Cordillera Blanca fast & light

Su Skialper di agosto alla scoperta delle vette peruviane

La Cordillera Blanca del Perù. Un sogno. Che Silvestro Franchini e il fratello hanno realizzato e raccontato su Skialper di agosto-settembre. «Non ci siamo certo annoiati… Non abbiate paura, non vi stuferete, il meteo in genere è sempre abbastanza stabile e se il vostro obiettivo è di salire su vette di 5.000 o 6.000 metri in stile fast & light, unendo alpinismo non troppo difficile e velocità, la Cordillera Blanca non vi deluderà» ha scritto Franchini.

VACANZA MULTISPORT - La vacanza può essere molto varia, oltre ai bellissimi trekking (Huayhuash, Santa Cruz) potrebbe valere la pena di venire fin qui solamente per scalare su roccia: big-wall e bouldering da paura… A chi piace correre le valli offrono terreno per allenamenti in alta quota mostruosi. «Una volta arrivati a Huaraz, la Chamonix delle Ande, ci siamo trovati davanti a una città di 120.000 abitanti. Al primo impatto la porta delle Ande ci è sembrata sporca e caotica, ma poi abbiamo avuto modo di conoscere i ritmi di vita peruviani e apprezzare le usanze e la cucina del luogo». L'acqua è imbevibile, meglio idratarsi con tisane e iniziare a caricarsi per la montagna con mate de coca e Inca Cola.  «Abbiamo imparato un’altra lezione: evitate di andare in montagna nei giorni a cavallo di un cambio di luna, in genere il tempo è molto instabile» aggiunge Franchini.

LE GITE - Salite ‘fast & light’ quelle proposte da Silvestro Franchini. A partire dal Rifugio Huascaran (4.650 m), una gita da fare in stile skyrunning, ottima come allenamento/acclimatamento. Potrete macinarvi i 1.880 metri di dislivello che separano il rifugio dalla valle in giornata, partendo dall'abitato di Musho (3.070 m), raggiungibile con bus collettivo da Carhuaz, e proseguire fino all'inizio del ghiacciaio, a 4.950 metri. Le vere mete però sono altre: Nevado Ishinca (5.530 m), Nevado Pisco (5.752 m), Chopicalqui  (6.354 m). Questa scalata a detta di molti è una delle più belle dell'intera Cordillera per il paesaggio mozzafiato che regala e per le difficoltà tecniche mai elevate: attenzione solo alla stabilità della neve a inizio stagione.

ATTREZZATURA - Tenda e sacchi a pelo, abbigliamento per affrontare un 4.000 delle Alpi nelle mezze stagioni se pensate di scalare montagne dai 5.000 ai 6.000 metri, scarpe semi-ramponabili serie e abbastanza isolanti ideale per affrontare cime fino a 6.000 metri in stile leggero e veloce. Con questi modelli potrete partire dalla calda Huaraz e affrontare l'avvicinamento talvolta lungo e pianeggiante risparmiando energie preziose per la cima ed evitando di caricarvi gli scarponi sullo zaino. Per le cime più alte ci vogliono calzature più calde, da alta quota.

GIA’ DISPONIBILE SU APP - Skialper di agosto è disponibile nelle migliori edicole a partire da inizio agosto. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui).  Per chi lo volesse acquistare immediatamente su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app! A questo link la presentazione della rivista e degli altri articoli pubblicati.


L'impresa di 'Cala' Cimenti

Il piemontese primo italiano su tutti i 7000 russi

Il 19 agosto alle ore 15 Carlalberto 'Cala' Cimenti, alpinista di Pragelato (To), ha raggiunto con successo la vetta del Communism Peak diventando così il primo italiano della storia a ricevere l'onorificenza Snowleopard e il primo al mondo a scendere da questa vetta con gli sci ai piedi. Questo riconoscimento, rilasciato dalla Federazione Alpinistica Russa, viene concesso esclusivamente
agli alpinisti che scalano tutte le cime oltre i 7.000 m presenti sul territorio dell'ex Unione Sovietica.Il progetto Snowleopard di Cala è iniziato nell’estate del 2013. Allora l’intento di Cimenti era quello di scalare in soli due mesi queste cinque montagne e, quando possibile, sciarle. Il tentativo gli riuscì in parte, raggiungendo la cima del Peak Lenin, del Khan Tengri e del Peak Korjenekaya ma mancando la cima delle Pobeda e del Communism Peak per un soffio. Durante la scorsa stagione estiva il progetto si è invece arricchito della cima del Pobeda,
conseguita il 13 agosto 2014.

