La prima volta di Luca Carrara e Cristiana Follador alla Dolomyths Run Ultra

Altro sigillo stagionale per Luca Carrara che mette in bacheca anche la sua prima vittoria nella Dolomyths Run Ultra, in un’annata che lo sta vedendo assoluto protagonista nelle gare lunghe, mentre al femminile sul traguardo di Canazei ha trionfato Cristiana Follador. Per entrambi si tratta della prima vittoria in questa gara, nuova nella denominazione, ma non nei contenuti, dopo essere già saliti sul podio negli anni scorsi. L’alfiere del team Salomon ha concluso i 61,050 km con un dislivello positivo di 3378 metri facendo registrare il tempo di 6h34’35”, staccando di 4’40” Davide Cheraz, quindi terzo l’alfiere del Team Repubblica Ceca Tomas Farnik ad 11’55”. Seguono più staccati Marco Tramet, Giovani Ruocco, Dino Melzani e Michele Tavernaro, già vincitore in passato sul traguardo di Canazei della versione skyrace del trittico di gara DoloMyths Run, ma vittima di una botta al piede già infortunato che lo ha limitato nel finale.
Il portacolori del Team La Sportiva fino a metà gara era a stretto contatto con il gruppo di testa, anzi al passaggio a Passo Sella e alla Città di Sassi precedeva di qualche secondo Cheraz, Ruocco e Carrara, quartetto che poi è diventato un terzetto nella salita verso il rifugio Dantercepies. Nella discesa che portava a Corvara Tavernaro è entrato in difficoltà per il colpo al piede ed ha iniziato a perdere contatto, tant’è che in zona ristoro ha pensato addirittura di ritirarsi, perdendo inevitabilmente terreno lungo la salita verso il rifugio Boè e il Bec De Roces, dove ha leggermente perso contatto dai due atleti del team Salomon, transitati praticamente assieme.
Ma è stato nella discesa verso Arabba che si è decisa la gara, quando Carrara è riuscito ad allungare su Cheraz. Nel centro del Livinallongo il leader era riuscito a staccare di 1’38” Cheraz e di 2’04” Tavernaro. Un vantaggio che al bergamasco è stato di stimolo per affrontare il punto più duro del tracciato, ovvero l’ascesa verso Porta Vescovo e il rifugio Padon. Con costanza e l’esperienza delle ultime partecipazioni, dove aveva testato la difficoltà dell’ultima ascesa, il paladino del Team Salomon ha imposto il suo ritmo e per gli avversari non c’è più stato nulla da fare, anzi con il passare dei chilometri e il divario si è addirittura incrementato. Il tempo finale è lontano dal record di Gerg Piazza, ma considerando anche il temporale prima dello start, che ha costretto gli organizzatori a posticipare di mezzora il via rendendo scivoloso il tracciato, la prestazione dei primattori di giornata è comunque più che positiva.
Un’affermazione che vale doppio per Luca Carrara, che con i punti messi in saccoccia nella competizione fassana, conquista matematicamente la vittoria nelle Skyrunner Italy Series con una prova di anticipo. Un doppio motivo dunque per festeggiare nella gara che lui stesso ha definito epica e affascinante.

Cristiana Follador ©Facebook Dolomythsrun

In campo femminile prima affermazione dopo un secondo e un terzo posto nelle precedenti edizioni per Cristiana Follador, che ha concluso con il tempo di 7h47’07”, staccando di 7’36” Katia Fori, quindi terza la statunitense Andrea North, che era transitata davanti a tutti fino al Passo Sella, per poi cedere il passo alle due rivali soprattutto in discesa. Per la trevigiana una seconda parte da assoluta protagonista, con una leggera preoccupazione nel finale dal Pordoi a Canazei per il recupero della Fori, ma tutto si è concluso con un sorriso e le braccia alzate sul traguardo.
Successo organizzativo dunque per il primo atto della DoloMyths Run Ultra, con 420 partenti in rappresentanza di 22 nazioni. La lunga settimana dedicata alla corsa in quota in Val di Fassa sotto il marchio Salomon proseguirà poi da mercoledì 18 con una serie di appuntamenti con gli atleti di punta del team Salomon e test materiali, quindi venerdì mattina il Vertical ad Alba di Canazei e domenica la regina, la straordinaria ed incantevole Sky con passaggi a Forcella Pordoi, Piz Boè e Val Lasties.


