Filippo Barazzuol e Laura Besseghini primi al Periplo

Percorso alternativo per la gara organizzata dalla Bufarola

Al Periplo Monte Rosso, cambia il percorso originale (molto pericoloso a causa degli abbondanti carichi di neve e del forte vento), ma il dislivello resta comunque lo stesso, quasi 2000 metri. Una bella gara, quella organizzata da La Büfarola dal Santuario di Oropa. Vittoria finale di Filippo Barazzuol che chiude in 1h47'18", precedendo Franco Collè in 1h50'18", con Stefano Stradelli a completare il podio in 1h55'11". Quarto Norman Gusmini, quinto François Cazzanelli.
Laura Besseghini si aggiudica la gara 'rosa' in 2h17'55" davanti alle cuneesi Sonia Balbis (2h39'15), Elena Tornatore ("h40'32"), Maria Orlando e Paola Martinale.


Gli europei di Arcalis Andorra

Tutti i nuovi campioni continentali Individual race

Sotto una fitta nevicata sono stati assegnati ad Arcalis-Andorra i titoli continentali di scialpinismo: William Bon Mardion e Laetita Roux vincono nella categoria Senior. Tra gli Espoir oro per Anton Palzer e Axelle Mollaret. Alba De Silvestro e Oriol Cardona Coll vincono tra gli Junior. Davide Magnini e Fanny Meynet sono campioni europei tra i Cadetti. Nel medagliere l’Italia totalizza il maggior numero di medaglie con sei ori, nove argenti e quattro bronzi. Dietro all’Italia la Francia con dieci medaglie e la Spagna con sei.  

IL PERCORSO -
Venti centimetri di neve fresca hanno ricoperto le tracce nelle montagne di Arcalis. Il tracciato molto nervoso e tecnico non ha lasciato tregua ai concorrenti. I Senior hanno affrontato cinque salite con cinque tratti a piedi per un dislivello totale positivo di 1880 metri. Le categorie giovanili avevano un dislivello positivo minore.  

LE GARE DEI SENIOR -
Il francese William Bon Mardion, Matteo Eydallin e Manfred Reichegger hanno battagliato per tutta la gara, appena dietro ai tre battistrada Anton Palzer, Xavier Gachet e Alexis Sevennec.

William Bon Mardion ha sfruttato le discese tecniche e veloci, anche se i due azzurri lo seguivano da vicino. Per tutta la durata della gara la nevicata non ha dato tregua agli atleti. Nell’ultima discesa William Bon Mardion ha preso ai due azzurri alcuni secondi di margine che lo hanno portato a tagliare il traguardo in completa solitudine. Il tempo di Bon Mardion è stato di 1h55’29’’.

Scegliendo linee più dirette, Matteo Eydallin si è presentato sul rettilineo d’arrivo davanti al compagno Manfred Reichegger. Il piemontese si è piazzato secondo con il tempo di 1h55’56’’, mentre Reichegger è salito sul terzo gradino del podio con 1h56’06’’. In quarta e quinta posizione si sono qualificati rispettivamente Anton Palzer e Xavier Gachet.

Anton Palzer con il quarto posto assoluto ha vinto la categoria Espoir. Sempre tra gli Espoir Nadir Maguet è giunto secondo, mentre Iwan Arnold si è piazzato terzo. Gli altri azzurri: Pietro Lanfranchi è giunto ottavo, Robert Antonioli ventesimo, e Michele Boscacci ventitreesimo. Problemi con l’adesività delle pelli per Damiano Lenzi, peraltro in ottima forma, costretto al ritiro. Gara non finita anche per Lorenzo Holzknecht . 

LE DONNE -
Nella gara femminile Laetitia Roux  ha condotto sempre la corsa ma ha dovuto più volte controllare il rientro di Maude Mathys, sempre all’attacco. Dietro alla Mathys  seguiva Axelle Mollaret, insidiata dall’atleta di casa Sophie Dusautoir Bertrand e da Valentine Favre. Laetitia Roux non si è preoccupata della poca visibilità e nell’ultima discesa ha fatto la differenza andando a fermare il cronometro in 1h42’32’’. Dopo 2’22” ha tagliato il traguardo anche Maude Mathys, mentre ha confermato la terza piazza la giovanissima Axelle Mollaret. Per lei vittoria e titolo nella categoria Espoir davanti a Jennifer Fiechter e a Marta Garcia Farres. L’italiana Martina Valmassoi è giunta ottava, Alessandra Cazzanelli ritirata.    

