Aspirante outdoor reporter
Aneddoti dietro a immagini, video e commenti dal vivo
E’ stato bello alla Trans D’Havet, con un fuoco incrociato a livello mediatico come raramente si è visto in un’ultra in Italia. Carlo, Damien, Leonardo, Laca, Ian, Joana, Matteo, Maurizio, Riccardo e io, almeno tra i conosciuti, ognuno con la propria strategia, tutti con lo stesso sogno, ovvero di catturare l’immagine, il video o scrivere la frase che possano interessare il lettore, che riescano a trasmettere le stesse emozioni che si vivono sul campo a chi segue da casa.
Ci si arrangia, si cerca di imparare, si sta attenti a cosa fanno glia altri. Ci si districa tra cellulare, macchina fotografica e PC. Il sogno per tutti è il Wi-Fi onnipresente. La cruda realtà, invece, e che spesso si combatte con quella flebile e unica maledetta tacca.
Ore 16: Vadagno - Urca ragazzi che bel lavoro, mai vista una cartella stampa fatta in questo modo. Grazie, ricordati di segnarti per la password del wi-fi. La partenza è subito qui nella piazza mentre il ritiro pettorali è al palazzetto, in fondo alla via dopo il ponte a destra. Ti serve il servizio navetta per seguire la gara? Ne abbiamo predisposto uno per la stampa. Ok, perfetto! Alle 11 partite subito dopo il briefing. Ci si vede questa notte a Rocchette.
Ore 17:00 Valdagno - A Chamonix mi sono ritrovato quasi tutte le foto mosse, mi aiuti a regolare la macchina? Si, devi regolare la messa a fuoco, così non va bene. E abbassa l’Iso e ricordati che il bilanciamento del bianco alle volte con la Nikon è una rogna. Ok, grazie. Domani sarà dura con questo caldo! Si ma mai come in inverno, alle volte ti trovi in condizione che non riesci neanche più a muovere le dita tanto le mani sono congelate. Lavorare in alto come al Mezzalama è sempre dura. Posso offrirvi un altro giro? Ok, due birre e un caffè, grazie.
Ore 21:00 Valdagno - Cosa faccio, vado a cercare un posto da qualche parte per chiudere occhio? No, non ne vale la pena, tra poco più di un’ora c’è il briefing e poi alle undici partono le navette per Piovene Rocchette. Preferisco andare al ritiro pettorali così faccio due foto e le carico subito su Facebook. Se non ci fosse la rete così in evidenza sarebbe bella, meglio entrare nel campo e fotografare da lì. Tutti seduti in fila mentre ascoltano, se da in fondo riesco a prendere anche Enrico mentre parla uso questa.
Ore 24:00 Piovene Rocchette - Questa è bella, la partenza di un campionato europeo nel bel mezzo di una festa in piazza con tanto di gente che balla il latino americano e di ragazzi tirati a puntino. Dai che ho almeno venti minuti di tempo, mi siedo a quel tavolo e mangio qualcosa. Il problema cellulare è risolto, il pulmino ha l’uscita USB, adesso cerco di rilassarmi. Dai che a quell’età anche noi eravamo così alle feste della birra. E poi chissà cosa pensano di noi, a mezzanotte vestiti in questo modo! Bella li, dai che mi viene bene la foto di quel concorrente in coda al bar di fianco a quella ragazza così tirata che lo guarda male. Ma cosa gli spunta a DROZ dallo zaino, ha messo un faro? Si non è la prima volta, l’aveva già usato a Chamonix. Boh, io non ho neanche il flash esterno, speriamo in bene.
Ore 2:00 Verso Colletto Grande - Già di mio se non guido soffro la macchina, inoltre questi tornanti di certo non aiutano. Ci provo, voglio portarmi avanti con la gallery. Apro il Mac, infilo la scheda e incomincio a selezionare le foto. Nuova cartella, transdavet. Apro, ingrandisco, guardo, sposto. Diciamo che mi sono salvato, di notte pensavo peggio. Che senso di nausea con questi tornanti. Dai, tengo duro, almeno questa è fatta. Spengo e respiro profondo, cerco di non pensare alla strada.
