Ponte Di Legno Skynight: vincono Manzi e Gaggi
Oltre cento atleti al via della notturna
Oltre 110 atleti al via alla prima edizione della Ponte Di Legno Skynight, andata in secna ieri sera a partire dalle 21 con ripida salita sulla pista di sci (2 km circa x oltre 600 m D+) fino al Petit Pierre al Corno d’Aola e discesa di 7 km lungo la strada forestale. La gara ha vissuto dell’assolo vincente di Alice Gaggi e di Emanuele Manzi: i due fuoriclasse hanno dominato le rispettive categorie sgomberando subito ogni dubbio sulla salita al rifugio Petit Pierre al Corno d’Aola (2000 m) dove era posto il Gran Premio della Montagna.
UOMINI - 30’17” questo il crono impressionante che è servito al portacolori della Forestale, Emanuele Manzi, per dominare l’ostica salita. In scia gli rimanevano il talentuoso Andrea Prandi (Alta Valtellina) e il camuno Roberto Baccanelli (US Malonno) gran sorpresa della prima parte di gara. Nella discesa si rimescolavano le carte alle spalle di Manzi che continuava imperterrito la sua cavalcata vincente (chiusa col crono di 58’20”). Il portacolori della Corrintime Luca Magri con bella rimonta (suo il miglior crono del parziale Downhill) andava a scavalcare sia Baccanelli che Prandi e agguantava il secondo posto sul traguardo di Piazza XXVII settembre, dove il giovane Andrea Prandi era ottimo terzo.
DONNE - Nella gara donne spartito simile, Alice Gaggi (La Recastello) domina sia la salita che la discesa e per le avversarie rimane la lotta per l’argento. Alla fine la spunta Elisa Sortini (GP Talamona) che tiene botta in salita quando Bianca Balzarini aveva imposto il proprio ritmo e scollinato alle spalle della Gaggi tutta sola. Terza piazza finale per altra Valtellinese, si tratta di Elisa Compagnoni (Alta Valtellina), che nel finale riesce a rimontare su altra protagonista della serata, l’ottima scalatrice Corinna Ghirardi (US Malonno).
Hannes Perkmann, il volto nuovo del vertical azzurro
Sul podio alla Dolomites, fa il bis ai Mondiali
Hannes Perkmann è un po’ il volto nuovo nel panorama vertical italiano. Terzo al vertical delle Dolomites, bronzo ai Mondiali spagnoli, dopo la convocazione della FISKY al Buff Epic Trail. Classe 93 dalla Val Sarentino gareggia per i colori dello Sportler Team (lavora allo Sportler Alpin Bolzano) e del Team La Sportiva. «Arriva dalla corsa in montagna - spiega ‘Macha’ Dondio del Team LaSpo - l’anno scorso aveva fatto i primi vertical, quest’anno lo abbiamo inserito nel team con l’obiettivo di partecipare al circuito internazionale dopo tante gare a livello regionale. Questa è un po’ la sua prima stagione tra i ‘big’ e ha dimostrato subito il suo valore».
Mondiali ISF, bronzo di Hannes Perkmann nel vertical
Titolo a Christel Dewalle e Stian Angermund-Vik
Prima giornata di gare ai Mondiali ISF. Al vertical della Buff Epic Run subito una medaglia azzurra: la firma Hannes Perkmann che chiude al terzo posto con il tempo di 34'44" ad appena due secondi dall’argento del colombiano Saul Antonio Padua Rodriguez (34'42”), Il nuovo campione del mondo è il norvegese Stian Angermund-Vik al traguardo in 34'16”. Nella gara femminile affermazione della francese Christel Dewalle in 39'35" davanti alle due atlete di casa Laura Orgué in 40'39" e Maite Maiora Elizondo in 41'59”. Sesta Beatrice Deflorian.
