Gia' disponibile su app Skialper 109 di dicembre

Un numero all’insegna della neve, dagli sci artigianali agli itinerari

È già scaricabile in versione app iOS e Android il numero 109 di Skialper (6 euro, 176 pagine) di dicembre-gennaio e sarà in vendita nelle migliori edicole a partire dai prossimi giorni. Un numero con in copertina - e non poteva essere altrimenti - la neve, la polvere che ha già imbiancato tante cime. Uno scatto del fotografo svedese Mattias Fredriksson, con uno sciatore che disegna curve nel bosco tra gli sbuffi. Un numero tutto da leggere, con tante proposte di inizio stagione.

MI FACCIO LO SCI - Facile a dirsi, ma non sempre semplice nella pratica. Eppure sono in tanti a costruirsi gli sci in garage. E vengono pure bene… Siamo stati ’on the road’ tra Veneto, Trentino, Alto-Adige, Austria e Piemonte per raccontarvi le storie di sette appassionati che ce l’hanno fatta. E poi abbiamo varcato la soglia di una vecchia macelleria di Innsbruck dove ogni anno 200 persone imparano a costruire con le proprie mani lo sci  dei loro sogni. E… non contenti, gli sci home made li abbiamo anche messi sulla neve. Un dossier da leggere tutto d’un fiato e da conservare.

SORPRESE D’INIZIO STAGIONE - Prime pellate, ma dove? Per esempio nel settore sopra il Col San Carlo, con vista Monte Bianco, in Valle d’Aosta, dove ci conduce Denis Trento. Un ‘parco giochi’ molto panoramico con discese e salite per tutti i gusti, perfetto alle prime nevicate. E non è neanche troppo conosciuto…

FANTASTICO CARESER - 13 cime da concatenare, accanto al ghiacciaio del Careser, nelle in Alta Val di Peio, con un tour scialpinistico di estrema eleganza e di grande respiro consigliato da Omar Oprandi. Magari è meglio farlo in primavera, con la neve trasformata e senza dovere battere traccia nella powder, altrimenti diventa lunga… però è meglio programmarlo già da ora, in versione turistica o fast & light. E anche per le due opzioni vi proponiamo i consigli di Omar sull’attrezzatura da portare.

INTO THE WOOD - 
I bollettini per sono chiari: non sarà una spruzzata, si parla di punte di più di 50 ghelli. Quota neve sui 900-1.000 metri. Vento sul finire dell'episodio. Antenne dritte di rigore, non si può scherzare cercando pendii aperti e troppo esposti all'azione di eolo. La risposta è semplice: domani si va per boschi! E noi vi consigliamo sei itinerari sulle Alpi Occidentali.

BIRRA E SAI COSA BEVI - Era lo slogan di una famosa pubblicità di qualche tempo fa. Ma anche skialper e runner sanno cosa bevono, perché la birretta è una delle bevande più amate per il dopo gita (o dopo gara). Allora noi che testiamo tutto, abbiamo pensato di provare anche le migliore etichette alpine. Facendo coordinare i nostri testatori da Luca Giaccone (no, non è il ‘nostro’ Luca, ma un omonimo), uno dei massimi esperti italiani in materia. E abbiamo provato anche la birra fatta in casa da Pippo Barazzuol…

115 E NON SENTIRLI - Sì, 115 millimetri di larghezza al centro dello sci. Uno scialpinismo che strizza l’occhio al freeride. Bello, ma da praticare con qualche accorgimento. A partire dall’utilizzo delle pelli. Per novelli Bruno Compagnet, ecco i consigli della redazione tecnica di Skialper e di Danilo Noro di XL Mountain. Un pratico abc per salire e scendere in sicurezza con due bestie sotto i piedi.

KING PTOR - Ptor Spricenieks rappresenta tutto ciò che si può definire avventura estrema. In 30 anni ha girato il globo con i suoi sci, collezionando un sacco di discese nuove in posti remoti e sperduti. Quasi sempre da solo, quasi sempre in autosufficienza. Vive a La Grave, utilizza degli strani sci che sembrano una via mezzo tra lo snowboard e il surf da onda e ha sciato per primo la nord del Mount Robson (3.954 m) in British Columbia: mille metri con pendenze fino a 57 gradi e una cattiva reputazione. Abbiamo intervistato il protagonista del film Dream Line. Decisamente un anticonformista delle nevi.

