Gioie e dolori nel 'tappone' desertico

MdS Live - Il resoconto del nostro inviato Paolo Secco

Sono tante le emozioni provate in queste due lunghe giornate che hanno caratterizzato 'il tappone' tanto che è difficile riordinare le idee e cercare di imprimere tutte le sensazioni provate. La stanchezza incomincia ad insinuarsi anche nel fisico e nella mente degli uomini e delle donne che compongono l’enorme macchina organizzativa della MdS, quindi anche per noi giornalisti e fotografi. La sala (tenda) stampa ora è gremita in quanto un nutrito gruppo di giornalisti provenienti da tutto il mondo è arrivato al bivacco oggi, solo il tempo di 'annusare' l’atmosfera del campo e gustarsi gli ultimi giorni di gara.

LA PARTENZA VISTA DALL’ALTO -
Il tappone, come da tradizione, ha preso il via con due partenza separate. Il gruppone, composto da tutti i concorrenti ancora in gara con classifica a partire dalla cinquantunesima posizione, è partito alle ore 8,30, mentre i top 50 in classifica alle 12. Questo sistema è studiato al fine di permettere anche ai corridori, e ai camminatori, normali, di poter ammirare l’azione di corsa dei primi. Vedere correre a 4’/km (15 km/h) un atleta sulla sabbia e con lo zaino in spalla è veramente uno spettacolo; chi s’intende di corsa potrà certamente capirmi. Ovviamente la differenza di tempo verrà registrata dai cronometristi. Oggi ho la fortuna di essere caricato sull’elicottero e quindi poter ammirare dall’alto il via. Mi appresto a salire con non poco timore avendo visto nei giorni precedenti le evoluzioni che il pilota compie al fine di poter permettere riprese spettacolari. Eddie (il pilota) è capace di virate al limite delle gravità e passaggi radenti come pochi altri al mondo; alla fine tutto andrà per il meglio. Dopo aver fotografato lo start dall’alto, parto immediatamente con il mio autista al fine di incominciare anch’io la lunga giornata che caratterizzerà lo svolgersi di questi 75,7 km.

LA PROFEZIA DI SALARIS -
Il primo riscontro è al CP 1. Incito Salaris in decima posizione, lui in tutta risposta, correndo un falsopiano sabbioso in salita, mi risponde dicendomi 'se sto bene li riprendo tutti e poi festeggiamo mangiando la bottarga'. Così sarà… alla fine l’italiano arriverà terzo, riconquistando anche la terza posizione in classifica generale. 

L’ABBANDONO DI GIULIANA ARRIGONI -
Passano tutti gli italiani e io cerco, nei limiti dello strettissimo regolamento, di aiutarli come posso. Ho provato sulla mia pelle che quando sei in queste condizioni anche solo un piccolo gesto, come ad esempio aiutarti a toglierti lo zaino, assume un valore enorme. Arriva Giuliana Arrigoni in grande crisi, vuole ritirarsi. E da due giorni che non riesce quasi più a mangiare e beve pochissimo. Si accascia sotto ad una tenda al CP1, le scarto una barretta e l’aiuto a mangiare strappandole dei piccoli pezzetti. Dopo circa 45 minuti la rimetto in piedi con grande difficoltà; ripartirà ma al successivo Check Point 2 sarà costretta a ritirarsi, nonostante la reidratazione forzata eseguita dai medici tramite l’infusione di 2 flebo di soluzione.

CALA LA NOTTE -
Ai successivi CP, la situazione si aggrava sempre più. In particolare al Check Point 4, dopo 65 km di gara, gli atleti arrivano stremati dai 9 km ininterrotti di dune che lo precedono. Inizia la notte e i corridori affrontano il buio. I demoni della stanchezza li sorvolano e tentano in ogni modo di impossessarsi della loro forza e della loro determinazione. Le uniche armi a disposizione per combatterli: una torcia frontale e una lampada luminescente da porre obbligatoriamente sul retro dello zaino. Il procedere in gruppo ti fa sentire meno solo nella notte e la lunga interminabile fila di piccole luci davanti a te ti infonde speranza. Mancano ancora 21 km, in queste condizioni praticamente una vita. Si formano dei gruppetti e gli atleti cercano di avanzare uniti.  Quando verranno meno le forze, l’aiuto di un compagno, anche se sconosciuto, potrà valere la gara; il ritiro o la vittoria, la sconfitta o la gloria. Ma non parliamo di quelle di classifica ma di quelle che vanno giustamente riconosciute a chi riesce a portare a termine una simile prova. Molti atleti si accampano proprio lì per la notte. Potranno sfruttare un tempo massimo d’arrivo fissato per le 18 del giorno seguente.

VERSO LA LINEA D’ARRIVO -
Nel frattempo 'i mostri', tra i quali il nostro Filippo Salaris, sono già tutti arrivati. In queste condizioni (oggi la temperatura ha superato i 40 gradi) una simile prestazione è veramente un’impresa da Superman. Il vincitore Hansal compirà i 75,7 km in meno di 7 ore. Giudizio: semplicemente pazzesco! 

INCONTRO NOTTURNO -
È passata la mezzanotte e con il mio autista decido di dirigermi verso la linea d’arrivo. Non è facile guidare nella notte desertica, nel buio più totale. Per fortuna Sahid, che guida il mio fuoristrada da una settimana, è un berbero di origini nomadi. Ha 24 anni ma non contano, qui la sopravvivenza ti fa maturare presto; si orienta 'a sensazione', guardando le stelle. Procediamo spediti fino a quando incappiamo in una duna improvvisa, insabbiando la nostra vettura. Appena il tempo di scendere e controllare la situazione ed ecco che la provvidenza del deserto si presenta: Insciallah! Quattro ragazzi berberi, di età apparentemente attorno ai 15 anni, si materializzano dal nulla. Stanno camminando a piedi nudi nel deserto, da dove provengano e dove vadano non è dato sapersi. Ho attraversato parecchi deserti e questa è una cosa che ormai non mi stupisce più. Puoi viaggiare per ore nel nulla e di colpo incontri una o più persone e ti chiedi: ma dove vanno? Come fanno a vivere? Cosa fanno qui? Tutte risposte che noi occidentali a stento ci diamo, dimenticandoci spesso che la natura, anche quella più inospitale come questa, può darci tutto il sostentamento che il nostro corpo necessita. Sgonfiamo le gomme, scaviamo nella sabba per far riemergere le ruote e i ragazzi gentilmente ci aiutano a spingere il pesante quattroruote fuori dall’insabbiamento. Mi sento in debito con loro, apro il mio zaino e trovo quanto mi era rimasto dal pranzo al sacco che l’organizzazione ha distribuito a tutti i giornalisti per la giornata odierna; una merendina al cioccolato e delle albicocche disidratate li riempiono di gioia. Noi ripartiamo verso il bivacco, loro scompaiono da dove sono arrivati, nel 'nulla' sahariano.