Alla Alpin Run anche il campione del mondo Rambaldini
Domenica a Bagolino tra le donne il bronzo europeo Bottarelli
Appuntamento domenica alle 9 con una delle grandi classiche della corsa in montagna, la Bagolino Alpin Run, ex Cinque Ponti, 16 km inseriti nel calendario FIDAL e validi per il Grand Prix Valle Sabbia ed Alto Garda. La BAR è proprio l’ultima, decisiva, gara del Grand Prix. Ma non è l’unico motivo di interesse. Al via, infatti, ci saranno alcuni big, primi fra tutti Alessandro Rambaldini, fresco campione del mondo lunghe distanze (a proposito, non perdetevi l’intervista sul prossimo numero di Skialper-Up&Down!) e detentore del record di gara e Sara Bottarelli, campionessa italiana lunghe distanze e bronzo agli Europei di Arco. Tra gli altri Marco Zanoni, nazionale di corsa in montagna, e il local Dino Melzani, che però è maestro più sulle lunghe distanze (detiene il record sull’Alta Via dell’Adamello). Tra le donne occhio alla forte rimena Ana Nanu, campionessa in patria per ben sette volte sui 10 km e già vincitrice della Val di Fassa Running, e Lara Bonora che qui ha già vinto. Da segnalare inoltre che al traguardo sarà possibile assistere in diretta i concorrenti in tre diversi punti del percorso. Intanto le iscrizioni hanno già superato la quota record di 350 pettorali.
Anche Rori Bosio alla Red Bull K3
Appuntamento sabato 30 luglio, tra gli uomini al via anche Sandes e Arslan
Meno di dieci giorni al via della terza edizione del Red Bull K3 che sabato 30 luglio da Susa porta alla vetta del Rocciamelone a 3538 metri di quota, affrontando un dislivello positivo totale di 3036 metri su un percorso di soli 9,7 km di lunghezza. Grande novità del 2016 è l’introduzione delle nuove formule K1 (con dislivello di 1180 metri) e K2 (con 2330 metri di dislivello). Ultima iscritta la statunitense Rory Bosio: «La mia amica Fernanda Maciel, che quest’anno partecipa per il terzo anno consecutivo, mi ha parlato benissimo della gara. Sa che mi piacciono le sfide particolari e mi ha suggerito di provare. Già arrivare in cima mi sembra sia abbastanza difficile, ma mi piacciono le peculiarità di questa prova». Vincitrice tra gli altri di due Ultra Trail du Mont Blanc, della Lavaredo Ultra Trail e dell’Atacama Xtreme 100 Miles, la Bosio si contenderà il podio con Tamara Lunger, Raffaella Miravalle, Francesca Bellezza, Barbara Cravello, Katia Fori, Lara Crivelli, Scilla Tonetti, Vanesa Ortega, Belinda Hall Doudet e l’atleta Red Bull Fernanda Maciel. Confermata anche la partecipazione di Corinne Favre.
In campo maschile, saranno al via lo snowboarder Roland Fischnaller, alla sua seconda presenza, il sudafricano Ryan Sandes e il turco Ahmet Arslan del team Red Bull, gli sloveni Nejc Kuhar e Rok Bratina, i francesi Fabien Antolinos e Mathéo Jacquemoud. Difenderanno invece i colori azzurri il vincitore della prima edizione Marco Moletto, Giulio Ornati, Fabio Bazzana, Marco Facchinelli, Martin Stofner, Marco Pajusco e Filippo Canetta.