PICCOLE GRANDI MONTAGNE - Una neve imprevedibile, che può presentarsi in tutte le sue consistenze anche durante un'unica giornata. Un vento che può superare i 200 chilometri all’ora e modellare creste e pendii con forza ed eleganza. Un panorama sconfinato che, nelle giornate più limpide, abbraccia a sud la superficie luccicante del Mar Ligure da dove emergono le sagome della Corsica e delle isole dell’Arcipelago Toscano e a nord, oltre la Pianura Padana, la quasi totalità del lontano arco alpino dal Monte Rosa alle Prealpi Venete. Le piccole cime del crinale che divide Emilia e Toscana formano un confine e un diaframma geografico, culturale e climatico tra Europa e Mediterraneo. E propongono salite e discese corte ma ripide, da provare con piccozza e sci.

TAVIELA: RIPIDO PER TUTTI I GUSTI - Si parte da quota 3.600, ma si può arrivare a 3.000 con la funivia. Stiamo parlando di Punta Taviela, sopra Peio, in Trentino. Una piramide che apre le porte su diversi canali che si tuffano ripidi verso valle. È la nostra proposta splitboard del mese, ma naturalmente anche gli sci sono benvenuti…

PHILIPPE TRAYNARD - Le sue guide agli itinerari scialpinistici e ai grandi raid sono un must tra gli appassionati. Ma anche la vita di questo ingegnere francese, morto a 93 anni quasi con gli sci ai piedi, è un racconto entusiasmante. Giorgio Daidola ci guida alla scoperta di uno dei padri dello skialp.

MAI PIÙ SENZA AIRBAG - Sono l’accessorio del momento e le novità non sono poche, con l’introduzione sul mercato del secondo sistema a ventola dopo quello di Black Diamond, firmato Arc’teryx. Vi proponiamo una panoramica sui principali highlight nel mondo degli airbag.

SOTTO - Spesso si dà più importanza a quello che appare, ma l’underwear tecnico è fondamentale per la riuscita di un’escursione. Vi presentiamo le principali novità in un servizio fotografico per il quale si sono prestate anche due modelle d’eccezione, le campioncine dello sci club Bogn da Nia Giorgia Felicetti e Melanie Ploner.

NEW BALANCE FRESH FOAM HIERRO - La versione 2 della famosa scarpa da trail è profondamente diversa dalla prima. Siamo tra le prime riviste al mondo ad avere avuto tra le mani un esemplare del modello che sarà in vendita a gennaio e ve la presentiamo accuratamente, in attesa di testarla.

LOG IN - Tante storie, gli appuntamenti da non perdere, il rifugio del mese, i libri da mettere sulla mensola, il viaggio, le gite di stagione, la vetrina con le idee per i regali di Natale. La sezione iniziale della rivista è stata completamente rivisitata!

BIZZARO E ‘ROUGE’ - Ritorna l’opinione ‘Pensieri Bizzarri’, curata da Leonardo Bizzaro ed entra un nuovo opinionista, Roberto ‘rouge’ Rossi.

TLT7 CARBONIO & MYTHIC VERTICAL 87 - Due degli attrezzi più attesi, lo scarpone TLT7 Carbonio di Dynafit e lo sci Mythic Vertical 87 di Dynastar al banco e in prova sulla neve.

UP & DOWN - Un’ampia intervista a Nadir Maguet, tutti gli atleti più promettenti delle categorie giovanili, visti in azione all’Adamello Ski Raid Junior, le novità dalle gare FISI e dai circuiti locali, ma anche le ultime dal mondo dello skyrunning e del trail: interviste, notizie, anticipazioni nella sezione dedicata al mondo delle gare.

DISPONIBILE ANCHE SU APP - 
Skialper di dicembre-gennaio sarà disponibile nelle migliori edicole nei prossimi giorni ed è già sull’apposita app per dispositivi mobili. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!


Le prime sequenze di Solitary

Il 9 dicembre verra' proiettato a Courmayeur

È uno dei film di sci più attesi. In Solitude Piers Solomon si lascia alle spalle le piste tracciate e si dedica al backcountry in Giappone, nella British Columbia e infine in Svizzera, il suo Paese natale. Un film di DPS Cinematic. Il video è composto da una serie di filmati provenienti da luoghi diversi, che mostrano la passione di Piers verso lo scialpinismo e la neve fresca. In questi giorni è stata rilasciata una piccola anteprima che vi invitiamo a guardare sognando metri e metri di neve fresca.