GRANDI EMOZIONI -
Una volta arrivati al bivacco incomincia un fiume di emozioni che si protrarrà tutta la notte fino al giorno successivo. I concorrenti arrivano stremati, la fatica estrema si legge sui loro volti, tagliano il traguardo ed il primo pensiero è quello di dirigersi in direzione della webcam posta qualche metro dopo la finish line e mandare un saluto a casa. Forse i loro amici non li hanno dimenticati, magari sono proprio lì in questo momento, davanti al computer e li stanno guardando. C‘è chi sventola la bandiera della propria nazione, chi manda baci, chi mostra la fotografia dei propri figli o dei propri genitori, altri la foto di qualche amico scomparso, molti per qualche iniziativa benefica per la quale hanno raccolto fondi. La notte è lunga e il continuo taglio del traguardo procede. Molti corridori, dopo essere giunti alla fine, ritornano alla linea d’arrivo per aspettare, anche per ore, qualche amico che nel frattempo si è attardato nella notte. Abbracci, baci, lacrime. Questa è fatica vera, questa è la MdS.

L’ARRIVO DI PAOLO ZUBANI -
Io aspetto fino al mattino successivo e alle 11 mi incammino sul percorso in cerca di Paolo Zubani. Il sole è cocente, il calore devastante. Lo vedo a due km dall’arrivo, si era fermato a dormire al CP4 ed è ripartito all’alba. Percorro con lui gli ultimi 2 km. Ci abbracciamo sulla linea d’arrivo ed è un momento magico. Era l’ultimo italiano che attendevamo al bivacco. Ora possiamo riposarci. Oggi tappa maratona in cui Salaris dovrà difendere il podio e per far si che la bandiera dell’Italia torni su un gradino in questa competizione.
 
 


Marathon des Sables: Salaris terzo, Arrigoni ritirata

Nella tappa di 42 km di oggi ci si gioca tutto

Quarant’anni quest’anno, per lui i numeri parlano chiaro. Nelle ultime 10 edizioni della Marathon des Sables 3 vittorie e 9 podi complessivi (1° nel 2008, 2009, 2010; 2° nel 2003, 2004, 2005, 2007, 2011, 2012, 4° nel 2006). Mohammad Ahansal, a 42 km dalla conclusione della ventottesima Sultan Marathon des Sables, ha un vantaggio di 45’ sul giordano Salameh Al Aqra, il vincitore dello scorso anno, e di 1h07’ sull’italiano Filippo Salaris. Salvo clamorosi colpi di scena, la gara sarà nuovamente sua.
Con una rimonta costante e regolare, Filippo Salaris regala all’Italia uno splendido 3° posto di tappa che gli vale la stessa posizione anche nella classifica generale. Anche per lui, oggi, gli ultimi 42 km con un distacco di 22’ dal secondo posto assoluto e un vantaggio di 12 minuti abbondanti sullo spagnolo Miguel Capo Soler. Il quinto nella generale, il marocchino Lhoucine Akhdar, è staccato di 30’. I giochi sono ancora tutti aperti e oggi il tifo italiano sarà tutto per il sardo. Ennesima prestazione di Marco Olmo che sfiora la top ten di tappa giungendo dodicesimo tra gli uomini e tredicesimo assoluto. Per lui, un dodicesimo posto anche nella generale a 1h24’ dalla decima posizione. Sono 8 gli atleti italiani nei top 100 della classifica generale. 

DONNE -
In campo femminile, si ritira la favorita, la francese Laurence Klein, già vincitrice quest’anno dell’Eco Trail de Paris e vincitrice delle ultime due edizioni della Marathon des Sables.  Grande prestazione dell’americana Meghan Hicks che con il dodicesimo tempo assoluto ottiene il primo posto nella classifica generale femminile. Per la Hicks, già seconda nel 2009 e quinta lo scorso anno, con quasi 1h15’ di vantaggio sull’inglese Joanna Meek, si preannuncia la vittoria finale della gara. Ottimo sesto posto di giornata per Alice Modignani che sale: è ottava nella generale femminile. Con Federica Pancaldi sono le uniche italiane nelle prime 100 posizioni nella generale. Per la Modignani, 1h14’ di ritardo dal quinto posto nella generale femminile. Dopo il ritiro di Emanuela Scilla Tonetti, nel tappone di ieri l’Italia perde anche Giuliana Arrigoni, costretta al ritiro. 

CLASSIFICA DELLA QUARTA TAPPA

MASCHILE
1 AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 6H54'47
2 AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 7H13'55
3 SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 7H29'45
4 CAPO SOLER Miguel (ESP) 7H45'49
5 LE SAUX Christophe (FRA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 7H50'43
12 OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 8H46'26
37 TONON Renzo (ITA) 10H05'28
38 CAMOZZI Massimo (ITA) 10H07'54
42 TONON Lino (ITA) 10H12'23

FEMMINILE
12 HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 8H45'19
24 MEEK Joanna (GBR) 9H52'35
28 SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 9H54'01
48 CRAWFORD Cynthia (USA - DREAMCHASERS) 10H16'56
68 GRANT Sophie (NZL) 10H45'12
84 MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 11H07'09

CLASSIFICA GENERALE

MASCHILE
1 AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 15H29'54
2 AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 16H14'41
3 SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 16H36'52
4 CAPO SOLER Miguel (ESP) 16H49'07
5 AKHDAR Lhoucine (MAR - UVU RACING) 17H06'59
12 OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 19H23'47
24 CAMOZZI Massimo (ITA) 21H45'52
35 TONON Lino (ITA) 22H41'57
65 TONON Renzo (ITA) 23H52'11
77 SCIARRA Cesare (ITA) 24H08'07
87 RUBNER Matthias (ITA) 24H29'58
91 DAL GRANDE Nicola (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 24H38'31

FEMMINILE
1 HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 20H15'07
2 MEEK Joanna (GBR) 21H26'26
3 SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 22H21'32
4 CRAWFORD Cynthia (USA DREAMCHASERS) 23H54'33
5 GRANT Sophie (NZL) 24H02'01
8 MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 25H16'15
98 PANCALDI Federica (ITA) 45H08'55
 
 


Colmen Trail 2013 a Morbegno ( SO)

Domenica si corre sulla 'montagna magica' che domina la Città del Bitto

Ultime ore per iscriversi al primo trail della provincia di Sondrio.
Per dare modo anche agli ultimi indecisi di prendere parte alla manifestazione podistica disegnata sulla “montagna magica” che domina Morbegno, il direttivo del Team Valtellina ha deciso di prorogare il termine ultimo a questa sera alle 21: «Al momento abbiamo già 180 iscritti – ha confermato il presidente del sodalizio sondriese Vitale Tacchini -. Avendo però ancora una ventina di pacchi gara a disposizione, si è deciso di dare la possibilità di correre ad altri concorrenti».     

PACCO GARA - Ovviamente Made in Valtellina: «Una manifestazione nata per promuovere le bellezze del proprio territorio non poteva che puntare sui suoi prodotti tipici. Nel pacco gara del Colmen Trail  abbiamo messo una bella fetta di Casera stagionato dell’Azienda Agricola La Fiorida di Mantello, un bisciolino prodotto dal Panificio Gusmeroli Stefano e dell’ottimo yogurt valtellinese della latteria di Chiuro. Da ricordare che in pieno stila trail abbiamo previsto un cesto con prodotti tipici locali per gli atleti che andranno a podio e una trentina di premi ad estrazione per tutti gli altri concorrenti».    