Ore 5:00 Pian delle Fugazze - Philipp si è ritirato, si è tagliato il ginocchio cadendo. No... peccato! Hai voglia di un caffè? Di un te, gracias, ma abbiamo tempo? Si, li danno qui tra non meno di quindici minuti. Questa signora, oltre a essere una bella donna è anche la mamma del ragazzo che è in testa alla corsa, di Kilian. Ah, piacere, allora complimenti signora. Gracias. La foto la prendo più in alto, mentre scendono dal sentiero. Scusa, mi avvisi quando li vedi arrivare? Si ti fischio. Ok. Eccoli, davanti c’è Luis. Fatta! Corro al ristoro per prenderne altre. Ma partiamo subito? Si, altrimenti non arriviamo in tempo a Campogrosso. Ok, allora provo a caricarle in viaggio, magari la linea è migliore.
Ore 5:30 Passo Campogrosso - Certo che se riuscissi a usare il cellulare con la sinistra, potrei scattare le foto in contemporanea con la macchina fotografica. Oppure mi servirebbe un cavalletto e un telecomando come fa Ian. Farò pratica a casa, adesso non posso permettermi di sbagliare. Le inquadrerò in lontananza, così da avere almeno quattro o cinque secondi per usare il telefonino. Lo accendo già in modalità sport e lo tengo tra le ginocchia, così muovendolo sono sicuro che non si spegnerà nel momento buono, mi mancherebbe il tempo di riaccenderlo. Ok, prese, adesso le seguo fino al ristoro. Alè Emelie, alè Nuria, super! Qui ho qualche secondo in più, prima uso la macchina poi il telefonino ma senza stress. Ok è fatta, speriamo in bene. Per Facebook ne prendo una del ristoro, bella questa mentre ripartono insieme! No, non c’è campo, no! Provo andare su più in alto al punto di controllo, una tacca. Dai che ci riesco. Ritaglio quadrato, contrasto, salva. Devo tenere il telefono a terra immobile, la tacca va e viene. Ci provo, gestore pagine, condividi foto, e tra le donne, altro bel duello testa a testa tra Emelie Forsberg e Nuria Picas, ok. Si spegne il telefono, lo riaccendo. L’avrà caricata? Refresh, no, non c'è nulla. Ci riprovo ma non devo falo andare in stand-by. Refresh, ok, è andata. Tiro un sospiro di sollievo e corro di nuovo verso il ristoro. Mi dai i distacchi a Pian delle Fugazze? Trisconi a quanto è passato? Dai Stefano che stai facendo un garone, vai sereno, sei a quattro minuti da Csaba. Si, non voglio forzare troppo perché la salita è dura. Me la prendo comoda per poi andare sciolto dopo. Vai Stefano, sei un grande, grande gara!
Ore 10:00 Valdagno - Che pacchia, una sala stampa a 50 metri dall’arrivo con tanto di Wi-fi efficiente. Fantastico, mi posso dimenticare il telefonino. Vado, scatto e torno di corsa a scaricare le foto sul Mac. Se solo annunciassero gli arrivi prima dei 300 metri finali, eviterei ogni volta di correre all’impazzata. E’ un dettaglio, fosse sempre così ci sarebbe da metterci la firma. Certo che già fa caldo di suo, però sembra che il sole batta proprio sulla linea del traguardo. Caldo vero? Impressionante, oggi è dura. Arrivano, arrivano, sono insieme, nessuno sprint. Grandi! Grande Kilian, grande Luis! Bella questa mentre si versa l’acqua in testa. Dai, però spostati, di foto ne hai già fatte, lascia spazio anche agli altri. Oh, senza rancore! Perfetto, tanto adesso c’è confusione, gli parlo dopo, vado subito a scaricare le foto. Bella, proprio mentre si stringono la mano, dai che metto su questa. La ritaglio sempre quadrata e ci metto il bordino bianco, I campioni europei Ultra, Kilian Jornet e Luis Alberto Hernando.
Ore 13:00 Valdagno - Ciao Enrico, grazie di tutto, siete stati veramente grandi, tutto organizzato alla perfezione. Grazie a te, tra tutti avete fatto un gran bel casino. Dai che ci si sente presto.
Ore 16:00 Premana - Bello il tir della Rai, certo che qui fanno le cose in grande. Dai che ci facciamo una foto appoggiati alla macchina. Ok, però cattivi, del tipo never stop reporting! Silvia, hai voglia di fare una foto con Bernard e Martin che la metto su Facebook? Grazie ragazzi, in bocca al lupo per domani. Spero che ci sia ancora un letto dai ragazzi altrimenti se non mi faccio una doccia e mi corico va a finire che svengo.
Giir di Mont, luci e ombre
Finito l’entusiasmo, e' tempo di analisi
Ci sono almeno due modi per vivere e descrivere una gara, quello emotivo e quello più prettamente agonistico, analizzando le singole prestazioni sportive.