BUT Formazza a Riccardo Montani e Francesca Canepa

Sono Riccardo Montani e Francesca Canepa i vincitori dell'edizione 2018 di BUT Formazza, la corsa ad alta quota che si è svolta sabato mattina in Val Formazza. Originario del Lago d’Orta, Montani si è aggiudicato i 52 km della BUT in 5 ore 51 minuti e 8 secondi, lungo un tracciato che ha superato i 3000 metri e, per la prima volta, ha toccato la Cascata del Toce, con il suo salto da 143 metri, il più alto d’Europa.
7 ore 48 minuti e 15 secondi, invece, per la prima classificata tra le donne: la valdostana Francesca Canepa.
In tutto oltre mille i partecipanti, arrivati da 13 paesi (Svezia, Francia, Germania, Finlandia, Ecuador, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Venezuela, Olanda, Polonia, Danimarca) nel caratteristico borgo walser di Riale, per questa spettacolare competizione che prende il nome dal Bettelmatt, il raro e pregiato formaggio di montagna che nasce tra gli alpeggi piemontesi, al confine con la Svizzera.
Accanto a Montani, vincitore della 52 km, Cristian Minoggio si è aggiudicato per il terzo anno consecutivo la Sky Race da 35 km e 1.940 metri di dislivello, con un tempo di 3 ore 17 minuti e 49 secondi. Gabriele Bacchion ha tagliato invece in 1 ora 55 minuti e 39 secondi il traguardo della Bettelmatt Race da 22 kme 750 metri di dislivello.
Al femminile Martina Brambilla si è aggiudicata la 35 km in 4 ore 12 minuti e 55 secondi, mentre Daniela Bergamaschi, ha tagliato il traguardo della 22 km in 2 ore 37 minuti e 38 secondi. Tre itinerari per ultratrailer di esperienza, affiancati da una mini corsa da 8 km a cui hanno preso parte anche numerose famiglie e il cui ricavato sarà devoluto alla famiglia di Marco Bacher, un ragazzo di Formazza che a seguito di un grave incidente ha bisogno di assistenza h24 e di cure continue.


OUT sfiora quota 3000

Si avvicina l’Orobie Ultra Trail, in programma il 27-28 e 29 luglio. Un’edizione, quella del 2018, che è stata a lungo a rischio per mancanza di certezze economiche e che verrà organizzata grazie all’accordo con alcune aziende del territorio che credono nella gara e sono pronte a sostenerla nei prossimi tre anni. Una boccata di respiro per quella che in pochi anni, grazie alla difficoltà del percorso e alla bellezza dei paesaggi, con l’arrivo nel cuore di Città Alta, una delle perle artistiche del Belpaese, è diventata una grande classica. L’interesse del pool di aziende locali permette anche di progettare a medio termine, con una distanza maratona nei sogni degli organizzatori, che hanno già aggiunto alle due lunghezze regine (140 km e 9.500 m D+ OUT, 70 km e 4.200 m D+ GTO) il Bergamo Urban Trail di 20 km e 700 m D+. Proprio organizzatori e aziende hanno presentato le principali novità nei giorni scorsi nella cornice del Castello di Valverde, alle porte della Città Alta.

AZIENDE PER IL TERRITORIO - Sono diverse le realtà locali pronte a sostenere OUT, a partire da Lovato Electric e Scame, attive nel campo dei prodotti elettrici e dell’automazione industriale, fino a Elleerre che produce materiale promozionale. Alcuni marchi forniranno prodotti presenti ai posti tappa o al pasta party, come la pasta proteica marchiata CMP Campagnolo o la birra ELAV o ancora le acque Bracca e Pineta. Inoltre alcune realtà, come per esempio Lovato Electric, parteciperanno alle gare con una squadra di atleti-dipendenti-manager in un’ottica di sensibilizzazione salutistica.

NUOVO RACE CENTER - Il cuore della manifestazione, con race office, servizi per i runner e tanto altro si sposta dal palazzetto dello sport alle piscine Italcementi e si punta sempre più sulla sostenibilità ambientale con le maglie finisher in cotone bio e le 150.000 tovagliette dei rifugi in carta riciclata. Intanto sono oltre 2.700 gli iscritti, in arrivo da 30 nazioni e 5 continenti, 200 gli stranieri e il numero potrebbe salire ancora perché le iscrizioni al Bergamo Urban Trail sono ancora aperte.

