Guida Outdoor Running 2014, partenza sprint

Ancora dieci giorni di tempo per le inserzioni gare

Con oltre 16.000 copie vendute in edicola su tutto il territorio nazionale, nel 2013 la Guida Outdoor Running è stata la rivista interamente dedicata al mondo della corsa in natura più venduta in Italia. Alla sua prima edizione, quindi, è diventata il riferimento di molti praticanti, appassionati e addetti ai lavori.

QUI per sfogliare l’intera Guida 2013

Con un incremento del 150% da parte delle gare inserzioniste, registrato nelle prime tre settimane dall’inizio lavori, anche per il 2014, la Guida sembra essere destinata a raccogliere ampi consensi nel settore.

Forte di un anno di esperienza e di preziosi consigli dei lettori, la redazione di Ski-alper mette nuovamente in campo tutti i suoi sforzi per una seconda edizione di Outdoor Running ancora più ricca di novità.

PERMANENZA IN EDICOLA - La Guida sarà distribuita su tutto il territorio nazionale e avrà una permanenza in edicola ancora più prolungata, da aprile a dicembre. In questo modo, è destinata a diventare un utile strumento per la programmazione, sia della stagione in corso, sia della stagione 2015. Questo è il motivo principale per cui molti organizzatori hanno confermato la loro presenza pur contemplando manifestazioni che si sono già disputate in questa prima fase della stagione o che si disputeranno prima dell’uscita ufficiale dello speciale. Da ottobre a dicembre, infatti, Outdoor Running sarà il principale strumento di programmazione per la stagione 2015 da parte di molti praticanti. 

NUOVE PROPOSTE DI VISIBILITA’ - Rispetto all’edizione 2013, sono state ampliate le soluzioni a disposizione delle gare inserzioniste. Oltre alla mezza pagina e alla pagina intera, è stata inserita la possibilità promuovere gli eventi su due pagine personalizzabili. Una maggiore diversificazione per cercare di andare incontro a tutte le esigenze possibili. Le soluzioni a pagina intera e a due pagine, tra le altre novità, da quest’anno permettono  anche l’inserimento dei loghi degli sponsor della stessa manifestazione. 

MULTIPIATTAFORMA - Per il 2014 è prevista anche una tiratura ancora più ampia e che raggiungerà il numero di 48.000 copie. Sarà possibile acquistare la Guida anche in formato digitale grazie alla applicazione di Ski-alper, disponibile per smartphone e tablet iOS e Android.

AREA TEST MATERIALI - Anche per il 2014, la seconda parte della Guida sarà dedicata interamente ai test materiali. Anche in questo ambito molte saranno le novità in programma con l’obbiettivo finale di dare ampia possibilità agli utenti di scoprire tutte le novità della stagione 2014 predisposte dalle principali aziende di settore. Allo scopo, anche quest’anno la redazione di ski-alper ha allestito un team di testatori di altissimo livello, non solo in termini di risultati sportivi ma anche di attitudine alla valutazione critica dei prodotti.

ANCORA DIECI GIORNI DI TEMPO - Per tutti gli organizzatori interessati a dare visibilità alle loro manifestazioni con uno spazio dedicato sulla Guida Outdoor Running 2014, c’è ancora tempo fino a venerdì 7 marzo. Oltre questa data, i tempi di stampa non consentiranno più alla redazione di Ski-alper di accettare ulteriori richieste.  Per poter ricevere la presentazione della Guida 2014 completo di tutte le informazioni commerciale, è possibile contattare la redazione all’indirizzo mail: fabio@skialper.it   


Ragni di Lecco in azione sul Fitz Roy

Due cordate di Ragni sulla via Californiana

Nel mese di febbraio in Patagonia torna finalmente un pò di alta pressione e tornano così a sorridere anche i Ragni di Lecco in spedizione da quelle parti ma bloccati per settimane dalla pessima meteo.
Matteo Della Bordella, Luca Schiera e Silvan Schupbach erano partiti con l'obbiettivo Cerro Torre ma anche dopo l'arrivo della tanto attesa alta pressione le condizioni delle pareti su questa montagna rimanevano proibitive.
Sono così passati al piano B salendo la via Californiana al Fitz Roy, concatenando però anche la vetta della Silla per un totale di 1.800 m di arrampicata fino al VI+ e M4, di cui 400 m di terreno misto mai salito prima dalla base della Silla al Col de Los Americanos.
Negli stessi giorni in cui i tre realizzavano questo concatenamento, un altro Ragno di Lecco, Davide Spini insieme a Mirko Masè e Bruno Mottini ha effettuato una veloce salita sempre lungo la via Californiana al Fitz Roy con discesa poi per la via Franco-Argentina.


