Mathieu Brunod e Sonia Glarey trionfano ad Aymavilles

Mathieu Brunod e Sonia Glarey nella 35 km, Filippo Tirone e Gloriana Pellissier nella 25 hanno vinto la prima edizione del Grivola trail, disputato sabato sui sentieri del comune di Aymavilles, a pochi chilometri da Aosta. Una gara di alto livello tecnico, che ha regalato grande spettacolo agonistico e che ha riscosso gli applausi delle oltre 350 persone che hanno partecipato alle due prove agonistiche e alla passeggiata enogastronomica.
Nella 35 chilometri femminile, testa a testa fino alla Pointe de la Pierre tra Sonia Glarey e Francesca Canepa. Poi nella discesa finale la vincitrice dell’Ultra Trail du Mont Blanc non ha preso rischi e ha calato il ritmo; sul traguardo Glarey ha trionfato in 4 ore 42’22”, davanti a Canepa giunta in 4 ore 49’10”. Terzo gradino del podio per Anna Biasin in 5 ore 18’46”.
Mathieu Brunod ha invece vinto la gara maschile, dopo una partenza tranquilla e un allungo decisivo nel secondo tratto del percorso. Si è aggiudicato il trail in 4 ore 05’25”, davanti a Nadir Vuillermoz (4 ore 08’02”) e a Marco Béthaz (4 ore 10’08”), entrambi passati davanti a Denys Capponi, poi quarto e fuori dal podio.
Gara a senso unico nella 25 chilometri femminile, dove Gloriana Pellissier ha vinto in 2 ore 56’14”, con oltre dieci minuti di vantaggio su Katia Perratone (3 ore 33’21”). Terzo gradino del podio per Cristina Masoero in 3 ore 33’21”.
Incerta fino all’ultimo la prova maschile che si è decisa nell’ultima discesa. Thierry Brunier, che aveva scollinato per primo, è stato raggiunto e superato dal genovese Filippo Tirone che ha vinto in 2 ore 34’40”, proprio davanti al giovane podista valdostano Brunier (2 ore 35’26”). A completare il podio è stato Mattia Colella (2 ore 40’06”) che ha ormai in mano la vittoria del circuito Tour Trail Valle d’Aosta.


Anche Bruno Brunod e Francesca Canepa al Grivola Trail

La prima edizione del Grivola trail, in programma sabato 29 settembre, sta riscontrando grande curiosità da parte dei trailer. A poche ore dalla chiusura delle iscrizioni online sono quasi 350 i concorrenti che hanno richiesto un pettorale per una delle tre prove. Numeri che potrebbero aumentare e che vengono considerati già più che positivi dagli organizzatori della gara che si snoderà internamente sui sentieri del comune di Aymavilles.
Questa manifestazione, ideata dalla guida alpina Abele Blanc, è nata proprio con l’intento di far scoprire e valorizzare l’intero territorio poco distante da Aosta. Aymavilles, Pont D’Ael, Ozein, zone ricche di bellezze naturali, siti culturali e vigneti, arricchite dagli spettacolari colori dei paesaggi autunnali. Abele Blanc ha disegnato i tre percorsi con il cuore di chi fin da bambino ha vissuto questi luoghi.
Sono in programma due prove competitive con oltre 250 iscritti e una passeggiata enogastronomica che ha circa 100 adesioni. La 35 chilometri (3.000 metri di dislivello positivo) partirà da Aymavilles alle 8 di mattina e si snoderà lungo un percorso che prevede due salite, la seconda con un dislivello positivo di circa 2.000 metri. Dopo aver saltato gran parte della stagione per portare avanti il lavoro, tornerà a correre la leggenda Bruno Brunod, così come sarà presente il figlio Mathieu. Al maschile pettorale anche per Diego Vuillermoz e Marco Béthaz.
Nella gara femminile figura il prestigioso nome di Francesca Canepa, prima italiana in grado di vincere l’Ultra Trail du Mont Blanc. Al via anche Nilda Blanc, Alida Foudon, Sonia Glarey e Federica Fazari, attuale leader del Tour Trail della Valle d’Aosta.
Alle 9 partirà invece la 25 chilometri, gara con un’altissima partecipazione femminile e con l’alpina Gloriana Pellissier che parte da favorita, davanti a Claudia Titolo e Katia Perratone. Nella prova maschile ci saranno invece Giancarlo Annovazzi del Mello’s Team - main sponsor del Grivola trail - e il giovane podista Thierry Brunier.
Alle 9,30 scatterà la passeggiata enogastronomica non competitiva che porterà i partecipanti alla scoperta del territorio. Iniziativa gratuita che ha già riscontrato ampio successo con un centinaio di richieste arrivate al comitato organizzatore. Sette chilometri di percorso con degustazione delle specialità locali alla Cave des Onze Communes.
Il quartier generale è nel cuore di Aymavilles: venerdì dalle 15 alle 18 (zona scuole) è possibile ritirare i pettorali, briefing alle 18. Gli ultimi pettorali potranno essere ritirati sabato dalle 6 di mattina, poi ultimi briefing 15 minuti prima di ogni partenza. Premiazioni nel pomeriggio. La gara fa parte del Tour Trail della Valle d’Aosta, entrambi i percorsi porteranno punti.