VOLONTARI - Si cercano ancora volontari, utilissimi per il successo della manifestazione. Si va dai volontari di logistica, a quelli dei punti di ristoro o del percorso e di disallestimento dello stesso. Per chi fosse interessato esiste un sito dedicato: volontariout.it

©Diego Degiorgi

Dolomyths Run, sabato il debutto con il Sellaronda

All’alba di sabato 14 luglio farà il proprio debutto ‘Dolomyths Run’, il nuovo brand che raccoglie le tre storiche competizioni di corsa in montagna, ovvero Sellaronda Ultra Trail, Dolomites Vertical Kilometer e Dolomites SkyRace, da quest’anno con la nuova denominazione di Ultra, Vertical e Sky, tutte in programma nel breve spazio di dieci giorni, per dare la possibilità agli appassionati della corsa e della montagna di vivere una vacanza attiva tra le più belle vette montuose del mondo. L’apertura spetterà alla Dolomyths Run Sellaronda Ultra Trail, che sabato vedrà schierati ai nastri di partenza oltre 400 concorrenti, provenienti da ben 22 nazioni, ricordando che la gara è inserita nel circuito delle Skyrunner Italy Series. Nella starting list saranno rappresentati tutti i principali Paesi europei, ma non mancheranno atleti anche da oltre Oceano, provenienti addirittura da Brasile, Stati Uniti, Messico e pure India, giusto per citarne alcuni.
Gli atleti in gara si confronteranno sul Gruppo del Sella, fra Trentino, Alto Adige e Veneto, chiamati a coprire 61,050 chilometri e 3378 metri di dislivello positivo attraverso le quattro valli ladine dolomitiche, ovvero Fassa, Gardena, Badia e Livinallongo, con transito dai centri abitati di Selva, Corvara, Arabba e Canazei. I concorrenti affronteranno il Passo Sella, la salita sulla Dantercepies, il Passo Campolongo, il Bec e Roces e l’ascesa al Passo Pordoi, a precedere l’ultima discesa che porta all’arrivo di Canazei. Lungo il percorso saranno allestiti numerosi punti di ristoro e assistenza, ricordando che i vari cancelli orari saranno verranno chiusi dopo 3 ore (a Selva), dopo 6 ore (a Corvara), dopo 9 ore (ad Arabba) e dopo 13 ore (a Canazei).
Il weekend della Dolomyths Run Ultra inizierà già venerdì 13 dalle 15 alle 19.30 con la distribuzione dei pettorali presso sala consiliare del Municipio, mentre alle 18,30 è previsto il briefing tecnico nello stesso luogo e alle 20,30 la cerimonia d’apertura con la presentazione della Dolomyths Run Week in piazza Marconi, a Canazei.
Nella gara maschile il pronostico si annuncia incerto, con tanti specialisti al via. Tra di loro spiccano i nomi del bergamasco Luca Carrara, il valdostano Davide Cheraz, il trentino Michele Tavernaro e il modenese Matteo Pigoni, mentre nella gara femminile – starting list alla mano – la principale candidata al successo è la veneta Cristiana Follador, già protagonista nelle passate edizioni dell'evento. Nella lotta per il successo potrebbe inserirsi anche qualche atleta straniero, con l’elenco partenti che andrà a definirsi nelle prossime ore.
Nel weekend successivo, quindi, toccherà alle gare Vertical (venerdì 20 luglio) e Sky Race (domenica 22 luglio), che vedranno al via come di consueto tutti gli atleti top a livello mondiale delle due specialità.


Giochi 2026, una commissione per scegliere la sede candidata per l’Italia

Tutto secondo copione: nella riunione del CONI di martedì la decisione ’di inviare al CIO una candidatura italiana ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2026 - si legge su Coni.it - . Il nome della candidata sarà deciso nella prossima riunione del Consiglio Nazionale dopo che un’apposita commissione di valutazione, nominata dalla Giunta Nazionale, avrà esaminato nel dettaglio i tre studi di fattibilità, formulando una relazione’. Una commissione che sarà coordinata dal segretario generale del CONI, Carlo Mornati e sarà composta da Franco Chimenti (vice presidente vicario CONI), Alessandra Sensini (vice presidente CONI), dai due presidente delle federazioni olimpiche invernali, Flavio Roda e Andrea Gios, Valentina Marchei (Commissione atleti CONI), Jacopo Luchini (atleta paralimpico) e dai membri italiani del CIO, Franco Carraro, Mario Pescante, Ivo Ferriani (che è anche presidente della Federazione Internazionale Bob e Skeleton), Manuela Di Centa e Ottavio Cinquanta.


