Un Trofeo Vanoni spettacolare

Un Trofeo Vanoni più internazionale che mai quest’anno con cinque squadre straniere nella top five (Francia, Gran Bretagna, Scozia, Repubblica Ceca e Inghilterra) e i Falchi Lecco prima squadra italiana. Un Trofeo Vanoni impegnativo e difficile per le condizioni meteo proibitive e per l’assenza di Gianpietro Bottà, colonna portante di questa gara. 155 le staffette al via che hanno affrontato un percorso insidioso e difficile a causa del fango e della pioggia. Ma gli atleti non si sono risparmiati, in particolare la Repubblica Ceca che è partita subito a spron battuto con Jan Janu, unico a scendere sotto il muro dei 30’ fermando il crono a 29’47” (gli altri più veloci sono stati Alexandre Fine (Francia/30’30”) e Andrew Douglas (Scozia/30’58”). Fino a metà gara i cechi erano saldamente al comando, ma il loro vantaggio si è man mano affievolito e in terza frazione Francia e Gran Bretagna hanno scollinato appaiate alla Chieas di Arzo. E’ stata la discesa, come sempre, a determinare l’esito della gara: il giovane Alexandre Fine ha fatto la differenza e inflitto un distacco di 1’05” alla Gran Bretagna – Snowdon Race Team. Per la quinta volta gli amici d’oltralpe guidati dal tecnico Jean Claude Louison hanno alzano al cielo il Trofeo Vanoni (Imbert Thibault e Cachard Sylvain i primi due frazionisti), piazza d’onore per i britannici grazie a Chris Holdworth, Chris Smith e Zak Hana, terza come lo scorso anno la Scozia (Ross Gollan, Andrew Douglas e James Espie), quarta la Repubblica Ceca (Jan Janu, Jachym Kovar e Tomas Macecek) e quinta l’Inghilterra (Jack Wood, Chris Arthur e Sam Stead).

© Roberto Ganassa e Francesco Vaninetti

Prima squadra italiana i Falchi Lecco con Eros Radaelli, Danilo e Paolo Bonami, noni i diavoli rossi trascinati da un grande Marco Leoni (31’24” il suo crono individuale).
Al via anche una staffetta speciale nel ricordo di Gianpietro Bottà: Giuseppe Corbetta, Pierluigi Del Barba, Giovanni Rossi, Giulio Faggi, Vittorio Fiorelli, Giuliano Corti, Luciano Colzani, Antonio Vergottini, Attilio Speziale hanno percorso un pezzo per uno il tracciato del Trofeo Vanoni indossando la maglietta rossa con la scritta “Ciao Pietro” e il tratto finale tutti insieme con Ken Jones, amico gallese da 40 anni, e il sindaco Andrea Ruggeri. Un dedica speciale che anche tanti altri atleti avuto voluto fare alzando gli occhi o il dito al cielo. Anche la Francia ha voluto dedicare a Pietro Bottà la sua vittoria in ricordo dei profondi legami di amicizia che ha saputo creare e della coinvolgente passione per la corsa in montagna.

VANONI FEMMINILE - Vanoni rosa memorabile. Il livello era altissimo già sulla carta e la corsa, con percorso difficile soprattutto in discesa, ha premiato l’ottimo stato di forma dell’azzurra e campionessa italiana di chilometro verticale Elisa Sortini (Atletica Alta Valtellina). La talamonese ha fatto subito il ritmo, seguita in salita sola da irlandese Sara McCormach. Poi l’irlandese ha perso terreno e Sortini è rimasta sola la comando, incitata dal pubblico numeroso sul percorso nonostante la pioggia. Nella centralissima via Vanoni Elisa si presenta sorridente e a braccia alzate, conscia di aver compiuto un’impresa: vincere il Vanoni femminile, terza valtellinese
dopo Bruna Fanetti e Alice Gaggi, con un tempo eccezionale viste le condizioni del percorso, 21’52” il suo tempo, sesta atleta di sempre a scendere sotto il muro dei 22 minuti. Ora il nome di Elisa Sortini campeggia nell’albo d’oro della gara insieme a quello dello zio Fabio Ciaponi.

© Roberto Ganassa e Francesco Vaninetti

Alle sue spalle Sara McCormach cede in discesa e Clementine Geoffray la precede sul traguardo: 22’10” il tempo della francese, 22’27” quello dell’irlandese. A chiudere la top five la ceca Pavla Schorna (già vincitrice due volte a livello individuale e una a staffetta) in 23’25” e la locale Roberta Ciappini (La Recastello Radici Group//23’57”). A seguire si parla ancora straniero con le scozzesi Lauren Dickson e Charlotte Morgan, l’inglese Miranda Grant e Caitlin Rice, quest’ultima preceduta da Elisa Compagnoni.


