Ancora neve a quote medie, in alto festival del ripido

Le condizioni per una sciata 'estiva' sulle Alpi

Tra una perturbazione e l'altra di questa tormentata primavera le finestre di bel tempo sono state utilizzate da tanti skialper per la bellissima neve che copre ancora bene gli itinerari classici. Da poco sopra i 2000 metri la stagione è indietro di almeno un mese.

GRAN PARADISO - Venerdì e sabato tutto esaurito sulla cima del Gran Paradiso (il rifugio Vittorio Emanuele è chiuso per lavori, ma è aperto l'invernale con presenza del gestore). Prosegue anche l'assalto di massa alla Nord dallo Chabod e, nonostante il ghiaccio affiorante su buona parte della calotta sommitale, non pochissimi l'hanno anche sciata, soprattutto prima che la neve si trasformasse. La maggior parte invece attraversa la cima e scende per la bellissima normale. Nel Cuneese, specialmente sopra Pian del Re, prosegue la diffusa tradizione locale di battere a tappeto i numerosi canali ripidi della zona.

BIANCO - Al Bianco è ormai ben tracciata la via dei 3 Monts dal Cosmiques, sia per gli sci che a piedi, quindi per gli sciatori è consigliabile anche il solo Tacul, magari dal Torino (segnalato un ponte incerto alla terminale). E' stato sceso il Couloir Gervasutti al Tacul, pur in condizioni non ottimali. La Mallory sulla Midi presenta quasi un accenno di gobbe, da tante discese sono state effettuate nei giorni scorsi. Salito e poi sciato il Couloir Jager. Sciata anche la Nord della Tour Ronde in settimana.

ALPI CENTRALI - Nelle Alpi Centrali si scia su neve eccezionale in zona Stelvio tra Tuckett, Spiriti, Cristallo (Nord alla selletta trafficatissima in salita e discesa, meno sulla linea diretta alla cima, a fianco del seracco), Valle dei Vitelli, fino al tornante della strada che sale da Bormio. Primi accessi a San Matteo, Tresero e Dosegù dal passo Gavia, sci ai piedi dall'auto. E' stata disceso più volte lo scivolo Nord della Presanella. La parete è però ormai in neve dura, e un alpinista è caduto scivolando fin oltre la terminale. Fortunatamente conseguenze limitate a un braccio rotto, oltre a contusioni ed escoriazioni. Si spalla poche decine di minuti per il Disgrazia da Predarossa in Val Masino. La strada a pagamento è ora quasi completamente asfaltata. Primi tentativi in sci per il Bernina da Campo Moro via Marco e Rosa (vetta non ancora raggiunta).

VALLESE - Nel Vallese venerdì è stata scesa la Nord della Pigne d'Arolla (Fedora Rota, foto di Arno Ladstaetter) e la Nord del Petit Combin. In zona si spalla generalmente 3-400 metri in salita, meno in discesa sfruttando le lingue di neve. Ottime condizioni riportate da Saas Fee e sul Dome de Mischabel. L'Ortles da Trafoi-Tre Fontane per il Borletti è in ottime condizioni, si mettono gli sci dieci minuti dopo il rifugio. In Brenta è stato sceso in sci e in tavola il canalone di Cima Tosa circa una settimana fa in condizioni quasi invernali. Tra poco saremo al solstizio d'estate. Il rigelo notturno è ancora ottimo con cielo sereno, ma quando il sole raggiunge il pendio la finestra per trovare neve bella è limitata mediamente a poco più di un'ora verso metà mattina, secondo le esposizioni e le quote. 


Giulia Compagnoni non si ferma mai

Dallo skialp alla corsa, non smette di vincere

Parliamo con la giovanissima Giulia Compagnoni, recente vincitrice sul percorso breve in Val Poschiavo: comunque quasi due ore di gara. Dopo la stagione dello skialp per lo Sci Club Alta Valtellina e per la squadra nazionale, senza rivali tra le cadette specialmente in salita, sta occupando i mesi caldi con le gare di corsa in montagna.

Giulia, ti avevamo lasciato con gli sci alla Pierra Menta jeunes: cosa hai fatto, dopo?
«Con gli sci ho smesso proprio con la Pierra Menta, è stata l'ultima volta. Poi ho iniziato a correre e ho partecipato alle gare regionali Fidal qui in zona. Ho 16 anni, ne compirò 17 a ottobre, e corro tra le Allieve: la distanza standard è di 3km e la gara termina generalmente in 15' al massimo».