Dynafit arricchisce la collezione da Alpine Running per l’estate 2019

La primavera-estate 2019 di Dynafit sarà particolarmente ricca di novità in chiave fast & light. O speed up… come vuole l’immagine aziendale. Il marchio del leopardo delle nevi non era presente alla fiera Outdoor di Friedrichshafen, ma abbiamo avuto la possibilità di vedere i nuovi prodotti direttamente nello show room aziendale. Scarpe, ma anche zaini tra gli highlight 2019, senza dimenticare l’abbigliamento, che si sta sempre più segnalando come uno dei più trendy nei punti vendita, grazie a colori particolarmente apprezzati, ma anche a tante soluzioni pratiche, dalle tasche al sistema ZipOver per indossare lo zaino sotto alla giacca antipioggia in Gore-Tex Shakedry.

SEMPRE PIÙ FELINE - La prima novità per chi ama correre tra i monti è il pensionamento di Vertical e Vertical Pro a favore della nuova Feline Up Pro e della Feline Up. La prima è il top di gamma, per atleti, la seconda leggermente meno ‘spinta’, ma nella sostanza molto simile. La principale differenza, oltre alle colorazione (Up Pro ha un’unica versione nera e arancione, mentre Up può contare su due tonalità femminili e tre maschili) è nell’utilizzo delle stringhe tradizionali al posto del sistema stile speedlace di Up Pro. Peso davvero piuma di 230 gr per Up Pro e 250 per Up (220 il modello da donna), grazie anche all’utilizzo della tecnologia Litebase di Vibram (mescola Megagrip), che riduce spessori e toglie grammi alla bilancia. Pensata prevalentemente per la salita e quindi i vertical, come la vecchia Vertical è in realtà molto di più e va benissimo anche per skyrace. Il drop è di 4 mm. Sarà molto probabilmente una delle sorprese della prossima stagione e andrà a insidiare i modelli top della stagione in corso. Feline Up Pro e Feline Up non sono però le uniche novità footwear: fa la sua comparsa infatti Trailbreaker Evo, modello un po’ più ‘muscoloso’ e alto della sorella Trailbreaker.

la nuova collezione footwear

ZAINI E ABBIGLIAMENTO - Dopo il 12 e il 18 litri, arriva anche uno zaino intermedio, da 15 litri, Ultra 15 Backpack (265 gr), previsto anche nella versione per gli atleti top (Ultra Pro 15 Backpack) che ha in più una pratica pettorina per proteggersi dal vento in discesa, ripiegabile nel taschino dello spallaccio. In arrivo inoltre il più minimalista degli zaini vest, Alpine Running Vest, davvero essenziale e impercettibile quando indossato, tanto da fare concorrenza alle cinture. Pesa 76 gr, poco più del doppio della Alpine Running Belt, cintura elastica con diverse tasche. Diverse novità anche nell’abbigliamento per correre in montagna dove il runner può contare su ben tre outfit per sesso, Vertical, Alpine e Ultra, il top di gamma per atleti evoluti. Nuovi colori ma anche capi ridisegnati tra maglie tee e pantaloni 2 in 1.

Dynafit Alpine Running Vest

Sabato è tempo di BUT Formazza

Ci siamo: mancano ormai pochi giorni all’edizione di BUT Formazza che per la prima volta si disputerà interamente di sabato, il 14 luglio. La gara lunga non sarà più la 83 km, ma il Bettelmatt Trail, 52 km, con il passaggio alla Cascata del Toce, da sempre fiore all’occhiello della Valle con il suo salto da 143 metri. Confermatissime le altre gare, Bettelmatt Sky Race da 35 km e Bettelmatt Race da 22. Tutte le gare avranno partenza e arrivo nella conca di Riale Formazza, a oltre 1.700 metri di quota. Gli atleti sembrano aver gradito queste novità: sono già oltre 720 gli iscritti alle diverse distanze di BUT Formazza, di ben 13 nazionalità diverse. Tra gli atleti in gara, Francesca Canepa, Andrea Macchi, Fabio Di Giacomo, Riccardo Montani, Stefano Trisconi, Max Valsesia, Luca Sogni, Giulia Torresi, Alessandra
Betteo e Federica Schiavini.