I sentieri neri sono il tema del Blogger Contest 2018

Fare emergere dalla vastità della rete esperienze e pensieri in forma di racconti che difficilmente riuscirebbero a essere visibili a un vasto pubblico e, non ultimo, creare una connessione fra le persone che coltivano la medesima passione per la scrittura. Quasi a contrastare la superficialità di tanti contenitori social, le storie che si raccontano nei blog personali sono piene di emozioni, poesia e, perché no, anche cultura. Proprio a partire da questa considerazione altitudini da sette anni organizza il Blogger Contest: un incontro tra autori che scrivono sul web e si presentano con una loro storia, o meglio con la loro unità multimediale. Infatti il Blogger Contest non è un concorso letterario e l’autore per partecipare deve inviare, oltre al testo, anche tre foto e indicare il blog o rivista digitale dove normalmente scrive. La giuria valuta l’intera unità multimediale. Skialper è media partner del Contest e diverse firme che leggete sulla nostra rivista le abbiamo scoperte grazie a questo coraggioso incubatore culturale delle terre alte.

SENTIERI NERI - Il tema della settima edizione del Blogger Contest prende ispirazione dal libro di Sylvain Tesson Sentieri Neri. Tesson è uno scrittore e viaggiatore francese che, dopo un brutto incidente, decide di percorrere la Francia a piedi, dalla Provenza alla Normandia. Tesson racconta la sua terra natia come un paesaggio impervio e sconosciuto, che si rivela soltanto percorrendo vie secondarie, i sentieri neri. Gli autori del Blogger Contest sono così chiamati a esplorare sentieri e antiche vie non più percorse che riescono a portarci in luoghi che parlano soltanto a noi, che risuonano con la parte di noi che spesso non vogliamo vedere e preferiamo ignorare.

COME SI PARTECIPA - Oltre alla sezione racconto breve gli autori possono presentare anche una storia sonora, o audio storia. Una narrazione, in cui il tema sentieri neriè trattato attraverso la scrittura con i suoni: audio testimonianze di persone ed eventi reali, paesaggio sonoro, elementi musicali, materiali di archivio… Le audio storie si possono poi ascoltare online sul web o scaricarle come podcast per ascoltarle comodamente da qualsiasi dispositivo mobile.A oggi quasi 300 autori hanno partecipato alle sei edizioni del Blogger Contest e tutti i racconti sono pubblicati sulla rivista altitudini.it. La giuria - composta da Franco Faggiani, scrittore e giornalista; Sandro Campani, scrittore; Eva Toschi, blogger e vincitrice del Blogger Contest 2017; Gianluca Stazi, autore di audio documentari; Stefano Lentati, communication consultant Salewa, Eleonora Bujatti, comunicatrice e autrice di eventi - indicherà sei vincitori e assegnerà quattro premi speciali, in due categorie: racconto breve e audio storia. Il valore dei premi offerti dagli sponsor è di 6.000 euro.Per partecipare c’è tempo fino al 31 dicembre 2018. Per saperne di più basta consultare la pagina del Blogger Contest sul sito www.altitudini.itSono sponsor del Blogger Contest.2018: Salewa, Suunto, Ferrino, AKU, Camp, PalaRondaTrek, Rifugio LagazuoiAdventure Awards Days.


La Svizzera guarda a Losanna 2020

I Giochi olimpici invernali giovanili sono in casa, la Svizzera punta a fare bella figura. Così il CAS sta lavorando con attenzione sulle squadre giovanili: nuovo raduno per il team elvetico junior e cadetti, questa volta sulla neve, a Saas-Fee fino a domenica. «Insieme al responsabile del settore giovanile Malik Fatnassi - spiega Oscar Angeloni - stiamo portando avanti un lavoro che guarda ai campionati mondiali in casa del prossimo marzo ma anche e soprattutto ai Giochi olimpici di Losanna 2020: alcuni tra i cadetti potrebbero portarci grandi soddisfazioni. Dopo un’estate con carichi atletici siamo andati adesso sul ghiacciaio per formare gli atleti sulla parte di discesa sugli sci al mattino, e poi corsa, agilità e partitella di calcio al pomeriggio».


