Due 'classiche' del Nord-Est a fine aprile

Con la Scialpinistic Monte Zermula e Sci Alpinistica del Monte Canin

Ancora due appuntamenti agonistici in FVG, con due 'classiche'. Si parte lunedì 21 aprile (con partenza alle ore 7.30 a Malga Meledis Bassa) dove è in programma la Scialpinistica Monte Zermula, gara a coppie che festeggia ventisette 'candeline'.
Altra gara (a coppie e individuale) il 25 aprile a Sella Nevea con Sci Alpinistica del Monte Canin, addirittura all'edizione numero 59. Una prova, quest'ultima, che si sviluppa su un tracciato di oltre 18 km e 2100 m D+ per la prova a coppie e di quasi 10 km e 1250 m D+ per l'individuale.


Nuova via di ghiaccio e misto in Vallunga Dolomiti

Il 15 marzo 2014 Wolfgang Hell e Pavol Rajcan hanno aperto Evolution, una nuova via di ghiaccio e misto in Vallunga Dolomiti.
La via lunga 120 m presenta difficoltà molto alte in dry, fino all’M9+, mentre su ghiaccio l’impegno si attesta sul WI 5+. La linea, dopo alcuni tiri relativamente facili su ghiaccio, percorre un tetto su roccia che da accesso alla candela finale, questi dieci metri di roccia strapiombante hanno opposto difficoltà di M9+ saliti rotpunkt.
Dopo altre nuove salite simili a questa in Vallunga, risalenti ad un paio di mesi fa, si aggiunge anche la bella linea di Evolution che si snoda subito a sinistra della famosa cascata di ghiaccio La Piovra.


Traversata sopra l'Otztal in Austria per Auer

40 ore di arrampicata non-stop

Il 12 e 13 febbraio 2014 Hansjorg Auer ha compiuto la traversata completa della cresta che unisce la vetta del Gamskogel (2.813 m) fino a quella della Wilde Leck (3.361 m)  sulle sue montagne di casa nell’Otztal in Austria.
Si tratta di una lunga traversata, una bellissima linea con uno sviluppo di 10 km compiuta anni addietro dal forte alpinista Reinhard Schiestl che, pur non presentando particolari difficoltà tecniche, non superando il IV grado su roccia, in pieno inverno risulta di grande impegno.
Nonostante la molta neve presente, Auer è riuscito in 40 ore non-stop a portare a termine la traversata, le condizioni incontrare dal forte austriaco si sono rivelate piuttosto difficili e a detta dello stesso queste l’hanno spinto molto vicino al suo limite.
Come sempre in montagna le condizioni sono quelle che fanno la differenza e i numeri, i gradi di una salita, passano in secondo piano; anche un IV grado può diventare estremo, laddove in estate si passerebbe in scarpe da ginnastica con le mani in tasca, in pieno inverno la musica cambia. Questo a riprova del fatto che nell’alpinismo la difficoltà di una salita non è data solo dal grado scritto su un pezzo di carta.


Grivola, discesa dalla parete Sud-Est

Per Capozzi, Herry e Rolli probabile prima ripetizione

Il 31 marzo 2014 Davide Capozzi e Julien Herry in snowboard e Luca Rolli in sci hanno effettuato la discesa della parete Sud-Est della Grivola (3.969 m) nel massiccio del Gran Paradiso.
La prima discesa in sci fu effettuata dalla guida alpina Rémy Lecluse insieme a Boris Dufour il 14 maggio 2012. A pochi mesi di distanza da questa discesa, nel settembre di quello stesso anno, Rémy scompariva tragicamente sul Manaslu a seguito di una valanga.
Per Davide Capozzi si tratta della terza linea scesa su questa splendida montagna dopo le discese lungo la parete Nord-Ovest e la Nord-Est, quest’anno insieme a Rolli e Herry ha deciso di tornare in ricordo dell’amico Rémy effettuando la probabile prima ripetizione e la probabile prima discesa in snowboard.
La parete Sud-Est della Grivola misura 570 m con pendenze che si aggirano sui 45°-50°.