LA CRONACA - Il 22 luglio 2015 Cala è partito per il Tajikistan con l'obiettivo di scalare il Communism Peak,montagna di 7.495, chiamata anche Pik Ismail Somoni. Purtroppo però l'inizio della spedizione non si è rivelato dei più promettenti, a causa infatti di una grave inondazione nel sud del Tajikistan il volo con l'elicottero da Djirghita al campo base è stato posticipato al 2 agosto. «Davanti a questa tragedia non ci si può arrabbiare per il fatto che non si possa prendere un elicottero in un giorno prestabilito. Rimane però il senso di frustrazione e di impotenza per l'impossibilità di perseguire il mio progetto nel migliore dei modi: arrivando al campo base il 2agosto rimanevano di fatto meno di 17 giorni per l'acclimatamento e il tentativo di vetta» ha detto Cala.
Giunto finalmente alla base del Communist Peak e trascorsi alcuni giorni in quota nei campi avanzati per abituare il corpo all'altitudine, il 14 agosto Cala è tornato al campo base per poter organizzare la settimana decisiva. Proprio in quel giorno ha preso parte a un'operazione di soccorso nella quale, insieme ad altri alpinisti presenti al campo, è riuscito a portare in salvo un ragazzo russo scomparso da 8 giorni. Il 16 agosto Cala è finalmente partito dal campo base (4.200 m) e in quattro giorni ha raggiunto con successo la vetta del Communism Peak a 7.495 m diventando così il primo ‘Italian Snowleopard’.Parallelamente alla spedizione sono già iniziate le riprese di ‘The Italian Snowleopard’, breve docu-video ideato e realizzato da Pillow Lab ( www.pillowlab.it ) e prodotto in collaborazione con Ferrino ( www.ferrino.it ) e Cébé ( www.cebe.com ).


Alpine running a due passi da Torino

Su Skialper di agosto-settembre tutte le info sulla nuova tendenza alpina

«L’anno scorso, scendendo da un’ascensione alpinistica nel massiccio francese degli Ecrins, avevo maledetto lungo tutti i 1.200 metri di dislivello da percorrere in discesa il peso del mio zaino e la scomodità degli scarponcini che avevo ai piedi. Solo pochi giorni prima ero in giro con uno zainetto da dieci litri e delle comode scarpe da trail e in quel momento rimpiangevo la leggerezza di quell’attrezzatura» Inizia così l’articolo di Federico Ravassard sull’alpine running in Val di Susa e Val Chisone sul numero di agosto-settembre di Skialper.

ALPINE RUNNING PERCHÉ - Molte salite alpinistiche, tanto più quelle che si svolgono in ambienti non glaciali, richiedono meno materiale di quello che siamo abituati a utilizzare: gli scarponcini da alpinismo sono un peso superfluo, tanto più se non si devono adoperare i ramponi e con delle calzature più leggere si potrebbe anche correre durante l’avvicinamento, o almeno in discesa, accorciando notevolmente i tempi. Idem per l’abbigliamento e lo zaino: veramente bisogna partire con pantaloni pesanti in cordura e uno zaino da 30/40 litri per una cresta da fare in giornata sotto i 3.000 metri, quando nello skyrunning gli stessi ambienti si affrontano in pantaloncini e canottiera? In questo modo si possono affrontare in mezza giornata itinerari che richiedono normalmente molto più tempo, o magari concatenare più vie, divertendosi il doppio. Un’attività che molti possono fare, soprattutto se si scelgono itinerari con difficoltà alla propria portata, tanto più se affrontati con materiale ridotto al minimo.

ISTRUZIONI PER L’USO - Per iniziare in questa evoluzione dello skyrunning, è doveroso affrontare alcune premesse: sono richieste capacità alpinistiche di base (progressione alternata, in conserva, protezione tramite friend/nut…) e soprattutto è importante sapere scegliere con cura l’itinerario e, di conseguenza, il materiale necessario. Meglio puntare su percorsi a quote relativamente basse, evitando così rischi quali freddo e terreni d’alta montagna (ghiacciai, crepacci) che richiederebbero attrezzatura extra.

COSA PORTARSI? - Prima di tutto, via gli scarponcini: dal momento che non si percorrono tratti innevati e non si utilizzano i ramponi, meglio puntare su scarpe da avvicinamento con una suola adatta ad affrontare passaggi da arrampicata o, nel caso che si abbia già una certa confidenza nel mondo verticale di appigli, fessure e tacche, possono essere sufficienti normali scarpe da skyrunning o speed hiking. Abbigliamento da corsa, portando però con sé uno strato caldo di sicurezza come un piumino o una giacca compattabile e un hard-shell. Zaino da 15/25 litri, che sia stabile durante la corsa e dotato di fettucce per fissare esternamente corda e casco. Bastoncini: solo se di tipo telescopico o a sonda, per poterli riporre nei tratti tecnici in cui è necessario avere le mani libere. Per l’imbrago, meglio optare per uno leggero e che sia poco ingombrante quando, nell’avvicinamento, lo si ripone nello zaino. Per tutto il resto, bisogna valutare a seconda dell’itinerario: a volte possono bastare 30 metri di corda e qualche rinvio oltre, ovviamente, a fettucce, moschettoni a ghiera e assicuratore/discensore, in altri casi invece bisogna utilizzare anche protezioni veloci (friend, nut), due mezze corde e altro ancora.