Pronto il calendario 2019 delle Migu Run Skyrunner World

Appena chiusa la stagione delle Migu Run Skyrunner World alle finali di Limone, con la vittoria nella classifica overall di Kilian Jornet e Ragna Debats, ecco già il calendario 2019: 15 gare in 11 paesi, due asiatiche all'inizio e poi tanta Europa. In Italia oltre alla Livigno SkyMarathon, rientra la Royal Ultra SkyMarathon e debutto per la ZacUp. La stagione inizia il 21 aprile in Giappone, ancora da definire la sede delle finali ad ottobre, prova che sarà definita Sky Masters. Ecco allora come sarà il 2019 della Migu Run Skyrunner World.

21 aprile Mt Awa SkyRace (31 km - 2,000 m D+) Sanjō, Giappone
1 maggio Yading Skyrun (29 km - 2,354 m D+) Yading, Cina
11 maggio Transvulcania Ultramaraton (74 km - 4,350 m D+) La Palma, Spagna
19 maggio SkyRace des Matheysins (27 km - 1,980 m D+) Saint-Honoré, Francia
1 giugno Madeira SkyRace (55 km - 4,100 m D+) Santana, Portogallo
15 giugno Livigno SkyMarathon (34 km - 2,700 m D+) Livigno, Italia
29 giugno Olympus Marathon (44 km - 3,200 m D+) Litochoro, Grecia
14 luglio Buff Epic Trail 42K (42 km - 3,325 m D+) Barruera, Spagna
21 luglio Royal Ultra SkyMarathon (52 km - 4,000 m D+) Ceresole Reale, Italia
28 luglio SkyRace Comapedrosa (21 km - 2,280 m D+) Arinsal, Andorra
3 agosto Tromsø SkyRace (57 km - 4,700 m D+) Tromsø, Norvegia
23 agosto Matterhorn Ultraks Extreme (24 km - 2,800 m D+) Zermatt, Svizzera
15 settembre ZacUp SkyRace (27 km - 2,650 m D+) Pasturo, Italia
22 settembre Pirin Ultra SkyRace (66 km - 4,400 m D+) Bansko, Bulgaria
5 ottobre Sky Pirineu (37 km - 2,575 m D+) Bagà, Spagna
Ottobre Sky Masters da definire


Trofeo Vanoni, ci siamo

Marco Filosi, che quest’anno campeggia sui manifesti del 61° Trofeo Vanoni, purtroppo non sarà al via della gara causa infortunio, ma gli amici dell’SA Valchiese saranno comunque presenti con quattro squadre e l’allenatore Ennio Colò che ha fatto sapere agli organizzatori del CSI Morbegno: “Marco e altri mi chiedono qualche manifesto, andranno a ruba, uno andrà dritto in sede bell'esposto tra le cose che contano!”. E sono queste le frasi che contano per i diavoli rossi capeggiati da Giovani Ruffoni, belle parole che danno la misura di cosa significhi il Trofeo Vanoni per chi corre in montagna. Sono attesi complessivamente quasi 2000 atleti: 150 staffette, 100 donne e 450 ragazzi al Minivanoni.

TROFEO VANONI - Ultimi giorni per iscriversi. Se le squadre italiane aspettano il venerdì per scegliere i terzetti e l’ordine di partenza, gli stranieri invece sono stati i primi a mandare le conferme. Torna la Scozia, grande terza lo scorso anno, con il forte Andrew Douglas (quinti quest’anno agli Europei), Ross Gollan e James Espie, presente anche la Francia, unica squadra straniera ad aver vinto definitivamente il Trofeo messo in palio dal Comune di Morbegno, con una squadra giovane e agguerrita composta da Alexandre Fine, Sylvain Cachard e Thibault Imbert, non mancherà la Repubblica Ceca capitanata dal forte Jan Janu (miglior tempo individuale nel 2016) con Tomas Macecek e Jachym Kovar; la Slovenia schiera una squadra di atleti esperti come l’attuale campione mondiale master di corsa in montagna Miran Cvet, il campione mondiale master dello scorso anno Simon Stranad, insieme a Jost Lapajne, la Gran Bretagna mette in campo i migliori della Snowdon Race: Zak Hana, Chris Smith e Chris Holdsworth, poi altre due squadre inglesi al via: la prima con Chris Arthur (quest’anno undicesimo agli Europei) insieme a Sam Stead e Jack Wood, la seconda sponsorizzata Inov-8 schiera il detentore del record della discesa Ian Holmes (al suo 18° Vanoni che vinse a squadre nel 2005) con Ben Mounsey (5° ai Mondiali master nel 2017 e 2018) e Joe Baxter, attenzione anche al Galles (Matthew Roberts, Gareth Hughes, Tom Roberts), all’Irlanda (Toma Hogan, Des Kennedy e Ian Conroy), all’Eryri Team (società gemellata con il G.S. CSI Morbegno dal 1983) e alla Spagna, quest’ultima in gara con due terzetti. Per quanto riguarda le squadre italiane, hanno già confermato la loro presenza il detentore del record del percorso Alex Baldaccini con i compagni di squadra dell’Atletica Valle Brembana (secondi lo scorso anno), La Recastello Radici Group con Francesco Della Torre, Luca Magri e Fabio Ruga, il GS Orobie che schiera Mirko Bertolini, Paolo Gallo, Vincenzo Milesi, i Falchi Lecco che puntano su Eros Radaelli, Danilo Brambilla e Paolo Bonanomi e l’US Malonno con il capitano Emanuele Manzi (miglior tempo al Vanoni nel 2001 e 2003, vincitore a squadre con il CS Forestale per ben 6 volte). E gli organizzatori del CSI Morbegno? La prima squadra dei diavoli rossi, che come da tradizione indosserà il pettorale numero 6, si affida ai campioni italiani master a staffetta Guido Rovedatti e Alessandro Gusmeroli che daranno il tutto per tutto con il capitano Marco Leoni.