IL PROGRAMMA - La kermesse, proposta in collaborazione con l’associazione Colmen e altri gruppi della zona che hanno la comune mission di promuovere e valorizzare il territorio a fini sportivi/escursionistici, prenderà il via domenica mattina alle 9.30 dalla Colonia di Morbegno: «I concorrenti dovranno affrontare un tracciato corribile e muscolare che presenta uno sviluppo di 19.5km e un dislivello positivo di 1300m; il tutto con partenza e arrivo nei pressi del suggestivo ponte romano che è poi anche il simbolo della “Città del Bitto” – ha continuato il direttore percorso Fabio Bongio -. Distanza e altimetrie non sono proibitive, ma quella della Colmen è comunque una prova da ben interpretare per non trovarsi “senza benza” a metà strada».    

Spiegandosi meglio, il trailer morbegnese ha continuato: «I continui cambi di pendenza e i tratti collinari tutti spingere potrebbero mettere in difficoltà chi avrà impostato un ritmo troppo sostenuto nell’ascesa iniziale. Il consiglio che posso dare ai concorrenti è di controllare la velocità nei primi 20’- 30’ per arrivare ancora brillanti al sentierino che porta in vetta alla Colmen».      

Il Colmen Trail aderisce alla campagna “io non getto i miei rifiuti”
                

COSTO ISCRIZIONE:
15 Euro con gadget garantito ai primi 200 concorrenti. Servizio ristori, docce, pranzo, foto e tanti premi a sorteggio.  

TEST MATERIALI:
All’evento saranno presenti anche due aziende di settore sponsor del Team Valtellina: Crazy Idea e La Sportiva. Entrambe daranno la possibilità ai concorrenti di visionare e testare sul campo alcune delle novità trail running 2013. More info on www.teamvaltellina.com    


Disavventura senza conseguenze per Anton Krupicka

Il runner americano e' finito sotto una valanga

Anton Krupicka, ultra runner americano, è stato sorpreso da una valanga sul versante nord del Longs Peak, a pochi km da Boulder, in Colorado. Un terreno ormai abituale per i suoi allenamenti, nonché la montagna scelta per il suo ultimo progetto di record, 52 ascensioni in un anno su 12 vie differenti, una al mese. Una nuova sfida che l’ha portato a unire la corsa con l’alpinismo.
La disavventura è successa il 4 aprile scorso, dopo aver compiuto la decima ascensione annuale salendo la cima dal Martha Couloir, via per lo stesso Krupicka inedita e non priva di passaggi tecnici. In discesa, su un tratto in forte pendenza, è stato trascinato dalla massa di neve, giunta all’improvviso, per alcune decine di metri. Fortunatamente si è arrestato prima di alcuni salti di roccia e in poco tempo, mantenendo la calma, e riuscito a liberarsi. Per lui solo dolori al fianco sinistro, al piede sinistro e al ginocchio destro, lo stesso operato due anni fa. Ha quindi concluso il suo allenamento mattutino di 4h18’. Pur senza aver subito particolari conseguenze, Anton considera l’accaduto come una sorta di monito su quelli che sono i potenziali pericoli in montagna, i particolare in primavera quando i cambiamenti climatici sono spesso repentini. Un monito anche all’eccessiva sicurezza in quanto lo stesso Anton riconosce di essersi concentrato tutta la mattina sulla nuova e impegnativa via di salita e di essere stato troppo sicuro su quella di discesa che conosceva molto bene, sottovalutando in definitiva le condizioni ambientali. Nel pomeriggio, a dimostrazione del fatto che l’incidente non ha portato con se particolari conseguenze, Krupicka è poi salito sul solito Mt. Green per un’altra ora e 20’ di allenamento. Prossimo obbiettivo, la Transvulcania Ultramarathon l’11 maggio. 


Marathon des Sables, aspettando il tappone

MdS Live - Salaris ottavo nella tappa di ieri, ritirata Scilla Tonetti

LACRIME - Così è incominciata la terza giornata. Alle tende italiane una brutta notizia: Emanuela Tonetti Scilla decide di ritirarsi. Il dolore muscolare alla coscia che la affligge da settimane si è aggravato nelle due tappe precedenti e si è trasformato in un muro insormontabile. Neanche un’atleta esperta come lei può tener testa a un impedimento così forte, zoppica vistosamente, a stento riesce ad appoggiare la gamba a terra. E’ costretta al ritiro. Assisto ad un momento commovente, di quelli che solo qui riesci a vedere. Un abbraccio commosso con molti del raggruppamento tricolore, quasi tutti la stringono, la abbracciano, la sostengono. Alice Modignani, sua compagna di tenda, le promette che il prossimo anno torneranno insieme . Io e Paolo Zubani la conduciamo dai commissari di bivacco. Per lei la competizione è finita, da oggi finirà il regime di autosufficienza e passerà a carico dell’organizzazione. Forza Scilla, riprovaci il prossimo anno. Il deserto sarà qui ad aspettarti.

SUDORE
- Quello che per tutti i 38 km ha accompagnato i corridori. Temperatura torrida, anche se è difficile avvertire la sudorazione. Questo è uno dei principali problemi nel correre in questo contesto, la disidratazione arriva senza che tu te ne renda conto. Quando la avverti ormai è troppo tardi, sei finito, disteso, non riesci a sistemare i pensieri, il cervello si annulla, il corpo barcolla, la bocca non riesce ad emettere nessuna parola. A decine oggi si accasciano ai vari checkpoint sotto le postazioni mediche mobili.

LA PARTENZA -
Partenza come al solito sparata per i top con Salameh Aqra che cerca di recuperare il tempo perso in tappa 1, al suo fianco un giovane marocchino a fare l’andatura. A seguire un gruppo abbastanza nutrito di 15 corridori tra i quali il nostro top runner Filippo Salaris. In questo gruppo tutti i migliori, Aziz, Hansal, Delabarre, Capo Solar, Carlo Sa, Le Saux. Filippo rimane in posizione coperta facendo fare l’andatura ad Hansal. Mi dirà all’arrivo: «questo è come il Giro d’Italia, sono i marocchini che devono fare il passo… io seguo». Al decimo km si forma un gruppetto composto da Carols Sa, Capo Solar,  Hansal e Aziz.

PARTONO I MAROCCHINI -
Al CP1, dopo 12 km di gara, Hansal e Haziz imprimono la prima accelerata. Segue una salita importante e al seguente CP2 si aggiunge al gruppo un altro giovane marocchino. Le posizioni di testa rimangono invariate fino al CP3. Dopo il CP3 un lago salato di 5 km in cui si riesce a spingere parecchio. L’andatura è sempre più esasperata e lo spagnolo Capo Solar cerca l’allungo per andare a prendere Salameh Aqura. Solaris, sempre nel gruppo, entra un po’ in crisi, tuttavia continua a controllare la situazione molto bene. Perde terreno anche nei confronti di Carlos Sa, ma Filippo saggiamente lo lascia andare, tanto ha 20’ di vantaggio nella classifica generale. La difficoltà per i top runner è anche quella di rimanere lucidi nonostante la fatica al fine controllare sempre i  propri avversari e fare i calcoli dei distacchi su di loro. Quando parti, devi sapere per ciascuno di loro quanti minuti hai di vantaggio, se vale la pena o meno sprecare energia per stargli dietro.