I CAMPIONATI EUROPEI DEI GIOVANI –
Tra gli Junior è ancora lo spagnolo Oriol Cardona Coll a salire sul gradino più alto del podio e conquistare quindi il titolo europeo. Federico Nicolini e Pietro Canclini sono giunti rispettivamente secondo e terzo. Il trentino Gian Luca Vanzetta è giunto sesto, Luca Faifer tredicesimo.

L’azzurra Alba De Silvestro ha vinto un altro oro nella categoria Junior, dopo quello Vertical di venerdì. Alle sue spalle la compagna di squadra Giulia Compagnoni. Podio completato dalla francese Adele Milloz. Erica Rodigari è giunta settima.

Davide Magnini e Fanny Meynet sono i campioni europei tra i Cadetti. Dietro all’italiano si sono classificati Nicolò Canclini e Julien Ancay. In seconda posizione tra le ragazze si è classificata Giulia Murada, mentre terza è giunta Verena Streitberger. Quinta l’altra azzurra Laura Corazza.  

Classifiche complete nel calendario interattivo.      

 

Skialp race notturno anche all'Abetone

Skivolando per il circuito tosco-emiliano e Dolomitisottolestelle

Tappa appenninica del circuito Dolomitisottolestelle, che si gemella all'Abetone (PT) con il circuito dell'Appennino tosco-emiliano.
Hanno fatto la classifica Matteo Pigoni, che ha vinto in 29'49", seguito da Francesco Pallaver a 3" e da Nicola Pesciulli ad altri 9". 
Margherita Montevecchi ha vinto tra le donne in 48'16" davanti a Chiara Pettini in 52'33".


Nevica ancora come una volta?

Riflessioni del nostro esperto di nivologia Renato Cresta

Sono molti gli amici e i conoscenti che, sapendo che ogni giorno rilevo i dati nivo-meteo per trasmetterli all’ARPA Piemonte, mi chiedono notizie circa l’andamento della nevosità di questa stagione invernale perché “un inverno così non l’ho mai visto”. Questa frase è in parte accettabile se pronunciata da chi ha meno di 40 anni, mentre suona strana se proposta da persone di età più avanzata, ma si sa che l’età indebolisce la memoria.

Sono andato a prendere i tabulati dei dati che ho rilevato, a partire dall’inverno 1970/71 sino all’inverno 2009/10, e ne ho elaborato alcune facili statistiche. Non ho inserito gli inverni successivi al 2010 perché i primi tre anni del decennio 2011/20 sono entro la media, mentre fa eccezione questo inverno, che metterò a confronto con le medie e le eccezioni degli anni precedenti. Ho parlato di media, perché a questa ci si riferisce sempre per avere un valore di riferimento, ma la media, anche se ponderata, è un valore poco significativo, come vedremo tra poco. Ecco comunque la media - 418 cm - delle altezze cumulate (somma di tutte le nevicate) degli ultimi 40 anni. Questo valore, rilevato in una stazione (Macugnaga) posta a 1300 m di altezza, risulta allineato con i valori rilevati dagli enti ufficiali nelle stazioni di quota simile sparse nel bacino del Fiume Toce, cioè per le Valli dell’Ossola. In realtà, che si occupa di statistica conosce che, oltre alla media, è opportuno calcolare lo scarto quadratico, ossia la deviazione standard. Quest’ultima si ricava con una formula, neppure tanto complessa, che permette di fissare un limite da aggiungere o sottrarre alla media, ricavando così i limiti estremi di una fascia: i dati che rientrano nei limiti della fascia sono in media, quelli che sfondano sono fuori media, ossia eccezioni.

Ebbene, la deviazione è di 214 cm, per cui tutti i valori compresi tra (415 – 214) 201 cm e (415 + 214) 629 cm sono in media. La fascia tra 201 e 629 cm è molto vasta, infatti, adottando questo criterio, ci si accorge che solo 6 inverni sfondano verso l’alto e 5 verso il basso, il che vuol dire che solo 1 inverno su quattro è sotto media e solo 1 su 7 è sopra media. In realtà, lo deviazione è così ampia perché l’inverno non si lascia mettere il guinzaglio e segue la regola dell’irregolarità.