VANONI ROSA - Il 35° Vanoni femminile si preannuncia di livello ancora più alto: al via la campionessa del mondo di lunghe distanze Charlotte Morgan (Scozia), la campionessa europea a squadre di corsa in montagna Clémentine Geoffray (Francia), la vincitrice di due Vanoni a livello individuale (2012 e 2014) e uno a staffetta (2017 con Kamila Gregorova) Pavla Schorna (Repubblica Ceca), la vincitrice del Challenge Stellina 2018 e di due edizioni della Snowdon Race (2015 e 2016) Sara McCormack (Irlanda – Inov8), le protagoniste della Snowdon Race 2018 Miranda Grant e Caitlin Rice (Gran Bretagna), l’argento mondiale master 2017 Kirsty Hall e ultime, ma per questo meno favorite, anzi, per un posto sul podio, la campionessa italiana di chilometro verticale Elisa Sortini (Atletica Alta Valtellina), 12ª e migliore delle azzurre ai Mondiali 2018, e la giovane Paola Varano (ASD Bognanco), 9ª junior e bronzo a squadre ai Mondiali di Premana 2017 e la locale Roberta Ciappini (La Recastello Radici Group).

MINIVANONI - Nel Minivanoni riservato alle categorie giovanili sono attesi circa 450 atleti dai 10 ai 17 anni che affronteranno percorsi man mano crescenti per distanza e dislivello. Per cadetti e allievi l’emozione di ricalcare parte del percorso iniziale della main race. Nel Minivanoni quella che conta è la classifica di società che vede in palio la Targa Mons. Danieli a.m., triennale non consecutivo, offerta dall’ANA Morbegno. I patroni di casa se la sono aggiudicata lo scorso anno, pertanto quest’anno è in palio una Targa tutta nuova. A contendersela diverse società: G.S Valgerola in primis, con grandi avversarie come Polisportiva Albosaggia, G.S. CSI Morbegno, A.S. Premana.

NOVITA’ - Tante le novità previste per l’edizione 2018: grande festa con lo Street food in piazza Sant’Antonio durante tutta la giornata di domenica. La piazza sarà nodo nevralgico sia per la tradizionale sfilata degli atleti che partirà sabato alle 17.30, sia per la dislocazione della segreteria di gara in Sala Boffi a causa dell’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’Oratorio. Altre novità il chip sui pettorali degli atleti per velocizzare la stesura delle classifiche e permettere la rilevazione dei tempi intermedi di salita e discesa poiché quest’anno in palio ci saranno 4 premi speciali, chiamati 'Premi Alpini' poiché Morbegno è 'Città Alpina 2019'. Detti premi andranno agli uomini e alle donne più veloci nei tratti Morbegno/Chiesa di Arzo e Chiesa di Arzo/Morbegno. Al traguardo sarà festa grande con gli speciali gadget predisposti dall’organizzazione. Per chi poi a Morbegno domenica 28 ottobre non potrà proprio esserci, non resta che seguire la diretta sulla pagina Facebook del Trofeo Vanoni.
Da non perdere l’incontro di formazione, organizzato da CONI Lombardia sabato 27 ottobre alle ore 15 presso la Sala Consiliare del Comune di Morbegno, dal titolo “Gestire il gruppo: le azioni vincenti. Lavorare con bambini e adolescenti”. Relatore il dott. Matteo Vagli, psicologo specializzato in psicologia dello sport e Docente della Scuola Regionale dello Sport Lombardia. L’incontro è aperto alle famiglie, ai dirigenti sportivi, ai tecnici delle società sportive, ad educatori e animatori.
Questa edizione del Trofeo Vanoni sarà orfana di Gianpietro Bottà, storico atleta e dirigente del G.S. CSI Morbegno e grande appassionato di corsa in montagna. Tanto Pietro (come era conosciuto da tutti) ha fatto per far riconoscere, con Balicco e De Biasi, questa disciplina dalla Federazione e tanto ha fatto per la nascita del gemellaggio tra Trofeo Vanoni e Snowdon Race, tra Morbegno e Llanberis. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile. Doveroso mantenere viva la sua eredità ovvero l’incrollabile convinzione dell’importanza della fratellanza e dell’amicizia tra le persone, anche di nazionalità diversa e la grandissima passione per la corsa in montagna e il Trofeo Vanoni. Il sindaco Andrea Ruggeri e l’amministrazione comunale di Morbegno hanno deciso di dedicargli una targa proprio all’inizio della salita del Trofeo Vanoni, alla porta della via Priula. La cerimonia si svolgerà sabato 27 ottobre alle ore 14.15. Tutte le persone che l’hanno conosciuto sono invitate a partecipare. Gli amici del G.S. CSI Morbegno hanno poi in serbo una sorpresa per ricordare Pietro in modo speciale durante il Trofeo Vanoni.