E ieri come ti sei trovata, su una distanza molto più lunga? 
«Domenica è durata per me circa 46', ma mi sono sentita bene. In salita mi sono risparmiata molto, direi quasi che mi impegnavo al 70%. L'ho anche camminata tanto, anche perché dopo la stagione di skialp sono abituata al passo con i bastoncini e fatico un po' a riprendere la corsa in salita. Ma poi in discesa sono andata bene, essendomi risparmiata prima. In salita avevo ancora poco vantaggio sulla seconda, che vedevo due tornanti sotto».  

Quali distanze preferisci, a questo punto?
«Preferisco le lunghe, che riesco a gestire meglio perché ho una buona resistenza. Invece faccio più fatica sulle corte, anche perché quando mi alleno non faccio ripetute vere e proprie».  

E allora quali lavori privilegi nella tua preparazione? E quali ti piacciono di più?
«Guarda, io sto fuori un'ora al massimo, due-tre volte a settimana più la gara, non di più. Ho provato anche ad allenarmi di più ma salto. Specialmente dopo la gara devo recuperare tanto, in genere1-2 giorni. Dopo quella di ieri, due giorni di sicuro. E vado sui saliscendi, variando la velocità a sensazione. Qualche volta uso anche la mountain bike, per variare».   

Per quale società corri, a piedi? e chi ti segue?
«Sono tesserata Fidal per l'Atletica Alta Valtellina, e mi dà indicazioni mio papà Luciano, che corre da anni. Comunque mi sento spesso anche con il ' Tojo' (Davide Canclini, tecnico SCAV per lo scialpinismo), che mi dà qualche raccomandazione su come gestirmi».  

Sugli sci sei fenomenale in salita ma la discesa è un vero tallone d'Achille per te. E nella corsa?
«Ecco, nella corsa invece mi diverto di più in discesa, e si fa ancora più differenza che in salita. Comunque sto lavorando anche sulla discesa in sci: sulla muscolatura dei quadricipiti specialmente, e a fine stagione sugli sci mi sono dedicata alla tecnica. Appena arriverà la neve in autunno ricomincerò proprio da quello».  

Ma lo sai che c'è ancora una neve bellissima, anche vicino a casa tua? Non ti vien voglia di una bella scampagnata con le pelli ogni tanto?
«Eh, lo so! …mi piacerebbe, l'ho anche proposto a papà, di portarmi a fare un bel giro magari allo Stelvio».   

Come va lo studio?
«Ho appena finito l'anno, la terza liceo scientifico, ed è andata bene. Ora salirò al monte ad aiutare mia nonna che ha un ristoro in Val Zebrù, il primo che si incontra finito il tratto pianeggiante. Dò una mano per un'oretta a mezzogiorno, poi sono libera di andare a fare i miei giri».  

Vacanze?
«Quest'anno no! Niente mare, l'ho già detto ai miei, non mi piace!» 


Skialp touring: si scia anche a quote basse

La primavera fredda del 2013 ha allungato la stagione dello skialp

Stiamo rientrando nelle temperature medie stagionali, ma abbiamo avuto su tutte le Alpi una primavera fredda, specialmente nel mese di maggio. Precipitazioni abbondanti e pressoché continue hanno depositato altra neve in quota con un bilancio della neve al suolo positivo anche sotto i duemila metri.   

TANTE OPPORTUNITA' IN OTTIME CONDIZIONI -
A Sud, attorno a queste quote, permangono ancora solo tracce e zone di accumulo. Ma a Nord e in molte zone riparate la copertura è abbastanza continua da permettere itinerari che normalmente si possono sciare solo fino ad aprile.
Sui 4000 gli itinerari classici sono stati poco frequentati finora a causa del maltempo. Da questo fine settimana sono invece tutti ben tracciati e permettono ancora di scendere fino a quote relativamente basse sci ai piedi.
E' il caso del Monte Bianco, del Rosa, del Gran Paradiso, del Grand Combin per citare i più ambìti. Ma anche tantissimi 3000 offrono l'itinerario completo, come la Marmolada da Malga Ciapela o il Mont Velan dal Gran San Bernardo.
Nelle Marittime e nelle Occidentali in genere si sta sciando anche fino a 1700, così come nel Vallese. La Vallée Blanche si scia bene fino al Montenvers. Sul versante Nord delle Orobie sembra fine aprile. Ai Forni si spalla pochissimo e poi si mettono gli sci ai piedi, praticamente in solitudine e con condizioni eccezionali. In Adamello e Presanella condizioni al top.  