Gli inverni anomali per troppa neve sono:  
1971/72 - 1088 cm
1973/74 -   772 cm
1974/75 -   805 cm
1979/80 -   686 cm
1985/86 -   787 cm
2008/09 -   747 cm  

Tra quelli scarsi di neve, è veramente eccezionale solo l’inverno 1980/81, che ha concesso unicamente 29 cm di neve. Per curiosità, aggiungo che la massima altezza della neve al suolo è stata di 285 cm, registrata nel 1980. E questo inverno?  Siamo ancora lontani dalla conclusione e può accadere ancora ogni cosa salti in mente Madame Météo, al momento (14 febbraio) ho rilevato una lunga serie di episodi nevosi di modesta entità, ma molto frequenti, che hanno cumulato 515 cm di neve, cioè esattamente 100 cm sopra la media, ma ancora un metro entro la fascia degli scarti. Allora non è un inverno eccezionale? Al momento non lo è, ma ci sembra tale perché le precipitazioni si sono concate con una frequenza non abituale, senza concedere respiro tra un evento ed il successivo. Ma, sebbene deprimente, preferisco questo andamento a quello di alcuni inverni in cui, nell’arco di tre o quattro giorni cadeva la metà di tutte le precipitazioni nevose dell’intero inverno. Sono proprio gli inverni che ho elencato sopra quelli in cui si sono verificati questi eventi; ne cito uno solo: il 1985/86, durante il quale in quattro giorni (31.01/3.02) sono caduti 340 cm di neve, quasi la metà dell’intera stagione invernale.

Ma questo fa differenza? Certamente. Il manto nevoso accetta abbastanza bene un carico addizionale se applicato lentamente perché ha il tempo di assestarsi; in altre parole, i grani di neve si assestano, rompendo i legami che li trattenevano uniti ai vicini, ma nello stesso tempo trovano nuovi equilibri più solidi, formando nuovi legami che consolidano il sistema. Durante questo processo il numero di legami che si formano è sempre superiore a quello dei legami che si rompono. Se in carico addizionale è applicato velocemente, il numero dei legami che si rompono è notevolmente superiore a quello dei legami che si formano e avviene il collasso. Gli inverni indicati hanno rilasciato valanghe catastrofiche, con danni a strutture, interruzione della viabilità e dei servizi e, di conseguenza, al turismo. Da questo punto di vista, questo inverno si comporta meglio (finché dura).

E gli incidenti con vittime?  Risponderò alla domanda con un’altra domanda: dov’erano le vittime al momento dell’incidente? Erano tutte nella zona di distacco, a stuzzicare con il loro peso (carico addizionale) una neve non ancora assestata. La loro presenza ha rotto un equilibrio molto delicato e tutto è crollato. In fondo, anche il cemento ha bisogno di qualche giorno per “maturare”; anche un pilastro o una trave crollano se disarmate anzitempo. Concludendo: per il momento, dal punto di vista dell’entità, questo inverno è nella norma mentre, da punto di vista della frequenza degli eventi, è fuori dalla regola. Ma qual è la regola in un ambiente nel quale un inverno su quattro è troppo nevoso oppure troppo siccitoso? Qualcuno mi darà del suonato ma, come ho già detto, per me questo inverno sembra rispettare la regola delle eccezioni.

Aggiungo solo la risposta alla domanda che nessuno mi ha mai formulato: adesso nevica di più o di meno di una volta? Ecco le statistiche della media delle precipitazioni, raggruppate per decenni.  

Inverni 1971/1980 – 587 cm
Inverni 1981/1990 – 362 cm
Inverni 1991/2000 – 365 cm
Inverni 2001/2010 – 357 cm
Media 1971/2010  -  418 cm  

A prima vista si direbbe di sì: negli ultimi 30 anni sono risultati inferiori di oltre due metri agli inverni degli anni ’70. A suo tempo sono andato a rovistare gli annali delle precipitazioni rilevati dall’ENEL nei bacini idroelettrici della Val d’Ossola ed constatatio che le medie degli anni precedenti al decennio ’70 sono risultate molto vicine a quelle degli ultimi 30 anni. Allora bisogna rovesciare la conclusione: in Val d’Ossola, gli anni ’70 sono stati i più nevosi dell’intero XX secolo. Ma molti tra i più anziani non se ne sono accorti oppure l’hanno già dimenticato. Scherzi dell’età.    


