La gamma di Scarpa per il telemark

In uno degli ultimi numeri della scorsa stagione la rivista statunitense Powder è arrivata a ipotizzare la morte del telemark. Rimane uno sport di nicchia, ma il telemark ha veramente perso quell’appeal che aveva a cavallo del secolo quando l’intellighenzia alpina sciava con il tallone alzato? Probabilmente è meno di moda, ma rimane una nicchia con ancora tante proposte e appassionati, con nuovi standard di attacchi e… scarponi per ogni piede. Ecco, per esempio, l’offerta di Scarpa.

SCARPA TX COMP - TX COMP è il top di gamma della linea NTN- New Telemark Norm di SCARPA. Uno scarpone adatto alle competizioni e alle discese su pendii difficili. Performance straordinarie grazie allo scafo a tripla iniezione ed al gambetto bi-iniettato. Il meccanismo Power Block Tour stabilisce un nuovo standard qualitativo per i sistemi ski/walk, permettendo un adeguato piegamento della caviglia e conseguentemente una precisa trasmissione degli impulsi in fase di sciata.

Colore: Anthracite / Acid Green
Scafo/Gambetto: Pebax
Lingua: Pebax
Leve: 4 + “Active Power Strap”
Inclinazione in avanti: 12° -2/+3°
Suola: EVO Scarpa/Vibram
Peso: 1710 g (27)
Attacchi: NTN
Scarpetta interna: Speed Pro G
Taglie: 22,5 - 30
Prezzo al pubblico suggerito: euro 519

SCARPA T1 - Un modello versatile che unisce comfort di calzata e precisione in fase di sciata. Funzionale in tutte le situazioni, dalla pista al fuoripista, T1 garantisce una naturale flessione in fase di camminata e la giusta performance in discesa. Il modello ideale per affrontare tutte le situazioni a tallone libero, con suola Vibram Escape realizzata in due mescole diverse per garantire le migliori prestazioni in discesa e durante la camminata.  Una sicurezza per chi sceglie il telemark con sistema 75mm.

Colore: Anthracite / Teal
Scafo/Gambetto: Pebax Rnew
Lingua: Pebax
Leve: 4 + “Active Power Strap”
Inclinazione in avanti: 11°- 2/+1°  14°-3°/+2°
Suola: Escape Scarpa®/Vibram®
Peso: 1940 g (27)
Attacchi: 75mm
Scarpetta interna: Speed Pro G
Taglie: 23,5 - 31
Prezzo al pubblico suggerito: euro 499

SCARPA TX PRO - Lo scarpone da telemark polivalente, adatto anche alle altre attività backcountry. SCARPA TX PRO è un modello progettato per i telemarker più esigenti e poliedrici, ideale per affrontare i percorsi più diversi. Leggerezza e libertà di movimento fanno di questo modello uno scarpone altamente perfomante su tutti i terreni, sia in fase di risalita che in sciata a tallone libero.

Colore: Lyons Blue / Red Orange
Scafo/Gambetto: Pebax
Lingua: Pebax
Leve: 4 + “Active Power Strap”
Inclinazione in avanti: 12° -2° / +3°
Suola: Evo Scarpa®/Vibram®
Peso: 1750 g (27)
Attacchi: NTN
Scarpetta interna: Speed Pro G
Taglie: 24,5 - 30
Prezzo al pubblico suggerito: euro 529


SCARPA TX PRO WMN - Anche nella versione da donna, SCARPA® TX PRO WMN è lo scarpone polivalente, dal telemark fuori pista allo scialpinismo. La sua forma sviluppata appositamente sulla morfologia del piede femminile, asseconda le esigenze tecniche anche nelle discese più difficili.