LA STAGIONE DELLO SCIALPINISMO  CLASSICO -
In questa stagione si incontrano tradizionalmente molti skialper stranieri, mentre una parte di quelli italiani ha già appeso gli sci al chiodo. Un vero peccato, considerando le condizioni eccezionali della neve. Non c'è paragone tra quella che si trova a fine autunno, cercandola magari con lunghe trasferte in auto, e quella tardo primaverile.  Per non parlare del clima e della luce. In queste situazioni gli sci moltiplicano tutti i loro vantaggi anche come semplice 'mezzo di trasporto' rispetto a racchette da neve e ramponi.  

CONDIZIONI PARTICOLARI -
Nevicate tardive così fredde, abbondanti e ripetute hanno creato anche situazioni particolari. Alcuni incidenti da valanga hanno completamente sorpreso i coinvolti. A fine stagione si è normalmente abituati a nevi più leggibili: trasformate, firn, addirittura di nevaio senza più metamorfismi con l'avanzare dei giorni.  La nevicata temporalesca fuori stagione è sempre esistita, come episodio isolato, e il manto si trasforma in un giorno o due al massimo. Le perturbazioni continue per settimane con temperature basse invece sono state una combinazione eccezionale del 2013. Ma a condizioni apparentemente invernali si sono uniti invece elementi tardo primaverili, come le tante ore di luce e la sua maggiore intensità anche attraverso le nuvole durante la precipitazione. Il che, in generale, indebolisce i legami molto prima che durante la stagione classica.  

TIMING -
Anche gli orari di partenza e rientro vanno corrispondentemente anticipati. E' facile cadere nell'errore di rispettare il timing classico per gli itinerari normalmente percorsi in aprile-metà maggio, quest'anno ancora in ottima forma. Ma albeggia prima, l'insolazione è ormai estiva, il rigelo notturno meno efficace, e la neve recente non ha ancora completato i suoi metamorfismi...meglio anticipare ancora un po'!
Un piccolo sacrificio per godere di condizioni eccellenti.
E' un 'magic moment' da non perdere!    


Concluso il modulo teorico del primo corso allenatori

La parte pratica si terrà allo Stelvio da lunedi' 17 giugno

Si è concluso venerdì 31 maggio la parte teorica del primo corso per allenatori e tecnici di scialpinismo, tenuto nella sede della FISI a Milano, in via Piranesi, a cura della Scuola Tecnici Federali (STF). 
Negli ultimi giorni sono intervenuti e sono stati particolarmente apprezzati Lucia Castelli sui temi della didattica e Sepp Chenetti su argomenti tecnici.

Lucia Castelli partecipa spesso come docente a corsi per tecnici e professionisti della neve, incrociando le proprie competenze professionali con la passione per l'agonismo sugli sci da fondo e da alpinismo.

Sepp Chenetti, uno dei migliori tecnici italiani dello sci di fondo, è particolarmente attento all'analisi biomeccanica del gesto e ha già avuto modo di confrontarsi con gli atleti sulle tematiche specifiche dello scialpinismo.  

Restano in sospeso, tra le altre, le domande sul 'dopo' primo corso, nel quale si è partiti senza la base di una progressione tecnica condivisa specifica della disciplina . Come auspicato dal colonnello Marco Mosso, la strada dovrebbe essere la formazione di gruppi di lavoro tra gli allenatori formati con questo corso, che definiscano una base tecnica uniforme da cui partire per lavorare sul campo e nei prossimi corsi allenatori.  

Appuntamento per tutti i 47 partecipanti lunedì 17 giugno alle 8.30 presso l'Hotel Thoeni 3000 al passo dello Stelvio.   


Marco De Gasperi vince l'Orobie Vertical

Samanta Galassi si impone tra le donne

Prime notizie dal rifugio Coca a 1892 metri di quota sopra Valbondione (BG): ha vinto Marco De Gasperi in 39' 27", davanti a Xavier Chevrier e a Marco Moletto. Tra le donne vittoria della bergamasca Samanta Galassi, che si conferma la rivelazione di quest'anno.