 

Tre Cime, concatenamento invernale delle tre Nord

Ueli Steck e Michi Wohlleben in 15 ore e 42 minuti

Il 17 marzo lo svizzero Ueli Steck e il tedesco Michi Wohlleben hanno concatenato le tre pareti Nord delle Tre Cime di Lavaredo salendo in successione le vie Cassin, Comici e Innerkofler.
Si tratta del primo concatenamento invernale delle tre Nord lungo tre vie super-classiche: i due hanno dato inizio ai giochi attaccando la Cassin alla Cima Ovest che presenta difficoltà di VI/VI+ e A1 per 450 m di dislivello, sono poi passati alla ancora più classica Comici-Dimai alla Cima Grande, leggermente meno impegnativa della Cassin con difficoltà di V+ e A1 per 500 m di dislivello, infine hanno chiuso il cerchio con la via Innerkofler alla Cima Piccola, V per 350 m.
Il tempo impiegato dai due per collegare queste tre fantastiche salite è di 15 ore e 42 minuti, molti tratti sono stati superati arrampicando in conserva, inoltre le ottime condizioni climatiche hanno aiutato non poco.
Michi e Ueli dopo essere saliti all’invernale del rifugio Auronzo, hanno attaccato lunedì 17 marzo alle 8 e 30 di mattina la via Cassin, arrivando in vetta alla cima Ovest dopo solo 3 ore e 37 minuti arrampicando quasi sempre in conserva, la discesa ha richiesto un’ora circa.
Alla forcella tra Cima Ovest e Grande l’amico Lukas Binder li ha riforniti di liquidi e dopo una breve pausa si sono portati alla base della Comici. Anche qui la salita è avvenuta velocemente, quasi sempre in conserva, ma la molta neve presenta sulla cengia circolare ha rallentato la corsa dei due che sono giunti in vetta alla Grande di Lavaredo dopo 4 ore e 47 minuti.
La discesa verso la Cima Piccola è avvenuta al buio ed alle 21 circa i due erano all’attacco della Innerkofler, raggiungendo poi la vetta alle 00 e 20 minuti.
Alle 2 del mattino Ueli e Michi erano già di ritorno al rifugio Auronzo.

 

Dani Arnold speed record su Crack Baby

Il 18 marzo l'alpinista svizzero Dani Arnold ha salito free solo nell'incredibile tempo di 27 minuti la celebre cascata di ghiaccio 'Crack Baby' a Kandersteg, una delle salite di ghiaccio più famose ed impegnative della zona che presenta difficoltà di IV e WI6.
Dani non è nuovo a salite del genere in velocità, tra le sue imprese ricordiamo il record sulla parete Nord dell'Eiger in 2 ore e 28 minuti e la salita lampo della cresta Ovest del Salbitschen in 1 ora e 35 minuti, naturalmente sempre in solitaria.
Oltre a queste salite in velocità Arnold ha all'attivo anche diverse ascensioni di altissimo livello come la via 'Bird of Prey' aperta con David Lama sull'inviolata parete Est del Moose’s Tooth in Alaska o la prima salita invernale della Torre Egger in Patagonia con Stephan Siegrist e Thomas Senf.


Dejame Vivir, il secondo film di Kilian

Da ieri sera e' scaricabile dal sito di Summits of my life

Déjame Vivir, lasciami vivere. Si chiama così il film di 62 minuti, il secondo della serie dopo 'A fine line', che documenta le imprese di Kilian Jornet nel secondo anno di Summits of my life, il progetto che lo porterà a raggiungere le vette più alte della terra nel modo più veloce possibile e con l'attrezzatura più leggera. Diretto da Seb Montaz, il film è scaricabile da ieri sera alle 19 direttamente dal sito www.summitsofmylife.com oppure ordinabile su DVD. Il costo del download (anche in versione italiana) è di 9,95 euro. 