Colore: Emerald / Ice Blue
Scafo/Gambetto: Pebax
Lingua: Pebax
Leve: 4 + “Active Power Strap”
Inclinazione in avanti: 12° -2° / +3°
Suola: Evo Scarpa/Vibram
Peso: 1585 g (25)
Attacchi: NTN
Scarpetta interna: Speed Pro G Wmn
Taglie: 22,5 - 27
Prezzo al pubblico suggerito: euro 529


Ecco i vinvitori del Blogger Contest 2017

Si è appena chiusa la sesta edizione del Blogger Contest di Altitudini.it, un contest letterario/artistico del quale Skialper è partner. Erano 60 le unità multimediali ammesse (su un totale di 67 candidature complessive). Tra tutte le opere sono stati selezionati 27 autori che hanno concorso per la fase finale (comprese 5 audiostorie, la novità di questa edizione). Durante il mese di dicembre 2017 sono state esaminate le 27 unità multimediali finaliste da parte della giuria di premiazione composta da Sandro Campani (scrittore e camminatore), Ida Harm (artista, pittrice e fotografa), Fabio Palma (alpinista), Silvia Boschero (giornalista e conduttrice radiofonica ) e Lea Nocera (autrice radiofonica e blogger). La giuria attraverso l’applicazione di quattro criteri di giudizio (coerenza al tema del concorso; qualità del testo o dell’audiostoria; qualità delle immagini; qualità del blog personale), ha decretato vincitori.

COSA È - Da sei anni la redazione di altitudini.it organizza un confronto nazionale fra blogger, o meglio tra chiunque per passione o professione scrive su un proprio diario digitale o su una rivista online. Ad oggi vi hanno partecipato oltre 300 autori. Ogni anno viene proposto un tema (quest’anno il tema era Liberi di sbagliare, preso dal celebre racconto Ferro di Primo Levi in cui l’autore descrive l’esperienza vissuta in montagna con Sandro Delmastro come «la carne dell’orso») e il blogger è invitato a presentare una unità multimediale (un testo di 600 parole, tre foto e il blog dove normalmente scrive) che verrà valutata da una giuria. Per questa composita natura il Blogger Contest non è assimilabile a un concorso letterario e infatti la giuria valuta tutti i contenuti dell’unità multimediale assegnando ad ognuno specifici punteggi. Ma indipendentemente dalla classifica lo spirito del Blogger Contest è di far emergere dalla vastità della rete, esperienze e pensieri in forma di racconti e di creare una connessione fra persone che coltivano la medesima passione per la scrittura, non solo online.

 

Immagine tratta dal primo racconto classificato, di Eva Toschi

I VINCITORI - Al primo posto Eva Toschi con Sopravvivenza, seguita da Marco Battistutta con White Out e da Saverio D’Eredità con Due Solitudini. È stata inoltre premiata l’audiostoria La Volta Armata di Gianluca Stazi.

LE MOTIVAZIONI - «C’è una tensione che accomuna i tre racconti premiati, e altri molto belli fra quelli pervenuti - ha detto Sandro Campani, presidente della giuria ‘racconto breve’ -. Una tensione che scaturisce dalla messa in gioco di se stessi, nella Natura: la necessità di fidarsi dell’incerto, di accollarsi responsabilità a cui si teme di non poter far fronte, ma che pure non si possono evitare; e allora è come se qualcosa di cui non sospettavamo la presenza in noi, venisse in soccorso; uno sguardo di un altro livello, lucido, rarefatto, ghiacciato, forse incosciente. Non si tratta semplicemente di avventura: lì stava forse la difficoltà del tema scelto quest’anno per il contest, e i partecipanti, spesso con risultati notevoli, hanno accolto la sfida, travalicando l’avventura, o la disavventura, per arrivare a un punto in cui, sospesi, ci si specchia nei propri limiti, ci si soppesa, e ci si trova mancanti, e si trovano le forze per passare oltre; il corpo si blocca, le mani agiscono da sole; si diventa osservatori di se stessi, e si vede se stessi, quasi con stupore, andare oltre - e quando il pericolo è scampato, ci accorgiamo che siamo stati più consapevoli di quanto avessimo creduto: ecco il sapore della carne dell’orso».