Nel considerare i tempi al rifugio Coca va tenuto conto del fatto che la gara parte in paese e prevede 1100 metri di sviluppo quasi pianeggianti,  una breve discesa fino al ponte sul torrente, e che a metà salita circa un traverso in leggera discesa fa perdere ancora diversi metri. 


La discesa della Nord della Becca di Gay

Nelle Alpi resistono ottime condizioni sulle pareti dello sci estremo

Continua la stagione eccezionale per lo sci ripido ed estremo.
Lunedì 27 maggio quattro sciatori e uno snowboarder hanno sciato la parete Nord della Becca di Gay, circa 500 metri con pendenze oltre 50° in alcune sezioni. Si tratta di Davide Terraneo, Diego Margiotta, Andrea Bormida e Matteo Tagliabue con gli sci, più Pietro Marzorati con la tavola, freschi primi ripetitori della Nord del Disgrazia.
La discesa ha richiesto una sola calata su abalakov per via di 40 metri di ghiaccio praticamente scoperto. Per il resto le condizioni erano perfette.

Le continue nevicate primaverili, accompagnate da temperature quasi invernali, hanno coperto bene uno scivolo di ghiaccio su cui negli ultimi anni non si era praticamente mai agganciata neve. L'avvicinamento è avvenuto dal versante piemontese (Lago di Teleccio, rifugio Pontese, colle Baretti). Quindi il ritorno, dopo la salita e la discesa per la Nord, ha richiesto la risalita del colle Baretti dal versante Valnontey.

Si tratta di un itinerario che unisce grandi dislivello e sviluppo ad un alto tasso tecnico anche durante la salita della Nord la cui uscita, sulle rocce di destra,  può presentare passaggi di misto attorno al IV se non eccezionalmente innevata. In partenza bisogna quindi prevedere al seguito tutto il materiale di cordata.

Il tutto in una zona isolata  e complicata da raggiungere qualunque versante si scelga.  Sul numero 89 di Ski-alper, attualmente in edicola, sono dedicati ampi spazi al diffuso revival dello sci ripido in questa stagione.


Corso allenatori, il modulo teorico al giro di boa

Marco Mosso: 'Ci aspettiamo la nascita di gruppi di lavoro tra allenatori'

Il modulo teorico del primo corso per allenatori e assistenti tecnici di scialpinismo ha doppiato il terzo dei cinque giorni previsti in via Piranesi a Milano.
Alla fase introduttiva ha partecipato anche il colonnello Marco Mosso, comandante del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur, che in Federazione presiede la Commissione tecnica scialpinismo.  

«Ho partecipato alla parte introduttiva perché era giusto seguire da vicino questo corso, in cui per la prima volta al mondo si va a costruire la figura tecnica dell'allenatore di scialpinismo agonistico. Il primo giorno gli argomenti riguardavano proprio l'organizzazione federale, i regolamenti tecnici e le normative e la mia funzione è stata simile a quella di un 'moderatore-coordinatore' dei lavori. Nel secondo si sono affrontati aspetti normativi e legali, trattati rispettivamente dal rappresentante del Corpo Forestale dello Stato e dall'avvocato».  

Proprio sulla base di selezione e sull'inquadramento di una figura così nuova si discuteva molto ancora prima dell'inizio del corso. Qual'è stato l'andamento di questa fase?

«Infatti c'è stato un confronto acceso. Rispetto al criterio di impostato della STF sono state proposte anche molte obiezioni, e il dibattito che ne è scaturito è stato senz'altro positivo perché è risultato chiarificatore. Partendo da zero, senza precedenti specifici, era inevitabile e necessario».  

Qual è il criterio adottato dalla STF per l'ammissione a questo corso e per l'inquadramento dei tecnici che ne nasceranno?

«Sono stati ammessi al corso allenatori per lo scialpinismo le figure professionali della montagna inquadrate nelle due leggi quadro nazionali: i Maestri di sci e le Guide alpine. Inoltre si sono raccolte le segnalazioni dei Comitati regionali riguardanti tecnici 'di fatto' già operanti nei club, e quelle figure che per risultati agonistici e meriti sportivi avrebbero portato un patrimonio di conoscenze tecniche e passione, che tra l'altro, in un 'corso zero', vanno condivise tra partecipanti e personale tecnico formatore.  Le due figure professionali, già titolate nei rispettivi ambiti, si qualificheranno come Allenatori di scialpinismo, mentre i non professionisti come Assistenti tecnici federali. Potranno operare solo nella struttura federale, cioè fino ai Comitati».  