SCARPE AD HOC - Negli itinerari percorsi abbiamo avuto modo di testare sul loro terreno le Salomon X Alp GTX, le nuove calzature della casa francese pensate proprio per l’Alpine Running. Essenzialmente, si tratta di un ibrido fra una scarpa da speed-hiking e uno scarponcino da alpinismo, con un peso dichiarato di 460 gr: tomaia bassa e avvolgente con quick-lace, ottimo ammortizzamento su tutta la pianta, specialmente sul tallone, una protezione degna di una scarpa anti-infortunistica e una suola pensata appositamente per avere il giusto grip nei passaggi di arrampicata. In discesa la punta rinforzata e l’ottima suola le rendono adatte anche a ritmi elevati su terreni tecnici, per poi esaltarsi sui ghiaioni, dove si sono rivelate degli autentici carri armati, proteggendo quanto uno scarponcino.

DOVE - Noi abbiamo provato l’alpine running in Val Susa sul Monte Chaberton (3.130 m) e in Val Chisone, sul Monte Orsiera  (2.890 m), nel parco dell’Orsiera Rocciavrè. Due itinerari davvero molto belli a pochi chilometri da Torino. Ecco perché abbiamo scelto come immagine di copertina di Skialper 101 proprio una foto tratta da questo servizio assolutamente da non perdere…

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La Lake Garda Mountain Race alla maniera di Federica

Su Skialper 101 di agosto/settembre la recensione di Federica Boifava

«Un titolone così scodella aspettative variopinte e rumorose. Un nome del genere profuma di limoni, lycra e pomate alla canfora. Un ID di questo calibro, ti costringe a sillabare con cura l'anteprima di uno spettacolo trasversale, una ‘passeggiata’ lungolago con gli occhi a duemila metri di quota e i piedi a filo di nuvole, sospesi fra il verdone dei mughi del Baldo e il blu di un Garda che sa già di fiordo. Insomma, una location naturalmente (nel senso di natura, diamine!) vincente che si presta al gioco, assecondando l'entusiasmo degli organizzatori, anime devote al dio dello sport (quello buono) che, nella vita, hanno fatto voto di fatica e di sorriso». Comincia così a scrivere della Lake Garda Mountain Race una firma d’eccezione, Federica Boifava, che ha provato per noi il percorso della gara sul Benaco. Ecco alcune ‘perle’.

VERTICAL O CORSA IN MONTAGNA? -
«Si sale subito, con la ferocia di un vertical,  ma con l'agghiacciante consapevolezza che i metri da fare saranno esattamente il doppio, schiaffo in un chilometraggio da manuale di corsa a in montagna: 12 km. Il verdetto delle coronarie potrebbe risultare prevedibile e banale, ma sopravvivere a questo percorso sarà in realtà più semplice di quanto non si riesca a credere…».

FUNIVIA VERSUS ATLETA -
 «La leggenda narra che gli atleti tosti siano in grado di salire più velocemente degli impianti. Verità o mitologia? Non sarà difficile scoprirlo, perché si può godere di un confronto diretto fra coscia umana e trazione al metallo, specie nella prima parte di bosco luminoso e aperto». 

FINITA? -
«Patteggiando i supplementari con la morte, si ottiene l'arrivo alla stazione finale della funivia. Finita? Manco per scherzo! La salita a cima Pozzette è ancora lunga e - udite udite! - corribile.  Certo,  la possibilità di sgambettare ancora, dopo 1.500 metri di dislivello feroce, è riservata soltanto agli specialisti del verticale... o ai camosci, che da qui in avanti, risulterà facile avvistare,nelle ghiaie pallide che si tuffano nella piana del lago».

E’ QUI LA FESTA - 
«Concedersi un brindisi di più non sarà poi un problema perché il rientro in funivia è garantito per tutti. E, per i più scafati, la festa continua alla mitica ‘Speckstube’, giù in paese. Ai più romantici, invece, non resta che massaggiare i gemelli, immergendosi nelle luce stanca del pomeriggio gardesano, contemplando la malinconia brillante del lago che piano piano si rifugia in acque scure pennellate di tramonto».