Iscrizioni ancora aperte sul sito www.redbull.com/k3
Caso doping UTMB: il pasticcio date
La squalifica di Calisto e’ iniziata a marzo 2016 e non 2015
C’è un nuovo elemento nella questione della squalifica per due anni del runner ecuadoregno Gonzalo Calisto, giunto quinto all’ultima edizione dell’Ultra-Trail du Mont Blanc. Un dettaglio che ha dell’incredibile. Sul documento ufficiale della IAAF, la Federazione Internazionale di Atletica, la squalifica di due anni risulta terminare a marzo 2017, con inizio nello stesso mese del 2015. Perché? Ora, in seguito a una richiesta di chiarimenti di Ian Corless, la federazione internazionale comunica che «Sembra che ci sia stato un errore di trascrizione… la data corretta dell’inizio della squalifica è marzo 2016 (con fine nel marzo 2018)». Intanto l’organizzazione dell’UTMB fa sapere che richiederà indietro a Gonzalo il trofeo e la maglietta di finisher e che verranno assegnati i giusti trofei in virtù della nuova classifica. Gli organizzatori della gara hanno confermato di avere saputo della squalifica solo con la pubblicazione nelle liste IAAF. I controlli sono stati effettuati dalla federazione francese di atletica leggera.
Sabato appuntamento con la Cima Tauffi Trail
Tappa del Trofeo Bper Banca Agisko Cup
Sabato appuntamento con la Cima Tauffi Trail, tappa del Trofeo Bper Banca Agisko Cup. Si gareggia sui sentieri tracciati in gran parte nel Parco del Frignano dell’Alto Appennino Modenese dominato dal Monte Cimone: la gara regina è la 60km con 4.000 metri di dislivello, ma ci sono anche le prove sulle distanze di 33 e 12 km, tutti con partenza (alle ore 7 per 60 e 33 km) ed arrivo a Fanano, in piazza Corsini. Iscrizioni aperte sino alle ore 6.30 di sabato, anche on line su www.cimatauffifanano.it. Tra i protagonisti annunciati anche Marco Olmo.
Bernard e Martin, obiettivo mondiale via New York
I Dematteis preparano la gara bulgara e potrebbero correre la maratona
Non è passato neanche un mese. Meno di trenta giorni dall’apoteosi dell’oro e argento ai Campionati Europei di Corsa in Montagna di Arco. Vittoria della classe ma soprattutto del cuore, con Bernard Dematteis che aspetta il gemello Martin e lo lascia passare e andare a prendersi l’oro. I gemelli Dematteis stanno preparando i Campionati Assoluti di Corsa in Montagna di Cortina d’Ampezzo del 31 luglio, dove arriveranno con il primo (Bernard) e secondo posto (Martin) provvisorio di inizio giugno a Lanzada. In attesa della gara ampezzana, valida anche come qualifica per i Mondiali che si svolgeranno in a Sapareva Banya, in Bulgaria, l’11 settembre i gemelli si allenano nella loro Rore, borgo della Val Varaita che sembra un presepe dove da ogni dove spunta un cartello per ‘i nostri campioni Martin e Bernard’. Allenamento tradizionale con un’ora di corsetta il mattino e il pomeriggio. «Se possiamo doppiamo» dice Bernard. Ma anche giornate di allenamento non convenzionale, in stile skyrunning. Nei giorni scorsi la vetta del Mongioia, 3.340 metri. Oggi trasferta in Valsusa, per salire al Rocciamelone. «Cammineremo» dice Martin. Considerando l’oretta abbondante per raggiungere il Mongioia, non c’è da credergli…
OBIETTIVI - Le prossime gare sono già in calendario. Dopo Cortina Martin è in dubbio se partecipare alla Sierre-Zinal. Prima però, il 7 agosto, c’è il Fletta Trail per entrambi. Ma l’obiettivo rimane il Mondiale. «Gli avversari numero uno sono gli africani, gli ugandesi, con il campione del mondo in carica Musobo» dice Bernard. Intanto però la forma non manca.