Immagine tratta dal terzo racconto classificato, di Saverio D'Eredità

«Per la prima volta il Blogger Contest ha incluso le audiostorie tra le opere candidabili. Audiodoc, l’associazione italiana di audiodocumentaristi, ha accolto con favore e grande interesse questa decisione della Redazione Altitudini - ha detto Leo Nocera, presidente della giuria ‘audiostorie’ -. L’utilizzo di materiali sonori, il ricorso allo strumento audio e la scelta di usare suoni e voci per le narrazioni, anche grazie alla diffusione della strumentazione tecnica e alle possibilità offerte dalla rete – arricchiscono oramai i siti web e i blog; Altitudini, scegliendo di integrare questo formato, mostra di seguire con attenzione l’evoluzione dei blog e dei siti web, valorizzando il racconto nelle sue diverse forme, non più solo attraverso immagini e scrittura. Al concorso sono state presentate cinque audiostorie, un numero di gran lunga inferiore rispetto alle storie scritte che però sulla base di diverse considerazioni - novità del concorso, specificità del tema, maggiore complessità dal punto di vista tecnica e minore possibilità di improvvisazione - lascia comunque pensare a un esperimento riuscito, da ripetere e promuovere nelle edizioni successive».

PREMI SPECIALI

Premio Skialper

Matteo Pavana / ALDO

Vincenzo Agostini / PARETE SUD

Angelo Ramaglia / LA STORIA DI E E T

 

Premio special Adventure Awards Days

Alessandra Longo / LIBERA I PIEDI, LA MENTE SEGUIRÀ

Federico Rossetti / LIBERI DI SBAGLIARE, LIBERI DI (NON) VOLARE

Francesca Nemi / QUELLA TRAGEDIA CHE PORTI CON TE

 

Premio speciale SALEWA Get Verical

Mariolina Cattaneo / IL GIORNO DELLA MARMOCCHIA

 

Premio AKU

Carmine De Ieso e Alessio Salvini (Centro Sperimentale di Cinematografia, Abruzzo) / LA PARETE NORD DEL MONTE CAMICIA

 

 


Gilles Sierro: la pazienza come virtù, lo sci come arte

Può uno sciatore, uno sciatore di ripido, essere anche in parte un filosofo? Dopo avere incontrato Gilles Sierro la risposta è affermativa. Almeno in parte. Quando allo sci dedichi tutta la vita, sciare per se stessi, senza pressioni esterne, diventa la cosa più naturale da fare. Gilles Sierro la pensa così e passa più tempo a sciare che a parlare: e di questi tempi è una rarità! Il nostro Andrea Bormida è andato a intervistarlo a casa sua... L'articolo sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa).

In discesa dalla sud-sud/ovest della Dent Blanche ©davidcarlierphotography.com

CHI È - Svizzero, classe ’79, Guida alpina, alpinista, Istruttore di sci certificato. Se chiediamo a lui: sciatore, punto. Cresciuto nel villaggio di Hérémence, non distante da Arolla, nel cuore delle Alpi Svizzere, tra Chamonix e Zermatt. Ha fatto le prime scivolate ad appena due anni, per poi praticare prima sci agonistico e quindi freestyle con l’arrivo dell’adolescenza fino a competere in Coppa del Mondo di halfpipe. La scelta di diventare alpinista e quindi Guida è stata presa per poter sposare il più possibile la sua passione per lo sci. Balzato alle cronache nel 2013 per la fantastica nuova discesa diretta dalla parete sud-sud/ovest della Dent Blanche (4.364 m), non smette di fare progetti e di riempire di neve le sue giornate in attesa delle condizioni perfette per poterli portare a termine.