Quarta tappa della Dynafit Vinschgau Cup

Dettano legge Oswald Weisenhorn e Anne Marie Gross a Solda

Quarta tappa della Dynafit Vinschgau Cup a Sulden con quasi duecento partecipanti al via: freddo, ma poco vento sul tracciato di quasi tre chilometri e più di cinquecento metri di dislivello. Sfida a due in campo maschile tra Oswald Weisenhorn e Lukas Arquin: vince il primo che consolida il primato nella generale, chiudendo con il tempo di 22'30", staccando di 22 secondi Arquin; al terzo posto Roland Osele in 23'14". Nella gara femminile, mette il sigillo sulla Vinschgau Cup, Anne Marie Gross, che vince con il crono di 28'36"; con lei sul podio Anna Pircher (31'05") e Petra Waldner (32'07") .

Classifiche on line nel nostro calendario.


Moonlight Uphill a Martini e Deflorian

In 300 per la tappa al Bondone di Dolomitisottolestelle

Al Monte Bondone, sopra Trento, 142 agonisti più 158 pertecipanti al raduno hanno completato gli 800 metri positivi dell'ottava edizione del Monnlight Uphill.

Ha vinto Thomas Martini in 43'07" battendo Daniele Cappelletti (44'01") e Alex Salvadori (45'08"). 
La classifica femminile è aperta da Beatrice Deflorian in 57'11", seguita da Carla Iellici a 25" e da Federica Osler ad altri 5".

 

Stralunata con tanta neve e 300 al via

Daniele Cappeletti e Corinna Ghirardi vincono all’Aprica

Più di trecento concorrenti hanno ieri sera onorato come meritava sotto una fitta nevicata, nel comprensorio sciistico Aprica - Corteno Golgi, la nona edizione della Stralunata.   

I PERCORSI -
La cronoscalata di scialpinismo aprichese ha preso il via dai Campetti, poco sopra i 1200 metri e, lungo un tracciato su pista interamente in salita, punteggiato di fiaccole, ha raggiunto lo Chalet del Baradello a 1980, dov'era posizionato il traguardo. Il percorso per le categorie Junior aveva lo start più in alto, intorno ai 1300 metri.  

I PODI DI CATEGORIA -
Vincitore assoluto è risultato, con l'eccezionale tempo di 32'50", Daniele Cappelletti dell'Adamello Ski Team; al secondo posto Thomas Martini del Brenta Team con 33'17"; terzo Matteo Biniotti dello Sci Club Alta Valtellina con 33'28".

Dello Ski Team Adamello anche la prima donna, Corinna Ghirardi, con 40'53", che ha preceduto la beniamina locale Lucia Moraschinelli (Polisportiva Albosaggia), accreditata di un ottimo 42'47" e Francesca Martinelli dello Sci Club Alta Valtellina (43'56").

Nelle categorie Junior la vittoria ha arriso a Matteo Corazza dello Sci Club Valtartano (32'09"), secondo Davide Zugnoni dello stesso sodalizio con 32'52", terzo Andrea Greco dello Sci Club Sondalo con 33'11". Per le ragazze, prima Valentina Giorgi dell'Adamello Ski Team in 41'03", seconda Giulia Gherardi della Polisportiva Albosaggia con 42'27", terza Debora Contrio della stessa Polisportiva in 42'58".

Pari merito tra Adamello Ski Team e Polisportiva Albosaggia per quanto riguarda i sodalizi sportivi.  

LA FESTA DEL DOPO GARA -
Festosa come sempre l'atmosfera al Palazzetto dello Sport di Aprica, dove è stata servita un'abbondante cena e lo speaker Maurizio Natali, supportato da altri organizzatori dell'Associazione Stralunata tra i quali il presidente Ivano Murada, ha premiato con buoni valore i primi cinque concorrenti di ciascuna categoria e, con premi offerti dagli sponsor, quanti sono stati estratti a sorte.