STRADA - Non solo corsa in montagna per i campioni della Val Varaita. Martin è stato il primo europeo (unidcesimo assoluto) all’ultima Maratona di Roma, fermando il crono su 2h18’20’’. E per Bernard quando la maratona? «Incrocio le dita, ma speriamo di correre a New York, abbiamo già il pettorale». Prima, però, ci sono i Mondiali…
Gonzalo Calisto, quinto all'UTMB 2015, positivo all'Epo
Il runner e' stato squalificato per due anni. Il controllo a Chamonix
Quando a fine agosto scorso l’ecuadoregno Gonzalo Calisto era arrivato quinto all’UTMB, la maratona di New York del trail, il risultato aveva colto di sorpresa tutti. In Europa era un atleta sconosciuto. Non era però la prima volta che un ‘carneade’ si piazzava nelle posizioni che contano nella gara ai piedi del Monte Bianco. Ora c’è una notizia che, oltre a rovinare per sempre la reputazione dell’atleta, sta sconvolgendo il mondo del trail: Calisto è stato infatti inserito dalla IAAF nella lista degli atleti risultati positivi al doping ed è squalificato fino a marzo del 2017. La sostanza alla quale è stato trovato positivo è l’Epo. Una news che sta facendo il giro del mondo della corsa in natura e sono già tante le reazioni di atleti e addetti ai lavori. L’UTMB è una delle poche gare che già da anni effettua diversi controlli antidoping. Quello che ha sorpreso tanti però è il fatto che solo oggi, a quasi un anno dalla gara, venga reso pubblico il risultato delle analisi dall’organizzazione della gara, mentre la decisione della IAAF, la federazione internazionale di atletica, è dell’8 luglio. I risultati ufficiali, che vedevano Calisto a poco più di un’ora da Thévenard, sono stati aggiornati con Fabien Antolinos che sale in quinta posizione, Erik Clavery in sesta, Francesc Solè Duocastella in settima, Ryan Smith in ottava e Alex Mayer in nona. Nella top ten è entrato Piotr Hercog.
This is really sad. I'm not sure why this news has taken a year to be released. The runner has raced since UTMB. https://t.co/KZs5qEVxz1
— Ryan Sandes (@ryansandes) July 19, 2016
Mondiali ISF, venerdi' le prime medaglie
In gara nei Pirenei spagnoli, sui sentieri della Buff Epic Aiguestortes
Si avvicina la tre giorni dei Mondiali ISF in programma Vall de Boí, nei Pirenei spagnoli, sui sentieri della Buff Epic Trail Aigüestortes. Si parte venerdì con il vertical, con il via del primo concorrente alle 10 (partenza individuale ogni 30”), sabato alle 6 di mattino start della 105 km, mentre alle 9.30 tocca alla 42 km, gare che assegneranno i titoli mondiali ultra e sky.
FAVORITI - Gli atleti di casa schierano ben quattro campioni del mondo: Laura Orgué e Agusti Roc al via nel vertical, Oihana Kortazar nella sky e Luis Alberto Hernando nella ultra. Ma non mancano compagni di squadra in grado di salire sul podio: Jan Margarit e Vanesa Ortega nel vertical, Manuel Merillas, Jessed Hernandez, Paola Cabrerizo o Azara Garcia nella sky, Pau Bartolo, Cristofer Clemente, Miguel Heras, Nuria Picas e Gemma Arenas nella ultra, oltre a Maite Maiora che parteciperà a vertical e sky.
Nel vertical maschile occhi puntati anche sul colombiano Saul Antonio Padua, il francese Alexis Sevennec e lo svizzero Pascal Egli, mentre in quello rosa tra le favorite la francese Christel Dewalle e le norvegesi Therese Sjursen e Yngvild Kaspersen.
In gara nella sky ancora Sevennec e Egli, oltre al britannico Tom Owens, al giapponese Dai Matsumoto, al polacco Marcin Swierc, e agli andorrani Marc e Oscar Casal Mir. Nella sky femminile ci sarà ancora Yngvild Kaspersen, ma attenzione alle svedese Ida Nilsson.
Nella ultra al via lo statunitense Mike Foote, il britannico Andy Symonds, Zaid Ait Malik in gara con i colori dei Marocco, il francese Aurelien Dunand Pallaz e il cinese Dong Li.