LE EMOZIONI DEL MOMENTO - Sul momento, a maggior ragione se ci si trova sul posto, ci si emoziona pensando allo sforzo profuso dall’atleta che ti sta passando di fianco, si ascolta il suo respiro, si osserva il sudore scendere su tutto il corpo. Sul momento, a meno di non essere dei grandi esperti della disciplina, è però difficile valutare la prestazione sportiva in termini assoluti, specie se non si hanno riferimenti di tipo cronometrico. Sul ripido prato di Premanida, per esempio, nel poco tempo a disposizione per seguire la testa della corsa, le emozioni sono state di quelle forti anche senza avere la capacità di valutare in quel preciso frangente qunto realmente di buono stessero facendo gli atleti da un punto di vista cronometrico. In zona d’arrivo, poi, tutto è maggiormente amplificato. Si gioisce per chi ha appena tagliato il traguardo facendosi contagiare da un sorriso di soddisfazione, da una smorfia di fatica o da uno sguardo di delusione. Si guarda poi di sfuggita il tabellone del tempo finale ma, in sostanza, il vincitore è l’eroe di giornata a prescindere da tutto il resto.
LE VALUTAZIONI A FREDDO - Terminata la gara, la curiosità e la passione ti spingono poi ad approfondire il tutto da un punto di vista più razionale. A meno che non si tratti di una prima edizione, è quindi inevitabile cercare di dare anche una collocazione di tipo agonistico alle emozioni vissute. In una gara storica come il Giir di Mont, questo è relativamente facile perché con 21 edizioni disputate, il materiale a disposizione è ricco di informazioni e relativi spunti. Se in altrettante edizioni hanno poi corso sugli stessi sentieri i migliori interpreti della disciplina, oltre che facile il discorso si fa anche molto interessante.
IL RIFERIMENTO CRONOMETRICO - Lo scorso anno una frana ha costretto gli organizzatori a modificare una piccola parte del percorso, da quanto riferito dagli stessi, 300-400 metri di sviluppo in più rispetto alle precedenti edizioni. Sabato sera, durante la splendita presentazione della gara, è stato annunciato che a causa di questa modifica, i record precedenti sono stati azzerati e che il nuovo riferimento cronometrico erano quindi le 3h19’19’’ di Tofol Castanyer, vincitore appunto lo scorso anno. Una decisione legittima ma irrealizzabile nella sostanza perché è improponibile azzerare 19 anni di storia e di leggenda sportiva per 400 metri di differenza. Per le tre o forse quattro generazioni di atleti che hanno corso il Giir di Mont, i riferimenti cronometrici rimangono e rimarranno sempre quelli iniziati nel lontano 1968 con le 4h24’29’’ di Gian Battista Toteschini e che per il momento arrivano fino alle 3h01’03’’ di Kilian Jornet nel 2011.
FUORICLASSE E GRANDI CAMPIONI - Sandra Mondaini era solita proninciare la frase 'che barba che noia, che noia che barba' quando era a letto con il marito Raimondo nella famosia serie televisiva Casa Vianello. Sono sicuro che qualche lettore da questo punto dell’articolo pronuncerà la stessa frase perché, aimè, tocca ancora una volta parlare di Kilian Jornet e Marco De Gasperi anche se ieri non hanno preso parte alla gara. C’è un dato su tutti che questa mattina mi ha impressionato durante lo studio post gara; in 21 anni, soltanto tre atleti sono riusciti a scendere sotto il muro delle 3h10’ al Giir di Mont. Si tratta di Kilian (3h05’08’’ nel 2009, 3h01’14’’ nel 2010 e 3h01’03’’ nel 2011), Marco De Gasperi (3h04’34’’ nel 2010 e 3h03’43’’ nel 2011) e Ricardo Mejia (3h06’41’’ nel 2009). Numeri alla mano, questri sono i tre atleti fuoriclasse del Giir di Mont. C’è poi un’altra soglia cronometrica che è costituita dalle 3h15’. Oltre ai tre prima citati, sono riusciti a scendere sotto questo tempo solo 5 atleti, Luis Alberto Hernando, Tofol Castanyer, Nicola Golinelli, Tom Owens, e Tadei Pivk. Sempre numeri alla mano, qusti sono i 5 grandi campioni del Giir di Mont. Almeno fino alle 3h30’’ tutte le prestazioni possono essere considerate stellari ma il ricontro cornometrico degli 8 atleti prima citati è qualcosa che va oltre.