Gilles Sierro con i suoi sci ©Federico Ravassard

LA SUA IDEA DI RIPIDO - «Sulle linee davvero impegnative le buone condizioni sono fondamentali. È veramente difficile trovare quelle perfette. Per sciarle in un bel modo, con una sciata estetica, è necessario aspettare il giusto momento. Ad esempio, prendiamo l’anno scorso: avete presente la parete nord della Pigne d’Arolla, qui sopra casa mia? È stata scesa, ma con doppie e derapate tra le rocce per cento e passa metri. Ed è una parete che diventa buona quasi tutti gli anni. Basta aspettare. Per me una discesa di quel tipo è inconcepibile. Anche su progetti più impegnativi sto aspettando da anni il momento giusto, ho visto bianche certe pareti in autunno mentre la parte bassa era impercorribile. Oppure, sempre qui in zona, il Mont Blanc de Cheilon è stato sceso per adesso non dalla punta. Ma secondo me potrebbe arrivare il momento. Mi piace aspettare, per cercare di scendere le pareti nel momento perfetto. Ci vuole pazienza».

La 'Magic Valley' di Gilles Sierro, la Val d'Hérens ©Federico Ravassard

LA PAURA - «È importante prima e dopo, non durante l’azione. Bisogna essere focalizzati. Si deve sempre scendere mantenendo un margine di sicurezza: se sali e magari capisci che non ci sono le condizioni, devi saper rinunciare, anche se poi non posti nessuna foto su Facebook».

Una casella della posta decisamente da... skipper ©Federico Ravassard

Conquista le tue curve

«Cercava di nevicare ieri sera quando sono arrivato e c’è ancora qualche fiocco nell’aria quando arriviamo a un parcheggio alla fine della strada, accanto a una grande mappa. Sono disegnate alcune discese e tracce di salite, tutte numerate e con colori diversi in funzione della difficoltà. Giusto il tempo di preparare la nostra attrezzatura ed eccoci pellare nel bosco mentre Brian Hall inizia a raccontarci la storia degli ultimi dieci anni di questo sogno diventato realtà». Inizia così l'articolo di Mattias Fredriksson pubblicato sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa), a proposito di Hankin Evelyn, una località canadese interamente dedicata allo scialpinismo. Uno straordinario reportage di 12 pagine con la freerider Silvia Moser protagonista in alcune foto.

Fuoripista nei dintorni di Smithers, il paese più vicino ad Hankin Evelyn ©Mattias Fredriksson

DA SOGNO A REALTÀ - Dopo avere messo gli occhi su questa area intorno al 2006, la valutazione di impatto ambientale ed essersi assicurato un finanziamento pubblico dal governo della British Columbia, Brian Hall ha impiegato i lavoratori forestali nella costruzione di alcuni chalet-rifugio con stufe a legna e gabinetti esterni e nella creazione di 13 piste di discesa nel fitto bosco. Proprio le foreste impenetrabili di questa parte di British Columbia sono uno dei problemi principali per chi vuole affrontare una gita scialpinistica. Sono stati anche realizzati un piccolo parcheggio, la segnaletica e un centro permanente di controllo del funzionamento degli artva. Così ogni anno circa 4.000 skialper vengono a divertisri da queste parti.

Una delle baite lungo le 'piste' di Hankin Evelyn ©Mattias Fredriksson

SOLO SKIALP - La visione della crescita dello scialpinismo di Brian Hall è ancora in parte un sogno e ci sono poche località nel Nord America che si propongono come destinazioni specifiche per lo scialpinismo. Valemount, che si trova sempre nella British Columbia, è un resort pensato qualche anno fa ma, con sole quattro piste e un accesso via motoslitta, non è mai decollato veramente. Un vecchio comprensorio sciistico nella Hidden Valley, in Colorado, propone itinerari sulle piste non più battute. Ci sono alcuni posti simili sulla East Cost, nel Vermont, oppure nello stato di Washington, come Scottish Lakes High Camp, con itinerari segnalati e un lodge. Però nessuna di queste località si è guadagnata la fama di Hankin Evelyn, forse perché si trovano in zone dove lo scialpinismo selvaggio è meno complicato della parte settentrionale della British Columbia. Su Skialper 115 abbiamo anche affrontato la situazione di progetti e destinazioni simili in Europa, a partire da La Sportiva Outdoor Paradise.