PERCORSI – La gara regina è il Bettelmatt Trail, 52 km con partenza e arrivo a Riale: il primo tratto ricalcherà il percorso storico della 35 km; dopo la prima asperità, la salita verso il Lago Toggia, a quasi 2.200 metri, il percorso prosegue ancora in salita, ma più dolce, fino al Passo San Giacomo e poi ancora verso il Passo Gries (2.479 metri). Da qui inizia una vera e propria ‘picchiata’ verso l'Alpe Bettelmatt. Dall'alpeggio che ha dato il nome al rinomato formaggio il percorso risale verso il Ghiacciaio del Siedel, per poi arrivare al punto più alto della gara, il Rifugio 3A, a sfiorare quota 3.000 metri di altezza. Dal Rifugio inizia una lunga discesa, che costeggiando il Lago del Sabbione scenderà verso il Lago di Morasco; da qui inizia la parte nuova del percorso, con una lunga risalita verso il Passo Nefelgiù, a quota 2.583 metri, secondo punto più alto del percorso. Ancora una lunga discesa farà perdere quota, passando dal lago Vannino, fino ai 1.285 metri di Ponte Formazza; a quel punto ci sarà il passaggio più atteso del 2018, nei pressi di quella Cascata del Toce che per la prima volta viene inserita nel percorso di una gara dell’evento BUT. Immutati i percorsi di Bettelmatt Sky Race da 35 km (1940 m D+) che a Morasco, invece di risalire, scende verso Riale, e della 22 km (750 m D+) che dall’Alpe Bettelmatt scenderà direttamente verso Riale. Nei punti più esposti a Nord dei tre percorsi più lunghi c’è ancora neve, ma non più che in altri anni: l’organizzazione sta già lavorando per mettere in sicurezza tutto il percorso.

BUT Bettelmatt Ultra Trail 2017

Giochi 2026, martedì la riunione della Giunta del CONI, ma Cortina, Milano e Torino dovranno aspettare

Martedì alle 12.30 a Roma ci sarà la riunione della Giunta Nazionale del CONI: si parlerà dei Giochi Olimpici 2026 di sicuro, ma non si saprà ancora quale sarà la sede candidata per l’Italia, scelta tra Cortina, Milano e Torino, piuttosto solo la data di quando sarà annunciata. Quasi sicuramente entro luglio, perché già a ottobre il CIO dirà nel congresso di Buenos Aires chi saranno le candidate, mentre la decisione dell’assegnazione definitiva sarà a settembre del 2019 a Milano. Ci vuole più tempo per esaminare i dossier, il Governo ha detto sì (con l’indicazione che sia una Olimpiade low cost), tocca, però al CONI decidere. Anche perché chi vince la sfida interna ha davvero buone possibilità di vincere anche quella internazionale. Perché dopo Sion si è ritirata anche Graz (e l’Austria) e in Europa resta solo Stoccolma. C’è ancora il Giappone (ma dopo le ultime due edizioni in Asia, il CIO vorrebbe tornare in Europa, e dunque Sapporo potrebbe pensare al 2030), il Canada (ma a Calgary inizia a crescere il fronte del no) e la Turchia. Potrebbe essere soprattutto una partita Italia-Svezia (che i Giochi invernali non li ha mai ospitati): il governo svedese non ha ancora espresso il suo appoggio, magari al CIO potrebbe di nuovo esserci la doppia assegnazione con 2026 all’Italia e 2030 alla Svezia (o al Giappone). E poi pesano le parole del presidente FIS, Gianfranco Kasper, in una una intervista all’Adnkronos. «Credo che l’Italia abbia veramente una grande possibilità questa volta, soprattutto perché dopo la Svizzera anche l’Austria è uscita dalla corsa. Tra le tre candidature italiane quella che conosco meglio è quella della Lombardia. Posso dire che le possibilità sono tante, e che l’Italia in questo momento è veramente favorita, ma la scelta tra le tre dipende dal CONI». Milano dunque favorita sulle altre? Cortina e Torino non si arrendono, vedremo. Chissà, magari una soluzione ‘mista’ con una città sede candidata, e altre che invece ospitano qualche gara?


Il week end da record di Kilian ed Emelie

Compagni nella vita, Kilian Jornet ed Emelie Forsberg amano battere record su record legati insieme, come al Monte Rosa, dove Emelie è stata la donna più veloce di sempre, seppure in coppia, ma anche dividersi. Sempre per fare segnare dei nuovi FKT. Come è avvenuto nello scorso fine settimana. Kilian era nel Lake District, in Inghilterra, Emelie in Svezia. Ed entrambi ce l’hanno fatta.