In Val Seriana l’italiano di VK

Domenica 30 settembre in alta Val Seriana, a Valgoglio, con partenza dalla Centrale di Aviasco, si terrà lo spettacolare ‘This Is Vertical Race’, valevole per il campionato italiano FISKY. Si tratta di una manifestazione particolarmente attesa su un percorso che è di certo uno dei più verticali del mondo, con i suoi 1000 metri di dislivello per uno sviluppo di 1,8 km. Gli atleti, partiti a 30 secondi l’uno dall’altro, - il primo alle 9 - supereranno dapprima ripide scalinate naturali nel bosco per poi affrontare vertiginosi prati sino a raggiungere località Cazzat. Un vertical così ripido che i partecipanti potranno essere ammessi alla partenza solo se dotati di casco da alpinismo, skialp o bicicletta. Si segnala che per i non iscritti Fisky vi è la possibilità di un tesseramento giornaliero. Seguirà un simpatico appuntamento gastronomico. E’ prevista la possibilità di affidare gli indumenti da elitrasportare all’arrivo. Info su www.sciclubgromo.it.


Federico Nicolini e Giuliana Gionghi a segno alla SkyGhez

C’è la firma di Federico Nicolini e dell’atleta di casa Giuliana Gionghi sulla seconda edizione della SkyGhez, la skyrace che ha chiuso il trittico del Comano Mountain Circuit.
Il forcing decisivo nel tratto più duro della salita che conduce ai 2714 metri di cima Ghez, poi Nicolini si è presentato sul traguardo di San Lorenzo in Banale in solitaria, vittorioso con tanto di nuovo record della gara. Il forte skialper del Team Scarpa, che correva a due passi da casa e conosceva dunque le insidie del percorso, ha fermato il cronometro sul tempo di 2h28’31”, di 7 minuti più basso rispetto a quello fatto segnare lo scorso anno dall’allora vincitore Gil Pintarelli (2h35’32”), impossibilitato a difendere il titolo in quanto vittima di un incidente in bici in settimana.
Anche il secondo e il terzo classificato, Andrea Debiasi (Team Crazy Idea) e Christian Modena (Mud and Snow) sono riusciti a chiudere sotto il precedente primato della gara, secondo e terzo all’arrivo dopo un bel testa a testa con un distacco rispettivamente di 2’57” e 4’01” dal vincitore.
Nella gara femminile, invece, Giuliana Gionghi è stata profeta in patria, impostando una gara regolare. La Gionghi, che è proprio di San Lorenzo in Banale, si è regalata la gioia di alzare le braccia al cielo nella gara di casa, lei che in stagione era già riuscita a centrare il bersaglio grosso alla Comano Ursus Extreme Trail, la seconda delle tre prove del Comano Mountain Circuit, senza dimenticare l’argento (alle spalle di Corinna Ghirardi) conquistato alla Valandro Vertical Race, la manifestazione che ha aperto il circuito nel giugno scorso.
La vincitrice ha chiuso in 3h17’56” e ha preceduto all’arrivo la grande favorita della vigilia, la portacolori del Team La Sportiva Paola Gelpi, tradita da un errore di percorso in discesa mentre era lanciata verso la vittoria. Per lei è arrivato un comunque positivo secondo posto (3h25’40”), con la lombarda Flora Morandi (Trail Running Brescia) a completare il podio in rosa (3h44’09” il suo tempo).