GIIR DI MONT 2013 - Ci possiamo aggiungere i 400 metri della frana, essendo particolarmente buoni ci possiamo anche aggiungere il caldo, ma rimane il fatto che ieri nessun atleta è riuscito a scendere sotto le 3h20’. Ionut Zinca è un grande atleta e non lo scopro di certo io con questo articolo. Non avendolo mai conosciuto prima, devo dire che mi ha impressionato molto anche dal punto di vista caratteriale, oltre che da quello sportivo. Lui ha fatto il suo, forse di più, perché non dimentichiamoci che il suo 3h20’03’’ arriva dopo un infortunio e che quindi la sua condizione non può essere al top. Si porta a casa una vittoria che vale un’intera carriera a cui se ne aggiungeranno sicuramente altre di altrettanto valore. Anche Tofol Castanyer è un grande atleta e penso che chiudere in seconda posizione in 3h20’27’’ all’età di quarantun’anni, non sia da tutti. Ieri è arrivata anche la bella prestazione di Julien Rancon che ha quindi fatto il suo esordio a Premana nel migliore dei modi con un ottimo 3h21’53’’. Un grande podio con tre grandi campioni, ma il muro delle 3h15’, per non parlare di quello delle 3h10’ per quest’anno non è nulla di più che un lontano miraggio. Per le 3h01’03’’ di Kilian, meglio metterci una pietra sopra, anzi, meglio metterci sopra la famosa frana.
DISCORSO DEMATTEIS - Infine, arrivo a uno dei temi caldi di questo fine settimana, ovvero all’esordio di Bernard e Martin Dematteis nel mondo dello Skyrunning. Visto e considerato che mi sembra universalmente assodato che stiamo parlando di due grandissimi atleti, sgombero subito il campo da eventuali fraintendimenti ammettendo che personalmente mi piacciono molto anche come persone. Hanno carisma e personalità al punto giusto da renderli degli autentici personaggi, cosa che di certo non guasta per lo sviluppo di una disciplina sportiva. Se sarà loro intenzione cimentarsi anche nello Skyrunning, mi sembra scontato ipotizzare che ne saranno protagonisti negli anni a venire. In tutto questo, ci aggiungo però qualcosa di mio, il giusto per dare ulteriore vigore alla discussione. Sabato sera, alla presentazione, hanno dichiarato che per loro si sarebbe trattato di una distanza impegnativa e che in allenamento non erano mai arrivati oltre le due ore. Le prime due domande che mi sono fatto al momento sono state inerenti al perché lo abbiano detto e al perché non si fossero allenati oltre le due ore. Sulla prima, penso che più che mettere le mani avanti si sia trattato di un qualcosa riferibile alla loro umiltà, come dire, ci mettiamo la faccia ma siamo consapevoli che qui non si scherza. Sulla seconda, il discorso è più complesso. Fermo restando che ognuno è libero di gestirsi come meglio crede, e ci mancherebbe altro, se si propone un raffronto con le supertar Kilian e Marco, lo si fa perché da tifosi e appassionati, li si vorrebbe avere già tutti e due competitivi e ai massimi livelli, anche nello Skyrunning, per dare nuovo vigore a tutto il movimento. In un simile ambito, di assoluta eccellenza, non vale quindi il discorso del non essere abituati alla distanza. Non vale per loro come in passato non è valso per Kilian quando è passato dalle Sky all’UTMB e non è valso per Marco quando si è cimentato nelle prime Skyrace o quando quest’anno ha ulteriormente allungato il tiro correndo a Chamonix. Proprio per la voglia e il desiderio di vedere il prossimo grande duello di Premana non più tra due atleti ma almeno tra quattro, mi sembra scontato e onesto ammettere che ieri per Bernard e Martin qualcosa non ha funzionato. I dati sono eloquenti, e non mi riferisco alla dignitosissima posizione in classifica ma al mero riscontro cronometrico. Bernard è a 28 minuti abbondanti dal record di Kilian e il suo tempo finale è solo l’86° tra tutte le migliori prestazioni al Giir di Mont. Nell’edizione 2010 con un tempo simile sarebbe arrivato ventesimo. Ovvio che qualcosa non ha girato per il verso giusto. Mi piace pensarla come a una questione di approccio e mi piace altrettanto pensare che i due fratelli facciano tesoro dell’esperienza e che diano un seguito a questo loro esordio con la reale volontà di diventare dei grandi anche nello Skyrunning.