I sogni olimpici di Kilian Jornet

Dura presa di posizione del campione catalano sul suo blog

Questa mattina abbiamo letto con interesse (e partecipazione da ex-atleti)  l'intervento che Kilian Jornet ha inserito sul suo blog. Abbiamo tradotto in italiano alcune delle sue riflessioni, scritte in inglese a differenza di quanto fa abitualmente, probabilmente per raggiungere un pubblico più ampio possibile.

«Il 1948 è stato l'ultimo anno in cui lo sci alpinismo è apparso tra gli sport olimpici. Da allora è iniziato un lungo cammino per tornarci. In questi giorni sto guardando la tv (probabilmente l'ultima volta che ho acceso la televisione era 4 anni fa), e sto fremendo per lo spettacolo offerto dai duri confronti tra uomini e donne che si sono preparati quattro anni per questo obiettivo. Sto soffrendo per le cadute e gli incidenti, che portano alle lacrime gli atleti che dovranno aspettare altri 4 anni per raggiungere il loro traguardo. 

Sono pazzo di gioia quando un amico taglia il traguardo felice, per una vittoria o per aver fatto un buon piazzamento. O anche solo per il fatto di essere lì. Sono rimasto inchiodato davanti allo schermo vedendo in azione a Sochi gli amici. Martin Fourcade conquistare il suo oro, e anche Kevin Esteve, Laure Soulié e Marc Oliveras. E colpito da Ole Bjorndalen, che ha raggiunto a 40 anni il numero di medaglie di Bjorn Daehlie, il mio idolo da bambino .

Ma c'è qualcosa che mi rattrista un po'. Da quando ho iniziato con lo scialpinismo, nel 2002, ho seguito la lotta dell'ISMF per riportare questo sport alle Olimpiadi. Non mi dispiacerebbe certo partecipare a un'Olimpiade, o avere la possibilità di lottare per una medaglia, ma quello che più mi preme è che questo sport meriterebbe comunque un posto tra tutti gli altri sport olimpici.   
Tutti i requisiti richiesti dal CIO sono soddisfatti da tempo, il nostro è lo sport più completo che abbia mai visto: endurance per correre 1h30' - 2h di gara, capacità anaerobica per continuare a spingere su salite ripide o nelle gare Verticali. Forza per le volate, tecnica di discesa, adattabilità alle diverse nevi. Gli atleti hanno bisogno di essere leggeri e veloci per la salita, ma di avere anche tecnica di discesa e potenza per le discese. Lo scialpinismo offre immagini incredibili, che vanno oltre alla sola lotta tra gli atleti, come potete vedere qui, ma è anche un modo di vedere e mostrare i nostri paesaggi mozzafiato e la natura più profonda.  Perché lo scialpinismo non è ancora sport olimpico? Forse perché tutti gli atleti e le federazioni pensano più alla costruzione di uno sport con i valori di cui tutti disponiamo (fair play, pulizia, rispetto per l'ambiente, amicizia, condivisione con gli spettatori ), piuttosto che fare politica .

Vorrei vedere un giorno lo scialpinismo alle Olimpiadi, perché un sacco di generazioni lo hanno aspettato, perché le medaglie che meritavano Brosse, Gignoux, Elmer, Troillet, Giacomelli , Meraldi o Greco possano essere un giorno al collo di Cardona, Nicolini, Palzer, Antonioli… Forse nel 2018?»

Come si può non essere d'accordo con lui? Fate uno sforzo di immedesimazione, e mettetevi nei panni di uno come Kilian, con la sua forza e la sua passione. È dura restarsene sul divano a guardare gli amici che sono là a Sochi! Ma anche nei nostri ben più umili panni, c'è da sclerare a vedere immagini televisive di ambienti e azioni molto più artificiali rispetto a quelle cui siamo abituati direttamente sul terreno, per non parlare delle strepitose riprese aeree dei passaggi su creste e ghiacciai che potrebbe offrire il nostro sport. Inoltre lo sci è nato proprio come…ski mountaineering! Non sapevano che si chiamava così, ma quello era.