SOLITARY IN TOUR - Il video è solo un assaggio del film, che verrà proiettato in tutta Europa e anche in Italia (Courmayeur, 9 dicembre), a dicembre. Nell’occasione sarà possibile incontrare anche Piers Solomon.

PIERS SOLOMON - Ha iniziato a partecipare alle gare di sci molto giovane, dedicandosi al freeski per divertimento. Ha sempre amato lo sci e non ha mai voluto trovare un lavoro “normale”:  voleva trasformare la propria passione in un lavoro a tempo pieno. All’età di 18 anni ha incontrato il fotografo Oskar Enander e ha iniziato a scattare fotografie con lui nella sua città natale di Engelberg, in Svizzera. Scia con DPS ed è ambassador di Patagonia.


Come allenarsi al meglio in palestra

Ecco come ottimizzare gli allenamenti se si abita in citta

HIIT - Se il tempo è tiranno e le montagne lontane, bisogna cercare di puntare almeno sull'intensità dell'allenamento. Una delle tendenze del momento nei club di fitness sono i programmi di HIIT (high intensity interval training). Le sedute di allenamento si basano su sequenze di esercizi che possono durare da pochi secondi (per i lavori di forza) fino a vari minuti (per i lavori aerobici) ed essere eseguiti, nel caso degli esercizi aerobici, con percentuali comprese tra l'80% e il 95% della frequenza cardiaca massima mentre per gli esercizi di forza invece il carico può essere può essere quello che consente di fare al massimo 12-15 ripetizioni.

HIT - L'allenamento, quindi, consiste nell'alternare periodi di lavoro a periodi di recupero, per una durata totale compresa tra i 20 e i 60 minuti. Un'altra modalità di eseguire un allenamento ad alta intensità è quella di sostituire la fase di recupero con un altro esercizio, creando quindi una sessione di allenamento estremamente intenso, con una durata molto inferiore agli allenamenti tradizionali. In questo caso l'acronimo HIIT perderebbe una I, quella relativa all'intervallo, e diventerebbe quindi un High Intensity Training (HIT). Due o tre allenamenti alla settimana possono essere sufficienti a patto di dedicare almeno un giorno del fine settimana ad una uscita in montagna con 1000 m.

DOPO LA BICI - Abbiamo passato estate e autunno in bici? Alleniamoci al cambiamento. I mesi estivi sono per eccellenza quelli in cui la bici può essere goduta al massimo, è quindi frequente vedere skialper incalliti accumulare km su km in sella alla specialissima. E bene fanno! La bici mantiene un'ottima efficienza cardiovascolare, aiuta a rimanere in peso (o addirittura a dimagrire) e comporta un basso rischio di incorrere in patologie muscolo-tendinee. Bisogna comunque tenere conto che il ritorno sugli sci non è così automatico. Se la resistenza di base è buona, bisogna comunque pensare che l'azione dei muscoli delle gambe è diversa e che braccia e spalle non vengono allenati quando si pedala. La transizione deve quindi prevedere di effettuare delle uscite in montagna percorrendo delle salite sostenute con l'aiuto dei bastoncini. Con questi allenamenti si ritroverà la spinta degli arti superiori e si utilizzeranno i glutei ed i femorali con un movimento che si avvicina a quello dello scialpinismo. Attenzione ad affrontare le discese! La bicicletta non allena i muscoli alla contrazione eccentrica, quella che si genera scendendo, quando i quadricipiti devono frenare ad ogni passo. Attenzione! Nei 3-4 giorni dopo la prima uscita in montagna sarà naturale accusare dolori muscolari anche intensi che però scompariranno dopo 3-4 uscite di questo tipo.

DOPO IL TRAIL - Se invece l'estate e l'autunno ci hanno visto macinare migliaia di metri di dislivello e km di trail, gran parte del lavoro è già fatto. Considerando che la corsa in montagna presenta stimoli neuromuscolari molto vicini e quelli dello scialpinismo, l'unico consiglio è di curare la forza muscolare con esercizi con i pesi: semplici movimenti come trazioni e piegamenti con le braccia, affondi e mezzi squat con le gambe oltre che ai soliti esercizi di core stability saranno la rifinitura indispensabile per presentarsi in gran forma alle prime uscite con sci e pelli.