Nanga Parbat, il tentativo invernale entra nel vivo

Si attende la finestra di bel tempo per attaccare la via

La spedizione di Simone Moro, David Göttler ed Emilio Previtali, è giunta al 56° giorno di permanenza sulle pendici del Nanga Parbat. In questi due mesi, abbiamo letto i racconti giornalieri dei tre alpinisti, impegnati tra la vita del campo base e le ripetute salite ai campi base avanzati. In gioco c’è la prima salita invernale al colosso pakistano ma le condizioni meteo particolarmente severe,  unite alle dimensioni della montagna, non fanno altro che dimostrare quale sia motivo per il quale, fino ad oggi, nessun uomo sia ancora riuscito a realizzarla. 

TEMPERATURE IMPROPONIBILI - Il 17 febbraio, è lo stesso Emilio Previtali che descrive molto bene quale sia la situazione meteo nella zona del Nanga Parbat: “Quello che impedisce in questo momento di effettuare un nuovo tentativo di salita alla montagna è l'insieme di vento + freddo, la combinazione delle due cose. Secondo i dati delle previsioni del tempo ora ci sono circa -60/70°C a 8000 metri. Impensabile muoversi sulla montagna con queste temperature. Qui al campo base non resta che attendere, fotografare, filmare, fare un po' di pulizie, leggere, scrivere, copiare e ricopiare un po' di files sui dischi fissi per fare in modo che se il gelo danneggia un hard drive ci sia sempre una copia con il lavoro che abbiamo fatto sin qui al sicuro”. 

IN ATTESA DEL PUNTINO - Dal suo account Facebook, sabato Emilio Previtali ha lasciato intendere che il momento del tentativo finale di ascesa al Nanga Parbat  potrebbe esserte questione di giorni. Fondamentalmente la spedizione confida in una finestra di bel tempo di almeno 36/48 ore, “il tempo necessario per percorrere in salita e discesa almeno un tratto della sezione più esposta all'alta quota, al vento e ai pericoli oggettivi, quello compreso tra 6100 metri e la cima a 8126 metri”. Il puntino sulla carta delle previsioni meteo, potrebbe arrivare presto: “Un puntino. La speranza è un puntino. Un puntino piccolo che vedi arrivare da lontano sulla carta delle previsioni del tempo. Abbiamo messo a fuoco e seguiamo un puntino sul grafico meteo come si osservano le stelle cadenti o gli uccelli nel cielo, le barche a vela in mezzo al mare. Non sai esattamente quando arrivano e dove andranno a finire quei puntini minuscoli, se prenderanno forma e se verranno verso di te ingrandendosi o se svaniranno nel nulla e andranno a finire da un altra parte. Li metti a fuoco, ne tieni d'occhio uno che si distingue dagli altri e cerchi di capire se cresce e prende forma e colore e contorno, e da puntino insignificante quella cosa diventa qualcosa di concreto, di più grande, di reale. Una finestra di bel tempo, ad esempio. Sulla timeline delle previsioni meteo abbiamo messo a fuoco una data. Una possibilità. E' un piccolo punto, per ora. Un punto fatto di calcoli, di supposizioni, di dati incrociati, di combinazioni, di speranze, di voglia di dare un senso a questi due mesi spesi su questa montagna. E' quasi niente. Una ipotesi. Una supposizione. Esiste ma è piccola e fragile e noi ci limitiamo a tenerla d'occhio. Controlliamo ogni qualche ora con il computer se questa possibilità, questo varco tra i passare delle nuvole cresce e se prende forma, spazio, consistenza, respiro. Speriamo che tra qualche giorno questo puntino abbia preso sulla timeline del nostro computer la forma di un periodo di bel tempo privo di vento e di neve. Tre giorni come servono a noi. Non chiediamo altro. In quel caso quel puntino prenderà la forma di un tentativo alla cima del Nanga Parbat. Altrimenti bisognerà metterne a fuoco un altro e sperare che il caso lo spinga dalla nostra parte”.