A Lazzari e Bonora la Valsabbia Mountain Running Cup
Ieri la 5 Ponti era l'ultima gara
Monte Zovo, Agnosine e 5 Ponti: tre gare per una coppa, quella della Valsabbia Mountain Running Cup, conclusasi ieri a Bagolino (Bs). La vittoria del ranking maschile è andata a Domenico Lazzari, con il tempo totale (somma delle tre gare) di 4h19'07'', davanti a Roberto Scalvini (4h27'55'') e Massimo Stagnoli (4h42'55''). Tra le donne successo di Lara Bonora (5h06'37'') su Giuliana Galeazzi (7h25'29''). Lazzari, ieri settimo, ha approfittato dell'assenza di Juri Radoani, che era leader prima della 5 Ponti, e di Filippo Bianchi, che avrebbe potuto puntare alla vittoria se non fosse 'fermo ai box' per un infortunio.
Canaday e Howe super alla SpeedGoat
Nuovi record della corsa, decima Canepa
Sage Canaday davanti ad Anton Krupicka e Jason Schlarb. Questo il verdetto della SpeedGoat 50 che si è corsa ieri negli Stati Uniti. Verdetto importante perché Canaday ha fatto registrare anche il nuovo record della corsa con 5h08'07''. Tra le donne successo e record di Stephanie Howe davanti a Jodee Adams-Moore e Ruby Muir. 6h17'02'' il tempo della Howe, mentre Francesca Canepa deve accontentarsi di un decimo posto in 7h05'14''. Gara diversa per uomini e donne perché Canaday ha condotto per buona parte del percorso mentre Howe si è involata nella discesa finale.
A Zemmer e Scola il Vertical Col de Lana
Successo per il primo ripidissimo VK di Livinallongo
Ben 105 partenti, con grande soddisfazione degli organizzatori, si sono dati battaglia nel caldo di una giornata bellissima per il primo Vertical Col de Lana.
URBAN ZEMMER STRAVINCE - A stabilire il tempo di riferimento in 34'57" per questo nuovo tracciato ultraripido è stato nientemeno che Urban Zemmer (Team La Sportiva - Bogn da Nia). Zemmer ha preceduto Daniele De Colò (VVFF Belluno) 37'20". Terzo David Frena (Badia Sport) 39'25"; quarto il padrone di casa Filippo Beccari (Team La Sportiva - Bela Ladinia) in 39' 54" che è anche il suo 'personale'. Quinto Federico Pat in 40' 55".
NADIA SCOLA FISSA IL TEMPO FEMMINILE - Tra le donne il tempo da battere saranno i 46'36" di Nadia Scola (Team La Sportiva). In 51'15" si è classificata al secondo posto Beatrice De Florian (US. Cornacci), precedendo Elisabeth Benedetti (52' 30").
Reichegger e Jimenez vincono l'Huhnerspiel Vertical-KM
Seconda prova del Sudtirol Vertical Tour
Manfred Reichegger e Stephanie Jimenez vincono la terza edizione della Hühnerspiel Vertical-KM, seconda prova del Südtirol Vertical Tour. Gara tecnica con uno sviluppo di 2.9 km con partenza (in linea) dalla piazza centrale di Colle Isarco e arrivo a quota 2080 metri, poco sopra Malga Gallina. Reichegger ha chiuso con il tempo di 36'42, davanti ai due atleti di casa, David Thöni (37'31") e Roberto De Simone (39'02"); ai piedi del podio Richard Obendorfer (39'20") e Martin Renzler (40'21"). Reichegger aveva già vinto la prima prova del Südtirol Vertical Tour, il Km Verticale di Selva dei Molini, davanti a David Thöni, Filippo Beccari e Roberto De Simone.
Prestazione record per Stephanie Jimenez al traguardo in 44'23" davanti all'austriaca Andrea Reithmayr (47'47"), prima al Km Verticale di Selva dei Molini, Astrid Renzler (51'19"), Sabrina Bampi (52'03") e Maria Zöschg (52'57"). Prossima gara del Südtirol Vertical Tour, il Vertical Carezza del 4 agosto.
Alexander Rabensteiner vince la Sudtirol Ultrarace
Annemarie Gross a segno nella gara femminile
Da Bolzano a Bolzano per 121 km, con un dislivello di 7069 metri, tra i Monti Sarentini: nell'albo d'oro della prima edizione della Südtirol Ultrarace entrano Alexander Rabensteiner e Annemarie Gross. Vittoria netta quella di dell'altoatesino Rabensteiner che ha chiuso con il tempo di 18h42'20" davanti al tedesco Matthias Dippacher in 19h24'53" con terzo il trentino Paolo Leonardi in 20h08'41. Successo in solitaria nella gara rosa per la Gross: 22h14'30" il suo crono, con un vantaggio di oltre un'ora su Lisa Borzani in 23h35'00 con terzo posto per Irene Senfter in 24h10'12.