IL TITOLO - «Kilian spesso cantava una canzone, 'Dejame Vivir', durante le riprese. Non sapevo cosa volesse dire ma poi, quando mi ha spiegato il significato, lasciami vivere, ho pensato che poteva diventare proprio il titolo del film perché c'è una persona, Kilian, che vuole essere lasciata libera di vivere i suoi sogni»ha detto Seb Montaz. 

LA FILOSOFIA - Déjame Vivir, riflette il modo di vedere le montagne mio e di un gruppo di amici che amano esplorare le vette in modo leggero e dinamico con gli sci, correndo e camminando, tutto insieme. Il film spiega cosa facciamo ma soprattutto perché e da dove viene la nostra motivazione, partendo dai pionieri di questo sport». 


Poker di creste sul Cervino per Herve Barmasse

Sul finire di quest'inverno il valdostano Herve Barmasse ha compiuto il primo concatenamento invernale delle quattro creste del Cervino, forse la montagna più fotografata e simbolica delle Alpi.
In sole 17 ore Herve è riuscito a collegare la cresta del Leone, la cresta dell'Hornli, la cresta di Zmutt e quella del Furggen, la più impegnativa delle quattro che presenta passaggi fino al V+ su roccia non proprio ottimale.
Prima di lui già suo padre, Marco Barmasse, nel 1985 effettuò il primo concatenamento delle quattro creste in solitaria in sole 15 ore nella stagione estiva. Successivamente nel 1992 Hans Kammerlander e la guida svizzera Diego Wellig salirono anch'essi le quattro creste in 24 ore.
Herve è stato il primo a compiere questa splendida galoppata in inverno e in solitaria con un tempo accezionale, le immagini di questo breve filmato rendono molto meglio l'idea di tante parole inutili.
 


Marco Camandona e Millet sul Kanchenjunga

In partenza per la spedizione sulla terza vetta più alta al mondo

Pochi giorni ancora e prende il via il Millet Tour du Rutor Extreme (27-30 marzo). Subito dopo il TDR si riparte: dalla Valle d’Aosta alla volta del Kanchenjunga. Un vero e proprio ‘tour de force’ per Marco Camandona, l’inarrestabile guida alpina testimonial Millet.

Sino al 1849 il Kanchenjunga è stata ritenuta la vetta più elevata del pianeta finché i rilevamenti britannici hanno appurato che Everest e K2 erano superiori. È il primo ottomila ad est dell’Himalaya ed è situato al confine tra Nepal e lo stato indiano del Sikkin: è il più orientale degli ottomila. È costituito da 5 vette, quattro delle quali superano gli ottomila metri. In tibetano il significato del nome è ‘i cinque forzieri della grande neve’, dovuto molto probabilmente ai 5 picchi che compongono il massiccio.

IL PROGETTO -
La spedizione verrà tentata lungo la difficile ed impegnativa via della parete Sud-Ovest, senza l’ausilio dell’ossigeno.
Presumibilmente verranno piazzati tre campi d’alta quota, di cui l’ultimo a 7700 mt. necessario per l’attacco finale alla vetta. Si partirà quindi a inizio aprile; dopo 10 giorni di trekking si raggiungerà il campo base e saranno necessari circa altri 40 giorni, tra acclimatamento e salita.
I componenti della spedizione sono: Abele Blanc, Marco Camandona, François Cazzanelli, Emrik Favreri.

La composizione della spedizione rappresenta un esempio di unione tra uomini con grande esperienza d’alta quota e ragazzi con grandi capacità tecniche e con forte volontà. L’unione di tali elementi ha fatto sbocciare un progetto alpinistico ambizioso che è anche il frutto di un’ormai collaudata sinergia tra Sezione Militare di Alta Montagna del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur e le Guide Alpine Valdostane. 