ACCETTARE DI DIVENTARE NIENTE - Quello che attenderà gli alpinisti nei prossimi giorni, salvo la finestra di bel tempo, è lo stesso Emilio Previtali che lo descrive perfettamente in un suo post del 15 febbraio: “E’ enorme, il Nanga Parbat. Credo che in qualche modo la dimensione e la storia di questa montagna abbia una grande influenza psicologica su chiunque provi a salirci sopra. Simone e David sono perfettamente consapevoli delle difficoltà e del fatto che da C3 inizia la parte più esposta e imponderabile della salita, qui non bastano da sole le previsioni del tempo e i calcoli, la strategia. Qui non è un su e giù dritti, come su altre montagne, come lo Shisha o il GII - senza togliere niente a quelle salite invernali - qui per cominciare c'è una salita di 2500 metri che è il prologo, poi c'è una cresta esposta al vento, ghiacciata e dura, a cui prestare sempre la massima attenzione; poi da C3 inizia la parte tecnicamente meno difficile forse, bisogna principalmente camminare, ma quella è una delle sezioni più critiche a livello psicologico. Aleatoria. Bisogna alzarsi di quota e traversare, senza nemmeno sapere bene in che direzione puntare, se in alto verso la cresta rocciosa o più in basso verso il Mazeno Pass. Poi una volta raggiunta la cresta bisogna valicare nel versante del Diamir e quello credo sia psicologicamente l'ostacolo più difficile da superare, perché si tratta di lasciarsi alle spalle un mondo conosciuto ed entrare in un luogo privo di riferimenti, di certezze, un mondo fatto di nulla. E' difficile. Bisogna mettersi alle spalle tutto e accettare di diventare niente. Niente nel niente”.  


Paolo Rabbia porta a termine la traversata dei Pirenei

700 km con sci e pelli per l'alpinista cuneese

Paolo Rabbia ha completato la traversata dei Pirenei. Tutto in solitaria, con sci e pelli, da Sud verso Nord, dal Mediterraneo all'Atlantico, partendo dal Canigou, la montagna simbolo della Catalogna, per raggiungere il Pic de Orhy nei Paesi Baschi: 700 km, 32000 metri di dislivello in 29 giorni. Un vera solitaria, rispetto a quella che aveva fatto nelle Alpi, con pochissimi 'incontri' sul percorso. «E' stata davvero durissima - spiega l'alpinista cuneese -, perché ho sempre avuto condizioni al limite, tra nebbia, bufere, manto instabile. In pratica bel tempo e neve bella l'ho trovata solo per tre giorni, ma se avessi aspettato le condizioni ideali sarei ancora a metà strada. Ho sempre organizzato tappe piuttosto lunghe con una media di dieci ore al giorno».


Traversata del Fitz Roy, Patagonia

Prima traversata completa per Caldwell e Honnold

Dal 12 al 16 febbraio 2014 i due alpinisti statunitensi Tommy Caldwell e Alex Honnold hanno portato a termine una delle migliori realizzazioni alpinistiche degli ultimi anni, una delle traversate più ambite ed impegnative, ossia la traversata completa di tutte le creste del massiccio del Fitz Roy in Patagonia.
In cinque giorni Caldwell e Honnold hanno effettuato la prima traversata del Fitz Roy unendo le cime dell’Aguja Guillament, dell’Aguja Mermoz, del Cerro Fitz Roy, dell’Aguja Poincenot, dell’Aguja Rafael Juarez, dell’Aguja Saint-Exupery e dell’Aguja de l’S. Il tutto per 5 km di cresta con 4000 m di dislivello e difficoltà fino al 7a, che hanno richiesto ben quattro bivacchi.
Da sottolineare il fatto che per gran parte della traversata i due hanno utilizzato scarpe da avvicinamento, tranne sul Pilastro Goretta e sulla Nord dell’Aguja Poincenot dove hanno utilizzato le scarpette d’arrampicata. Inoltre lunghi tratti sono stati percorsi in conserva, come ad esempio il Pilastro Goretta che prevede 20 tiri, percorso invece con solo 3 tiri di corda.
A tutto questo si aggiunge il fatto che l’impresa dei due statunitensi è stata portata a termine nonostante le condizioni non ottimali delle pareti che, grazie ad una estate molto umida, presentavano ancora parecchia neve e ghiaccio.