Brian Hall ©Mattias Fredriksson
Silvia Moser in azione tra i boschi di Hankin Evelyn ©Mattias Fredriksson

Abruzzo, scene da un inverno mai visto

Quasi un anno fa. Manca giusto qualche giorno. Sul Centro Italia e in particolare sull’Abruzzo si abbatteva la tempesta del secolo. Quattordici giorni di nevicate intense, fino a quattro metri di neve in collina, discese epiche irraggiungibili per le strade bloccate, centinaia di paesi isolati.

metri di neve e sci larghi ©Luca Parisse/Risk4sport

REPORTAGE - «Per uno sciatore che ama la powder, quella neve fresca che ti avvolge e ti fa sentire leggero, non c’è niente di peggio di non riuscire a sfruttarla perché troppo difficile da raggiungere. È questo quello che è successo. La quantità di neve scesa è stata tale da non consentire alle stazioni sciistiche di aprire, soprattutto per problemi legati alla viabilità». Scrive così Luca Parisse nell’articolo Abruzzo, scene da un inverno mai visto pubblicato sul numero 115 di Skialper, di dicembre-gennaio (clicca qui per riceverlo a casa). Più che un articolo, un reportage su quei giorni terribili e formidabili allo stesso tempo che si sono chiusi con la tragedia dell’hotel Rigopiano. Un racconto in parole e immagini per rivivere quei giorni su due piani ben distinti: quello di un gruppo di sciatori pronti a esplorare con gli sci larghi i pendii della Maiella e del Gran Sasso; e quello dei disagi e della sofferenza di chi è rimasto isolato dal mondo.

Isolati ©Luca Parisse/Risk4sport

MAJELLA - «Agguerriti e motivati partiamo; ognuno di noi prende gli sci più larghi che ha e ci ritroviamo a sciare con oltre dieci gradi sotto zero e una neve polverosissima.
La visibilità è scarsa, ma come per incanto dopo un’ora la nebbia e il nevischio spariscono e spunta un fantastico cielo azzurro. Ci troviamo a Mammarosa, sulla Majella, dove c’è un solo piccolo impianto; il pendio, non molto ripido, non ci appaga del tutto e decidiamo quindi di spostarci. A noi piace andare forte, ma la troppa neve frena la nostra discese!».

Alaska o Abruzzo? ©Luca Parisse/Risk4sport

DROP - «Rob, che è sempre bendisposto a nuove esperienze, nota un drop con atterraggio su un tetto colmo di neve nei pressi del parcheggio e, senza pensarci due volte, è già lì sopra che rotola. Scatto super!».

Il drop ©Luca Parisse/@Risk4sport

IL GIOCO BELLO DURA POCO - Non è facile trovare le condizioni giuste in Appennino. Bisogna sapere cogliere l’attimo. E lo sa bene Pierluigi Parisse, classe 1956, che sul Gran Sasso è una leggenda vivente. Nel 1982 ha aperto la prima discesa della Direttissima del Corno Grande insieme a Luciano Tedeschini. Il reportage sull’Abruzzo è stato l’occasione per parlare con il lupo (così lo chiamano gli amici). «La mia regione ha una posizione geografica particolare, è vicina al mare Adriatico e risente delle correnti fredde balcaniche che a volte scaricano copiose nevicate. Il problema però è che qui la neve si trasforma troppo facilmente, diventando pesante e molto pericolosa.
Per le belle sciate in powder, come viene chiamata oggi, bisogna ancor di più cogliere l’attimo e poi fuggire prima che il manto nevoso possa tradirti. È tassativo scendere di prima mattina, valutando sempre le condizioni generali».