UNA GARA DA NON PERDERE -
La data da segnare è quella del 10 ottobre, sabato, così poi si può tirare tardi e fare festa. L’edizione numero 5 della Lake Garda Mountain Race prevede in realtà due gare, la Ultimate Running Class, con partenza da Malcesine e arrivo a Cima Pozzette, dislivello di 2.000 metri e lunghezza di circa 12,3 km, e la 1700 non competitive Class, aperta a runner, trekker e nordic walker, con arrivo a Tratto Spino, stazione di monte della funivia panoramica del Monte Baldo, dopo 9,5 km e 1.700 metri di dislivello. Iscrizione di 34 euro per la Ultimate fino al 28 settembre e di 39 successivamente, mentre per la non competitive la tariffa unica è di 25 euro. Il programma prevede la partenza alle 10 e il pasta party a partire dalle 12 all’arrivo della gara con competitiva. Alle 14 le premiazioni e dalle 19 festa finale presso la Speck Stube di Malcesine con lotteria e ricchi premi. Venerdì 9 ottobre, invece, in programma la Kids Run per bambini nati dal 2002 al 2009. www.lakegardamountainrace.com

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Leggeri e veloci nel 2016

Su Skialper di agosto-settembre tutte le novità della prossima estate

Leggero e veloce. È questo il principale trend della primavera-estate 2016 emerso girando tra i padiglioni di Outdoor 2015, la fiera dell’articolo sportivo di Friedrichshafen che si è imposta negli ultimi anni come salone di riferimento per le tendenze del mondo outdoor. Ne parliamo su Skialper di agosto-settembre in un ampio reportage con le foto delle principali novità e tutte le caratteristiche.

FAST-
La velocità della corsa outdoor dunque è uno dei principali trend 2016, con veramente tanti modelli nuovi di diversi brand, ma anche quella più spensierata dallo speed-hiking, un trend che Skialper ha individuato già l’anno scorso tra i più importanti e che ad Outdoor ha visto diverse aziende presentare scarpe che strizzano l’occhio all’andare veloci per montagne. Tra le scarpe da running da segnalare le nuove Dynafit Feline Vertical Pro, per lo skyrunning, le La Sportiva Akasha, per le lunghe distanze, la nuova linea Scarpa, con Neutron (sky), Proton (lunghe distanze) e Atom (minimalista per ritmi veloci). Scott propone la Kinabalu Enduro, Mammut le rinnovate MTR 201 e 141, Tecnica Maxima  e Xlite 3.0, Salomon la rinnovata linea Wings e il modello di punta per il city trail, la Sonic, Hoka la nuova Speedgoat, che sostituisce la Rapa Nui. Salewa presenta la nuova Lite Train, modello d’esordio nel mondo outdoor per la suola Michelin, una scarpa pensata per il ‘mountain training’. 

SPEED HIKING -
Tanti anche i modelli per lo speed hiking, per esempio Millet Fast Alpine e Tecnica T-Cross. La trasversalità è un altro trend, percepibile, per esempio, nella nuova linea di La Sportiva, Traverse XSeries,  scarpe con ammortizzazione, fit e flessibilità derivati dal mountain running, protezione da montagna e grip di ispirazione climbing, un modello cross tra approach, mountain running e mountaineering. Interessanti novità anche da Hoka con la Tor completamente rinnovata.

IL RESTO -
Nuovi caschi, come il Camp Titan o Salewa Vayu, bastoni con innovativi shock absorber come quello presentato da Leki, action cam rivoluzionarie come la Garmin Virb XE e naturalmente tanto abbigliamento… il 2016 non deluderà nessuno.

MONTURA FOOTWEAR -
Il marchio famoso per l’abbigliamento outdoor entra in maniera importante nel footwear con una linea completa e ricca di contenuti tecnologici. Si parte dalla linea ‘casual’ Geographic, con un modello, per passare alla approach, con il modello Yaru, a vista decisamente innovativo, declinato in tre versioni, Light, Gtx e Techno Gtx. Il focus di Yaru Light è la leggerezza abbinata alla protezione. Il sistema di allacciatura diviso in due zone e la costruzione asimmetrica con linguetta e collare ergonomici, oltre all’utilizzo di suola Vibram, sono alcuni degli highlight di questo modello. La linea hiking prevede un modello, Alpine Trek Gtx, mentre nella collezione mountain saranno disponibili ben quattro scarpe: Vertigo Leather Gtx, Vertigo Gtx, Supervertigo Gtx e Supervertigo Carbon Gtx.

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Birra e allenamento, alcune considerazioni

Ne parla su Skialper 101 di agosto/settembre il dottor Da Ponte

«Siamo tutti d’accordo che prima e durante l’attività fisica non si debba bere alcol, ma dopo? Basta guardarsi attorno e la risposta sarebbe decisamente no, ma siamo sicuri che non faccia male?». È questa la domanda che si pone il dottor Alessandro Da Ponte sul numero di agosto-settembre di Skialper. 

SÌ O NO?
Durante l’attività alpinistica, in particolare, meglio evitare bevande alcoliche per non rallentare i riflessi e, importantissimo, per non ridurre la capacità di termoregolazione: è un falso mito quello di bere alcol per combattere il freddo. Alcol vietato per gli atleti quindi? Certo andrebbe ridotto al minimo ma nelle bevande alcoliche non c’è per fortuna solo alcol ed un po’ di piacere non è necessariamente peccato. Nel vino, quello rosso soprattutto, ci sono molti importanti antiossidanti quali il rasveratrolo. 