Interessante l’elenco dell’attrezzatura utilizzata da Honnold e Caldwell
- due zaini (35 e 25 litri)
- un sacco a pelo
- una tenda BD First Light
- una fornello e tre cartucce
- una piccozza
- due paia di ramponi in aluminio
- un chiodo da ghiaccio
- 2 set di Camalots fino a #2
- 1 Camalot #3
- 2 sets di nuts
- una corda da 60m 9.8mm
- una corda da 80m 6mm
- tre bloccanti / risalitori (Petzl Micro-traxion, Kong Duck e Futura)
- 6 rinvii
- 14 fettucce


Trovato il corpo di Stephanie Frigiere

Nulla da fare per la sfortunata alpinista

Questa mattina sono riprese le ricerche da parte di circa trenta uomini del soccorso, aiutati anche da un mezzo meccanico, che hanno scavato negli oltre sette metri di deposito della valanga sotto la candela basale di 'Trip in the Night', la cascata di Degioz in Valsavarenche. 

Solo verso le 14 Stephanie è stata ritrovata molto in profondità nella neve del distacco delle 13 di ieri, causato da un forte e repentino rialzo delle temperature in quota, probabilmente meno percepibile in fondovalle e all'ombra. 

Le ricerche erano state sospese ieri verso le 15, pomeriggio in cui si sono contate numerose valanghe staccatesi dallo stesso versante costituendo un pericolo per gli stessi soccorritori.
Nulla da fare per la sfortunata alpinista, che in questa stagione aveva abbandonato le gare di scialpinismo e si stava preparando per la selezione al corso guide.

 

La valanga di Degioz. Dispersa Stephanie Frigiere

Ricerche temporaneamente sospese per il pericolo di altre scariche

Poco prima delle 13 si è staccata una valanga sopra la cascata 'Trip in the Night' a Degioz in Valsavarenche. Alla sua base è stata travolta Stephanie Frigiere, 29 anni di Delebio (SO), che la stava scalando con il compagno Giovanni Ongaro, guida alpina.  Sembra che la neve l'abbia travolta mentre recuperava corda, facendola cadere per diversi metri mentre il compagno, più in basso, è riuscito a salvarsi. In quel momento la cordata si stava slegando, situazione che avrebbe determinato la salvezza di Ongaro.

L'intervento del Soccorso alpino valdostano, giunto con l'elicottero e le unità cinofile, è stato sospeso verso le 15 a causa del pericolo costituito dalla neve sullo stesso versante, che proprio in quelle ore ha scaricato altre valanghe (una delle quali ha invaso alle 12 anche la strada regionale 23 della stessa Valsavarenche, che è stata chiusa al traffico da Eaux Rousses).

Le ricerche riprenderanno appena si creeranno con il freddo condizioni di maggiore stabilità del manto presente sul grosso bacino di accumulo superiore, come spiegato dal direttore dei soccorsi Adriano Favre.

Stephanie Frigiere è nota anche nell'ambiente dello scialpinismo e della corsa in montagna, e partecipa a gare soprattutto in ambito locale per i colori dello Sci Club Valtartano. Ci uniamo alla speranza di tutti.


Nuova via di ghiaccio alle Helmcken Falls in Canada

Gadd, Emmet e Premrl aprono Clash of Titans (Wl10+)

Si segnala, in questo inizio di febbraio, l'apertura di una nuova difficile via di ghiaccio alle Helmcken Falls in Canada da parte del canadese Will Gadd, dell'inglese Tim Emmet assieme allo sloveno Klemen Premrl.
I tre hanno aperto 'Clash of Titans', gradata WI10+, scalando la volta strampiombante di un grotta che gli stessi Gadd e Emmet avevano scoperto quattro anni addietro aprendo la via 'Spray On'.
La location dove salgono le due vie lascia davvero a bocca aperta per la particolarità e spettacolarità di questa grottona strapiombante completamente intasata di ghiaccio. Le vie sono state aperte a spit ma attrezzandole dal basso.
La prima ripetizione dell'ulitma nata 'Clash of Titans' è avvenuta solo qualche giorno dopo: Angelika Rainer che per caso passava da quelle parti non si è lasciata sfuggire questa spettacolare salita.


Il filmato di Alex Honnold su El Sendero Luminoso

Filmato integrale della salita free solo

Segnaliamo il video integrale della salita solitaria senza corda dello statunitense Alex Honnold sulla formidabile via El Sendero Luminoso (500 m 7b+) su El Toro in Messico.
La salita del climber americano su questa difficile e famosa via è indubbiamente una delle migliori realizzazioni di sempre in 'free solo' assieme a quelle dell'austriaco Hansjorg Auer sulla via Attraverso il Pesce in Marmolada e del tedesco Alex Huber sulla diretta Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo.  