Centinaia di paesi sono rimasti isolati per settimane ©Luca Parisse/Risk4sport

Vialatteatrail a Cristian Minoggio e Camilla Magliano

Da Sauze d’Oulx a Sestriere e ritorno: sabato sera è andato in scena il Vialatteatrail. Si corre in pista, ma c’è tanta neve e gran freddo per i concorrenti al via della 25 km con 1700 metri di dislivello. Vittoria di Cristian Minoggio che chiude in 2h57’13”, precedendo Manuel Bortolas (3h13’25”) e Michele Fantoli (3h13’42”); nei primi dieci Fabio Bettoni, Daniele Fornoni, Ivan Camurri, Flavio Gadin, Stefano Butti, Andrea Matteucci e Marco Nuti.
Al femminile a segno Camilla Magliano in 3h45’44” su Chiara Boggio (4h15’29”) e Ginevra Cusseau (4h16’56”); ai piedi del podio Agnese Valz e Tina Angela Sbrissa.
Nella distanza di 12 km affermazione di Simone Eydallin (1h09’30”) e Jessica Tieni (1h30’05”). Sul podio maschile anche Mario Campigotto (1h25’32”) e Andrea Madiotto (1h25’33”), su quello rosa Diana De Luca (1h33’44”) e Fabiola Conti (1h34’27”).


Folgrait a Federico Nicolini e Bianca Balzarini

Federico Nicolini e Bianca Balzarini firmano la Folgrait Ski Race 2017. Grandi sfide alla notturna di Folgaria, sui 17 chilometri e 1300 metri di dislivello, con ben 233 atleti in classifica (337 iscritti, 271 partenti). Gara vera, anche se in pista, con cinque salite, un tratto a piedi e in fuoripista: neve bella compatta, viste anche le temperature ben oltre sotto lo zero. Il portacolori del Brenta Team chiude in 1h09’35”, precedendo di un minuto Tadei Pivk (1h10’34”), con Pietro Lanfranchi a completare il podio (1h10’59”). Quarto Valentino Bacca, quinto Filippo Beccari; completano la top ten Daniel Antonioli, Giovanni Zamboni, Mattia Giuliani Daniele Cappelletti e Daniele Carobbio, Nella gara rosa Bianca Balzarini si impone in 1h27’43” davanti a Corinna Ghirardi (1h30’21”) e Maria Dimitra Theocharis (1h31’28”), quarta la polacca Anna Tybor, quinta Mara Martini. Nelle categorie giovanili Matteo Sostizzo che vince tra i cadetti, successo anche per Mattia Tanara tra gli junior: i due portacolori dello Sci Cai Schio onorano al meglio la gara di casa. In campo femminile Sara Mondin dello Skialp Valdobbiadene prima tra le cadette e Giorgia Felicetti dei Bogn da Nia a segno tra le junior.


Philip Götsch concede il bis alla Rise&Fall

Ski-alp, parapendio, mountain bike e sci alpino: queste le quattro prove del Rise&Fall di Mayrhofen, in programma sabato in Austria. Tante le squadre al via, con un po’ di azzurro almeno nel lancio scialpinistico. La vittoria è andata alla squadra che presentava Philip Götsch per lo ski-alp (primo al cambio della sua frazione), Patric Hörhager nel parapendio, Käss Jochen nella mountain bike e Roman Rohmoser nello sci alpino. Stesso team che aveva già vinto lo scorso anno. Piazza d’onore per Christian Hoffmann (secondo nello ski-alp), Roland Eberl, Daniel Geismayr e Johann Bronelius. Nello ski-alp alle spalle di Götsch e Hoffmann si sono piazzati nella top ten Luca Kovacic, Martin Stofner, Manfred Reichegger, Alex Brandner, Thomas Trainer, Manuel Seibald, Seppi Rottmoser e David Thöni.