Come rispondete a chi è stato escluso da questo primo corso, pur possedendo i requisiti di ammissione richiesti?

«Dovevamo stabilire un criterio, e quando si stabilisce un criterio qualcuno ne risulta soddisfatto ed altri scontenti. In questo specifico caso è stata utilizzata la famosa lista di coloro che due anni fa avevano fatto richiesta di ammissione sul vecchio 'bando' per un corso che poi non aveva avuto seguito. Più le segnalazioni dei Comitati regionali e gli atleti di Coppa del mondo per almeno tre anni. Certamente non sono state fatte scelte 'ad personam'».  

A quando il prossimo corso, quindi?

«E' prevedibile un prossimo corso, possibilmente già nel prossimo autunno, in cui i docenti saranno proprio gli Allenatori titolati nati con questo. Ci aspettiamo la nascita di gruppi di lavoro formati dai futuri docenti, che definiscano i contenuti tecnici e didattici per i prossimi corsi. Se questo processo proseguisse come nei progetti, l'Italia confermerebbe il proprio tradizionale ruolo-guida in questa disciplina e alla fine ne trarrebbe vantaggio tutto il movimento, dalla competizione al touring».      


Michele Boscacci: finale di stagione inaspettato.

'E ora c'è il concorso per l'Esercito'

Parliamo con Michele Boscacci per fare il punto sulla stagione appena conclusa e sui suoi programmi. Michi ha iniziato la stagione forte, anzi fortissimo con il titolo assoluto Vertical a Caspoggio: la gara perfetta, quella in cui si riesce ad andare oltre il 100%. Senza subire il peso  della responsabilità di correre in casa.

Vuol dire essere forte anche di testa, tanto da riuscire a restare libero dai condizionamenti ambientali. Poi ha avuto un calo fisiologico ma non ha saltato un appuntamento, correndo tutto anche a Pelvoux.

Infine tutta la seconda parte della stagione l'ha visto di nuovo sempre protagonista, dalla Pierra Menta corsa con Antonioli fino al Mezzalama, passando per la bella vittoria in Brenta con Holzknecht. Potenza e testa. Del resto, buon sangue non mente.  

Michi, come giudichi la tua stagione?

«Sono soddisfatto. Dopo le prime gare ho avuto un calo, ma poi nella seconda parte è andata molto bene, specialmente in certe gare. Non me l'aspettavo così».  

La tua gara migliore?

«A Caspoggio, il Vertical. Lì ho dato veramente tutto, e anche in quel caso non me l'aspettavo».  

La peggiore?

«A Misurina. Quel giorno non c'era proprio niente da fare».  

La gara che ti è piaciuta di pìù?
«Sará forse perchè è stata l'ultima e i ricordi sono più vivi, ma sicuramente il Mezzalama. È la gara più impressionante, per l'ambiente!»  

Com'è stata, correre legato con il Lanfra e Holzknecht?

«E' andato tutto liscio. Non è stata una passeggiata ma non ho mai sofferto particolarmente. Siamo sempre stati equilibrati».  

Cosa stai facendo in questo periodo?

«Dal lunedì mattino del Mezzalama sono tornato al lavoro, con papà, in falegnameria. Orari lavorativi normali, come tutti, ed esco ad allenarmi la sera dopo le sei. Prevalentemente bici, in mountain bike, e un po' di corse. Tutto a sensazione e per divertirmi, solo per mantenere e scaricare, niente programmi. Sicuramente farò anche qualche garetta di quelle che organizzano qui intorno. Abbiamo tante cronoscalate  in bici, o anche gare e staffette corsa-bici, magari skiroll. Tra poco ne organizziamo una anche noi qui in Albosaggia. Sono manifestazioni piccole ma belle, in amicizia. Io però corro solo in mountain bike».  

I progetti e le vacanze?

«Vacanze…qualche giorno ad agosto lo farò sicuramente, ma non ci penso. Quello che capita, capita. Intanto però mi preparo perchè sto aspettando il concorso per l'Esercito, che dovrebbe essere tra l'estate e l'autunno».   