Jimmy Pellegrini da record sul Mezzocorona

Nuovo record mondiale di dislivello positivo in 24 ore

Una domenica ‘bestiale’ quella di Jimmy Pellegrini: per 32 volte è salito sulla montagna di Mezzocorona, il tutto in 23 ore e 52 minuti e oltre 20.000 metri di dislivello: un record, il nuovo record mondiale di dislivello positivo in 24 ore. «Non ho ancora capito se sono 20.416 o 20.380, ma è un dettaglio - spiega il runner di Laghetti di Egna, portacolori del team Mammut -. Abito in zona e a forza di vedere la montagna davanti mi son detto chissà quante volte riesco a salirla in un giorno? Il record era un fatto secondario. Poi un amico ha iniziato a coinvolgere i responsabili della Funivia Monte di Mezzocorona, il sindaco, l’assessore allo sport: l’idea è piaciuta e domenica mattina sono partito con uno stimolo maggiore. Nelle prime dieci salite e discese sono andato forte con una media di 35 minuti, poi ho avuto un calo, ma ho sperimentato i microsonni da 10 minuti. Due volte e sono stati rigeneranti: così nel finale salivo e e scendevo in 40 minuti. Una bella soddisfazione, anche perché non cercata all’inizio».

 
 


Besocial

Su Skialper 108 alcune riflessioni contro il logorio dei social

«Non siamo in paranoia, vogliamo sempre parlare di #ski, di #mountaineering, di #running, di #steep, di #perfectday. Vogliamo stare al passo con i tempi. Proprio per questo notiamo nel nostro #webcourt un gran numero di ragazzi e atleti veramente #cool e la cosa ci sta veramente incuriosendo. Grazie a materiali, maggiore propensione a una pratica sistematica e alla possibilità di poter contare su un’informazione migliore, il livello medio (indistintamente dall’attività) si è alzato notevolmente. Anche frequentatori della montagna, skier, runner, climber che vogliono stare al passo usano sempre di più lo strumento social per condividere informazioni attraverso foto e parole». Inizia così Andrea Bormida il suo articolo su imprese in montagna e social sul numero 108 di Skialper, disponibile in edicola e su app iOS e Android.

LOCAL HERO - No, non stiamo parlando della canzone dei Dire Straits, ma dei personaggi più collaudati - i cosiddetti top level, quasi tutti pro -  ai quali si è affiancata una nuova schiera di local hero con tanto di follower e supporter. Ormai le notizie sulle varie attività passano prima in rete e sui canali social che su quelli tradizionali. In modo democratico e trasversale. Mentre fino a qualche decina di anni fa, per forza di cose, emergevano per lo più imprese (e di un certo tenore) di qualche professionista, ora è facile essere tempestati da una miriade di racconti e info su qualsiasi esperienza che abbia comportato una qualche attività all'aria aperta. Un qualche interrogativo a questo punto è lecito porselo: il livello è davvero così alto o è solo narcisismo digitale? È quello che abbiamo chiesto a quattro frequentatori della piazza social molto cool: Emilio Previtali, Enrico Mosetti, Roberto ‘Rouge’ Rossi, Maurizio Oviglia, Robert Antonioli e Filippo Bianchi.

DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di ottobre-novembre è disponibile nelle migliori edicole da questa settimana e già scaricabile su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!

Qui trovi la presentazione completa del numero 108 di Skialper


Peak Lenin, sogno di vento e ghiaccio

Su Skialper 108 un reportage con sci e pelli sul settemila del Kirghizistan

Si può decidere di fare il Peak Lenin (7.134 m), come prima vera esperienza con sci e pelli? Forse… «Arranco lentamente, ogni venti passi mi fermo e, appoggiato sui bastoni, con un paio di respiri più lunghi, cerco di rimettere il fiato a posto con i tempi. Poi riparto spingendo gli sci in un mare di bianco accecante. Il pendio non è ripido e la neve non è brutta, ma la quota trasforma ogni singolo movimento in una fatica immonda. Mi fermo più e più volte, e ogni volta il mio sguardo si fissa sulle mie due lame nere che trascino con i piedi e che fendono, anche cromaticamente, il manto candido della montagna che mi ospita. Non sono uno scialpinista e gli sci accoppiati sotto il mio respiro affannato mi ricordano solo anni passati, dove gli stessi, di altre forme e uso, giacevano inermi in attesa di affrontare le discese libere per le quali ero portato». Inizia così il racconto di Dino Bonelli sull’avventura sua e di cinque amici con sci e pelli sulla vetta dell’ex Unione Sovietica. La trovate su Skialper 108, disponibile in edicola e su app iOS e Android.