Davide Magnini domina con record la Rosetta Verticale, nella gara rosa a segno Corinna Ghirardi

La Rosetta Verticale Trail Run e il Trentino Vertical Circuit cambiano padroni. A trionfare nell’ultima tappa della challenge di corsa in quota con sola ascesa lungo il tecnico percorso di gara che da San Martino di Castrozza ha portato i 230 concorrenti a Cima Rosetta, sono stati Davide Magnini e Corinna Ghirardi. Grazie a questa affermazione entrambi si sono aggiudicati la leadership nella classifica generale del Trentino Vertical Circuit.
Al termine dei 6,9 km del percorso, con un dislivello positivo di 1279 metri, che si è sviluppato sul versante ovest delle pendici del Cimon della Pala, transitando per il Rifugio Colverde, per imboccare poi il sentiero 701 verso il Dente del Cimon, passando sotto Cima Corona e nei pressi della Funivia Rosetta, per cimentarsi poi nell’ultimo tratto su ghiaione fino all’arrivo a Cima Rosetta, Davide Magnini ha fermato il cronometro sul tempo di soli 52’22”, migliore di 1’13” rispetto al precedente. In campo femminile invece Corinna Ghirardi ha vinto con autorità, ma non è riuscita a migliorare la prestazione che ottenne Cecilia De Filippo.
Davide Magnini e Corinna Ghirardi re e regina, dunque, della seconda edizione della Rosetta Verticale Trail Run, entrambi controllando gli avversari dall’inizio alla fine. Davide sulle prime inversioni sotto la cabinovia Colverde era tallonato dal leader del circuito Patrick Facchini, conTiziano Moia poco distante. Già al passaggio nei pressi del Rifugio Colverde il vermigliano del Centro Sportivo Esercito era riuscito a staccare l’alfiere del team La Sportiva, iniziando una cavalcata solitaria nel tratto più impegnativo, in un paesaggio lunare, fino all’arrivo di Cima Rosetta. La lotta per i rimanenti gradini del podio si è decisa sulle prime inversioni del sentiero 701, quando Tiziano Moia è riuscito a superare e a staccare un Facchini non proprio in forma smagliante in questa giornata. Da quel momento in poi le prime tre posizioni non hanno cambiato l’ordine. E così Magnini ha tagliato il traguardo con il tempo di 52’22”, quindi a 1’31” Tiziano Moia, a 4’01” Patrick Facchini, a 4’53” Tarcisio Linardi, a 5’02” Elia Costa e a 6’07” Francesco Lorenzi. Poi ecco Simone Costa e l’atleta di casa Daniele Meneghel, quindi Pietro Festini Purlan e Nicola Giovanelli.
Gara in solitaria anche per Corinna Ghirardi, capace di concludere la sua prova con il tempo di 1h09’48”. Prova tutta in rimonta poi per Veronica Bello, che è riuscita a superare Susanna Neri nei pressi dell’arrivo della Funivia e a chiudere con un distacco di 4’31” dalla vincitrice, mentre il ritardo della terza classificata dalla leader è risultato di 5’05”. Quarta poi l’atleta di casa Deborah Pomarè, seguita da Daniela Miatello e dalla giovane Valentina Loss.