Primo corso per allenatori e tecnici di skialp al via

In FISI a Milano il modulo teorico da lunedì 27 maggio

Dal 27 al 31 maggio, la prossima settimana quindi, si terrà il modulo teorico del primo corso di formazione per allenatori e assistenti tecnici dello scialpinismo.
Il ritrovo è fissato a Milano presso il Palazzo delle Federazioni, in via Piranesi 46 nella sala C. Le lezioni avranno indicativamente il seguente orario: 9.00/13.00 – 14.00/18.00.  

Sono stati ammessi tutti coloro che ne avevano fatto richiesta negli scorsi anni, circa 60 nomi, quando si parlava nell'ambiente della sola possibilità di un corso allenatori ma nulla era stato ancora stabilito dalla federazione. Numerose altre richieste, presentate proprio a seguito della pubblicazione effettiva del bando, sono state invece respinte per raggiunto numero massimo. 

Contrariamente agli altri corsi allenatori per le discipline sciistiche, che richiedono il pre-requisito del titolo professionale di Maestro di sci, sono stati ammessi anche tecnici 'di fatto' dei club e atleti di livello nazionale. Ma anche qualche nome noto nell'ambiente a tutt'altro titolo (non tecnico).
Sono state però ammesse anche le Guide Alpine, escluse in un primo momento in quanto non riconducibili alla FISI o ad altra federazione del CONI, ma nei fatti le professionalità più affini e complementari alle caratteristiche della figura tecnica che si va a formare.   

Nei corsi allenatori delle altre discipline i titoli prerequisiti costituiscono soprattutto selezione di qualità e garanzia di metodo didattico consolidato, acquisito durante i corsi professionali delle rispettive categorie. Corsi che, come è noto, sono preceduti da selezioni severe, perlomeno nelle regioni alpine, e cui è riconosciuto anche internazionalmente un livello qualitativo molto alto.  Sarebbe auspicabile che in futuro, dopo questo corso 'zero' (che come tutti i corsi 'zero' di altre discipline 'nuove' -  snowboard, telemark ecc - diventerà una base di lavoro ma anche una specie di sanatoria ex-ante di cui possono godere persone non titolate), gli allenatori responsabili delle successive selezioni, dei prossimi corsi di formazione, aggiornamenti ed esami, siano invece titolari di questo indispensabile background.        

IL PROGRAMMA


LUNEDI’ 27/05
ORE 14.00 ACCREDITAMENTO PARTECIPANTI PRESENTAZIONE PROGRAMMA REGOLAMENTI FEDERALI  

MARTEDI’ 28/05
ORE 9.00/18.00 QUADRO NORMATIVO MONTAGNA E SPORT INVERNALI 

MERCOLEDI’ 29/05
ORE 9.00/18.00 METODICA/PREPARAZIONE ATLETICA

GIOVEDI’ 30/05 ORE 9.00/13.00 PSICOLOGIA ORE 13.00/18.00 FISIOLOGIA   

VENERDI’ 31/05
ORE 9.00/18.00 MODELLO PRESTATIVO E TECNICO   

16-21/06 PASSO STELVIO:
MODULO PRATICO  


Pietro Lanfranchi: 'Contento della mia stagione'

'Intanto esco sempre ad allenarmi. Per il futuro si vedrà!'

Con 'il Lanfra' siamo curiosi di sapere come giudica la sua stagione dopo il bel terzo posto al Mezzalama in team con Holzknecht e Boscacci.
In effetti questo inverno non tutto era andato per il verso giusto: due distinti incidenti in discesa l'avevano condizionato in due momenti cruciali. Il primo a Pelvoux proprio durante la Team Race di apertura dei mondiali. Il secondo aveva prodotto conseguenze più prolungate nel tempo per via dello sterno incrinato in una collisione con Reichegger durante la prima tappa della Pierra Menta.
Comunque conclusa. Accertamenti e diagnosi solo dieci giorni dopo…altro che terapia del dolore!  

Pietro, questo Mezzalama porta il bilancio stagionale ampiamente in positivo.
«Alla fine sono contento, dopo la sfiga delle due botte. A parte le gare condizionate dalle problematiche conseguenti, nelle individuali sono comunque andato bene e sono riuscito a piazzarmi sempre nei primi 10»  

Come si vive la passione per le gare quando c'è anche un figlio appena arrivato? Una eventuale delusione, o uno stop forzato, diventa meno stressante?

«Al contrario! In quel caso mi arrabbio perché per prepararmi avevo tolto tempo alla famiglia, e per niente!»  