CINQUE UOMINI E UNA DONNA - Oltre a ‘Cala’ Cimenti, l’unico Snow Leopard italiano (onorificenza del leopardo, che viene riconosciuta dalla Federazione di Alpinismo Russa solo a chi ha scalato tutte le cinque montagne di 7.000 metri delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale), insieme a Dino la scorsa estate c’erano anche Maurizio Basso, Joseph Sassano, Flavio Ferrero e Natalia Mastrota, 21 anni, nota nell’ambiente delle gare di skialp.

PEAK LENIN - Nel sud del Kirghizistan, è tecnicamente la più facile delle cinque vette sorelle, ma innegabilmente anche quella con più vento, parametro questo che ne abbassa drasticamente la percentuale di riuscita (raggiungono la cima solo il 20-25% dei pretendenti).

ANDATA E RITORNO IN 13 ORE E MEZZA - Dopo la salita dalla Normale, Cala Cimenti ha salito e disceso in velocità e in solitaria la via Arkin sulla difficile parete nord del Peak Lenin, per oltre 2.700 metri di dislivello.

DISPONIBILE ANCHE SU APP - Skialper di ottobre-novembre è disponibile nelle migliori edicole da questa settimana e già scaricabile su app. Per ogni info si può scrivere una mail o chiamare il numero 0124 428051. (Per la pagina abbonamenti cliccare qui). Per chi lo volesse acquistare la copia su smartphone o tablet, è sufficiente scaricare la app per iOS o Android e procedere all’acquisto direttamente in-app!

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Malga Ces mountain running park

Su Skialper 108 un reportage sui sentieri di S. Martino di Castrozza

Ci sono voluti cinque anni e l’ostinazione (leggi passione) di chi ama i ‘suoi’ sentieri quasi fossero altri figli oltre ai due che già ha per creare un vero e proprio trail running park. Solo che, a differenza di altri ‘parchi’ simili in Francia, qui si corre in un quadro, ai piedi delle Pale di San Martino, nel cuore delle Dolomiti. Su Skialper 108 di ottobre-novembre abbiamo provato gli itinerari in compagnia di Michele Tavernaro, del team La Sportiva, e del forte fondista Giandomenico Salvadori. A immortalare i runner il fotografo Federico Modica.

SEGNAVIA HI-TECH - «A dire la verità qualcuno mi ha chiesto se mi sono ispirato a quanto fatto in Francia, ma non sapevo neanche che esistessero queste stations trail» dice con naturalezza e quell’amore della propria terra tipico di chi abita le vallate dolomitiche Marco Scalet, classe 1964, terza generazione della famiglia che gestisce la Malga Ces, lungo le piste di sci della località trentina. Dal dire al fare non è stato proprio tutto così semplice perché in alcuni casi i sentieri non esistevano e Marco ha dovuto tracciarli e soprattutto segnalarli. Così è nata una guidina che si può ritirare gratuitamente a Malga Ces o scaricare dal sito malgaces.it con 16 itinerari di quattro livelli di difficoltà. Tre di questi itinerari sono quelli ‘inventati’ da Marco: si tratta di un percorso running, di un vertical e di un trail di media lunghezza (18 km) che tocca alcuni dei punti più panoramici della valle.

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Riviera dei Limoni outdoor destination

Su Skialper di ottobre-novembre tutto sull’Alto Garda Bresciano

Dal Mediterraneo alle Prealpi in poco più di tre chilometri. Nel piccolo continente della Riviera dei Limoni, che coincide con il Parco Alto Garda Bresciano, succede. Il Mediterraneo è la costa del Lago di Garda tra Salò e Limone sul Garda dove, appunto, crescono ancora limoni e altri agrumi, prosperano le palme, nebbia è una parola sconosciuta e le temperature medie possono essere fino a 3-7 gradi superiori alla Pianura Padana. Alle Prealpi Gardesane appartengono le vette che nel raggio di tre chilometri sopra Limone e in Valvestino sfiorano quota 2.000 e accolgono boschi di faggio con esemplari monumentali. Sul lago, anche nei mesi più freddi, gennaio e febbraio, la colonnina del mercurio scende raramente sotto zero di notte e di giorno sale verso i 10 gradi. In autunno invece le massime sono più vicine ai 20 gradi che ai 10 e si può ancora fare qualche bagno senza necessariamente avere la pelle dei tedeschi. Un vera e propria Outdoor Destination dietro l’angolo di casa, da sfruttare per dodici mesi che presentiamo su Skialper 108 di ottobre-novembre, in edicola e su app iOS e Android.