BOB GRAHAM ROUND - Il Bob Graham Round è un record che resisteva da ben 36 anni, esattamente dal 1982, quando Billy Bland chiuse il percorso di 106 km e 8.200 m in 13h53’. Kilian, partito ieri mattina alle 6, lo ha chiuso in 12h52’. Il Bob Graham è un percorso mitico, nella selvaggia regione dei laghi inglese. Mitico perché per poterlo percorrere bisogna seguire una serie di regole: informare il locale club ed essere accompagnati su ognuna delle 42 cime da qualcuno che possa testimoniare il passaggio. Un’altra tradizione è che uno dei membri del club accompagni il Kilian di turno in ognuna delle cinque sezioni nelle quali viene diviso il percorso. Si parte da Keswick, un villaggio di 5.000 anime. «Avevo in mente il Bob Graham da tempo ma non ero riuscito a provarlo, è stata una giornata dura ma indimenticabile e mi sono reso conto dell’incredibile prestazione di Billy oltre 30 anni fa» ha detto Kilian al termine dell’impresa.

©Mick Kenyon/Racing Snakes
Kilian festeggia con Billy Bland ©Tim Harper

KUNGSLEDEN - Si tratta di un sentiero di 450 km nella Lapponia Svedese, solitamente percorso in un paio di settimane. Emelie Forsberg lo ha chiuso in 4 giorni e 21 ore. Il precedente FKT era dell’ultra runner norvegese Sondre Almdahl, 6 giorni, 2 ore e 51 minuti. Il punto più alto toccato da Emelie è stato il Tjätka Pass, a 1.150 metri. Il Kungsleden si dipana in una delle più grandi e selvagge aree protette europee e spesso bisogna prendere dei traghetti per attraversare i corsi d’acqua. Emelie ne ha presi ben 7. La sua avventura è stata divisa in quattro tappe da 66 a 110 km. Il dislivello totale è stato di 11.117 m e… ha mangiato 25 sandwich al formaggio e 2 torte. Partita alla mezzanotte del 3 luglio, è arrivata al traguardo il 7 luglio. «Non posso credere di averlo fatto, è un sogno che si avvera, ci sono stati momenti difficili, ma non sarebbe una sfida senza le difficoltà, che ti fanno capire quello che stai facendo e te lo fanno apprezzare: sono molto stanca ma ancora più felice» ha detto Emelie.

©Philipp Reiter
©Philipp Reiter

Stava Mountain Race, volano Martin Stofner e Annelise Felderer

La tredicesima Stava Mountain Race, tappa de La Sportiva Mountain Running Cup, parla decisamente altoatesino. A trionfare sul nuovo percorso, che finalmente gli organizzatori dell’Us Cornacci sono riusciti a proporre in maniera integrale, sono stati i due corridori del cielo di Sarentino: Martin Stofner e Annelise Felderer. Una prima volta in Val di Fiemme per entrambi, dopo una prima parte di gara particolarmente combattuta con repentini cambi di leadership. Alla fine sul traguardo di Tesero, dopo aver percorso 24,480 metri di sviluppo e 1714 metri di dislivello positivo, Stofner ha terminato la sua fatica con la prestazione di 2h06’11”, mentre la Felderer è giunta con il tempo di 2h32’49”.

Stefano Gardener ©Pegamedia/Elvis Piazzi e Federico Modica

La sorpresa di giornata è invece giunta dall’atleta di casa Stefano Gardener, fondista cresciuto proprio nel vivaio della Cornacci e che ha partecipato a gare di Coppa del Mondo sugli sci stretti, addirittura secondo, con un ritardo di 1’55” dal vincitore, ma in testa al gruppo fino al passaggio ai 2150 metri di Croce Cornon. Stofner e Gardener hanno combattuto fino a metà tracciato: in località Sforcelin (1847 metri) era davanti l’altoatesino, al Cornon il fiemmese, nella discesa che portava alla località La Bassa ancora il runner di Sarentino, che poi però non ha più ceduto la testa della gara, seppure il teserano si fosse fatto sotto ai 2358 metri di Cima Agnello.
Giornata trionfale dunque per Martin Stofner, lo scorso anno quinto sul traguardo fiemmese, e in questa occasione davvero in grande spolvero, tant’è che è riuscito a lasciarsi alle spalle - oltre a Gardener - anche Gil Pintarelli, il leader del circuito La Sportiva Mountain Running Cup. Il rabbiese d’adozione che nella prima salita era spalla a spalla con Stofner e addirittura in testa al Sforcelin, cedendo poi alla maggiore freschezza dei due rivali ed ha concluso la sua prova con un ritardo di 3’10” dal vincitore. A ridosso del podio sono poi giunti due spagnoli del Team La Sportiva, ovvero il giovane Ismail Razga (a 4’19”) e Miguel Caballero Ortega, vincitore alla Stava Mountain Race del 2011, con un distacco di 10’56”. In classifica poi troviamo Nicola Pedergnana (sesto), esperto di vertical che ha deciso di cimentarsi in maniera positiva su una gara distance, quindi Christian Modena, Fabiano Roccabruna, Roberto Bresciani e Giacomo Forconi, che chiude la top ten.

