferisco la montagna. Anzi, per questa estate avremmo in programma una bella cosa sul Bianco ma preferirei non parlarne per scaramanzia.Anche perché ci vogliono più giorni di tempo stabile».
Programmi dopo la Trans d'Havet?
«Non faccio mai programmi, sarebbe impossibile con la famiglia. Al limite mi piacerebbe finalmente riuscire a fare una bella Pierra Menta senza problemi. È la gara che preferisco di gran lunga, ma ogni volta abbiamo avuto qualche problema. E la PdG, ma senza velleità. Per farla. Comunque sarebbero solo con Raffaella, mi trovo troppo bene con lei!»
Un sogno chiamato trail
Il video della serata all'Alpstation di Schio
18 luglio, Alpstation Schio: si parla di trail con Francesca Canepa, Marco Zanchi, gli organizzatori del Tor des Géants, della Trans D'Havet... C'era anche Ski-alper ed ecco il video della serata... da non perdere!
Diego Salvador: dietro la Dolomites, passione e lavoro
Il dietro le quinte degli eventi in Val di Fassa
Dopo le prime due tappe del Campionato Europeo Skyrunning, abbiamo chiesto a Diego Salvador, presidente del Comitato Organizzatore della Dolomites SkyRace, di raccontarci cosa si nasconde dietro a un evento di portata internazionale come quello di Canazei. Una testimonianza diretta di quanto si è vissuto lo scorso fine settimana, la dimostrazione più evidente che, anche nell’ambito della corsa outdoor, il made in Italy, quello di qualità, eccelle ed è riconosciuto a livello internazionale. Sulla pagina Facebook Ski-alper, è stata inoltre caricata una gallery inerente as alcune fasi organizzative: Vertical Alba di Canazei - Organizzazione
Come e da chi è nata l’idea di organizzare la Dolomites? La Dolomites SkyRace nasce nel 1998 da un’idea di Diego Perathoner e Sergio Valentini, entrambi membri del Soccorso Alpino Val di Fassa e appassionati di montagna e fatiche.
Quante persone stanno dietro all’organizzazione delle due manifestazioni? Il comitato Organizzatore è composto da 7 persone. Poi, durante i giorni delle gare, con i volontari che ci aiutano arriviamo a 200/220 persone. Quando è nata la gara facevano tutto Diego e Sergio poi, man mano che è cresciuta, hanno coinvolto altre persone. Questo anche perché, di pari passo, sono aumentate la relativa burocrazia e le cose da organizzare.
Di queste, quante sono sui percorsi di gara? I percorsi vengono gestiti da Ivano Ploner che si avvale della collaborazione di altre persone per la manutenzione dei sentieri e per la tracciatura dei percorsi. Per quest’ultima, ci sono una quindicina di ragazzi che danno una mano, poi il giorno della gara, tra controlli e ristori lungo il percorso, i volontari arrivano a circa 100 unità.
Quanto tempo si dedica per l’organizzazione nel suo complesso? Praticamente tutto l’anno! Finita la gara, si organizza la serata di ringraziamento con tutti i volontari. Poi ci sono da pagare le fatture d’acquisto e da fare quelle per la liquidazione delle sponsorizzazioni. S’inizia quindi a contattare gli sponsor per la successiva edizione. Diciamo che per due/tre persone del Comitato la Dolomites dura 365 giorni!
Vi appoggiate a gruppi/enti locali? Durante i giorni di gara ci sono alcuni gruppi che ci danno una mano. I Vigili del Fuoco, per quello che riguarda il montaggio delle strutture per i pasti e la gestione di alcuni attraversamenti stradali, I Vigili Urbani e i Carabinieri, pe i coordinamenti del traffico in paese, il Cai-SAT per la manutenzione di alcuni sentieri e la gestione di alcuni ristori e l’Associazione Croce Bianca per il servizio sanitario. Poi ci sono dei cuochi e delle signore che gestiscono la distribuzione dei pasti. Un grande aiuto ci viene poi dato dalla società degli impianti di risalita per la sistemazione delle piste e per gli impianti di risalita al Ciampac (per il Vertical) e al Sass Pordoi (per la Dolomites). C’è una grande collaborazione anche da parte del Comitato Manifestazioni e dal comune di Canazei. Infine, ci sono tutti gli amici che non fanno la gara e che si rendono disponibili per ogni nostra richiesta.
A livello di budget, cosa comporta organizzare i due eventi? Anche se su molti forum girano voci e commenti che questi comitati fanno business, vi assicuro che se si vuole creare un evento a buon livello, a fine manifestazione avanza poco! Prima dell’evento si valuta la disponibilità finanziaria che si ha a disposizione e in funzione di questo si fanno le spese e investimenti. Quindi, se enti e istituzioni, oltre agli sponsor, sono generosi ci si può sbizzarrire, altrimenti si sta con i piedi per terra!