ARRIGONI IN CRISI -
Giuliana parte già con mal di stomaco e da ieri mangia poco. Tutto bene per lei fino al km 13, poi la lampadina si spegne. Dei tre gel che aveva preventivato per la tappa, riesce a mangiarne solo uno. Fino alla fine tappa sarà una lunga ed interminabile camminata.

OLMO SEMPRE TRA I PRIMI -
Marco Olmo, gran gara, 15° assoluto in 3h40’, si è sentito bene per tutta la tappa e i lunghi piatti, compreso il lago salato, gli hanno permesso di prendere il passo. Un 'trattore' come lui esce alla distanza, grazie al passo costante. In  testa invece è tutto un tira e molla. Marco a un certo punto ha un 'déjà-vu', vede un cava con escavatore, gli sembra di essere tornato per un istante nella 'sua' Robilante, invece siamo qui, nel cuore del Sahara. Bene tutti gli altri italiani che unanimi mi dicono «ci stiamo divertendo un mondo». Anche ieri il paesaggio, a parte i lunghi pianori e il lago salato (che comunque ha il suo fascino) ha proposto panorami letteralmente mozzafiato. 

SANGUE
- Quello che incomincia ad uscire dai piedi. Alcuni dei nostri italiani hanno i piedi malconci, le piaghe sono sempre più numerose e profonde, sempre più sanguinanti e purulenti. Questo già lo si sapeva, d’altronde dopo la disidratazione è la principale causa di ritiri alla MdS. Faccio un salto in infermeria, i medici lavorano tutto spiano a 'riparare' piedi e fuori dalla tenda medica c’è la coda. I corridori arrivano e una responsabile alla porta della tenda distribuisce loro un numero come al supermercato, quando sarà il loro turno verranno chiamati. Nella serata obbiettivo: recuperare le forze, oggi 'il tappone' attende gli atleti, altri 75,7 km di sudore e sangue, speriamo senza lacrime.

CLASSIFICA 3° TAPPA

MASCHILE
1. EL AKAD Aziz (MAR - SOLIDARITE MDS MAROC) 3H00.17
2. AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 3H03.45
3. AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 3H05.21
4. AKHDAR Samir (MAR – UVU RACING) 3H07.47
5. CAPO SOLER Miguel (ESP) 3H09.23
8. SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 3H15.20
15. OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 3H40.00

FEMMINILE
1. KLEIN Laurence (FRA) - 3H47.36 
2. HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 3H54.23 
3. MEEK Joanna (GBR) 3H54.48 
4. SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 4H14.14 
5. CRAWFORD Cynthia (USA – DREAMCHASERS) 4H17.45
8. MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 4H43.39
17. ARRIGONI Giuliana (ITA – FREELIFENERGY) 5H24.10

CLASSIFICA GENERALE

MASCHILE
1 AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 8H35.06
2 EL AKAD Aziz (MAR - SOLIDARITE MDS MAROC) 8H48.51
3 AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 9H00.45

FEMMINILE
1 KLEIN Laurence (FRA) - 11H05.38 
2 HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 11H29.37 
3 MEEK Joanna (GBR) 11H33.50   


Tour Monviso Trail - dal progetto alla realta'

Trail l'1 settembre 2013. Iscrizioni aperte dal 15 aprile

Definito l’assetto organizzativo istituzionale (Parco del Po Cuneese) ed operativo (Comitato tecnico – organizzativo),  il Tour Monviso Trail entra nella fase realizzativa con l’apertura ufficiale  delle iscrizioni previste tramite il sito Wedosport dall’imminente lunedì 15 aprile.

La data individuata per la circumnavigazione del Re di Pietra è il 1° settembre e la “location” per partenza ed arrivo il concentrico del Comune di Crissolo.
Tutte le informazioni sul sito www.tourmonvisotrail.it 

La grande aspettativa del popolo dei Trailer e la necessità di stabilire un numero massimo di partecipanti consigliano una scelta tanto meditata quanto tempestiva da parte degli appassionati.  

MARCIA DI AVVICINAMENTO - Una proposta di tabella di avvicinamento all’appuntamento con il Monviso?  

Domenica 28 Aprile a Brossasco (Cn)  il Vallevaraitatrail 
– Campionato Regionale di Corsa in Montagna “Lunghe Distanze) – Info sito www.valvaraitatrail.it    

Domenica 5 Maggio a Villar di Bagnolo P.te (Cn) il Memorial Maurino
– Gara Regionale di Corsa in Montagna – Info: www.podisticavalleinfernotto.it  

Sabato 25 maggio a Forno Canavese (To) il Trail del Monte Soglio
– Info: www.trailmontesoglio.it    

Domenica 26 Maggio a Barge (Cn)  Barge – Montebracco – Sulle orme dei Trappisti
– Campionato provinciale di Corsa in Montagna  - Info: www.podisticavalleinfernotto.it   

Domenica 2 Giugno a Crissolo (Cn) il Monviso Vertical Race
– Campionato Regionale di Vertical Kilometer – Info: www.podisticavalleinfernotto.it   

Domenica 9 Giugno a Angrogna (To) il Trail del Monte Servin
– Info: www.sportclubangrogna.it   

Domenica 14 Luglio a Bobbio Pellice (To) la 38° Tre Rifugi Val Pellice
– Info: www.3rifugivalpellice.it   

Varianti alla 'tabella' dettate da problemi logistici o di scelta personale sono permesse purché si rispetti la sostanza!   
Segue riposo e  recupero attivo ed il 1° Settembre: Buongiorno Monviso!!!   


Marathon des Sables, Salaris terzo dopo due tappe

MdS Live - Tra le donne Arrigoni settima

Ecco spiegato il perché Ski-alper, che è prettamente una rivista di montagna, si è spinta fino nel cuore del Sahara marocchino: qui le montagne ci sono, eccome! Chi s’immagina il deserto come una distesa pianeggiante intervallata da dune sabbiose (gli Erg in lingua berbera) e mutanti si sbaglia di grosso. Gli 'jebel', come li chiamano da queste parti, sovrastano il panorama e dominano maestosi le enormi e desolate vallate sabbiose. La tappa di ieri, da Oued Tijekht a Jebel El Otfa,  ha portato i concorrenti a scavalcare ben tre di queste montagne per una distanza complessiva di 30,7 km e un dislivello positivo finale assai considerevole. 