Ci sono anche dei ma e dei però...  I nostri inviati alle Olimpiadi di Sochi per Race Ski magazine (l'altra rivista della nostra casa editrice) parlano di grandi difficoltà di trasferimento per chiunque (ci si può muovere sotto stretta sorveglianza solo all'interno di singoli luoghi recintati), di cecchini mimetizzati nei boschi attorno alle piste, di altrettanti strani spettatori mescolati ai tifosi ma poco interessati all'andamento delle gare. Un po' se l'è cercata Putin, andando a organizzare i Giochi a un passo da zone in cui ne ha appena combinate di tutti i colori. Ma ogni volta da Monaco 1972 le Olimpiadi sono il palcoscenico preferito dal terrorismo globale, oltre che dalla politica degli Stati. Quindi il problema esisterà sempre e sempre di più, con l'aria che tira.

Si porrà sicuramente il problema di tenere sotto controllo l'area destinata allo scialpinismo, quando eventualmente verrà il momento. E il momento arriverà certamente, prima o poi, anche se i tempi tecnici e i passaggi necessari rendono irrealistica la comprensibilissima speranza di Kilian per le prossime Olimpiadi. Il semplice aumento esponenziale degli scialpinisti e dei riders nel mondo creerà la pressione necessaria. E allora tifiamo tutti per lo scialpinismo alle Olimpiadi! Basta che sia scialpinismo vero, in montagna aperta. E che non prevalga il voler esserci a tutti i costi, vendendo l'anima e facendo del nostro magnifico sport la brutta copia delle sprint dello sci di fondo.  


Vertical d'oro per l'Italia ad Andorra

Vittorie di Antonioli, Nicolini, De Silvestro e Magnini

Questa mattina si è disputata la gara Vertical che ha aperto il programma dei Campionati Europei di scialpinismo ISMF di Andorra. Subito buone notizie per gli azzurri, che hanno confermato l’ottimo momento di forma dei loro big. Podio tutto italiano nei Senior, con Robert Antonioli che ha preceduto l’intramontabile Manfred Reichegger e Damiano Lenzi.
«Ragazzi che gara... Super Italia! Sfiorato la morte anchee oggi, queste gare sono come il fumo 'nuociono alla salute'! Ma soddisfatto del mio terzo posto, dopo una volata all'ultimo respiro con Robert e il Mambo!» è stato il commento a caldo di Damianlo Lenzi sulla sua pagina Facebook.

 

Alle loro spalle Anton Palzer e un sempre più convincente Pietro Lanfranchi, quindi Lorenzo Holzknecht e Yannick Ecoeur.
Seguono Marc Pinsach, lo svizzero Werner Marti e Alexis Sevennec.
Dodicesimo posto per William Bon Mardion, ventiduesimo per Matheo Jacquemoud.
Gli altri azzurri in calssifica dopo il decimo posto sono Michele Boscacci (quattordicesimo) e Matteo Eydallin (ventitreesimo). Trentacinquesimo Nadir Maguet, all'ottavo posto negli Espoir.

In campo femminile successo come da pronostico per l’imbattibile Laetitia Roux davanti all'elvetica Maude Mathys e alla soprendente spagnola Caludia Galicia Cotrina.
Seguono l'atleta di casa Sophie Dusautoir e la svizzera Viktoria Kreuzer. Settima Martina Valmassoi, tredicesima Alessandra Cazzanelli, che è anche la terza Espoir alle spalle di Axelle Mollaret (sesta assoluta) e Marta Garcia Farres.

Il dominio azzurro è continuato anche negli Junior, dove Chicco Nicolini ha preceduto Oriol Cardona e Dominik Sadlo. Quinto posto per Pietro canclini, decimo per Luca faifer, dodicesimo per Gianluca Vanzetta. Nelle Junior il successo è andato nettamente ad Alba De Silvestro, davanti a Giulia Compagnoni, per l'ennesima doppietta azzurra della stagione. Terxza Adele Milloz. Ottavo posto per Erica Rodigari. Oro per l’Italia anche nei Cadetti, dove ad imporsi è stato Davide Magnini e anche in questo caso è stata doppietta, con il secondo posto di Nicolò Canclini. Nelle cadette vittoria russa, con Ekaterina Osichkina, per l'Italia quarto e quinto posto con Giulia Murada e Laura Corazza

Domani il riposo dei guerrieri, con gli amatori impegnati nella gara Open della Font Blanca. Domenica si assegnano i titoli nell'individuale. I ragazzi di Angeloni, c'è da scommetterci, saranno lì davanti a dare battaglia!