Corinna Ghirardi ©Pegasomedia

Luca Manfredi Negri si aggiudica l’Adamello Ultra Trail

Già terzo qui due anni fa, Luca Manfredi Negri vince l’AUT 2018, confermandosi trailer da tracciati duri. A luglio sul gradino più alto del podio della Monterosa Walser Trail, questo fine settimana ha ingaggiato un serrato testa a testa con Jimmy Pellegrini, prima di innestare il turbo e involarsi in solitaria verso il traguardo di Vezza d’Oglio. Per lui una finish time di 28h33’51” che gli ha permesso di tenere dietro Andrea Mattiato (31h08’17”) e Nicola Manessi (31h54’54”).
Davvero combattuta la quinta edizione della long distance disegnata sui camminamenti della Grande Guerra. Sui 165 km con 11.500 metri di dislivello il due volte vincitore Jimmy Pellegrini ha provato a centrare una storica tripletta, ma a complicare i suoi piani ci ha pensato il forte atleta lariano che è riuscito a tallonarlo per tutta la prima giornata. Nella discesa che vede la competizione sconfinare in territorio trentino, Pellegrini ha tentato l’affondo acquisendo un vantaggio massimo di 7’. La sua fuga è però sfumata quando Manfredi Negri e Mattiato sono riusciti a rientrare.
Alle prime luci dell’alba, la svolta. Pellegrini ha alzato bandiera bianca, mentre Manfredi Negri ha progressivamente allungato sino ad ottenere un importante margine nell’ultimo tratto.


Tutto pronto per l’Adamello Ultra Trail

Tutto pronto per l’Adamello Ultra Trail, una quinta edizione che si preannuncia un poco più compatta, ma decisamente più spettacolare. Al fine di commemorare l’anniversario della Grande Guerra e ascoltando i feedback ottenuti dagli atleti, ora la prova principe della gara avrà uno sviluppo da 165 km. Ultimi giorni di lavoro sui sentieri di confine tra Lombardia e Trentino. «Faremo passare gli atleti di notte al Passo dei Contrabbandieri a quota 2681 metri – ha esordito Paolo Gregorini -. Sarà la quota più alta toccata, ma ne varrà decisamente la pena. L’ascesa al valico su sentiero interamente militare è mozzafiato e, sotto la luna piena, non potrà che regalare suggestione ed emozione. Il tratto finale, leggermente esposto, sarà illuminato dalle fiaccole a memoria di quello che è stato in segno di pace. Per entrambe le prove lunghe, invece, è programmato il passaggio al Rifugio Corno d’Aola (dopo la salita dalla base vita di Ponte di Legno) e la sistemazione del faticoso tratto che conduce alla malga del Monte Calvo, quest’anno decisamente più agevole». A seguito di queste varianti cambia anche la lunghezza dell'Adamello Ultra Trail, che scende a circa 165 km, mentre resta all'incirca uguale il dislivello (11.500 m D+); stessa distanza (84 km) e stesso dislivello (5700 m D+) dell'edizione passata invece per l'Adamello trail.
Saranno più di 250 i partenti sulle prove long distance: start alle 9 di venerdì dell’Adamello Ultra Trail in piazza IV Luglio a Vezza d'Oglio, sempre alla 9 ma di sabato quello dell’Adamello Trail in piazza XXVII Settembre a Ponte di Legno; come le passate edizioni, grazie alla dotazione a ogni atleta di dispositivo ‘gps tracking’, sarà possibile seguire la gara in tempo reale su www.adamelloultratrail.it.