Colpo Canclini in Coppa del Mondo

Che colpo. Nicolò Canclini vince la sprint di Coppa del Mondo in Cina. Gara vera e ben tracciata quella di Wanlong, nel gelo assoluto, oltre venti gradi sotto lo zero (tanto che molti atleti, Palzer compreso hanno deciso di non partire). Il valtellinese ha vinto la finale allo sprint con lo spagnolo Oriol Cardona Coll, con lo svizzero Iwan Arnold a completare il podio, quarto l’altro elvetico Thomas Corthay, quinto Michele Boscacci, sesto il francese Joris Perillat Pessey. Canclini primo Espoir davanti a Corthay, con terzo il francese Anselmet.
Al femminile successo di Laetitia Roux: la francese precede la spagnola Caludia Galicia Cotrina e la francese Marianne Fatton, prima Espoir, poi ancora Francia con il quarto posto di Adèle Milloz (seconda Espoir) e sesto di Lena Bonnel (terza Espoir), quinta la spagnola Marta Garcia Farres.


Italia subito a podio in Coppa del Mondo

Partita la Coppa del Mondo ISMF In Cina. Sulle piste di Wanglong debutto con il vertical: il primo successo stagionale lo firmano Anton Palzer e Axelle Mollaret. Il tedesco chiude con il tempo di 16’58”, precedendo di 12 secondi lo svizzero Werner Marti con l’ottimo terzo posto di Michele Boscacci a 23. Quarto lo spagnolo Oriol Cardona Coll, quinto lo svizzero Rémi Bonnet, primo degli Espoir. Ottava piazza per Robert Antonioli, decimo e terzo Espoir Davide Magnini.
Nella gara rosa la francese Mollaret si impone in 21’02’’, precedendo di 26 secondi Claudia Galicia Cotrina. Partono forte le azzurre: Alba De Silvestro è terza e migliore delle Espoir a soli 4 secondi dalla spagnola, seguita a due secondi da Katia Tomatis.


Sabato la Vialatteatrail

Sesta edizione per la Vialatteatrail, in programma sabato 16 dicembre. Partenza alle 18 da Sauze d’Oulx con due percorsi: uno da 12 km e 900 metri di dislivello, il secondo da 25 e 1700 metri di dislivello. Da Sauze a Sestriere passando in vetta al Monte Fraiteve, poi il ritorno attraverso il Col Basset. Tra i protagonisti attesi Luca Carrara e Cristian Minoggio oltre a Maurizio Fenaroli, Ivan Camurri, Danilo Brambilla, Stefano Butti, Daniele Fornoni, Diego Vuillermoz, Manuel Bortolas, Michele Fantoli, mentre al femminile occhi puntati su Camilla Magliano, che se la dovrà vedere con Laura Besseghini, Katarzyna Kuzminska, Chiara Giovando, Giuliana Arrigoni e Anna De Biase. Info: vialatteatrail.it


Venerdì scatta la Coppa del Mondo

Venerdì alle 3 ora italiana, scatta la Coppa del Mondo ISMF. Primo atto il vertical, mentre sabato sarà il giorno della sprint. Si gareggia a Wanlong, uno dei primi ski resort cinesi, nella regione di Hanei a circa quattro ore d’auto da Pechino.

AZZURRI - La Nazionale è partita lunedì, direzione Cina. «Siamo pronti - spiega il dt Stefano Bendetti - tutti hanno superato i problemi di jet lag (ci sono otto ore di fuso). Ci siamo allenati in pista, su neve artificiale, visto che non ne è caduta molta intorno. L’unico problema il freddo: l’altro giorno siamo usciti a -17. Ma Wanlong è una stazione molto moderna, con gli alberghi direttamente sulle piste e servizi all’altezza dei centri europei».

CINA - Saranno tredici le nazioni presenti, ovviamente con un team numeroso della Chinese Mountaineering Association (che organizza la due giorni di Coppa del Mondo): alla guida della squadra di casa c’è un italiano, Andrea Gianni che da anni si occupa dello sviluppo dello ski-alp in Cina.


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