Sabato si chiude il Tour Trail della Valle d’Aosta

Da marzo a fine ottobre, otto mesi di trail e vertical per un totale di 14 prove tra Valle d’Aosta e Piemonte. Sabato 27 ottobre si chiuderà il Tour Trail della Valle d’Aosta, un circuito che mai prima d’ora racchiuse così tante gare. Il gran finale si svolgerà ad Arnad, dove i giovani de Le Dzoveo de Arnad da mesi stanno lavorando sull’evento nato lo scorso anno per far conoscere sentieri, cultura e tradizione del comune valdostano, raggiungibile in poco più di dieci minuti dal Piemonte. La gara è collocata alla fine di una lunga stagione, per questo le difficoltà del tracciato sono state calibrate. Il percorso misura infatti 22 chilometri e non raggiungerà quote elevate: si correrà tra vigneti, boschi e frutteti e non si supereranno i 1.400 metri di Echallogne. Il punto più basso è rappresentato da La Keya, la zona di partenza e arrivo posta a quota 350 metri.
In campo maschile si preannuncia una sfida interessante dal punto di vista sportivo tra Mathieu Brunod e Nadir Maguet, il primo abituato a distanze più lunghe, il secondo uomo da vertical. Già iscritto anche Mattia Colella, che non punterà al podio, ma solo a conquistare gli ultimi punti utili per vincere il circuito finale. Discorso analogo per Federica Fazari, leader tra le donne e iscritta per aggiudicarsi il Tour Trail.
Le iscrizioni sono aperte sul sito internet di Wedosport; chiuderanno il 26 ottobre oppure al raggiungimento dei 500 iscritti. La quota di iscrizione è unica ed è di 25 euro. Sono inclusi il pacco gara (capellino celebrativo, borraccia, bottiglia di birra, energy drink, buono pizza), i ristori lungo il percorso, il pranzo e tutti i servizi accessori. Ci si potrà iscrivere anche la mattina del 27 ottobre, fino a pochi minuti dalla partenza.
Il Traverse Trail partirà alle 9,30, i vincitori arriveranno sul traguardo dopo due ore e venti minuti di gara. Sono quindi attesi a La Kiuva intorno a mezzogiorno. Alle 15 l’inizio delle due premiazioni, quella della gara e quella del Tour Trail della Valle d’Aosta. A seguire musica e apericena per chiudere nel migliore dei modi la stagione.