BIRRA -
E la birra? Il discorso è un po’ diverso: contiene poco alcol ed è ricca di sali minerali e di vitamine che sono importanti per l’atleta. Certamente non va bevuta durante l’attività fisica soprattutto se intensa: potrebbe compromettere il buon controllo della glicemia da parte del fegato e rallentare il funzionamento del sistema nervoso. Di birre ce ne sono in commercio di tutti i tipi e per tutti i palati: la cosa più importante da valutare è la quantità di alcol contenuta, in media attorno al 4%, ricordando che  ogni grammo di alcol fornisce circa 7 calorie. «Personalmente, e qui temo di essere in minoranza, non credo che sia una buona idea bere birra subito dopo le gare o allenamenti intensi - continua Da Ponte - perché le prime ore del recupero sono quelle fondamentali e anche pochi grammi di alcol possono alterare un recupero ottimale. Diverso è bersi una birra ogni tanto, lontano dall’attività fisica».
La questione, in ogni caso, è sviluppata nel dettaglio sul numero della rivista in edicola.  

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Fastpacking, ne parliamo su Skialper 101

Un ricco approfondimento su come muoversi in autosufficienza in montagna

Uno dei servizi portanti del numero nuovo di Skialper (101, agosto/settembre 2015, 144 pagine) è quello dedicato al fastpacking. Un modo di viaggiare ‘fast&light’ lanciato dagli appassionati di mountain bike, ma che si sposa alla perfezione anche per chi ama correre o camminare veloce in montagna.

AUTOSUFFICIENZA - Il confronto tra MTB e corsa nasce spontaneo. «La corsa è ancora di più attività che ci connette con la dimensione originale del rapporto uomo-natura. Certo, correre può essere meno divertente dell'andare in bicicletta, è sicuramente più faticoso, sono meno i chilometri che si possono coprire in una giornata e lo stesso percorso può impegnare per più tempo, implicando così una maggior necessità di riserva idrica e alimentare eppure... eppure... si può fare! E poi, diciamolo, il fast packing non è altro che un trail o un ultra-trail in autosufficienza». Così introduce l’argomento Gianluca Gaggioli, che per noi ha curato il servizio, insieme a Claudio Primavesi e con le magnifiche immagini di Federico Ravassard.

DI COSA PARLIAMO? -
Il servizio è molto ricco ed esaustivo: dalla scelta dello zaino, alla ‘packing list’ (l’elenco di cosa non potete proprio dimenticare, per intenderci…). La distribuzione del peso nello zaino, la scelta della tenda e del fornelletto, come organizzarsi per trascorrere la notte all’aperto, le strategie di fuga se qualcosa non dovesse andare secondo programmi.Tanti utili consigli e tips&tricks da cui partire per approfondire ancora di più l'argomento. E poi la prova sul campo di scarpe, abbigliamento e accessori perfetti per iniziare con il fastpacking.  

DA SOLI O IN COPPIA? -
Un simpatico risvolto dalla monografia che vi stiamo presentando. «Se il vostro compagno di viaggio è la vostra compagna di vita... beh, se succede qualcosa che porta tensione, non sarà facile nemmeno il ritorno a casa, a meno che non siate fortunati, come il sottoscritto, da scoprire in lei la persona a cui vale la pena di dedicare la propria vita. È una cosa meravigliosa, Ma sappiate che la tenda a 2 posti è più pesante e ingombrante, e che toccherà sempre all'uomo portarla…».

NON FINISCE QUI - Quella che troverete sviluppata sulle 12 pagine della rivista in edicola in questi giorni è un’introduzione al tema. Ma l’argomento non si esaurisce certo qui. Ora che vi abbiamo inquadrato l’argomento su ogni numero presenteremo nuovi prodotti idonei al fastpacking e soprattutto vi proporremo itinerari da percorrere in autonomia. Naturalmente se avete suggerimenti o proposte in questo stile, sono ben accetti in redazione! 

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Cala Cimenti tenta il Communism Pik