Le tue gare migliori? Secondo Ski-alper, Presolana e Mezzalama.

«Sì, alla Presolana ho fatto una bella gara, anche se per l'emozione di correre in casa ho commesso due o tre errori. Ci metto anche il terzo posto al Vertical di Andorra dietro a Lenzi e a Bon Mardion. E' 'solo' un Vertical, ma è un podio in Coppa!»  

E il Mezzalama come si è sviluppato dopo il Castore? Avete scollinato secondi al Breithorn con 1' di margine su Jacqemoud-Bon Mardion-Kilian, poi avete anche incrementato un po'. E dopo? 

«Sul Naso loro ci hanno passato con un'altra velocità. Allora ci siam guardati alle spalle e gli altri erano lontanissimi. Abbiamo parlato tra di noi per capire cosa potevamo fare e deciso di fare la nostra gara. Tanto che sono rimasto davanti nella cordata anche se ero stanco».  

Cosa stai facendo in questo periodo?

«Va bene, è un bel periodo! Finalmente ho un bel po' di tempo per stare con la famiglia e dedicarmi a loro».  

I tuoi propositi per la prossima stagione?

«Non lo so ancora. Sto ancora pensando a una stagione a minore intensità, a un livello più basso. Ma ogni anno non so cosa farò la stagione successiva. L'anno scorso, con la novità del bambino in arrivo, avevamo parlato e deciso di provare comunque e vedere come andava. Ma ho fatto veramente fatica! A freddo, adesso, direi di no, ma bisogna vedere quando arriva l'autunno e poi la neve».  

Ma intanto non stai fermo…

«No, certo! Esco sempre, anche grazie ai miei amici Matteo e Marco che mi fanno saltar fuori la mattina. Se non ci fosse l'appuntamento con loro non riuscirei a uscire! …e poi questa estate mi aspettano le sfide in skiroll con lo Zamba e gli altri qua in giro!»  

Ferie?

«Zero! Le ho usate tutte, sono in negativo. Avevo chiesto anche dei permessi non retribuiti per poter gareggiare, e ringrazio l'azienda per avermeli concessi».    


Elena Nicolini: 'Stagione oltre le aspettative!'

Ben 36 gare quest'anno per la campionessa trentina

Quando Elena risponde al telefono è in compagnia degli altri soci dello 'Sci Club Nicolini': «Sono in auto, stiamo tornando da una premiazione della FISI Trentino!»  

Ancora premiazioni? Ma questa stagione non finisce mai! Però non sembri stanca… quante gare hai corso quest'anno, Elena?

«36 gare! Ma la stagione mi è volata perché quest'anno ho fatto un bel po' di gare che non avevo mai fatto prima: i Mondiali, la Pierra Menta, il Mezzalama…a dir la verità ho avuto un periodo verso fine stagione in cui ero stanca di testa. Ma poi c'era il mio primo Mezzalama, la gara che andavo a vedere quando correva mio papà, e la novità mi ha ridato motivazione».  

Sarai ben contenta della tua stagione, no?

«Sì, è andata sopra le aspettative! Sapevo di essermi preparata bene, ma non pensavo proprio di andare così».  

Qual è stata la gara 'speciale'?

«L'argento a Pelvoux nella Team Race con Gloriana. Oltre a essere andate bene e alla nostra amicizia, è stata per me la conferma definitiva. Anche se già con il secondo posto dietro Glo al Campionato italiano individuale alla Pitturina avevo ottenuto una prima conferma del mio livello di quest'anno».  

E il risultato più prestigioso?

«Be', è ovvio che il Mezzalama è la 'Gara delle Gare', ma sai com'è andata. Non che valga di meno, lo so, però…
Invece, personalmente, sono molto contenta del secondo posto alla Pierra Menta perché ce lo siamo proprio combattuto e conquistato. Due tappe a testa tra noi e le terze, il vantaggio ridotto a un minuto e poi ripreso il giorno dopo…è stata proprio una bella battaglia, vissuta! E anche quella per me era un'esperienza nuova».  

Cosa stai facendo in questo periodo? Vi state preparando a riaprire il 'Tosa-Pedrotti'?

