Troppa neve e rischio valanghe

«Ciao a tutti! Continuiamo il nostro acclimamtamento. C’è molta neve ma tutto è ok!». Con questo breve messaggio sms Kilian Jornet, dal satellitare, mandato circa una settimana fa, aggiornava il team sulla sua permanenza alla base dell’Everest per tentare la salita e discesa in velocità dal versante nord. Proprio mentre questo articolo veniva pubblicato è arrivato il comunicato ufficiale che annuncia l’abbandono del tentativo. «Le condizioni erano buone nelle prime settimane ma non eravamo sufficientemente acclimatati, ora c’è troppa neve e rischio di valanghe, dobbiamo tornare» ha detto il catalano. Non è un addio ma un arrivedereci. «Certo siamo un po’ frustrati e delusi, ma torneremo con molta più esperienza e ci sono delle scelte che non rifaremmo» ha aggiunto Kilian.

NEVE E PAZIENZA – La stagione che Kilian aveva scelto per salire l’Everest, sul versante nord, con l’avvicinamento passando dal monastero di Rongbuk, non è sulla carta la migliore e infatti ha incontrato tanta neve. Però ha incontrato poco affollamento ed è stato uno dei motivi della scelta, anche se l’autunno sembrava essere più favorevole. L’estate è infatti la stagione dei monsoni. Secondo quanto ha potuto constatare desnivel.com dal 2010 non ci sono state scalate dell’Everest in stagioni diverse dalla primavera, anche se prima, negli anni Novanta, in diversi hanno raggiunto il tetto del mondo in autunno. Eberhard Jurgalski su 8000ers.com ha rcensito cinque scalate nella stagione dei monsoni tra il 1977 e il 2002. Diverso il discorso di settembre e proprio le prossime sembravano essere le settimane decisive: sempre secondo desnivel.com le statistiche dicono che 46 persone sono arrivate in vetta all’Everest in questo periodo, la maggior parte tra il 24 e il 30 del mese. Kilian è sempre stato molto realistico sulle sue possibilità di successo: «Dovremo essere molto onesti sui nostri mezzi, pazienti ad aspettare il momento giusto ed essere capaci di prendere la decisione corretta: continuare e rientrare». ha aggiunto il catalano. Con Kilian  Jordi Tosas, Vivian Bruchez e Seb Montaz.

PRECEDENTI – Nel 2003 Fabio Meraldi ha tentato la salita veloce dal versante sud rimanendo due giorni senza cibo e tornando indietro. Nel 2005 è stata la volta di Bruno Brunod, giunto oltre quota 8.000 in 16 ore e rientrato.