Avete degli sponsor? Penso che una manifestazione del genere senza l’aiuto degli sponsor sarebbe impossibile da organizzare. La Dolomites SkyRace per fortuna è un evento che piace e attira atleti e di conseguenza anche gli sponsor. Abbiamo la fortuna di avere sponsor prestigiosi come La Sportiva, Bailo, Suunto e Casserurali che da sempre ci sostengono e che ci hanno aiutato a far crescere l’evento.
Le quote iscrizione coprono i costi? No!!! O meglio, se si vogliono dare un certo tipo di ristori, pranzi e gadget, i 55 euro che chiediamo non li coprono.
Quanto incide il montepremi sul budget? Diciamo un bel po’.
Avete un ufficio stampa o lo demandate a terzi? Per anni ci siamo appoggiati a News Power, da tre anni ci cura il servizio Pegasomedia, entrambe di Trento.
Chi si occupa della gestione degli atleti elite? All’interno del Comitato c’è Paola che si occupa di questo. Tenere i contatti con i vari atleti che chiedono info durante tutto l’anno e i giorni prima della gara, trovare le sistemazioni alberghiere e occuparsi delle iscrizioni. Come da contratto con la Federazione (ISF), alcuni atleti sono a carico dell’organizzazione sia per quel che riguarda l’iscrizione alle gare sia per l’alloggio.
I principali punti positivi di questa edizione? In primis siamo stati fortunati a trovare due belle giornate di sole. Se il tempo è bello tutto è più facile. Altri punti a nostro favore, essere riusciti a far fare agli atleti il percorso originale. E avere tratti di neve llungo il percorso che hanno reso più suggestivo il tutto. Ciliegina sulla torta, il tunnel alla Forcella Pordoi!
Ci sono degli aspetti da migliorare? C’è sempre qualcosa da migliorare. Penso che se ogni anno riusciamo a dare o fare qualcosa di diverso gli atleti continueranno a venire a gareggiare da noi.
Cosa generano in termini di visibilità le due manifestazioni? Anche se molti albergatori o esercenti non credono nella Dolomites SkyRace, noi siamo sicuri che nei quattro giorni di gare portiamo a Canazei un bel po’ di gente. Poi penso che l’ufficio stampa e i vari siti internet del settore diano una buona visibilità al territorio stuzzicando la voglia di venire a visitare questi posti. Domenica, dopo la gara, è salito sul palco un concorrente che mi ha detto di aver visto su YouTube il video dell’edizione del 2012 e da li si è detto “questa gara la voglio fare”. Quindi, se ha visto il filmato avrà visto anche gli sponsor, le montagne e tutto quanto ne segue.
Per quale motivo ogni anno i migliori atleti partecipano alle vostre gare? Perché siamo bravi? Scherzo! Da un po’ di anni, la Federazione ci dà la possibilità di far parte del circuito internazionale. Questo fa si che i migliori atleti partecipino alle gare. Alle prime tre edizioni, che io ho fatto in qualità di atleta, c’erano un centinaio di concorrenti. Poi nel 2003, la gara è stata valida come prova del Campionato Italiano e gli atleti sono aumentati sia di numero che di qualità. Anche i migliori si mettono in gioco.
Qual è il rapporto/contributo con la ISF? La ISF ci dà la possibilità di far parte del circuito più prestigioso oltre che per i posti bellissimi che attraversano le gare, anche per il livello organizzativo dei due eventi.
E quello con le istituzioni? Forse noi siamo molto lavoratori e poco politici! Penso che la Regione, la Provincia, l’APT della Val di Fassa e anche il Comune di Canazei, si rendono conto dell’importanza dell’evento per la visibilità che diamo alla valle e al Trentino. A titolo d’esempio, in tre giorni il video della Dolomites SkyRace ha avuto 63.000 visite. Malgrado questo, ci sono eventi minori che sono patrocinati molto di più delle nostre gare.
Quali sono i vostri sponsor? Il nostro main sponsor è da sempre La Sportiva con la quale abbiamo ottimi rapporti di collaborazione. Oltre a La Sportiva, c’è anche Bailo. Tutte aziende trentine. Ci sono alcune importanti aziende che ci fanno la corte ma penso bisogna innanzitutto ringraziare chi ci ha aiutato quando eravamo piccoli e poi è giusto tifare per le aziende locali.
Quali sono le principali differenze organizzative, se ve ne sono, tra le gare estive e quelle invernali? Problematiche organizzative ve ne sono sia in estate che in inverno. Per esempio il meteo. La responsabilità bisogna assumersela in entrambi i casi. In inverno bisogna fare i conti con la neve, il pericolo valanghe se la gara è fuoripista. In estate con i temporali e la nebbia. In entrambe i casi, penso ci voglia passione e costanza, prendere spunto da altre organizzazioni per migliorarsi, non dare nulla per scontato e avere un pizzico di fortuna. Si lavora un anno intero per una manifestazione e se quel giorno il tempo è brutto si rischia di dover mandare tutti a casa.