Filippo Barazzuol e Franco Colle' insieme a Pian Benot

Nella gara femminile affermazione di Debora Cardone

Tappa del circuito Piemonte Ski Alp a Pian Benot. Nevica in partenza, ma al secondo giro del tracciato già si vedono le stelle. Vittoria per due con Filippo Barazzuol e Franco Collè che chiudono appaiati in 52'41"; al terzo posto si piazza Alex Peraudo in 56'24". Quarto, il primo Junior, Erik Pettavino (56'26"). seguito da Enrico Cognein (58'50"), mentre completano la top ten Alberto Topazio, Diego Cerquettini, Giorgio Villosio (primo tra i Master), Mauro Pellegrino e Giancarlo Parola. Nelle altre categorie, tra gli Junior alle spalle di Pettavino troviamo Flavio Reteuna e Francesco Berta, tra i Master piazza d'onore, dietro a Villosio, per Giulio Fraschia, con terzo Guido Ferro con Flavio Ferrero e Gianni De Podestà ai piedi del podio, mentre tra gli Over 55 a segno Eraldo Bergeretti su Francesco Scrimadore e Livio Berta.

GARA ROSA - Affermazione di Debora Cardone in 1h09'25", davanti a Chiara Bertino (1h15'22") e Alessia Beux (1h21'15); quarta Nadia Re, quinta Valentina Picco.


Poco piu' di una settimana al via del Sellaronda

Il prossimo venerdi' partiranno 600 squadre da Canazei

Venerdì 21 febbraio alle ore 18 partirà da Canazei quella che è considerata la Formula Uno dello scialpinismo.
Saranno 1200 i sellarondisti che affronteranno i 42 chilometri e gli oltre 2700 metri di dislivello positivo per conquistare i quattro passi dolomitici, il Sella, il Gardena, il Campolongo e il Pordoi.

In questi giorni arriveranno le conferme da parte dei top skiers. Potrebbero presentarsi numerose coppie inedite e di alto livello, considerato il calendario favorevole.

PREVISIONI METEO FAVOREVOLI -
«In questi giorni - ha detto Oswald Santin coordinatore della manifestazione - stiamo studiando l’andamento delle previsioni meteo, con buona probabilità questa instabilità che ha portato sulle Dolomiti metri di neve fresca dovrebbe lasciare posto all’alta pressione. In ogni caso la nostra organizzazione è pronta a qualsiasi evenienza.

Venerdì prossimo partiranno 600 coppie da Canazei. Inizialmente avevamo posto il tetto massimo di partecipanti a 500 coppie, ma per alcuni problemi legati al pagamento delle quote abbiamo accettato 75 squadre in più. Nei prossimi giorni, dopo le gare del weekend, arriveranno le iscrizioni dei big. È presumibile che in partenza toccheremo le 600 squadre».  

STREAMING POTENZIATO -
Il Sellaronda è un giusto mix tra tradizione e innovazione. Il comitato organizzatore è molto legato alla propria storia. Basti pensare che i senatori (i concorrenti che hanno partecipato a tutte le edizioni) Valerio Lorenz e Olivo Micheluzzi, quando tagliano il traguardo, ricevono lo stesso trattamento normalmente riservato ai vincitori.

La Skimarathon è anche innovazione: dopo la prova della passata edizione, è stato potenziato e migliorato il servizio streaming video che inizierà la diretta ‘live’ qualche minuto prima della partenza della gara, e che accompagnerà i concorrenti in questa lunga cavalcata sino a Canazei. Chi si collegherà da casa via internet assisterà a una vera e propria trasmissione in diretta con ospiti autorevoli, e con collegamenti in real time dai passaggi più suggestivi della gara. 
Dalle 17.30 di venerdì prossimo l’appuntamento è sul sito www.sellaronda.it per non perdere nemmeno un attimo di gara.  