Al femminile puntano alla medaglia la neozelandese Ruth Croft, l’australiana Beth Cardelli, la brasiliana Fernanda Maciel, la francese Caroline Chaverot, la nepalese Mira Rai, la polacca Magdalena Laczac e la statunitense Kristina Pattison.
GLI AZZURRI - Dopo le selezioni nazionali la FISKY ha convocato per la rassegna iridata spagnola Francesca Rossi, Beatrice Deflorian e Hannes Perkmann per il vertical, Silvia Rampazzo e Daniele Cappelletti per la sky, Federica Boifava, Franco Collé e Fulvio Dapit per la ultra.
Domenica c'e' il Vertical Còl de Lana
Valida come campionato italiano Master
Domenica 24 luglio appuntamento a Pieve di Livinallongo con il Vertical Còl de Lana, valido in questa edizione come campionato italiano Master. Partenza in linea alle 10, in ‘placa nuova’ a fianco del tendone della festa patronale di San Giacomo; da affrontare 1000 metri di dislivello in 2 km. La gara fa parte del circuito vertical Tour con la Mühlwalder VK già disputata a Selva dei Molini e la Hühnerspiel del prossimo 4 settembre in Colle Isarco. Nella scorsa edizione affermazione di Manfred Reichhegger e Francesca Rossi. Info e iscirizioni: info@v.km.it
Dentro la Bettelmatt Ultra Trail
Tommaso de Mottoni ci racconta la sua gara
Per chi conosce le Alpi Lepontine, con le loro cime sempre innevate e protette da verdissime valli ignote al turismo di massa, una gara in questo scenario potrebbe creare aspettative di un percorso tecnico, a tratti alpinistico e alludere a sentieri appena accennati. Leggendo poi il regolamento di gara e soffermandosi su un ‘semi autonomia’, verrebbe da pensare ad un’organizzazione quasi assente e ad una cavalcata da fare quasi senza supporto. Insomma, 83 chilometri di avventura.
Con queste aspettative ho affrontato la gara, aspettandomi un terreno poco corribile e quasi nessuno lungo il percorso.
La Bettelmatt non è nulla di tutto questo.
Nello scambiare due parole prima dello start con l’organizzatore, Gianluca Barp, mi sento dire: “è una gara corribile, senza difficoltà tecniche ma che porta in alta montagna: una preparazione ideale alle gare lunghe di settembre e che toccano quote importanti”. Mi parla sereno, calmo e rilassato, con la semplicità e la schiettezza di chi vive in montagna. Lo ascolto e replico: “grazie Gianluca, poi facciamo quattro chiacchiere all’arrivo”, tra me e me penso: “questo la fa facile, il suo senza ‘difficoltà tecniche e corribile’, considerando che oltre a dover attraversare una trentina di nevai si devono scendere 500 metri di dislivello in due chilometri di ghiacciaio, e che le montagne qui sono spesso costellate da instabili pietraie moreniche, sarà ben diverso dal mio concetto di facile. Dubito fortemente che si possa definire una gara semplice e corribile.
Aveva ragione lui.
La Bettelmatt Ultra Trail è davvero una gara corribile, anzi, corribilissima, per chi ha gambe dal primo all’ultimo chilometro. Lo testimoniano le 10 ore e 39 minuti del primo classificato, Giulio Ornati seguito al secondo posto dopo 40 interminabili minuti da Andrea Macchi. Tutto il percorso si snoda lungo sentieri e mulattiere in ottime condizioni, senza nessun tratto esposto e senza alcuna difficoltà tecnica. Cinquemilacento metri di dislivello su ottantaquattro chilometri che si snodano interamente su vallate aperte, tra prati verdissimi affacciati su laghi e ghiacciai. Unica grande assente è l’ombra: tutta la gara è in quota e in piena battuta di sole, spesso amplificato dalla neve che è presente per lunghi tratti del percorso. Ed è proprio questo fortissimo contrasto che rende questa gara unica e di grande interesse: caratteristiche e scenari di alta quota in un contesto che consente di muoversi molto velocemente e non richiede grandi abilità tecniche.