PARTENZA VELOCE -
La tappa è incominciata con un piatto di 7,5 km, dove gli atleti più forti hanno letteralmente lanciato la loro corsa. È stato uno spettacolo vedere i migliori della specialità dispiegare la propria falcata sul terreno sabbioso, un’azione potente ma al contempo leggera. In questo primo tratto non ci sono state dune di sabbia fine ma comunque il terreno è morbido e soffice. I primi assestano il loro ritmo attorno ai 4’15'' al km, tra questi il nostro Filippo Salaris secondo in classifica generale dopo la prima tappa. Parte fortissimo il Jordano Salameh Alqra, vincitore nella passata edizione e ieri attardato da problemi muscolari. Conosco Salameh da tre anni, ci scriviamo spesso, è un ragazzo simpatico, disponibile, con un sorriso affabile e contagioso. Quando lo vedi e parli con lui ti mette sempre di buonumore.  Anche in gara è un atleta molto corretto. Dopo aver visto lo start mi dirigo veloce con il fuoristrada lungo il sentiero di gara fino a raggiungere i top a tre km dalla partenza. Salameh spinge forte, il suo respiro è affannato e  si capisce subito che vuole recuperare cercando di dare il massimo. Lo seguono Mohamad Hansal con alle spalle il nostro Filippo Salaris che, con un atteggiamento accorto, si fa 'tirare' da Hansal e rimane alle sue spalle proteggendosi dal vento contrario. A seguire, la truppa dei migliori con lo spagnolo Capo Solare e gli altri forti marocchini. Passa Marco Olmo in ventesima posizione.

LE PRIME MONTAGNE -
Dopo 7,5 km ecco la prima montagna, Jebel Hared Asfer, rocciosa e ripida. I primi la attaccano con falcata rapida e passo corto. Quando arrivo Olmo si mette nella sua classica posizione da montanaro vecchia maniera, busto ricurvo e mani conserte dietro alla schiena. Sale non solo il sentiero ma anche la temperatura, nel frattempo sono le nove del mattino e il sole incomincia a farsi sentire deciso. Un lungo passaggio in cresta regala ai concorrenti l’ennesimo panorama mozzafiato sulle vallate circostanti. Credo che ogni concorrente abbia pensato alla fatica ma anche a quanto ne sia valsa la pena. Un lunga discesa portai al Check Point 1 del  12 km. Nel frattempo lo spagnolo, forte della propria esperienza in montagna, ha scavalcato Salaris. Tra i primi troviamo anche Vincent Delabarre, vincitore di una edizione dell’UTMB, Cristoph Le Saux, secondo al Tor des Geant e il portoghese Carlos Sa, quarto all’UTMB 2012. Al quindicesimo km l’attraversamento di un Ohed (fiume secco), il Rheris, poco prima di attaccare la seconda montagna, Jebel Joua Baba. La salita al 15% di dislivello e un misto di sabbia e rocce, qualche centinaio di metri di una e poi dell’altra. Visto dal basso offre un incredibile colpo d’occhio.  Nel frattempo il mio fuoristrada, condotto da Chaffeur Sahid, deve compiere qualche passaggio spericolato per riuscire ad uscire dal letto del fiume nel quale ci eravamo incanalati anche noi. Alzo la testa e vedo gli atleti in alto correre sulla cresta rocciosa, segnalata nel Road Book come uno dei passaggi più tecnici di tutta la gara. Una volta ridiscesi a valle altri 6 km di piatto portano gli atleti al Check Point 2. Le posizioni tra i top runner sono quelle che si manterranno fino all’arrivo. Mi fermo circa un’ora e mezza al CP2, a memoria della mia MdS 2010 come concorrente, lo ricordo come uno dei punti più critici di tutta la competizione. Gli atleti arrivano distrutti dalla fatica, il viso plasmato dalla sofferenza fatta di caldo, sudore e dolore ai piedi. Molti provano spossatezza altri nausea.

IL GRAN PATRON -
Arriva il gran patron Patrick, come al solito una battuta e una stretta di mano a tutti i suoi uomini dell’organizzazione presenti al controllo. Conosce tutti per nome, li saluta, li abbraccia. Arrivano i concorrenti e lui li incita, li incoraggia. Molti mi chiedono di poter fare una fotografia con lui passandomi la loro fotocamera. Vogliono avere impressa la loro immagine a fianco di quella del 'mito'. Passano tre spagnoli, si ristorano, bevono, e ripartono. Patrick nota che le loro braccia sono bruciate dal sole, la pelle è rossissima. Li insegue e chiede loro di trattenersi un attimo, poi di corsa si dirige al suo fuoristrada uscendone con un botticino di crema solare. La spruzza lui stesso e spalma sulle braccia dei concorrenti. Sono basito e mi avvicino al fine di immortalare questo momento. Un atleta sorride mi guarda e in francese mi dice « Pazzesco… il direttore di gara che spalma la crema sulla braccia dei concorrenti, succede solo alla MdS». Io rispondo di sì, è come se Bernie Ecclestone cambiasse le gomme ad un macchina di Formula 1 durante un gran premio. Questo particolare fa capire quanto quest’uomo ami profondamente la sua creatura e tutti gli uomini e donne che la popolano, siano essi volontari o corridori.

LA TERRIBILE ASCESA FINALE -
Fermi al CP2 gli atleti alzano gli occhi ed eccolo, il 'mostro' Jebel El Oftal. Mancano 6 km all’arrivo ma prima bisogna scavalcarlo. Un km in falsopiano in salita conduce i concorrenti alla sua base. Poi l’attacco con quasi mille metri di dislivello in mille metri. La base è sabbiosa, poi incominciano i passaggi tecnici su roccia. Poco prima di arrivare alla sommità le corde aiutano gli atleti a compiere gli ultimi metri di arrampicata. Mi sembra si essere al trofeo Kima. Una volta in cima lo spettacolo è affascinante, non solo per la vista sulla vallata sottostante ma soprattutto per la presenza di rocce blu cobalto che si stagliano in una distesa di sabbia ocra. La discesa è altrettanto tecnica e i corridori devono stare molto attenti in quanto le rocce blu, oltre ad essere molto belle alla vista, sono anche molto insidiose per la corsa, sono molto lisce ed è facile cadere. Il portoghese Carlos De Sa cerca di allungare e riprendersi il distacco che in classifica generale lo separa da Salaris, appena dietro di lui. Finita la discesa un km di dune bellissime e sinuose porta al bivacco. Un giusto 'spaccagambe' come ciliegina sulla torta.

L’ARRIVO DI PAOLO ZUBANI
 - Sono le 18:20 ora locale, esco un attimo dalla tenda Presse (la sala stampa) per prendere una boccata d’aria. Lo sguardo si dirige in direzione della linea d’arrivo, in lontananza scorgo un puntino grigio con lo zaino giallo.  È Paolo Zubani, il 'capo' della spedizione italiana. Gli corro incontro, mi inchino a lui e lo abbraccio. Paolo è un duro, partito dall’Italia con una distrazione di primo grado al polpaccio sinistro, anche oggi ha dimostrato che per portare a termine 24 edizioni della MdS bisogna essere corazzati d’acciaio, dentro e fuori. Immediatamente mi chiede se tutti gli italiani stanno bene e come siano andati in classifica. Ecco un altro come Patrick Bauer, per questo sono grandissimi amici, il loro cuore come si direbbe in gergo cestistico 'fa provincia'. Oggi un’altra tappa, 38 km di pura fatica. Andiamo forza… qui non si molla niente.