Rambaldini e Bottarelli da record alla 5 Ponti
Il bresciano si ripete dopo la vittoria alla Blumon Marathon
Tutto come da pronostico alla 5 Ponti di Bagolino (Bs) gara di corsa in montagna con 1000 metri di dislivello per 16 km. La vittoria con record di gara è andata all'atleta dell'Atletica 90 Alessandro Rambaldini già vincitore della Blumon Marathon domenica scorsa. 1h 21' 06'' il tempo di Rambaldini che ha preceduto Marco Zanoni (1h 23' 13'') e Dino Melzani, vincitore dell'ultima edizione (1h 25' 24''). Al quarto posto l'atleta di casa Giovanni Paris, quinto Cristian Badini e al sesto posto l'atleta di casa Claudio Lombardi che parteciperà anche al Tor des Geants. Vittoria netta con record di Sara Bottarelli (1h 39' 07'') nella gara rosa. A secondo posto Cristina Dusina (1h 47' 57'') e al terzo Lara Bonora (1h 48' 47'').
SUPER RAMBO - Ecco le dichiarazioni al traguardo di Rambaldini: «Percorso molto bello con due salite e due discese, bella soprattutto la volata finale verso il traguardo, veloce. Sono contento di avere vinto qui anche perché da ragazzo venivo a divertirmi in pineta. Questo inverno ho fatto lavori di potenziamento molto pesanti con il mio allenatore Massimo Galeazzi che hanno dato i loro frutti. Quest'anno ho puntato tutto sulle gare in Valle Sabbia, l'anno prossimo voglio provare altre gare di montagna a bergamasca o in Valle d'Aosta». «Non sono abituata a gare così lunghe ma mi sono trovata bene, il percorso è molto bello e ho trovato tanta gente a fare il tifo», ha detto Sara Bottarelli.
Il Fletta Trail parla eritreo
Gara record di Kidane Habtom e grande rimonta di De Gasperi
Grandi nomi oggi al Fletta Trail di Malonno (Bs), 'paese della corsa in montagna'. L’eritreo Abraham Kidane Habtom ci ha messo davvero poco a far capire di essere il favorito. Suo il forcing devastante iniziale. A controllarlo ci hanno provato prima i Kenioti Nicodemus Biwott e Peter Bil, per lasciare poi spazio a Marco De Gasperi e al ceco Robert Krupicka
SUPER DISCESA - La discesa da Fletta a Malonno su sentieri poco tecnici ma molto veloci intervallati da alcuni strappettini, come spesso accade al FlettaTrail, ha rimescolato le carte: Kidane sembrava in difficoltà mentre dietro Marco De Gasperi ha cominciato una rimonta impressionante. A One il vantaggio di Abraham Kidane era sceso a 1’11” ma il sogno finiva qui per gli inseguitori. L'eritreo ha vinto fermando il crono a un incredibile 1h27’44”, quasi 4’ sotto il precedente record griffato Lele Manzi 2008. Secondo Marco De Gasperi a soli 53” e terzo Robert Krupicka (1h29’17”). A seguire: Peter Bil 4°, Emanuele Manzi 5° e Nicodemus Biwott 6°, Pavel Brydl 7°, Tommaso Vaccina 8°, Franco Bani 9° e Corrado Bado 10°
GARA ROSA - Elisa Desco ha realizzato uno dei suoi capolavori più belli: nella prima parte a fare gara con lei la capitana della nazionale lunghe distanze Antonella Confortola, che ha rintuzzato gli attacchi di Elisa. Nella discesa e repentina risalita tra Narcos e il Campass la Desco è volata via e sul tetto della gara al Plas di Pra del Biss aveva un vantaggio superiore ai 3’. Finale con il nuovo record: 1h45’50”. Al scondo posto Monica Pont Chafer, staccata oltre 7’ e protagonista di bella rimonta finale e terzo gradino del podio per sua maestà Antonella Confortola.