 

Marco Anghileri cade sul Pilone centrale

Gravissima perdita per il mondo dell’alpinismo

Marco ‘Butch’ Anghileri è morto a poche centinaia di metri dalla vetta del Monte Bianco dopo aver completato la prima salita solitaria invernale della Jöri Bardill, sul Pilone Centrale del Freney.
‘Il Butch’, come tutti lo conoscono specialmente in Lombardia e nel vasto ambiente dei frequentatori del gruppo delle Grigne, stava preparando da tempo questa salita pur mantenendo riserbo come sempre. Di recente aveva anche partecipato a dibattiti nei forum di montagna intervenendo sul grado di pericolo presente a causa della neve nelle sue Grigne, che stava frequentando quotidianamente proprio in vista di questa salita.  

La notizia è stata diffusa nella serata di ieri. Il Soccorso Alpino Valdostano non aveva diramato la notizia perchè non era ancora riuscito a raggiungerlo a causa  del forte vento, ma questa mattina Butch è stato recuperato ai piedi del Pilone centrale del Freney. La salma è ora a Courmayeur.

Per ora si rincorrono solo supposizioni sull’accaduto. Forse l’incidente è successo nel tratto in cresta che dall’uscita della via Bardill porta alla vetta del Bianco, da dove il Butch sarebbe poi sceso a Chamonix per tornare a Lecco sabato. A far supporre che la caduta si sia innescata in cresta è il punto in cui il corpo è stato localizzato, molto distante rispetto alla linea della via Bardill.
L’ultimo contatto di Marco Anghileri con la famiglia risale a giovedì scorso, con un sms sintetico ma nella logica delle cose: ‘Notte fredda e ventosa, ma tutto bene’. Venerdì ha quindi attaccato la ‘Chandelle’, la colata verticale con gli ultimi tre tiri chiave della via. Amici valdostani lo seguivano con i binocoli, l’hanno visto uscire dalla Bardill e iniziare il tratto finale in cresta. Poi il silenzio, ma con la possibilità dell’esaurimento della batteria del cellulare.

Ma il troppo tempo trascorso dall’uscita della via faceva sospettare che potesse essere successo qualcosa. La guida alpina valdostana Arnaud Clavel, che da martedì stava seguendo col binocolo la scalata dell’amico, ha quindi deciso di richiedere un intervento dell’elicottero per sorvolare la zona, dove è stato presto individuato ai piedi del Pilone centrale. Intanto il padre Aldo aveva raggiunto Chamonix, dove era previsto l’incontro con Marco.

Marco Anghileri lascia la moglie Barbara, i figli Carlo e Giulio e i fratelli Sara e Luca. Per il padre ‘Aldino’ Anghileri (a sua volta fortissimo alpinista) e la madre si tratta di un duro colpo, dopo la scomparsa nel 1997 del figlio maggiore Giorgio, anch’egli alpinista, travolto in bicicletta da un Tir a soli 27 anni.

Quella del Butch è una perdita gravissima per i tantissimi che l'hanno conosciuto, di persona o di fama. Marco era sicuramente una presenza fondamentale nelle Grigne, che sono molto di più che un gruppo montuoso affacciato sul Lago di Como e sulla pianura lombarda a poche decine di chilometri da Milano. Le sue salite e le belle serate alpinistiche con cene e convivialità tra alpinisti presso il locale di famiglia ai Piani dei Resinelli richiamavano l'attenzione di tutto il mondo alpinistico. Il Butch suscitava l'affetto di tutti con la sua simpatia, il suo entusiasmo e la sua disponibilità.