CLASSIFICHA 2° TAPPA

MASCHILE

1. AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 2H38'48 
2. AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 2H43'19 
3. EL AKAD Aziz (MAR - SOLIDARITE MDS MAROC) 2H44'02 
4. CAPO SOLER Miguel (ESP) 2H53'20 
5. SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 2H56'20
14- OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 3H22’41

FEMMINILE
1. KLEIN Laurence (FRA) - 3H38'40 
2. HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 3H42'33 
3. MEEK Joanna (GBR) 3H53'05 
4. SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 4H11'17 
5. CRAWFORD Cynthia (USA – DREAMCHASERS) 4H11’33
10. ARRIGONI Giuliana (ITA – FREELIFENERGY) 4H24’02
11. MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 4H28’39

CLSSIFICHA GENERALE

MASCHILE
1. AHANSAL Mohamad (MAR - UVU RACING) 5H29'45
2. EL AKAD Aziz (MAR - SOLIDARITE MDS MAROC) 5H48'34 
3. SALARIS Antonio Filippo (ITA - FREELIFENERGY) 5H51'46 
4. CAPO SOLER Miguel (ESP) 5H53'54 
5. AL AQRA Salameh (JOR - JORDANIAN AND KUWAITI TEAM) 5H57'00
15. OLMO Marco (ITA - ULTRABAG MDS/WAA 1) 6H57’20

FEMMINILE
1. KLEIN Laurence (FRA) 7H18'02 
2. HICKS Meghan (USA - DREAMCHASERS) 7H35'24 
3. MEEK Joanna (GBR) 7H39'02 
4. SALT Zoe (GBR - SOLIDARITY MDS) 8H13'16 
5. GRANT Sophie (NZL) 8H32'20
7. ARRIGONI Giuliana (ITA – FREELIFENERGY) 8H38’40
14. MODIGNANI Alice (ITA - RUN & TRAVEL ESSENTIAL TEAM) 9H25’26        


Andrea Regazzoni e Rossana More' al Canto

La gara di ieri era organizzata da ASD Carvico Skyrunning

Si è svolto ieri, con partenza dal Parco Serraglio di Carvico (Bg), lo skyrunning del Canto, gara competitiva di 23 km e 1.280 m D+, organizzata dall’ASD Carvico Skyrunning. Ottimo il riscontro di partecipazione con 268 atleti che hanno concluso la prova. In campo maschile vittoria di Andrea Regazzoni, X-Bionic Running Team, con il tempo di 1h49.37 seguito da Clemente Berlinghieri a 5’23’’ e da Roberto Antonelli a 9’06’’. Tra le donne, vittoria di Rossana Morè, Altitude Race, in 2h26.09 seguita da Lisa Buzzoni a 1’30’’ e da Ester Scotti a 2’01’’.

TOP 5 UOMINI
1. Andrea Regazzoni (X-Bionic Running Team) 1h49.37
2. Clemente Berlinghieri (Valetudo Skyrunning) 1h55.00
3. Roberto Antonelli (Altitude Race) 1h58.43
4. Erik Gianola (AS Premana) 1h59.40
5. Dario Rigonelli (OSA Valmadrera) 1h59.40  

TOP 5 DONNE

1. Rossana Morè (Altitude Race) 2h26.09
2. Lisa buzzoni (Altitude Race) 2h27.39
3. Ester Scotti (Valetudo Skyrunning) 2h28.10
4. Giovanna Cavalli (Runners Bergamo) 2h34.28
5. Monia Acquistapace (Sport Race Valtellina) 2h35.12 


Trail Marmorassi, vincono Barnes, Ghisellini e Oliveri

Nella gara maschile primo posto a pari merito

Si è svolto ieri il quarto Trail di Marmorassi, 30 km e 1.500 m D+ con partenza e arrivo a Savona. Vittoria di Alberto Ghisellini e Pablo Barnes, a pari merito, che succedono al compagno di team Sergio Vallosio, vincitore dell’edizione 2012. Per loro un tempo finale di 2h35.52 e una corsa condotta insieme per 20 km. Nei top 5, interrompe il dominio degli atleti del Team Salomon Agisko un ottimo Gianfranco Bedino, Atletica Vercelli 78, con soli 5’30’’ di distacco dai vincitori, seguito da Ernesto Ciravegna a 1’30’’ e Ivan Pesce a 7’30’’. Tra le donne vittoria di Virginia Oliveri, anche lei portacolori del Team Salomon Agisko, che con il tempo finale di  2h56’13’’ ottiene anche il nono tempo assoluto. Per l’italo-argentina, un distacco di 57’ sulla seconda classificata, Teresa Mustica del Cambiaso Risso e di 58’ su Elena Calcagno.

TOP 5 UOMINI
1. Alberto Ghisellini (Team Salomon Agisko) 2h35.52
2. Pablo Barnes (Team Salomon Agisko) 2h35.52
3. Gianfranco Bedino (Altetica Vercelli 78) 2h41’30
4. Ernesto Ciravegna (Team Salomon Agisko) 2h43.00
5. Ivan Pesce (Team Salomon Agisko) 2h48.54  

TOP 3 DONNE

1. Virginia Oliveri (Team Salomon Agisko) 2h56.13
2. Teresa Mustica (Cambiaso Risso) 3h53.23
3. Elena Calcagno 3h54.26  


Trail del Collio, triplete US Aldo Moro Paluzza

Successo di Nardini e Romanin, seconda Theocharis

Grande successo per l’ASD Maratona delle Città del Vino, organizzatrice della prima edizione del Trail del Collio, svoltosi ieri a Cormons (Go), a poca distanza dal confine italo-sloveno. La manifestazione ha visto la presenza di circa 1.200 atleti tra la gara competitiva di 35 km e 600 m D+ e la marcia non competitiva di 9 km.  Vincitore di giornata Marco Nardini, US Aldo Moro Paluzza che ha concluso la prova in 1h35.50, staccando Andrea Moretton di 37’’ e Paolo Masarenti di 2’08’’. Tra le donne, vittoria di Paola Romanin, US Aldo Moro Paluzza, in 1h54.37 con un vantaggio di 1’04’’ sulla compagna di squadra Dimitra Theocharis. Terza classificata Federica Qualizza. In totale sono stati 392 gli atleti che hanno portato a termine la prova competitiva.