Campo Base Ferrino

In un’epoca di globalizzazione e delocalizzazione arrivare in un grande capannone alle porte di Torino e trovare interi reparti al lavoro a cucire, tagliare e disegnare articoli sportivi fa una certa impressione. Se poi questi articoli sono tende e zaini che, come la gran parte degli altri prodotti tessili, sono realizzati in Estremo Oriente, lo stupore è ancora più grande. «Dal reparto di progettazione vera e proprio si passa a quello di prototipazione che nella pratica è un piccolo reparto di produzione, mentre al piano inferiore c’è un settore più grande che produce le tende per la Protezione Civile e le organizzazioni umanitarie» dice Marco Chiaberge, responsabile ricerca e sviluppo di Ferrino. Usciamo dalla stanza dove ci sono i computer e si disegnano i nuovi modelli per mettere piede in due stanze attigue dove un piccolo esercito (è proprio il caso di dirlo, visto che Ferrino produce tende e zaini per diversi reparti militari, non solo italiani) è al lavoro. Nel primo vano ci sono i macchinari per i controlli qualità interni, fatti a campione su tutti i prodotti: abrasione, pilling, impermeabilità, trazione, lacerazione, si controlla tutto. Dalla stanza più grande arriva un rumore di macchine da cucire. Su un lato fa bella mostra una grande tenda militare con i montanti gonfiabili. «È un modello che l’esercito francese usa come comando in quota» dice Marco. Alle macchine da cucire si tagliano i pezzi di tessuto per un nuovo zaino da hiking e lo zaino airbag che verrà presentato a Ispo 2019. Non è facile a Torino, che in passato aveva una grande tradizione nell’industria tessile, trovare ancora manovalanza con la giusta esperienza e manualità nel cucire e tagliare ed è proprio questa la sfida e l’orgoglio al tempo stesso di Ferrino. «Le grandi produzioni avvengono poi in Estremo Oriente, ma parte tutto da qui e a Shanghai abbiamo un ufficio con dei dipendenti, dai fornitori arriviamo con un progetto ben preciso che devono solo eseguire, a noi poi spetta controllare la qualità».

©Federico Ravassard

COME NASCE UNA TENDA - Flashback. Torniamo indietro. Prima di arrivare sul mercato uno zaino o una tenda Ferrino,quelli che vediamo esposti in azienda o che stanno prendendo forma nel reparto prototipia,ha una gestazione di un anno, un anno e mezzo. Dipende. Dipende da come vannoi test. Tutto infatti nasce dalle prove sul campo di un ristretto gruppo di Guide alpine eprofessionisti. Il primo prototipo, che poco o nulla ha a che vedere nel look con quello chearriverà sul mercato, viene portato in montagna. Successivamente zaini e tende vengonomodificati sulla base delle indicazioni dei testatori e si valuta con l’ufficio commerciale sesono in linea con le richieste del mercato, poi si passa ai test su un ristretto gruppo di consumer.

©Federico Ravassard

I CAMPI PROVA - Un valido aiuto sono i campi prova allestiti in estate e in inverno al rifugio Toesca, a quota 1.710 metri, in Val di Susa, e in estate al Quintino Sella, a 3.585 metri, nel gruppo del Monte Rosa, per il materiale più tecnico e da alta quota. Dopo questo lungo processo si riprende in mano il prodotto e si producono altri prototipi, fino ad arrivare anche alla giusta palette di colori. I professionisti hanno fatto la storia e la fortuna di un marchio che nel 2020 festeggerà i 150 anni. Le loro esperienze estreme sono state utilizzate per la realizzazione di nuovi prodotti per affrontare l’outdoor nelle peggiori condizioni. Come non ricordare Reinhold Messner, dalla cui esperienza sono nate le migliori tende da spedizione e alta montagna, ma anche Ambrogio Fogar, le traversate in solitaria del deserto di Carla Perrotti, oppure le spedizioni antartiche dell’ENEA, Gnaro Mondinelli o Simone Moro?

©Federico Ravassard

SUL MONTE ROSA - L'elicottero sale veloce, improvvisamente dalle periferie di Torino ci troviamo ai 3.585 metri del Rifugio Quintino Sella al Felik, alle pendici del Castore e del Lyskamm. Qui, da più di vent'anni, Ferrino allestisce un campo base con le tende della linea HighLab, un nome che non è solo una mera esigenza di marketing ma testimone di quello che è a tutti gli effetti un laboratorio in quota. Gli alpinisti di passaggio infatti possono provare il materiale dormendo (gratuitamente) qui per una notte, in cambio il loro feedback viene raccolto su dettagliate schede che tengono conto delle condizioni fisiche dei testatori e di quelle ambientali. I dati vengono poi spediti a Torino ed elaborati dai tecnici per capire come le loro idee si comportino effettivamente sul campo, utilizzate da utenti normali che rispecchiano poi le esigenze del cliente. Già, perché a volte tester di altissimo livello non sono sufficienti, anzi, a volte se ne escono con idee un po' strampalate e non sempre commerciabili: ad esempio i fratelli Franchini, per una spedizione sulle Ande, si sono fatti preparare su misura un sacco a pelo matrimoniale e una tenda monotelo per essere ancora più leggeri. È solo combinando le richieste di alpinisti diversi tra loro che si può arrivare a un prodotto di alta qualità e, allo stesso tempo, perfettamente funzionale. Un esempio? I sacchi a pelo offerti ai fruitori dell'Highlab al Felik sono gli stessi che accompagnano nelle sue spedizioni himalayane Adriano Favre, direttore responsabile del Soccorso Alpino Valdostano e anima del progetto.