Ragni di Lecco in Patagonia contro il maltempo

Della Bordella e Schiera si consolano con la salita di Todo o Nada

La spedizione dei Ragni di Lecco composta da Matteo Della Bordella e Luca Schiera, attualmente in Patagonia con l’intento di salire il Cerro Torre lungo la via Maestri, ha nel frattempo effettuato la salita di ‘Todo o Noda’ alla parete Est di El Mocho, una classica via di ghiaccio con tratti ad 80° e alcuni passi di misto.
Con il perdurare del maltempo che non ha permesso fin ad ora ai due di attaccare il Torre questa bella salita di ghiaccio è stata una sorta di ripiego.
La spedizione cade in concomitanza con i 40 anni della prima salita indiscussa del Torre lungo la parete Ovest ad opera dei Ragni di Lecco Casimiro Ferrari, Mariolino Conti, Daniele Chiappa e Pino Negri.


Arriva Ski-alper di febbraio, un numero 'da paura!'

Preview dei contenuti di Ski-alper 92 in edicola dalla prossima settimana

Il numero nuovo di Ski-alper è nato nel suo habitat naturale, sotto metri di neve che sono caduti in tutto l’arco alpino prorio nei giorni della chiusura. In redazione, nelle ore più concitate, guardavamo fuori dalla finestra, qualche sospiro è scappato, pensando a chi poteva godersi quella powder. Però crediamo che ne sia valsa la pena, sta per entrare in distribuzione un numero davvero ricco di contenuti. La nuova cadenza bimestrale della rivista ci consente di approfondire i servizi con un po’ più di calma e i risultati, quanto meno a nostro giudizio, sono evidenti. I primi due numeri usciti, tra l’altro, hanno fatto segnare il record di vendite in edicola della rivista e un grosso incremento di diffusione su smartphone e tablet. Avanti così, insomma, con la soddisfazione di essere i portavoce di un movimento in grandissima crescita. 

UNA TRIBU’ CHE SALE - Non a caso, ironicamente, abbiamo voluto definire così in copertina il variegato mondo degli scialpinisti. C’è chi sale veloce, chi con calma, chi lo fa per sport, chi per ammirare i paesaggi e stare in compagnia, chi vuole salire forte, chi vuole godersi una sciata. Lo spirito di base, comunque, è lo stesso. Sullo sfondo, Pietro Lanfranchi in allenamento sulla neve del Presena. Un’immagine che ci piace molto - tratta dal backstage della sessione fotografica di Ralf Brunel per la copertina del libro ‘Scialpinismo, teoria dell’allenamento’ -perché trasferisce l’immagine dinamica dell’atleta, che però in quel momento è intento a godersi la sua traccia in neve fresca. Il numero 92, che troverete nelle migliori edicole d’Italia a partire da martedì/mercoledì della prossima settimana e che negli stessi giorni verrà consegnato angli abbonati, è di 144 pagine e contiene, come sempre, Up&Down in allegato gratuito (una vera e propria rivista a sé stante di 32 pagine in formato tabloid dedicato al mondo sello ski-alp race, con cronaca, attualità, approfondimenti, interviste e classifiche).

FOCUS TOURING - Tantissime proposte per scoprire le nostre montagne con sci e pelli. Abbiamo selezionato itinerari particolari, in zone meno battute, un po’ per tutte le esigenze tecniche e gli stili. Troverete una bella proposta sul massiccio del Monte Bianco a cuta di Marco Romelli, new-entry tra i collaboratori di Ski-alper, il Tour des Periades. In Valle d'Aosta parliamo di free touring con Niccolò Zarattini e Jimmy Sesana: tre idee per una bella sciata in powder. Passando alle Alpi Centrali, un approfondimento sulla Val Bedretto alternativa, con alcune idee al di fuori delle rotte più battute. Accattivante anche la salita al Lorenzhorn. Spostandoci a Est, Andrea Rizzato ci propone 7 itinerari in Val Visdende, mentre oltre confine ecco i suggeriemnti per una ‘terapia della polvere’ nei dintorni di Kitzbuehel a cura di Andrea Fornelli.

TECNICA - Quando lo scialpinista inizia a muoversi in quota, ecco che incontra tratti di misto in cresta. Abbiamo approfondito con Omar Oprandi la progressione della cordata in conserva. Consigli pratici, foto esplicative e alcuni suggerimenti su come procedere.

GHIACCIO - Continuiamo con le nostre proposte di salite su ghiaccio, sul filone di quanto già presentato il numero scorso. Questa volta Teo Tagliabue e i suoi amici sono saliti sulla Torre Innerkofler e hanno ripetuto la Goulotte sulla parete Ovest del Monte Pioda, nel complesso del Disgrazia.