Vola in alto Nadir Maguet

Vola in alto Nadir Maguet: l’argento ai Mondiali di skyrunning è solo l’ultimo dei tanti grandi risultati della stagione estiva del valdostano. Che non è ancora finita.
«Non ho cambiato granché rispetto al passato, direi solo che ho più esperienza per gestire la gara, e anche una maggiore consapevolezza delle mie possibilità. E questo mi dà tanta più sicurezza».
Il vertical è una garanzia per te, adesso anche le sky sono il tuo pane.
«Vale il discorso di prima. Su certe distanze ho presso maggiore confidenza».
In Scozia?
«Era un chilometraggio un po’ più lungo del mio solito. Sapevo che avevo la gamba, ma in gara è sempre un’altra cosa. Mi ha aiutato il fatto di correre dietro, e con Kilian: è sempre molto regolare, in discesa poi le sue linee sono impeccabili. Aiuta molto avere un campione come lui davanti. In questo momento resta una ‘macchina’: il giorno dopo lui ha fatto la skyline, il tracciato è stato ridotto per carità, ma l’ha corsa e vinta. Io avevo male alle gambe e quasi zoppicavo…».
Ottime sensazioni anche per la stagione dello ski-alp.
«Mah, sono due sport diversi. Certo è che quest’estate mi dice che il motore c’è e mi dice anche come affrontare le gare sulla neve».
Gara e preparazione, come si concilia il tutto?
«Non ho problemi particolari. Faccio il programma di lavoro pianificato con il Centro Sportivo Esercito, vado ai raduni, a parte l’ultimo che era in concomitanza con le gare iridate: l’unica attenzione è quella di programmare al minimo dettaglio l’allenamento dello ski-alp con le gare di skyrunning, il recupero, per non andare fuori giri».
Tante gare in inverno, altrettante in estate, cosa dice la tua testa?
«Quando chiudo lo ski-alp, stacco un mese. Poi però ho bisogno di un pettorale per sentirmi ‘vivo’, e se poi arrivano i risultati allora il tutto non ti pesa per niente. Adesso farò Limone, poi chiudo con Fully, di nuovo un periodo di stop dalle gare, poi si torna in pista sulla neve».


Ivrea-Mombarone sotto il diluvio

La terza domenica di settembre per Ivrea e il Canavese è la domenica dell’Ivrea-Mombarone, la corsa in montagna che dal centro di Ivrea arriva in vetta del Mombarone, una corsa di 20 km con 2100 metri di dislivello positivi. Gara che si corre da 42 anni e che in questi anni ne ha viste di tutti i colori, metereologicamente parlando, anche due arrivi sulla neve, ma la bufera d’acqua che si è abbattuta sul percorso, da Andrate alla vetta del Mombarone (sono comunque 10 km e 1500 metri di dislivello) non si era mai vista così intensa. «Abbiamo pensato innanzitutto alla sicurezza dei concorrenti – dice Marco Zodo, presidente degli Amici del Mombarone società organizzatrice dell’evento – quindi dopo un consulto con il responsabile del Soccorso Alpino dislocato sul percorso abbiamo deciso di stoppare la gara a Pian Curtasa a quota 1700 metri per chi non era ancora lì transitato. Avevamo 410 iscritti, 180 sono arrivati in vetta, gli altri verranno classificati con il tempo di passaggio a San Giacomo di Andrate».
Il meteo così inclemente ha così condizionato la gara, non il risultato agonistico, con i favoriti della vigilia comunque a segno anche se con un risultato cronometrico magari leggermente al di sopra delle attese.
Per Massimo Farcoz questo è il primo successo in carriera alla ‘Momba’, con il crono di 2h03’37”. Per l’allievo di Erminio Nicco del Pont Saint Martin una gran gara, in cui ha preso il comando da Andrate e ha aumentato proprio nel tratto da Pian Curtasa alla vetta. Vista la sua età, 25 anni e le sue doti podistiche in montagna, dopo due titoli italiani Promesse nel km verticale, potrebbe essere nella specialità delle lunghe distanze il suo futuro. Un po’ a sorpresa ma con pieno merito sale sul secondo gradino del podio il giovanissimo Gabriele Bacchion in 2h07’47”, podio completato da Edward Young in 2h10’08”. Nella top ten Enzo Mersi in 2h11’30”, Henri Grosjacques in 2h16’07”, Marco Gazzola in 2h16’55”, Silvio Balzaretti in 2h19’34”, Davide Nicco in 2h22’24”, Roberto Giacchetto in 2h23’45” ed Emanuele Coda in 2h23’51”.
All’Ivrea-Mombarone è tornata la recordwoman dell’anno scorso, Camilla Magliano della Podistica Torino, anche se giovedì aveva corso in Scozia il vertical del Mondiale di skyrunning. Ha vinto alla grande in 2h23’32”, confermandosi in ripresa dall’infortunio che le ha fatto perdere tutta la prima parte agonistica dell’anno e forse la maglia azzurra, alla quale deve aspirare il prossimo anno. Alle sue spalle Katarzyna Kuzminska in 2h32’23” e Chiara Giovando in 2h33’27”, con Elisa Arvat in 2h37’20” ed Elisa Almondo in 2h39’52” ai piedi del podio.