LA STORIA - Storia esemplare quella della Ferrino. Torino, 1870, via Nizza 107. Cesare Ferrino è titolare di un negozio di vernici. Alcuni anni prima si è recato in Germania a studiare nuovi procedimenti per la realizzazione di tessuto e tele e ha acquisito un brevetto in esclusiva per l’Italia per rendere totalmente impermeabili le tende. Nasce così la prima produzione industriale per la produzione di tele cerate, spesso utilizzate sulle automobili, per esempio le Fiat. Negli anni però la produzione di tende da campeggio diventerà sempre più importante con modelli specifici per le vacanze o le spedizioni. Oggi, a soli due anni dal centocinquantesimo giubileo, Ferrino ha in catalogo tutto quello che serve per l’outdoor, dall’abbigliamento ai sacchi a pelo, ma tende da montagna e da spedizioni e zaini rimangono il core business dell’azienda torinese.

©Federico Ravassard

Alla Bellagio Skyrace doppietta ruandese

Soleggiata e limpida domenica autunnale sul Lago di Como per la Bellagio Skyrace. Sul percorso di 28,5 km con 1850 metri di dislivello della gara si sono portati subito in testa il portacolori dell’Esercito Daniel Antonioli e il ruandese della Valetudo Serim Jean Baptiste Simukeka, inseguiti da Cristian Minoggio, compagno di squadra di Simukeka. Sul gpm del monte San Primo a quota 1680 metri, al km 12,8, è transitato davanti a tutti Antonioli. Nella discesa però Simukeka ha aperto il gas e nessuno ha potuto resistere al suo forcing.
Sul lungolago Europa, con il sole che si specchiava nel lago, gli applausi sono stati tutti per Jean Baptiste Simukeka, che ha conquistato la quinta edizione della Bellagio Skyrace stoppando le lancette su 2h29’01”. Grazie a un bel recupero nel finale, Cristian Minoggio ha chiuso in seconda posizione con il crono di 2h30’45”. Sull’ultimo gradino del podio è salito Daniel Antonioli, che ogni anno cerca di onorare la gara degli amici di Bellagio; 2h31’32” il suo tempo. Nei migliori dieci Erik Panatti, Paolo Bert, Stefano Rossatti, Michele Tavernaro, Andrea Rota (18 anni), Lorenzo Rota Martir (non ancora diciottenne, è il più giovane in gara) e Clemente Belingheri.
Livello altissimo anche nella gara femminile. La ruandese Primitive Niyirora, talento della corsa in montagna scoperto da patron Giorgio Pesenti, dopo il trionfo alla Zacup si è ripetuta in quel di Bellagio. Una gara in solitaria la sua, che l’ha portata sul traguardo di Bellagio in sole 2h47’10”, nono miglior tempo assoluto. Alle sue spalle è giunta la vincitrice uscente Denisa Dragomir, fuoriclasse rumena tesserata per la Valetudo Serim. 2h50’02” il tempo che le è valso la medaglia d’argento. La russa Natalia Gemperle, campionessa di orienteering, ha chiuso al terzo posto (2h55’29”) anticipando in un lungo sprint Elisa Desco. La classifica femminile prosegue con la beniamina di casa del Bellagio Skyteam Paola Gelpi, Fabiana Rapezzi, la vincitrice delle Skyrunner Italy Series Cecilia Pedroni, Sara Rapezzi, Arianna Oregioni e Sarah Palfrader.
Nella Bellagio Half Skyrace la vittoria assoluta è andata a Massimiliano De Bernardi che ha portato a termine i 14,5 km in 1h12”45” davanti a Lorenzo Beltrami, secondo in 1h13’10”, e Andrea Bonanomi, terzo in 1h18’11”. Quarto Filippo Ugolini e quinto Michele Cornali. In rosa ha vinto Alessia Ravasi di Osa Valmadrera in 1h39’40”, dietro di lei Corinna Mondani (1h39’47”) e Virginia Ortalli (1h40’26”). Quarta Lucia Colciago e quinta Barbara Pozzi.


Henry Aymonod detta legge a Fully

Doppietta azzurra a Fully: nel durissimo vertical svizzero a segno Henry Aymonod davanti Manuel Da Col; il valdostano chiude con il crono 30’48”, 31’39” il tempo del cortinese. A completare il podio il francese Camille Caparros in 32’01”. Quarta piazza per Nadir Maguet in 32’15”, quinto lo junior svizzero Aurelien Gay in 32’37”.
Ancora Christelle Dewalle al femminile: successo in 35’38” davanti alla connazionale Jessica Pardin in 37’35”, con la svizzera Victoria Kreuzer sul terzo gradino del podio in 37’54”. Vola la triathleta valdostana Charlotte Bonin, quarta in 38’11, davanti a Camilla Magliano in 38’39”.