Sarebbe il primo italiano ad avere salito tutti i 7.000 russi

Mancano 10 giorni alla partenza per il viaggio che dovrebbe concludere il progetto Snowleopard iniziato da Carlo Alberto ‘Cala’ Cimenti nell’estate del 2013. Allora l’intento dell’alpinista era quello di scalare in soli due mesi le cinque montagne più alte del territorio che una volta era l’Unione Sovietica, le uniche a superare i 7.000 metri di quota. Il tentativo gli riuscì in parte, raggiungendo la cima del Pik Lenin, del Khan Tengri e del Pik Korjenekaya e mancando la cima delle Pobeda e del Communism Pik per un soffio. Lo scorso anno il progetto Snowleopard si è arricchito della cima del Pobeda, conseguita dall’alpinista il 13 agosto. Cala si trova ora in Tajikistan, sul ghiacciaio Moskvina, al campo base avanzato e al cospetto dell’imponente Communism Pik . Questa enorme montagna di 7.495, chiamata anche Pik Ismail Somoni, rappresenta l’ultimo sforzo di Cala per il conseguimento dell’onorificenza Snowleopard che viene assegnata dalla federazione alpinistica russa a chi scala tutte queste cinque cime over 7.000. Questo riconoscimento, molto ambito e prestigioso nei paesi dell’area asiatica e dell’est europeo, non rappresenterebbe solo il primo conferito a un italiano ma, come afferma lui stesso «la bella conclusione di un lungo viaggio, un’intensa esperienza di vita che mi ha dato tanto e che mi è costata tanta fatica e sacrifici e che è giusto termini quest’anno per non rischiare che diventi un’ossessione».La spedizione si concluderà inderogabilmente il 22 agosto, unico giorno previsto per rientrare dal campo base. Parallelamente ai preparativi per la spedizione sono già iniziate le riprese del video ‘The Italian Snowleopard’, ideato e realizzato da Pillow Lab (
www.pillowlab.it
) e prodotto in collaborazione con Ferrino (
www.ferrino.it
) e Cébé (
www.cebe.com
) - breve documentario che racconterà l’ultimo atto di questa avventura. Sulla pagina Facebook Snowleopard Ski Project tutti gli aggiornamenti.
 

 

Ciao a tutti, qui a Djirgital sono le 22:44 e sto andando a dormire perché domani finalmente si dovrebbe volare al campo... Posted by Snowleopard Ski Project on Venerdì 31 luglio 2015


In arrivo Skialper 101 di agosto

Un numero da leggere tutto d’un fiato nelle vacanze

Il bello dell’outdoor è quel senso di avventura, che si può ritrovare sulle Ande come nei boschi dietro casa. Basta viverlo con lo spirito giusto. E proprio la voglia di avventura e libertà sono l’ingrediente principale del numero di agosto di Skialper (144 pagine con la sezione Up & Down, dedicata al mondo delle gare), in edicola a partire dalla prossima settimana. Un numero tutto da sfogliare (o da leggere attentamente nella versione app) durante le vacanze, per programmare le proprie gite o… decidere la destinazione della prossima vacanza.

FASTPACKING - Zaino in spalla, riserve di acqua e cibo, sacco a pelo, tenda e… via. Se si può fare in mountain bike, perché non provarlo a piedi e di corsa? Il fastpacking è l’ultima moda per gli amanti dell’outdoor. Esplorare regioni più o meno selvagge in autonomia, spostandosi leggeri e veloci. Se poi nei dintorni c’è qualche bivacco o rifugio, tanto meglio, si può lasciare a casa la tenda. Gianluca Gaggioli, nel servizio portante della rivista, spiega come preparare un’escursione dalla a alla z, senza tralasciare nessun aspetto. E nella nostra editor’s choice vi consigliamo i migliori zaini, le scarpe giuste, la tenda che non può mancare, l’abbigliamento e ogni dettaglio per vivere un’avventura indimenticabile in tutta sicurezza.

ALPINE RUNNING - Scordatevi le escursioni alpinistiche con pesanti scarponi e zaini. Su alcuni itinerari si può andare più leggeri, con scarpe grippanti e protettive, ma anche leggere e adatte a un passo veloce e a qualche tratto di corsa. Si chiama Alpine Running e noi abbiamo provato questa nuova moda di affrontare la montagna su due percorsi in Val di Susa e Val Chisone. La montagna divertente, a patto di seguire tutte le regole di sicurezza! Il servizio ha anche ‘prestato’ la bellissima immagine di apertura di Federico Ravassard alla copertina di Skialper 101.

SULLE TRACCE DI HOLZER - Lui è uno dei padri dello sci ripido: Heini Holzer. Loro sono due Guide alpine e freerider che vivono in Trentino. Un giorno, pensando alle vacanze, ecco un’idea: perché non sciamo alcune delle più belle linee aperte da Holzer, magari spostandoci da una montagna all’altra con una mountain bike? Il diario di un viaggio nella storia del ripido ma anche di un viaggio interiore.

ANTEPRIMA 2016 - Quali saranno i trend del mondo outdoor per l’estate 2016? Come ci vestiremo? Come saranno le scarpe che metteremo per andare in montagna? La fiera Outdoor di Friedrichshafen è una finestra sulla prossima estate e noi vi presentiamo le principali novità che troverete nei negozi tra un anno.

CON FEDERICA SUL GARDA -
Si sta sempre più affermando come uno degli eventi di fine stagione imperdibili. Stiamo parlando della Lake Garda Mountain Race, da Malcesine al Monte Baldo. Un vertical dai dislivelli importanti che noi abbiamo voluto provare con Federica Boifava. Un percorso agonistico ma anche da affrontare in modo più turistico, con vertiginoso panorama sul Benaco e la possibilità di rientrare con la spettacolare funivia panoramica.