«Fermi, mai! Un po' di corsa, bici, arrampicata senza obbiettivi, per tenersi e per il piacere di farlo. Intanto sì, stiamo preparando tutte quelle cose che vanno fatte in valle per riaprire il rifugio. Il 10 giugno saliremo noi, ma resterà chiuso fino al 15 perché ci vuole una settimana di lavoro duro per riavviare un rifugio così…l'acqua, la corrente, riaprire tutto…a proposito, guarda che ti aspettiamo!»  

Sicuro! Dove altro possiamo trovare una simile densità di top skiers? Ma è vero: l'arrampicata. Con un padre così non puoi che essere anche una bella climber. Che grado hai in falesia? E in montagna?

«Ah, guarda, penso che mio papà mi abbia insegnato ad arrampicare prima che a sciare! Dopo tutto l'inverno senza toccare la roccia per ora sto sul 6b, 6c. Il mio top è stato un 7b+ lavorato. In via invece ci vuole esperienza per proteggere. Dato che ci vado poco, al massimo salgo con mio papà qualche tiro da prima sul V qui in Brenta».  

Obbiettivi per la prossima stagione? Su cosa pensate di lavorare con Eros Grazioli, il tuo allenatore?

«La salita! Certamente devo alzare soglia e velocità sulla distanza. Nelle sprint me la cavo, quindi la velocità di base c'è. Poi anche in discesa, e sui cambi soprattutto, si può sempre migliorare, ma per me questa era solo la terza stagione di sport di durata, quindi devo lavorare sicuramente su questo aspetto».  

E le vacanze?

«Eh, mi sa che quest'anno saltiamo. Con il rinvio del Mezzalama, la settimana in Sardegna…ad arrampicare, eh?! Mica andiamo là per stare fermi!…magari a ottobre, vedremo».  


Glo Pellissier: 'Stagione ottima, tra le mie migliori'

Il bilancio e le intenzioni della grande atleta dell'Esercito

Sono passati una decina di giorni dal Mezzalama fatidico. E' ora di ascoltare Gloriana Pellissier per avere dalla sua viva voce un piccolo bilancio della stagione appena conclusa. Ma i convenevoli portano subito sull'argomento più attuale.  

Glo, come stai? Assorbito la delusione del ritiro?

«Sì, assorbita ma non dimenticata. Ho capito che ci può stare. Lo sport insegna a vivere e ad accettare le giornate no, anche se si è abituati ai successi e a fare sempre il meglio possibile. Resto dispiaciuta soprattutto per le mie due compagne. Fosse stata una gara individuale non avrei dovuto fare i conti con questa responsabilità, e accettarlo per me sola sarebbe stato molto più facile. Comunque non si trattava di tensione: per tutti questi dieci giorni seguenti il Mezzalama sono rimasta K.O., a terra, debilitata. Quel giorno ho provato a tener duro ma salivo e mi spegnevo, finchè ho dovuto fermarmi. Anche ripensando a come ero 'satura' durante gli ultimi appuntamenti, credo che si sia trattato di stanchezza. Ho fatto i conti: quest'anno ho partecipato a 32 gare».  

…con relativi spostamenti, preparativi, programmazione: impressionante, anche per una professionista. Come giudichi questa tua lunghissima stagione?

«Ottima! Una delle più belle mai fatte! Soprattutto perché sono sempre stata 'lì', in competizione, anche quando non prevalevo io. Laetitia Roux è un discorso a parte: è impossibile confrontarsi con una fuoriclasse così, ma con la Maude (Mathys) ho battagliato, e anche Mireia quest'anno non era così lontana come lo era invece in altre stagioni».  

E adesso cosa hai in programma, per ritemprarti?

«Per prima cosa andrò al mare con tutta la famiglia. Poi per tre mesi salirò nella nostra casa in montagna e ci resterò per tre mesi con i bambini, da giugno a settembre».  

Come ti regoli in estate, con gare e impegni sportivi?

«Di solito partecipo a qualche gara di corsa in montagna, ma solamente qui vicino, in valle. Dopo una stagione di continui spostamenti, non me la sento proprio di continuare a viaggiare così anche in estate!  Ma adesso per un po' uscirò a correre, in bici e con gli skiroll senza particolare impegno. Per il piacere di farlo».  

E per la prossima stagione?

«…eh!…non lo so ancora. Ci sto pensando bene. Ci sono la famiglia e i bambini, è dura conciliare bene tutto.  Resto sempre molto motivata alle gare, ma con la famiglia diventa tutto molto difficile!»