ISMF-LGC, la parola ai protagonisti: Marco Mosso

Marco Mosso è il presidente della commissione scialpinsmo in FISI, oltre che membro del direttivo della ISMF. Anche a lui abbiamo chiesto le impressioni sulla querelle FISI-LGC.
«Partiamo dal capitolo calendario FISI: abbiamo una cinquantina di gara in programma, siamo pronti ad accogliere a braccia aperte le prove italiane della LGC, ma devono adeguarsi alle nostre norme. Non è una imposizione, sia chiaro, ma sono le regole dello statuto della FISI, riconosciuto dal CONI. Per noi è un punto fermo perché non possiamo violare il regolamento. Dal punto di vista della Nazionale e dello sci-alpinismo agonistico in Italia, credo che molto sia stato fatto e moltissimo sia da fare. La FISI ha raddoppiato il budget, la consegna dell’Audi a Michele Boscacci, la prima in assoluto per uno scialpinista, la conferma di Karpos, sono per citarne alcuni, credo che siano segnali che lo ski-alp è considerato in federazione».
Sul rapporto ISMF-LGC?
«Continuo a ribadire la mia idea: sono due facce della stessa medaglia e dispiace si sia arrivati a questo punto. Il problema lo conoscete tutti, è stato lo scontro sulle date dei Mondiali e della Pierra Menta. Confermo che era impossibile spostare la data dei Mondiali e alla fine è stato impossibile trovare una soluzione. Ma per la ISMF il valore di questi Mondiali è elevatissimo, non solo come rassegna iridata, ma perché Villar sarà la sede delle gare di Losanna 2020, i giochi olimpici giovanili, come sapete. Saranno Mondiali sotto osservazione del CIO e con i vertici del CIO pronti a seguire la rassegna iridata».


Sabato è il giorno di Fully

Tutto pronto a Fully: la diciottesima edizione di uno del vertical più conosciuti andrà in scena sabato 20 ottobre. Alle 12 e 10, e 40 secondi partirà l’ultimo dei concorrenti, Thomas Terrettaz, secondo nel 2017 alle spalle di Philip Götsch che firmo l’incredibile crono di 28’53”. Quaranta secondi prima, uno degli attesi più attesi, Nadir Maguet e prima ancora Henri Aymonod, gli svizzeri Andreas Steindl, Martin Anthamatten, Iwan Arnold, Manuel Da Col, l’andorrano Oscar Casal Mir, il colombiano Saul Antonio Padua Rodriguez... A livello femminile ci sono le tre prime dello scorso anno, la francese Christel Dewalle, la svizzera Victoria Kreuzer e l’altra francese Jessica Pardin, con Camilla Magliano pronta a migliorare il quinto posto del 2017. Alle 8 il primo degli oltre 700 atleti al via: Moreno Pesce che ancora una volta è pronto ad affrontare le rampe di Fully.

L’ordine di partenza


ISMF-LGC, la parola ai protagonisti: Alessandro Mottinelli

Alessandro Mottinelli e il suo staff quest’anno entrano in scena con l’Adamello Ski Raid, anche a lui abbiamo chiesto un parere sulla questione ISMF-LGC.
«Non abbiamo trovato l’intesa, i progetti sono diversi e credo non fosse giusto ingannare tutti, continuando una collaborazione che di fatto non c’è. In questo momento la ISMF è tutta concentrata sui percorso olimpico, mentre noi crediamo che gli atleti top siano pochi e serva invece consolidare la presenza con le migliaia e migliaia di agonisti, direi con i milioni di praticanti».
Chiusura dunque?
«Riconosco l’importanza della federazione, ma vedo un po’ una chiusura a riccio e sempre meno blasone con meno presenze in Coppa del Mondo. Detto questo se troveremo nei prossimi anni una disponibilità al dialogo e meno personalismi noi ci siamo».
Novità per l’Adamello?
«Faremo la classica gara giovani al Presena ad inizio stagione: non abbiamo ancora fissato le date perché valuteremo le condizioni di innevamento, potrebbe essere l’ultima domenica di novembre o la prima di dicembre. Per la gara del 7 aprile, la novità più importante sarà quella di una altra gara giovanile in parallelo con quella assoluta, ovviamente su un tracciato ridotto».