Annelise Felderer ©Pegamedia/Elvis Piazzi e Federico Modica

Anche nella sfida al femminile chi è transitato per primo a Croce Cornon, poi ha dovuto cedere il passo. Sulla cresta che sovrasta l’abitato di Tesero e dal quale prende il nome anche la società sportiva locale, era transitata per prima Stephanie Jimenez, con una decina di secondi su Annelise Felderer, mentre terza era transitata la fassana Nadia Scola. La competizione ladies si è risolta anche in questo caso nel tratto nervoso fra il Doss dei Branchi e Cima Agnello, quando l’altoatesina è riuscita ad agganciare e superare la Jimenez, mentre da dietro ha recuperato la bergamasca di Palazzago Daniela Rota, mentre ha ceduto Nadia Scola. Sul Monte Agnello la Felderer è passata in solitaria nel punto più alto della gara, precedendo la Jimenez e la Rota. Posizioni mantenute anche al traguardo, dopo 1680 metri di dislivello negativo. Annelise Felderer ha chiuso la sua prestazione con il tempo di 2h32’49”, quindi Stephanie Jimenez a 5’37”, Daniela Rota a 7’40”, la spagnola Maite Maiora a 10’44”, Wiktoria Piejak a 16’26”, Nadia Scola a 16’41”, Irati Zubizarreta ad oltre 25 minuti.


Nuova vittoria di Alberto Comazzi e Cristian Minoggio alla Pierra Menta estiva

a Pierra Menta estiva è ancora di Alberto Comazzi e Cristian Minoggio: nell’ultima tappa si sono ‘accontentati’ di gestire il vantaggio, dopo due successi, terzi di tappa alle spalle di Jordi Gamito Baus e Ivan Camps e di Tom Owens e Ricky Lightfoot . Comunque tenendosi alle spalle i secondi delle generale, Germain Grangier e Sylvain Camus: 9h55’47” il tempo complessivo dei due azzurri, 10h02’13”, quelli dei francesi. Terzi Gamito Baus-Camps in 10h29’47”, quarti Andy Symonds e Martin Gaffuri , quinti Jean-Marc Martin e Remi Piegelin. Al femminile dominio delle statunitensi Hillary Gerardi e Katie Schide.


Le World Series hanno fatto tappa in Francia

Tappa delle World Series in Francia con la High Trail Vanoise: 70 km e 5300 metri di dislivello a Val d’Isère, con passaggio sul ghiacciaio della Grande Motte. Vittoria del russo Dmitry Mityaev che chiude in 8h40’45”, davanti agli atleti di casa Christophe Perrillat e Ludovic Pommeret, insieme al traguardo in 9h00’44”, con quarto Franco Collé (9h26’31”), quinto lo spagnolo Pere Aurell Bove (9h43’00”). Al femminile a segno l’olandese Ragna Debats in 10h05’34” sulla svedese Sanna El Kott Helander in 10h39’53” e la russa Ekaterina Mityaeva in 10h59’17”.

Antipasto il KV sulla Face de Bellevarde, tappa del Vertical Kilometer World Circuit. Doppietta francese con il successo di Xavier Gachet in 33’53” e di Axelle Mollaret, ottava assoluta, ma soprattutto in grado di battere il record del tracciato con il tempo di 37’40”. Sul podio maschile anche il francese Adrien Perret e Simone Eydallin (settimo Daniele Felicetti e nono Mattia Roncoroni), su quello rosa la francese Christel Dewalle e la svedese Lina El Kott Helander.