Il podio femminile

Lago Maggiore Zipline Trail a Riccardo Borgialli e Monica Moia

Una terza edizione della Lago Maggiore Zipline Trail all’insegna di un tempo decisamente autunnale. La gara dell’Alpe Segletta di Aurano, organizzata da AVIS Marathon Verbania in collaborazione con l’associazione Terre Alte Laghi, è stata caratterizzata da pioggia e nuvole basse. Nella 25 km ha vinto Riccardo Borgialli, al suo secondo successo dopo l’affermazione del 2016, con il tempo di 1h57’31”, nuovo record sul percorso; il portacolori del Bergteam Salomon si è reso protagonista di un lungo duello con Mauro Stoppini poi classificatosi secondo in 2h01’33”. Borgialli è riuscito a staccare l’atleta di Sport Project VCO a un ristoro: Stoppini si è fermato, mentre Borgialli ha proseguito, conquistando un piccolo vantaggio che poi si è ingigantito fino a raggiungere i quattro minuti. Terzo si è classificato Mauro Bernardini (Atletica AVIS Ossolana) con il tempo di 2h08’03”.
In campo femminile si è imposta Monica Moia in 2h44’23”: l’atleta del GS Bognanco è stata sempre in testa ma la seconda classificata, Francesca Ferrari (AVIS Marathon Verbania, 2h45’42”) è sempre stata piuttosto vicina alla battistrada, rendendo la gara avvincente; in terza posizione Tina Bauce (2h53’48”).

Monica Moia

La gara da 11 km ha visto l’affermazione, per il terzo anno consecutivo, di Andrea Agnelli (Caddese Monique Girod, 51’17”) davanti ad Alberto Gramegna (Caddese Monique Girod, 53’29”) e Davide Borghi (53’36”, GAV Verbania); nella gara rosa vittoria per la runner dell’Atletica Susa Jessica Tieghi (1h04’57”) davanti a Chiara Cerlini (1h08’27”) e Cristina Massarenti (Atletica Belinzago, 1h11’57”).


Se gli africani vincono anche le skyrace...

I successi africani di oggi alla Zacup, sia nella classifica maschile che in quella femminile, uniti al terzo posto del keniota Kiyaka e allo strapotere dell'Africa ai Mondiali di corsa in montagna, segnano un passaggio importante nella storia di questo sport. Se ugandesi, ruandesi e kenioti si sono presi da anni lo scettro in una displciplina molto atletica e competitiva ma meno tecnica come la corsa in montagna (però i cinque gradini del podio su sei di oggi sono comunque un risultato  impressionante), si è sempre pensato che i trail più tecnici, in particolare le skyrace, fossero rimaste le uniche gare della corsa dove gli europei potessero ancora dire la loro. Il doppio successo di Simukeka e Niyirora alla Zacup deve fare riflettere perché ottenuto in una vera sky, con passaggi tecnici e catene. Tempo fa Marco De Gasperi portò un giovane atleta messicano a correre qui, non conoscendo la reale tecnicità del percorso, e ne rimase sorpreso. I messicani sono sicuramente più arrampicatori di ruandesi e kenioti...

SEGNALE DA NON TRASCURARE - L'evoluzione tecnica degli atleti e delle atlete africane segna un passo avanti, proprio nel giorno in cui a Berlino un altro africano fa crollare il record del mondo nella maratona e sposta sempre più il limite verso la barriera delle due ore. Naturalmente la nostra è una osservazione che non può basarsi su dati scientifici: come per le vittorie delle donne, non abbiamo la riprova che il parterre degli avversari fosse il meglio possibile, anche se - basta guardare la classifica - era di assoluto livello. Rimane il fatto che i record di De Gasperi e Desco non sono stati battuti, seppur quello maschile per poco, e questo incrina in parte il teorema, anche se si entra in un terreno minato fatto di condizioni meteo, temperatura e alte variabili che non rendono perfettamente sovrapponibili i tempi registrati in occasioni diverse. Se poi aggiungiamo che nel 2014 l'eritreo Petro Mamu ha battuto Kilian alla Limone Skyrace, diventa evidente che, quanto più gli africani si avvicineranno alle sky, quanto meno spazio rimarrà per gli europei.