LA GARA 2013 -
Lo scorso anno i vincitori sono stati Denis Brunod e Tadei Pivk con il tempo di 3h18’37”. Filippo Beccari e Nejc Kuhar hanno conquistato la seconda posizione con 2'48'' di distacco, mentre Alessandro Follador e Daniele Pedrini sono saliti sul terzo gradino del podio.

In campo femminile Francesca Martinelli e la spagnola Mireia Mirò con il tempo di 3h53’59” hanno stabilito il nuovo record della gara. Raffaella Rossi e Laura Besseghini hanno conquistato la seconda posizione davanti a Martina Valmassoi e a Silvia Rocca, terze al traguardo.

 

Sabato a Valdidentro Cima Piazzi Mountain Raid

Due percorsi a scelta. Iscrizioni aperte fino a poche ora dal via

Con la Cima Piazzi Mountain Raid ritorna nel fine settimana il Circuito Scialpinistico dell’Alta Valtellina.

I PERCORSI -
La prova, alla sua settima edizione, prenderà il via come da tradizione dalla Piazza della Chiesa di Isolaccia a Valdidentro e punterà sulla salita della pista Doss Alt, nel comprensorio sciistico Cima Piazzi Happy Mountain. Prevede due categorie distinte: la Top Raid – con dislivello di oltre 1000 metri – e la Medium Raid da circa 700 metri di dislivello. I ‘top raiders’ affronteranno la gara sino a Cima Masucco (quota 2360 metri), dopo essere transitati dal ristoro Conca Bianca; successivamente, e dopo aver tolto le pelli, andranno ad affrontare la discesa sulle piste del versante di Isolaccia, prima di tornare sino al centro polifunzionale ‘Rasin’, attraversando la strada statale del Foscagno.

Per poter gareggiare nella categoria Top bisogna avere diciotto anni compiuti.  
I ragazzi dai quindici anni ai 18, e quelli che non se la sentono di affrontare il percorso più duro della Cima Piazzi Mountain Ride, possono gareggiare nella prova più semplice, con punto di controllo al Conca Bianca e un dislivello inferiore di circa 300 metri.  

ISCRIZIONI -
Gli appassionati delle pelli di foca hanno tempo sino alle 16 di sabato 15 febbraio 2014 per iscriversi, al costo di 30.00 euro.
Nella quota d’iscrizione è compreso il pacco gara, la possibilità di utilizzare spogliatoi e docce, il ristoro a metà percorso e la cena, oltre che la possibilità di aggiudicarsi uno degli interessanti premi a sorteggio. La partenza della gara è fissata per le ore 17.00 dello stesso giorno.  

ALBO D’ORO DI LUSSO -
Lo scorso anno nella prova Top Raid dominò Robert Antonioli che completò gli oltre 1000 metri di dislivello ed il successivo rientro ad Isolaccia in 54 minuti, precedendo Matteo Bignotti e il giovane poschiavino Marino Zanetti.  

GUIDO GIACOMELLI AL VIA? -
Quest’anno Robert non sarà presente, in quanto impegnato agli Europei di Andorra; ha però già dato la sua adesione il secondo classificato dello scorso anno Matteo Bignotti e sembra certa la presenza di Guido Giacomelli (due volte vincitore nelle edizioni passate). Quindi sarà questa l’occasione per vedere nuovamente in gara il campionissimo della Valdisotto.  

PUBBLICO IN QUOTA CON GLI IMPIANTI GRATUTI -
Gli spettatori, grazie alla preziosa collaborazione della società degli impianti del comprensorio Cima Piazzi Happy Mountain, avranno la possibilità di salire gratuitamente con la cabinovia fino alla Conca Bianca, ad ammirare il passaggio e le gesta dei forti scialpinisti che transiteranno da lì per raggiungere Cima Masucco, e a tifare anche chi con più calma affronterà il percorso Medium Raid.

SOLIDARIETÀ -
Ricordiamo che la Cima Piazzi Mountain Ride, organizzata dall’Unione Sportiva Bormiese con la collaborazione di tanti gruppi di volontariato, è inserita negli eventi della manifestazione 'Insieme per Vincere', tre giorni di manifestazioni che hanno l’intento solidale e benefico di raccogliere fondi da destinarsi al sostegno dei malati di cancro e dei loro familiari.