TOP 5 UOMINI
1.Marco Nardini (US Aldo Moro Paluzza) 1h35.50
2. Andrea Moretton (G.P. Livenza) 1h36.27
3. Paolo Massarenti (S. Giacomo) 1h37.58
4. Gabriele Fantasia (Atl. Biotekna Marconi) 1h38.41
5. Alessio Milani (Fincantieri Atl. Monfalcone) 1h40.11

TOP 5 DONNE
1. Paola Romanin (US Aldo Moro Paluzza) 1h54.37
2. Dimitra Theocharis (US Aldo Moro Pauzza) 1h55.41
3. Federica Qualizza (G.S. Natisone) 2h07.18
4. Raffaella Rizzetto (Venezia Runners) 2h10.07
5. Maria Teresa Ronchi (Atl. Dolce Nord Est) 2h10.36 


Marathon des Sables, Salaris secondo

MdS Live - Dopo la prima tappa Giuliana Arrigoni quinta

Il deserto si sa è una terra inospitale, qui ci vivono persone dure, ed è per quello che i marocchini e giordani la fanno da padrone in casa loro. Un italiano però, proveniente da una terra altrettanto aspra, ha cercato ed è riuscito a scalzare la loro padronanza. E’ il sardo Filippo Salaris che oggi, nella prima tappa di 37,2 km, con il tempo finale di 2h55.25 è giunto secondo a soli 4’29’’ dal marocchino Mohamad Ahansal. Alle sue spalle lo spagnolo Miguel Capo Soler in 3h00’33’’. Segue il trio marocchino composto da Lhoucine Akhdar, Aziz El Akad e Samir Akhdar. Il giordano Salameh al Aqqra, primo lo scorso anno, è nono in 3h13’40’’. Ottima anche la partenza di Marco Olmo, ventesimo assoluto in 3h34’39’’. Tra le donne, vittoria di tappa per la francese Laurence Klein in 3h39’21’’. La prima italiana è Giuliana Arrigoni, quinta in 4h14’38’’, seguita da Emanuela Scilla Tonetti, nona in 4h39’52’’. Da segnalare i francesi Vincent Delebarre, decimo in 3h15.36, e Christophe Le Saux, undicesimo in 3h18’08’’. 

BIVUAC 2
- Il percorso oggi si è svolto in una valle bellissima, enormi pianori interrotti da montagne irte e maestose. Un susseguirsi di sabbia color ocra intenso e rocce completamente nere. Il colpo d’occhio è affascinante… sembra un enorme “crème brulè quasi avessero svolto qui una puntata di Master Chef. Il mio autista guida velocemente, spingendo il fuoristrada su una pista che affianca quella dei corridori. Ogni tanto non resisto e gli chiedo di fermarsi. Il panorama è troppo bello, il mio occhio mi chiama e le mie macchine fotografiche vogliono a tutti costi imprimere nei loro sensori da milioni di pixel quelle milioni di pietre mere millenarie.

LE FASI PREPARATORIE -
La giornata era iniziata bene. Un notte molto fredda ma in cui il vento, che aveva sferzato forte in quella precedente, non si è quasi avvertito. Sono le 5,30 del mattino, arrivano tuareg assoldati come manovalanza per montare e smontare le tende. Gli umori degli italiani sono al meglio. Dopo averlo a lungo sognato, il 'via' della Marathon des Sables è a portata di mano, anzi di occhio. Nella notte gli addetti dell’organizzazione hanno montato l’arco di partenza. Lo start sarà la catarsi di centinaia di ore di allenamento, di tabelle di preparazione,  di studio meticoloso dell’attrezzatura. Ma prima bisogna godersi questo irripetibile momento fatto di tensione, gioia, di paura (perché no… si affronteranno 250 km da svolgersi in autosufficienza  - 6 tappe in sette giorni) e orgoglio di sé stessi. Non mancano le foto di rito, singole e di gruppo. Si perché è solo da tre giorni che conosci il tuo compagno di tenda ma ti sembra di essere suo amico da sempre. Questo legame si rafforzerà per tutta la settimana e per molti si protrarrà per tutta la vita. Come dice Paolo Zubani, alla luce delle sue 24 edizioni, «i migliori amici della mia vita li ho conosciuti proprio qui, alla Md».

LA PARTENZA -
Alle 8,30 tutti sotto alla linea di partenza, Patrick Bauer dopo aver salutato il Ministro dello Sport Marocchino nonché inviato speciale per la manifestazione di sua maestà Re Mohammed VI, come da usanza sale sul tetto della Land Rover Defender, prende in mano il microfono e inizia il breafing pre tappa. Sotto di lui il 'suo' popolo, tutti lo adorano, lo incitano, lo ringraziano, per aver avuto l’intuizione di creare 28 anni fa questo meraviglioso girone dantesco che si chiama MdS. Dopo una dettagliata spiegazione di come si dipanerà la prima tappa, la musica incomincia a salire forte … ci siamo! L’adrenalina è a mille, dentro e fuori la linea di partenza. Una magia che contagia non solo i corridori ma anche tutte le altre 500 persone addette all’organizzazione (compresi giornalisti, fotografi e operatori di 15 televisioni).
Sempre come da tradizione le casse incominciano a sparare Higway to hell degli AC.DC… meno dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno…. viaa! La lunga coda di corridori si snocciola via via lungo l’orizzonte, uscendo dall’enorme pianoro che ha ospitato il bivuac 1, fino ad addentrarsi in mezzo alle montagne. Molti corrono (i primi anche molto veloce), altri camminano. Per i primi percorrere i 37,2 km della prima tappa sarà questione di poco meno di tre ore, per gli altri molto, molto di più. 

SALARIS CONTROLLA -
Partito alle spalle dei mostri, il nostro Filippo Salaris si è appostato a circa 25/30 metri di distanza da loro così da poterli controllare anche qualora dovessero dividersi in due o più gruppetti. Per lui una gara molto tattica svolta in continuo crescendo, con ritmi che sul piano si assestavano attorno ai 4’20”/km e che lo hanno portato, km dopo km, a rosicchiare terreno al primo gruppetto e ad assestarsi in seconda posizione fino all’arrivo.

OLMO SUPERSTAR -
secondo degli italiani Marco Olmo, ventesimo al traguardo, che dichiara di aver patito un po’ troppo le lunghe pietraie e il forte vento contrario. D'altronde si sa, lui non è un corridore 'muscolare', fa delle sue armi vincenti la regolarità e la 'testa', ma deve poter trovare un terreno adatto per dispiegare il suo passo leggero e continuo.  Appena taglia il traguardo tutte le televisioni lo assalgono. Lui è e rimane la star, l’uomo che a sessant’anni si è permesso di vincere due  edizioni dell’UTMB, l’uomo che oggi, quando di anni ne ha 64, si permette di mettere dietro alle sue spalle fior fiore di giovanotti muscolati edsuper allenati. Molto bene anche la nostra Giuliana Arrigoni, quinta tra le donne e settantaquattresima assoluta e giunta, al traguardo solo qualche attimo prima di Marcello Vendramin con il quale ha condiviso tutto il percorso di tappa.

LE IMPRESSIONI DI FILIPPO SALARIS -
Salaris, ora sta bene ed è rilassato sotto alla propria tenda. Mi racconta la sua tappa passo dopo passo e dice a me (ma soprattutto a se stesso) di non sentirsi un campione. Vuole (e deve) rimanere con i piedi per terra e dare il massimo anche domani; il tutto senza strafare perché, come già detto, il deserto è come la montagna… se lo sfidi lui ti batte. Sempre!
 