Fitz Roy, Supercanaleta non stop

Andata e ritorno dal Fitz Roy in 31 ore e 30 per Gietl e Fiegl

Il 23 gennaio 2014 Simon Gietl e Gerry Fiegl hanno effettuato non stop la salita della Supercanaleta impiegando 31 ore e 30 minuti per andare e tornare da El Chalten passando per la vetta del Fitz Roy.
Per sfruttare una piccola finestra di bel tempo la loro strategia è stata quella di effettuare l’avvicinamento al buio e col brutto tempo per poi attaccare la prima parte della Supercanaleta, considerata la più semplice, con il brutto ed uscire sulla parte alta, più impegnativa, all’arrivo del bel tempo.
La partenza è avvenuta il 22 alle 18.00, dopo aver attraversato con le ultime luci del giorno Passo Quadrado, si sono diretti all’attacco e hanno salito la sezione iniziale di notte sotto una nevicata, raggiungendo la sezione superiore dove iniziano le difficoltà maggiori alle 4.00, qui si sono fermati ad attendere l’arrivo dell’alba e del miglioramento della meteo.
All’arrivo del giorno il tempo non ha dato cenni di miglioramento ma i due hanno deciso comunque di provare ad attaccare e dopo aver scalato tutta la mattina con piccozze e ramponi sotto la neve, vengono raggiunti dal sole e dal cielo blu soltanto sulla cresta sommitale.
Esattamente 21 ore e 30 minuti dopo la partenza hanno raggiunto la vetta del Fitz Roy alle 15 e 30.
Prima di questa salita in velocità Gietl e Fiegl hanno salito la via Exocet al Cerro Standhart e la Amy-Vidailhet all’Aiguille Guillaumet.

 

Roenbaeck e Repo, impossibile scegliere un vincitore

Grande successo per l'edizione 2014 di Killer Loop Click on the Mountain

L’edizione 2014 del Killer Loop Click on the Mountain by Courmayeur Mont Blanc non poteva andar meglio. Abbondante neve fresca, elicotteri e snowboarders e freeskiers ripresi da fotografi di fama internazionale sull’incredibile terreno che offre Courmayeur. I quattro fotografi hanno avuto 72 ore di tempo per scattare 20 foto con i rispettivi team nelle migliori condizioni possibili nell’area del Monte Bianco. Sette giudici da tutta Europa hanno trascorso ore analizzando i quattro incredibili book in concorso.

«La qualità di riding e le fotografie presentate sono di un livello altissimo e mai visto prima al Click on the Mountain - afferma il capo giuria Sebastian Huber -, tutti i fotografi e gli atleti hanno fatto un ottimo lavoro, è stato veramente difficile trovare un vincitore, soprattutto nella categoria assoluta». Dopo aver proiettato il video riassuntivo dell’evento, filmato e montato in tempo record da Sean Balmer, sabato sono stati mostrati al pubblico tutti i book presentati prima della premiazione. I giudici non sono stati in grado di dichiarare un vincitore assoluto della classifica generale, in quanto i punteggi finali si equiparavano, è stato quindi deciso che dividere il montepremi di 4000 euro era la soluzione migliore per tutti.

Ecco i vincitori:
Classifica assoluta - BEST BOOK: Daniel Rönnbäck (con Jacob Wester, Tof Henry, Filippo Mairate e Alberto Boschiazzo). 
Tero Repo (con Sam Cohen, Roland Morley-Brown, Giacomo Rey e Jimmy Sesana).
Best Snowboard Photo Tim Lloyd (con Loic Deschamp, Mathieu Imbert, Francesco Brutto e Andrea Plat). Best Ski Photo Marius Schwager (con Tobias Huber, Sebastian Friesl, Jean Chiementin e Rudy Buccella). Tim e Marius hanno entrambi vinto un set Pocket Wizard, offerto da Apromastore, per gli incredibili scatti di sci e snowboard.

Una menzione speciale dei giudici va a Daniel Rönnbäck, per la creatività del suo scatto in doppia esposizione, premiato con uno zaino in serie limitata di Killer Loop. «Wow! Sono contentissimo - ha commentato daniel - abbiamo lavorato duro per far si che tutto funzionasse, però alla fine ci siamo divertiti, come un normalissimo gruppo di amici che va a sciare assieme!». Tero Repo non è da meno: «Sono veramente contento per il risultato, abbiamo trascorso una settimana bellissima a Courmayeur!». Il Killer Loop Click on the Mountain 2014 by Courmayeur Mont Blanc è stato dunque un successo, tutti i fotografi sono tornati a casa con un premio e soprattutto con il sorriso, il tutto arricchito con scatti incredibili e con qualche nuovo amico, cosa bellissima per questo evento unico nel suo genere. È scontato dire che tutti non vedono l’ora che arrivi il prossimo anno con la nuova edizione.