Un Giir di Mont caldissimo incorona Zinca e Serafini
Secondo Castaner Bernat, vincitore nel 2012
Ionut Zinca ci aveva già tentato l'anno scorso al Giir di Mont, con un grande forcing iniziale che però non era riuscito a reggere. Era un 'sorvegliato speciale', proprio come Silvia Serafini e i due non hanno deluso le aspettative: sono il rumeno e la trevigiana i nuovi trionfatori di una delle gare più affollate ed amate, e non solo in Italia, di skyrunning. Ma ci sono anche altri due protagonisti da citare nella gara organizzata dalla AS Premana, i vincitori della Mini SkyRace, 20 km e 1100 m. di dislivello contro i 32 km e 2400 m. della mitica sky marathon: il campione di skyrunning Mikhail Mamleev e Lisa Buzzoni.
CALDO RECORD - Una giornata calda, con la temperatura che ha reso ancora più estrema una corsa con i suoi continui saliscendi e cambi di pendenza con spettacolari passaggi in cresta e negli alpeggi premanesi. Eppure stamattina presto ha piovuto, ma il caldo è stato un avversario determinante. È stata una gara molto tattica, con il rumeno che già sulla prima salita ha tastato il polso ai suoi due più pericolosi avversari, il francese Julien Rancon e il cuneese Bernard Dematteis, ma alle loro spalle incombeva il pericolo del catalano Tofol Castanier Bernat, il vincitore dello scorso anno. Silvia Serafini ha cominciato fin dalle prime battute la sua gara contro i maschi, le sue avversarie le ha staccate già a metà della prima salita che portava all’Alpe Chiarino.
AFFONDO RANCON - Julien Rancon ha giocato il proprio jolly sulla seconda impegnativa ascesa che scollinava a Bocchetta Larec, la cima Coppi della gara a 2063 m. Il francese ha impresso una violenta accelerata, dietro Zinca e Dematteis hanno cercato di difendersi ma senza strafare, concedendogli una manciata di secondi. Come sempre spettacolare ed affascinante il passaggio a Bocchetta Larec, grazie anche al tempo che è virato al bello. I 'corridori del cielo' hanno scollinato tra due ali di pubblico, quello delle grandi occasioni salito in quota anzitempo, chi a piedi, chi approfittando dei voli in elicottero predisposti dagli organizzatori. Anche in quel punto Silvia Serafini è transitata con grande anticipo sulle rivali, quasi mezz’ora su Emanuela Brizio e Aitziber Ibarbia Beloki.
FUGA ZINCA - Una gara da autentici camosci il 'Giir di Mont', dove non è solo la dura salita a fare la differenza, ma spesso sono le discese ripide e impegnative. E infatti nel lanciarsi a tutta da Bocchetta Larec, Julien Rancon ha sentito il fiato sul collo di Ionut Zinca che lo ha acciuffato prima di affrontare l’ascesa verso l’alpeggio di Premaniga, tirandosi appresso Dematteis. Ed è stato quest’ultimo proprio nell’imboccare la salita a tentare la sortita, ma Zinca aveva ancora tante energie da spendere ed è stato proprio prima di Premaniga che ha lanciato la propria sfida. Un allungo poderoso, tanto che Castanier Bernat è rimasto con le mani sulle ginocchia a spingere di forza, dietro Dematteis con Rancon ben distanziato e alle loro spalle l’americano Ricky Gates, quindi Robert Antonioli, l’altro Dematteis, Martin, e ancora il britannico Lightfoot, e poi i due azzurri Gotti e Cappelletti, ma tutti con distacchi ormai sensibili. Ionut Zinca poi ha badato solo a gestire la gara senza strafare nella discesa finale ed è stato avvicinato, ma a distanza di sicurezza, dal catalano Castanier Bernat. La gara insomma non ha più avuto storia, col rumeno bravo a chiudere in 3h20’03” meritandosi gli appalusi di un affollatissimo parterre. Sono trascorsi appena 24” e in via Roma a Premana si è presentato anche Tofol Castanier Bernat, vincitore della scorsa edizione. Bernard Dematteis - ma ne era conscio - superate le due ore ha perso lo smalto della prima parte di gara, ha ceduto la posizione prima a Rancon e poi a Gates e così ha 'atteso' il gemello Martin. Podio dunque tutto straniero e di tutto rispetto per il Giir di Mont 2013 con Zinca, Castanier Bernat e Rancon, e con gli arrivi ripresi dalle telecamere della diretta di Rai Sport, addirittura 1h45’ dalle 11 alle 12.45. L’Italia piazza quattro uomini nei primi dieci: i due gemelli Dematteis, Bernard e Martin rispettivamente 5° e 6° e il 'veterano' Paolo Gotti (8°) giusto davanti a Daniele Cappelletti.