COME NASCE UNA SKYRACE -
Una montagna dal profilo di una donna dormiente, un profilo che si tuffa sulla pianura piemontese del Canavese ma con un terreno tecnico da alta montagna. È la Bella Dormiente, silhouette inconfondibile da buona parte della pianura piemontese. Poi un giorno un gruppo di amici decide di organizzare una skyrace su questa bella montagna. E noi siamo andati con loro in ricognizione sul percorso che a settembre vedrà per la prima volta all’opera gli skyrunner.

TARTUFO TRAIL - Katia Fori ci ha guidato sul percorso del Tartufo Trail, nell’Appennino Emiliano. Un tracciato permanente, ben segnato e affrontabile anche in più tappe, alla scoperta di un angolo selvaggio di Appennino con spettacolari vedute sulla Pianura.

ANDE FAST & LIGHT -
Su alcune delle vette più alte delle Ande leggeri e in velocità. Ecco la proposta di uno dei testatori della nostra Buyer’s Guide, Silvestro Franchini.

LA STAGIONE DEL RIPIDO -
Ok, per gli amanti dello ‘ski de pente’ non è stata proprio una stagione da incorniciare, ma ci sono state comunque diverse ripetizioni importanti. Andrea Bormida ripercorre per Skialper il 2014/15 dello sci ripido sulle Alpi.

RUBRICHE - Perché corro come un matto e non dimagrisco? E poi, quella birretta dopo la gara mi farà bene? Cosa vorranno dire quei segni sul pendio, proprio dove scierò appena nevicherà? Ecco gli argomenti delle rubriche di agosto curate dal medico dello sport Massimo Massarini, dall’alimentarista Alessandro Da Ponte e del nostro esperto di valanghe Renato Cresta.

UP & DOWN - Non poteva he essere Tadei Pivk il ‘mattatore’ della sezione Up & Down, dedicata al mondo delle gare. Lo abbiamo incontrato subito prima della Dolomites Sky Race, una delle tante gare vinte dal più forte skyrunner del mondo in una stagione da incorniciare. Però hanno qualcosa di interessante da dire anche Pablo Barnes e Nicola Golinelli. La storia di copertina è legata all’ingresso nel mondo del trail della federazione internazionale dell’atletica leggera e delle conseguenze che potrebbe avere. E poi… tutti i reportage dalle gare, Dolomites e Skymarathon Sentiero 4 Luglio in testa, qualche anticipazione scialpinistica e tanto altro.

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De Gasperi record sul Monte Bianco

Salita e discesa da Courmayeur in 6h.45. Crolla il record di Meraldi

Dopo il recente record all’Ortles, Marco De Gasperi centra un nuovo fantastico primato salendo in 6h43’52’’ sul Monte Bianco con partenza e arrivo da Courmayeur lungo la via Ratti dal Rifugio Gonella (51,8 km e 3.750 m D+). A vent’anni di distanza dal record di Fabio Meraldi (6h45.24), un altro valtellinese doc scrive il proprio nome nella storia del Monte Bianco e dello skyrunning.

CRONACA - Partito dalla piazza della chiesa di Courmayeur (1.224 m) alle 4:30 di questa mattina, Marco De Gasperi è risalito, prima lungo la strada asfaltata della Val Veny fino al Combal (1.987 m), poi lungo la morena del Miage al Rifugio Gonella (3.071 m), quindi sull’insidioso ghiacciaio del Dôme per raggiungere il Col des Aiguilles Grises (3.811 m), il Piton des Italiens (4.002 m), la Capanna Vallot (4.362  m) e la Cresta de Bosses fino in vetta al Monte Bianco (4.810 m). Lungo lo stesso percorso di salita, ha poi fatto ritorno a Courmayeur alle ore 11:13 segnando un tempo complessivo di 6h43’52’’. A distanza di vent’anni, quindi, questo diventa il nuovo riferimento cronometrico lungo la via normale italiana della più alta cima delle alpi.

DIETRO LE QUINTE - A coordinare il progetto, con particolare attenzione agli aspetti legati alla sicurezza viste le difficili condizioni del ghiacciaio del Dôme, erano presenti lungo il percorso le guide alpine Adriano Greco, Michele Compagnoni, e Lucio Trucco, il soccorso alpino della Guardia di Finanza di Entreves e gli atleti Martin Anthamatten e Franco Collè. Ospite d’eccezione, l’alpinista russo Denis Urubko che ha assistito l’arrivo di Marco De Gasperi in vetta.