CONTENUTI RACE - Per gli amanti delle gare scialpinistiche non c’è solo l’inserto Up&Down con tutta l’attualità. Ecco un’esclusiva ricognizione del percorso di gara del Tour du Rutor fatta insieme al ‘boss’ dell’organizzazione, Marco Camandona. E poi un’intervista a Dennis Brunod, atleta valdostano dal ricchissimo curriculum, per parlare di tematiche dell’allenamento basandosi sulla sua decennale esperienza e approfondire la delicata questione dell’overtraining.

IN ESCLUSIVA I NUOVI SCI ASKI - Avevamo anticipato qualcosa il mese scorso, ecco su questo numero la presentazione in esclusiva della nuova linea di sci Aski, realizzata nell’innovativo materiale CarbonShell. Guido Valota li ha anche provati in diverse condizioni e siamo in grado di dirvi come vanno.

NOVITA’ MATERIALI - Tanti nuovi prodotti provati in anteprima per i nostri lettori. Oltre ad una carrellata veloce dall’ISPO (realizzata proprio nei giorni in cui la rivista andava in stampa), vi presentiamo in anteprima la nuova collezione Dynafit per la stagione 2014/2015, direttamente dal press event internazionale di Sank Antonien. Inoltre abbiamo provato i nuovissimi Syborg di La Sportiva e intervistato Christian Hoffmann per scoprire cosa aveva sotto gli sci sui muri di Saalbach. E poi il test sulla neve del Movement Response-X, messo a dura prova in tre itinerari free touring (più un flash sulle novità 2015 di Movement in anteprima).

SPECIALE BASTONI DA SKI-ALP - Non sono un accessorio secondario. Abbiamo scelto 26 modelli da scialpinismo, monoscocca e regolabili (in due o tre pezzi) e li abbiamo meticolosamente testati, alla maniera di Ski-alper, insomma! Leggetelo attentamente per trovare il bastone più adatto alle vostre esigenze.

SUPER BINDINGS - L’attacchino dilaga, in tutti gli ambiti dello scialpinismo. Ma c’è chi pensa a soluzioni hi-tech dell’amato low-tech. Ecco dunque il test sulla neve del nuovo Diamir Vipec 12. L’abbiamo anche confrontato con il Dynafit Beast 16, con l’ATK Race Rider 12 e con il sistema Ski-Trab TR2 in abbinata allo scarpone Scarpa Spirit (in arrivo anche nella versione 4 granci!).  

Vi sembra tanto? C’è molto di più… Le nostre rubriche, le opinioni (new-entry di Alessandro Gogna per parlare del concetto di liberà in montagna), una sfiziosa intervista ad Adam Ondra sul concetto di limite e di estremo, sul filone di quella con Messner dello scorso numero. E poi Emilio Previtali direttamente dal campo base del Nanga Parbat, Leonardo Bizzaro con i suoi spunti… E c’è ancora altra 'polpa' (ad esempio, per chi vuole correre anche d’inverno, la proposta della Grande Traversata Elbana in chiave fast&light). Vi basta? Allora non perdete tempo, mettete le pelli (dato il meteo degli ultimi tempi...) e subito in edicola a prenotare il nuovo numero di Ski-alper. Visti i numeri di vendita delle ultime uscite, è meglio essere sicuri di non perderlo! 


Nuova cascata di ghiaccio in Vallunga, Dolomiti

Leichtfried e Purner salgono Zweite Geige (140 m WI7 M7)

Il 28 gennaio gli austriaci Albert Leichtrfied e Benedikt Purner hanno effettuato la prima salita di una nuova cascata di ghiaccio in Vallunga, Dolomiti.
‘Zweite Geige’ ovvero ‘Secondo violino’, 140 m WI7/M7, sale a destra della famosa cascata Crollo dell’Est salita nel ’92 da Giovanni Groaz e Renzo Lunzi ed è stato proprio durante la ripetizione di quest’ultima, ad inizio gennaio, che i due alpinisti austriaci hanno individuato la nuova linea.
La via dopo un tiro gradato M7 va a prendere l’evidente candelone con diversi metri strapiombanti e ghiaccio non sempre ottimo, lunghezza valutata WI7, infine l’ultimo dei tre tiri è in comune con Crollo dell’Est.
Da sottolineare che la salita è stata effettuata a vista senza l’impiego di spit o chiodi da roccia ma utilizzando solamente protezioni veloci.