SUPER SERAFINI - Gara femminile senza storia. Silvia Serafini non ha proprio avuto rivali. Ha chiuso con 3h58’18”, addirittura 6’ in meno dello scorso anno quando si piazzò seconda alle spalle dell'americana Kasie Enman. Il podio della Mini SkyRace celebra Mikhail Mamleev, Marco Leoni e Guido Rovedatti, quello femminile Lisa Buzzoni, Raffaella Rossi e Alma Rrika.
Arrivo in coppia per la 6000D
Nella gara rosa terza l'azzurra Katia Fori
Arrivo in coppia per la 6000D, 'La course de Gèants' in programma a La Plagne: i francesi Stephane Ricard e Sébastien Spehler chiudono insieme i 63 km del percorso in 6h03'34", precedendo Fabien Chartoire di appena 2'21". Ai piedi del podio altri due transalpini, ma il ritardo supera i dieci minuti: quarto Mathieu Martinez in 6h15'07", quinto Thomas Saint Girons in 6h21'44". Nella classifica femminile è stata una lotta a tre: al primo posto la francese Alice Coquard con il tempo finale di 7h30'00", davanti alla connazionale Laureline Gaussens in 7h35'32", con terza l'azzurra Katia Fori in 7h37'24".
Il Giir di Mont a quota 18.000
Ricco montepremi a Premana. Forfait di Jacquemoud, Dapit e Brunod
Domani sui monti lecchesi si correrà per fare incetta di punti ISF per il World Ranking 2013. Teatro di gara sarà Premana (Lc) col suo prestigioso ventunesimo Giir di Mont che propone Mini SkyRace e Sky Marathon, due percorsi collaudati che chiameranno a raccolta oltre 800 runners. Allo start, dalla via principale di Premana, scatteranno alle 7.50 per primi i corridori della Mini SkyRace di 20 km (1.100 m/dsl), seguiti poco dopo dai 'corridori del cielo' della Sky Marathon di 32 km (2.400 m/dsl).
Alle 11.00 e fino alle 12.45 le telecamere di Rai Sport2 come lo scorso anno seguiranno in diretta l’evento, l’unico del genere che gode della “live”.
Sul più lungo dei percorsi saranno interessati nell’ordine gli alpeggi premanesi di Chiarino, Barconcelli, Casarsa, Forni, Vegessa, Fraina, Caprecolo, Rasga, Premaniga, Solino e Deleguaggio mentre la Mini SkyRace transiterà invece per le Alpi Rasga, Premaniga, Solino, Piancalada e Deleguaggio.
PERCORSI PER GLI APPASSIONATI - Gli appassionati - e al Giir di Mont sono sempre tantissimi - potranno scegliere se attendere gli skyrunners sul traguardo o raggiungere alcuni dei passaggi più significativi. Gli organizzatori dell’A.S. Premana hanno infatti predisposto due itinerari per gli spettatori con indicazioni fin dall’area di partenza. Nel primo, in circa 30 minuti si salirà in direzione dell’Alpe Premaniga e quindi, giunti al bivio di località Creghencighe, si proseguirà fino a Domant dove sarà possibile assistere al passaggio degli atleti sia della Sky Marathon che della Mini SkyRace. La seconda proposta, invece, porterà gli spettatori fino all’Alpe Forni dove transiteranno solamente i runners che sceglieranno il tracciato di 32 km. Oltre ad una sgambatina nella natura, sarà possibile conoscere alcuni dei famosi alpeggi di Premana.
FORFAIT JACQUEMOUD - Nelle ultime ore purtroppo i runners Matheo Jacquemod, Dennis Brunod e Fulvio Dapit hanno dovuto dare forfait per infortunio, ma c’è anche chi si è aggiunto alla truppa, come il francese Julien Rancon. Il montepremi in palio quest’anno è davvero ricco, con oltre 18.000 euro di riconoscimenti in denaro, oltre alla maglia tecnica Finisher realizzata da Crazy Idea e Moll Fam per tutti quelli che taglieranno il traguardo della Sky Marathon. Non scherza nemmeno il pacco gara, dove i partecipanti potranno trovare le calze natur Oxyburn, gli zaini Camp modello Ghost (Sky Marathon) e Kinetic (Mini SkyRace) e altre sorprese. Infine, il Giir di Mont sarà penultima tappa del circuito La Sportiva Gore-Tex® Mountain Running® Cup ed è inserita tra le 20 prove mondiali che assegneranno punti per stabilire il ranking dei 100 più forti skyrunners del mondo.