LE PRIME PAROLE - «Recentemente Fabio Meraldi mi ha dato una fotografia che ritrae un ragazzino intento a correre dietro a due campioni lungo un traverso sopra il rifugio Gonella. I due campioni erano Fabio Meraldi e Matteo Pellin, il ragazzino, invece, ero proprio io. Da quando fu scattata quella fotografia, sono ormai passati 22 anni. Era la terza edizione della Monte Bianco SkyMarathon, una gara organizzata sullo stesso percorso di questo record e vinta da Adriano Greco. All’epoca, avevo appena sedici anni e, nonostante il mio forte desiderio, non potei partecipare alla gara. Il mio sogno di indossare quel pettorale non si è potuto realizzare, prima di tutto perché quella gara non è mai più stata organizzata. Il mio sogno di ritornare sul Monte Bianco cercando di salirlo e scenderlo il più velocemente possibile, invece, si è realizzato oggi. È stata una vigilia complicata, direi alquanto agitata e nervosa. Sapevo fin dall’inizio che il riferimento di Fabio era un qualcosa d’importante e difficile da abbassare. Inoltre, le condizioni del ghiacciaio, con i ponti sui crepacci che continuavano a sciogliersi giorno dopo giorno, hanno creato apprensione anche dal punto di vista della sicurezza. Sono tanti gli amici che vorrei ringraziare oggi, accorsi qui per assistermi come in tante occasioni. Un pensiero particolare però vorrei esprimerlo per mia mamma che non c’è più. Sono sicuro che lei ha vegliato su di me, dall’alto, lungo tutto il tragitto».
 

 

Molti pensieri e dubbi hanno affollato la mia mente in questi giorni prima del tentativo di record al Monte Bianco. Chi...
Posted by Marco De Gasperi on Giovedì 16 luglio 2015


Red Bull X-Alps, ancora primo Christian Maurer

L'azzurro Durogati ancora in lotta per il podio

Ancora una vittoria per Christian Maurer alla Red Bull X-Alps: quarto successo per lo svizzero che da Salisburgo per otto giorni di fila ha camminato e sorvolato le montagne di Austria, Germania, Italia, Svizzera e Francia. Mai come in questa edizione gli avversari sono stati spesso vicini, ma alla fine ha prevalso la sua abilità e la sua tattica di volo attraverso i 10 turnpoint.
«La pressione è finalmente finita, sono molto felice», ha detto Maurer dopo l'atterraggio vicino al Golf Club di Monte Carlo appena sopra l'ultimo turnpoint di Peille. Lì il crono segna 8d 4h 37m ma per tradizione, la gara non è finita fino a quando gli atleti volano alla piattaforma galleggiante sistemata nella baia di Monaco.
Resta aperta la lotta per il podio con l'austriaco Paul Guschlbauer, il tedesco Sebastian Huber, l'italiano Aaron Durogati e i francesi Gaspard Petiot e Antoine Girard.


Conero La montagna al mare

Su Skialper di giugno-luglio un itinerario di running vista Adriatico

Il Monte Conero è la più importante punta dell’Adriatico, con gli strapiombi a picco sul mare più alti di tutta la costa (quasi 500 metri). Il suo aspetto è maestoso e, nonostante non presenti una quota elevata (572 metri sul livello del mare), merita pienamente l’appellativo di ‘monte’ per i suoi precipizi altissimi, gli sconfinati panorami che dominano da una parte la costa e dall’altra l’entroterra e per le attività di montagna che si praticano sui suoi pendii, come il trekking, la mountain bike e in parte anche l’arrampicata libera. Ecco perché su Skialper di giugno-luglio abbiamo deciso di andare a scoprirlo correndo.

PIEDI IN ACQUA - Partenza da Sirolo e subito passaggio in spiaggia a Grotta Urbani. «La brezza marina rinfresca l’aria e, come per miracolo, mi si apre davanti agli occhi uno spettacolo unico.  La spiaggia ha una forma a ferro di cavallo, la ghiaia è fine e il mare ha un magnifico colore turchese. Il nostro giro continua e ci avventuriamo alla volta del Passo del Lupo» scrive Luca Parisse. Dal passo panorama mozzafiato: a sinistra la famosa spiaggia delle Due Sorelle e a destra la Costa Adriatica con Sirolo e parte dell’entroterra.

CAMALDOLESI - Si continua verso la cima del Conero passando anche dall’ex convento dei Camaldolesi, trasformato in hotel. Da non perdere una visita alla bella chiesetta di S. Pietro al Conero. Lo sguardo nella seconda parte del percorso guarda anche verso la baia di Portonovo e la città di Ancona.

NUMERI - In totale sono 10.8 km e 720 metri D+.

PERCHÈ FARLO - Emozioni di ogni genere. Dagli angoli caratteristici di Sirolo alla splendida macchia mediterranea del Conero, senza dimenticare le spiagge e la vista suggestiva dei pendii a picco sul mare. Per lunghi tratti il percorso si snoda su strade, carrarecce e sentieri ben segnalati. Bisogna fare attenzione a non sporgersi dai crinali nei pressi del Passo del Lupo e dalla balconata del belvedere sud. Richieste abilità tecniche solo nella breve salita che conduce alla grotta del Mortarolo e nel tratto forestale in discesa, che dal punto più alto dell’itinerario riporta al bivio del sentiero numero due.

GIA’ DISPONIBILE - Skialper di giugno è disponibile nelle migliori edicole. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare immediatamente su smartphone o tablet, è già disponibile. È sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!    

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