GAP TECNICO - Con oggi il processo di riduzione del gap tecnico entra nella fase due. «Sul tecnico eravamo alla pari, e questa è stata una sorpresa perché pensavo di avere un minimo di vantaggio, ma appena c'era un tratto più corribile scappavano via» ha detto Daniel Antonioli, che conosce le Grigne come le sue tasche ma oggi ha dovuto accontentarsi del secondo posto, che vale comunque il titolo italiano. Rimane il fatto che  la tendenza è chiara. E che la Valetudo continua a scoprire nuovi talenti, dagli africani ai romeni. E la Valetudo è italiana. Fra qualche anno rimarrà l'unico tricolore nelle classifiche delle skyrace? Ovviamente è una provocazione, ma...


Doppietta africana alla ZacUp

Doppietta africana alla sesta edizione della ZacUp con i successi di Jean Baptiste Simukeka e Primitive Niyirora: ed è la prima volata nella gara lecchese.
La nebbia, che sin dalle prime ore dell’alba ha avvolto le cime, non è riuscita a rovinare la festa del Team Pasturo. Dopo due anni di attesa la ZacUp è finalmente tornata in vetta al Grignone, proponendo ai 377 partenti dell’edizione 2018 il tracciato originale: 27,5 km chilometri con l’impegnativa ascesa ai 2410 metri del Rifugio Brioschi dopo essersi letteralmente issati sulle catene che portano prima allo Zapel de l’Asen e poi alla vetta simbolo di queste montagne. I migliori hanno subito sgranato il gruppo di testa. Al rifugio Bogani, dopo circa 13 km, sono transitati nell’ordine il ruandese Jean Baptiste Simukeka, il keniano Dennis Kiyaka, Daniel Antonioli, Gil Pintarelli e Cristian Minoggio. In vetta al Grignone nessuna sorpresa, Simukeka vantava un 1’ su Antonioli e 2’ su Kiyaka. Nella gara rosa la ruandese della Valetudo Primitive Niyirora ha invece provato a scrollarsi di dosso la trentina del team Laspo Paola Gelpi. Per la new entry della scuderia del patron Giorgio Pesenti un vantaggio parziale di 7’ al gpm della gara. In lizza per un posto sul podio le sue compagne di team Elisa Grill e Cecilia Pedroni.

Jean Baptiste Simukeka ©Ufficio stampa ZacUp/Giacomo Meneghello

Al traguardo di Pasturo tanta gente ha accolto Jean Baptiste Simukeka che, dopo avere vinto la ResegUp, ha saputo imporsi anche in Valsassina con un crono di 2h51’37”. Seconda piazza per Antonioli 2h56’20”, mentre terzo si è piazzato il keniano Dennis Kiyaka in 2h59’02”. Alle loro spalle sono poi sfilati Cristian Minoggio, Gil Pintarelli, Paolo Bert, Mattia Gianola, Danilo Brambilla, Erik Gianola e Nicola Giovannelli.

Daniel Antonioli ©Ufficio stampa ZacUp/Maurizio Torri

Al femminile netto successo per Primitive Niyirora in 3h36’14”. Sul podio con lei Cecilia Pedroni 3h44’25” e Paola Gelpi 3h46’37”. Nelle cinque anche Elisa Grill e Martina Brambilla.
La gara era anche prova unica di campionato italiano assoluto di skyrunning: titolo a Daniel Antonioli e Cecilia Pedroni; campioni under 23 si sono laureati Riccardo Ciresa e Federica Ardizzoia.

Cecilia Pedroni ©Ufficio stampa ZacUp/Maurizio Torri