DAL FANGO ALLA ROCCIA - Mountain bike lungo il percorso della D’Annunzio Bike, trail sui sentieri del BVG e skyrunning dove si sfidano i big nelle finali delle World Series, ma anche triathlon, vela, kite, arrampicata, nuoto in acque libere. Nei giorni di permanenza sul Lago di Garda Ruggero Bontempi e il fotografo Andrea Salini hanno provato proprio tutto. E non mancano preziosi consigli per una vacanza relax dopo lo sport, dalla buona cucina alla visita ai limoneti. Special guest sui sentieri, insieme a tanti local, Graziana Pè, migliore italiana all’ultima UTMB. Quando si parte?

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La polvere di Dracula

Su Skialper di ottobre-novembre un reportage scialpinistico in Romania

L’inverno 2015-2016 verrà ricordato come ‘l’inverno che non c’è’. Il tempo è passato a vedere i siti meteo inesorabilmente forieri di cattive notizie… ecco allora che tre amici iniziano a progettare un viaggio sci ai piedi in Romania… «Siamo un gruppo ristretto: io, il Cis (Andrea Cismondi) e Albi (Alberto Torassa). Dopo qualche ora di volo, sognando e fantasticando, ci ritroviamo ad atterrare a Bucarest. Sulla pista d’atterraggio c’è un mucchio di neve». Inizia così l’articolo di Alessio Cerrina su Skialper 108 di ottobre-novembre, disponibile in edicola e su app iOS e Android.

BUCEGI E FAGARAS - Le montagne della Romania offrono un bellissimo parco giochi per lo scialpinismo e il freeride. Non ci sono guide dedicate allo scialpinismo ma soltanto alcune relazioni riportate sul retro delle cartine topografiche. La migliore soluzione è dotarsi di cartine e iniziare a visitare le montagne con uno skialp esplorativo. Le due zone trattate dall’articolo di Skialper sono molto differenti. I monti Bucegi sono un enorme altipiano (accessibile con impianti) con vette che raggiungono  i 2.500 metri. Le gite, se si parte in quota, non hanno dislivelli importanti. Le difficoltà sono contenute ma è richiesto un ottimo orientamento in caso di nebbia. Le montagne di Fagaras sono tagliate da una lunghissima cresta che fa da spartiacque. Qui le pareti verticali vengono solcate da canali che scendono nei valloni. È richiesto un ottimo livello alpinistico e la sciata è più esigente.

BALEA LAKE -
Si trova sulle montagne del Fagaras ed è raggiungibile in funivia. Un lago ghiacciato è contornato da colate di ghiaccio e da canali di neve: «il paese dei balocchi con tutto da scoprire e da fare e tante discese su una spanna di polvere su fondo duro». Gli spazi si aprono e lo sguardo corre sul bianco delle montagne e i colori scuri della pianura.

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Illegal couloir

Su Skialper di ottobre-novembre con gli sci sulle pareti di una diga

«La nebbia rimane bassa sulle Cime di Plator, quelle montagne a lame e pinnacoli di pescecane che si drizzano verso il cielo per poi specchiarsi nelle verdi acque delle dighe di Cancano. Geometrici canali scendono in ogni intaglio. Seduti in macchina scrutiamo il cielo in attesa di percepire un cambio di vento, anche solo un debole segnale che ci faccia intuire che il tempo possa volgere al meglio. Nulla». E così… Giuliano Bordoni si è inventato una discesa ripida praticamente sulla parete di una diga. Ne parliamo su Skialper 108 di ottobre-novembre, in edicola e su app iOS e Android.

LA DISCESA - Sul fianco della diga di Camcano, in Alta Valtellina, una riga bianca taglia di netto gli arbusti sulle balze di rocce e quel muro vertiginoso. Quella riga di neve sembra un canale perfetto messo lì apposta per essere sciato. Nulla di estremo, nulla di epico, solo estremamente estetico, epicamente divertente. Un susseguirsi di curve saltate, lì su quella striscia bianca, in bilico tra una spaventosa e immensa costruzione dell’uomo e la natura. Un canale che senza diga non ci sarebbe stato.