Non fraintendetemi: la montagna è sempre la montagna e da sprovveduti non va affrontata mai.
Oltre a questo unico dialogo tra estremi, dove le vette ed il ghiacciaio conversano amabilmente con chi corre più che con chi arrampica, creando una sinfonia di passaggi tra erba verdissima, nevai accecanti e l’immensità delle nostre alpi che si affacciano sul Rosa e sulle Alpi Svizzere, non può non saltare all’occhio un’organizzazione con livelli di sicurezza nettamente al di sopra della media. Se molti organizzatori gettano fumo negli occhi per far iscrivere più gente possibile trascurando poi il percorso, qui è avvenuto esattamente il contrario.
Oltre ad un balisaggio perfetto, a tratti quasi imbarazzante e talmente tanto capillare da far pensare che i partecipanti siano delle capre poco pensanti e non esseri umani dotati di buon senso, spicca una presenza di volontari sul percorso mai vista prima.
Ancor più di rilievo il modo in cui sono stati disposti: quasi su tutto il percorso, la totalità dei passaggi alti era presidiata con volontari uno a vista dell’altro. Muniti di binocolo monitoravano ogni centimetro del percorso. Un’attenzione rarissima da riscontrare ed assente anche nelle competizioni più prestigiose e rinomate, ma che dovrebbe essere la norma.
Questo aspetto riassume perfettamente lo spirito ed il lavoro che c’è dietro questa competizione: molta sostanza, conoscenza perfetta del territorio ed un approccio alla sicurezza che solo chi conosce bene la montagna può mettere in atto.
Tutto questo con una cordialità e modestia da parte di un’organizzazione che potrebbe permettersi anche di ostentare un filo di boria, visti i 9 anni di successi alle spalle.
La Bettelmatt Ultra Trail si merita di essere considerata l’evento di punta per chi cerca il connubio tra velocità ed esperienza d’alta quota, senza però sconfinare nell’alpinismo. Un appuntamento che sembra, visto il successo di quest’anno, che l’anno prossimo potrebbe allungarsi ad avvicinarsi ai cento chilometri, se non addirittura a superarli e che merita sicuramente più interesse delle ‘cento o più’ dolomitiche che si tengono a fine giugno. Un monito molto forte a chi si iscrive a questa gara: se è vero che non ci sono passaggi tecnici o esposti, è altrettanto vero che è impossibile finirla camminando o prendendosela comoda. I cancelli orari predisposti dall’organizzazione sono solo apparentemente generosi, ma in realtà obbligano ad un ritmo piuttosto sostenuto.
Proprio questo è un aspetto che dà grande interesse a questa competizione: la gestione delle proprie risorse e la necessità di una partenza spingendo forte sulla prima salita, quasi 1400 metri, che va in netto contrasto con l’esigenza di gestire e centellinare le energie nelle ultramaratone. Forte è il rischio di “scoppiare” o di non fare in tempo ai cancelli: una difficoltà che compensa perfettamente l’assenza di insidie alpinistiche; un fattore che forse ha determinato un altissimo numero di abbandoni, quasi il 50%, numero ancor più significativo vista la semplicità del terreno e delle condizioni meteo assolutamente ideali.
Il successo e l’unicità di questa gara dovrebbe restare proprio questo: velocità e quota con cancelli molto selettivi, che a mio avviso non andrebbero rivisti o semmai andrebbero resi ancora più stretti, proprio per non svilire il carattere adrenalinico della manifestazione.
Unica grande pecca, il Bettelmatt ha dato forfait! Secondo i produttori troppo presto per il formaggio nuovo e troppo tardi per quello dell’anno precedente. Un’ottima scusa per tornare presto in queste valli.