Marathon des Sables, fra poche ore il via

MdS Live - il diario della vigilia del nostro inviato

IL BIVACCO - Dopo 6 ore di viaggio eccoci qui: Bivuoac n.1. Il deserto ci ha dato il suo biglietto da visita accogliendoci con una bufera. Non proprio tale, solamente un forte vento, quanto basta per farti capire che il deserto è come la montagna: gli devi  portare rispetto perché la sua potenza può essere devastante! Oltre alla bufera un evento quanto mai raro da queste parti, la pioggia. Il tutto durato un’oretta poi il sereno. Gli atleti hanno preso confidenza con quella che per sette giorni sarà la loro casa, ovvero la loro tenda. Le tende vengono assegnate dall’organizzazione, ognuno sa quale sarà la propria; una volta sotto bisognerà trovare l’accordo tra gli otto occupanti, scegliere la posizione, dividere gli spazi. Ieri sera cena a carico dell’organizzazione, tutti i 1.200 ordinatamente in fila. Manco a dirlo il primo è sempre lui Marco Olmo. Il primo a salire sul pullman, il primo a fare la coda per la cena o per le bottiglie d’acqua. Come diceva il buon Colonnello - o il Varano come lo soprannominò Patrick Bauer, patron della MdS (all’anagrafe Giorgio Simonetti) - il giorno che non vedremo Marco in testa alla fila allora dovremo preoccuparci: o non sta bene o la fine del mondo si avvicina. La prima note l'abbiamo con un forte vento a scuotere le tende e ad accompagnare i sogni e i timori dei corridori. Fuori le stelle arrivano a toccare terra, e questa è una delle caratteristiche - anzi delle magie - di questo posto, meraviglioso, mitico e mistico  che si chiama Sahara Desert.

LA NOTTE - La prima notte trascorsa al bivacco è stata per molti di noi una notte insonne. Il freddo era pungente e la bufera ha sferzato le tende mettendone a dura prova la resistenza. Bisogna dire che i berberi, assoldati dall’organizzazione per montare le tende, lo fanno bene. D'altronde la loro è una tradizione millenaria in tal senso. Svegli nei loro giacigli, avvolti nei sacchi a pelo, giubbotti e berretti indossati, gli atleti hanno avuto una notte intera per pensare. Il corpo vorrebbe riposare ma la testa viaggia a mille. Ritornano in mente le centinaia sedute di allenamento, con il caldo e con il freddo… saranno bastate? Mi sono allenato a sufficienza…e nel modo corretto?  Il conforto viene pensando ai parenti ed agli amici che stanno tifando per loro a distanza di migliaia di chilometri. …. Beh forse sono stato un po’ egoista… quante ore ho sacrificato alla famiglia al fine di prepararmi per questa avventura… con gli stessi soldi avrei potuto portare la fidanzata (o la moglie) in un hotel a cinque stelle per una settimana. Boh, oramai siamo qui. Il dado è tratto, almeno un volta nella vita valeva la pena provarci… proviamo a dormire, senza riuscirci. Pensare e ripensare all’attrezzatura, in definitiva cosa portare con sè e cosa lasciare 'a terra'. Ci saranno solamente poche ore per definire il tutto; oggi infatti verranno effettuati i controlli obbligatori dell’attrezzatura e della documentazione (esami medici) e poi gli atleti dovranno lasciare la loro valigia all’organizzazione e rimarranno in 'assetto da gara'. La macchina organizzativa lavora a pieno ritmo, ormai un sistema ipercollaudato, un ingranaggio fatto di centinaia di addetti perfettamente sincronizzati ed addestrati.

LO STAFF -
L’organizzazione è così suddivisa: Commissari di gara, Commissari di bivacco, Controllori, Cronometristi, Pisteur (tracciatori), Addetti stampa, Fotografi, Medici, Addetti alla logistica, Autisti, Piloti (per gli elicotteri e gli aerei), Addetti alla gestione ambientale, Meccanici. Ciascuno indossa il giubbotto fornito dall’organizzazione con scritto sulla schiena la propria categoria. Tra di loro si aggira sorridente e di buon umore il gran capo: Patrick Bauer, un gran comunicatore ma ancor prima un gran motivatore. Non risparmia un sorriso e una pacca sulla spalla a nessun concorrente che incrocia, ma ancor meno a tutti i 'suoi' uomini. Dal medico fino al beduino. Un esercito di uomini e donne che da anni lo segue fino a qui, al fine di rendere possibile un evento di tali dimensioni in luogo così remoto. Entro nella grandissima tenda dei controlli, i commissari effettuano con scrupolo e maniacale precisione la verifica del materiale, consegnano il materiale fornito dall’organizzazione (trasponder, razzo di segnalazione, pastiglie di Sali, kit per la medicazione dei piedi), pesano lo zaino e infine consegnano a ciascun concorrente il proprio pettorale, anzi due.  Per tutto il tempo di gara andranno indossati, ben visibili, uno sul fronte e uno sul retro. Un punto sui materiali per tornare a parlare dei nostri migliori italiano sul campo. Come hanno organizzato lo zaino e qual è il materiale che si porteranno con loro. 

IL SACCO LEGGERO DI OLMO - Marco Olmo, quest’anno, propone tre novità: scarpe nuove, zaino nuovo, sacco a pelo nuovo.  Il tutto rigorosamente modificato per ridurne il peso e/o l’ingombro. Il sacco a pelo ad esempio dagli originali 440 grammi dopo la 'cura dimagrante by Olmo' è diventato 390, risultato ottenuto ritagliando ogni dettaglio superfluo: laccetti, pattina della cerniera, cordini per appenderlo, ecc… Un cambio anche nel piano alimentare: quest’anno ha deciso di alimentarsi di più in gara e pertanto invece delle solite 31 barrette energetiche saranno 35. Molti di voi penseranno… un’inezia. Invece per un top runner un simile cambio è frutto di accorata meditazione ed ha una finalità precisa. Il suo zaino pesa (senz’acqua) 6,5 kg ed è al limite minimo di quanto consentito dal regolamento. Filippo Salari: il suo zaino pesa (anch’esso misurato senz’acqua) 6,8 kg. Anche lui ha cambiato il proprio piano alimentare rispetto alla precedente edizione, gara in cui si piazzò settimo assoluto. Nel 2012 portò con sé quasi esclusivamente pasta liofilizzata, alimento che dopo il quarto giorno incominciò a nausearlo. Quest’anno la dieta sarà più variegata: prosciutto crudo, bresaola, polenta. Mi svela due segreti, due 'bombe' da tirare fuori quando la stanchezza si farà sentire e il conforto andrà cercato in ogni cosa: due filetti di bottarga e un sacchetto di pane carasau. Un pezzo di Sardegna. In una gara di questo genere gli aspetti psicologici sono fondamentali ed ogni dettaglio, ogni particolare che possa farci ricordare chi siamo e quali siano le nostre abitudini ci riconduce alla nostra quotidianità e ci riporta in quella che gli psicologi chiamerebbero 'zona di confort'. La giornata trascorre lenta, sotto alle proprie tende, al riparo dal sole cocente. Fuori la temperatura sfiora i 40 gradi. Ciascun atleta per il momento cerca di minimizzare ogni movimento con l’intento di conservare le forze per domani. Mancano ormai poche ore al fatidico start della Sultan Marahon des Sables 2013.