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Molto piu' che invernali

Su Skialper 108 abbiamo testato 4 scarpe da running con ghetta o calzino

Siamo sicuri che siano solo scarpe invernali? È questo il dubbio che ci è venuto provando quattro modelli da running con ghetta e calzino para detriti (e freddo…) su Skialper 108 di ottobre-novembre, disponibile su app iOS e Android e, naturalmente, nelle migliori edicole. Le abbiamo messe ai piedi di Lele Manzi, , atleta della corsa in montagna, che consce croci e delizie del running in inverno, scoprendo che…

I MODELLI - In principio era la Crossover 2.0 GTX, modello trasversale della La Sportiva, pensato esclusivamente per la corsa in inverno, con la possibilità di inserire i chiodi nella suola e una ghettona con cerniera ad avvolgere e fasciare il piede nello stile delle scarpe da ghiaccio come il Batura. Fodera in Gore-Tex e cerniera waterproof garantiscono piedi sempre asciutti, con la possibilità di utilizzo anche per escursioni con le racchette da neve o, perché no, doposci. Nell’inverno 2017 la gamma delle scarpe da running con ghetta o calza si amplia notevolmente e chi ama correre anche quando il termometro scende sotto zero e la neve copre i monti ha molta più possibilità di scelta. Dynafit, Salomon e Scarpa sono entrati in un segmento che evidentemente è in crescita, con soluzioni spesso simili ma impostazioni diverse. Abbiamo testato Dynafit Alpine Pro Gore-Tex, La Sportiva Crossover 2.0 GTX, Salomon S-Lab XA Alpine e Scarpa Atom S. «In inverno è normale allenarsi maggiormente su asfalto, dove questo tipo di scarpa non serve, il suo utilizzo migliore è invece sulla neve, soprattutto quella bagnata, che può essere peggio della pioggia battente, inoltre la ghetta esterna è una valida scelta per proteggersi dal freddo» dice Lele Manzi.

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Rancho, les moustaches sur la neige

Su Skialper di ottobre-novembre una intervista al rider francese

I suoi baffi sono inconfondibili. Forse Rancho vi dice poco ma… lui è Enak Gavaggio, uno dei pionieri del freeride e dello skicross prima di trasformarsi nel fortunato personaggio protagonista di un webshow molto popolare in Francia. L’ultima puntata, a breve on-line sulla sua pagina Facebook (Rancho Webshow), lo vede protagonista alla Pierra Menta. «In ogni episodio mi cimento con uno sport sulla neve ad alto livello, partecipando alle più famose gare - ha detto -. Di sicuro lo ski-alp è stato il più duro fisicamente di tutti. Lo ammetto, ho fatto solo una tappa, insieme a Caroline Freslon, tutte e quattro era impossibile, ma mi è bastata: la cosa più impegnativa che abbia mai fatto». Sul numero 108 di Skialper, in edicola e su app iOS e Android, pubblichiamo un’ampia intervista di Luca Giaccone a Rancho. Siamo stati a trovarlo nella sua bella casa sulle Alpi Francesi.

COME E’ NATO RANCHO - «Da piccolo mio padre mi ha insegnato a sciare. Ero molto inquadrato, ma a me piaceva anche fare snowboard. Solo che quando andavo a sciare ero malvisto perché vestivo da snowborder, mentre quando surfavo mi consideravano un ‘alpino’. A me tutte queste classificazioni, questi scomparti chiusi, non sono mai piaciuti: la neve è la stessa per tutti. Così quando mi hanno chiesto di realizzare un webshow sono partito da lì: provare tutte le discipline sulla neve. Volevamo fare qualcosa di nuovo rispetto alle altre produzioni, l’idea è piaciuta e siamo partiti. Dovevamo allora creare un personaggio che fosse alla moda e vintage; abbiamo cercato su Google qual è stato il primo suv ed è uscita la Matra Simca Rancho (in Italia si chiamava Ranch, ndr). Voilà, il nome l’abbiamo trovato. I baffi alla Corto Maltese sono il massimo della classe e l’abbigliamento doveva essere all’altezza. Anche se il cappello che tutti mi chiedono dove si possa trovare in realtà è quello che avevo da ragazzo».

PIERRA MENTA - Nell’episodio della Pierra Menta vedremo Rancho in simpatici siparietti con Kilian, Laetitia Roux e Mathéo Jacqumoud…

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